Come gli alchimisti trasformavano il ferro in oro… voi potete trasformare l’oscurità in luce. Siete tutte benvenute.

lunedì 19 gennaio 2009

Anatomia "pro-ana" - Parte 6

CHIARIFICAZIONE "PRO-ANA"

Molto spesso, girando per il WEB, mi capita d’imbattermi in siti e blog “pro-ana”, corredati con tante immagini e video”thinspo”. Ogni giorno ne nascono di nuovi. Questo mi spezza il cuore. Non li leggo. Mi fermo alle loro dichiarazioni d’intenti e, ogni tanto, do un’occhiata al profilo dell’autrice del blog. Niente a che vedere con un vero DCA, su questo non ci piove, ma… analogamente, quanto dolore dev’esserci in queste ragazze. Quanto stanno male, mi chiedo, per essere arrivate al punto di desiderare quello che può ucciderle? A volte sto veramente male per loro. Talvolta lascio un commento, forse per cercare di combattere lo stato attuale delle cose, forse semplicemente per augurare loro di riuscire a cominciare un percorso d’introspezione e di ricovero dai loro problemi, quali che siano, un giorno o l’altro.

Ma la cosa che veramente desidererei di più sarebbe riuscire a raggiungere queste meravigliose creature sofferenti e ad abbracciarle, facendole capire che loro valgono molto di più di quanto potrà mai essere espresso da un numero, dal numero del loro BMI, del loro peso, del loro conteggio calorico giornaliero.

Nondimeno, penso che sia sbagliato postare video ed immagini “thinspo”, incrementando l’impatto visivo e l’odio verso un corpo già abbastanza detestato. Tuttavia, non penso che questi video e queste fotografie siano create con malizia, ma piuttosto sotto la spinta di una paura e di un dolore soffocanti. Non un dolore derivante dal DCA, ma sicuramente un dolore personale e profondo, e perciò altrettanto importante.

Quindi, se in questo momento tu che stai leggendo le mie parole sei una ragazza che si definisce “pro-ana”, vorrei semplicemente dirti: Chiediti… vuoi veramente promuovere quello che può ucciderti e fare altrettanto con tante altre persone? Il vedere/creare queste immagini compensa davvero la tua agonia emozionale? Risolve davvero i tuoi veri problemi? Se una qualsiasi ragazzina insicura del suo aspetto fisico, girando per Internet, s’imbattesse nel tuo blog e, comparandosi con le immagini che vi trova, decidesse che è grassa e che dovrà seguire i tuoi consigli per dimagrire, arrivando magari poi a morirne, come ti sentiresti? Questo ti farebbe sentire forte ed orgogliosa di essere “pro-ana”, oppure ti darebbe fastidio, affonderebbe ulteriormente la tua autostima, ti farebbe sentire colpevole?

Perciò, ti chiedo semplicemente una cosa… La prossima volta che ti viene in mente di caricare un video/immagine “thinspo", domandati: “Quali conseguenze questo potrebbe avere su altre ragazze? Cosa potrebbe provocare?”. Ma soprattutto… considera, anche solo per un momento, la possibilità di staccarti di dosso l’etichetta “pro-ana” e di cercare di capire quali sono i tuoi veri problemi, aprendo gli occhi e cercando di risolverli veramente, con tanta forza di volontà.


In conclusione, comunque, una cosa ci tengo a chiarirla. Molto spesso, in questo blog ho dichiarato di essere “anti pro-ana”. In questi ultimi post, ho avuto modo di parlare diffusamente di quello che è il fenomeno “pro-ana”, e sebbene abbia cercato di oggettivizzare, mi rendo conto che molto probabilmente qualche provocazione, qualche accusa nei confronti delle ragazze che si definiscono “pro-ana” l’ho lasciata passare comunque, non sono riuscita a filtrarla. Per questo desidero fare una precisazione. Io non sono contro le ragazze “pro-ana”: non contro le persone. Sono però assolutamente contro il MOVIMENTO “pro-ana”. Io non conosco personalmente nessuna di queste ragazze che si definisce “pro-ana”, perciò lungi da me dare giudizi su di loro come singole persone. Non disprezzo né giudico queste ragazze, anzi, penso solo che siano sfortunate vittime di un qualcosa di più grande di loro.

Penso che siano ragazze con tanti problemi differenti, con un grande dolore che si portano dentro, che non sanno come affrontare, che ne hanno paura, e che più o meno consciamente assecondano per timore di esserne annientate.

Non ho niente contro queste ragazze che, anzi, sebbene non interessate da DCA, nel quale auguro loro comunque di non cadere mai, mi fanno veramente tanta pena e tanta tristezza, e vorrei davvero poter fare qualcosa per aiutarle.

Quello cui io sono assolutamente CONTRO è il movimento “pro-ana” (non le singole persone che lo compongono!!), le idee che questo lascia passare, le immagini, la mentalità che impone, l’etichetta che attacca… è questo cui io sono contro, e questo ciò contro cui bisogna lottare. Non combattere le singole persone, ma combattere l’ideologia che sta alla base, il messaggio che viene fatto passare. Tutto qui, ecco.

CONTINUA...

26 commenti:

Anonimo ha detto...

pienamente in accordo con Te.
Insensato un movimento pro-ana, a parer mio ovvio.

Anonimo ha detto...

Chiunque scriva e promuova un movimento, di qualunque tipo, ha delle responsabilità. Forse qualcuno dovrebbe farsi un esame di coscienza, perché, come hai detto tu, chi istiga alla malattia istiga alla morte...

Anonimo ha detto...

le tue parole sono sempre belle...ma qualche volta ostentano un sentimento di onnipotenza...sei davvero convinta che tutte le ragazze che si definiscono pro-ana non soffrano di DCA? sembra quasi che tu voglia essere l'unica che ci capisce davvero a riguardo...forse non è così, forse qualcuno di loro soffre davvero di disturbi dell'alimentazione magari dettati da una forte solitudine e in questo modo cercano solo un pò di comprensione o comunque di attenzione. io non sono così convinta che sia giusto giudicarle senza davvero sapere...e guarda che io non sono pro-ana, anzi, sono un ex-bulimica felice di esserne uscita.

Chiara ha detto...

Condividiamo un passato, e non posso far altro che mettermi al tuo fianco... una in più che la pensa come te, visto ciò che sono non potrei fare diversamente.

Anonimo ha detto...

Ciao, sono rdv del blog medea. Quel blog si è suicidato causa mia idiozia tecnica…
Non me ne volere. Per una volta non sono d’accordo. La distinzione tra “vero” dca e filosofia pro ana secondo me non regge. Innanzitutto perché (tanto per fare un po’ di storia) è stato il sapere medico, opportunamente imbeccato, a patologizzare da un giorno all’altro la pratica del rifiuto del cibo inventandosi la formula di “anoressia mentale” e togliendo le castagne dal fuoco a schiere di sociologi con le pezze al culo, incapaci di dare una risposta a un fenomeno che stava diventando (negli anni ’80 e ’90) un problema di devianza sociale del tutto identico alla droga e all’alcolismo, ma più pericoloso: perché gratuito, invisibile, e potenzialmente epidemico. Però si sa, quando un edificio va in pezzi c’è sempre qualcuno che cerca di salvare la baracca rintuzzando le crepe con lo sputo. Così questo qualcuno ha pensato bene di chiamare un medico e di fargli dichiarare che rifiutare il cibo è sintomo di una malattia più profonda ecc. ecc. (poi è tradizione che dopo il medico venga il prete, e allora via libera alle assurdità di psicologi, psicanalisti...). Insomma una devianza sociale che si esprime attraverso il rifiuto del cibo e che alla base contiene una dichiarazione di volontà di controllo e autonomia del proprio divenire corporeo, viene fatta passare per una semplice devianza alimentare, viene patologizzata in ogni sua manifestazione (anoressia, bulimia, obesità…) e viene infine reimmessa in società del tutto sterilizzata della sua carica eversiva. Del resto, il fatto che eminenti specialisti continuino a dire tutto e il contrario di tutto sull’anoressia, è indice dell’impossibilità di risolvere una volte per sempre le contraddizioni di una devianza sociale entro i limiti della patologia alimentare. Questo per dire dell’obiettività del sapere medico. A chi ha giovato l’invenzione dell’anoressia come malattia mentale? Al medico no di certo, e neanche al malato. Una protesta che viene immediatamente declinata in malattia serve soltanto gli interessi di una determinata statistica di potere. È come per le cinture di sicurezza: non si indossano perché “è bene” salvarsi la vita, ma perché “è male” per le scarse risorse del servizio sanitario nazionale schiantarsi continuamente la testa contro il parabrezza. Ora ce le immaginiamo centinaia di migliaia di ragazze e donne che si fanno un corpo a proprio talento senza che il medico, dall’alto della sua autorità, abbia l’autorità per dire qualcosa? Le campagne contro l’obesità negli Stati Uniti sono speculari alle campagne contro l’anoressia in Italia e Spagna, per esempio. Si tratta di medicalizzare dei corpi che rischiano di diventare qualcosa di ingovernabile. Moltitudini di obesi e di anoressiche: pericolo! Altro che moltitudini di drogati e alcolizzati, come si paventavano alla fine degli anni Settanta e nei primi Ottanta. Ma allora che cos’è un “vero” dca, se non un divenire corporeo patologizzato, medicalizzato, normalizzato? E il medico a chi deve rispondere di questi continui procedimenti di patologizzazione? Al paziente? Forse, se ha coscienza. Ma innanzitutto, come medico, ha la responsabilità di risponderne al suo datore di lavoro, il quale non ha un camice bianco ma una cravatta e un doppiopetto. Se l’anoressia mentale è un’invenzione recente, il divenire anoressico è ancora la sola esperienza capace di accomunare “vere” anoressiche e ragazze pro ana. Nella parte 2 che hai scritto giorni fa, ci sono molte più affinità che differenze tra queste due categorie. Chi sceglie di diventare pro ana, quasi sempre ha alle spalle un “vero” dca, per esempio una forma di bulimia. E allora la restrizione, anche quando porti il marchio pro ana, diventa un modo, certamente mediato, certamente criticabile, di riprendere quel controllo che con la bulimia era venuto meno. Per me è stato così, anche se io non sono pro ana. Non venero la dea Ana, ma devo ammettere che i 10 comandamenti, in un modo o nell’altro, rispecchiano la mia quotidianità: e vorrei conoscere un’anoressica “vera” che non applichi i dieci comandamenti nella pratica restrittiva quotidiana, anche se per lei non sono certo comandamenti, ma, appunto, quotidianità, normalità. La filosofia pro ana ha tantissimi limiti e tante deviazioni, ma rimane comunque un’esperienza, è davvero una forma di vita diversa, una ricerca di autonomia, nella misura in cui il mito della perfezione del corpo e la pratica del controllo di sé coincidono, nella misura in cui un corpo “perfetto” costituisce la prova inalienabile di stare acquisendo finalmente il controllo che mancava. Né malattia né moda: è un modo di fare, di farsi, di essere fatto. È un’esperienza singolare che si può anche evitare di definire anoressia, se anoressia è sinonimo di malattia: rimane il fatto che è un’esperienza che riguarda il controllo e la volontà del controllo sul proprio corpo, sulla propria vita, e sulla libertà che si ha di disporne.
Non nego che la tua analisi sia corretta dal punto di vista medico, ma è proprio il punto di vista medico che secondo me fa acqua da tutte le parti; per prendere il controllo di un corpo anoressico, il sapere medico ha dovuto innanzitutto istituire l’anoressia mentale con annesse pratiche di trattamento specifico, allo stesso modo in cui, molto tempo fa, ha messo sotto vetro il tossico istituendo il metadone e le cliniche riabilitative per i tossicodipendenti. Certo, pro ana è un’idiozia non fosse altro perché Ana, come dea, fa proprio ridere. Ma forse non c’era altra strada per sfuggire alla medicalizzazione di massa che di punto in bianco ha cominciato a interessare il fenomeno dei disturbi alimentari. Del resto non è la stessa filosofia pro ana a dichiarare di non avere e non voler avere nulla che fare con la malattia? E certo che le foto di Paris Hilton sbandierate come esempio da seguire non sono sintomo di serietà! Ma è anche vero che certe pratiche per così dire feticistiche sono una reazione inevitabile ad un eccessivo investimento in termini di potere. Il punto fondamentale è sempre il divenire del corpo come controllo e affermazione di sé: e questo vale per le anoressiche “vere” come per le “finte” pro ana. Che poi le prime cadano sotto il controllo della propria stessa volontà di controllo è un altro discorso; e che le seconde vivano bene o male la propria esperienza, questo dipende dalla molteplicità dei fattori socio-affettivi di cui si circondano. Ma l’origine è la stessa, perché, ripeto, la filosofia pro ana nasce dalla volontà di riassumere il controllo su un corpo alla deriva, esattamente come accade per l’anoressica “vera”: il controllo, e non la bellezza. Bisogna fare attenzione a quello che dichiarano molti blog pro ana: il desiderio di perfezione e rivalsa sociale è sempre preceduto dalla volontà (più o meno tenace…) di riprendere il controllo sulla propria vita o di assumerlo per la prima volta, quando si tratti di ragazze molto giovani. Una differenza fondamentale, semmai, è la solitudine dell’anoressica a fronte della comunità pro ana. E anche qui ci sarebbe un discorso da fare sul potere: a forza di isolarsi si diventa “veramente” anoressiche e incapaci di opporsi alle pratiche di medicalizzazione che piovono da ogni parte; in una comunità, invece, seppure virtuale, c’è ancora la possibilità di opporre una resistenza produttiva e di sperimentare qualcosa che assomiglia forse a una pratica liberatoria, fino a che naturalmente il primo delatore armato di buone intenzioni non chiama mamma splinder per suggerirle di mettere il cerotto a un blog che ha l’unica colpa di raccontare come ci si fa un corpo a modo proprio.
Tra un “vero” dca e una filosofia di vita, tra una malattia e una moda, un punto di convergenza può essere trovato nell’esperienza e nel potere di un corpo in divenire. Non credo alla medicina semplicemente perché la medicina non crede a se stessa, non ha un sapere obiettivo in tasca ma soltanto gabbie concettuali in cui rinchiudere e isterilire la ricchezza dell’esperienza corporea. Non nego che questa esperienza sia dolorosa e forse disperata: anch’io provo dolore e mi dispero, ed è più la disperazione che la gioia per ciò che il mio corpo diviene giorno dopo giorno. Ma questa è anche un’esperienza di libertà. Prima di tutto c’è un divenire: poi, ci si può ammalare come si può sbavare dietro le gambe della Hilton. Ma che l’anoressia “vera” sia tale perché qualcuno ha stabilito che una certa fenomenologia del divenire è patologica mentre un’altra non è patologizzabile in alcun modo e per ciò stesso merita l’appellativo di moda del momento, è una falsità sociologica prima che medica. Si tratta di forme diverse di divenire, di forme diverse di approcciare l’esperienza del controllo e della cura di sé. E, soprattutto, si tratta di forme a cui corrispondono mirate operazioni istituzionali. Per esempio, il fenomeno pro ana è più recente dell’anoressia “vera”, quindi per ora ci si accontenta di concentrarsi unicamente sulla repressione oscurando qualche blog sopra le righe: il che ricorda non poco quello che succedeva anni addietro, quando si tentava di reprimere l’anoressia “vera” ritenendola solo un capriccio da ragazzine e lasciando le ragazzine capricciose sole con se stesse. Dovevano ancora venire i tempi d’oro della medicalizzazione di massa, evidentemente perché doveva ancora emergere un’anoressia di massa…
Quando, tra non molto, qualcuno capirà come fare a gestire l’esperienza pro ana, una nuova devianza salterà fuori e nuovamente sarà considerata dall’obiettivismo medico-sociologico soltanto una moda del momento e un capriccio da ragazzine. Pro ana diventerà “vero” dca e saremo punto e a capo.
(di nuovo, non me ne volere… nessuna polemica, solo il mio punto di vista)

Gianna ha detto...

Ciao veggie,sempre con te!

UIFPW08 ha detto...

Concordo con Veggie pienamente.

Pupottina ha detto...

conoscendoti attraverso i commenti... soltanto una cosa di te non emerge dai tuoi post.... in cui sembri forte, decisa, un pilastro.... non emerge il fatto che la tua vita, il tuo carattere, in particolare, è contraddistinto da una grande dolcezza.... questa è la sensazione che mi lasciano i tuoi commenti...
capisco che da te, se vuoi davvero aiutare gli altri, devi essere una colonna su cui fare affidamento...e tutto sembra possibile.... ma tu sei anche dolcezza... e tanta tanta tanta dolcezza ancora

^______________^

buona giornata

La Ely ha detto...

Ammetto d'esser rimasta molto colpita dal commento di rdv.
Colpita perchè anzittutto mi pare una persona intelligente e secondariamente mi pare una persona "malata", nel senso che è immersa nel suo dolore e nel suo problema.
Parlo di impressioni ovviamente, assolutamente soggettive e prive di giudizio.
L'idea di controllo del proprio corpo mi fa pensare. Ovviamente ci si riferisce al controllo sul proprio corpo per esorcizzare un altro tipo di malessere, un dolore cui dare forma.
Questo posso capirlo perchè io anzichè suicidarmi lentamente affamandomi, preferivo "materializzare" il mio dolore e quindi renderlo tangibile e controllabile tagliandomi e ferendomi.
Controllare quel magma indicibile e senza forma che mi faceva stare così male da urlare condensandolo in una ferita, gurdandolo scire insieme al sangue era una sensazione di pura felicità.
Autolesionismio, DCA, alcolismo...sapete cosa sono? Dipendenze dal dolore.
E' facile abituarsi al dolore, è quasi appagante nuotarci dentro, lasciarsi avvolgere ed andare sempre più giù. E' molto più facile che reagire, che cambiare bruscamente rotta.
Ci ho messo MESI per abituarmi ad essere felice. Mesi. Non sapevo nemmeno più se lo volevo davvero!
Ha senso scagliarsi contro la medicina? Contro un'etichettatura sociologica di un problema? Non credo, perchè sarebbe folle non vedere che questi sono PROBLEMI, sono comportamenti autodistruttivi. E' come quando si insegna al bambino che il fuoco è male perchè brucia. Queste "filosofie", queste "malattie", questo "controllo"...sono MALE. Punto.
Poi chiamatele come volete. L'uomo ha l'ossessione dei nomi per avere tutto sotto controllo, per appropriarsi delle cose.
Ma il nodo della questione è che queste vite devono cambiare se vogliono VIVERE e non sopravvivere o addirittura morire!
Per questo appoggio Veggie. Per questo trovo che ciò che scrive sia NECESSARIO.

Anonimo ha detto...

Non condivido nemmeno una parola del testo nel blog, mi dispiace.
Le anoressiche sono anoressiche proprio perchè desiderano essere compatite: più dici loro 'sto soffrendo per te, sei una creatura meravigliosa...' ecc....più si 'gratifica' il loro proposito autodistruttivo.
E' proprio per quello che lo fanno. E' una forma di infantilismo, come quando si diceva alla mamma ho la bua solo per attirare la sua attenzione...solo che poi, con l'adolescenza, la'mamma'diventa il mondo...
Un mondo pieno di savonarola e improvvisate terese di calcutta...cioètutto quello che una anoressica cerca per sentirsi appagata in quanto tale.
Amen.

Anonimo ha detto...

Rispondo a rdv quotando in pieno quello che dice Ely... Davvero, le tue parole rispecchiano il mio pensiero come e meglio se le avessi scritte io stessa... ProAna e DCA si presentano in maniera diversa, e come tali io personalmente li reputo ( solo un'opinione, non pretendo certo di essere la depositaria di verità assolute)... Ma c'è una cosa che le accomuna purtroppo... Non il nome, non il rapporto con il cibo, no... Il dolore... Il dolore che c'è dietro, una sofferenza talmente forte che non trova nessuna via d'uscita se non in un PROBLEMA stesso... Ma non ci si può distruggere per sopravvivere...

...All is lost but hope remains and this war's not over
There's a light, there's a sun
taking all these shattered ones
To the place we belong...

http://i38.photobucket.com/albums/e134/Duccia87/light.jpg

Ad Anonimo: le tue parole mi fanno sorridere... Davvero, sarebbe tutto molto più semplice se l'anoressia fosse solo un capriccio da bimbe viziate... Se bastasse veramente smettere di "compatirle" come dici tu per far tornare tutto come era... Cavolo, come sarebbe più semplice...

Anonimo ha detto...

Seriamente, tu pensi che queste ragazze pro ana - mi rifiuto di pensare che esistano le pro mia - possano rischiare la vita, o la caduta nella vera anoressia, che è poi la stessa cosa? Io credo che, arrivate al loro peso ideale, torneranno a mangiare più di prima, e ingrasseranno di nuovo, ma non faranno poi nulla per ridimagrire, perchè è stato per loro troppo difficile. Comunque sarebbe meglio chiudere tutti i loro blog...cioè, sono luoghi di follia, e di stupidità. Non credo che ci sia dolore vero, hanno solo avuto un qualche no da un ragazzo...
Comunque, ti devo ringraziare davvero per ciò che mi scrivi...sai, io voglio stare meglio, ma è che non ce la faccio, perchè è quando non mangio nulla che mi sento ok...sarà una cosa stupida, ma sono ingrassata di 6 etti!
un abbraccio, e grazie!
InvisibleStar

Anonimo ha detto...

In risposta al commento di ieri, io non credo che solo le persone con una famiglia problematica o una brutta infanzia debbano avere il diritto di stare male, quel diritto probabilmente ce l'hanno tutti :)

Quello che io chiamo sfogo purtroppo non è altro che acne, solo che non mi piace definirlo così (l'avevo anche l'anno scorso, quando non vomitavo ancora, quindi devo farmene una ragione e continuare a usare le creme assegnate dalla dermatologa ._.)

Il mondo la fuori mi fa tanta paura, non l'ho mai negato, solo che non muoio dalla voglia di viverci in ogni caso.
E io non mi sento affatto speciale, anzi, tutt'altro, e il fatto di avere un DCA mi fa sentire ancora peggio. E' da tutta la vita che desidero un po' di normalità, la desideravo già a quattordici anni quando mi guardavo intorno e mi accorgevo di non essere adatta a niente e a nessuno :)

Vele Ivy ha detto...

Io sono d'accordissimo con te Veggie... non è questione di fare del buonismo quando dici che non ti scagli contro le persone perchè soffri con loro! Tu soffri perchè sai che cosa comporta quel tipo di comportamento, comportamento che vuoi combattere e NON compatire.
Un abbraccio

Anonimo ha detto...

Per la prima volta, mi cara Veggie, non sono della tua opinione.
Molte delle ragazze pro-ana vogliono o essere compatite, o essere ammirate da altre ragazze pro-ana.
E non gliene frega un emerito cazzo [°° Ups] delle consegenze che hanno sulle altre.
C'è differenza tra problema reale e capriccio.
Queste ultime ragazzine, che vogliono essere anoressiche perchè ormai una "moda", io non le compatisco ma le disprezzo.
Le loro azioni "ridicolizzano" il vero problema che altre ragazze hanno.
L'anoressia non è un giocetto, che poi buttare via quando ti pare e piace, e questo non lo vogliono capire. Pensano solo a essere fighe. E' disprezzare il dolore che [per esempio] tu stessa hai provato.
Ma forse, io non dovrei esprimere un giudizio così azzardato. Ma è la mia idea
Un bacione Veggie e che la forza sia con te
tua, Elly

Veggie ha detto...

@ Luna_tica – Grazie… Come ho già avuto modo di scrivere in post precedenti, forse sarebbe il caso di chiedersi cos’è ciò cui questo ragazze sono veramente “pro”…

@ Sorridente – Probabilmente se certa gente si facesse un esame di coscienza, avrebbe qualche problemino ad andare a letto la sera… E allora ecco che è costretta a chiudere gli occhi e a tirare avanti con quello che sta facendo perché una presa di consapevolezza li inchioderebbe spalle al muro… Chi sta dietro al tutto, chi fomenta il movimento, ecco chi ha veramente tutto il mio disprezzo… non chi malauguratamente cade nella rete…

@ Chiara – Ciao Chiara, benvenuta! Sono davvero felice di avere una nuova compagna di percorso al mio fianco… e al fianco di tutte quante… Perché più siamo, e più possiamo darci una mano… Grazie per l’appoggio e la condivisione… Spero di rileggerti presto tra i commenti… Continua a combattere insieme a tutte noi… Un abbraccio forte…

@ Stella – Grazie! Non sai quanto sia importante per me…

@ UIFPW2008 – Grazie mille… Mi fa davvero piacere…

@ Pupottina – Io credo che di sia del bello e del brutto, del buono e del cattivo, del forte e del dolce in ciascuna di noi… E quello che si è, in toto, è il risultato della fusione di tutte queste caratteristiche… Non ci si fa, e anche se ci si volesse fare, alla fine non ci si riesce, si crolla… e rimane solo l’autenticità… Si è quel che si è… e non c’è niente di meglio al mondo. Un abbraccio grande…

@ La Ely – Sono completamente d’accordo con te. Come anoressica, come autolesionista, ma soprattutto, come persona… Mollare è sempre la cosa più semplice…. Crogiolarsi nel dolore, quando si sta male, è la cosa più facile… Si dice che si sta male, ma non se ne vuole uscire veramente… perché è il dolore che ci fa sentire vive… che ci dà un’identità… Nel male, ma pur sempre un’identità… Come ho già avuto modo di scrivere, sia il DCA che l’essere “pro-ana” sono problemi. Due tipi di problemi diversi, che però presentano la sofferenza in qualità di minimo comune denominatore…. Quello su cui io cerco di fare distinguo è il tipo di problema, non il tipo di dolore…. Hai ragione, quando ci si abitua a stare male non ci si ricorda neanche com’è essere felici, e non si capisce più neanche cosa questo significhi… Ma mettersi di fronte al dolore e decidere di affrontarlo… è l’unico modo per aprire gli occhi… è l’unico modo per ricominciare a vivere…

@ InvisibleStar – Io non ho idea di cosa possono rischiare queste ragazze che si definiscono “pro-ana/mia”, semplicemente perché non ho idea di quali siano i loro veri problemi che le portano a comportarsi in un certo modo… L’unica cosa che so è che rischiano di fare del male agli altri e a se stesse… E mi si stringe il cuore al solo pensarlo… Quali che siano i loro veri problemi, ripeto, io non li conosco… ma capisco che le loro parole camuffate da qualcos’altro celano una profonda sofferenza, un grido d’aiuto… e sulla sofferenza non si discute… Vorrei soltanto che non stessero così male da arrivare a fare questo… che riuscissero a chiedere aiuto a chi gli sta intorno, ad affrontare e risolvere i loro problemi in maniera concreta… Che riuscissero a reagire al dolore che le opprime… Questa è davvero l’unica cosa che desidero…
Per quanto riguarda quello che mi hai scritto su di te… Tesoro, capisco benissimo le tue parole, perché sono state le mie di qualche anno fa… Ma quello che adesso ti fa sentire bene, è quello che domani ti distruggerà pugnalandoti alle spalle… E’ la solita maledetta illusione dell’anoressia… che svanisce quando ti ritrovi inchiodata a un letto e trafitta dalle flebo…quando una persona speciale, a causa sua, chiude gli occhi per sempre… Tesoro, tu non sei “ingrassata” di 6 etti… Ti sei nutrita… hai avuto cura di te stessa… E’ questo il vero controllo, la vera forza… ed è l’unica cosa che sul serio può farti bene… Grazie a te… Ti abbraccio forte anch’io…

@ Annie – Quanta tristezza e delusione nelle tue parole… Ma ti capisco, perché ci sono passata anch’io… Perciò, prova ad accettare qualche compromesso… prova ad “adattarti” al mondo… Non ti rinchiudere nella torre di cristallo, perché poi rischi di perdere la chiave, e che nessuno riesca così più a liberarti… Ricordati invece che quella chiave è sempre nelle tue mani… E sta a te decidere come utilizzarla… Il DCA è la gabbia dorata in cui siamo rinchiuse… Ma è possibile aprirla e volare via… Tra l’altro, spero davvero tanto che tu riceva presto la chiamata del centro per DCA… Così da iniziare come si deve la tua strada di ricovero… E vedrai che ce la farai… Perché tutta la forza che hai dentro e che adesso tieni assopita, aspetta soltanto il momento in cui tu le consentirai di risvegliarsi… Non è mai troppo ardi… Davvero mai… Comincia a lottare… Un baciottolo…

@ Vele/Ivy – Hai detto tutto da sola… ^^”

@ Elena – Ciao bellissima!! Ma, guarda, in realtà non è che siamo in disaccordo neanche questa volta, se ci pensi bene… Molte delle cose che hai scritto tu in questo commento sono, a conti fatti, estremamente affini a quelle che ho scritto nella mia 2^ parte di Anatomia “pro-ana”… Anch’io penso che le ragazze che si definiscono “pro-ana” non abbiano realmente un problema di DCA, ma che vogliano semplicemente costruirsi un “personaggio” basato sugli aspetti più esteriori di un DCA… Semmai, la cosa su cui mi trovo in disaccordo con te è il discorso del dolore… Cioè, sicuramente penso anch’io che le ragazze “pro-ana” vogliano dimostrare qualcosa col loro comportamento… Però, mentre tu esprimi la tua opinione, io mi mantengo sull’incerto… Necessariamente, perché non ho un’opinione ben definita al riguardo. Può darsi benissimo che alcune ragazze “pro-ana” siano spinte da quello che dici tu. Ma credo che ce ne siano altrettante che hanno un vero problema, che magari non vogliono ammettere neppure di fronte a se stesse, che le fa davvero soffrire… Per questo penso che prima di giudicare dovremmo essere nei loro panni…
La forza anche con te, tesoro, sempre… Un bacionissimo…

@ Duccia – A parte che l’immagine è veramente bellissima… Mi sono quasi commossa… Sei una vera artista… ma che te lo dico a fare?, lo sai già… Posso rispondere alla tua bellissima citazione, solo con un’altra…
“[…] “Tell me one last thing. Is this real? Or has this happening only inside my head?”. “Of course it is happening inside your head, but why should that mean that it is not real?” […]”

@ Anonima – (Mi riferisco all’Anonima del commento n°3, scusate se non ho rispettato l’ordine delle risposte…) A parte il fatto che trovo sia molto facile sputare sentenze nascondendosi nell’anonimato… Ma lasciando perdere questo… Dove ho scritto che SICURAMENTE AL 100% tutte le ragazze che si definiscono “pro-ana” non soffrono per niente di DCA?? No, se l’hai trovato scritto dimmelo, perché ho anche riletto, ma proprio m’è sfuggito… Mi pare d’aver scritto, piuttosto, che le ragazze “pro-ana” hanno sicuramente dei grossi problemi, ma che io NON SO (eh no, purtroppo non sono onnipotente… pare che non ci sia nessuno tale…) quali siano… Quindi, in questo NON SO ci sta un po’ di tutto… Sicuramente queste ragazze cercano attenzione… è una delle prime cose che io stessa ho scritto in uno dei post precedenti… se così non fosse, del resto, non scriverebbero certe cose… In quanto ai giudizi… personalmente, non mi sembra proprio di averne dati… Ho cercato di fare delle osservazioni oggettive, e di dire come la penso io… anche perché penso che il dolore non si possa giudicare, ma che ogni qualsiasi forma di dolore sia equiparata in termini di sofferenza, quali che ne siano le cause… Per quanto riguarda il capire qualcosa al riguardo… No, io non capisco assolutamente cosa possa passare per la testa di una “pro-ana”, l’ho già scritto un sacco di volte… Ma quello che passa per la testa di un’anoressica… purtroppo, lo capisco benissimo…

@ rdv – Ciao! Mi chiedevo dove fosse finito il tuo blog, in effetti… Ne hai per caso aperto un altro? Se sì, e se ti va, lasciami il tuo nuovo URL… mi piacerebbe poter continuare a leggerti… A parte questo… E perché mai dovrei volertene? Un parere espresso con intelligenza, gentilezza e rispetto… Anzi, sono contenta che tu l’abbia lasciato… Mi da modo di cercare di vedere le cose sotto ogni punto di vista… e credo che questa pluralità di opinioni, se espresse nel rispetto reciproco, sia davvero importante… Sai, io penso che necessariamente l’uomo ha bisogno di dare “etichette”, di fare distinzioni… è la necessità di controllo, di schematizzazione che, chi più chi meno, ci caratterizza un po’ tutti… Questo però non significa minimizzare la sofferenza o le vere cause della malattia. Credo che le conclusioni a cui arrivi siano lucide, a loro modo, ma ancora offuscate da quelle che sono le idee che la malattia stessa con cui conviviamo ci mette in testa. La ricerca di libertà e di autonomia, credo che ce l’abbia ogni qualsiasi persona… ma solo alcuni arrivano a quello cui siamo arrivati noi… per questo si opera una distinzione tra quello che viene definito “normale e “patologico”… Non si può fare un’apologia sull’anoressia semplicemente perché non si può giustificare o, quantomeno, normalizzare una malattia. E lo scrivo con tutto il dolore del mondo, dato che in questo caso io stessa sono chiamata in prima persona in questa distinzione. Davvero ti sembra che nella parte 2 ci siano più affinità che differenze? Certo, la “forma”, “l’esteriorità” è simile… come dici tu stesso, magari alla base di entrambi ci sono davvero i 10 Comandamenti… Ma quello che è profondamente diverso è la cosa più importante: l’interiorità… Quello che le “pro-ana” fanno deliberatamente, è quello che le anoressiche fanno inconsciamente… e tutta la differenza sta qui, ed è enorme… Scrivi che l’essere “pro-ana” è un modo per sfuggire alla medicalizzazione di massa… Ma ti contraddici… perché allora, tutto quello che le ragazze “pro-ana” fanno è sfuggire alla massa per reinserirsi in un altro tipo di massa… o non era questo che l’anoressia puntava ad evitare? Il conformismo, l’essere uguale agli altri, in nome di un ideale d’autonomia e di unicità assoluti?!? Eccola, l’altra differenza fondamentale tra anoressia e “pro-ana”… Io non posso non guardare le cose da un punto di vista medico… Vuoi per deformazione professionale, vuoi perché è l’unico modo per oggettivizzare in maniera tale da non essere “di parte” e, soprattutto, non giudicare… “Pro-ana” non potrà mai diventare vero DCA perché parte da presupposti e prosegue su binari completamente differenti… sicuramente potrà diventare un nuova devianza… ma una nuova, appunto… niente a che vedere con l’anoressia… una forma di sofferenza che viene comunque esternalizzata, un altro grido d’aiuto…

@ Anonima – (Quella del commento n°10, stavolta…) Innanzitutto, non posso che quotare la parole di Duccia, che riasumono perfettamente quello che è anche il mio pensiero. Comunque… Stavo per l’appunto valutando quanto dietro le tue parole (nonché dietro al tuo anonimato) ci sia l’intenzione di lanciare una provocazione piuttosto che d’intavolare una discussione seria e costruttiva… Ad ogni modo… Credo che se la spinta all’anoressia fosse una mera ricerca di compassione, il problema di tutte quante sarebbe bello che risolto… sarebbe tutto davvero molto più semplice… E’ indubbio che ogni persona sia una storia a sé e che, perciò, ognuna di noi, scegliendo l’anoressia, l’ha fatto per motivi differenti, in risposta a situazioni di vita differenti… perciò, trovo abbastanza assurda la tua generalizzazione… Se il problema fosse uno solo, anche la “cura” sarebbe univoca… e, allora, non ci sarebbero così tante anoressiche al mondo… Il problema è che ad un’anoressica il parere del mondo non interessa. Non gl’interessa se la gente la critica, la compatisce, o fa qualsiasi cosa. Conta soltanto quello che c’è nella propria testa, che è distorto dalla malattia. Ecco perché è così difficile uscirne quando se ne entra. L’anoressica si isola, non ricerca il contatto con gli altri, di qualsiasi tipo di contatto si tratti. Non vuole nemmeno provare a vedersi con gli occhi degli altri. E’ questa la malattia. Se già pure la compassione degli altri la toccasse veramente, allora sarebbe molto più semplice… ci sarebbe un qualcosa, un appiglio su cui lavorare… e invece nisba, purtroppo… L’appagamento dell’anoressica è interiore, non esteriore. Per questo è così difficile sbrogliare i nodi. È un comportamento infantile? È un comportamento deviato? È un comportamento in cerca di compatimento? È un comportamento malato? A differenza di te, io non me la sento di sputare sentenze sulle altre… in primis perché ogni persona ha il suo vissuto, su cui io non sono certo in grado di giudicare… poi perché trovo assurdo giudicare… e infine perché, qualche che sia la vera ragione alla base dell’anoressia di ciascuna, il fil rouge che conduce è il dolore… e su questo nessuna parola può essere detta… perchè chi conosce il dolore, non può giudicare chi sta soffendo...
Amen anche a te. (Anche se sono atea… appunto).

Gianna ha detto...

Ti aspetto per il concorso.

Anonimo ha detto...

"Niente a che vedere con un vero DCA, su questo non ci piove"...parole tue...

Veggie ha detto...

@ stella - Grazie... Ma mi sa che non sono proprio in grado... ^^"

@ Anonima - Non trovo le parole "sicuramente", al "100%" et similia... Ritenta e sarai più fortunata...

Anonimo ha detto...

pro ana e DCA... sono due cose da un lato vicine e da un lato totalmente diverse... perkè dico questo? io oscillo da 5 anni tra bulimia e anoressia, ho letto parekki siti pro ana/mia, ho tentato di seguire spesso i loro consigli ma nn l'ho mai fatto realmente xk quello ke mi spingeva nei DCA non era una filosofia, non era uno stile di vita... era una paura... io sono arrivata ad essere magra(non troppo) ed essere definita bellissima, avere gli okki di tutti a dosso... quello che credevo di cercare, insomma non mi mancava + nulla xk l'obiettivo era raggiunto ma... raggiunto l'obiettivo nn mi sono resa conto ke in realtà uello "non era l'obiettivo" nn mi soddisfava, c'era, anzi, c'è dietro qualcos'altro, qualcosa ke nn so... io volevo essere invisibile, sparire o forse... forse cercavo ke in fondo qualcuno, non so chi, forse i miei o le persone ke mi hanno trascurato, si accorgessero di me... era una cosa involontaria e inconscia il mio malessere... nn mangiavo x essere bella... non mangiavo xk avevo paura... spesso nn mi ingozzo di cibo xk ho fame o sono nervosa ma xk voglio farlo x farmi del male, xk spesso il male fisico attenua quello morale... non ho mai seguito una dottrina anke se ho letto molto. poke volte ho rammentato i loro comandamenti/regole... io credo ke ki è veramente mlato soffre... nn va a vantarsi, si vanta forse del peso ottenuto, nn so, cerca di mettersi in evidenza ma anke in questo caso credo lo faccia solo x avere quel qualcosa ke gli manca, xk lo sa di essere malata, sa... e il fatto di dover star dietro ad una cosa ke la logora e la ossessiona nn può dr certo la felicità... almeno parlo di uello che provo io... io nn me la sentirei mai di incitare all'anoressia o alla bulimia... quanti amici mi dicono: "vorrei essere anoressico per una settimana" rispondo in modo seccato che sono degli sciokki ke nn sanno cosa sia l'anoressia... forse loro vorrebbero essere ana, nn so, sono delle cose totalmente diverse... non so nemmeno come spiegare tutti i concetti ke ho in testa... nn ce la farei mai ad aprire a qualcun altro la porta dell'oblio nel quale mi trovo... il fatto è ke io nn ne voglio uscire... ma nn per lo stile di vita, ho solo paura... paura xk sto scappando dalla me stessa ke tanto mi ha causato problemi e lo faccio nonostante sia consapevole ke da se stessi nn si può scappare, ma ci provo, ci provo uccidendo tutti i giorni quella parte di me ke odio ma ke rimane sempre viva e vigile e talvolta spazientita... xk diciamoci la verità... xk nello spekkio ci vediamo così diverse da quelle che siamo realmente? PERCHE' NOI IN REALTA' NELLO SPECCHIO VEDIAMO NOI STESSE!!! LE VERE NOI STESSE, QUELLE NOI STESSE DALLE QUALI STIAMO SFUGGENDO!!! ana... mia... belle parole xk nn abbiamo il coraggio di kiamarle col loro vero nome, xk quei nomignoli ci sembrano dolci e inoffensivi... fino a poco tempo fa le kiamavo così xk on fondo quasi me ne vergognavo... nn lo so, i veri nomi mi facevano tremare xk mi etichettavano malata, ma io sono malata alla fine... e al di là di quello che credevo un tempo, che ero consapevole e felice del mio stato xk preferivo la morte del corpo a quella dell'anima... al di là di questo solo ricadendo nell'anoressia, stato + ben voluto ruspetto alla bulimia, mi sono accorta di tantissime cose... la mia anima è già morta xk sta fuggendo... come quella povera gente che ha smaskerato un mafioso e deve scappare in capo al mondo x nn farsi ammazzare... nn ha tregua... ed è la stessa cosa... noi prima del corpo abbiamo ucciso la nostra anima... come facciamo ad essere tranquille? ana... mi viene da ridere... o siete malate e come me nn l'avete capito e lo credete uno sciocco stile di vita(xk se nn si è consapevoli tutto è un gioco), oppure... oppure nn siete ana nè anoressiche nè nient'altro. nn so ke dire.
nn mi dilungo oltre.

Anonimo ha detto...

scusa tew x l'italiano da skifo ke ho usato

Veggie ha detto...

@ Samy - Ciao Samy, benvenuta! Innanzitutto, non c'è niente di cui tu debba scusarti... qualche errore di battitura capita a tutte, e che sarà mai?! Quel che conta sono tutte le cose importantissime che hai scritto... Non so se hai letto la 2^ parte della mia Anatomia "pro-ana"... Se non l'hai fatto, ti consiglio di darci un'occhiata perchè credo che potresti trovare molto di "tuo" in quelle parole... Io conoscordo in pieno in quello che hai scritto... Ti sei fatta l'analisi e ti sei risposta da sola... Quello che si cerca non è assolutamente la bellezza nè gli elogi altrui... quello che si cerca va molto più in profondità, per questo è così difficile trovarlo, rendersene conto... per questo, sopratutto, è così difficile, così maledettamente difficile uscirne... Il male fisico che attenua quello morale... hai detto tutto... quando guardo le mie cicatrici, capisco che è esattamente così... perchè il dolore fisico anestetizza... e allora si può perdere per un attimo di vista il dolore interiore... E tutto quello che scrivi... è assolutamente giosto per il semplice fatto che dal vero inferno del DCA tu ci sei passata... ci stai passando... e quindi lo sai com'è... lo sai che parlare di "ana" e "mia" non ha senso... perchè tanto i vezzeggiativi cadono, e quel che resta è solo la malattia... quel che resta e che distrugge... Che fa tabula rasa... Capisco la tua trisctezza e il tuo risentimento verso quelle ragazze, perchè hai tutta la ragione del mondo in quello che scrivi... è perfettamente giustificato... Ma, Samy, pensaci... io credo che tu abbia capito tante cose... perciò sfrutta questa consapevolezza. Lavora su quelli che senti essere i tuoi problemi in maniera tale da liberartene. Tu hai avuto la forza per ammettere tutto questo... ce l'hai anche per reagire a tutto questo!! Sei una persona meravigliosa e molto intelligente e sensibile... ricomincia a combattere per te stessa... non è mai troppo tardi... Ricordati che tutta la tua vita è solo nelle tue mani, e che solo tu puoi decidere cosa farne... ne hai tutta la possibilità... Ricomincia di nuovo... ricomincia da qui... Tu puoi voltare pagina. Tu puoi farcela sicuramente, sai?! E, per qualsiasi cosa, ricordati che io sono sempre qui... e ti tendo la mano...
Un abbraccio grande...

Anonimo ha detto...

ti ringrazio Veggie... cmq mi conosci già ma sono un pò fuggita anche dal mio blog e mi trovi col diminuitivo del mio vero nome anzichè il nick. Sto cmq leggendo sempre il tuo blog anche restando in silenzio... ho avuto una fortissima ricaduta e fatto grandi riflessioni, attraversato giorni di buio e spiragli di luce... sto cercando di prendere delle decisioni per la mia vita, di trovare delle consapevolezze. ti mando un grosso bacio

Anonimo ha detto...

A Samy:

Ognuno di noi è luce ed ombra... Tutti abbiamo dentro una parte scomoda, oscura, risultato di tutto ciò che odiamo in noi, di tutto ciò che odiamo negli altri... Ma scappare è fare il suo gioco... E' come piantare bandiera bianca e lasciarle campo libero... Solo notte... E non serve neanche combatterla, perchè distruggeresti solo te stessa... Dobbiamo imparare ad accettarla... Certo, non è così semplice come a parole... Non è come alzarsi la mattina, guardarsi allo specchio e dire: "Ok, ho anche una parte oscura, buona giornata"... No, richiede coraggio,tenacia, tanta forza... E tempo... Ma alla fine ne sarà valsa la pena...

La tua anima non è morta, sta solo soffrendo... Prenditi cura di lei, resta per lei, non scappare... Combatti per lei... Vivi per lei...

Un abbraccio forte...

Musidora ha detto...

Io non mi ritengo pro ana...
La ritengo un'ideologia stupida, me deleteria...
Fatto sta che sono bulimica e che molti miei pensieri purtroppo coincidono con le ragazze "pro ana" se non altro perchè ho un morboso desiderio di voler dimagrire e distruggere il mio corpo con cui non riesco a vivere.
Ad ogni modo sono consapevole di quello che comportano i disturbi alimentiari, soffrendo come ho scritto io stessa di bulimia.
Le "thinspo" credo che influenzino molto poco chi non ci è dentro, sono una cosa che ricerchi dopo. Almeno per me è stato così, non sono diventata bulimica grazie ad internet, ai siti pro ana e alle thinspo... Questi fattori radicalizzano un disturbo che è già presente.

Veggie ha detto...

@ Musidora – Non so se hai letto anche gli altri post relativi all’’ “Anatomia pro-ana”… Io stessa ho scritto in uno di questi post che le “thinspo” sono uno dei fattori di mantenimento di un DCA, ma non d’innesco… quindi, su questo ci troviamo d’accordo… Il fatto che i DCA e il movimento “pro-ana” possano avere dei tratti in comune è pure possibile, ma in tal senso trovo sia facile allora trovare punti in comune del DCA anche con una miriade di altre cose: per esempio, la dipendenza dalla restrizione può essere paragonata alla dipendenza dalla droga… il senso di essere forte che ti dà la restrizione è quello che ti dà l’alcool se bevi in eccesso… Perciò, penso che nient’altro che una patina estremamente superficiale ed insignificante accomuni DCA e ragazze che si definiscono “pro-ana”… Penso che tu, leggendo quello che scrivi nel tuo commento, abbia una consapevolezza del tuo star male ben maggiore di una di quelle ragazze… E penso che tu possa trovare in questa consapevolezza – e nella consapevolezza quindi che la distruzione non è la soluzione – la forza per cambiare le cose… Se, come tu stessa hai scritto, le “thinspo” sono fattori di mantenimento di un qualcosa che ti fa stare male… evitale! Il primo giorno sarà una terribile tortura, il secondo sarà bruttissimo… ma poi, piano piano, ti accorgerai che starai molto meglio… è un meccanismo automatico… E dato che sei consapevole del tuo malessere, fatti aiutare… Farsi aiutare non è segno di debolezza, ma di grande coraggio e determinazione… Cos’avrai ottenuto nel momento in cui avrai distrutto il tuo corpo? Niente, perché a quel punto tu non ci sarai più per poter apprezzare i risultati… Cercare di costruire in senso positivo, invece… questo è l’unico desiderio che vale la pena di avere e per cui vale la pena di combattere… Ti mando un abbraccio…

 
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