Come gli alchimisti trasformavano il ferro in oro… voi potete trasformare l’oscurità in luce. Siete tutte benvenute.

martedì 28 dicembre 2010

R.I.P. Anoressia

Dopo tanti anni trascorsi completamente in balia dell’anoressia, dopo tanti ricoveri, è arrivato un momento in cui mi sono resa conto che il mio modo di guardare alla vita era cambiato talmente che non sarei mai stata più nuovamente in tutto e per tutto attivamente anoressica.

Mi sono accorta che nella mia vita c’era molto di più di quello che l’anoressia aveva promesso di darmi senza poi concedermelo veramente: molte cose che avrei voluto fare, molte opportunità da tenere in considerazione, molti obiettivi da raggiungere, molti sogni da realizzare… un futuro così scintillante che avrebbe quasi potuto accecarmi.

Mi sono accorta che, se veramente lo volevo e m’impegnavo lottando con tutta me stessa, nella mia vita non ci sarebbe stato più posto per le tutte le ossessioni dell’anoressia, le sue distorsioni, il checking, i ricoveri in clinica, il tempo gettato via nel grip anoressico. Mi sono accorta che la mia vita poteva essere molto più di tutto questo. Così tanto in più che per l’anoressia non ci sarebbe stato più spazio.

Questa realizzazione, questa presa di consapevolezza, avrebbe dovuto rendermi felice. Avrei dovuto essere contenta di aver capito che non sarei più riscivolata totalmente nella completa oscurità dell’anoressia.

Eppure – abbastanza ironicamente – tutto quello che ho sentito è stato un gran senso di vuoto. Mi sono sentita addolorata come se mi fosse stato strappato un pezzo di me stessa. Ho provato un serpeggiante senso di panico, tanta tristezza, un enorme, terrorizzante senso di vuoto.

Mi sono chiesta chi fossi. Dopo così tanto tempo… Senza l’anoressia, senza questa etichetta, senza questa identità, senza quegli obiettivi… cos’era rimasto di me?
Ho pianto la perdita dell’anoressia come si piange la morte della persona più cara che si ha.
La sto ancora piangendo.

Com’è possibile?
Come posso sentire fino a questo punto la mancanza di ciò che ha distrutto la mia vita?
Come posso provare dolore per quello che ha tentato di distruggermi dall’interno verso l’esterno?
Come posso piangere quello che mi ha portato via tutto ciò che amavo, tutta la persona che ero, lasciando il mio corpo devastato e la mia anima lacerata?
Perché ne sento la mancanza?

Mi sono forse già dimenticata cosa si nascondeva dietro quel senso di soddisfazione, di appagamento, di controllo, di forza, di onnipotenza? Mi sono forse già dimenticata che erano tutte bugie che l’anoressia mi raccontava? Mi sono forse dimenticata quel dolore che cercavo di negare persino a me stessa, quelle lacrime non piante, quell’agonia emozionale, quella disperazione nel non poter sfuggire a me stessa, ai demoni della mia testa?

Anoressia…

Mi manchi.
Ti odio.
Mi manchi.
Ti odio.


Non tornerò nella tua oscurità.

Non tornerò indietro.

L’anoressia mi tenterà giorno dopo giorno, per il resto della mia vita, con tutte le meravigliose sensazioni che mi ha fatto provare, con tutto il modo in cui mi ha fatta sentire… Mi stuzzicherà continuamente con la voglia di riprendere a restringere, con quel senso di controllo su ogni minimo dettaglio della mia vita che mi faceva sentire di avere, con la ricerca di quella fisicità che ho sempre desiderato per stare bene con me stessa…

Ma non tornerò indietro.

Perciò, anoressia… Riposa In Pace.

mercoledì 22 dicembre 2010

12 idee per affrontare il Natale

Dato che il Natale è ormai alle porte, voglio suggerirvi 12 idee che spero possano aiutarvi ad affrontare con un po’ più di serenità questa festività, alla faccia dell’anoressia…

In fin dei conti, se ci pensate, per la maggior parte della gente il Natale è una bellissima festa. È il momento in cui tutta famiglia si riunisce e si può festeggiare scambiandosi regali, parlando e giocando insieme… e mangiando insieme. Proprio per questo, per chi ha un DCA, il Natale può diventare uno dei momenti più difficili dell’anno: per chi sta lottando contro l’anoressia o la bulimia, il Natale personifica tutte le peggiori ansie, determinando tensione e difficoltà. Perciò, ecco qualche idea per poter trascorrere il giorno di Natale con più tranquillità.

1 – Cercate di continuare a seguire l’ “equilibrio alimentare” che vi ha dato la vostra dietista o, se non avete uno schema alimentare fisso, cercate comunque di mangiare regolarmente. Evitate di stare troppo a lungo in cucina quando i pasti vengono preparati. Non saltate pasti e non restringete in vista del cenone della vigilia, ma continuate a cercare di mangiare in maniera regolare, anche durante il cenone.

2 – Preoccupatevi di più della vostra bellezza interiore che non di quella esteriore! Questo è un periodo di vacanze, e dunque un buon momento per riflettere, stare vicine alle persone cui vogliamo bene, e soprattutto per esprimere tutto il potenziale enorme che portate racchiuso dentro di voi.

3 – Parlate con la vostra psichiatra/psicologa/psicoterapeuta/dietista, o comunque col medico che vi segue nella vostra lotta contro l’anoressia, di quelli che sono i vostri problemi e le vostre ansie legate al Natale, affinché lui/lei possa supportarvi, preparavi, e darvi consigli più mirati su come relazionarvi al cibo e ai familiari in questa situazione, senza bisogno di ricorrere a strategie di coping distruttive come quelle dei DCA.

4 – Pensate bene a quelle che potrebbero essere le situazioni che potrebbero venire a crearsi nel momento in cui andate a casa di qualcuno od invitate qualcuno a casa vostra. Fate in modo di sapere quali sono le “uscite d’emergenza”, dov’è che potete trovare persone che possano esservi di supporto, e quando è il momento di staccare e rivolgervi a queste persone che vi possano aiutare e sostenere nei momenti più difficili.

5 – Parlate con le persone cui volete bene di come vi sentite: le vostre ansie, la lotta interiore, le difficoltà, le cose che vi fanno stare male, la tensione, tutto quello che vi passa per la testa. Fatevi quindi aiutare a godere dei momenti felici senza focalizzarvi troppo sul cibo e sul corpo.

6 – Trovate un’amica che sapete di poter chiamare in ogni momento, non appena vi accorgete che state mollando, con cui condividere ciò che vi turba e tutte e emozioni negative che vi attraversano. Telefonatele ogni qualvolta ne sentite il bisogno.

7 – Se possibile, fate presente ai vostri familiari o alle persone con cui trascorrerete il Natale, di quelle che sono le vostre difficoltà riguardo l’alimentazione, affinché loro possano non pressarvi troppo sul cibo e non fare commenti indesiderati a tal proposito.

8 – Scrivete su un Post-It frasi positive ed incoraggianti, e mettete il Post-It in tasca. Rileggetelo ogni qualvolta ne sentirete il bisogno, soprattutto nei momenti più difficili.

9 – Provate a concentrarvi su quelle che sono le cose positive del Natale al di là delle difficoltà inerenti l’alimentazione durante questo giorno: il poter rivedere persone cui volete bene, il poter condividere qualcosa tutti insieme. Anziché prevenire, provate ad agire.

10 – Cercate di acquisire una maggiore flessibilità mentale. Non siamo macchine: se anche un giorno si mangia di più, il nostro organismo cerca di mantenere la sua omeostasi, quindi non è un pasto più abbondante che farà variare il nostro peso.

11 – Cercate di non isolarvi e di non vedere il Natale come un giorno della serie “io contro il mondo”. Più ci s’immedesima nel ruolo della vittima, più si diventa vittime. Cercate di vedere gli aspetti positivi anche all’interno delle inevitabili difficoltà.

12 – Evitate di sovraccaricarvi di stress fisici ed emotivi, che coadiuvano la riacquisizione dei comportamenti alimentari tipici dell’anoressia e della bulimia come strategie di coping. Evitate di forzarvi a fare cose che non vi vanno, e cercate si immergervi solo in situazioni più rilassanti, semplici, accanto alle persone cui volete bene e che sono disposte a darvi una mano nella vostra lotta contro il DCA. Focalizzatevi sulle piccole cose, che sono quelle che rendono bello il Natale… e la vita.

Buon Natale a tutte, ragazze!

giovedì 16 dicembre 2010

Domanda #20: Fare un cambiamento

Vorrei rispondere oggi alla domanda di Stellina, nella speranza che tutte coloro che stanno lottando contro l’anoressia possano pensarci su e trarne un incoraggiamento.

“Le cose sono andate meglio per alcuni giorni, poi per alcune settimane, fino a che non mi sono ritrovata a farmi una domanda: io VOGLIO DAVVERO stare meglio di così e andare avanti abbandonando l’anoressia? Combatto l’anoressia ogni giorno, e alcuni giorni vinco, riesco a mangiare, altri mi arrendo e perdo, digiuno. Non posso permetterlo. Come si fa a cambiare le cose? Mi sembra di non riuscire a trovare una via di mezzo, e neppure un pavimento solido su cui poggiarmi. È sempre tutto o niente, bianco o nero…”

La mentalità dicotomica del “tutto o niente” è un qualcosa che posso capire molto bene. Penso che la maggior parte di noi abbia sperimentato qualcosa del genere. Perciò, per prima cosa, sappi che non sei sola. Certo, è comunque frustrante.
Ma, punto primo: se mi hai scritto questa e-mail – se segui il mio blog – in effetti, ti sei già risposta da sola: tu VUOI stare meglio di così ed abbandonare l’anoressia. Certo, magari nei “giorni neri” ti sembra di non volerlo, ma i “giorni neri” non sono che giorni, non eternità. Se mi scrivi, se leggi questo blog, sei al punto di partenza. O, forse, a un punto mediano. O, ancora meglio, a un punto di rottura.

E puoi andare oltre. Ma devi credere che puoi farcela. Devi prenderti per le spalle, guardarti dritta negli occhi, e dirti: “Tu puoi farcela, e CE LA FARAI”. Niente può avvenire se tu non gli dai l’avvio.

Il ricovero è un qualcosa che si realizza giorno dopo giorno. È un processo. È un viaggio. È dura. Ma si va avanti. Perchè non si rimane a sedere, ma giorno dopo giorno si compie un passo, per quanto piccolo esso possa essere. Ti fai domande. Vacilli. Provi. Ti senti ferita. Hai paura. Combatti. Ma stai andando da qualche parte. Non stai ferma. Capisci quel che intendo dire?

Può essere al momento (comprensibilmente) frustrante vedere che i giorni si tramutano in settimane senza avere miglioramenti tangibili e quantificabili, può farti sentire come se tu fossi sempre al punto di partenza. Questo scoraggia. Dà fastidio. Non ti fa venire voglia di andare avanti, di provare ancora. Ti capisco perfettamente su questo punto. Ma ti stai dimenticando una cosa molto importante: non ricominci ogni volta dall’inizio. I passi in avanti che hai fatto non sono svalutati o negati dal fatto che adesso ti trovi nuovamente ad un punto di stallo. Se tu parti dal punto A per arrivare al punto B, puoi fare delle pause durante il percorso, ma se ti fermi a metà strada non significa che sei tornata al punto A, giusto?!

È così.

Significa semplicemente che sei in mezzo, e che stai aspettando. Magari sei in un momento particolare in cui non senti di avere abbastanza forza e determinazione per andare avanti. Ma quando deciderai di riprendere il cammino verso il punto B, non ricomincerai a muoverti dal punto A… basta che tu non ceda all’anoressia, che ti farà fare marcia indietro.

Ricordati di darti la fiducia che meriti. Ma tornando alla domanda che mi rivolgi… Come si fa a cambiare le cose?

La risposta più semplice (e nondimeno la più vera!) è: GRADUALMENTE.

E’ un processo, come la maggior parte delle cose che nella nostra vita dobbiamo affrontare. E devi sempre cercare di tenere la guardia alzata. Hai tutte le capacità per avere la meglio sull’anoressia, data la tua grande forza interiore, ma devi imparare a canalizzarla. Cambierai le cose nel momento in cui deciderai che quella che l’anoressia ti dà non è la vita che desideri. È perfettamente normale che tu non sappia come ottenere la vita che desideri; ma tutto comincia nel momento in cui la desideri.

Pensa a tutte quelle che sono le limitazioni che l’anoressia t’impone, e a tutto ciò che potresti invece fare se percorressi la strada del ricovero. Pensa a questo ogni volta che vorrai trovare forza e motivazione. Scrivi una lettera a te stessa. Sii gentile con te stessa, aiutati, prova a capire cosa ti piacerebbe essere capace di fare per te stessa. Leggi e rileggi quella lettera. Pensaci su. Interiorizzala.

Un’ultima cosa che è importante tenere a mente: finché deciderai di darti una possibilità, avrai sempre una possibilità. Non mollare. Non arrenderti mai. Io sto combattendo insieme a te.

mercoledì 8 dicembre 2010

Domanda #19: Trovare amore per noi stesse

Oggi rispondo alla domanda di Jimmy, che mi ha scritto:

“Leggendo i tuoi post, sembra davvero che scegliere la strada del ricovero valga la pena. So che il processo di ricovero dall’anoressia è un qualcosa che si verifica gradualmente, ma come si può scegliere la strada del ricovero quando non si ha amore per se stesse, quando si è abbandonato l’amore necessario per salvare se stesse? Bisogna trarre il coraggio necessario dalle persone che ci stanno intorno e che ci vogliono bene? È possibile odiarsi più di quanto già non facciamo nel momento in cui scegliamo un DCA? I tuoi post mi hanno davvero dato molto da pensare rispetto al mio vissuto. E ti ringrazio per essere riuscita a parlare di quest’orrore silenzioso. Spero che un giorno tutte noi potremo guardare all’anoressia come a una nemica da cui dobbiamo difenderci, e non come un qualcosa per cui avere vergogna di noi stesse. Forse, quando avremo acquisito questa consapevolezza, sarà più facile chiedere aiuto e conseguentemente combattere”.

Jimmy, credimi, non sai quanto spero che un giorno i DCA non vengano più considerai dalla società un marchio d’infamia, un qualcosa di cui dobbiamo vergognarci. E spero altrettanto che tutte le ragazze che ne sono attualmente prigioniere possano trovare quanto prima la forza e il coraggio necessari per chiedere aiuto. Rompere il silenzio è certamente un primo passo nella giusta direzione. Tutte noi abbiamo una voce e possiamo usarla se decidiamo di farlo. Non è facile, ma la prima parola è sempre la più ardua: dopo, diventerà più semplice ad ogni parola pronunciata.

Innanzitutto, comunque, lascia che te lo dica: scegliere la strada del ricovero VALE LA PENA. Talvolta la decisione d’intraprendere la strada del ricovero è repentina e illuminante, altre volte è un lento processo di realizzazione. Talvolta è un momento “A-ha!”, altre volte ti rendi conto che è successo, che hai intrapreso la strada senza neanche rendertene conto. Ma, per venire alla tua domanda – Come si può scegliere la strada del ricovero quando non si ha amore per se stesse? Bè, si può cominciare cercando di capire quello che si può fare per volere bene a noi stesse. Dimentica il ricovero per un momento, e focalizzati su te stessa.

Innanzitutto, è importante circondarsi di rinforzi positivi. Attaccare nella propria stanza frasi positive, mettersi davanti allo specchio e ripetersi frasi incoraggianti, e così via. Non importa se in quelle parole non ci credi. Chiaro? Non importa. Fallo comunque. Circonda te stessa con qualsiasi cosa possa spingerti verso la strada del ricovero. Continua a ripetere quelle parole tipo mantra. Obbligati a crederci. E vedrai che, un giorno, ti accorgerai che non c’è più bisogno di nessuna costrizione… perché ti renderai conto da sola che quelle parole corrispondono a nient’altro che alla verità.

All’inizio tutto questo ti farà sentire un po’ scema, me ne rendo conto. Ma è comunque… necessario. Ho attaccato all’armadio della mia camera un Post-It con su scritto: “I like myself”. Ogni mattina, quando mi sveglio ed apro gli occhi, leggo “I like myself”. E’ il mio armadio che mi dice che devo cercare di apprezzarmi per quello che sono. Sono io che mi dico che devo cercare di apprezzarmi per quello che sono. E non devo più odiarmi, Jimmy. E non lo stacco, quel Post-It. Perché ho ancora bisogno di leggere quel messaggio.

Prova a fare qualcosa del genere. Attacca un foglietto sul tuo specchio in modo che ogni mattina, quando lo guardi, leggi qualcosa di positivo. Qualcosa che ti dice che devi piacerti per come sei, perché non c’è niente di meglio al mondo. Che devi amarti per come sei. Che stai andando bene. Potrebbe non essere vero. Potresti non piacerti o non amarti in prima battuta, ma a forza di leggerle quelle parole ti scivoleranno dentro. Lascia che questo succeda.

Pensi che non sia vero?, che non sia possibile? Bene, prova a vedere la cosa dall’altra parte, allora. Se tu ti senti ripetere più volte ogni giorno della tua vita: “Sei brutta” o “Sei stupida”, prima o poi comincerai a credere che sia vero, non è così? Okay, se tu ti sentirai ripetere più volte ogni giorno della tua vita: “Sei una persona che vale” e “Sei una persona che merita affetto”, comincerai a credere che anche questo sia vero. Forte, no?! Fai inversione di marcia. Se all’inizio ti viene da sorridere per la stupidità del messaggio… bè, è già un primo passo: per lo meno adesso stai sorridendo.

E, tra l’altro, sì, puoi trarre il coraggio necessario dalle persone che ti stanno accanto e che ti vogliono bene ma, in ultima analisi, il coraggio che ti deriva dagli altri deve incentivare il tuo proprio coraggio. Si può fare qualcosa per gli altri per un po’ di tempo, ma se non c’è una motivazione forte sottostante che viene da noi stesse, non durerà a lungo. Sei tu la prima che deve decidere cosa vuole per se stessa e darsi da fare per ottenerlo. Il coraggio di base dev’essere il tuo, non è sufficiente un rimpiazzo. Però, il supporto degli altri indubbiamente aiuta.
Pertanto, cerca di circondarti di persone che ti vogliano bene e siano disposte ad aiutarti. Il supporto è vitale. Lascia che loro siano il tuo salvagente, e stringi la loro mano quando le acque si fanno particolarmente agitate, in maniera tale che ti aiutino a non affondare e a ricominciare a nuotare nella giusta direzione. Col tempo, poi, ti accorgerai che avrai acquisito forze abbastanza per poter passare incolume la tempesta anche da sola.

Una mano testa non va mai allontanata. Ricorda soltanto che l’obiettivo finale è quello di aiutarti ad aiutare te stessa.

Rispondendo all’altra tua domanda, è sempre possibile odiarsi di più. Ma è anche sempre possibile amarsi di più. Non scegliere il lato sbagliato del muro. La scelta di per sé è un qualcosa di semplice. È il seguirla che diventa difficile, ma tu devi comunque continuare a credere che ce a puoi fare. Non puoi mollare con te stessa – anche se in questo momento questa Te Stessa non ti piace.

Spero di averti fornito qualche elemento in più su cui riflettere. Lo so che, per come l’ho messa giù, sembra tutto molto semplice… ma so anche che non lo è affatto. E non potrò mai dire che lo sia. Ma ricordati sempre: le cose più semplici sono sempre le cose migliori che possiamo fare per noi stesse. Perciò, non trovarti più scuse: oggi è il giorno perfetto per iniziare a combattere.

Tutto il mio amore,

Veggie

giovedì 2 dicembre 2010

Это год навсегда

E allora, Dicembre lo si inizia NOI.

E lo si inizia così: con il nostro calendario.

Chiedo scusa per la lunga attesa, mi ci è voluto un po’ per mettere insieme il tutto, ma finalmente è pronto per essere stampato e per accompagnarci giorno dopo giorno nel nuovo anno. Giorno dopo giorno, sì, precisamente, perché quest’anno le partecipanti al calendario sono ben 31 (!!), perciò ho deciso di assegnare anziché un mese a ciascuna… un giorno a ciascuna! (E chiedo scusa in anticipo a coloro le cui richieste in termini d’assegnazione di giorno non ho potuto soddisfare… c’erano veramente troppi accavallamenti…) Perciò, ogni giorno saremo accompagnate da una foto e da una frase positiva diversa che potrà aiutarci a mantenere la nostra motivazione nel percorrere la strada del ricovero dall’anoressia.

Where to download
Qui: Calendario 2011

How to download
Cliccando sulle icone relative alle varie pagine del calendario (sono disposte su 3 pagine, che dovete scorrere cliccano sui numeri 1 – 2 – 3 posti subito sopra le immagini stesse), queste si ingrandiranno e potrete acquisirle cliccandoci sopra col tasto destro del mouse e scegliendo l’opzione “Salva con nome” sul vostro computer.

How to read
Ciascuna pagina corrisponde ad un giorno, come è indicato dal numero in alto. Nella parte inferiore c’è l’elenco dei mesi, e ad ogni mese corrisponde un giorno della settimana, che è il giorno in cui cade il numero riportato in alto.

How to use
Stampate questo calendario e appendetelo nella vostra cameretta, nel vostro ufficio, o persino sul vostro frigorifero, se questo può esservi d’aiuto. Giorno dopo giorno, sfogliatelo e traete motivazione dalle foto e dalla frase positiva che vi trovate scritta.

Vorrei ringraziare con tutto il cuore le meravigliose creature che hanno deciso di prendere parte a questo calendario. Non mi sarei mai aspettata così tante aderenze, e vi ringrazio davvero tantissimo per aver scelto di essere parte di questo progetto. Siete meravigliose. In tutti i sensi. Siete la principale ragione per cui ogni mattina mi alzo da letto dicendomi che vale la pena di combattere ancora contro l’anoressia. Grazie per essere al mio fianco.

* Credits *

Un GRAZIE ENORME a:

> Gadis: per aver scattato le meravigliose foto di Viola (visto che mi sono ricordata, Viola?!!...)

> Duccia: lo sai che questo calendario non sarebbe mai esistito senza il tuo aiuto, vero?!...

> Simo: menomale che mi hai indicato il giusto sito di sharing dove poter caricare/scaricare il calendario, altrimenti sarei ancora qui a chiedermi come riuscire a caricare 32 immagini in un solo post…

> Alex: mi perdonerai la “licenza poetica” della frase che ti ho (ci ho!) rubato e messo in copertina? Nonostante tutto – o forse proprio per tutto – grazie. Grazie davvero.
 
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