Come gli alchimisti trasformavano il ferro in oro… voi potete trasformare l’oscurità in luce. Siete tutte benvenute.

venerdì 25 aprile 2014

Come poter dare una mano a chi ha un DCA

Come avrete già intuito dal titolo, il post di oggi è in effetti dedicato più che altro a genitori/fratelli/sorelle/parenti/amici/etc… che hanno quotidianamente a che fare con una persona affetta da anoressia/bulimia.

Vorrei dunque proporvi alcuni semplici consigli che potrebbero servirvi se dovete relazionarvi ad una ragazza che ha un DCA ma, premessa: mettetevi il cuore in pace, perché non ci sono bacchette magiche. I miei consigli sono tesi semplicemente a darvi qualche suggerimento, ma non sono certo risolutivi… magari potessero esserlo! Quello che state per leggere potrà al più servirvi per smussare alcuni angoli, per migliorare un po’ il vostro rapporto con la persona che ha un DCA e con cui vi relazionate, ma non sono la chiave di volta per i rapporti splendidi e men che meno hanno valenza assoluta ed universale.

Io parto dal presupposto che, per chi non ha mai vissuto un DCA, sia veramente difficile interagire con una figlia/sorella/amica che è affetta da questa malattia. Pur partendo sempre armati delle migliori intenzioni, spesso e volentieri si finiscono per fare autentici disastri, e per peggiorare ulteriormente il rapporto. Non per cattiveria, ci mancherebbe, ma proprio perché io penso che la maggior parte della gente davvero non sappia come interagire con chi ha un DCA. Errori relazionali credo possano essere frustranti per ambo le parti: per chi ha un DCA, perché si sente incompresa in toto e magari anche ferita, e per familiari/amici di chi ha un DCA, che si sentono impotenti di fronte alla malattia e non sanno come poter essere d’aiuto.

Certo, è verissimo che siamo solo noi a poter aiutare noi stesse, e dunque siamo solo noi a poter decidere cosa fare della nostra vita, e se e come combattere il DCA: nessuno può salvare chi non vuol essere salvato. Però è altrettanto vero che, nel momento in cui una persona inizia a precorrere la strada del ricovero, l’avere accanto persone supportive che non parlano e non si comportano a sproposito, può essere significativamente d’aiuto.

Perciò, cari genitori/fratelli/sorelle/parenti/amici/etc… di chi ha un DCA, eccovi qualche suggerimento in merito a come, secondo me, potreste essere d’aiuto a vostra figlia/sorella/amica.

- Informatevi in maniera adeguata. La stragrande maggioranza delle informazioni che si trovano sulle riviste/in TV/su Internet a proposito dei DCA, vengono fornite da persone che non hanno mai avuto un DCA in vita loro. Bene, sfido chiunque non abbia mai avuto una certa malattia ad essere in grado di parlarne con cognizione di causa. Ergo, non fatevi abbindolare dai millemila luoghi comuni assolutamente falsi sull’anoressia/bulimia che potete trovare chissà dove su Internet, e che vengono scritti da cani e porci. Per sapere cosa significa davvero avere un DCA, cercate testimonianze dirette. Chiedete a chi c’è passato in prima persona. Risalite alla fonte autentica. Solo così potrete avere un’informazione corretta e veritiera su cosa significa vivere con un DCA, su cosa si pensa, su cosa si prova, ed eviterete di affidarvi a cliché che non hanno niente di vero ma che, se ci credete e li applicate, sono vere e proprie pugnalate alla schiena di chi ha un DCA.

- Ascoltate ciò che vi viene detto. Per una persona che ha un DCA è molto difficile parlare della sua malattia. Ma se prende l’iniziativa, e vuole condividere con voi qualcosa della sua anoressia/bulima/binge, prendetevi tutto il tempo necessario per ascoltare. Sottolineo: ASCOLTARE. 99 volte su 100, se una persona che ha un DCA vi parla della sua malattia, non lo fa perché si aspetta che voi tiriate fuori la pillola magica che la farà guarire seduta stante. Non lo fa perché si aspetta da voi mirabolanti soluzioni. Lo fa semplicemente perché ha bisogno di sfogarsi a fronte di un qualcosa che la fa stare male. Non siate critici, non giudicate, non commentate: semplicemente, ascoltate. Ascoltate con attenzione. Non abbiate la presunzione di credere di essere in grado di capire che cosa l’altra persona sta provando ed attraversando. E non date per scontato che ciò che la persona dice sia frutto della malattia: il fatto che si ABBIA una malattia, non significa affatto che si E’ quella malattia.

- Chiedete come poter essere d’aiuto. Ogni persona è una storia a sé, e dunque ogni persona con un DCA può avere necessità e bisogni diversi rispetto alle altre. L’unico modo per sapere in che modo potete essere d’aiuto a vostra figlia/sorella/amica è semplicemente chiederglielo. Così le darete un doppio messaggio: innanzitutto, che voi ci siete, e che dunque se ha bisogno può contare su di voi; in secondo luogo che non volete decidere al suo posto, ma che siete pronti ad ascoltare le sue richieste e ad agire di conseguenza.

- Tenete d’occhio i sintomi. Anche durante il migliore dei percorsi di ricovero possono realizzarsi delle ricadute. Spesso sono scienti, ma quando la persona è ancora molto dentro la malattia perché magari ha iniziato da poco il suo percorso di ricovero, oppure perché sta attraversando una situazione di vita particolarmente stressante, può accadere che la strategia di coping rappresentata dal DCA venga ri-messa in atto di default, senza una precisa intenzionalità. Pertanto, se notate un peggioramento psicofisico di vostra figlia/sorella/amica, fateglielo (con tatto!!) notare subito: può servire per riprendere le redini della situazione, poiché prima si interviene, prima si arresta la ricaduta, più facile sarà rimettersi in piedi.

- Consigliate ma non obbligate (eccetto casi estremi). Un DCA non guarisce da sé. Perché nessuna persona con un DCA è in grado di opporsi in toto ad una malattia che scaturisce dalla propria mente. Quindi, suggerite alternative di psicoterapia e riabilitazione nutrizionale, ma non siate pressanti né coercitivi: come si dice dalle mie parti “per forza non si fa neanche l’aceto”. Non credo che le prese di posizione (esempio: il ricovero coatto) possano essere producenti, perché se una persona non è pronta a lavorare su se stessa, sarà tempo perso. Però, certo, non datevi per vinti: continuate a suggerire alternative di terapia, perché arriva il momento in cui la persona è meno schiava del DCA e più recettiva, e che quindi può iniziare ad accettare l’aiuto che gli state proponendo.
(Questo ovviamente non vale per i casi estremi: è ovvio che se vostra figlia/sorella/amica è in un sottopeso estremo che la mette in pericolo di vita, allora è del tutto opportuno e lecito portarla in ospedale anche contro la sua volontà. Questo non risolverà in alcun modo il DCA – per quello ci vorrà un opportuno percorso – ma almeno nell’immediato le salverà la vita.)

- Niente forzature alimentari su iniziativa personale. Non avete le competenze professionali per stabilire quanto e cosa è giusto che vostra figlia/sorella/amica mangi. Tanto più che, se focalizzate l’attenzione sull’alimentazione, a maggior ragione il cibo diverrà territorio di scontro per tutto quello che non va nei vostri rapporti. Non servono a niente domande, commenti, incitamenti, ricatti, minacce a mangiare: se questo potesse servire a qualcosa, i DCA non sarebbero malattie. Anzi, spesso cose di questo genere sortiscono proprio l’effetto contrario di quello sperato. Una persona che ha un DCA non è stupida, lo sa da sola che non mangia in maniera appropriata, solo che lo fa perché ha una malattia: anziché perdere tempo in costrizioni inutili e controproducenti, consigliate piuttosto un consulto da una dietista.

- Siate espliciti per quanto riguarda l’alimentazione. Se vostra figlia/sorella/amica è seguita da una dietista e mangia secondo un “equilibrio alimentare” prescritto, aiutatela a seguirlo. Siate ligi nella preparazione degli alimenti e nelle quantità, non aggiungete niente anche se siete preoccupati per il sottopeso e vorreste vedere progressi fisici tangibili più rapidamente, non stimolatela a mangiare qualcosa di più o di diverso. Già che all’inizio è difficile seguire l’ “equilibrio alimentare”, non aggiungete stress a stress. Vostra figlia/sorella/amica è seguita da una dietista: quello che mangia è corretto perché previsto da una specialista. Non abbiate fretta e lasciate che il tempo faccia il suo corso.

- Evitate i commenti. I commenti sull’aspetto fisico o sul comportamento nei confronti del cibo per chi ha un DCA non hanno la stessa valenza che possono avere per una qualsiasi altra persona che non ha questa malattia. Un “Sei dimagrita così tanto che sei diventata brutta” può rappresentare un rinforzo positivo per chi ha l’anoressia, oppure “Ma sta benissimo così, non hai mica bisogno di dimagrire!” può spingere la persona con bulimia a compensare di più per tentare di perdere ancora più peso. Inoltre, cosa più importante: il focus di un disturbo alimentare NON è la fisicità. Se fate commenti sul fisico darete l’idea di essere persone superficiali che non capiscono la vera natura della malattia e che sono concentrate solo sull’esteriorità, per cui chi ha un DCA a maggior ragione cercherà di stare male “fuori”, nel tentativo di farvi capire che in realtà sta male “dentro”.

- Non girate la testa dall’altra parte. Non date niente per scontato. Non fate finta di non sapere che vostra figlia/sorella/amica ha un DCA, se questo è palese. Perché un DCA, in alcuni casi, può essere una richiesta d’aiuto non verbale, per cui se fate finta di niente la persona si “impegnerà” ancora di più a sembrare malata. Non abbiate paura di affrontare il problema: anche perché girandovi dall’altra parte state solo procrastinando, un DCA prima o poi emerge comunque, per cui è meglio affrontarlo subito per limitare i danni. E, soprattutto, non cadete nell’errore di voltare la testa dall’altra parte quando il percorso di ricovero è già avviato e la persona ha recuperato peso, non fate l’errore di considerare “guarita” una persona che ha avuto problemi di anoressia solo perché magari è tornata normopeso. Il peso non ha diretta correlazione con la salute mentale. E l’anoressia è una malattia mentale: se la mentalità resta quella della patologia, si può essere malate di anoressia anche se si è nel normopeso più tranquillo del mondo.

- Chiedete quotidianamente “Ehi, come stai oggi?”. Non pretendete una risposta od una risposta sincera, naturalmente. Però così dimostrate che siete aperti all’ascolto, e che ci siete qualora la persona malata volesse parlarvi. E che ci siete sempre, non solo oggi perché la persona è sottopeso, e quando ritorna normopeso arrivederci e grazie.

- Niente sensi di colpa. Non sono utili a voi, e men che meno a chi ha un DCA. Questo non significa che non possiate essere dispiaciuti, ovviamente, ma scivolare nella spirale dei sensi di colpa è solo deleterio. Il passato non si può cambiare né cancellare: perciò, anziché perdere tempo prezioso a rimuginarci sopra, utilizzatelo per valutare cosa potete fare da ora in poi per dare una mano alla persona che ha un DCA.

- Niente pressing psicologico sui risultati attesi. Sulla base di quella che è stata la mia esperienza, mi sono accorta che, ogni volta che facevo un ricovero, o andavo da una dietista, o iniziavo una nuova psicoterapia, gravavano su di me enormi aspettative: l’anoressia veniva considerata alla stregua di una malattia fisica, quindi c’era l’aspettativa che, una volta tornata a casa dopo quei 3 mesi di ricovero, o una volta fatte TOT sedute di psicoterapia, in me ci fosse un cambiamento sostanziale. Non è così. Un ricovero, una psicoterapia, una riabilitazione nutrizionale sono solo tentativi. Possono andar bene come fallire. E anche se vanno bene, possono volerci anni per muovere un piccolo passo in avanti. Quindi, non fate troppa pressione psicologica e non cercate il “tutto e subito” nel voler vedere dei risultati in termini di miglioramento. Anzi, più una persona si sente pressata in tale direzione, più sale l’ansia e quindi più è difficile andare effettivamente in quella direzione. Un percorso di ricovero richiede i suoi tempi, e sono tempi ben lunghi: siatene consapevoli e rilassatevi.

- Accettate i vostri limiti. Il vostro supporto può essere davvero importantissimo per chi sta combattendo contro un DCA. Ma dare supporto è tutto ciò che potete fare. Non avete la capacità di guarire nessuno, semplicemente perché questo nessuno può umanamente farlo. Non potete essere voi a cambiare quello che passa per la testa di una persona che ha un DCA. Non siete in grado di salvare nessuno. Potete sostenere, questo è tanto. E se lo fate con tutti i crismi, allora questo è tutto.

- Prendetevi cura di voi stessi. Stare accanto ad una persona che ha un DCA è faticoso sotto ogni punto di vista, fisicamente e psicologicamente. Perciò, non annullatevi né ammalatevi a vostra volta per stare vicino a chi ha un DCA: sia perché così non potreste essere più di alcun supporto, sia perché niente è più importante di voi stessi. Se ci rimanete troppo sotto avrete un completo burnout: e questo non sarà di alcuna utilità né per voi, né per vostra figlia/sorella/amica. Prendetevi perciò i tempi necessari per avere cura di voi stessi: solo così potrete continuare ad essere di supporto per gli altri.

(Ragazze, se avete qualche altro consiglio da aggiungere a quanto ho scritto, siete vivamente pregate di lasciarlo nei commenti!... Più suggerimenti per familiari/amici ci sono, più questo post può essere utile!...)

29 commenti:

* Viellina * ha detto...

Coloro che hanno a che fare con una persona malata e che sono arrivati sulla tua pagina sono già a buon punto.
Se sono capitati qui significa che vogliono capire ed aiutare la loro amica/figlia/parente... Il semplice fatto di interessarsi, di provarci, è ammirevole. Mi sarebbe piaciuto che i miei genitori si fossero in qualche modo impegnati in tal senso, ma purtroppo non l'hanno mai fatto ; non hanno mai voluto farlo.

Condivido il post su Facebook, credo sia importante che venga letto.

Grazie Veggie!

Raki ha detto...

E' tutto vero! Quando avevo l'anoressia nervosa non sopportavo che mia nonna mi dicesse "mangia! Guarda le altre come sono belle" yu hu grazie adesso si che sto meglio, e cosi mi passava ancora di più la voglia di mangiare.
Come quando una volta mio padre ha visto certo biscotti in camera mia (fase binge) mi ha detto "guarda che cosi ingrassi, hai la pancia devi fare degli addominali" ho iniziato a mangiare di più..
E' assurdo pensandoci xo e' così..

Wolfie ha detto...

Questo post dovrebbe essere considerato alla stregua del Vangelo per i genitori e gli amici di chi ha un dca!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Lo dovrebbero stampare e portarselo sempre con sé!!!!!!!!!! Bisognerebbe farci i volantini e distribuirli dappertutto!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Questo post mi piace persino di più di quel vecchio post che avevi scritto a proposito delle cose da non dire a chi ha un dca.

Aggiungo solo qualche punto, se mi permetti.

Per prima cosa, vorrei dire agli amici di non lasciarsi condizionare dal fatto che la loro amica abbia un dca. Non comportatevi con lei come se non fosse normale o come se fosse diversa solo perché ha un dca. Cercate di tenerla comunque nel gruppo e di condividere con lei le cose da fare tutti insieme, anche andare a mangiare una pizza, lasciando la persona libera di scegliere si accettare o rifiutare. E se rifiuta raccontandovi una bugia per giustificare il suo no, non prendetevela con lei e non sentitevi presi in giro: non lo si fa con cattiveria, è la malattia che condiziona. Però non smettere di chiedere di uscire, di fare qualsiasi cosa insieme, perché il sostegno degli amici conta tantissimo!!!!!!!!!!!!!!!

Una cosa che non è stata menzionata in questi punti e che vorrei aggiungere, è rivolta ai fidanzati delle ragazze che hanno un dca: abbiate pazienza. L’intimità è difficile per chi ha un dca, non gettate la spugna se non reagiamo come vorreste ai vostri approcci, non è un rifiuto nei vostri confronti, per niente, è solo una difficoltà derivante dalla malattia.

Un’altra cosa che vorrei aggiungere a questi punti è rivolta ai genitori ed è quella di non stare col fiato sul collo. Controllare va bene, ma braccare è un’altra cosa. Quando sono venuti alla luce i miei problemi di bulimia, mia mamma mi si piazzava dietro la porta ogni singola volta che andavo in bagno, anche se ci andavo lontano dai pasti, per essere sicura che non vomitassi. Lo so che lo faceva perché era estremamente preoccupata, ed infatti non ce l’ho con lei per questo, però all’inizio, quando ancora non avevo una spinta poi così forte a staccarmi dalla malattia, il fatto che mi seguisse e mi controllasse sempre mi faceva nascere pensieri sbagliati come per esempio il cercare posti esterni a casa mia (la scuola, i gabinetti dei bar, ecc…) per poter vomitare. Non voglio dire che un genitore non debba stare attento a quello che fa la propria figlia se questa ha un dca, ci mancherebbe!!!!!!!!! Però neanche soffocarla, perché posso assicurare che non aiuta. Anziché concentrare tutta l’attenzione sul dca, meglio provare a distrarre la figlia proponendole alternative diverse come per esempio andare a fare una passeggiata insieme, e parlare di molte cose che non abbiano nulla a che fare con il dca.

Infine, una cosa che direi a tutti è di accettare il fatto che chi ha un dca ha una malattia. Non è un capriccio, non siamo ragazzine viziate, non è un modo per farsi notare. È una malattia a tutti gli effetti. E come tale dev’essere trattata.

Grazie ancora per questo post, Veggie: parole sante!!!!!!!!!!!!!!!!!

Anonimo ha detto...

Ciao Veggie!
Questo post è tremendamente puntuale... verrebbe voglia di stamparlo e farne dei manifesti! ...Ma vabbè, mi limiterò a farlo leggere alla mi mamma ;)
Grazie, come sempre...

Un abbraccio
phagosome

mara ha detto...

PAROLE SANTE ...farò sicuramente leggere a familiari e amici ...così da poter diffondere anche la voce ...
un abbraccio ..

Anonimo ha detto...

ed ecco anche il commento della mamma di una ragazza che soffre di anoressia, sono sempre io , Dolores, mamma di Laura, e mentre leggevo il tuo post, esaminavo il mio modo di agire nei riguardi di Laura; su alcuni punti ci sono, su altri meno e comunque ti ringrazio tantissimo per questi consigli e per l'incoraggiamento che passa sempre attraverso le tue parole
un caro saluto a te Veggie e a tutte le ragazze che leggeranno
Dolores

Vele Ivy ha detto...

Questi post sono veramente interessanti per me. I tuoi consigli sono sempre pratici e pieni di buon senso. E' illuminante anche leggere i commenti delle ragazze o dei genitori.

Anonimo ha detto...

Veggie post bellissimo. Spesso noi che abbiamo un dca siamo cosi prese nel nostro mondo fatto di restrizioni , ossesioni e tanta sofferenza che ci dimentichiamo di chi ci sta attorni , e di come anche loro soffrino per noi. è vero che loro nn posssono capire noi, ma noi ci siamo mai chieste come si sente una persona(mamma,marito, Figlio, Papa o amici) vedendoci letteralmemte morire di fame davanti ad un abbondanza di cibo e nn poter fare niente? Deve essere terribile questo senso di impotenz? Percio quando chi ci sta attornio magari sbaglia l aproccio almeno io da parte mia cerchero di essere piu accondiscente e nn scattare subito come una tigre, perche anche loro passano uan parte del inferno ceh passiamo noi.

SL Miriam

Dolores ha detto...

proprio così, anzi, parlando da genitore, credo che noi viviamo il vostro malessere in modo amplificato; amici,fidanzati e parenti vari possono stancarsi e lasciarvi al vostro destino, ma un genitore non può abbandonarvi e arranca sempre nella vostra scia.
Personalmente, posso dire che io e mio marito stiamo imparando a vivere con una spada affondata nel fianco. Del resto, pensiamo, la nostra sorte non è tanto diversa da quella dei genitori di ragazzi con qualunque altra malattia più o meno invalidante, più o meno a rischio di morte:
si visitano periodicamente gli ospedali, si fanno i controlli, si parla con i medici.......
Ci lamentiamo però di una cosa:
la solitudine che si tende a creare intorno a chi convive con la malattia mentale, che resta comunque una grande incompresa. Nello specifico, vorrei riferire che noi abbiamo cercato più volte di avere contatti con famiglie toccate dal nostro stesso problema ma abbiamo sempre incontrato resistenza, non ci sono, almeno non nel distretto vercelli e torino, iniziative atte a favorire l' incontro tra genitori di ragazzi con DCA, e i medici a cui abbiamo espressamente chiesto questo favore, al di fuori delle loro mansioni, hanno glissato.
Racconto questo perché, oltre che il colloquio con gli specialisti, ci conforterebbe ulteriormente il confronto con persone "al di qua della barricata". Per fortuna c'è internet, dove abbiamo trovato il blog di Veggie, frequentato da tante ragazze che soffrono dello stesso male della nostra Laura;
io però sono della generazione precedente e con il compiuter non sono precisamente una volpe, tanto per darvi l'idea tutto questo commento l'ho scritto con un dito solo......
SALUTI A TUTTE
Dolores

Wolfie ha detto...

Per Dolores: Hai provato a cercare associazioni di genitori di chi ha un dca su internet? Ce ne sono in varie parti d’Italia, magari viene fuori qualcosa anche per la tua zona!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Tua figlia è mai stata ricoverata in qualche clinica? Ci sono cliniche per dca nella tua zona? Prova a sentire queste strutture: io non sono mai stata ricoverata in una clinica specializzata, (sono stata seguita e sono tutt’ora seguita ambulatorialmente) però nella mia città c’è questa clinica specializzata che organizza incontri per i genitori di ragazze ricoverate, ma talvolta questi incontri sono aperti anche agli esterni, infatti i miei genitori hanno più volte partecipato da esterni, per cui ti consiglio di andare ad informarti, magari riesci a trovare qualcosa!!!!!!!!!!!!!!
IN BOCCA AL LUPOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!!!!

Dolores ha detto...

grazie wolfie;
in effetti ho incontrato alcune associazioni, come IL BUCANEVE, e MI NUTRO DI VITA, ma hanno sede in altre regioni.
Mia figlia non è mai stata ricoverata ed è seguita, come te, ambulatorialmente. A Torino c'è il centro pilota per disturbi alimentari che tiene regolarmente degli incontri di gruppo x genitori, ma sono strettamente riservati alle famiglie dei ragazzi da loro seguiti.
Caso vuole che Laura abbia iniziato il suo percorso terapeutico al di fuori del centro pilota, ( è seguita infatti dal centro amenorree di Torino e da una psicoterapeuta privata), anche perché quest'ultimo accoglieva solo ragazzi dai 16 anni in poi e Laura ha avuto bisogno di aiuto molto prima.
Stesso discorso per il centro ABA, che ha una sede ad Alessandria: organizzano incontri solo per interni.
Come vedi ci sono un po' di paletti burocratici.
E penso di trovarti d'accordo con me se ti dico che è molto difficile fare accettare un cambiamento drastico nel percorso terapeutico di chi soffre di anoressia, specie se è molto giovane
credo però che, continuando a scavare, troveremo qualcosa....
Dolores

Anonimo ha detto...

Post fantastico:)
ali

AlmaCattleya ha detto...

Spero di non dire una castroneria, ma secondo me è fondamentale cercare di distrare la persona che ha un DCA.
Non perché non si è interessati, ma per portarla fuori dai pensieri ossessivi.
Solo che molti all'inizio si scoraggiano perché chi ha un DCA il più delle volte si fa negare.
Eppure per me è fondamentale far sapere a quella persona che si è presenti anche nel silenzio.
Immagino poi che la persona in questione abbia una sua passione personale, qualcosa che le piace e allora sarebbe fondamentale farglielo ricordare.
Credo sia fondamentale che, se la persona non si trova in pericolo di vita ovviamente, sia lei a prendere le decisioni.
Non so.
Se per caso, ho scritto delle cose sbagliate dimmelo Veggie

oct8pus ha detto...

Ciao a tutte... sono capitata per caso su questa pagina perché temo che una mia cugina di 16 anni abbia un dca: so che su internet sono scritte un sacco di cose superficiali e non vere a riguardo, ma quando non ci passi in prima persona e hai bisogno di capire... da qualche parte devi pur cominciare. Ho iniziato a notare qualche cambiamento da gennaio, quando in palestra ha cambiato disciplina "perché non aveva perso peso", ha iniziato a non mangiare più dolcetti e brioches -anche a base di soia e senza burro- "perché non mi va", non ha più il ciclo regolare...ma ho iniziato ad essere preoccupata seriamente dopo aver visto una foto su fb: un grissino nascosto sotto una felpa enorme.
Purtroppo, però, non so che fare: ho paura di parlare e di peggiorare la situazione, ogni volta che mi vede mi dice cose tipo "che gambe magre che hai" (sebbene siano normali)... forse quello che hai scritto mi aiuterà a cercare la strada "giusta" per relazionarmi con lei

oct8pus ha detto...

Ciao a tutte... sono capitata per caso su questa pagina perché temo che una mia cugina di 16 anni abbia un dca: so che su internet sono scritte un sacco di cose superficiali e non vere a riguardo, ma quando non ci passi in prima persona e hai bisogno di capire... da qualche parte devi pur cominciare. Ho iniziato a notare qualche cambiamento da gennaio, quando in palestra ha cambiato disciplina "perché non aveva perso peso", ha iniziato a non mangiare più dolcetti e brioches -anche a base di soia e senza burro- "perché non mi va", non ha più il ciclo regolare...ma ho iniziato ad essere preoccupata seriamente dopo aver visto una foto su fb: un grissino nascosto sotto una felpa enorme.
Purtroppo, però, non so che fare: ho paura di parlare e di peggiorare la situazione, ogni volta che mi vede mi dice cose tipo "che gambe magre che hai" (sebbene siano normali)... forse quello che hai scritto mi aiuterà a cercare la strada "giusta" per relazionarmi con lei

K. ha detto...

Scrivi un post più interessante e intelligente dell'altro, mi chiedo: come fai?

Wolfie ha detto...

Per Dolores: Sì, anche nella clinica che c’è nella mia città vengono fatti degli incontri solo ed esclusivamente per i genitori delle ragazze ricoverate; però appunto, come ti dicevo, ne vengono fatti anche alcuni (sebbene in misura minore) aperti a tutti i genitori di chi ha un dca, aldilà del fatto che le loro figlie siano ricoverate in quella clinica o meno: per questo anche i miei genitori a quest’ultima tipologia di incontri hanno potuto partecipare. E sono d’accordo con te sul fatto che questi incontri siano utili per i genitori, perché, prima che io mi ammalassi, i miei tra poco non sapevano neanche che esistesse la parola “bulimia”. Non pensi possa esserci la possibilità che Laura faccia un percorso in parallelo al centro pilota, mentre continua la sua psicoterapia e il suo percorso al centro amenorree? Così potreste trovare il modo di inserirvi anche voi come genitori, naturalmente non mettendola come imposizione che “cade dall’alto” su vostra figlia, ma semplicemente spiegandole che anche voi avreste bisogno di ricevere maggiori informazioni, proprio per riuscire ad aiutarla nella maniera più opportuna, e che per fare questo c’è la necessità che lei, almeno come pro-forma, sia inserita in questo centro pilota. Poi per il resto la fate continuare per la strada che sta facendo adesso, se si trova bene con la psicoterapeuta privata e col centro amenorree, perché se già sta facendo un percorso che le va bene e che l’aiuta e le fa fare progressi, non c’è ragione affinché cambi rotta.
Comunque ti auguro di riuscire a trovare qualcosa al più presto, in ogni possibile modo.
Un abbraccioneeeeeeeeeeee!!!!!!!!!!!!!!!

(Non so se ho scritto delle cavolate, nel qual caso ti chiedo scusa, non era mia intenzione)

Dolores ha detto...

tranquilla, non hai detto nessuna cavolata, il fatto è che con il centro pilota ci siamo già parlati al telefono ed erano
stati piuttosto categorici
adesso vado a vedere se hai un blog anche tu
ciao e grazie

Unknown ha detto...

Bellissimo post, mi piace anche il commento di Wolfie. Nulla da aggiungere. Un abbraccio :)

Wolfie ha detto...

Per Dolores: No, io non ho nessun blog, perchè non avrei la costanza di scriverci periodicamente!!!!!!! :-) Quindi mi limito a commentare i blog altrui!!!!!!!!!!
Magari dovreste coalizzarvi in più coppie di genitori di ragazze con dca, ed insistere tutti insieme presso il centro pilota affinchè organizzi qualcosa anche per voi!!!!!!! Se ricevono più e più richieste di uno stesso tipo, magari qualcosa si potrebbe smuovere.

Veggie ha detto...

@ Viellina – Grazie a te, Viellina… In effetti, sono d’accordo con quello che scrivi, in quanto molte persone purtroppo non si pongono neanche il problema… E spero davvero che qualche genitore/parente/amico di una persona che ha un DCA, leggendo questo, possa darle concretamente un buon supporto…

@ Raki – Gli altri magari commentano in maniera del tutto innocente… non pensano alla risonanza che quei commenti potrebbero avere… non si rendono conto che lasciano il tempo che trovano o che, in alcuni casi, possono fare più male che bene… perché si concentrano sull’esteriorità, mentre i DCA sono malattie mentali…

@ Wolfie – Ti permetto eccome, anzi, grazie per aver arricchito questo post con le tue preziose aggiunte!... Sono molto d’accordo con ciò che hai scritto, tra l’altro… I mariti/compagni non li avevo menzionati direttamente perché li includevo implicitamente nella categoria “familiari”… ehe… Grazie a te!...

@ phagosome – Bè, se fosse utile anche solo per tua mamma, mi sembra già una gran cosa!… Grazie a te per le tue parole…

@ mara – Grazie, cara!... Spero davvero che possa essere diffuso e possa servire ad un numero quanto maggiore possibile di persone…

@ Dolores – Grazie per il tuo feedback, Dolores!... Le mie idee vogliono essere linea di massima, non è che sono verità assolute, e la loro applicazione in maniera più o meno ampia, perciò, varia anche da persona a persona… e solo tu, conoscendo tua figlia, puoi sapere quali possano essere i comportamenti migliori da tenere nei suoi confronti… E se hai qualcosa da aggiungere a questi punti, proprio come madre che sta vivendo questa situazione, fallo pure: non mi fa che piacere!...
P.S.= Per quanto riguarda il tuo secondo commento… Nell’ospedale in cui ho fatto l’Università, esiste un’associazione in cui si riuniscono genitori di ragazze che hanno DCA, proprio per parlare insieme e condividere consigli ed esperienze… mi dispiace che dalle tue parti non esista niente di simile, perché immagino possa essere davvero utile. Detto questo, posso solo immaginare (non essendo madre) l’amplificazione del malessere che possano provare i genitori di fronte ad un DCA… sebbene ti possa assicurare che anche i genitori ad un certo punto si stancano e lasciano la presa – anche se naturalmente mi auguro che tu e tuo marito non lo facciate. Ti abbraccio…

@ Vele/Ivy – Grazie mille, carissima!... Anch’io penso che i commenti delle altre ragazze e dei genitori siano un’importantissima integrazione a quanto ho scritto!...

@ Miriam – Sì, penso anch’io che per un genitore/familiare/amico sia molto forte il senso d’impotenza quando si trova di fronte ad una persona con un DCA… forse questi consigli vogliono proprio anche mirare a far capire loro come poter essere di supporto, in maniera tale appunto da limitare anche un po’ questo senso d’impotenza… Certo, se poi noi siamo collaborative e non mettiamo muro, le cose migliorano ulteriormente… poiché quando c’è un DCA in ballo sicuramente si sta tutti male, e darsi una mano è magari anche un modo per alleviare questo dolore…

Veggie ha detto...


@ Ali – GRAZIE!!...

@ AlmaCattleya – Nessuna castroneria, figurati!... Hai scritto cose perfettamente centrate. E ti ringrazio, semplicemente, per aver arricchito, con il tuo commento, il mio elenco!...

@ oct8pus – Ciao oct8pus, benvenuta!... Spero che in qualche modo il mio post possa davvero esserti d’aiuto con tua cugina… ne ho scritto anche un altro della stessa tipologia, in Gennaio 2013, sulle cose da dire/non dire ad una persona che ha un DCA… dacci un’occhiata nell’archivio dei post, se ti va… Io comunque non penso che parlandone tu possa peggiorare la situazione: le dimostrerai che sei attenta e preoccupata per lei, e le dimostrerai la tua disponibilità ad affrontare la tematica, qualora lei avesse voglia/bisogno di parlare… E’ ovvio che un familiare non si può sostituire ad un medico, però sicuramente può essere comunque molto di supporto… Capisco quello che scrivi a proposito della necessità di cercare/trovare informazioni per chi non ha vissuto un DCA in prima persona… però, magari, ti consiglio di cercare i siti delle associazioni che si occupano proprio di DCA, perché lì magari puoi trovare delle testimonianze dirette che sono la fonte più vera per avere informazioni corrette in merita ai DCA…

@ K. – Grazie mille!...

@ Leonie – Grazie…

Francesca ha detto...

salve a tutti, solo oggi arrivo su questo blog e devo dire che l'ho trovato veramente interessante ed utile. grazie a tutti per le testimonianze di chi ci è passato e di chi, aimè, ci sta passando.
io sono la mamma di una ragazza in piena anoressia. scoperta a settembre, non faccio altro che documentarmi per cercare di aiutarla e a questo proposito avrei una domanda da porvi: da dicembre mia figlia ha iniziato la terapia da una psicologa e il sostegno alimentare da una dietista, da entrambe andiamo una volta a settimana, quindi sono 2 giorni di visite fissi, ormai da mesi. c'è già stato un ricovero ospedaliero ed ora continuiamo con le visite... io mi chiedo ma tutto questo accanimento fa bene? è giusto fare tutti questi incontri? aiuta veramente? lo so che il percorso è lungo e difficile, vorrei solo capire se è il percorso giusto

Veggie ha detto...

@ Francesca – Ciao Francesca, benvenuta sul blog!... Grazie a te per aver lasciato il tuo commento!... Rispondendo alla tua domanda, sulla base di quella che è stata la mia esperienza personale, il percorso che tua figlia sta attualmente facendo è giustissimo: è infatti di fondamentale importanza affiancare psicoterapia e riabilitazione nutrizionale, affinché possano coadiuvarsi a vicenda, è l’unico modo per poter lavorare contemporaneamente su ambo i fronti, quello meramente alimentare e quello psicologico… per cui, a mio avviso, il percorso che sta facendo tua figlia è il migliore possibile. In quanto alla frequenza degli incontri, non ti preoccupare: si diraderanno non appena tua figlia starà meglio… da questo punto di vista sono gli specialisti a dover concordare le varie tappe, anche temporali… Anch’io inizialmente facevo un incontro alla settimana sia per quanto riguarda la psicoterapia, sia per quanto riguarda la dietista… Poi ho attraversato fasi e periodi alterni, fatto sta che attualmente vado dalla psicologa 1 volta ogni 2 settimane, e dalla dietista semplicemente al bisogno… Ma ci vogliono anni ed anni… Non cercare di ottenere il “tutto & subito”… so che potrebbe darti sollievo, ma ti assicuro che la velocità non è mai amica di chi ha un DCA… viceversa, a voler accorciare i tempi si rischiano soltanto solenni ricadute. Tanta pazienza e tanto tempo ci vuole… ben più di una Primavera.
Ti abbraccio…

cosasonolenuvole ha detto...

Veggie, solo una parola.. GRAZIE!
Questo post me l'ero perso e meno male me l'hai segnalato di la da Viellina: è davvero utile e cercherò di seguire i tuoi consigli! Ora leggerò anche quello su cosa dire/non dire a chi ha un DCA, credo possa essermi molto utile, perché davvero alle volte ho la sensazione di star camminando sulle uova: qualsiasi cosa dirò, temo potrebbe far danno.
So che posso fare poco, so che non posso "salvare" nessuno -e, del resto, la sindrome dell'"io ti salverò" non ce l'ho avuta mai- ma non voglio neppure voltarmi dall'altra parte e far finta di non vedere.
Se nel mio piccolo potrò fare anche una sola piccolissima cosa per aiutare questa ragazza a rimettere le cose in una prospettiva mentale più "elastica", a mettere da parte anche per un secondo le sue compulsioni o evitare che peggiorino, beh... allora ne sarò già felice:).
Grazie ancora tantissimo per il tuo post, ben scritto, utile e illuminante, e per tutti i commenti che l'hanno arricchito.

Veggie ha detto...

@ cosasonolenuvole – Grazie a te per essere passata ed avermi lasciato il tuo feedback!... ^__^ Mi fa davvero piacere se i miei post possono, in qualche modo, esserti utili… Okay, potrai pure fare “poco” (virgolette d’obbligo, perché credo che il concetto di “poco” sia molto relativo…), ma nel momento in cui scegli di stare accanto ad una persona nonostante abbia un DCA, e sia dunque fortemente respingente e chiusa in se stessa, in realtà anche solo questo è già tantissimo, a mio avviso… Nessuno ha la pretesa di salvare nessun altro, si capisce… ma in un momento di estrema difficoltà come quando si è nel pieno del DCA, ogni mano tesa può rappresentare, a suo modo, un’àncora di salvezza…
P.S.= Ti ho risposto anche sul blog di Viellina...!

Sybil Vane ha detto...

L'ho mandato per e mail al mio ragazzo, gli ho mandato il link senza dirgli nulla oggi pomeriggio, non ce la facevo più ad essere sola. Spero che lo legga, prima o poi, quando entrerà nella casella di posta.
E' bellissimo.
Ti stringo

cosasonolenuvole ha detto...

Eccomi Veggie! Ti rispondo di qui sennò ci rimbalziamo da un blog all'altro :D
No, sul serio, grazie a te! Ero già passata sul tuo blog e avevo letto alcuni post, soprattutto alcuni più "tecnici". Questi più "relazionali", come questo, me li ero persi e ti sono grata di avermelo da Viellina! Adesso cerco di recuperarne altri!
Ne approfitto anche per farti i complimenti per il tuo modo di scrivere, mi piace davvero tanto! L'unico appunto che devo fare -ma mi sa che è un problema tutto mio :D- è che faccio fatichissima a leggere post lunghi su sfondo nero >__< ma come scrivevo da Viellina, ho notato che questo tipo di impostazione grafica, con l'inversione della scritta nero su bianco in favore del bianco su sfondo nero (o comunque colore chiaro su sfondo scuro) è diffusissima nei blog di ragazze che parlano dei loro DCA. Magari è un caso, magari no.. o forse l'ho notato solo io che, visto che sono una talpetta, non posso fare a meno di farci caso :D
Grazie mille ancora! Adesso leggo un altro po' e di tanto in tanto mi fermerò a commentare!

Veggie ha detto...

@ Sybil Vane – Hai fatto proprio bene… Lo spero anch’io… E spero che ne possa fare il giusto uso, nei tuoi confronti… Ti ringrazio…

@ cosasonolenuvole – Ne ho scritti diversi di post più “relazionali”, come dici te, e rivolti a genitori/amici/famigliari/colleghi di chi ha un DCA… ^^” Se mi mandi una mail (veggie.any@gmail.com) ti invio direttamente alcuni link, così non devi perdere tempo a cercarli sul blog…
In quanto all’impostazione grafica del blog, la spiegazione è molto semplice: quando ho aperto questo blog (stiamo parlando del 2008), la piattaforma blogger era molto più scarsa di adesso… Era possibile scegliere tra ben pochi layout (mi pare fossero 3 o 4, non ricordo esattamente), e poiché dai miei studi di Medicina sapevo che scrivere di un colore chiaro su uno sfondo scuro affatica molto meno le vista del viceversa, la mia scelta è di conseguenza ricaduta su scritte bianche su sfondo nero, poiché all’epoca non vi erano alternative simili… (per la cronaca, l’accoppiamento che affatica meno la vista in assoluto è scritte gialle su sfondo blu…).
Commenta pure quanto e dove vuoi, sei sempre la benvenuta, e ricevere i feedback altrui non mi fa che piacere!...

 
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