Come gli alchimisti trasformavano il ferro in oro… voi potete trasformare l’oscurità in luce. Siete tutte benvenute.

lunedì 16 agosto 2010

This is to the girl

This is to the girl who lost her friends,
Became a loner or made amends.
This is to the girl who learned to cope
With strange devices, minus hope.
This is to the girl who cried all night
And wished someone could hold her tight.

This is to the girl.

This is to the girl who finds her way,
Year by year and day by day.
This is to the girl who’s growing up
And wondering, “Am I enough?”
This is to the girl who falls apart
Because there’s pain inside her heart.

This is to the girl.

This is to the girl who gives away
All her power without a say.
This is to the girl who starves, or cuts,
Or binges hard and then throws up.
This is to the girl who drowns her pain
In alcohol or self-disdain.

This is to the girl.

This is to the girl who cries afresh
Each time she sees her own real flesh.
This is to the girl who loses sleep
Because anxiety is steep.
This is to the girl who longs for eyes
That see her as the perfect size.

This is to the girl.

This is to the girl who wakes up sad
And lives her whole life feeling bad.
This is to the girl who needs a hand
But thinks no one will understand.
This is to the girl who wants escape
From food, or numbers, fear, or rape.

This is to the girl.

This is to the girl in all of us,
Struggling still to be enough.
This is to the girl—this is to you,
From another girl who was there too.

This is to the girl.

This is to the girl who’s in my heart,
Who’s in my head at each day’s start.

This is to the girl—this is to you,
From another girl who was there too.

This is to the girl.

(Luglio 2010)

[Questa è per la ragazza che ha perso i suoi amici,/diventando solitaria e dimenticando i momenti felici./Questa è per la ragazza che ha imparato a lottare/contro pensieri distorti, senza disperare./Questa è per la ragazza che piangeva la notte/e desiderava che qualcuno vedesse quant’era rotta./Questa è per la ragazza./Questa è per la ragazza che ha trovato la sua strada,/anno dopo anno e giornata dopo giornata./Questa è per la ragazza che sta crescendo ed è stanca/e si domanda: “Sarò mai abbastanza?”/Questa è per la ragazza che è caduta in basso/perché aveva paura, non sentiva terreno sotto il suo passo./Questa è per la ragazza./Questa è per la ragazza che si è fatta rubare/tutta la sua forza senza fiatare./Questa è per la ragazza che restringe, o si fa male/o si abbuffa per poi vomitare./Questa è per la ragazza che diluisce il suo dolore/nell’alcool o in una vita senza amore./Questa è per la ragazza./Questa è per la ragazza che piange ribelle/perchè non si sente nella sua pelle./Questa è per la ragazza che ha perso il sonno/divorata dall’ansia perché non si trova in questo mondo./Questa è per la ragazza che si nasconde alla vista dentro una maglia/e che cerca solo di raggiungere una perfetta taglia./Questa è per la ragazza. Questa è per la ragazza che si sveglia triste/sta male e pensa che non vale la pena se esiste./Questa è per la ragazza che ha bisogno di qualcuno che le mostri la pista/ma pensa ancora che nessuno la capisca./Questa è per la ragazza che vuole fuggire/dal cibo, dai numeri, dalla paura, da ciò che la può ferire./Questa è per la ragazza./Questa è per la ragazza che c’è in ognuna di noi/che sta ancora combattendo per essere abbastanza./Questa è per la ragazza – questa è per te/da una ragazza che l’ha vissuto e che sa com’è./Questa è per la ragazza./Questa è per la ragazza che c’è nel mio cuore/e nella mia testa ogni giorno che sorge il sole./Questa è per la ragazza – questa è per te/da una ragazza che l’ha vissuto e che sa com’è./Questa è per la ragazza.]

Questa poesia che ho scritto recentemente è per tutte voi.

Vi penso…



P.S.= Lo stesso P.S. del post precedente...

venerdì 6 agosto 2010

Pressione verso la magrezza?

Su un blog, stamattina, ho letto il post di una ragazza che chiede di dedicare un pensiero in memoria di una sua amica morta causa anoressia 5 anni fa proprio in questo giorno dell'anno. Ovviamente è una cosa molto triste, e mi auguro che chiunque legga quel post ed abbia un DCA possa essere motivata a chiedere l'aiuto di cui ha bisogno e che le spetta di diritto. Ma non è questo il punto del mio post. Il punto del mio post è che l'autrice di quel blog sostiene che la sia amica è morta a causa della "pressione verso la magrezza" imposta dalla società attuale.

No. Quella ragazza è morta a causa dell'anoressia. Grande differenza.

Non ho lasciato alcun commento su quel blog, perchè non volevo esautorare l'importanza di onorare la memoria di quella meravigliosa creatura; tuttavia posso scrivere qui il mio pensiero al riguardo. Nessuna pretesa di verità assoluta, al solito, s'intende! Semplicemente il mio punto di vista. (E, tra l'altro, se nei commenti vorreste lasciare il vostro punto di vista, mi farebbe estremamente piacere!)

Ma insomma, la "pressione verso la magrezza"... Seriamente?? Mah...

Attenzione!: non sto dicendo che la pressione verso la magrezza sia irrilevante nello sviluppo di un DCA, perchè non si può fare di tutta l'erba un fascio, e sicuramente la società attuale, con i suoi standard, in certe persone particolarmente vulnerabili sotto questo punto di vista può favorire lo sviluppo di un DCA o ostacolare il percorso di ricovero. Tuttavia, io credo che nella stragrande maggioranza dei casi, l'anoressia non sia una patologica risposta alla pressione sociale verso la magrezza; è piuttosto una malattia mentale di cui l'aspetto esteriore, quello legato al cibo e al corpo, non rappresenta altro che la minuscola punta dell'ice-berg costituito da tutti i problemi personali che variano di persona in persona. Inoltre, dire che l'anoressia è "causata" dalla pressione verso la magrezza imposta dalla società, esclude dal gruppo delle anoressiche tutte coloro che non hanno dismorfofobia (e, quindi, escluderebbe anche me...), o tutte coloro che sviluppano un DCA pur abitando in Paesi dove alla magrezza non è ascritta grande importanza, o tutte coloro che maturano un DCA pur non essendo particolarmente focalizzate sull'aspetto fisico.

Bene. Detto questo...

Parlandone, è venuto fuori che per la maggior parte delle ragazze affette da DCA che ho conosciuto (personalmente, durante i ricoveri in clinica, o tramite blog) la voglia di essere più magre era una delle cose meno presenti e meno importanti quando sono scivolate nell'anoressia. Può esserci il timore di prendere peso (ma questo credo sia comune alla stragrande maggioranza delle donne, abbiano o meno un DCA), ma non è una "pressione culturale". Personalmente, quando sono entrata nell'anoressia, il dimagrire era uno degli ultimi tra i miei pensieri. Tutto quello che m'interessava era sentirmi forte, in controllo, soddisfatta, appagata, e tutto questo me lo dava la restrizione, il fatto che riuscivo a regolare perfettamente quel che mangiavo, non il dimagrimento in sè, tant'è che anche nei periodi peggiori dell'anoressia non mi sono mai pesata, nè ho mai sentito il bisogno di quantificare il mio dimagrimento. Nonstante la mia anoressia, quindi, non ho mai sentito su di me una pressione verso la magrezza da parte della società, e non la sento tuttora. Non ho mai pensato di voler perdere peso per fare la modella o per assomigliare comunque a una modella. Era tutto solo un fatto emotivo, mentale.

La pressione culturale verso la magrezza può essere utilizzata come una scusa per giustificare agli occhi altrui un comportamento "innaturale" nei confronti del cibo, certo. E si può dire agli altri che ci si vede sovrappeso anche se in realtà sappiamo perfettamente di essere sottopeso, solo per giustificare di fronte a loro il fatto che stiamo "seguendo una dieta". Ma questo è solo quel che sta in superficie, le scuse che si possono propinare agli altri ma alle quali noi per prime non crediamo neanche un po'. Per come la vivo io, l'anoressia non è mai stata un "voglio fare la dieta" o un "voglio cercare di dimagrire", questi pensieri non mi hanno neanche sfiorata. Volevo solo avere il controllo, sentirmi forte, realizzata, fare qualcosa che la maggior parte della gente non riesce a fare, dimostrare che ero in grado di far andare la mia vita come volevo, sentirmi soddisfatta, sentirmi sicura... sentirmi speciale.

Non ho mai pensato che se avessi perso un certo TOT di chili sarei stata "perfetta", o non mi sarei più sentita a disagio in mezzo agli altri, o avrei risolto tutti i miei problemi. E con questo non sto dicendo che la società attuale non abbia assolutamente niente a che fare con lo sviluppo di un DCA, ma semplicemente che sono stata sempre consapevole della mia eccessiva magrezza anoressica. E non dipendeva da input provenienti dall'esterno, era tutto dentro di me. In parole povere, il dimagrimento è stato il risultato della mia anoressia, e non la causa che mi ha spinto nell'anoressia.

Dire che quella ragazza è morta per la "pressione verso la magrezza" imposta dalla società attuale è minimizzare la vera, seria natura dell'anoressia. Che implica un'estrema multifattorialità di cause variabili di persona in persona, perciò semplificare e ricondurre tutto ad un solo fattore comporta una perdita della realtà dei fatti. Non che la pressione verso la magrezza non abbia niente a che fare con l'anoressia, ma dire che la pressione verso la magrezza è la stessa cosa che avere un DCA, penso sia un grande errore.


P.S.= Mi sa che non avrò più la possibilità di usare Internet in Agosto (anche ora lo sto facendo di straforo...) In ogni caso, prometto che non appena ne avrò la possibilità riscriverò subito qui e passerò dai vostri blog! Un abbraccio forte a tutte!

domenica 1 agosto 2010

Four For Fighting

(…con buona pace dell’ultimo membro del noto gruppo musicale. Del resto, neanche noi siamo Superman, ma ce la mettiamo tutta per!)

Enigma - Fighter - MyNameIs - Veggie





Non ho parole. Non ho parole perché sono rimaste tutte intrappolate nella giornata di ieri. Una giornata in cui le maschere del teatrino quotidiano che poniamo in essere quando ci rapportiamo al resto del mondo cadono, e va in onda la realtà.

E mi viene da pensare che c’era un gioco che facevo da bambina: mettevo l’indice davanti al mio viso, e dicevo a chiunque mi capitasse a tiro in quel momento: “Cosa vedi?”. E la persona che mi stava davanti, immancabilmente, rispondeva: “Un dito!”; ed io replicavo: “Vedi come sono brava a nascondermi dietro un dito?!”. Questo gioco, in effetti, lo facevo spesso qualche anno fa. Dicevo: “Cosa vedo?”. “L’anoressia”. “Vedi come sono brava a nascondermi dietro l’anoressia?!”… bravissima. Ma tutto quello che c’è dietro? E tutto quello che c’è davanti? Vorrei scrivervi con calma, ragazze, senza avere mille pensieri che mi sfrecciano in testa. Enigma, Fighter, MtNameIs, vorrei vedervi, almeno io, sorelline. Vorrei che, per lo meno tra di noi, riuscissimo a vederci dietro le nostre dita.

Io penso davvero che voi siate delle artiste. Scrivete sui vostri blog in un modo diretto e tagliente, vero, e i disegni e le foto che pubblicate comunicano di tutto. Mi fa rabbia che il vostro peggio dell’orrore resti fine a se stesso come il mio. Mi fa rabbia che voi, belle come siete, dobbiate soffrire in questo modo. Mi fa rabbia l’aureola infernale che avete intorno, quel senso di barriere da tutte le parti. Avrei voglia di urlarvi di non mollare, di continuare a combattere, anche di farvi aiutare da qualcuno di specializzato in DCA… Non per imposizione altrui, ma per scelta, per voi stesse, perché non tutti i centri e non tutti gli psicoterapeuti sono uguali. Io a questo non c’ho creduto per tanto tempo, eppure col senno di poi mi accorgo che non è tutto e tutti da buttare, che non siamo noi il “marcio nella pasta Barilla”, che c’è del buono ancora in noi e tanto marcio che abbiamo avuto ed abbiamo tuttora intorno.

Lo so che combattere ogni giorno è difficile… e quanto è difficile! Mammamia quanto. Però non ci dovrebbe mai mancare la consapevolezza che non siamo noi le uniche sbagliate e che quello che sentiamo fa parte di una storia, e che questa storia non siamo solo noi che l’abbiamo scritta, dal momento che nella vita la fantasia di un’artista ha poco peso rispetto alla crudezza dei dettami e delle necessità della casa editrice.

Spero di rivedervi presto. Ogni volta che m’incontro anche solo con una di voi, per me è un regalo immenso. Magari non riesco neanche a farvi capire quanto lo sia. Magari a volte posso sembrare distante. Ma malgrado questo… voglio dirvi che vi penso sempre. Che siete il pensiero che mi accompagna in ogni giornata. Costantemente. Vi penso, siete parte della mia vita come se foste sempre al mio fianco. Continuiamo a combattere insieme.
 
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