Come gli alchimisti trasformavano il ferro in oro… voi potete trasformare l’oscurità in luce. Siete tutte benvenute.

sabato 31 ottobre 2009

A voi la parola / 12

“A voi la parola” di questo mese lascia spazio alle riflessioni di Almacattleya, che ha deciso di condividere con noi i suoi pensieri sul tema della “bellezza”, una “bellezza” che lei intende non come senso estetico, ma nel campo della vita. E quale interpretazione migliore?

Qualche ora fa sento un ragazzo che conosco narrare della famosa scena del sacchetto di “American Beauty” (chi non l'ha visto, dovrebbe farlo) e riporta le parole del film e così mi riporta a quello stupore iniziale quando l'ho visto per la prima volta, a quella meraviglia di fronte ad un normale comunissimo sacchetto di plastica che, grazie a un vento leggero, prende vita e danza. Siamo noi quelli che guardiamo quel sacchetto e siamo sempre noi che ci commuoviamo di fronte a questa piccola “...bambina che chiede di giocare...”. Perché è così la vita: ci chiede di giocare momento per momento, attimo per attimo. Ci chiede di essere presenti e attraverso la bellezza ce lo ricorda sempre come se fosse una promessa da mantenere. La bellezza non è solo quella dei concorsi, non è solo quella del quesito "Preferisci un/a uomo/donna bello/a ma stupido/a o brutto/a ma intelligente?", la bellezza non è solo un fattore estetico dove vige un'armonia così rigida che ogni menomazione viene scartata. Anche in chi è menomato c'è bellezza perché c'è vita in lui. La bellezza è qualcosa che ti ferisce, è come una tempesta che ti coglie impreparato e che ti ferisce, ma tu non senti dolore. Magari scende una lacrima, ma è per dire "...grazie, grazie per essere passata, per avermi lasciato il segno" e come il ragazzo del film ricorderai sempre.
Allego qua sotto aforismi di personaggi famosi più o meno conosciuti riguardo la bellezza:
- La bellezza delle cose esiste nella mente che le contempla. (David Hume)
- Bellezza è l'eternità che si contempla in uno specchio; noi siamo l'eternità e noi siamo lo specchio. (Kahlil Gibran)
- Ciò che ho sempre cercato è la bellezza in tutte le sue forme. (Joan Crawford)
- Io non amo la gente perfetta, quelli che non sono mai caduti, che non hanno mai inciampato. A coloro non si è svelata la bellezza della vita. (Boris Pasternak)
- Il mistero della vita sta nella ricerca della bellezza. (Billy Wilder)
- La bellezza ci può trafiggere come un dolore. (Thomas Mann)
- La bellezza è verità e la verità è bellezza. Questo è tutto ciò che voi sapete in terra e tutto ciò che vi occorrerà sapere. (John Keats)
- La bellezza non può essere interrogata: regna per diritto divino. (Oscar Wilde)
- La vera bellezza, dopotutto, sa nella purezza del cuore. (Gandhi)
- La bellezza non sta nel viso, ma nella luce nel cuore. (Kahlil Gibran)
- Non incontrerai mai due volti assolutamente identici. Non importa la bellezza o la bruttezza: queste sono cose relative. Ciascun volto è simbolo della vita. E tutta la vita merita rispetto. (Tahar Ben Jelloun)
- La bellezza è estasi; è semplice come l'odore del cibo. Non si può dire altro sostanzialmente, è come il profumo di una rosa: lo puoi solo odorare. (William Somerset Maugham)
- La bellezza non è che il disvelamento di una tenebra caduta e della luce che ne è venuta fuori (Alda Merini)
Altri aforismi della bellezza ce ne sono. Intanto io voglio finire con un aforisma di Dostoevskij:
La bellezza salverà il mondo


Cara Almacattleya, ti ringrazio per le tue parole e le tue riflessioni.
E’ vero, la bellezza è in tutto ciò cui noi associamo questo termine, un qualcosa che deroga per lo più completamente dall’esteriorità per andare a far affiorare un interiorità bruciante e ricca di meravigliose sorprese. L’interpretazione che noi diamo a ciò che ci circonda e a come lo viviamo è la chiave per afferrare la vera bellezza di tutto ciò che ci circonda.

La tua raccolta di aforismi sulla bellezza è una vera iniezione di positività! Ragazze, vi consiglio di riportarvi queste frasi su tanti Post-It e di appenderle sulla parete della vostra camera, o comunque ovunque possiate leggerle quando vi sentite un po’ giù, per rientrare subito in rotta e ripartire con più grinta e determinazione che mai; perché ciascuna di queste frasi parla al cuore e dice veramente come stanno le cose sul serio.

A proposito, qual è il vostro aforisma sulla bellezza preferito?
Anche rispondere a questa domanda è un buon primo passo per scoprire su quale frase concentrarsi per mantenere il pensiero positivo…

P.S.= Qualcuna di voi domani sarà a Lucca per il “Lucca Comics & Games”?? Io sì, faccio la cosplayer… ^__^

mercoledì 28 ottobre 2009

Domanda #3: Lavori in corso

“C’è stato un momento preciso in cui hai cominciato a combattere contro l’anoressia piuttosto che subirla? Oppure è avvenuto tutto in maniera molto fluida, man mano che ti facevi i tuoi ricoveri? In che cosa consiste la tua battaglia giornaliera contro l’anoressia?
Te lo chiedo perchè sto vivendo un momento in cui non mi sembra di stare “attivamente” combattendo… come se mi stessi adagiando sui progressi fatti e lasciassi semplicemente scorrere in avanti la mia vita.

e
ti dedichi unicamente alla lotta contro l’anoressia?”

Ho promesso di rispondere ad ogni domanda, quindi oggi tocca a quelle che mi ha rivolto Wolfie. Mantenendo fede alle mie parole, chiunque voglia aggiungere qualche altra domanda, lasci un commento a QUESTO POST. Un po’ alla volta, state certe che risponderò a tutte.

Non posso indicare a dito un momento preciso in cui ho iniziato a combattere l’anoressia, poiché più volte ho avuto questo proposito, ho iniziato un percorso di ricovero, e poi mi sono smarrita per strada; tuttavia ognuna di queste volte il tutto è iniziato nel momento in cui mi sono resa conto che l’anoressia occupava talmente tanto spazio nella mia vita da aver cancellato ogni altra cosa. Il desiderio di riappropriami della mia vita – o meglio, di costruire qualcosa di nuovo, è sempre stata la molla che mi ha spinto a reagire, perché con l’anoressia stava finendo tutto, e io non volevo che tutto finisse così. Certo, quella contro l’anoressia è una battaglia che si compone di più fasi: una cosa è abolire i comportamenti restrittivi nel confronti del cibo, forse, per certi aspetti, la parte “più facile”, un’altra è confrontarsi con gli aspetti “mentali” dell’anoressia.

Per quanto riguarda la mia battaglia giornaliera, cerco di esautorare l’importanza dell’anoressia sulla mia vita: tento di oppormi ai comportamenti disfunzionali che tendo ad avere nei confronti del cibo, che cerco di visualizzare come una “medicina”, m’impongo di mangiare tutto quanto prescritto nell’ “equilibrio alimentare” che mi ha assegnato la mia dietista, mi dico “No!” quando mi assale la tentazione di fare checking, e cerco di evitare tutte le situazioni che potrebbero mettermi ansia e farmi riprecipitare nel pattern mentale dell’anoressia. Inoltre, tengo questo blog in cui cerco di dare una mano alle persone che stanno combattendo la mia stessa battaglia, e che mi aiuta a mantenermi nella giusta direzione.

Penso che tenere questo blog sia una parte molto importante nel mio percorso di ricovero: se non mi sforzassi ogni giorno di lottare contro l'anoressia, non riuscirei a darvi una mano come sto cercando di fare. Se dentro di me non ci fosse ancora la convinzione che combattere contro l'anoressia val la pena, credo proprio che non potrei scrivere i post che scrivo con una tale convinzione e sincerità. Non riuscirei ad esprimermi in questo modo, e non riuscirei a darvi consigli che, per esperienza personale, capisco essere funzionali.

Penso che, Wolfie, quando tu dici che ti senti come se non stessi "attivamente" combattendo, ma semplicemente facendo fluire la tua vita, questo significhi che in realtà hai già fatto molti passi avanti sulla strada del ricovero. Quando la vita va avanti ed è semplicemente vita, vuol dire che i pensieri indotti dall'anoressia si stanno poco a poco affievolendo. Io adesso ho un peso corretto, ma mi rendo conto che mi capita di ricadere nei tipici trip dell'anoressia: perciò uso regolarmente rinforzi positivi che mi aiutano a continuare ad andare avanti nella giusta direzione. Anche se è passato del tempo dall'ultima volta che ho ristretto l'alimentazione, certi pensieri continuano a tornare. E' per questo che sto tuttora combattendo.

Quando ho cominciato a combattere contro l'anoressia, non mi sono resa conto immediatamente che stavo meglio, ma poco a poco ho cominciato a stare meglio (mentalmente, emozionalmente e fisicamente) per un lasso relativamente lungo di tempo. Ovviamente non ho la pretesa nè la presunzione di riuscire a staccarmi totalmente dal mio vissuto, ma voglio essere quanto più sicura possibile che non avrò altre gravi ricadute, che non mi farò più influenzare da cose e persone, che proverò a vivere unicamente per me stessa in maniera sana.

Anche se sono stata ricoverata in un centro specializzato per DCA 5 volte, ho continuato ad avere ricadute, miriadi di pensieri disfunzionali e distorti, e anche se in certi momenti mi sentivo meglio, non stavo veramente bene. Ho cominciato a combattere seriamente poco più di un anno fa, Maggio 2008, e ancora non riesco a vedere tutto con chiarezza. Però credo che combattere sia già una vittoria.

Una precisazione - e questa per chiunque stia leggendo: non pensate neanche per un attimo che io sia una persona particolarmente forte, o determinata, o definitivamente fuori dal trip dell'anoressia. Non pensate che io non abbia momenti più tranquilli e momenti neri, come ogni qualsiasi essere umano. E non pensate che non ci siano giorni in cui, mettendomi davanti allo specchio, detesti il mio corpo. Mi sto confrontando con l'anoressia esattamente come tutte voi, ed è come se mi portassi appeso alla schiena un cartello con su scritto: "Lavori in corso". Ma sto combattendo... e potete farlo anche voi. Credetemi quando vi dico questo. Se mi aveste conosciuta, non so, anche solo 2 o 3 anni fa, avreste pensato che non avrei mai potuto essere la ragazza che sono oggi. Avreste visto una ragazza sottopeso, in perenne lotta contro se stessa, priva di speranza, completamente preda dell'anoressia. Avreste visto una persona con una marea di problemi tenacemente aggrappati ad un corpo troppo sottile per sostenerne il peso. Avreste visto l'ossessione, la distorsione, la perversa determinazione, il vuoto. Avreste visto una ragazza di fronte alla quale i medici scrollavano le spalle sussurrando: "Ah, la Veggie... bè, ma tanto quello è un caso cronico...". Oggi sono diversa. E' per questo che so che è possibile combattere e cambiare la propria vita. Se non lo sapessi, non scriverei su questo blog. on avrei tutta questa sicurezza e convinzione quando vi dico che potete farcela TUTTE.

Per chiunque stia pensando che io sia la wonder woman dell'anoressia, sappiate che sono assolutamente una ragazza "normale". Nè più e nè meno, esattamente come ciascuna di voi. Per questo so che ce la potete fare tutte quante. Perchè io lo sto facendo.

domenica 25 ottobre 2009

Domanda #2: Serrature e chiavi

Oggi rispondo alla domanda di Milly che mi chiede:

“Quando ci si ammala di DCA non c'è mai un solo motivo, ce ne sono migliaia, tra cui alcuni certamente più importanti. Non so se tu ne hai già parlato in questo blog, se non è così allora ti chiedo quali siano state le TUE cause. E... adesso, in tutta onestà, in quale misura definiresti tua la vita che stai vivendo?”

Quand’è che veramente è cominciato tutto, con l’anoressia? E perché?

Sto scavando per trovare una risposta a queste domande. Ha veramente importanza, alla luce di come si sono poi evolute le cose? Non ne sono sicura. Sono bombardata da ricordi che riemergono dalla profondità della mia mente e sembrano suggerirmi qualcosa, senza però riuscire a capire se sono fatti significativi di per sé, o solo alla luce di ciò che mi è successo. Se non fossi diventata anoressica, queste memorie avrebbero veramente avuto importanza? Rammento brevi momenti del tempo in cui non sapevo neanche cosa significasse la parola “anoressia”… ma forse già in quei momenti l’anoressia aveva cominciato a gettare la sua ombra nella mia vita.

Se mi permetto di ritornare indietro nel tempo con la mente, ricordo che sono sempre stata una bambina magra. Questo veniva portato alla mia attenzione non tanto dagli specchi quanto piuttosto dalle persone che erano parte della mia vita di bambina. “Magra” era sempre una bella cosa – un qualcosa di sui essere orgogliosa. “Magra” era un complimento. “Magra” era qualcosa che gli altri avrebbero voluto essere. “Magra” era quello che attirava l’attenzione altrui. “Magra” era quello che mi rendeva speciale.

Quando avevo più o meno 6 anni, andai al compleanno che una mia compagna di classe aveva organizzato in piscina. Non che fossimo amiche, ma i miei genitori conoscevano bene i suoi, quindi pensai che fosse educato partecipare.

Mi ricordo. In costume dal bagno sul bordo di una piscinetta, sette o otto bambine tutt’intorno a me, poi una sorta di “gara”. Ci mettemmo in fila in un ordine preciso: dalla più grassa alla più magra. Non sapevo se sarei stata in cima alla linea, ma mi ricordo che mi sentii sollevata del fatto che mi sarebbe stato risparmiato un non necessario imbarazzo, dal momento che ero magra. Questa parola, ancora una volta. Magra.

Una per una, dovevamo saltare nella piscina in ordine, e la più magra avrebbe saltato per ultima. Tutte dovevano essere d’accordo su quale di noi avrebbe dovuto essere la successiva a saltare, esaminando i nostri corpi in un modo estremamente preciso per delle bambinelle di 6 anni.

Poi…
Due di noi erano rimaste in piedi sul bordo.
Le altre ci guardavano, discutevano, poi la decisione.
Veggie è la più magra.
È l’ultima che deve saltare.


Io avevo vinto.
Io ero speciale.

Com’è possibile che cose del genere accadano davvero?

Com’è possibile che un gruppo di bambinette di 6 anni possa fare una cosa del genere? Com’è possibile che reputino totalmente accettabile e divertente creare una “gara” in cui la partecipante migliore è la più magra? Non essere affatto impressionate, toccate da questa designazione? Non capire da cosa dipenda il fatto di essere più magre o più grasse, ma semplicemente stilare una classifica su questo? Trovare necessario il confronto?

Ripensandoci adesso, mi fa rabbrividire.

Perché ricordi come questo s’imprimono nella mente per essere ripescati singolarmente anni e anni e anni dopo?

La nostra mente è modellata in maniera tale per cui anche episodi apparentemente insignificanti come questo, che avvengono in tenera età, possano fomentare l’anoressia? O la nostra mente è già comunque indirizzata verso una certa direzione? Siamo noi a scegliere, o siamo già state scelte?

Domande, domande, domande. Non penso che, in fin dei conti, la risposta sia importante.

Penso che guardarsi dentro con onestà, imparare da noi stesse, capire cosa fare con quelli che i nostri pensieri SONO – e non ha importanza com’è che sono diventati tali – sia la chiave.

La chiave.

La vera domanda, perciò, diventa: Se hai la chiave, dov’è la serratura? O, più nello specifico, dove sono le serrature?

Abbiamo un sacco di serrature dentro di noi. Alcune appartengono ai nostri comportamenti passati. Alcune alle nostre memorie consce. Alcune alle nostre memorie inconsce. Alcune al nostro vissuto, al nostro background. Alcune al nostro carattere. Alcune all’ambiente in cui siamo cresciute. Alcune alle persone con cui siamo cresciute. Alcune ai sentimenti che abbiamo provato. E così via. Ci sono tantissime serrature.

Quel che richiede così tanto tempo è trovarle tutte – ciascuna di esse senza esclusione – e inserire la chiave. E girarla. E vedere lo spiraglio di luce nel momento in cui si ha un’epifania… o una rivelazione… o semplicemente una certezza che regala un momento di pace.

Pace.

Alcune delle serrature sono nascoste. Ma una volta che, a poco a poco, le avrete trovate tutte, la luce entrerà e vi riscalderà. Non ci sarà più un pantano alla fine del tunnel. Ma solo crescita e consapevolezza ogni giorno maggiore, in un processo che dura per tutta la vita.

È difficile, lo so, sono la prima ad ammetterlo. È dura trovare tutte le serrature e prendere la (coraggiosa) decisione di girare la chiave. Ma è un qualcosa che bisogna cercare di fare. Un qualcosa su cui bisogna cercare di lavorare. Quello che sto cercando di fare anch’io. Per non vivere più una vita a metà.

Ce la faremo.

E un giorno saremo libere.

Se avete qualche altra domanda, postatela pure QUI

giovedì 22 ottobre 2009

Domanda #1: Il ruolo della psicoterapia

La 1^ domanda cui rispondo, nell’ordine in cui mi sono state poste, è quella di Lety. Mi sto riferendo a:

“Che ruolo ha giocato la psicoterapia frontale (1:1) nel tuo percorso di ricovero, nel momento in cui hai avuto gli strumenti necessari per percorrere la strada del ricovero cercando di adottare quanto meno possibile i comportamenti disfunzionali dell’anoressia? Inoltre, dato che hai più volte scritto che attualmente ti segue solo una dietista, pensi di ricominciare prima o poi a fare psicoterapia?”

Per rispondere a questa domanda, è necessario che faccia una premessa: sono passata per le mani di diversi psicoterapeuti prima di trovare la persona “giusta” per me. “Giusta” è una parola grossa, ma al momento non ne trovo una più adeguata. Diciamo che ho cambiato diverse volte prima di trovare una persona con la quale mi sono seriamente impegnata per mettere su una terapia costruttiva e funzionale. Forse era lei ad essere la persona “giusta” per me, più probabilmente ero io che, a quel punto, avevo acquisito la determinazione necessaria per lavorare su me stessa e sull’anoressia.

In ogni caso, ho seguito una psicoterapia con questa persona per circa 3 anni. Quando ho iniziato la odiavo profondamente, poi ho cominciato a trovarla fastidiosa, poi a tollerarla ed infine, eventualmente, ad esserle grata per lo spazio che mi aveva offerto per lavorare su me stessa. Durante i 5 ricoveri in centro specializzato per DCA che ho fatto, inoltre, ho sempre seguito una terapia di gruppo. In entrambi i casi, è stata una psicoterapia concentrata sul “problema-anoressia”, anche se ho comunque avuto modo, soprattutto nella terapia individuale, di allargare lo spettro d’azione ad altri ambiti della mia vita, al fine di cercare di capire quali fossero i molteplici fattori d’insorgenza e mantenimento dell’anoressia, al fine di poter spezzare il circolo vizioso.

Ad ogni modo, tornando alla domanda, la psicoterapia frontale è stata per me utile anche in quanto modo di sapere che lì avevo una via d’uscita, uno sbocco. Nel momento in cui mi sono sentita in grado di “camminare unicamente sulle mie gambe”, ho smesso di andare dalla psicoterapeuta una volta la settimana, e ho cominciato a dilazionare gli appuntamenti: ci andavo un paio di volte al mese, o anche più raramente. Così facendo, sapevo che se mi fossi trovata di fronte ad una difficoltà – alimentare, relazionale, personale, etc… - avrei comunque avuto un appuntamento con la psicoterapeuta nel futuro, per quanto lontano, e quindi un’occasione per parlarne. Questo mi ha permesso di imparare a modulare l’ansia e di poter essere, nel giro di un po’ di tempo, completamente indipendente dal suo aiuto: ero capace di vivere con me stessa e di prendermi cura di me, ma sapevo che se avessi avuto una ricaduta o necessità del suo aiuto, lei sarebbe stata comunque lì.

Penso che la psicoterapia individuale abbia un’importanza fondamentale nel momento in cui siamo disponibili a lavorare su noi stesse nell’intraprendere il percorso di ricovero, perché fornisce importanti spunti ed armi per poter combattere ancora più efficacemente contro l’anoressia.

A proposito della psicoterapia, inoltre, ho scritto molto anche QUI… suggerisco vivamente una lettura a te e a chiunque non avesse ancora avuto modo di leggere questo post.

Riguardo all’idea di poter riprendere personalmente una psicoterapia, sì, è un’opzione che sto seriamente valutando. Mi sono già procurata i numeri telefonici di qualche terapeuta della mia zona, e credo proprio che presto proverò ad iniziare un nuovo percorso psicoterapeutico. Sono molto curiosa di vedere cos’altro posso scoprire lavorando su me stessa, e voglio darmi altre occasioni per riconoscere i miei limiti e provare a superarli: sicuramente il farlo affiancata da una persona competente mi aiuterà a mantenermi concentrata e a non disperdere le energie. Inoltre, se una psicoterapia può permettermi di scoprire nuove armi per combattere contro l’anoressia… bè, sono qui per questo! E se uno psicoterapeuta può darmi una mano nel farlo, non posso che dire che è il benvenuto. In fin dei conti, l’unico modo per iniziare a percorrere nuove strade è… iniziare a farlo!

Se avete altre domande, continuate a postarle QUI. Una alla volta, risponderò a tutte!

lunedì 19 ottobre 2009

D. & R.

Oltre che tramite blog, utilizzo anche il mio canale YouTube per perseguire la nostra comune lotta contro l’anoressia: su questo canale ho potuto caricare diversi video, alcuni dei quali replicati anche qui sul blog, in doppia versione – Italiana e Inglese – per poter raggiungere quante più ragazze possibile. Tuttavia, per quanto i video siano indiscutibilmente un mezzo di comunicazione efficace, ritengo che le parole scritte lo siano ancor di più. Le parole arrivano, toccano più nel profondo. Mettere tutto nero su bianco aiuta ad acquisire una maggiore consapevolezza delle cose. Perciò talvolta è necessario vedere le parole su una pagina per carpirne fino in fondo il significato.

Ricevo molti MP tramite il mio canale YouTube, diverse richieste di realizzazione di ulteriori video di lotta contro l’anoressia, nonché numerose domande, ma penso di riuscire ad esprimermi meglio quando metto le parole su carta (o, per la precisione, quando utilizzo una tastiera e guardo le parole che compaiono sulle schermo del PC…). Perciò, v’invito a chiedermi… qualsiasi cosa vogliate a proposito dell’anoressia, dei DCA e della strada del ricovero.

Non posso essere puntualissima nel rispondere alle e-mail, ma abbiate pazienza e sappiate che prima o poi vi risponderò sempre, e sappiate inoltre che qualsiasi commento lascerete ad ogni mio post, vi risponderò nel giro di pochi giorni anche qui sul blog.

Potete postare i vostri commenti in forma anonima, oppure potete usare un vostro nick o il vostro vero nome. Non m’interessa… Tutto quello che voglio è fornirvi il supporto e (spero!) le risposte che cercate nel momento in cui inciampate in questo blog. Spero di riuscire a trasmettervi speranza, comprensione, e voglia di percorrere la strada del ricovero.

Potete chiedermi qualsiasi cosa vogliate: domande generali, domande specifiche, anche domande relative al mio vissuto di anoressia personale. Esponetemi qualsiasi vostro dubbio. Una alla volta, risponderò alle varie domande nei prossimi post, e cercherò di rispondere ad ogni vostra domanda e dubbio nel modo migliore che mi sarà possibile.

Per il resto, spero che la vostra lotta contro l’anoressia stia continuando e stia andando bene… senza alcun dubbio!

venerdì 16 ottobre 2009

Thinspo Reverse: il video

Scusatemi per il ritardo... Ma finalmente, ecco qua il video e la canzone (testo + traduzione) che gli fa da "solonna sonora"... Spero vi piaccia...



IT’S ON


It all comes down to this
You take your best shot, might miss
You take it anyway
You're gonna make your move today

Got the will, you'll find the way
To change the world someday
Grab this moment before it's gone
Today's your day

RIT: [It's on and on
It's on and on
It's on and on
Today's your day
So c'mon bring it on
It's on and on
It's on and on
It's on and on
Today's your day
So c'mon bring it on]

And the view will never change
Unless you decide to change it
Don't feel like it today
Just show up anyway

And though life will take you down
It only matters if you let it
Get up, go through, press on
Today's your day

RIT:[It's on and on…]

And though you wanna quit
don't think you can't get through this
you've come too far to walk away
it's not gonna be today.

And no matter how you feel
it's what you do that matters
this is your moment to be strong
today's your day

RIT: [It's on and on…]

… and no matter how you feel
its what you do that matters
this is your moment to be strong
today's your day…

RIT: [It's on and on…]

VA’ AVANTI
Tutto si riduce a questo/Provi a fare del tuo meglio, potresti fallire/Ma se ci provi comunque/Prima o poi ce la farai./Se hai la volontà troverai una via/Per cambiare la tua vita un giorno o l’altro/Acchiappa questo momento prima che sia troppo tardi/Oggi è il tuo giorno./RIT:[Va’ avanti e avanti/va’ avanti e avanti/va’ avanti e avanti/oggi è il tuo giorno/perciò, dai, puoi farcela./Va’ avanti e avanti/va’ avanti e avanti/va’ avanti e avanti/oggi è il tuoi giorno/perciò, dai, puoi farcela]/E le cose non cambieranno mai/Fino a che tu non deciderai di cambiarle/Non sentirti così giù, oggi/fagli solo vedere chi sei, in un modo o nell’altro/E sebbene la vita possa mettertela in c--o/Dipende solo se glielo lasci fare/Rialzati, vai fino in fondo, insisti/Oggi è il tuo giorno./RIT:[Va’ avanti…]/E anche se vuoi mollare/Non pensare che non ce la puoi fare/Sei arrivata tropo lontana per arrenderti/Non sarà oggi che fallirai./E non ha importanza come ti senti/E’ quello che fai che è importante/Questo è il tuo momento per essere forte/Oggi è il tuo giorno./RIT:[Va’ avanti…]/…e non ha importanza come ti senti/E’ quello che fai che è importante/Questo è il tuo momento per essere forte/Oggi è il tuo giorno./RIT:[Va’ avanti…]

martedì 13 ottobre 2009

Aspettare la fine della tempesta

Quando la vita, mentre state lottando contro un DCA, diventa una totale confusione, e vi sentite ad un soffio dal commettere un passo falso ricadendo nell’anoressia a piè pari, incoraggiate voi stesse a fermarvi per un momento. Lasciate che le sensazioni di sopraffazione, di oppressione, di ansia, vi attraversino e passino oltre. Lasciate che nuovi pensieri trovino spazio nella vostra mente. Datevi il diritto di prendervi una pausa e di riordinare le idee per poter ricominciare a combattere con ancor più forza e decisione di prima.

Una delle cose peggiori che possiate fare quando la strada del ricovero sembra farsi troppo dura, è cedere alle antiche tentazioni e ricominciare a restringere. Sapere che cosa succede, poi?
Una collisione.

Fermarsi a riflettere, perciò, è sicuramente un risultato migliore.

Quando sentiamo che siamo sul punto di cadere e di andare in mille pezzi, o nel momento in cui ci rendiamo conto di essere cadute, dobbiamo solo raccogliere i pezzi e incollarli di nuovo insieme. Nel momento in cui una tempesta è al massimo della sua violenza, è impossibile mettere le cose a posto senza che il forte vento un attimo dopo le porti via di nuovo. Allora, dobbiamo aspettare fino a che la tempesta non sarà finita. Non possiamo avvicinarci ad una tromba d’aria e sperare di non esserne portate via insieme a tutto quello che ci circonda. Non possiamo rimettere insieme i pezzi durante una tempesta. Dobbiamo aspettare fino a che la tempesta non sarà finita. E poi, quando il peggio sarà passato, possiamo rimetterci in piedi e rimettere insieme i pezzi andando incontro al sereno.

Aspettare è difficile. Molto difficile. Quando sentiamo che stiamo per ricadere, non è facile fare un respiro profondo ed aspettare. È molto più facile cedere all’ansia, al panico, alle antiche abitudini, e ricominciare a restringere.
Dobbiamo resistere a questa scorciatoia (che poi è un vicolo cieco).

Dobbiamo aspettare la fine della tempesta.
La pioggia smetterà di cadere è il vento smetterà di soffiare, prima o poi… e a quel punto, si potrà cominciare ad aggiustare quel che si è rovinato, e a costruire un altro pezzo della strada del ricovero.

P.S.= Il video sulla nostra "Thinspo Reverse" (per chi non sapesse di che cosa sto parlando, date un'occhiata all'omonima sezione sulla colonnina di destra del blog... ne vale la pena, fidatevi!! ^__^) is yet to come... Ancora qualche giorno di pazienza... ^^"

sabato 10 ottobre 2009

"Pro-ana": looking for what?

(Take it ironic, gals!)

Questa è una domanda per tutte le ragazze che si definiscono “pro-ana/mia”: cosa state cercando, esattamente?

La felicità? Un’identità? L’accettazione altrui? L’invidiabilità? La bellezza? La sicurezza? La forza? Il controllo? Sguardi d’ammirazione? Comprensione? Una controcorrente? Una forma di ribellione? Apprezzamento?

Non è con l’anoressia e neanche col vostro simulacro di anoressia che le troverete.




















Penso che il movimento “pro-ana” sia stato, in origine, promosso da persone che dentro di sé covavano unicamente odio e risentimento nei confronti del resto del mondo. Persone superficiali, insulse, sciocchine, squallide, bugiarde e terribilmente manipolatrici.

Credete che le persone che non hanno mai avuto un DCA e a cui capita di leggere questi blog e guardare le “thinspo” pensino a quanto siete poverine, a quanto state male, o a quanto siete ganze? Non vorrei deludervi, ma per lo più la gente chiude questi blog dopo pochi minuti e tutt’al più pensa a quanto siete stupide.

Mi sono sempre chiesta: se “Ana” fosse una persona reale, che aspetto avrebbe?

Io me la immagino così…







Ma, ragazze “pro-ana/mia”, voi non siete affatto delle stupide, accidenti! Sono convinta che siate tutte personcine sensibili e dolci.
Non vi fate fregare da quello che gente ottusa e senza scrupoli vuole farvi credere. Non siate un altro “clone pro-ana”. Ribellatevi. Avete tutte un cervello, e sono convinta che è anche un gran bel cervello. Usatelo.

mercoledì 7 ottobre 2009

Scegliere il ricovero

L’anoressia non è altro che una bugia che ci raccontiamo, perché è più facile che non dirci la verità. In fin dei conti, convivere con il sintomo, per quanto questo possa essere disagevole, è più facile che trovare il coraggio di darsi la possibilità d’iniziare a percorrere la strada del ricovero. Distruggere è sempre più facile che costruire.

Ma, ragazze, volete davvero vivere il resto della vostra vita in balia dell’anoressia? In fin dei conti, avete ancora la possibilità di fare una scelta: potete scegliere la strada della luce, l’unica scelta che vi garantirà un futuro.
Certo, sarà dura e sarà difficile, è una strada in salita ed è ardua da percorrere. Ci saranno inevitabilmente delle ricadute, ma non dovete sentirvi delle fallite per questo: siamo umane, ci è concesso di sbagliare, e non c’è niente di male in questo; anzi, una ricaduta può aiutare a mettere a fuoco dov’è che c’è stato l’errore, al fine di non ripeterlo una seconda volta. L’importare è trovare la forza di rialzarsi e di andare avanti nonostante tutto.

Il vero obiettivo nella vita non è quello di apparire differenti – cambiando il nostro corpo, ma quello di apparire differenti – cambiando la nostra consapevolezza e maturando come persone. Noi non siamo il nostro corpo, e men che meno la nostra immagine corporea!!

Voi non siete un mero involucro, ragazze… voi siete VOI STESSE. E non c’è niente di meglio al mondo, perché siete meravigliose, brillanti come stelle, fantasiose, intelligenti, simpatiche, speciali. E questo si avvicina molto più alla perfezione di qualsiasi altra cosa.

Lo so, uscire dal loop dell’anoressia è estremamente difficile, rompere il circolo vizioso dei pensieri è arduo, ma sappiate che non state combattendo da sole: anch’io sto percorrendo la strada del ricovero, e giorno dopo giorno lotto per impedire all’anoressia di avere di nuovo la meglio su di me. Certo, sono consapevole che non se ne andrà mai del tutto dalla mia testa, ma a poco a poco sto imparando strategie di coping che mi permettano di affrontare i miei problemi senza dovermi rifugiare dell’abbraccio dolce e al contempo soffocante dell’anoressia.

Pensateci, ragazze: l’anoressia via ha veramente dato tutto quello che vi aveva promesso? Vi ha veramente fatto ottenere ciò che desideravate? Non credo. Abbiamo solo questo corpo, abbiamo solo questa vita: cerchiamo di prenderci cura di noi stesse, senza bisogno di morire per vivere, perché l’anoressia non ci farà mai essere quello che desideravamo, non esaudirà mai le sue promesse.

La strada del ricovero è dolceamara, ma nel momento in cui si decide di percorrerla si affibbia un bel calcione all’anoressia. Quell’anoressia che sembrava essere tutta la nostra vita, l’unica cosa che ci definiva, a poco a poco viene ad essere sostituita da quello che la vita E’ veramente. Certo, ci sono momenti difficili, e sono tanti, momenti in cui ci si sente perse e si ha paura ad andare avanti, perché il non sapere quello che ci aspetta incute timore. Ma va bene, dico davvero, ragazze, va bene così. Perché a volte aver paura è proprio un modo per cominciare.

domenica 4 ottobre 2009

Relazionarsi con l'aumento di peso

Una cosa che molte persone, tramite e-mail, mi hanno chiesto, è come si possa fare a relazionarci con l’aumento di peso che necessariamente fa seguito all’inizio di un percorso di ricovero per anoressia.

Personalmente, posso dire che il riprendere peso in sé per sé non è stata la parte più difficile del percorso di ricovero che sto facendo… Però, è pur vero che molto spesso le mie ricadute sono state dovute all’aver ripreso peso.

Perciò quelle che adesso voglio condividere con voi sono alcune delle cose che ho trovato utili nel mio processo di “coping” rispetto all’aumento di peso.

- So che può essere fastidioso, ma provate a mangiare assieme a persone che vi vogliono bene e vi aiutano e vi supportano nel vostro percorso di ricovero. Potrà esservi d’aiuto vedere che loro mangiano più o meno quanto voi, e lo fanno con tranquillità: vi aiuterà a capire che non state mangiando così tanto come vi sembra, e che se loro riescono a mangiare con calma, non c0è ragione per cui pian piano, non possiate riuscirci anche voi.

- Penso sia importante anche sapere qual è il proprio peso-forma, il proprio peso fisiologico. In questo potrebbe essere utile consultare il vostro medico o un dietista/nutrizionista. E quando saprete qual è il vostro peso-forma, cercate di ricordare: le persone sane non sono sovrappeso. Sono normopeso e stanno bene. Dietisti e nutrizionisti sono professionisti che hanno alle spalle anni di esperienza, e non vi faranno arrivare ad un peso che non sia per voi salutare.

- Certo, all’inizio guadagnare peso non vi renderà felici… ma sicuramente, vi renderà molto più in salute. In un certo senso, è un po’ come il provare a smettere di fumare: non è facile, ma passato il primo momento della crisi di astinenza da nicotina, ci si sente molto meglio.

- Fate in modo di avere sempre qualcuno vicino con cui parlare dei vostri problemi, delle vostre difficoltà, delle vostre ansie, delle vostre paure. Che sia una persona professionalmente preparata o un’amica, non importa: quel che conta è che sia una persona di cui sentite di potervi fidare.

- Quando sentite che state cominciando a panicare causa aumento di peso, cercate immediatamente di focalizzarvi sul motivo per cui avete intrapreso il vostro percorso di ricovero, e sui progressi che avete ottenuto fino a quel momento. So che è maledettamente difficile, ma sono certa che vi accorgerete che la ragione per cui avete intrapreso il vostro percorso di ricovero vale molto di più della ragione per cui volete essere magre.

- Pensate a tutto quello che a causa del vostro DCA avete dovuto passare, a tutto quello che di negativo vi ha prodotto. Vi ha rubato sogni, speranze, opportunità, amicizie, tempo, sorrisi… Vi ha rubato la salute, la cura per voi stesse, vi ha mentito e vi ha fatto mentire alle persone cui volete bene… Ha rubato tutta la vostra vita. Non ne vale la pena. Ma penso che questo lo sappiate già.

So perfettamente che relazionarsi con l’aumento di peso è estremamente difficile, e che è perciò abbastanza ovvio avere delle ricadute quando questo succede. Ma provate a pensare che riprendere peso non è solo una parte importante nel vostro processo di ricovero, ma anche una parte importante della vostra vita e della vostra salute.
Voi valete molto più dell’anoressia. E voi potete avere la meglio sull’anoressia. Pian piano. Un passo dopo l’altro.

Io sto combattendo, e voi?
Stringete i denti e continuate a lottare insieme a me…

giovedì 1 ottobre 2009

Calendar Girls

Okay, lo ammetto: l’idea odierna non è tutta farina del mio sacco.

Quindi, presumibilmente, dovrei iniziare questo post ringraziando la ragazza che si definisce “pro-ana”, che oggi ha pubblicato sul suo blog (il cui URL non riporterò per ovvi motivi) una sua creazione: un orologio da parete in cui al posto delle ore compaiono fotografie accuratamente ritoccate col Photoshop di modelle “thinspo”. Per sentirsi ispirata a distruggere il proprio corpo e a devastare la propria mente a tutte le ore del giorno e della notte, suppongo.

Comunque. Vedendo l’immagine di questo orologio da parete con le “thinspo”, la prima cosa che mi è balzata in mente è stata la frase con cui inizia uno dei miei film preferiti: “Più credi di stare male, e più stai male”. Ed io penso che sia assolutamente vero: più si alimenta l’ossessione, più l’ossessione farà da padrona. In altre parole: più si forniscono rinforzi positivi all’anoressia, più la nostra vita sarà dominata dall’anoressia.

La cosa negativa è che tutto questo purtroppo è vero.
La cosa positiva è che è vero anche l’esatto contrario.

È da questa considerazione che nasce la mia idea di oggi. Niente di nuovo sotto il sole, in realtà, ma in fin dei conti non è necessario essere Wonder Woman per combattere contro l’anoressia, giusto?! E quindi: rinforzi positivi. Ma, stavolta, non all’anoressia: rinforzi positivi alla strada del ricovero. Ecco perciò quello che mi è venuto in mente, quello cui vorrei proporvi di prendere parte: un calendario. Sì, avete capito bene: un calendario.

Lo so cosa viene in mente quando si pensa ad un calendario: soubrettes, veline, attrici mezze svestite con espressioni ammalianti su un corpo da fare invidia. Hmmm… sapete cosa potrei farci con un calendario di questo tipo? Bè, diverse cose: accendere il fuoco nel caminetto, sopperire alla mancanza di carta igienica, tappezzare il pavimento quando devo imbiancare le pareti… e così via.

No, quando io parlo di calendario, intendo tutt’altro tipo di calendario: un calendario NOSTRO. Un calendario di ragazze che stanno combattendo contro l’anoressia. Dato che tra qualche mese arriverà il 2010, mi piacerebbe poter realizzare un calendario in cui per ogni mese possano esserci foto di ragazze che stanno combattendo i DCA, accompagnate da frasi positive e propositive. Così ogni giorno dell’anno, in ogni momento della giornata, potremo avere davanti agli occhi immagini e parole positive. Perché l’unico modo per combattere l’anoressia è… iniziare a combattere l’anoressia. E questo può essere un buon modo per farlo, non credete?

Perciò, se vi va di prendere parte alla realizzazione di un nostro calendario, un calendario di ragazze in lotta contro l’anoressia, tutto quello che dovete fare è mandarmi entro la fine del mese una vostra fotografia all’indirizzo veggie.any@gmail.com, magari accompagnata da una frase positiva che vi piace e che vi sembra possa sintetizzare in maniera semplice ed efficace la vostra battaglia personale, o sia comunque una frase d’incoraggiamento e di positività verso il percorso che stiamo facendo.

Criteri da rispettare? Le fotografie devono essere: di qualsiasi dimensione, di qualsiasi inquadratura, di qualsiasi situazione, purché vi permettano di esprimere la bellezza più grande che avete: quella interiore. Inoltre le frasi devono trasmettere un messaggio assolutamente positivo. Che ne dite? Ci state?
Ah, se c’è un mese in cui preferite comparire, se volete essere le reginette di un mese in particolare, non avete che da dirmelo… ^__- E se volete rendere la cosa ancora più divertente, vi consiglio un abbigliamento consono al mese che sceglierete… (Quindi, Miss Gennaio, chiunque tu sia, mi aspetto di vederti in eskimo, eh! ^^”)

Aspetto le vostre foto e le vostre frasi positive, allora… più siamo e meglio è! Perché è proprio vero che l’unione fa la forza… e volete che la forza di noi tutte messe insieme non sia maggiore di quella dell’anoressia?!

P.S.= Il mese di Luglio è mio!! ^^"
 
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