tag:blogger.com,1999:blog-6464611321986605023.post6269167829189640838..comments2024-03-26T14:43:19.527+01:00Comments on Anoressia: after dark: Definizione di "ricovero"/1: Come definiscono il ricovero gli psicoterapeuti?Veggiehttp://www.blogger.com/profile/11990381810503033018noreply@blogger.comBlogger12125tag:blogger.com,1999:blog-6464611321986605023.post-39898502418748430032014-01-17T21:53:42.079+01:002014-01-17T21:53:42.079+01:00@ Deb – Io cerco di fare post di tutti i tipi, sia...@ Deb – Io cerco di fare post di tutti i tipi, sia più scientifici sia con consigli di auto-aiuto, proprio perché so che le persone che mi leggono sono diverse tra loro, ed ognuna ha le sue preferenze… Spero solo che post di questo tipo possano porre l’attenzione su quello che c’è dietro ai DCA, non solo sugli aspetti più pratici del “cosa si può fare per combattere quotidianamente”… che poi, anche capire cosa c’è dietro può indirettamente essere d’aiuto per combattere quotidianamente… Ma, a parte questo. Sono d’accordo con te in merito a ciò che hai scritto sulle ricadute… Anch’io credo che più o meno numerose ricadute siano inevitabili in un percorso di ricovero, perché non stiamo parlando di un qualcosa che è tutto rose e fiori, l’importante è trovare la forza per rimettersi in piedi dopo ogni ricaduta, e non viverla come un fallimento, ma semmai come un insegnamento… e, comunque, avere la consapevolezza che una ricaduta non azzera i progressi fatti fino a quel momento: quando ci si rialza non bisogno ripartire totalmente da capo, bensì dal punto su cui siamo inciampate… E’ vero anche il fatto che talora gli specialisti tendono a sopravvalutare i momenti positivi, e questo può portare a prendere sottogamba l’evenienza di un’eventuale ricaduta… viceversa, bisognerebbe cercare di tenere sempre alta la guardia…<br /><br />@ Wolfie – Mi fa piacere sapere che sarei un’ottima divulgatrice scientifica… ne terrò di conto quando sarò un’altra delle tante laureate disoccupare del Belpaese… ^^” No, scherzi a parte, mi fa piacere che ti piacciano e che trovi comprensibili anche i miei post scientifici… e, in quanto a quello che hai scritto, sono d’accordo con te: il Criterio Morgan-Russell, giusto per puntualizzare, è relativo all’anoressia, della bulimia lì non si parla… e hai ragione quando dici che è inefficace per valutare questa patologia… mentre il Criterio Olistico è comprensivo di tutti i DCA, per questo lo reputo il migliore e più efficace…<br /><br />@ Vele/Ivy – Sono molto d’accordo con quello che dici… anche secondo me il ricovero è un percorso… è un processo, non un evento… In ogni caso, aspetto di sapere come la pensi più approfonditamente nei prossimi post!... <br /><br />@ PrettyLittleGirl – Anche secondo me la scissione dei 3 aspetti rappresenta una cosa molto positiva… perché se vengono visti come un tutt’uno, c’è il rischio che si cada in quel falso luogo comune tale per cui “lei mangia di nuovo normalmente, ergo è guarita dall’anoressia”… cosa assolutamente non vera. Per questo penso sia importante considerare tutti e 3 gli aspetti come cose a sé stanti… Poi, certo, come scrivevo anche nel post si potevano precisare meglio certi aspetti, ed integrare con altri… Anche perché, sebbene ovviamente non sia possibile cambiare il carattere di una persona, grazie alla psicoterapia è comunque possibilissimo lavorare su certi aspetti del proprio carattere, per cercare di smussarli, di migliorarli…Veggiehttps://www.blogger.com/profile/11990381810503033018noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6464611321986605023.post-83480942723777027752014-01-17T21:53:10.518+01:002014-01-17T21:53:10.518+01:00@ La mamma – Ti rispondo sia in qualità medico che...@ La mamma – Ti rispondo sia in qualità medico che in qualità persona che ha problemi di anoressia da circa 15 anni… Premetto che io non sono una psicoterapeuta, ma penso che qualsiasi psicoterapeuta sia consapevole della vera eziologia di un DCA, e della preminenza del lavoro psicologico (che il fisico deve comunque poter sostenere), e se non lo sa, bè, mi viene da pensare che abbia preso la laurea con i punti della COOP… Comunque, hai senz’altro ragione in merito al fatto che i comportamenti prettamente alimentari siano soltanto un sintomo dei DCA, una manifestazione di un malessere ben più profondo che ha molteplici radici e cause sottostanti e che, pertanto, il ricovero debba implicare non soltanto un monitoraggio delle condizioni somatiche, ma anche un lavoro su fattori psicologici e sulle problematiche che hanno provocato la comparsa del sintomo. Nessuno qui mette in dubbio il fatto che l’anoressia non sia “la malattia della restrizione alimentare”, bensì una patologia che deriva dall’azione di millemila concause, diverse da persona a persona, che agiscono per lo più su un piano prettamente psicologico, e ben lontano dalla fisicità. Niente da eccepire su questo. Allo stesso tempo, però, ritengo che una sistematizzazione dei DCA sia necessaria per poter effettuare un’adeguata presa in carico della persona che manifesta determinati sintomi. Penso che le due cose stiano sullo stesso piano. Riferendomi al tuo esempio, se una persona manifesta febbre, il lavoro del medico deve essere compiuto su due livelli contemporaneamente: da una parte, occorre curare il sintomo, cioè la febbre, perché la sua persistenza porterebbe all’insorgenza di complicanze potenzialmente pericolose e/o letali; allo stesso tempo occorre indagare su quale sia la causa della febbre, in maniera tale da poter impostare una terapia mirata sull’agente causale. Non posso puntare tutto sull’indagine della causa mettendo in secondo piano il sintomo in sé, perché prima che io abbia anche solo i risultati del primo esame, il paziente mi è già deceduto per le conseguenze della febbre eccessiva. Traslando il tutto sui DCA, a mio parere anche qui occorre lavorare su due piani in contempo: sul piano alimentare, sia perché l’estremo sottopeso è oggettivamente pericoloso per la salute fisica, sia perché se non avviene un recupero di peso grazie ad un’alimentazione corretta non si dispone di quei nutrienti che servono a sintetizzare i neurotrasmettitori che consentono di ragionare lucidamente (lucidità che, pur non accorgendocene, si perde quando siamo nel pieno di DCA), e quindi non si è in grado di intraprendere efficacemente nessuna psicoterapia; psicoterapia che dev’essere comunque contemporaneamente fatta, proprio per indagare sulle problematiche che possono aver spinto la persona verso il DCA, e per lavorare sui problemi attuali al fine di trovare strategie di coping che non passino attraverso l’alimentazione. Il lavoro psicologico dev’essere fatto ovviamente sul background e sulle problematiche attuali, perché è sciogliendo questi nodi che si possono fare passi avanti… allo stesso tempo, però, mantenere una buona condizione fisica è quello che consente di sostenere tutto il lavoro psicologico, per questo ritengo che ambo le componenti siano importanti e complementari nel trattamento di un DCA. <br />P.S.= In bocca al lupo per il percorso di ricovero di tua figlia!...<br /><br />@ Anonimo (11 Gennaio 2014, ore: 01.55) – Ti rimando alla risposta che ho dato qui sopra alla mamma!...<br /><br />@ cooksappe – Nerd a bestia!...<br /><br />@ GaiaCincia – Come avrai potuto vedere leggendo la risposta che ho dato alla mamma autrice del primo commento, sono più propensa a pensarla come te… C’è senz’altro bisogno di studi scientifici più numerosi e validi sulle cause (ma soprattutto, a mio avviso, sulla terapia mirata) dei DCA, però al contempo resta comunque necessario agire anche sul sintomo…<br />P.S.= Passo subito dal tuo blog…!Veggiehttps://www.blogger.com/profile/11990381810503033018noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6464611321986605023.post-49655446227642186762014-01-16T17:57:57.805+01:002014-01-16T17:57:57.805+01:00Ri-eccomi! Stavolta però non ho commenti da aggiun...Ri-eccomi! Stavolta però non ho commenti da aggiungere...solo una consegna speciale! http://ilnidodellacincia.blogspot.it/2014/01/liebster-award.html<br />A presto!GaiaCinciahttps://www.blogger.com/profile/04396712954376689235noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6464611321986605023.post-3827484813132899332014-01-14T00:00:54.037+01:002014-01-14T00:00:54.037+01:00Ciao Veggie!
Mi piace la scissione in 3 parti degl...Ciao Veggie!<br />Mi piace la scissione in 3 parti degli aspetti del ricovero.<br />Se non altro perchè per lo meno fa anche abbandonare un po quella idea di "guarigione miracolosa" che a volte si ha, e in cui mi ci metto anche io per una questione di impostazione che ho..<br />Per cui l'ho trovato molto utile..in effetti li avevo sempre visti come un tutt'uno, cioè del tipo pensavo "beh ma una volta che mangerò bene non avrò nemmeno fisse"..poi ho visto che il tutto, il portare a buon fine tutti e 3 i processi e mantenerli, è comunque una cosa ardua..<br />Per il resto io concordo con il tuo commento da bastian- contraria in cui dici che oltre gli aspetti socio- culturali sarebbe anche utile valutare aspetti come il bisogno di controllo, l'ansia, l'autostima ecc.. anche perchè poi queste modalità possono anche talvolta costituire tratti di personalità e quindi magari se non smussati possono comunque investire aspetti della vita della persona..inerenti all'alimentazione ma anche altri ambiti..<br />Mi viene in mente per esempio a una ragazza che ha detto "mi rimaneva comunque un'attitudine "bulimica" verso la vita in cui divoravo tutto..". O per esempio vedo che a volte certe modalità di pensiero che c'erano nell'alimentazione o una modalità troppo perfezionistica che permane possono aver costituito dei "trigger" nei momenti di difficoltà che rischiavano di farmi attuare certi comportamenti vecchi..<br />Per il resto però anche a me piace la suddivisione e l'idea di continuum che da all'interno del processo di ricovero..<br />Un bacione!PrettyLittleGirlhttps://www.blogger.com/profile/00355728235987526584noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6464611321986605023.post-20244772786260651852014-01-12T10:26:42.590+01:002014-01-12T10:26:42.590+01:00Tra le definizioni che hai proposto all'inizio...Tra le definizioni che hai proposto all'inizio io sceglierei senza dubbio quella di "percorso"... ma adesso mi chiarirò meglio le idee leggendo i tuoi post.Vele Ivyhttps://www.blogger.com/profile/16863245403011659633noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6464611321986605023.post-20451648218014336562014-01-11T19:12:22.421+01:002014-01-11T19:12:22.421+01:00A me piacciono sia i tuoi post con i consigli che ...A me piacciono sia i tuoi post con i consigli che i tuoi post scientifici!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!<br />Il pregio del tuoi post scientifici è che riesci a rendere le cose comprensibili persino ad una persona “scientificamente ignorante” come me, per cui anche se non sono il mio genere (le materie “scientifiche” erano quelle in cui a scuola andavo peggio) mi ritrovo catturata dall’interesse e li leggo d’un fiato fino in fondo. <br />Pur non intendendomene, mi sembra che il criterio Morgan Russell abbia anche ulteriori pecche rispetto a quelle che elenchi tu: prima tra tutte, il fatto che è ristretto a chi ha l’anoressia. E per chi ha la bulimia, allora??????????? E’ impossibile parlare di ricovero????????? Inoltre, se si decidesse di applicare questi criteri sulla bulimia non funzionerebbero: mi prendo a esempio personale per dire che io ho sempre avuto un normopeso, e periodi intermittenti di assenza di ciclo, per cui secondo quei criteri non sarei neanche stata malata!!!!!!!!!!!! Mi sembrano un po’ assurdi, sinceramente, non so come hanno fatto a rimanere in piedi per così tanti anni.<br />Anch’io preferisco il criterio olistico, perché mi sembra il più equilibrato: forse non è del tutto completo, però valuta il ricovero sotto più punti di vista tutti ugualmente importanti, cosa che secondo me è necessaria, perché non ci si può limitare al fisico, anche solo per il fatto che i dca sono malattie mentali.<br /><br />Non c’entra specificatamente col post, ma leggevo i commenti di chi ha commentato prima di me: io penso che ci sia del vero in ciò che scrive la mamma del primo commento, però sono più solidale con l’idea di gaiacincia. Se avessi preteso di curarmi solo con la psicoterapia, senza fare niente sul sintomo alimentare, sarei morta annegata in un mare di vomito ancor prima di iniziare a capire perché lo facessi. La psicoterapia è super-importante, ma è anche importante il controllo specialistico sull’alimentazione, ci vogliono tutte e due le cose per poter stare meglio. (Almeno, questo è semplicemente il mio parere.)Wolfienoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6464611321986605023.post-89816914606340436592014-01-11T14:07:36.003+01:002014-01-11T14:07:36.003+01:00Solitamente preferisco i post con consigli o esper...Solitamente preferisco i post con consigli o esperienze personali, ma credo che questo argomento sia essenziale. Le ricadute (probabilmente inevitabili) durante un percorso di guarigione da un DCA non dovrebbero mai essere sottovalutate, ma ancor di più, credo che i medici, nutrizionisti, psicologi, non dovrebbero sopravvalutare un momento positivo nel corso del ricovero, per non renderlo controproducente e far mantenere al paziente l'attenzione a non ricadere nei sintomi.<br />DebAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6464611321986605023.post-91322163532529373412014-01-11T11:11:18.781+01:002014-01-11T11:11:18.781+01:00....anche se al contrario della mamma autrice del .......anche se al contrario della mamma autrice del primo commento non smetterei di parlare di DCA, piuttosto spero che i ricercatori e i medici si mettano seriamente a indagare le cause profonde mentre combattono il "sintomo dca"...un po' come quelle medicine che "combattono il dolore mentre curano l'infiammazione", ecco ;)GaiaCinciahttps://www.blogger.com/profile/04396712954376689235noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6464611321986605023.post-39236051178877765342014-01-11T11:07:26.499+01:002014-01-11T11:07:26.499+01:00Viva i Nerd!! :3
E concordo pienamente con la mam...Viva i Nerd!! :3<br /><br />E concordo pienamente con la mamma anonima ;)<br />Ciao bbbella!GaiaCinciahttps://www.blogger.com/profile/04396712954376689235noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6464611321986605023.post-15599982305806853882014-01-11T03:44:43.658+01:002014-01-11T03:44:43.658+01:00Comportamento Nerd!Comportamento Nerd!cooksappehttps://www.blogger.com/profile/07910606066663232341noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6464611321986605023.post-88078760025365160652014-01-11T01:55:48.288+01:002014-01-11T01:55:48.288+01:00parole sante
parole sante<br />Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6464611321986605023.post-76550081978490510162014-01-10T16:09:48.917+01:002014-01-10T16:09:48.917+01:00Sono la madre di una ragazza che soffre di anoress...Sono la madre di una ragazza che soffre di anoressia, il cui "ricovero" si protrae oramai da diversi mesi e fa molto ben sperare per il futuro. Vorrei fermare l'attenzione su questa tua frase "La realtà è che le persone che sviluppano un DCA costituiscono un gruppo estremamente eterogeneo, e altrettanto eterogeneo perciò non può che essere il ricovero dal DCA stesso". Ebbene la mia esperienza mi porta a dubitare molto della classificazione in termini di DCA. Come noto la restrizione alimentare o l'iperattività o le abbuffate costituiscono solo SINTOMI, punte di iceberg di un disagio/dolore/malessere interiore. Classificare una persona come malata di DCA e curarla per tale malattia sarebbe come classificare una persona come "Malata di febbre" ignorando se la febbre costituisce il sintomo di una polmonite, di una nefrite, della malaria o di una banale influenza. Immaginiamo che venga istituzionalizzato un reparto ospedaliero oppure addirittura una clinica dedicata ai "Malati di febbre": tutti riterremmo tale scelta assurda. Quindi sostengo che parlare di DCA è fuorviante, addirittura dannoso perché enfatizza dei sintomi che, seppure invasivi, pericolosi o in taluni casi addirittura mortali, sono secondari e il primo passo verso la guarigione sarebbe proprio quello di considerarli tali, ossia sintomi apparenti e tutto sommato secondari di ben altro, molto diverso da persona a persona. Non sarebbe meglio che ci si dedicasse di più a comprendere tale diversità piuttosto che a classificare e ghettizzare una malattia sulla base dei soli sintomi?Anonymousnoreply@blogger.com