Come gli alchimisti trasformavano il ferro in oro… voi potete trasformare l’oscurità in luce. Siete tutte benvenute.

venerdì 5 ottobre 2012

Per combattere giorno dopo giorno...

E’ difficile percorrere la strada del ricovero, è difficile combattere giorno dopo giorno contro l’anoressia, ed è perciò comune e frequente trovarsi di fronte a momenti di difficoltà che appaiono insormontabili, avere delle ricadute, pensare di non potercela fare. Eppure, spesso sono proprio queste difficoltà che ci forgiano, è il decidere di tenere duro nonostante tutto che ci rende delle persone forti, è il rialzarsi da ogni ricaduta nell’anoressia che ci fornisce la possibilità di ricominciare a combattere con ancor più determinazione. Perciò, vorrei darvi alcuni consigli su come affrontare giornalmente la nostra battaglia quotidiana contro l’anoressia.

1. Nessuna è ciò che le è accaduto nel passato. Non importa quanto il DCA abbia impezzato la vostra vita in passato: il vostro futuro è ancora tutto da vivere. Voi non siete le ossessioni che l’anoressia vi ha messo in testa per tanto tempo. Voi non siete le ricadute nella malattia che avete avuto. Voi non siete necessariamente quello che siete state. Voi siete solo e soltanto ciò che pensate di essere in questo momento. Voi siete solo e soltanto quello che fate adesso contro l’anoressia: delle guerriere.

2. Concentratevi su ciò che avete, non su ciò che vi manca. Certo, potreste stare meglio sia fisicamente che mentalmente, potreste avere fatto più passi avanti, potreste avere meno fisse in testa, potreste… Ma pensare in questo modo non vi servirà a niente, salvo a farvi sentire in colpa, è il senso di colpa è notoriamente un inutile spreco di tempo. Pensate piuttosto a quello che di positivo avete fatto sinora, ai passi avanti che siete riuscite a muovere. Pensate a quali sono stati i vostri miglioramenti, e a cosa potreste fare per andare avanti in questa direzione. Lasciate andare ciò che avreste potuto fare, e concentratevi su quanto di prezioso avete realizzato sinora. E siete fiere di voi per questo.

3. Affrontare i veri problemi è basilare per combattere l’anoressia. La restrizione alimentare è un sintomo. Il corpo è un simbolo. Ma il vero problema, e ormai lo sappiamo tutte più che bene, non è il cibo o il peso… i veri problemi sono ben altri. L’anoressia è solo una strategia di coping, ma una coperta di Linus non cancella i problemi, serve solo a nasconderli temporaneamente. Per quanto sia estremamente difficile, è solo affrontandoli, in sede psicoterapica ma anche facendo introspezione, che possiamo risolverli, e così indirettamente allentare anche la morsa dell’anoressia.

4. Le ricadute sono parte inevitabile del processo di ricovero. Non deve andare sempre tutto bene per forza. Non è necessario sorridere sempre e ripetere che va tutto bene. Non c’è niente di così tragico nell’avere una ricaduta. Anzi, la ricaduta va vista in maniera propositiva: non come un fallimento, ma come un errore di percorso da analizzare per non doverlo ripetere.

5. Rialzarsi dopo una ricaduta è fondamentale. Prima accetterete questa verità, meglio sarà. È basilare trovare dentro di sé la forza per rimettersi in piedi dopo ogni sbandamento verso l’anoressia. È importantissimo darsi sempre la possibilità di fare un nuovo tentativo. Non potrete mai essere sicure al 100% che quel nuovo tentativo funzionerà, ma potrete essere sempre sicure al 100% che senza provarci non riuscirete mai a raggiungere il vostro obiettivo. Perciò, se siete ricadute, rialzatevi. Rialzatevi. Rialzatevi e rialzatevi ancora. È il solo modo per arrivare a meta.

6. Avete tutta la capacità di cambiare la vostra vita. Potete decidere di giocare impersonando il ruolo della vittima, lamentandovi di tutto quello che vi va storto e piangendovi addosso, e colpevolizzandovi per ogni errore che commettete. Oppure potete fare una scelta diversa: combattere. Combattere contro l’anoressia è una scelta, non un miracolo. Il ricovero da un DCA è un processo, non un evento.

7. Non ingigantite i problemi. L’anoressia tende a far sembrare come enormi problemi che rivestono scarsa importanza. Perciò non fasciatevi la testa prima di averla battuta, e cercate di osservare i dati di fatto sotto differenti punti di vista. Non fatevi prendere dal panico di fronte ad una difficoltà, ma cercate di valutarla per quello che è e di vedere come possa essere possibile il superarla.

8. Non c’è notte così lunga da impedire al sole di sorgere il giorno dopo. La cattiva notizia è che nulla dura per sempre. La buona notizia è che nulla dura per sempre. Centrato il punto? Niente è perenne, anche quella difficoltà che oggi sembra insuperabile. Ma d’altronde per arrivare all’alba non c’è altra via che la notte.

9. Accettatevi. Lasciamo per un attimo da parte le frasi fatte su come e quanto dovremmo amarci. È complicatissimo amare se stessa per una persona che ha un DCA. Però, ecco, come primo passo, è importante per lo meno cercare di accettarsi per quello che si è, con tutti i nostri difetti che però nascondono altrettanti pregi… cercando di celare i primi e di mettere in evidenza questi ultimi.

10. Non siete sole. Ci sono persone che vi sono più vicine di quanto potreste pensare: i vostri genitori, i vostri familiari, i vostri amici. Sono tutte persone che fanno il tifo per voi. E se non vi sentite comprese da chi vi sta intorno, potete sempre venire qui: siamo in tante che stiamo combattendo, perciò continuiamo a farlo insieme.

11. Meglio una verità dolorosa che una bugia confortante. Le illusioni dell’anoressia sono meravigliose, però tali restano: illusioni. C’è altro da fare: affrontare la realtà. Solo così è possibile digerire la verità e mettere le basi per ripartire e costruire un futuro differente dalla rovina che potrerebbe l’anoressia.

12. Non potete controllare ogni singolo aspetto della vostra vita. L’aspetto fondamentale dell’anoressia, il motivo per cui si abbraccia così strettamente l’anoressia anche quando ci si rende conto che non è poi una scelta così felice come credevamo, è che essa dà comunque l’illusoria sensazione di avere il controllo. Il controllo è il cuore dell’anoressia. Però, se ci pensate, in realtà nella vita sono tantissime le cose che non abbiamo la benché minima possibilità di controllare. Occorre allora rispondere all’ansia che questa constatazione comporta: non si può cambiare il vento, ma si possono dirigere le vele. Si può decidere come reagire, sia da un punto di vista pratico che psicologico, ed è questo l’importante: non controllare, ma reagire.

13. Avete sempre la possibilità di fare una scelta. Non esiste un destino che vincola le persone a rimanere legate all’anoressia. Questa è solo la comoda scusa che tira fuori chi non ha voglia di farsi il culo combattendo. È sempre possibile fare dei passi avanti, ma dovete essere voi a volerlo davvero. A sceglierlo.

14. Date agli altri la possibilità di aiutarvi. Chiedere aiuto non è segno di debolezza, questo è solo ciò che l’anoressia vuole farvi credere. Viceversa, invece, chiedere aiuto è segno di grande forza interiore, responsabilità e maturità. L’anoressia è una malattia mentale, e noi come singole, perciò non possiamo opporci completamente a qualcosa che viene dalla nostra mente. Per questo è importante chiedere aiuto alle persone professionalmente competenti, nonché supporto da chi ci sta vicino nella vita di tutti i giorni.

15. Un nuovo inizio è sempre possibile. Ogni giorno è un nuovo inizio. Ogni giorno può essere il primo del resto della vostra vita. L’anoressia vi ha dato una lezione di vita, sebbene in negativo, e questo può rendere possibile il proiettarvi verso il futuro. Ogni momento può essere quello buono per cominciare a combattere contro l’anoressia. Cominciate adesso.

16 commenti:

Anonimo ha detto...

sono una lettrice anonima, ti leggo da un bel po' (dall'inizio quasi)... e mi sento di dirti che forse stanno diventando un po' ripetitivi questi post. Te lo dico con molta stima e rispetto per quello che fai, per la tua 'missione' che sicuramente fa tantissimo bene a tante ragazze come me, me compresa (io sono 'guarita' ma si sa, non si smette mai di guarire).
a me farebbe piacere leggere un po' più di te, se ti va chiaramente, scorci della tua vita. Non voglio farmi i fatti tuoi sia chiaro :) ma ad esempio mi è piaciuto un sacco il post dove racconti del concerto delle TATU o della casa nuova... Piccole cose che ti riguardano e che si ricollegano poi al tema del blog. Questi post sono a volte un tantino impersonali, mi suonano un po' come un 'manuale'. Un manuale meraviglioso e scritto benissimo, ce ne fossero così :) ma comunque un manuale, invece io vorrei sentire di più la tua voce. Non so, forse sono l'unica a pensarlo, in tal caso farai bene a ignorare questa mia osservazione. Però mi sono sentita di commentare. Spero davvero di non averti offesa con le mie parole, sono e sarò sempre una tua 'fan'e ti sono molto grata per tutta l'energia che metti in questo tuo progetto. Grazie. Un saluto affettuoso,
Kate

Marcella ha detto...

Credo che questi consigli non siano adatti solo alle persone malate ma anche a tutte quelle che in qualche modo hanno dei problemi interiori, delle insicurezze, un lato oscuro...e vogliono cambiare.
Voglio impiantarmi bene nella testa il punto n.1, non solo per quanto riguarda i problemi alimentari ma anche per come considerare il passato degli altri, per accettarlo, per capire che il passato non conta niente ma conta solo il presente.
E mi ha toccato quando hai parlato dell'amare se stessi..per quanto mi riguarda è una di quelle cose che io so, so che non mi amo, lo so da sempre eppure quando mi viene spiattellato in faccia con frasi del tipo ''tu ti odi'' o ''tu ti consideri una merda''..resto sempre come se mi avessero dato uno schiaffo in faccia, potente, umiliante. é come se me ne rendessi conto solo in quel momento.
Non smetterò mai di ammirarti per la tua caparbietà nel voler aiutare gli altri.

Wolfie ha detto...

Sono d’accordo con Marcella quando dice che questi consigli sono validi più in generale, non solo per chi ha un dca. Ma dato che io ho anche questo problema (oltre a tutte le insicurezze varie) li vedo per prima cosa come consigli applicabili al mio dca. Sono tutte cose vere quelle che hai scritto, infondo le so e dentro di me le penso anch’io, solo che ci vuole qualcuno che me le dica dall’esterno, perché spesso tendo a dimenticarmene, o comunque a pensare di potermi sbagliare. E invece sono cose verissime, ed è bello avere questo post perché ora potrò rileggerlo ogni volta che mi sentirò vacillare.
Mi piace tantissimo quello che hai scritto a proposito delle ricadute, perché io sono una di quelle persone che quando mette un piede in fallo poi tende a colpevolizzarsi all’infinito. So che questo non aiuta, ma mi viene da farlo ugualmente, e il farlo ovviamente mi rallenta nel processo di rialzarmi, perché quei sensi di colpa mi mantengono incollata a terra. Ma so che non è bene che sia così, e leggere le tue parole mi spinge ad essere più reattiva.
Inoltre, mi piace molto anche quello che scrivi relativamente ai nuovi inizi, che non è poi altro che un invito a non arrendersi. Davvero, non bisogna arrendersi. È dura, ma non bisogna arrendersi!!!!!!
Un bacioneeeeee!!!!!!!!!

Pupottina ha detto...

sì ci sono giorni in cui combattiamo perché vogliamo farlo ed alctri in cui combattiamo in automatico. l'importante è combattere sempre

Unknown ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
V ha detto...

Grazie. Millemilavoltegrazie.

Anonimo ha detto...

Più leggo e più capisco quanto non mi manchi la teoria...quanto più la pratica!
Ti mando un fortissimo abbraccio!
ファイ

Anonimo ha detto...

M.M.

Finalmente riesco a scrivere .. anche se poco .. ma ci tengo ..
Ci tengo a ringraziarti per le parole e per la carica che mi/ci dai ...
Io temo di vacillare, a volte, in questo cammino doloroso ...
Vorrei vedere il traguardo .... ancora di strada ne devo fare ... Scusa di nuovo la fretta.. avrei voglia di scrivere di più ..
Terrò bene a mente tutto quanto hai scritto

A presto!
M.

Veggie ha detto...

@ Kate – Ciao Kate, ma figurati se mi sono offesa, altro ci mancherebbe!... E perché mai avrei dovuto?... Hai fatto benissimo a commentare… Anzi, le critiche costruttive, riguardo ogni qualsiasi cosa, sono sempre benaccette perché sono indubbiamente utili per correggere il tiro su cose di cui magari da sole non ci rendiamo neanche conto. Detto questo, passo immediatamente a rispondere alla tua osservazione. O meglio, penso che la miglior risposta al tuo commento possa essere il primo post in assoluto che ho scritto su questo blog, quello che illustra lo scopo del blog. Il che penso possa spiegarti bene perché la stragrande maggioranza dei post che scrivo segue un certo stile, una certa linea… Ovviamente mi rendo conto che le persone che mi leggono sono tante, e che non tutte si trovano allo stesso punto del percorso di ricovero, anzi, ci sono persone che sono ancora completamente dentro l’anoressia, persone che stanno cercando di combattere e hanno fatto qualche progresso, e fortunatamente anche persone che, come te, hanno fatto grandi passi avanti… e che, dunque, quello che vorrebbero leggere le prime è diverso da quello che vorrebbero leggere le altre… poiché ad ogni “stadio” della malattia corrispondono esigenze (anche di lettura) differenti. Naturalmente faccio il possibile per spaziare, però mi rendo conto che per persone che, come te, stanno tutto sommato bene, leggere certi post possa sembrare sorpassato… del resto, penso che post come questo possano essere di una qualche utilità a persone che sono più indietro per te in questo percorso… ma si ritorna al discorso che ho appena scritto, e cioè che persone a punti differenti della strada del ricovero hanno necessità differenti, e capisco che un singolo post non possa “accontentare” tutte. Passando all’altro aspetto del tuo commento, come avrai visto in passato ho scritto qualche post più virato sul piano personale, ma anche quelli erano comunque incentrati sull’argomento “anoressia”. Naturalmente scriverò di nuovo post del genere in futuro, se mi capiterà qualcosa di adeguato da scrivere, però saranno comunque post centrati sull’argomento “anoressia” com’è stato sinora. Non ho intenzione di scrivere niente di più personale. E ti spiego perché. Questo blog circoscrive un aspetto della mia vita (e di quella delle altre lettrici) che è rappresentato dall’anoressia. E questo in funzione del fatto che l’obiettivo di questo blog è basilarmente quello di fornire auto-aiuto a chi stia combattendo contro un DCA. Tutto qui. È chiaro che poi la mia vita è fuori, è quella che vivo ogni giorno, è altro e oltre. Si tratta della mia vita privata, così chiamata appunto perché tale voglio che resti. Nessun problema a rispondere a domande inerente l’anoressia, o anche il mio percorso personale in merito alla lotta contro l’anoressia. Ma la mia vita quotidiana è un mondo molto più ampio della semplice anoressia. Ed è un qualcosa di personale, che non mi va di riportare in un posto dove potenzialmente chiunque potrebbe leggerlo. In questo blog circoscrivo l’anoressia perché è anche uno dei modi che ho di combatterla. La mia vita è fuori di qui. Dove voglio che resti.
Ti abbraccio forte forte…

@ Marcella – Il passato ha contribuito certamente a renderci le persone che oggi siamo… ma non pregiudica in alcun modo tutto quello che potremo diventare da ora in poi. Perché siamo solo noi a poter decidere della nostra vita… Ed in quanto all’accettarsi… io credo che è da qui che bisogna partire. Inutile farsi illusioni utopiche sull’amore che ci dovrebbe essere, cominciamo dalla base se vogliamo andare avanti…

Veggie ha detto...

@ Wolfie – Lo so che è dura… lo è anche per me, credo lo sia per tutte. Ma davvero non bisogna arrenderci, perché solo non arrendendoci ci diamo sempre un’altra possibilità… e dunque un’altra occasione di successo. E per quanto riguarda le ricadute… non hai davvero alcuna ragiona a sentirti in colpa. Sono una fase del processo di ricovero… ti servono ad acquisire consapevolezze che ti permetteranno di non commettere gli stessi errori in futuro…

@ Pupottina – Ti quoto…

@ Azzurra – Ho visto che hai eliminato il tuo commento, ma nel frattempo io l’avevo letto, quindi ti rispondo comunque, se mai ripasserai di qua a leggere… Non ti devi scusare di niente, anzi, hai fatto benissimo a scrivere qui se avevi bisogno di sfogarti e di tirare fuori quello che ti fa stare male… rispetto assolutamente la tua scelta di cancellarlo, avendo scritto cose personali, per cui nel risponderti vado un po’ a braccio, ti chiedo scusa in anticipo se non toccherò tutti i punti che tu avevi scritto… Ora, dato che nel tuo commento non lo avevi specificato, non so se sei seguita da una qualche dietista o da una psicoterapeuta… ma, se lo sei, ti consiglio di rivolgerti alle persone che ti seguono illustrando loro il tuo problema, perché sicuramente sono quelle che ti potranno aiutare in maniera più mirata, cercando di convertire il meccanismo psicologico che sta sotto questo tuo comportamento. Se non sei ancora seguita da nessuno, ti consiglio comunque di rivolgerti a persone esperte nel settore… alla ASL/USL sono presenti anche degli sportelli di sostegno psicologico gratuito… Dal canto mio, in maniera molto non professionale, posso semplicemente dirti che non devi aver paura di non riuscire più a smettere, perché dipende tutto solo da te: se lo vuoi, non c’è niente che possa impedirti di smettere. Devi però concentrare tutta la tua forza di volontà quando senti quell’istinto, e dargli contro, trattenerti, distrarti, spostare la testa su altri pensieri ed altre cose da fare, magari anche con l’aiuto delle persone che ti stanno vicino. La prima volta sarà difficilissimo, ma col tempo, cercando di comportarti sempre in questo modo, ti darai una nuova abitudine e le cose potranno migliorare…

@ V – Grazie a te, V, grazie a te…

@ Fai – E si sa, tra teoria e pratica c’è sempre un bel divario… Ma se stai a posto con la teoria hai già fatto un bel passo avanti… a metterla in pratica s’impara col tempo, con la vita, giorno dopo giorno…

@ M.M. – E se anche vacillassi, cosa mai succederebbe?... Non sei sola, e se ti sentissi cadere ci saranno tante mani pronte ad afferrarti e ad aiutarti. E’ normale vacillare, anzi, nel percorso difficile che stai affrontando, mi stupirei piuttosto del contrario… Ma sono anche questi tentennamenti che ti fanno vedere qual è la giusta rotta da tenere… perché anche mettersi in dubbio fa parte del nostro processo di crescita interiore… Ti abbraccio…

Anonimo ha detto...

Veggie sei il mio mito :)

Anonimo ha detto...

Ho ripreso due chili, mi mancavano quelli per uscire dal sottopeso.
Ma ora mi odio. Odio quei due chili, e continuo ad abbuffarmi e a desiderare di essere capace di autoindurmi il vomito, cosa che non sono, per mia fortuna, mai stata capace di fare. Lo faccio per odiare di nuovo il cibo, per uscire dalla normalità che mi ero faticosamente riconquistata, per odiare di nuovo il mio corpo al punto da impormi il solito, forzato digiuno. O una dieta da 1200 calorie protratta all'infinito.
La conta delle calorie. L'aria nello stomaco perenne. La demonizzazione dei carboidrati, il mangiare all'impiedi, ad orario, contando le calorie. Sono stanca di tutto questo, stanca di farmi del male, ma forse... Forse sono meno forte di quanto pensassi.

Anonimo ha detto...

Oggi è un nuovo giorno (sono la ragazza del commento precedente).
Oggi posso di nuovo cambiare le cose... Buon giorno... E che sia quello buono.

Veggie ha detto...

@ Anonimo (19/10 ore 19.53) - Grazie... ma non dimenticare che anche tu lo sei!...

@ Anonima (19 e 20/10) – No, errore. Sii sincera fino in fondo con te stessa: non ti odi per quei 2 chili in più. Ti odi perché hai la sensazione di aver perso il controllo. Ma se quel controllo è solo un’illusione indotta dalla malattia, come la metti, allora?... Perché, guarda, non è forse così?: ti bastano 2 chili per andare in crisi… se avessi davvero il controllo sulla tua vita, quei 2 chili non sposterebbero niente. Ergo, quelli che hai scritto non sono pensieri tuoi, ma pensieri dettati dalla malattia. Non è il tuo corpo che odi… è qualcosa di più profondo e radicato in te la cosa contro cui stai rivolgendo il tuo odio dall’esterno. Non ti conosco e dunque non so di cosa possa trattarsi… questo puoi saperlo solo tu, nel momento in cui decidi di guardarti dentro con onestà. Sei stanca della schiavitù che t’impone la malattia? È vero, lo sei. Perciò opponiti. Opponiti. Chiedi l’aiuto di qualcuno per operare questa opposizione, se senti che ora come ora non sei in grado di farcela da sola. Non è affatto vero che non sei forte, perché hai in realtà già dimostrato a te stessa che sei vuoi sei in grado di raggiungere un obiettivo. Non occorre che ti pensi forte, occorre che agisci da persona forte: come dice la canzone “no matter how you feel, it’s what you do that matters…” … da ripeterti come un mantra, perché è assolutamente vero…
P.S.= E, tra l’altro, ho letto solo ora il tuo secondo commento… ti sei già risposta da sola…

Fabiana ha detto...

Ciao... io sono una nuova lettrice. Trovo che i tuoi post siano davvero utili per affrontare la vita quotidiana, i tuoi consigli possono essere utili per molte persone che soffrono di DCA. Io credo che la malattia si possa sconfiggere in parte piano piano, senza avere fretta.
Per questo dopo un periodo di ricovero, ho deciso di intraprendere il percorso di day hospital con la speranza che qualche passettino in avanti avvenga anche per me .
Se vuoi passare sul mio blog mi fa piacere, è aperto da poco!
un saluto
Pulce

Veggie ha detto...

@ Pulce – Grazie per le tue parole!... Ma certo che passo dal tuo blog, senza dubbio!... Anzi, ti ringrazio per essere passata di qua lasciando il tuo commento e permettendomi così di conoscere il tuo spazio!... Anch’io sono d’accordo con te sul fatto che l’anoressia vada combattuta giorno dopo giorno, senza mettersi troppa fretta addosso, ma prendendoci i tempi di cui ciascuna di noi ha bisogno… Per quanto riguarda il day-hospital, secondo me hai fatto una bella scelta: anch’io ho sempre concluso i miei ricoveri con un periodo di day-hospital, e posso dire che è stato molto produttivo… Ci risentiamo presto, allora, sia sul mio che sul tuo blog!...

 
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