lunedì 1 agosto 2011
"Full Mouse, Empty Mouse": ti stimo
Quando, girovagando su Internet, in siti americani inerenti i DCA, ho scoperto che era stato scritto un libro per ragazzini/e intitolato “Full Mouse, Empty Mouse: A Tale of Food and Feelings”, la mia attenzione si è risvegliata, e l’ho immediatamente ordinato su eBay (QUI potete trovare il link se siete interessate all'acquisto).
Finalmente, dopo mesi di attesa, il libro mi è arrivato. L’ho letto, e di fronte a certe cose che vi erano scritte, mi è veramente salito un groppo in gola.
Ora, non è che questo sia un libro eccessivamente sentimentale. Quello che mi ha colpito, piuttosto, è stato il fatto che attualmente esiste un libro che, seppure scritto in Inglese, riesce a parlare ai ragazzini/e dei DCA e delle sensazioni ad essi correlate.
L’autrice del libro si chiama Dina Zeuckhausen, che è anche la fondatrice e la direttrice esecutiva dell’ Eating Disorder Information Network. Io vorrei farle un applauso perché: 1) Ha scritto questo libro; 2) Ha scritto questo libro con un’estrema sensibilità e appropriatezza per un pubblico di 10 – 14enni; 3) Ha incluso nel libro delle notazioni per i genitori e delle FAQ (sempre rivolte ai genitori di una ragazzina/o che ha un DCA), nonché gl’inidirizzi di diversi siti Internet che si occupano di DCA.
“Full Mouse, Empty Mouse: A Tale of Food and Feelings” è il miglior libro che io abbia mai letto? No. E’ utile e profondo? Sì.
E’ un libro scritto in versi, come se fosse una sorta di lunga poesia, e anche se in alcuni punti sembra un po’ forzato (o, quantomeno, a me sembra un po’ forzato, poi è ovvio che non ho competenze inglesi tali da poter dare grandi giudizi…), in generale mi pare che riesca a comunicare molto bene con i ragazzini/e, per cui centra in pieno il suo obiettivo. Le illustrazioni (di Brian Boyd) completano splendidamente il quadro ed il messaggio.
Quello che mi è piaciuto di più di questo libro è che non è prettamente rivolto verso le ragazze (come la maggior parte di ciò che inerente i DCA), e non si focalizza unicamente sulla restrizione alimentare o sui problemi connessi al cibo. Parla di un topolino e di una topolina che si abbuffano (per arginare sentimenti/situazioni ansiogene) e restringono l’alimentazione (sempre per arginare sentimenti/situazioni ansiogene) rispettivamente.
Non vengono menzionati comportamenti di compensazione come il vomito autoindotto – e penso che questo sia molto saggio. Laddove prova ad aiutare i più giovani che hanno a che fare con un DCA, non suggerisce la possibilità di “riparare” ad un eventuale abbuffata vomitando, qualora la cosa non fosse venuta in mente al lettore/alla lettrice. Del resto, non sarebbe neanche funzionale per questo tipo di libro mettersi a spulciare ogni singolo comportamento di coping relativo ai DCA.
"Listen to your body.
It's not too hard to read.
Go inside and you will find
The answers that you need.
To find out what you're feeling,
Here's the place to start:
Understand the language
Of your Tummy and your Heart.
Speak up if you're angry,
Get a hug if you feel scared,
And if you're sad, just cry those tears,
'Cause feelings should be shared!"
[“Ascolta il tuo corpo. / Non è troppo difficile comprenderlo. / Scava dentro di te e troverai / le risposte di cui hai bisogno.
Per capire quali sono i tuoi veri sentimenti / c’è un modo per cominciare: / ascolta e separa il linguaggio / del tuo stomaco e del tuo cuore.
Grida se sei arrabbiato/a, / fatti abbracciare se hai paura, / e se sei triste, piangi tutte le tue lacrime / perché i sentimenti devono essere buttati fuori!”]
Sono rimasta piuttosto impressionata. Il libro mi è piaciuto, e se qualcuna di vuoi ne avrà la possibilità, consiglio di leggerlo – ai ragazzini/alle ragazzine che hanno un DCA, ai ragazzini/alle ragazzine che non hanno un DCA, a chi non ha ancora chiaro come possano essere intricate le dinamiche di un DCA, e anche agli adulti. E’ comunque un libro toccante. Sono molto contenta che qualcuno abbia deciso di pubblicare un libro per ragazzini/e che metta in evidenza il coraggio che ci vuole per relazionarsi con i propri sentimenti senza nascondersi dietro un DCA, che incoraggia a parlare con la famiglia delle proprie difficoltà alimentari per quanto questo possa essere estremamente difficile, che consiglia di discernere tra il sentire il corpo e il cuore, e che mostra che nessuno che combatte contro un DCA sia da solo.
Finalmente, dopo mesi di attesa, il libro mi è arrivato. L’ho letto, e di fronte a certe cose che vi erano scritte, mi è veramente salito un groppo in gola.
Ora, non è che questo sia un libro eccessivamente sentimentale. Quello che mi ha colpito, piuttosto, è stato il fatto che attualmente esiste un libro che, seppure scritto in Inglese, riesce a parlare ai ragazzini/e dei DCA e delle sensazioni ad essi correlate.
L’autrice del libro si chiama Dina Zeuckhausen, che è anche la fondatrice e la direttrice esecutiva dell’ Eating Disorder Information Network. Io vorrei farle un applauso perché: 1) Ha scritto questo libro; 2) Ha scritto questo libro con un’estrema sensibilità e appropriatezza per un pubblico di 10 – 14enni; 3) Ha incluso nel libro delle notazioni per i genitori e delle FAQ (sempre rivolte ai genitori di una ragazzina/o che ha un DCA), nonché gl’inidirizzi di diversi siti Internet che si occupano di DCA.
“Full Mouse, Empty Mouse: A Tale of Food and Feelings” è il miglior libro che io abbia mai letto? No. E’ utile e profondo? Sì.
E’ un libro scritto in versi, come se fosse una sorta di lunga poesia, e anche se in alcuni punti sembra un po’ forzato (o, quantomeno, a me sembra un po’ forzato, poi è ovvio che non ho competenze inglesi tali da poter dare grandi giudizi…), in generale mi pare che riesca a comunicare molto bene con i ragazzini/e, per cui centra in pieno il suo obiettivo. Le illustrazioni (di Brian Boyd) completano splendidamente il quadro ed il messaggio.
Quello che mi è piaciuto di più di questo libro è che non è prettamente rivolto verso le ragazze (come la maggior parte di ciò che inerente i DCA), e non si focalizza unicamente sulla restrizione alimentare o sui problemi connessi al cibo. Parla di un topolino e di una topolina che si abbuffano (per arginare sentimenti/situazioni ansiogene) e restringono l’alimentazione (sempre per arginare sentimenti/situazioni ansiogene) rispettivamente.
Non vengono menzionati comportamenti di compensazione come il vomito autoindotto – e penso che questo sia molto saggio. Laddove prova ad aiutare i più giovani che hanno a che fare con un DCA, non suggerisce la possibilità di “riparare” ad un eventuale abbuffata vomitando, qualora la cosa non fosse venuta in mente al lettore/alla lettrice. Del resto, non sarebbe neanche funzionale per questo tipo di libro mettersi a spulciare ogni singolo comportamento di coping relativo ai DCA.
"Listen to your body.
It's not too hard to read.
Go inside and you will find
The answers that you need.
To find out what you're feeling,
Here's the place to start:
Understand the language
Of your Tummy and your Heart.
Speak up if you're angry,
Get a hug if you feel scared,
And if you're sad, just cry those tears,
'Cause feelings should be shared!"
[“Ascolta il tuo corpo. / Non è troppo difficile comprenderlo. / Scava dentro di te e troverai / le risposte di cui hai bisogno.
Per capire quali sono i tuoi veri sentimenti / c’è un modo per cominciare: / ascolta e separa il linguaggio / del tuo stomaco e del tuo cuore.
Grida se sei arrabbiato/a, / fatti abbracciare se hai paura, / e se sei triste, piangi tutte le tue lacrime / perché i sentimenti devono essere buttati fuori!”]
Sono rimasta piuttosto impressionata. Il libro mi è piaciuto, e se qualcuna di vuoi ne avrà la possibilità, consiglio di leggerlo – ai ragazzini/alle ragazzine che hanno un DCA, ai ragazzini/alle ragazzine che non hanno un DCA, a chi non ha ancora chiaro come possano essere intricate le dinamiche di un DCA, e anche agli adulti. E’ comunque un libro toccante. Sono molto contenta che qualcuno abbia deciso di pubblicare un libro per ragazzini/e che metta in evidenza il coraggio che ci vuole per relazionarsi con i propri sentimenti senza nascondersi dietro un DCA, che incoraggia a parlare con la famiglia delle proprie difficoltà alimentari per quanto questo possa essere estremamente difficile, che consiglia di discernere tra il sentire il corpo e il cuore, e che mostra che nessuno che combatte contro un DCA sia da solo.
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9 commenti:
Mi hai incuriosita parecchio con questo libro, non ne avevo mai sentito parlare ma sto facendo un pensierino per farmelo regalare per il mio compleanno^^
Grazie per aver compreso il mio "sfogo", mi sento meno sola adesso :)
(ps. studio lingue)
Un abbraccio grande grande :*
Ma c'è solo in inglese, vero? Vabbé che da quanto ho letto è un linguaggio molto facile da tradurre, senza l'uso di parole difficili, ma mi ha incuriosita molto. Credo che lo comprerò anch'io (:
Davvero molto interessante!
Anch'io non conoscevo questo libro, e dato che c'è la possiiblità di farlo, sarò ben felice di acquistarlo! Fortuna che con l'inglese me la cavo bene!
Però, stavo riflettendo, è un po' triste che non esista un libro del genere scritto da un'autrice o da un autore italiano per un pubblico italiano, perchè penso che certe cose sarebbe importante che avessero una diffusione quanto maggiore possibile, soprattutto proprio perchè rivolti ad un pubblico giovane e inesperto nei confronti di un dca. Credo che qui in Italia non si dia per il momento abbastanza importanza al problema, purtroppo, anche se i dca sono una delle prime cause di morte tra adolescenti.
La cosa che più mi rincuora nei riguardi di questo libro appena ho letto il tuo post, è che è adatto ai ragazzini di 10-14 anni.
Purtroppo l'età in cui possono comparire l'anoressia e la bulimia è sempre più precoce rispetto ad anni fa, ma i libri che ci sono non parlano a loro.
Devo dire che questo libro mi incuriosisce. Puo' essere un buon modo per parlare di qualcosa di pesante in modo a tutti comprensibile. Prima o poi lo compro. Grazie del consiglio:))
In effetti manca un libro così in Italia, tutti i libri che ho letto che parlano di dca sono rivolti più o meno a un pubblico adulto, specialistico, e non dicono niente di nuovo; altrimenti sono esperienze autobiografiche, che - per quanto interessanti e coinvolgenti - rimangono complesse nello svolgimento autocentrato e non mediato del disturbo.
Trovo invece molto efficace parlare di dca attraverso la storia di due topolini, anche perchè non essendo umani aiuta meglio a distanziarsi dal sintomo, aiutando a capirlo per quello che è: una strategia per controllare sentimenti non altrimenti esplicabili.
Anche secondo me è giusto che non sia esposto nei dettagli a dei bambini-ragazzini ogni funzione di compenso, non è un manuale sui disturbi alimentari, ed è questa credo la sua originalità. Grazie per averlo segnalato!
Baci e buone vacanze,
M.
Ciao Veggie,
non so cosa posso dirti per le bellissime parole che hai lasciato....grazie?Banale lo so,ma non trovo altro.Avevo chiuso il blog credendo che allontanarmi un pò sarebbe servito,ma non è stato così....
Beh che dire,sono ritornato e da oggi credo che ti seguirò....almeno fino a quando ci sarò....grazie
Julian
Ciao,Veggie,è la prima volta che commento.Ho letto per un po' il tuo blog,e mi ha sinceramente colpita la dedizione e la pazienza con le quali curi le tue pagine,offrendo una speranza a tutte.
Ti leggerò ancora.
A presto.
@ Isibéal – Penso che sarebbe proprio un bel regalo di compleanno!... Anche se, ovviamente, il regalo più bello è quello che possa fare tu per te stessa: continuare a combattere…
P.S.= Figurati… siamo sulla stessa barca, se teniamo un remo per una magari si fa meno fatica, no?!...
@ HeavierThanHeaven – Sì, purtroppo per il momento esiste solo la versione Inglese di questo libro… anche se spero che prima o poi (meglio prima che poi, in effetti…) qualcuno si deciderà a tradurlo anche in Italiano… perché credo sarebbe davvero importante… Comunque non ti preoccupare, perché seppure scritto in Inglese, è un libro che si comprende molto facilmente…
@ Wolfie – Hai ragionissima, in Italia per certi versi i DCA sono ancora molto tabù… Pensa che negli U.S.A. esiste addirittura una Settimana Nazionale dei DCA!... Sono molto più avanti di noi… E anch’io spero davvero che prima o poi qualcuno scriva una cosa del genere anche in Italiano… e scommetto che tu ne saresti capacissima… ^__^”
@ AlmaCattleya – Verissimo, è proprio questa la cosa migliore del libro… che un libro di questo tipo è adatto anche alle giovanissime… che, così, se entrate nella spirale dell’anoressia, possono sentirsi meno sole… e cominciare a rifletterci su…
@ Giulia – Figurati… Spero davvero che, se mai ti capiterà sotto mano, anche tu abbia modo di apprezzarne le qualità… Ovviamente non è un qualcosa di esaustivo, ma lo ritengo un ottimo primo approccio, un’ottima infarinatura per chiunque abbia a che fare con un DCA… soprattutto se d’esordio in giovane età…
@ Musidora – Grazie a te per il tuo commento… Vero, secondo me è importante rivolgersi ad un pubblico giovanile per sensibilizzarlo su queste tematiche, e per far capire a chi ci è dentro che non è sola… Libri specialistici ce ne sono a bizzeffe, ma sono per lo più manuali, basati su dati medici e su “stereotipi” comportamentali… non particolarmente funzionali, insomma… In quanto alle autobiografie… credo che ogni persona sia una storia a sé, quindi è difficile raggiungere un vasto pubblico…
@ Julian – Ciao Julian, benvenuto!... Figurati, anzi, grazie a te per essere passato di qui e per le tue parole… Passa di qui tutte le volte che vuoi, ci sarà sempre spazio per dire tutto quello che credi senza problemi… io resto qui, fino a quando tu vorrai esserci.
Un abbraccio forte…
@ Carolìn – Ciao Carolìn, grazie mille per aver voluto lasciare la tua traccia… mi ha fatto davvero tantissimo piacere leggere le tue parole… Sei la benvenuta!... Passa di qua quando vuoi, e se ti va di commentare, fallo senza esitazione!... Ti lascio un abbraccio per ora… a presto!...
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