Come gli alchimisti trasformavano il ferro in oro… voi potete trasformare l’oscurità in luce. Siete tutte benvenute.

giovedì 30 settembre 2010

Calendar Gals 2011

Ragazze, lo rifacciamo??!
Mi sto riferendo al progetto del calendario che abbiamo realizzato lo scorso anno…
Qualcosa di molto semplice in definitiva: stessa storia, stesse regole, che potete trovare QUI.

Fotografie? Di ogni genere, tipo e formato! Magari scattate in un momento in cui vi siete sentite particolarmente felici, per poter distribuire a tutte un po’ di positività, o in un momento in cui vi siete sentite particolarmente combattive, per poter distribuire a tutte un po’ di forza per continuare a combattere contro l’anoressia.

Tempo massimo? Diciamo che potete spedirmi le foto fino al 20 di Ottobre, che sennò poi non riesco a preparare tutto quanto per la fine di Dicembre (tra università e lavoro, procedo sempre a rilento…), all’indirizzo e-mail veggie.any@gmail.com …Vi aspetto il più numerose possibile, spero!

Frasi positive? Vi lascio qualche esempio che, spero, possa servirvi oltre che per il calendario, anche per farvi mantenere la presa nella nostra battaglia quotidiana.

- Be yourself. Everybody else is already taken.

- When do I feel my best? When I haven’t looked in a mirror for days and I’m doing things that make me happy.

- Non è semplice essere forti, ma è forte essere semplici.

- Ci sono 2 giorni all’anno in cui non si può fare niente: uno si chiama “ieri”, l’altro “domani”. Perciò, oggi è il giorno giusto per cercare, credere, sorridere, fare, e soprattutto vivere.

- Don’t ask for an easier life, ask to be a stronger person.

Ricopiatele su dei Post-It e attaccatele alla parete della vostra camera, oppure scrivetevele in dei bigliettini da mettere nel vostro borsellino in maniera tale da poterle tirare fuori e leggere quando vi sembra di essere al limite. Un po’ di aiuto extra non fa mai male, no?!

Keep on fighting, gals!

sabato 25 settembre 2010

Anoressia - Bella

Oggi vorrei condividere con voi un video che ho relizzato qualche tempo fa... Sperando che possa esservi di supporto e d'aiuto nella vostra lotta quotidiana contro l'anoressia.

Promettetemi di non arrendervi mai.



Testo + traduzione della canzone che fa da soundtrack...

PIECES

I tried to be perfect
But nothing was worth it
I don’t believe it makes me real
I’d thought it’d be easy
But no on believes me
I’m not all the things that I said

RIT: [If you believe it’s in my soul
I’d say all the words that I know
Just to see if it would show
That I'm trying to let you know
That I’m better off on my own]

This place is so empty
My thoughts are so tempting
I don’t know how it got so bad
Sometimes it’s so crazy that nothing could save me
But it’s the only thing that I have

RIT: [If you believe it’s in my soul...]

(On my own!)

I tried to be perfect
It just wasn’t worth it
Nothing could ever be so wrong
It’s hard to believe me
It never gets easy
I guess I knew that all along

RIT: [If you believe it’s in my soul...]

FRAMMENTI
Ho cercato di essere perfetta / Ma poi mi sono accorta che non ne valeva la pena / Non credo che quel che ho fatto mi abbia dato la realtà che volevo. / Pensavo sarebbe stato facile / ma nessuno mi crede. / Non sono solo ciò che il sintomo dà a vedere.
RIT: [Se tu riuscissi a sentire quello che mi porto dentro / Userei tutte le parole che conosco per provare a spiegartelo / soltanto per capire se potresti comprendere / quello che adesso sto cercando di dirti: / che sto meglio adesso da sola (senza l’anoressia)]
Questo posto è cosi vuoto / E quei pensieri così seducenti / Non so come mai tutto sia andato a puttane / E’ un’ossessione tale che niente mi può salvare, / ma è tutto quello che ho.
RIT: [ Se tu riuscissi a sentire…]
(Da sola! – senza l’anoressia)
Ho cercato di essere perfetta, / solo che non ne è valsa la pena / Niente sarà mai cosi sbagliato / E’ difficile credermi / e non è mai facile combattere… / Credo di averlo saputo da sempre
RIT: [Se tu riuscissi a sentire…]

lunedì 20 settembre 2010

Sei bellissima!

Ricordate il mio post relativo al “Beauty Message Challenge”? Bene, i miei 10 giorni sono terminati, e sono pronta a condividere la mia esperienza con voi.

Primo giorno

Ho pubblicato un messaggio sul mio account di Twitter scrivendo: “You are beautiful, no matter your size… you are beautiful the way you are!”

Inoltre, ho dato alla mia migliore amica del cuore, Duccia, una piccola cosa che le avevo scritto. Questo:


Secondo giorno

Di nuovo ho pubblicato su Twitter un messaggio con su scritto: “You are beautiful because you are one of a kind and very strong”.

Inoltre ho telefonato a Sara, una ragazza che ho conosciuto durante il mio secondo ricovero in clinica, per spiegarle in cosa consistesse il “Beauty Message Challenge” – e per dirle quanto sia bella.
“Perciò, Sara” le ho detto “Volevo solo dirti che TU sei bellissima. E la ragione per cui…”.
Lei ha iniziato a ridere, interrompendomi.
“Sara, perchè ridi? Non ridere, io sono seria adesso! Tu sei bellissima, e volevo proprio dirtelo”.
Lei è rimasta in silenzio, così io ho proseguito: “La ragione per cui sei bellissima è che sei divertente e non hai più paura di essere te stessa. Lotti con coraggio ogni giorno contro l’anoressia, sei un tesoro e…”.
E più o meno a questo punto lei mi ha interrotta di nuovo dicendomi: “Okay, adesso basta o scoppierò a piangere…”.
Perciò io ho ribattuto: “Bè, anche questa è una cosa bellissima come te” per poi concludere: “E comunque sei una persona meravigliosa e ti voglio un sacco di bene”.


(Estate 2003... quanto tempo!)

Terzo giorno

Innanzitutto, ho pubblicato su Twitter questa frase: “What does beauty means to me? There's beauty in appearance, and beauty inside you, which is the most important...”, la cui autrice è Lena, una delle due cantanti delle t.A.T.u., il mio gruppo musicale preferito.

Inoltre, ho dato ad una mia collega di lavoro, Lola (anche lei è arbitro di karate come me, abbiamo la stessa età, ed abbiamo arbitrato sempre insieme, fin dalla prima gara) un bigliettino che ho realizzato appositamente per lei.


Inoltre, dato che anche lei tiene un blog (sebbene non inerente i DCA), le ho suggerito di raccogliere la sfida del “Beauty Message Challenge” e di fare altrettanto. Lola è bellissima, e sta programmando il suo matrimonio (si sposerà alla fine di Novembre!) perciò questo biglietto lo meritava proprio tutto.

Quarto giorno

Ho dato un bigliettino ad un’infermiera, Mariagrazia, che lavora nel reparto dove io sto facendo tirocinio. Un bigliettino che dice quello che volevo dirle – ma che non sono mai riuscita a dirle. Che cosa ci ho scritto dentro? Che è bellissima perché è stata la prima persona che mi ha dato una mano quando mi aggiravo insicura per le corsie, mi ha sempre supportata ed aiutata in tutto quello che ho dovuto fare ai pazienti, è sempre stata gentilissima e molto paziente con me, quasi come una mamma. Non sono riuscita a descrivere solo con le parole la bellezza di Mariagrazia, ma spero che lei abbia recepito comunque il messaggio.



Quinto giorno

Anche oggi ho pubblicato su Twitter una frase: “Don't know what's beautiful or ugly. There's something ugly in everyone of us. Beauty exists in the soul of a person...”, di nuovo una citazione dell’altro membro delle t.A.T.u., Yulia.

Ho dato inoltre uno speciale bigliettino a C., una ragazza che è ricoverata nel reparto in cui sto facendo tirocinio. E, per sicurezza, ci ho scritto dentro: “Sei bellissima C., volevo proprio dirtelo! Un biglietto speciale per una ragazza speciale”. Mi ha detto che metterà questo biglietto nel suo diario quando verrà dimessa e tornerà a casa. Per ora l’ha messo sul comodino.



Sesto giorno

Ho mandato un’e-mail alla mia amica Ellie per dirle quant’è bella e spiegarle nei dettagli il perchè. Oh, insomma, chi non vorrebbe ricevere una e-mail che abbia come oggetto “You are beautiful!” alle 7.30 del mattino? Ellie è una delle mie amiche più care, ed è bella fuori e soprattutto dentro.

Settimo Giorno

Ho mandato un SMS alla mia dietista. Le ho detto quant’è bella e quanto sono stata fortunata ad averla incontrata nel mio percorso di lotta contro l’anoressia. Lei, col suo lavoro, sta aiutando un sacco di ragazze che combattono contro i DCA, quindi è bene che sappia quant’è bella!

Ottavo giorno

Ho dato un biglietto speciale a una delle mie allieve del corso di karate, Tina. Ci ho scritto quant’è forte e, ovviamente, bellissima. Quando l’ha letto è scoppiata a piangere. Cos’ha fatto dopo? Mi ha abbracciata e mi ha detto: “Bè, anch’io volevo dirti che sei bellissima! Te lo dico sempre!”, il che mi ha davvero strappato il primo sorriso assolutamente sincero della giornata.



Nono giorno

Ho mandato un messaggio alla mia amica Carla, che purtroppo abita lontano e che posso vedere solo di rado, spigandole del “Beauty Message Challenge” e dicendole perché penso che sia bellissima. Accetterà la sfida, e dirà a se stessa che è bellissima per i prossimi 10 giorni? Non lo so… ma spero proprio di sì, perché è veramente bellissima.

Decimo giorno


Il decimo giorno è oggi – l’ultimo giorno del “Beauty Message Challenge”. Ho messo un bigliettino nella mia borsa: passando dall’ufficio postale, lo spedirò a Simy. Avrei dovuto farlo prima affinché la missiva le arrivasse oggi, ma purtroppo non ho avuto modo…

In ogni caso, oggi voglio dire a TE che sei bellissima. Proprio a TE. È la verità. Tu che leggi questo blog, tieni le mie parole nel tuo cuore, e combatti contro l’anoressia giorno dopo giorno affrontando tutte le sfide che la vita ti mette davanti – c’è un sacco di bellezza in questo.

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C’è anche una cosa che ho scoperto durante questi 10 giorni di “Beauty Message Challenge”: le donne cui ho rivolto i miei messaggi s’imbarazzavano quando ho detto loro che sono bellissime, e si sono imbarazzate ancora di più quando ho cominciato a spiegargli il perché. Alcune sono arrossite, altre mi hanno interrotto per la sorpresa, altre si sono messe a piangere. In che razza di mondo viviamo, se le donne debbono avere reazioni del genere quando qualcuno le dice la VERITA’, e cioè che sono bellssime??!

Mi sono inoltre accorta che nel dire alle varie ragazze che sono bellissime (e perché) in tanti modi differenti, anche io mi sono emozionata. Ho detto loro quello che pensavo con sincerità, e mi sono accorta che dovrei dirglielo molto più spesso, perché non è vero che le parole esautorano i sentimenti, anzi, quando pensi qualcosa di bello di una persona devi dirglielo forte e chiaro, e poi pure ripeterglielo spesso. Perché la gente dimentica.

Una delle mie frasi positive preferite, che non a caso potete leggere anche nella colonnina di destra di questo blog, recita: “Beauty is not a state of body. It’s a state of mind”. Questo me lo ripeto e me lo scrivo spesso. Adoro questa frase positiva. E la sapete una cosa, ragazze? Anche il vostro corpo è bellissimo, esattamente per come è adesso.

E adesso, non arrabbiatevi con me per ciò che ho appena scritto. Accettate il fatto che siete bellissime. Accettate il fatto che io pensi che siete tutte bellissime. E la sapete un’altra cosa? Anch’io sono bellissima. ^^”

giovedì 16 settembre 2010

Domanda #17: Come fare a mangiare fuori?

Spuntando la lista delle domande che mi avete rivolto, oggi è la volta di Jade, che spero di poter aiutare. Jade mi ha scritto una mail in cui mi chiede:

“[…] La mia migliore amica AMA mangiare. Ovviamente è a conoscenza del mio DCA, ma abbiamo progettato di andare a fare qualche gita insieme nei prossimi week-end, e vuole che mangiamo sempre fuori. Io mi sento in ansia. Fino a che si tratta di fare al massimo un pasto al giorno fuori casa, riesco a farcela, non ho particolare ansia. Certo, posso anche fare tutti i pasti fuori, ma ci sto davvero male. Mi chiedevo soltanto, come potrei affrontare questa situazione?”

Sì, Jade, capisco cosa intendi dire quando scrivi che mangiare fuori ti dà ansia. Dover mangiare senza le “sicurezze alimentari” che l’ambiente domestico ci dà, in effetti può far venire molta ansia, e può togliere il piacere e il divertimento dell’essere in gita.
Cosa puoi fare?

1 – Avere un’idea precisa di quello che ti aspetta ai pasti può essere un buon modo per tenere a bada l’ansia. Perciò, se ne hai la possibilità, potresti provare a: A) informarti su dove mangerete, e che tipo di cibo viene servito e B) se questo non è possibile, scegli tu per prima i posti in cui andrete a mangiare. Non è come avere l’ “equilibrio alimentare” sottomano, ma possedere quantomeno un piano generico su cosa mangerai ad ogni pasto può aiutarti a sentirti più sicura e a contenere l’ “ansia da menù”.

2 – Tieni presente il fatto che se la tua amica è al corrente del tuo DCA, può aiutarti a realizzare il punto numero 1. Dille che hai bisogno di scegliere e pianificare i pasti che farete fuori, così che tu possa sentirti più a tuo agio… non credo che un’amica non ti aiuterebbe da questo punto di vista!

3 – Mangiare fuori non è sinonimo di mangiare male. Perciò, dissocia questi due aspetti dell’alimentazione e ti sentirai più tranquilla. D’accordo, qualche volta potrà capitare che mangi un po’ “pesante” e questo potrà non farti sentire bene, ma oggettivamente mangiare a un ristorante, se scegli i piatti giusti, può essere tanto salutare quanto mangiare a casa. Perciò, prova a vedere la cosa sotto questa differente luce.

4 – Accordati con la tua amica per fare almeno un pasto “sicuro” al giorno. Portati qualcosa da casa. Scegli tu il posto. Ti sentirai più tranquilla e sarà più facile sopportare l’ansia derivante dai pasti che devi fare fuori. E se riesci a stare più serena sul versante alimentare, vedrai che ti godrai molto di più anche le gite!

sabato 11 settembre 2010

Iniziativa: Beauty Message Challenge

Ho deciso di partecipare al “Beauty Message Challenge”, e spero che farete altrettanto anche voi, perché mi sembra un’ottima idea per combattere le bugie che l’anoressia ci racconta!

Di che si tratta? Fate click QUI per scoprirlo.

Dunque, questo è proprio ciò che ho intenzione di fare a partire da oggi. E quindi, ecco cosa farò per la mia sfida personale:

1 – Ogni giorno, per i prossimi 10 giorni (partendo oggi), dirò a una delle donne importanti nella mia vita quotidiana che è bellissima, e le dirò il perché. Progetto di farlo in molti modi differenti, a seconda della donna in questione – tramite e-mail, per telefono, con dei bigliettini, di persona, etc…

2 – Cercherò inoltre d’impegnarmi a raggiungere il principale obiettivo del “Beauty Message Challenge”, ripetendo ogni giorno a me stessa che sono bellissima, senza ascoltare quello che invece mi suggerirebbe l’anoressia.

3 – Scriverò un post speciale per tutte le lettrici di questo blog in data 20 Settembre. In questo post racconterò per filo e per segno com’è andata questa esperienza, condividerò i miei “messaggi di bellezza” con tutte voi e, insomma, vi dirò un po’ come la penso al riguardo.

Utilizzate anche voi quest’ulteriore arma di lotta contro l’anoressia ripetendovi ogni giorno che siete bellissime, nei prossimi giorni, okay?!

lunedì 6 settembre 2010

Domanda #16: Trovare amore per noi stesse

La domanda cui rispondo oggi è tratta da un’e-mail che mi ha scritto Emanuela. Vorrei condividere le sue parole e la mia risposta con tutte voi, nella speranza che possano esservi d’aiuto.

Emanuela mi ha scritto, in sintesi:

“Leggendo i tuoi post, sembra davvero che scegliere la strada del ricovero valga la pena. So che il processo di ricovero dall’anoressia è un qualcosa che si verifica gradualmente, ma come si può scegliere la strada del ricovero quando non si ha amore per se stesse, quando si è abbandonato l’amore necessario per salvare se stesse? Bisogna trarre il coraggio necessario dalle persone che ci stanno intorno e che ci vogliono bene? È possibile odiarsi più di quanto già non facciamo nel momento in cui scegliamo un DCA? I tuoi post mi hanno davvero dato molto da pensare rispetto al mio vissuto. E ti ringrazio per essere riuscita a parlare di quest’orrore silenzioso. Spero che un giorno tutte noi potremo guardare all’anoressia come a una nemica da cui dobbiamo difenderci, e non come un qualcosa per cui avere vergogna di noi stesse. Forse, quando avremo acquisito questa consapevolezza, sarà più facile chiedere aiuto e conseguentemente combattere”.

Emanuela, credimi, non sai quanto spero che un giorno i DCA non vengano più considerai dalla società un marchio d’infamia, un qualcosa di cui dobbiamo vergognarci. E spero altrettanto che tutte le ragazze che ne sono attualmente prigioniere possano trovare quanto prima la forza e il coraggio necessari per chiedere aiuto. Rompere il silenzio è certamente un primo passo nella giusta direzione. Tutte noi abbiamo una voce e possiamo usarla se decidiamo di farlo. Non è facile, ma la prima parola è sempre la più ardua: dopo, diventerà più semplice ad ogni parola pronunciata.

Innanzitutto, comunque, lascia che te lo dica: scegliere la strada del ricovero VALE LA PENA. Talvolta la decisione d’intraprendere la strada del ricovero è repentina e illuminante, altre volte è un lento processo di realizzazione. Talvolta è un momento “A-ha!”, altre volte ti rendi conto che è successo, che hai intrapreso la strada senza neanche rendertene conto. Ma, per venire alla tua domanda – Come si può scegliere la strada del ricovero quando non si ha amore per se stesse? Bè, si può cominciare cercando di capire quello che si può fare per volere bene a noi stesse. Dimentica il ricovero per un momento, e focalizzati su te stessa.

Innanzitutto, è importante circondarsi di rinforzi positivi. Attaccare nella propria stanza frasi positive, mettersi davanti allo specchio e ripetersi frasi incoraggianti, e così via. Non importa se in quelle parole non ci credi. Chiaro? Non importa. Fallo comunque. Circonda te stessa con qualsiasi cosa possa spingerti verso la strada del ricovero. Continua a ripetere quelle parole tipo mantra. Obbligati a crederci. E vedrai che, un giorno, ti accorgerai che non c’è più bisogno di nessuna costrizione… perché ti renderai conto da sola che quelle parole corrispondono a nient’altro che alla verità.

All’inizio tutto questo ti farà sentire un po’ scema, me ne rendo conto. Ma è comunque… necessario. Ho attaccato all’armadio della mia camera un Post-It con su scritto: “I like myself”. Ogni mattina, quando mi sveglio ed apro gli occhi, leggo “I like myself”. E’ il mio armadio che mi dice che devo cercare di apprezzarmi per quello che sono. Sono io che mi dico che devo cercare di apprezzarmi per quello che sono. E non devo più odiarmi, Emanuela. E non lo stacco, quel Post-It. Perché ho ancora bisogno di leggere quel messaggio.

Prova a fare qualcosa del genere. Attacca un foglietto sul tuo specchio in modo che ogni mattina, quando lo guardi, leggi qualcosa di positivo. Qualcosa che ti dice che devi piacerti per come sei, perché non c’è niente di meglio al mondo. Che devi amarti per come sei. Che stai andando bene. Potrebbe non essere vero. Potresti non piacerti o non amarti in prima battuta, ma a forza di leggerle quelle parole ti scivoleranno dentro. Lascia che questo succeda.

Pensi che non sia vero?, che non sia possibile? Bene, prova a vedere la cosa dall’altra parte, allora. Se tu ti senti ripetere più volte ogni giorno della tua vita: “Sei brutta” o “Sei stupida”, prima o poi comincerai a credere che sia vero, non è così? Okay, se tu ti sentirai ripetere più volte ogni giorno della tua vita: “Sei una persona che vale” e “Sei una persona che merita affetto”, comincerai a credere che anche questo sia vero. Ganzo, no?! Fai inversione di marcia. Se all’inizio ti viene da sorridere per la stupidità del messaggio… bè, è già un primo passo: per lo meno adesso stai sorridendo.

E, tra l’altro, sì, puoi trarre il coraggio necessario dalle persone che ti stanno accanto e che ti vogliono bene ma, in ultima analisi, il coraggio che ti deriva dagli altri deve incentivare il tuo proprio coraggio. Si può fare qualcosa per gli altri per un po’ di tempo, ma se non c’è una motivazione forte sottostante che viene da noi stesse, non durerà a lungo. Sei tu la prima che deve decidere cosa vuole per se stessa e darsi da fare per ottenerlo. Il coraggio di base dev’essere il tuo, non è sufficiente un rimpiazzo. Però, il supporto degli altri indubbiamente aiuta.
Pertanto, cerca di circondarti di persone che ti vogliano bene e siano disposte ad aiutarti. Il supporto è vitale. Lascia che loro siano il tuo salvagente, e stringi la loro mano quando le acque si fanno particolarmente agitate, in maniera tale che ti aiutino a non affondare e a ricominciare a nuotare nella giusta direzione. Col tempo, poi, ti accorgerai che avrai acquisito forze abbastanza per poter passare incolume la tempesta anche da sola.
Una mano testa non va mai allontanata. Ricorda soltanto che l’obiettivo finale è quello di aiutarti ad aiutare te stessa.

Rispondendo all’altra tua domanda, è sempre possibile odiarsi di più. Ma è anche sempre possibile amarsi di più. Non scegliere il lato sbagliato del muro. La scelta di per sé è un qualcosa di semplice. È il seguirla che diventa difficile, ma tu devi comunque continuare a credere che ce a puoi fare. Non puoi mollare con te stessa – anche se in questo momento questa Te Stessa non ti piace.

Spero di averti fornito qualche elemento in più su cui riflettere. Lo so che, per come l’ho messa giù, sembra tutto molto semplice… ma so anche che non lo è affatto. E non potrò mai dire che lo sia. Ma ricordati sempre: le cose più semplici sono sempre le cose migliori che possiamo fare per noi stesse. Perciò, non trovarti più scuse: oggi è il giorno perfetto per iniziare a combattere.

Tutto il mio amore,

Veggie

mercoledì 1 settembre 2010

Provato & Confermato

Questa è una risposta ad un commento, ragazze.
In data 16 Agosto, Jonny ha lasciato un commento sul post precedente a questo, in cui ho pubblicato una delle mie poesie, “This is to the girl”. Ho riletto più e più volte questo commento, e ogni volta che ho provato a scrivere una risposta, mi sono resa conto che quel che avevo da dire era così tanto da non poter essere semplicemente contenuto nella risposta ad un commento. Inoltre le parole di Jonny ricalcano perfettamente quello che prova chiunque abbia vissuto/viva l’anoressia. È esattamente la persona di cui stavo scrivendo/parlando in “This is to the girl”, e mi fa piacere che abbia deciso di lasciare il suo commento. Perciò, contraccambiando, spero di poter offrirle anch’io qualcosa. Dunque oggi voglio condividere con voi questo commento e la mia risposta.

Grazie, Jonny. Spero che, nonostante tutte le difficoltà, non rinuncerai a combattere.

“[…] Leggendo questo post, questa poesia, mi è venuto da pensare.
E ho pensato che con le fottute scelte di vita che ho fatto, alla fine mi sono rinchiusa in una schifosissima gabbia. Che è proprio il posto mi merda dove mi trovo adesso. L’unico posto in cui mi sono sentita, e mi sento, salva e protetta. Al riparo. Al sicuro. Con la dannata anoressia ho perso me stessa nella mia ricerca per trovare qualche schifa di cosa dietro cui nascondere la vera me stessa.
E adesso, non mi è rimasta una sega di niente.
Adesso sono soltanto “the girl”.
Una stramaledetta maschera vuota, un’etichetta senza significato che non vale neanche la pena di sprecare tempo a leggere.
The damn girl.
E non so davvero che cazzo fare.
Jonny”


Jonny, è normale che tu in questo momento ti senta persa. Nessuna parola di nessuna poesia riuscirà a tirarti fuori dal posto in cui senti di essere bloccata. E so quanto è terribile la sensazione di sentirsi intrappolate in un posto che ci fa sentire al sicuro ma che, allo stesso tempo, ci fa sentire vuote dentro.

Con l’anoressia ho toccato il fondo del baratro e anch’io ho perso la Vera Me Stessa. O, piuttosto, mi sono nascosta persino a me stessa, per non affrontare una realtà che non mi piaceva. E ho eletto l’anoressia a mia nuova identità. Solo nel momento in cui ho scelto d’iniziare a percorrere la strada del ricovero mi sono resa conto che potevo essere molto più di “un’anoressica”. Se in questo momento quella che sei non ti piace, la prima cosa da fare è iniziare a percorrere questa strada. Quando sarai a tuo agio con te stessa, ma ti sentirai come priva d’identità, ecco che sarai pronta per fare il secondo passo. Pensi di non avere niente, ma in realtà tu hai degli strumenti, delle armi. La cosa più difficile è scoprire come utilizzarle. Non è affatto semplice. E, ovviamente, più volte mentre percorrerai la strada del ricovero, ti verrà voglia di mollare – credo che tutte noi ci siamo sentite così almeno una volta – e penserai che non c’è niente che funziona. Il punto è che questi giorni difficili e il dolore che proviamo nel momento in cui sperimentiamo com’è vivere senza l’anoressia, sono parte integrante della strada del ricovero. E chi desidererebbe passare questi momenti?

All’inizio può essere davvero terrorizzante. Ma sai che cosa? È necessario. Perchè tra le 2 possibilità che l’anoressia ti mette davanti, solo una ha un futuro. E, DCAmocelo chiaramente, la tua vita attuale non è poi così “perfetta” come l’anoressia prometteva di farla diventare.

Ma di “perfetto”, in realtà, in questo mondo, in questa vita, non c’è niente: tutte le cose che ci circondano sono imperfette. Forse è proprio per questo che sono così belle.

Certo, l’anoressia ti fa sentire “speciale” lì per lì. Ma in realtà non è affatto così. E il tuo obiettivo, se scegli di raccogliere la sfida della strada del ricovero, è quello di scoprire che cosa veramente ti rende una persona speciale. Perché, te lo assicuro, non è l’anoressia a renderti tale.

E’ difficile lasciarsi l’anoressia alle spalle perché, dopo tanti anni, non si riesce più a capire in prima battuta come riempire lo spazio vuoto che l’anoressia lascia. Ma, se ti guardi intorno, ti accorgerai che in realtà sono tante le cose che ti aspettano. Hai tantissime strade, tantissime possibilità aperte davanti. Chiediti: cos’è che voglio veramente dalla mia vita? È una domanda aperta che presenta milioni di differenti risposte possibili… ed è questo il bello. Pensa che non hai niente da perdere e tutto da guadagnare.

Se ti senti rinchiusa in qualche posto, ricordati che TU ne possiedi anche le chiavi. Perché sei tu che, scegliendo l’anoressia, ti ci sei intrappolata. Leggiti dentro con onestà. Fatti domande e cerca di scovare risposte sincere. Cerca di capire che cosa vuoi veramente da te stessa e dalla tua vita, qualsiasi cosa sia. E poi mettici tutta te stessa per realizzare i tuoi sogni. Perché ne hai tutte le capacità e le possibilità.

So che detto così sembra semplice – e so anche che è tutto meno che semplice – ma devi cercare di vedere le cose per come stanno, e darti una possibilità, se vuoi che le cose cambino veramente. Le risposte sono abilmente celate, ma quando una dopo l’altra le troverai, queste segneranno quella che è la giusta via da percorrere. La strada del ricovero.

È difficile essere sincere con noi stesse. È difficile trovare le chiavi che ci liberino dalla prigione per la mente in cui ci siamo rinchiuse. È difficile prendere la (coraggiosa) decisione d’infilare quella chiave nella serratura e girarla. Ma è un qualcosa per cui vale la pena. Vale la pena, nonostante tutto.

E tu puoi farcela.
E tu puoi percorrere tranquillamente la strada del ricovero, sai?!
E questo vale per tutte voi, ragazze: POTETE FARCELA.

Spero che ciò che ho scritto oggi abbia un senso. Per te, Jonny, per le lettrici di questo blog, e per ogni “the girl” là fuori che sta cercando qualche risposta, una guida, o semplicemente un piccolo incoraggiamento. Io certamente non ho chissà quale risposta, ma so quel che ho provato & confermato… e non suggerirei mai qualcosa che non ho prima provato sulla mia pelle. Il ricovero – combattere – è possibile. Bisogna credere a questo, innanzitutto.

Credete in voi stesse e nella vostra forza di volontà. Sempre.

Veggie
 
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