Come gli alchimisti trasformavano il ferro in oro… voi potete trasformare l’oscurità in luce. Siete tutte benvenute.

venerdì 28 dicembre 2012

Titoli di coda

Quante di voi si sono mai trattenute a veder scorrere i titoli di coda alla fine di un film, al cinema? Se stavate pomiciando non vale, ovviamente. Io, onestamente, poche volte. Ma ogni volta che lo faccio, avverto una sensazione molto particolare, perché nei titoli di coda c'è l'intero film… e molto di più. I titoli di coda sono la celebrazione di tutto il lavoro che sta dietro alla realizzazione di un capolavoro, o semplicemente di un lungometraggio che non sarà da oscar ma che almeno ha dato lavoro ed esperienze a decine di persone. In ogni realizzazione, io credo, non conta tanto il momento dell'esplosione del risultato, quello che veramente fa la differenza e cambia per sempre le persone sono le esperienze che si fanno mentre si sta lavorando duramente fianco a fianco con altri esseri umani per raggiungere insieme un obiettivo, grande o piccolo che sia. E i titoli di coda mi affascinano, perché celebrano esattamente questo: anche il più sfigato assistente dell'assistente dell'assistente dell'aiuto-regista vi compare. Perché ci ha lavorato e ha partecipato alla costruzione dell'opera. In fondo, credo che ognuna di noi viva la propria vita come una sorta di film di cui è protagonista, e il risultato è che il consorzio umano è un'intersezione di film, un palcoscenico di coprotagonisti che incrociano i propri destini con quelli altrui, in un'interminabile serie di scene, spin-off, prequel, sequel…

E dunque, dato che – come ormai avrete ben capito anche solo dall’impostazione del mio blog – mi piace molto la visione dei gruppi umani come team che collaborano per costruire qualcosa (o, nel caso di questo blog, per combattere contro qualcosa), quest'anno ho deciso di concludere i post del 2012 con i miei personalissimi titoli di coda. La cosa che più mi entusiasma è notare come il mio film di quest'anno sia molto intenso, movimentato, popolato da un gran numero di persone, amici vecchi e, soprattutto, nuovi. E' bello anche pensare che, in fondo, questo blog ha giocato un ruolo non indifferente nella costruzione di una trama che, se la guardo nel suo insieme, mi pare promettere bene.
Magari ci scappa un oscar.

E quindi, un GRAZIE DI CUORE a:

Alex. Il migliore amico che chiunque vorrebbe avere. Più che un amico: un fratello. Senz’altro una delle persone più importanti della mia vita. A lui va il primo pensiero perché effettivamente è il primo che sento ogni mattina e, spesso, l'ultimo che sento quando vado a letto. Non mi dilungo oltre perché gli ho già dedicato un intero post che riassume più che bene il suo ruolo. Grazie di esistere, di esserci sempre, di starmi vicino nonostante tutto. Sei meraviglioso. M’illumini la vita. Momenti più belli? Vale se dico “tutti quelli che trascorriamo insieme!”?! Vabbè, dai, diciamo il tirocinio all’ambulatorio proctologico, i mega-ripassoni pre-esame, e le serate che passiamo insieme. O, più semplicemente, le chiacchiere e le risate che facciamo insieme. Insomma, basta, sennò davvero con lui non finirei più... perché le parole non sono sufficienti ad esprimere il bene che gli voglio.

Duccia. La mia amica “storica” (ci conosciamo dalla 1^ media!), l’unica che mi è stata vicino anche nei miei momenti peggiori, quando l’anoressia la faceva da padrona. Quest’anno, causa i reciproci impegni universitari (e anche lavorativi, nel mio caso), ci siamo potute vedere meno, ma quando Duccia c’è lascia sempre il segno. Ma anche se riusciamo ad incontrarci solo poche ore per volta, quelle ore sono come tesori preziosi, come visioni panoramiche, vedute crepuscolari. Lei è un pezzo importantissimo della mia vita, e lo sarà sempre.

I miei compagni di squadra di karate. Grazie, ragazzi. Quest’anno era partito in sordina con Aldo che aveva cambiato palestra e lo scazzo ultrapeso tra me e Alby, ma sta finendo sotto i migliori auspici. Grande Luca che si sta facendo il culo per imparare i kata, grande Cosi che ce la mette sempre tutta e che nonostante quel che c’è stato in mezzo è tornato ad essere il mio amico di due anni fa. Grazie a Giovanni perché è davvero il nostro collant(e) e devo ancora vedergli fare una cazzata. Grazie a Lory che continua ad essere il nostro Lory, pur essendo diventato nel frattempo un patetico ragioniere (^__^”) Infine, un grazie a Robi per essere sempre disposto a tappare qualsiasi buco ci sia da tappare – e non è un’allusione sconcia.

 Il team della Medicina d’Urgenza, in toto, perché siete gente coi controcazzi.

Tutte voi, ragazze, che state leggendo il mio blog in questo momento. Non mi metto ad elencarvi una per una, perché sennò le prossime millemila righe di questo post conterranno solo i vostri nomi e non si finisce più, ma sappiate che sono estremamente grata a tutte e a ciascuna di voi in particolare. Grazie a voi che mi leggete abitualmente ormai da tanto e lasciate i vostri commenti che sono per me sempre importante spunto di riflessione, grazie a voi che commentate in maniera anonima ma pure riuscite a trovare il coraggio per rompere il silenzio che il DCA impone, e questo vi fa veramente onore, grazie a voi che mi scrivete tramite e-mail (e scusate se sono sempre così lenta nel rispondervi!...), e grazie a voi che mi leggete in silenzio, perché la vostra presenza è comunque palpabile. Insomma, grazie a tutte voi per stare combattendo questa battaglia contro l’anoressia insieme a me… fisicamente lontane, ma virtualmente tutte una a fianco dell’altra. Perché siamo più forti se combattiamo insieme. Perciò, continuiamo a farlo. Grazie di cuore, davvero. Questo blog è ciò che è solo perché ci siete voi. GRAZIE.

La mia dietista, che mi segue ormai da tempo immemore e mi sopporta sempre. Tranquilla, ancora un paio d’anni e ce la fai ad entrare nel guinness dei primati!

Il mio tutor, il dottor Mirco D., per avermi detto: "Ma vuoi davvero diventare una che va in giro a pensare di salvare le vite? Nè per colpa mia, nè per merito mio.". Mirco, ti voglio bene. Sei il miglior tutor che avrei mai potuto sperare di avere. Grazie per aver fatto le due di notte con me per discutere di un caso clinico. Grazie per la fiducia che mi dai, grazie per le potenzialità che vedi in me, anche se continuo a pensare che ti sia preso un abbaglio.
Ogni ora di affiancamento che facciamo, con tutti gli insegnamenti che mi dà, è preziosa, e in quello che mi spiega c'è sempre una tensione artistica, piena di passione e di autentico ardore per la professione che fa e per quello che mi insegna. Anche Mirco è un regalo che è entrato inaspettatamente nella mia vita.

Il mio sensei di karate, Carlo, per tutte le volte che mi ha fatto il culo. Perché solo così ho potuto conquistare quel podio. E per avermi detto che sono io il vero maschio alfa della palestra ^__^”

La cassiera della mensa, perché dopo aver insinuato che la sottoscritta utilizzi le banane (sono parte integrante del mio “equilibrio alimentare”, anche quando vado a mangiare a mensa mi porto sempre il mio pranzo da casa) per fini diversi da quelli della nutrizione, mi saluta ogni giorno e ha sempre una parolina dolce per me. Grazie! Anche io ti voglio bene cassiera della mensa!

Il professor R. L., perché per la prima volta ho imparato a fare i grafici per registrare l'andamento dei suoi "in questo senso" e "in questo modo qui". Facendo un breve calcolo, stimo che durante il semestre il simpatico omino ne abbia pronunciati circa 600 - 700. Lo ringrazio anche per avermi insegnato un nuovo e più disinvolto uso dell'aggettivo dimostrativo "quel". Quell'ammonio. Poesia.

Il professor P. U., principalmente perché da quando ha fatto un disegno alla lavagna e l'ha firmato “P. U. – 2012” ho finalmente avuto la certezza di trovarmi di fronte ad un pazzo megalomane.

Il professor G. C., perché oltre ad essere un "rigoverna cappelle" (cit.), è riuscito ad infamarmi all'esame più della professoressa A. M. Lurido montevarchino.

Tutti i miei colleghi dello CSEN, ovvero gli altri arbitri di karate. Perché siamo una forza quando siamo tutti insieme. Il nostro prossimo obiettivo dev’essere il far diventare il karate un sport olimpico, okay??!

Il dottor Alberto C., primario della Medicina d’Urgenza. E qui non ci sono cazzi. E' un GRANDE uomo, uno che si fa il culo dalla mattina alla sera, che lavora con una passione che io ammiro profondamente. E poi è simpatico, come del resto lo sono generalmente le persone che nella vita hanno raggiunto obiettivi di rilievo grazie ai propri sforzi. Un giorno sarò come lui, con qualcosa in meno tra le gambe, ovviamente.

Il relatore della mia tesi, il professor Andreas R. F.. Lui è un pazzo, uno che parla al telefono a velocità supersonica, e può essere un problema quando devo riuscire ad estrapolare metodiche, nomi, orari, numeri di telefono. Ma è un ganzo e un grande. Lo ringrazio perché sta credendo moltissimo in me e mi ha permesso di scrivere una tesi strafiga. Rivoluzioniamo il sistema delle tesi tradizionali, mi raccomando! (E anche quello della Medicina, magari… ^^”) Grazie per avermi permesso di fare la presentazione della tesi con Windows Movie Maker anziché con quella tristezza di Power Point… cercherò di fare un buon lavoro, promesso.

E adesso, un attimo di attenzione. Ora voglio ringraziare le new entries.

Sara. Come ti ringrazio? E soprattutto, forse, non ho nemmeno niente per cui esserti grata. Però ormai nella mia vita ci sei entrata, e volentieri ti ci lascio. Non so se sei davvero riuscita a capirmi, in realtà ne dubito, anche perché io per prima non mi sono veramente mai aperta con te e non ti ho mai detto dei miei problemi di anoressia e di tutto il resto. Però mi tieni a chiacchierare, a ridere, a dire cazzate, a consultarmi per i tuoi casi clinici (ma se ci metto le mani meno di te!?!), mi dai continuamente input per osservarmi dall'esterno e tentare di migliorarmi. E so che hai tanta paura, tanta quanta ne ho io. Sei molto intelligente, sarai un ottimo medico, te lo assicuro. E per quanto mi riguarda, non ti abbandono.

I ragazzi del “team tirocinio” (tra cui soprattutto Cosi, che oltre a fare karate con me da un sacco di tempo, quest’anno ha pure iniziato Medicina). Ragazzi, voi siete un qualcosa d’incredibile. Siete un po’ come 5 fratellini minori, ma come medici sento già che sarete dei grandi. Per me rappresentate la potenza delle cose nuove che iniziano in tutto il loro splendore e con quella forza misteriosa che spinge le cose che nascono dall'ispirazione. Sono orgogliosa di essere la vostra tutor. Voi del 1° anno, io del 6°… eppure sono certa che ne faremo di strada insieme.

Lexy. Lexy è il caos. Siamo stati dei mesi a guardarci in cagnesco, più per scherzo che sul serio però, perché in fondo c’ispiravamo simpatia a pelle. E alla fine abbiamo rotto il ghiaccio. Gli voglio bene perché lui, giustamente, mi venera come Dea Onnipotente della Medicina e del Karate. Scherzi a parte, lui è un elemento completamente libero e sciolto da ogni catena, è impossibile non volergli bene quando ti arriva davanti a casa con un carrello rubato. Peccato che te l'abbiano fottuto, Lexy, un giro ce lo facevo volentieri. Tra l'altro sembra che sia anche diventato un bravo studente... Mah... La faccenda mi puzza, ma per adesso si starà a vedere. Grandissimo!

Wolfie. Che avevo fugacemente conosciuto già nel 2011, ma che ho rivisto più volte quest’anno con estremo piacere. Sei una ragazza stupendissima. Ti ringrazio per ogni singolo commento che lasci su questo blog (a proposito, ma tu ne terrai mai uno?), e che ispira sempre tanta positività e voglia di combattere contro i DCA. Fai venire voglia di combattere e non mollare, fai venire voglia di vivere. Sono felice di aver avuto modo di conoscere più a fondo una persona deliziosa come lei, e spero che continueremo a combattere insieme, fianco a fianco, e, magari, spero che riusciremo a vederci più spesso, nonostante la distanza fisica che ci separa, perché Wolfie è veramente una forza della natura.

Phagosome. Che ha un blog e un account di twitter che sono positività allo stato puro, che convincerebbero a combattere contro l’anoressia anche una pro ana sfegatata. Torna presto a scrivere, perché senza i tuoi post mi manca un pezzo! E continua sempre a combattere, anche se sono certa che con la tua forza interiore potrai fare tutti i passi avanti che vorrai, senza mai perderti d’animo. Ti stimo, ragazza!

Michela, Stefano, e tutto MNV. Il vostro impegno nella lotta contro i DCA è un qualcosa di eccezionale. Continuate sempre così. Al mondo c’è tanto bisogno di gente come voi.

Vicky. Perché credo in lei, la ammiro profondamente per il coraggio che ha. So che dovrà probabilmente soffrire ancora molto (bisogna essere realiste), ma è mia profonda convinzione che riuscirà a sconfiggere i suoi demoni perché è forte, cocciuta, determinata, dolce, e profondamente intelligente. Poi è capace di fare delle fotografie fichissime, quindi non può non essere ganza. Sei grandissima, e ce la farai, come tu ispiri me col tuo sorriso, adesso che stai attraversando un momento difficile vorrei essere io a darti un po' di carica in più!

Il dottor Tommaso B.. Tommaso è il mio naturale amplificatore. Io e lui siamo un ripetitore di cazzate ad azione altamente teratogena. Mi mancava qualcuno con cui fare assurde e deprimenti battute a sfondo neurologico, o con cui esaltare la bellezza del viscerum inversus o del "distinto inginocchiamento" dell'uretere sui vasi iliaci. Da dieci.

Lorenzo. Qui non basterebbe un post intero, forse neppure un blog. E' possibile conoscere una persona e dopo solo pochi giorni ritenere che sia il proprio fratello separato alla nascita? Evidentemente sì. Lori mi emoziona perché mi mette costantemente alla prova, e perché per me è un esempio di umiltà - cosa che a me manca assai - e di forza d'animo. Crede di non valere niente, ma lo adorano tutti. E io non credo nelle coincidenze pure e semplici. Poi se Giovedì si taglia davvero i capelli diventerà un figo della madonna e con tutte le donne che gli gireranno intorno non avrà più tempo per chiacchierare con sua sorella, ma intanto mi godo la nostra amicizia.

Jonny. Conoscenza molto recente, ma di sicuro impatto! Già che fa un certo effetto sentirla parlare in perfetto aretino, ma poi viene fuori che pure lei c'ha davvero i controcazzi. Finalmente ho avuto l’onore di conoscerti di persona. E, hai ragione, le foto non rendono, neanche quelle photoshoppate… ma in positivo, però. E non mi rompere, che sei decisamente più gnocca della media delle ragazze che posso aver mai visto in vita mia. Anche se ci siamo viste solo un paio di volte, ci siamo sviscerate a vicenda ed abbiamo commentato fino alla nausea la nostra lotta sempre più convinta contro l’anoressia. Ha un’intelligenza e un’acuità fuori dal comune. Le voglio bene soprattutto perché è un po’ come Fonzie, fa la dura, ma ha un cuore d’oro. (E ora infamami pure, a questo punto non ho più scusanti, me la sono cercata… ^^”) Se la smette di fare battutacce circa la mia fratta di capelli perennemente spettinati, forse le vorrò ancora più bene (e tanto ha poco da stare tranquilla, perché prima o poi qualsiasi strafica diventa storpia e/o demente e/o pazza).

Ringrazio anche tutte le persone false ed ipocrite che sono uscite dalla mia vita. Chi è andato è andato, e spero a fanculo. Il passato lo rimpiange chi non ha futuro.

Infine, un grazie più speciale degli altri. Ringrazio l’anoressia. Sì, proprio così. Grazie, anoressia. Mi hai fatto parecchio dannare e tuttora non molli la presa, ma grazie a te mi conosco meglio e costruisco la mia forza. Ma non ti preoccupare, perché l’idillio simbiotico che credevi di poter costruire cibandoti di me ormai l’ho sgamato da un pezzo. Continuerò a combattere contro di te, cercherò di stare ogni giorno un po’ meglio, e prima o poi dovrai andare incontro ad una remissione completa.

Cazzo che anno.

venerdì 21 dicembre 2012

15 idee per superare il Natale

Dato che, a dispetto delle profezie Maya, il mondo non è finito, ecco che si avvicina anche per quest'anno il Natale, una giornata non troppo facile da attraversare per chi ha un DCA. Poiché il Natale rappresenta indubbiamente un momento ansiogeno, come si può cercare di venire a patti con lo stress e con l’ansia che si prova nel dover vivere una situazione simile? Come tutti gli anni, voglio provare a darvi qualche piccolo suggerimento al riguardo, nella speranza che possa esservi anche solo un po’ utile…

1. Programmate. Se avete in programma di andare a trovare vostri amici o vostri parenti, pianificate in anticipo quella che potrebbe essere la situazione in cui andrete a trovarvi, in maniera tale da cercare di evitare stress e ansia extra. Se dovete pranzare con i vostri famigliari, potete pure far presente loro in anticipo che vi darebbe fastidio ricevere commenti sul vostro DCA o sulla vostra alimentazione durante il pranzo di Natale, e che dunque sono pregati di non farne.

2. Mangiate regolarmente. A prescindere da quello che possono fare le persone che vi stanno intorno, cercate comunque di mangiare semplicemente seguendo il vostro “equilibrio alimentare”.

3. Fate una lista. Scrivete ciò che vi va/non vi va di fare durante la giornata di Natale. Mettere le cose per iscritto aiuta a chiarire le idee, e ad evitare così di fare cose che si potrebbero rivelare controproducenti perché rinforzanti il DCA stesso.

4. Parlate con il vostro psicoterapeuta. Discutete con lo psicologo/psichiatra che vi segue di quali sono le vostre difficoltà in merito alla giornata natalizia. Lui sarà certamente la persona più adatta per suggerirvi strategie di coping per far fronte alle vostre preoccupazioni e alle vostre ansie.

5. Trovate un supporto. State vicino ad una persona che sa del vostro DCA, di cui vi fidate e con cui potete liberamente parlare di quello che vi mette in difficoltà, al fine di evitare che il DCA riempia per intero la vostra testa con i suoi pensieri distorti, mettendovi ancora più in agitazione.

6. Preparatevi le risposte. Se sapete che avrete a che fare con qualcuno che farà commenti sgradevoli su cosa/quanto mangiate, o sul vostro aspetto fisico, preparatevi in anticipo un repertorio di risposte con cui ribattere a detti commenti.

7. Offritevi di cucinare qualcosa. Se vi dà fastidio l’idea che il pasto sia cucinato da qualcuno che non è a conoscenza del vostro DCA, cucinate voi qualcosa e portatelo da casa, così sarete più tranquille rispetto a ciò che dovrete mangiare.

8. Siate flessibili. È tremendamente difficile, lo so. Ma, per quanto possa essere complicato, occorre considerare che le cose non sono necessariamente bianche o nere, ma che esistono infinite sfumature in mezzo. Se anche durante il pranzo di Natale mangiate più di quanto vi eravate prefissate, non è certo il pranzo abbondante di un giorno che modificherà significativamente il vostro peso. E lo stesso vale se mangiate meno (ma questa non è una buona scusa per farlo!).

9. Fate qualcosa di divertente. Organizzate qualche gioco, qualche attività che possa coinvolgere tutti quanti in maniera divertente: anche solo il fare questo aiuta a distrarsi dai pensieri che l’anoressia mette in testa.

10. Confidate in qualcuno. Spiegate a qualcuno di cui vi fidate e che sarà insieme a voi durante il pranzo di Natale quali sono i vostri problemi, e permettetegli di darvi consigli su ciò che è appropriato o meno mangiare, dato che l’anoressia falsa queste percezioni.

11. Fate solo quello che vi sentite. Declinate con educazione gli inviti, se vi rendete conto che certe situazioni potrebbero fomentare comportamenti in linea con l’anoressia. Questo non significa trovarsi una scusa per evitare ogni interazione sociale con gli altri, ma semplicemente essere consapevoli se si è forti abbastanza per tollerare una certa situazione ansiogena, o se questa porterà ad una ricaduta.

12. Lasciate perdere i cibi ansiogeni. Anche se per Natale è tradizione mangiare il pandoro o il panettone, evitate di farlo se questo vi fa stare male, e continuate a mangiare in maniera regolare seguendo il vostro “equilibrio alimentare”.

13. Parlate con il vostro dietista. Chiedetegli se è possibile adattare il vostro “equilibrio alimentare” appositamente per la giornata di Natale, così da non dover mangiare in maniera differente da tutti gli altri commensali, ma inquadrando l’alimentazione di quel giorno con l’aiuto del dietista potrete comunque trovarlo meno ansiogeno.

14. Non vi focalizzate sugli errori. Situazioni particolarmente ansiogene fomentano le ricadute. E il Natale indubbiamente lo è. Perciò, non consideratevi un fallimento se non doveste riuscire a seguire il vostro “equilibrio alimentare”: è un momento difficile, nessuno vi richiede la perfezione… non chiedetevela da sole.

15. Fissate degli obiettivi. In primo luogo, in termini di positività: non concentratevi sulle ricadute, bensì su quello che siete riuscite a fare correttamente, sui progressi. In secondo luogo, in termini di progetti: anziché focalizzarvi sul cibo o sul corpo, pensate a quello che vi piacerebbe fare… e datevi la possibilità di farlo.

P.S.= Sul blog di Marta (www.spazioaiuto.it) potete trovare un post che tratta parimenti della tematica di Natale e DCA… passate a darci un’occhiata, se vi va!! ^__^

P.P.S.= Vi abbraccio strette, una ad una, e dato che credo di non aver modo di tornare su blogger prima di Natale, gli auguri ve li faccio adesso…

venerdì 14 dicembre 2012

A te, che vuoi assolutamente diventare anoressica

Nel post precedente ho utilizzato un tono ironico, per cui forse alcune delle cose che ho scritto sono passate sotto la luce di iperboli tirate all’estremo per mettere in ridicolo certi comportamenti e per lanciare provocazioni.

Perciò, stavolta in tono più realistico, ecco quello che vorrei dire non semplicemente alle ragazze pro ana/pro mia, ma anche e soprattutto a tutte quelle ragazze che si sentono sull’orlo dell’abisso, e che intravedono nella restrizione alimentare una possibile soluzione ai loro problemi, o comunque un qualcosa che potrà aiutarle a stare meglio.

Se stai pensando che se inizi a restringere l’alimentazione sia comunque possibile smettere in ogni qualsiasi momento, e tornare a com’era prima che tutto ciò iniziasse, alla tua consueta (e forse un po’ anche sottovalutata) “normalità”, sappi che non è così che stanno le cose.

Se stai pensando che tu sei veramente in grado di controllare la situazione, e che perciò non succederà mai e poi mai che tu possa perdere il controllo, se stai pensando che ogni tua scelta, alimentare e non, sarà sempre e solo una tua libera scelta, se pensi che puoi smettere quando vuoi e che il tuo corpo a quel punto tornerà a mandarti normali segnali di fame/sazietà, se pensi che certe cose non possono certamente accaderti… sappi che ciò è quello che tutte abbiamo pensato, prima. Tutte. Nessuna esclusa.

Se credi che dimagrire sia l’unica cosa che possa farti sentire meglio con te stessa, sappi che non è così che stanno le cose. Sappi che non sarai mai abbastanza magra da trovare te stessa, ma solo abbastanza magra da perderti.

Se ti sembra che controllare quello che mangi ti faccia sentire in grado di controllare ogni singolo aspetto, ogni singola piega della tua vita, ci sei già dentro.

Perciò, se sei sul punto di scegliere il sintomo anoressico, pensaci bene. Perché a prescindere da ciò che ti ha guidato in questa direzione, ci sarai dentro fino al collo ancor prima che tu te ne renda conto.

Inizialmente sarà la cosa più strafiga del mondo: ti sentirai forte, soddisfatta, più sicura di te stessa, ti sembrerà di poter controllare tutto, e questo ti farà sentire una gran ganza, ti farà stare di un bene senza precedenti, e desidererai non staccarti mai da tutto questo… ma è proprio nelle prime fasi che, se ti rendi conto che queste sono tutte solo illusioni ed intervieni rapidamente per stroncarle sul nascere, avrai le maggiori possibilità di arrivare ad una remissione stabile e completa. Ma quando avrai le maggiori possibilità di arrivare ad una remissione stabile e completa, non ti renderai neanche conto di essere incappata nella malattia.

L’anoressia non è semplicemente restringere l’alimentazione e sentirsi in controllo per questo, e la bulimia non è solo mettersi un dito in gola e sospirare di sollievo per aver eliminato il contenuto di un’abbuffata.

Avere un DCA non è solo il compendio delle sensazioni positive che si provano nella “fase luna di miele”, nella fase iniziale del disturbo.

Avere un DCA significa non voler uscire più di casa perché sei così magra che la gente non la smette di guardarti lanciandoti occhiate di biasimo, pena o preoccupazione, perché pensa che sei un’idiota esibizionista o una malata terminale. Non voler più uscire di casa perché sei ossessionata all’idea che tutti possano guardarti. Non poter uscire più di casa perché non hai neanche le energie fisiche per farlo.

Avere un DCA significa uscire di casa e fare camminate chilometriche a ritmo serrato, senza neanche vedere quello che ti sta intorno perché la tua testa è fogata a pensare al fatto che questo ti aiuterà a perdere peso più rapidamente e, soprattutto, la ritualità della cosa ti trasmetterà quel controllo che tanto vuoi sentire. Uscire di casa e sentirti peggiore di ogni singola persona che incrocerai, sentirti inferiore, sentirti non abbastanza, e trovarti la sera a tagliarti perché l’anoressia prevaricherà del tutto il raziocinio.

Avere un DCA significa che non ti potrai vivere più un’Estate decente, perché girerai comunque in felpa e pantaloni lunghi per cercare di nascondere la perdita di peso e proteggerti dal freddo che sentirai anche sotto il sole a picco, e non indosserai mai più un costume da bagno, perché ti sentirai assolutamente inadatta e magari ti vergognerai pure delle cicatrici che ti sei inferta dappertutto. Quelle cicatrici che ti porterai fuori e dentro. Per sempre.

Avere un DCA significa perdere anni di scuola e/o di lavoro perché non riesci ad essere più produttiva, perché la carenza alimentare comporta una carenza nella sintesi di neurotrasmettitori che non ti renderanno in grado di concentrarti adeguatamente su quello che dovresti fare, e tutto il tempo che avresti dovuto dedicare allo studio/al lavoro, sarà riempito da ansie e paranoie. Perdere anni di scuola e/o lavoro significa precludersi tantissime possibilità per il futuro.

Avere un DCA significa non poter più fare sport perché avrai un rendimento così basso che non sarai più in grado di conseguire risultati che ti permettano di rimanere nel mondo dell’agonismo. E significa che col tempo addirittura odierai lo sport, perché lo inquadrerai solo come un dovere che è necessario espletare per raggiungere un peso inferiore quanto più rapidamente possibile, e perderai tutto il piacere degli allenamenti o del condividere quel tempo con i tuoi compagni di squadra.

Avere un DCA significa non andare più in vacanza con gli amici, non andare più a mangiare una pizza con gli amici, non avere più amici.

Avere un DCA significa perdere la salute, perché sebbene ci siano modificazioni fisiche che rientrano nella norma se riprenderai un regime alimentare adeguato al tuo fabbisogno giornaliero, ci sono alcuni danni irreversibili: osteoporosi, danni dentali, danni renali, infertilità e così via.

Avere un DCA significa estraniarsi da qualsiasi cosa e persona al mondo, perché poco a poco cominceranno ad esistere solo te stessa e i tuoi pensieri ossessivi. E i pensieri ossessivi prevarranno su tutto: lavoro, scuola, sport, hobby, amici… su tutto il tuo mondo. E allora trascorrerai giornate su giornate chiusa in casa, ad ammazzarti sulla cyclette o sul tapis-roulant se sei entrata nella spirale anoressica, oppure ad abbuffarti e vomitare se sei entrata nella spirale bulimica, e più passerà il tempo, più rompere il circolo vizioso diventerà difficile. E poiché a questo punto quello che ti sembrava di poter controllare è in realtà ciò che ti controlla spietatamente, e poiché da sola sarai incapace di toglierti da quest’impasse, ti sentirai talmente rassegnata che penserai di non meritarti neanche di ricevere aiuto.

Non riuscirai più a dormire bene, vuoi perché il sottopeso altera il regolare ritmo sonno-veglia, vuoi perché arriverai addirittura a pensare che durante le ore di sonno il metabolismo si abbassa, e questo è un rallentamento al tuo processo di dimagrimento che non puoi assolutamente permettere.

Ti specchierai e non t’identificherai neanche più in quel riflesso, perché sarai sempre più spaesata, sempre più persa dentro i meandri dell’anoressia.

Quieterai la tua perenne ansia solo carezzando le creste iliache sporgenti prima di addormentarti, ma non durerà che per pochi minuti, perché poi verrai presa dal panico per non essere ancora magra abbastanza, ovvero essenzialmente per non essere ancora in controllo abbastanza, e seppure consapevole della tua magrezza inestetica e non salutare, seppure tu stessa più o meno inconsciamente preoccupata per le tue condizioni di salute, continuerai a restringere l’alimentazione perché la sensazione di controllo che sul momento ne deriva sarà diventata la droga di cui non riuscirai a fare a meno.

Non avrai più amici, progetti, sogni, aspettative, perderai la speranza nel futuro; tutto si ridurrà a un perenne senso di vuoto e a paranoie che ossessionano la tua mente ma che non riesci ad allontanare, e alla spasmodica brama di percepire quell’illusorio controllo che è l’unica cosa che riesce a farti sentire patologicamente bene.

Tutto diventerà insopportabile, e desidererai solo quella “normalità” che all’inizio rifuggivi tanto in nome dell’illusoria e transitoria sensazione di “specialità” che pareva trasmettere l’anoressia, e desidererai non aver mai cominciato.

Ma, inizialmente, nessuna credeva di entrarci. Perché, figuriamoci, un disturbo alimentare è un qualcosa che succede agli altri. Si pensa sempre che succeda tutto agli altri.

Perciò, non è importante se inizi a restringere l’alimentazione perché hai dei problemi in famiglia, perché hai una bassa autostima, perché non vuoi più sentirti mediocre, perché senti il bisogno di avere la sensazione di controllare almeno una cosa nella tua vita, o perché hai un malessere interiore che non riesci a sfogare altrimenti.

 Sappi che, mentre stai già pensando che per te è impossibile cadere nell’anoressia, che restringerai l’alimentazione solo per poco tempo, e che potrai smettere quando ti pare, ti sta già succedendo. Ti stai già dannando.

Salvati.

Sei meravigliosa.

venerdì 7 dicembre 2012

Perchè l'anoressia è meravigliosa

Questo è un post dichiaratamente ad elevato tasso d’ironia... se non condividete questo modo di scrivere siete gentilmente pregate di abbandonare immediatamente il blog.

Questo post spiega perché l’anoressia è estremamente strafiga e dunque perché dovete assolutamente provare ad averla.

Se siete pro ana/pro mia dovete leggere questo post ad ogni costo!! 

Le malattie mentali sono una ganzata totale. Se non ne avete una, non siete alla moda! Questo spiega perché su blogspot ci siano un sacco di blog pro depressione e pro disturbo bipolare, giusto??!

Okay, allora immaginate questo.
Sei una stereotipata ragazzetta adolescente o poco più che vuole perdere qualche chilo per non sfigurare d’Estate quando andrai al mare e ti metterai in costume. OVVIAMENTE c’è una e una sola cosa da poter fare: affamarsi, digiunare il più possibile, e cercare di avere una malattia che per pura sfiga non avevi già. Così cerchi di mangiare meno di 500 Kcal al giorno, apri un blog pro ana/pro mia, posti thinspiration, diari alimentari, e incoraggi tutti quanti a non mangiare.

Ora, immaginate questo.
Hai un blog pro ana, e ci capita per caso una quattordicenne. E’ una ragazzina insicura, che non si piace molto, con poca autostima, con problemi familiari e scolastici, magari vittima di bullismo o qualcosa del genere, con poche e punte amicizie, e si mette a leggere il tuo blog. Dato che tu presenti l’anoressia come un qualcosa di totalmente accattivante, un qualcosa che fa diventare belle e magre, insomma, praticamente prive di ogni qualsiasi altro problema e quindi perfette, la quattordicenne decide che non avere problemi è proprio quello che vorrebbe. Così inizia a restringere l’alimentazione. CONGRATULAZIONI! Sei una delle tante concause che ha portato una quattordicenne a sviluppare l’anoressia, una malattia psicofisica che è estremamente difficile da combattere, e della quale si porterà dietro gli strascichi vita natural durante. Una malattia che comprometterà ulteriormente i suoi rapporti coi familiari, con quei pochi amici, la sua carriera, la sua mente, il suo fisico, il suo futuro, la sua vita. Ma chi se ne importa, no?! In fin dei conti, non è come se l’avessi aiutata ad ammalarsi di cancro!

Quindi, torniamo a te, la ragazzetta stereotipata. Fai la fame, magari girando per blog impari anche qualche trucco su come fare a vomitare se si presenta un’abbuffata e cerchi di sfinirti di attività fisica. Hai perso qualche chilo, WOW!

Vai avanti così per un po’, poi una mattina ti alzi da letto e, oh, che cos’è questa? Ah, una bella gumea di capelli che son caduti. Ti tocchi la testa e, ehi, i capelli sono più radi e sottili. Meglio: consumerai meno shampoo quando dovrai lavarteli.

Ancora avanti con la restrizione alimentare e quant’altro, e un giorno stai facendo un compito in classe, tutto attorno a te è silenzio, tranne il tuo stomaco che brontola così forte da far girare tutti nella tua direzione. Tu fai finta di niente, tutt’al più accusi la motosega che stanno sicuramente utilizzando nell’aula a fianco, e continui a fare il tuo compito sul quale non riesci a concentrarti perché hai una fame dannata ma poco glucosio al cervello per produrre idee senzienti. Però, ehi, hai perso almeno 10 chili da quando hai iniziato a digiunare, quindi che cos’è un’insufficienza di fronte a 10 chili?! Alla fine della giornata, la professoressa ti chiama da parte e ti dice che è preoccupata per te. Sei pallida, hai le occhiaie, la tua pelle è secca (ma che splendore che sei, ragazza mia!), hai i capelli sfibrati e ridotti numericamente ai minimi termini (ma tanto tu mica volevi i capelli lunghi, vero?!), e le dita delle mani sono gelide e livide. Ma tu rassicurerai la tua insegnante dicendole che stai bene, fino a che avrai la possibilità di appiccicarti al tuo computer, di scrivere sul tuo blog, e di incoraggiare tutte le tue followers a stay strongare e continuare a digiunare e dimagrire.

Ad un certo punto, ovviamente, ti sparisce il ciclo. Ma tu sei ben lungi dal preoccuparti, anzi, è un altro segno del fatto che sei effettivamente dimagrita, quindi non stai certo a pensare al fatto che la scomparsa del ciclo sia un meccanismo di difesa che il corpo attua per cercare di risparmiare quante più calorie possibile, visto che non gli vengono adeguatamente fornite. Dunque esulti perché adesso non c’è più quel fastidio mensile di doversi cambiare un assorbente ogni 3 ore, ma soprattutto puoi trombare come un riccio senza neanche più doverti preoccupare di prendere la pillola del giorno dopo. (*)(vedi nota a fondo post) 

Vai avanti a non mangiare e a perdere peso, ed ecco che vieni esclusa dalla squadra dello sport che pratichi. “E’ ridicolo! Nessuno può permettersi di buttar fuori qualcuna dalla squadra solo perché pensa che sia anoressica!”, dirai tu. Ma, indovina un po’? Con quel peso irrisorio le tue prestazioni fisico-sportive sono così scadenti che l’intera squadra ne risente negativamente. Ma tanto tu non avevi certo intenzione di andare alle Olimpiadi, quindi che importa?

Dunque, adesso non hai neanche più lo sport a cui dover badare. Ma, ehi, c’è sempre la scuola. È l’ora di Chimica, e tu stai seduta al tuo banco e cerchi di concentrarti sulla lezione, su quello che la professoressa sta dicendo, ma tutto ciò cui riesci a pensare riguarda il tuo corpo e l’alimentazione. Calorie. Peso. Attività fisica compulsiva. Insomma, perché pensare alla Chimica, che è pure una materia un po’ pallosa? Prima che tu te ne renda conto, arriva il giorno del compito di Chimica, i tuoi compagni di classe sono ben preparati, ma tu non riesci a concentrarti adeguatamente. E lo stesso vale per ogni qualsiasi altro compito. Così i tuoi voti prima magari anche brillanti, cominciano a poco a poco inevitabilmente a calare.

E calano anche le tue relazioni sociali, perché accidenti, tu tutto il pomeriggio lo devi passare sulla cyclette, per essere sicura di bruciare quelle 300 Kcal scarse che hai assunto, e questo è ben più importante che andare in giro con gli amici, mi pare ovvio! Magari succede che i tuoi amici si preoccupano per te, cercando di capire cosa c’è che non va, al che tu passi sulla difensiva e gli svendi un mare di balle, perché è risaputo che raccontare bugie stimola la fantasia, dopodiché li chiudi fuori dalla tua vita perché cominciano a fare troppe domande e, insomma, ma la gente un po’ di affari suoi mai, eh?! Alla fine, insomma, i tuoi amici si sdanno e si allontanano perché non ce la fanno più a rimanere a guardare il modo in cui hai scelto di suicidarti lentamente.

I tuoi genitori cercano di fare qualcosa per te, ma non sanno esattamente come comportarsi, perché tu anziché parlare con loro ti chiudi in camera tua e ti piazzi davanti al computer per scrivere un post sul tuo blog nel quale frigni su quanto siano cagacazzo i tuoi familiari che non ti lasciano essere anoressica in pace, e già che ci sei esasperi e drammatizzi pure la narrazione al fine di ricevere una serie di commenti-fotocopia a base di “ti capisco”, “i genitori non capiscono niente, ma tu continua a seguire Ana” e “stay strong”. Le lotte intestine con i tuoi genitori continuano per un bel po’, ma è colpa loro perché sono dei gran rompicoglioni. I rapporti tra tutti i membri della famiglia peggiorano nettamente, ma è colpa loro perché non ti lasciano in pace.

E, ovviamente, non avrai mai un fidanzato. Non perché sei “grassa”, ma perché sei piena di fisse e paranoie, ossessioni, problemi, priva di emozioni, un guscio vuoto, l’ombra di una ragazza. E nessuno che può avere una ragazza “normale” sceglierebbe di stare vicino ad un coacervo di problemi psichiatrici. Ma a te che importa, oggi il dire che sei “single” va così di moda!

E infine, parliamo del suicidio. No, è ovvio che tu non vuoi ammazzarti, ci mancherebbe!! Vuoi soltanto raggiungere la perfezione perdendo qualche chiletto.
Notizia divertente: dati estrapolati da studi scientifici alla mano, l’anoressia riduce di circa 30 anni la spettanza media di vita di chi ne è affetta. 

Per tirare le fila: perdi tutti i tuoi amici, ti allontani dai tuoi genitori, la scuola/il lavoro va da schifo, e molto probabilmente perderai anni di scuola o verrai licenziata perché non più adeguatamente produttiva, e presumibilmente non riuscirai a concludere niente. Non avrai un fidanzato, non potrai avere figli per quella che è la compromissione fisica conseguente una restrizione alimentare che si protrae molto a lungo, compromissione fisica che farà malfunzionare anche molti altri organi e ti darà un sacco di problemi. Restringerai l’alimentazione come forma di coping contro qualsiasi cosa, perché non avendoli mai affrontati non saprai come gestire altrimenti nessuno dei tuoi problemi, avrai la mente devastata dalle solite fisse e ossessioni, ed infine, chiusa nel tuo appartamento, distante dal resto del mondo, morirai.

Ma, meravigliose ragazze pro ana/mia, continuate a desiderare l’anoressia e a scambiarvi consigli sui vostri blog su come fare a non mangiare, d’accordo??!...

(*) Giusto per mettere i puntini sulle “i”… (e, al di là del post ironico, in questa nota sono seria) Il fatto che ci sia l’amenorrea che comunemente accompagna il sottopeso marcato, non significa che non si possa rimanere comunque incinta dopo un rapporto sessuale. L’amenorrea, infatti, è l’assenza di mestruazioni… non l’assenza di ovulazione! Ergo, se anche non avete il ciclo, potreste comunque essere ancora in grado di ovulare, e dunque un rapporto sessuale compiuto senza prendere le dovute precauzioni può comunque determinare una gravidanza. E, naturalmente, al di là del discorso della gravidanza, non occorre certo che vi dica io quant’è importante, per ovvi motivi di malattie sessualmente trasmissibili, prendere le dovute precauzioni ogni qualvolta si ha un rapporto sessuale, vero??!...
 
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