mercoledì 29 aprile 2009
La bellezza secondo me - Take 1
Ragazze, let's start!! ^__^
L'8 Aprile avevo pubblicato un post dal titolo "La bellzza secondo me", invitandovi ad esprimere la vostra opinione di merito al concetto di "bellezza".
Per prima cosa, voglio ringraziare tutte le meravigliose persone che hanno risposto al mio appello inviandomi le loro preziose risposte... Non ne aspettavo così tante, perciò, davvero GRAZIE A TUTTE VOI!!
Data la quantità di risposte, dunque, quello che era nato come un "post cumulativo", sarà spezzato in 5 post differenti, uniti dal fil rouge dell'argomento "bellezza"... Abbiate un po' di pazienza, e pubblicherò tutte le vostre parole...
Cominciamo quindi subito con i primi 5 interventi...
ILARIA
"Cos’è la bellezza?
Poter sorridere di fronte al riflesso dello specchio, andare fieri di dire “questo riflesso mi appartiene”... la consapevolezza di valere, di importare... poter andare in giro a testa alta... e non sempre con gli occhi bassi nell’eterno desiderio di voler scomparire.
Adesso che ci penso... non ho un’idea precisa di “bellezza”: nessun canone fisso, nessuno stereotipo. Alte o basse, bionde o more, non è quello che fa la differenza. È il fatto di sentirsi adeguate. Una volta mi dicevano “sei proprio carina”: brava a scuola, figlia perfetta, sorella perfetta, amica perfetta... nessuno aveva niente da ridire. E la prima che ha trovato qualcosa da ridire sono stata proprio io, che un giorno ho deciso che il “carina” non mi si addiceva... e dovevo cambiare.
Adesso, sai... nessuno mi dice da mesi, se non anni, che sono “carina”: eppure sono sempre io, la stessa ragazza, la stessa figlia, la stessa sorella, la stessa Ilaria. Mi hai detto che “non esistono persone giuste o sbagliate”, però di fatto esistono persone che l’opinione comune ritiene tali.
Tutte noi abbiamo fatto/stiamo facendo questo per arrivare a quella che consideriamo BELLEZZA, e che forse non raggiungeremo mai. Questa mattina guardavo una mia compagna di classe: è la classica “figa”, ma non perché particolarmente BELLA, quanto perché ritenuta così da tutti... come cammina, come parla, come... com’è. Ecco, direi che lei è proprio “bella”.
Dunque, questa è la mia teoria... la bellezza, quella che cerco attraverso questo percorso di accettazione-rifiuto del cibo, non è fatta solo di dimagrimento. Il dimagrimento in sé non è altro che un mezzo per arrivare più in là. È una pedina del gioco. Solo una pedina. Forse, credo, se fossi magra (se mi vedessi magra, perché a sto punto non ci capisco più niente tra come sono e come vedo) sarei BELLA perché avrei stabilito di esserlo. Una è bella quando crede e si sente tale.
Io non sono bella. Non sono neanche lontanamente carina.
Tornando al nemico-amico specchio... lui è il dado, che determina le mosse delle pedine.
Specchio e bilancia = dadi; restrizione = pedina; bellezza = vittoria.
Più o meno nella mia testa la partita si gioca così...
Vincerò solo se la mia pedina non verrà distrutta... solo se i dadi la lasceranno proseguire in santa pace.
Questo è tutto quello che ti direi nei momenti bui... sto cercando un po’ alla volta di distruggere completamente l’intero gioco, dadi, pedine... tutto.
E va già meglio, perché anche se non sono per niente “bella”, a volte guardando lo specchio, un accenno di sorriso lo faccio. A volte guardo il riflesso di fronte a me,e penso “sei tutto quello che mi resta, e ti voglio bene”."
INVISIBILE
"La bellezza è uscire di casa ed essere felice.
La bellezza è indossare un vestito e sentirsi elegante.
La bellezza è ascoltare qualcuno ed aiutarlo.
La bellezza è guardarsi allo specchio e piacersi."
ASHA
"Io ho saputo amare uomini e donne indistintamente proprio perchè l'amore, come la bellezza, è soggettivo e va al di là di convinzioni e apparenze.
La bellezza è quel neo vicino al naso che ti fa apparire così particolare, così vera, così unica.
E' quel vezzo di rossetto che esalta le tue labbra in una giornata di sole.
E' quel profumo particolare che una sera di estate mi avvolge e ogni volta che lo sento penso a te.
E' quel gesto preciso in quel momento che cambia la nostra vita e che rimarrà impresso nella mia testa per tutta la mia esistenza.
La bellezza quindi, non è un fattore puramente estetico. E' quanto di più poetico, sentito, ricercato, una persona possa fare per te, direttamente o indirettamente.
Di ogni persona che ho amato, ad esempio, ricordo la sua bellezza. Ricordo le dolcissime parole di mio marito, le lacrime quando stavo per entrare per fare il cesareo di tutti e due i miei bambini, il suo sguardo abbracciandoli che ringraziava il mio dolore, le continue coccole e carezze che mi regala. Adoro la sua lunga schiena morbida, sulla quale spesso mi piace riposare.
Di una ragazza ricordo i lunghi capelli neri che portava come un premio da esibire, la pelle eburnea e morbida scurita dal diabete giovanile, le sue mani ossute con quelle unghie sempre appuntite, il dolce sorriso e l'immensa comprensione del mio essere.
La bellezza di un altro ragazzo consisteva nel suo sorriso dirompente, non poteva non sembrare un adone per chiunque ci parlasse, anche solo per un attimo. Poi, magari, attraversando la strada, non lo avresti neanche notato. Ma ricordo le notti a ridere assieme, a raccontarci le nostre vite e ricordo ancora la fiamma della gioia e della spensieratezza nei suo occhi che lo faceva così bello e attraente.
Il mio primo ragazzo, ad esempio, era veramente bello. Solare, mediterraneo, allegro e spensierato. E lui, nel mio cuore, è rimasto sempre il più bello. Ma un motivo c'è, la vita ci ha diviso alle superiori. Io sono rimasta in questa vita e lui è passato all'altra. Non avendomi mai potuto "tradire" in nessun modo, mai ferire, mai soffrire, nel mio cuore rimane "l'assoluto" di bellezza pura, giovane, semplice e amore che ho mai vissuto.
Quindi, tutto ciò, per dirvi che la bellezza va vissuta in ogni sua forma. Che poi di ogni persona ci rimane impressa una particolarità, un modo di essere, un evento che fa di lui, per noi, la cosa più bella del mondo.
E spesso la bellezza è "temporale". Ciò che oggi ci appare meraviglioso, stupendo, virile, dolcissimo, l'indomani, per un qualsiasi evento che muta il nostro pensiero o il nostro animo, può divenire la più tenebrosa e ripugnante delle bellezze.
Da grande ho capito che "non si può piacere a tutti", ma sicuramente si può essere piacevole per un numero infinito di persone. E questo va molto al di fuori del "fisico" e di quei canoni di bellezza che difficilmente possono essere raggiunti e mantenuti.
Poi, come ciliegina sulla torta, mia nonna diceva sempre: "Sai Sarah, le persone sono una bilancia. Se togli da una parte, aggiungeranno nell'altra. Così come la bellezza e l'intelligenza degli umani." Poi mi guardava e mi diceva: "Noi siamo molto intelligenti, non stupirti se sembriamo goffe e buffe. Stai sicura che questa è la scelta migliore". E io le sorridevo e ho sempre creduto fermamente in ciò che lei mi raccontava."
PILARY
"La bellezza secondo me… è semplicemente "sentirsi belle".
Risposta un po’ banale forse (spero di no!) ma trovo inutile cercare di oggettivare un concetto così soggettivo come questo...
So che quando mi sento bella mi vedo bella... e quando mi sento bella dentro... lo sono anche fuori..."
SORRIDENTE
"La bellezza secondo me è qualcosa che va oltre l'aspetto fisico, è la luce ed il calore che una persona emana, è il garbo nella voce e nei movimenti."
L'8 Aprile avevo pubblicato un post dal titolo "La bellzza secondo me", invitandovi ad esprimere la vostra opinione di merito al concetto di "bellezza".
Per prima cosa, voglio ringraziare tutte le meravigliose persone che hanno risposto al mio appello inviandomi le loro preziose risposte... Non ne aspettavo così tante, perciò, davvero GRAZIE A TUTTE VOI!!
Data la quantità di risposte, dunque, quello che era nato come un "post cumulativo", sarà spezzato in 5 post differenti, uniti dal fil rouge dell'argomento "bellezza"... Abbiate un po' di pazienza, e pubblicherò tutte le vostre parole...
Cominciamo quindi subito con i primi 5 interventi...
ILARIA
"Cos’è la bellezza?
Poter sorridere di fronte al riflesso dello specchio, andare fieri di dire “questo riflesso mi appartiene”... la consapevolezza di valere, di importare... poter andare in giro a testa alta... e non sempre con gli occhi bassi nell’eterno desiderio di voler scomparire.
Adesso che ci penso... non ho un’idea precisa di “bellezza”: nessun canone fisso, nessuno stereotipo. Alte o basse, bionde o more, non è quello che fa la differenza. È il fatto di sentirsi adeguate. Una volta mi dicevano “sei proprio carina”: brava a scuola, figlia perfetta, sorella perfetta, amica perfetta... nessuno aveva niente da ridire. E la prima che ha trovato qualcosa da ridire sono stata proprio io, che un giorno ho deciso che il “carina” non mi si addiceva... e dovevo cambiare.
Adesso, sai... nessuno mi dice da mesi, se non anni, che sono “carina”: eppure sono sempre io, la stessa ragazza, la stessa figlia, la stessa sorella, la stessa Ilaria. Mi hai detto che “non esistono persone giuste o sbagliate”, però di fatto esistono persone che l’opinione comune ritiene tali.
Tutte noi abbiamo fatto/stiamo facendo questo per arrivare a quella che consideriamo BELLEZZA, e che forse non raggiungeremo mai. Questa mattina guardavo una mia compagna di classe: è la classica “figa”, ma non perché particolarmente BELLA, quanto perché ritenuta così da tutti... come cammina, come parla, come... com’è. Ecco, direi che lei è proprio “bella”.
Dunque, questa è la mia teoria... la bellezza, quella che cerco attraverso questo percorso di accettazione-rifiuto del cibo, non è fatta solo di dimagrimento. Il dimagrimento in sé non è altro che un mezzo per arrivare più in là. È una pedina del gioco. Solo una pedina. Forse, credo, se fossi magra (se mi vedessi magra, perché a sto punto non ci capisco più niente tra come sono e come vedo) sarei BELLA perché avrei stabilito di esserlo. Una è bella quando crede e si sente tale.
Io non sono bella. Non sono neanche lontanamente carina.
Tornando al nemico-amico specchio... lui è il dado, che determina le mosse delle pedine.
Specchio e bilancia = dadi; restrizione = pedina; bellezza = vittoria.
Più o meno nella mia testa la partita si gioca così...
Vincerò solo se la mia pedina non verrà distrutta... solo se i dadi la lasceranno proseguire in santa pace.
Questo è tutto quello che ti direi nei momenti bui... sto cercando un po’ alla volta di distruggere completamente l’intero gioco, dadi, pedine... tutto.
E va già meglio, perché anche se non sono per niente “bella”, a volte guardando lo specchio, un accenno di sorriso lo faccio. A volte guardo il riflesso di fronte a me,e penso “sei tutto quello che mi resta, e ti voglio bene”."
INVISIBILE
"La bellezza è uscire di casa ed essere felice.
La bellezza è indossare un vestito e sentirsi elegante.
La bellezza è ascoltare qualcuno ed aiutarlo.
La bellezza è guardarsi allo specchio e piacersi."
ASHA
"Io ho saputo amare uomini e donne indistintamente proprio perchè l'amore, come la bellezza, è soggettivo e va al di là di convinzioni e apparenze.
La bellezza è quel neo vicino al naso che ti fa apparire così particolare, così vera, così unica.
E' quel vezzo di rossetto che esalta le tue labbra in una giornata di sole.
E' quel profumo particolare che una sera di estate mi avvolge e ogni volta che lo sento penso a te.
E' quel gesto preciso in quel momento che cambia la nostra vita e che rimarrà impresso nella mia testa per tutta la mia esistenza.
La bellezza quindi, non è un fattore puramente estetico. E' quanto di più poetico, sentito, ricercato, una persona possa fare per te, direttamente o indirettamente.
Di ogni persona che ho amato, ad esempio, ricordo la sua bellezza. Ricordo le dolcissime parole di mio marito, le lacrime quando stavo per entrare per fare il cesareo di tutti e due i miei bambini, il suo sguardo abbracciandoli che ringraziava il mio dolore, le continue coccole e carezze che mi regala. Adoro la sua lunga schiena morbida, sulla quale spesso mi piace riposare.
Di una ragazza ricordo i lunghi capelli neri che portava come un premio da esibire, la pelle eburnea e morbida scurita dal diabete giovanile, le sue mani ossute con quelle unghie sempre appuntite, il dolce sorriso e l'immensa comprensione del mio essere.
La bellezza di un altro ragazzo consisteva nel suo sorriso dirompente, non poteva non sembrare un adone per chiunque ci parlasse, anche solo per un attimo. Poi, magari, attraversando la strada, non lo avresti neanche notato. Ma ricordo le notti a ridere assieme, a raccontarci le nostre vite e ricordo ancora la fiamma della gioia e della spensieratezza nei suo occhi che lo faceva così bello e attraente.
Il mio primo ragazzo, ad esempio, era veramente bello. Solare, mediterraneo, allegro e spensierato. E lui, nel mio cuore, è rimasto sempre il più bello. Ma un motivo c'è, la vita ci ha diviso alle superiori. Io sono rimasta in questa vita e lui è passato all'altra. Non avendomi mai potuto "tradire" in nessun modo, mai ferire, mai soffrire, nel mio cuore rimane "l'assoluto" di bellezza pura, giovane, semplice e amore che ho mai vissuto.
Quindi, tutto ciò, per dirvi che la bellezza va vissuta in ogni sua forma. Che poi di ogni persona ci rimane impressa una particolarità, un modo di essere, un evento che fa di lui, per noi, la cosa più bella del mondo.
E spesso la bellezza è "temporale". Ciò che oggi ci appare meraviglioso, stupendo, virile, dolcissimo, l'indomani, per un qualsiasi evento che muta il nostro pensiero o il nostro animo, può divenire la più tenebrosa e ripugnante delle bellezze.
Da grande ho capito che "non si può piacere a tutti", ma sicuramente si può essere piacevole per un numero infinito di persone. E questo va molto al di fuori del "fisico" e di quei canoni di bellezza che difficilmente possono essere raggiunti e mantenuti.
Poi, come ciliegina sulla torta, mia nonna diceva sempre: "Sai Sarah, le persone sono una bilancia. Se togli da una parte, aggiungeranno nell'altra. Così come la bellezza e l'intelligenza degli umani." Poi mi guardava e mi diceva: "Noi siamo molto intelligenti, non stupirti se sembriamo goffe e buffe. Stai sicura che questa è la scelta migliore". E io le sorridevo e ho sempre creduto fermamente in ciò che lei mi raccontava."
PILARY
"La bellezza secondo me… è semplicemente "sentirsi belle".
Risposta un po’ banale forse (spero di no!) ma trovo inutile cercare di oggettivare un concetto così soggettivo come questo...
So che quando mi sento bella mi vedo bella... e quando mi sento bella dentro... lo sono anche fuori..."
SORRIDENTE
"La bellezza secondo me è qualcosa che va oltre l'aspetto fisico, è la luce ed il calore che una persona emana, è il garbo nella voce e nei movimenti."
Etichette:
anoressia,
asha,
bellezza,
bulimia,
dca,
disordini alimentari,
idee,
Ilaria,
invisibile,
no pro-ana,
opinioni,
pilary,
ricovero,
sorridente
domenica 26 aprile 2009
A voi la parola / 7
L’appuntamento di questo mese con “A voi la parola” passa il testimone a Fede (nei commenti, olte che con il suo nome, anche come MyLastDance), che a poco a poco sta acquisendo la consapevolezza di quanto l’anoressia possa essere distruttiva, e di quanto sia importante cominciare a combattere per noi stesse, e non più contro noi stesse. Un cammino di consapevolezza che richiede tempo, forza e determinazione, ma che può iniziare proprio da oggi, e proprio da qui.
Ho deciso di scrivere una lettera a me stessa, alla Fede che da tempo non vedo più.
Cara Fede,
sono io. Ti ricordi di me? E' passato tanto tempo dall'ultima volta in cui ti ho vista. Ti ho persa [di vista], mi sei sfuggita, sei voluta scappare.
Questa lettera saprà parlarti, spero, di me.
Sono la ragazza spensierata di sempre: quella che passava intere giornate stesa sul letto a fantasticare sul proprio futuro.
Ricordi? Ci facevamo scorpacciate di pane e nutella, di caramelle, di cioccolattini, di film e telefilm.
Ricordi? Odiavamo il mondo perchè eravamo convinte non potesse capirci, così ci davamo appuntamento subito dopo scuola.
Gettavamo sul letto la cartella e con questa qualche pensiero un pò più spento.
Ballavamo come scatenate ascoltando "Fame" e con quel "I'm gonna learn how to fly" proiettavamo noi stesse nei nostri sogni color rosa confetto.
Ricordi quando facevamo le bolle di sapone in quelle notti insonni d'estate? Tu ora hai smesso di farle, come hai smesso di sognare. Hai spento tutte le stelle nel tuo cielo per dedicarti, come dici tu, "a te stessa". Così hai creato una barriera persino con me, con la tua amica di sempre.
Ti ho vista nascere, ti sono sempre stata accanto, nei momenti più euforici e in quelli in cui le lacrime cadevano pesanti come goccioloni sulla scrivania.
E ora? Cosa ti è successo? Guardati allo specchio, una volta per tutte senza vedere solo orgogliosamente quelle ossa spuntare.
Fallo. Ma fallo Guardandoti in profondità. Guarda oltre.
Cosa n'è rimasto di quella Fede con cui scrivevo il diario e parlavo per ore d'amore? Nulla. Sei diventata lo spettro dei tuoi stessi timori. E ora non credi più nell'anima gemella, e fuggi da qualsiasi legami sentimentale. Allontani tutti.
Tremi se solo una farfalla ti sfiora la spalla e non sogni più, fai solo incubi. Le notti in bianco ora non le passi più a fare bolle di sapone, ma senti il rumore della tua pancia e con lo stesso stupido orgoglio ti prometti che mangerai ancora meno il giorno successivo. E che saresti disposta a vomitare l'anima pur di autodistruggerti.
Ricordi quando insieme fumavamo quelle sigarette di nascosto per puro spirito di ribellione adolescenziale? Ora di adolescenziale ti è rimasto solo l'istinto suicida, solo la parte marcia. Hai ripreso a fumare ma sperando che al tuo corpo arrivi quella macchia per diffondersi. Parti dai tuoi polmoni per arrivare al cibo, elemento di sopravvivenza. Non lo fai per essere bella, perchè non riesci nemmeno a vedere la luce che regali a chi incroci per strada sorridendogli. Non sai essere nemmeno vanitosa in questo cammino che hai deciso di intraprendere.
Lo fai per autolesionismo. Hai spezzato il tuo cervello, l'hai frantumato. Hai reagito ai colpi bassi della vita in modo imprevedibile e tutto ti sta sfuggendo di mano. Ma tu stupidamente ti sei convinta di aver fatto la scelta giusta. Nomini spesso la parola "controllo" come se fossi un macchinario, un congegno elettronico, un computer.
Hai deciso di tingerti i capelli, di tagliarli, di fare più buchi all'orecchio, di mettere lo smalto nero. Hai deciso di non dare esami in questa sessione per curarti con psicofarmaci. Ma hai accantonato ciò da cui stai scappando. Vuoi curare la tua depressione, ma non la tua voglia di distruggere te stessa. Lo vedi, Fede? Sei diventata la contraddizione in carne ed ossa. Anzi, scusa l'espressione, dovrei dire più ossa che carne, se no rischio di peggiorare la tua situazione. Vero? E' così che funziona, ora?
Con questa lettera spero di riprenderti in tempo, anche se tu non ne vuoi sapere. Voglio riprendere la mia amica di sempre, le voglio tendere la mano per portarla con me, in mondi colorati e in una realtà fatta anche di persone buone. Voglio insegnarti a fidarti nuovamente di te stessa e degli altri, voglio farti capire che l'amore esiste. Non esiste solo la notte buia che hai deciso di vivere [convivi con la paura, credi che lei ti è amica ora, mi hai rimpiazzata con lei, ma col tempo ti accorgerai che ti si ritorcerà tutto contro].
Io sono qui. Non ti volto mai le spalle, voglio che tu avverta la mia presenza. Ti sono accanto, voglio essere il tuo angelo custode.
E il resto verrà a dirtelo il vento, cara Fede.
Ti lascio una carezza.
Ah, quasi dimenticavo di firmarmi
[sono te stessa, non dirlo a nessuno, però, ti prenderebbero per matta]
Fede, che posso dirti? Penso che tu ti sia già detta tutto da sola… e nel vero senso della parola. Leggi questa lettera. Leggila tante volte. E credi a fondo nelle verità che ti sei scritta. Trovo che scrivere lettere a noi stesse abbia una grande valenza e possa essere di grande aiuto, perché è un modo per prenderci cura di noi stesse. E ti ringrazio per aver condiviso queste parole con tutte noi, che sono veramente importanti… penso che ognuna di noi avrebbe bisogno di scriversi una lettera come questa. Lo so che staccarsi dall’anoressia è una delle cose più difficili che ci siano, perché lacera, perché fa proprio avvertire questa dicotomia tra quella parte di noi che vuole rialzarsi e combattere, e quella parte di noi che ha paura e vuole invece rimanere ancorata al sintomo perché, per quanto distorto, è l’unica cosa da cui si sente definita e accolta. Ma se continuiamo a nasconderci dietro un’etichetta, che fine facciamo noi? Se lasci che ti definisca una cartella clinica, dove è che finisce Fede? Tu sei molto, molto di più che una parola di 9 lettere. Sei molto più di ogni qualsiasi romanzo infinito che possa venire mai scritto. Sei tutto quello che potrai mai desiderare di essere al difuori della cornice dell’anoressia, che evidenzia… ma, alla fine, ingabbia. Continua a combattere, Fede. Continua a parlare con te stessa. Continua a ripeterti le cose giuste. E vedrai che un giorno ti accorgerai che non sono semplicemente frasi fatte o belle parole… ma che sono unicamente la verità. E sono le stesse parole che ti ripeterò anch’io, che continuerò a camminare e a combattere insieme a te…
Ricordati che la strada del ricovero può iniziare proprio da qui. Ma soprattutto, che la strada del ricovero PUO’ INIZIARE.
P.S.= "A voi la parola" torna il 10 Giugno!!
Ho deciso di scrivere una lettera a me stessa, alla Fede che da tempo non vedo più.
Cara Fede,
sono io. Ti ricordi di me? E' passato tanto tempo dall'ultima volta in cui ti ho vista. Ti ho persa [di vista], mi sei sfuggita, sei voluta scappare.
Questa lettera saprà parlarti, spero, di me.
Sono la ragazza spensierata di sempre: quella che passava intere giornate stesa sul letto a fantasticare sul proprio futuro.
Ricordi? Ci facevamo scorpacciate di pane e nutella, di caramelle, di cioccolattini, di film e telefilm.
Ricordi? Odiavamo il mondo perchè eravamo convinte non potesse capirci, così ci davamo appuntamento subito dopo scuola.
Gettavamo sul letto la cartella e con questa qualche pensiero un pò più spento.
Ballavamo come scatenate ascoltando "Fame" e con quel "I'm gonna learn how to fly" proiettavamo noi stesse nei nostri sogni color rosa confetto.
Ricordi quando facevamo le bolle di sapone in quelle notti insonni d'estate? Tu ora hai smesso di farle, come hai smesso di sognare. Hai spento tutte le stelle nel tuo cielo per dedicarti, come dici tu, "a te stessa". Così hai creato una barriera persino con me, con la tua amica di sempre.
Ti ho vista nascere, ti sono sempre stata accanto, nei momenti più euforici e in quelli in cui le lacrime cadevano pesanti come goccioloni sulla scrivania.
E ora? Cosa ti è successo? Guardati allo specchio, una volta per tutte senza vedere solo orgogliosamente quelle ossa spuntare.
Fallo. Ma fallo Guardandoti in profondità. Guarda oltre.
Cosa n'è rimasto di quella Fede con cui scrivevo il diario e parlavo per ore d'amore? Nulla. Sei diventata lo spettro dei tuoi stessi timori. E ora non credi più nell'anima gemella, e fuggi da qualsiasi legami sentimentale. Allontani tutti.
Tremi se solo una farfalla ti sfiora la spalla e non sogni più, fai solo incubi. Le notti in bianco ora non le passi più a fare bolle di sapone, ma senti il rumore della tua pancia e con lo stesso stupido orgoglio ti prometti che mangerai ancora meno il giorno successivo. E che saresti disposta a vomitare l'anima pur di autodistruggerti.
Ricordi quando insieme fumavamo quelle sigarette di nascosto per puro spirito di ribellione adolescenziale? Ora di adolescenziale ti è rimasto solo l'istinto suicida, solo la parte marcia. Hai ripreso a fumare ma sperando che al tuo corpo arrivi quella macchia per diffondersi. Parti dai tuoi polmoni per arrivare al cibo, elemento di sopravvivenza. Non lo fai per essere bella, perchè non riesci nemmeno a vedere la luce che regali a chi incroci per strada sorridendogli. Non sai essere nemmeno vanitosa in questo cammino che hai deciso di intraprendere.
Lo fai per autolesionismo. Hai spezzato il tuo cervello, l'hai frantumato. Hai reagito ai colpi bassi della vita in modo imprevedibile e tutto ti sta sfuggendo di mano. Ma tu stupidamente ti sei convinta di aver fatto la scelta giusta. Nomini spesso la parola "controllo" come se fossi un macchinario, un congegno elettronico, un computer.
Hai deciso di tingerti i capelli, di tagliarli, di fare più buchi all'orecchio, di mettere lo smalto nero. Hai deciso di non dare esami in questa sessione per curarti con psicofarmaci. Ma hai accantonato ciò da cui stai scappando. Vuoi curare la tua depressione, ma non la tua voglia di distruggere te stessa. Lo vedi, Fede? Sei diventata la contraddizione in carne ed ossa. Anzi, scusa l'espressione, dovrei dire più ossa che carne, se no rischio di peggiorare la tua situazione. Vero? E' così che funziona, ora?
Con questa lettera spero di riprenderti in tempo, anche se tu non ne vuoi sapere. Voglio riprendere la mia amica di sempre, le voglio tendere la mano per portarla con me, in mondi colorati e in una realtà fatta anche di persone buone. Voglio insegnarti a fidarti nuovamente di te stessa e degli altri, voglio farti capire che l'amore esiste. Non esiste solo la notte buia che hai deciso di vivere [convivi con la paura, credi che lei ti è amica ora, mi hai rimpiazzata con lei, ma col tempo ti accorgerai che ti si ritorcerà tutto contro].
Io sono qui. Non ti volto mai le spalle, voglio che tu avverta la mia presenza. Ti sono accanto, voglio essere il tuo angelo custode.
E il resto verrà a dirtelo il vento, cara Fede.
Ti lascio una carezza.
Ah, quasi dimenticavo di firmarmi
[sono te stessa, non dirlo a nessuno, però, ti prenderebbero per matta]
Fede, che posso dirti? Penso che tu ti sia già detta tutto da sola… e nel vero senso della parola. Leggi questa lettera. Leggila tante volte. E credi a fondo nelle verità che ti sei scritta. Trovo che scrivere lettere a noi stesse abbia una grande valenza e possa essere di grande aiuto, perché è un modo per prenderci cura di noi stesse. E ti ringrazio per aver condiviso queste parole con tutte noi, che sono veramente importanti… penso che ognuna di noi avrebbe bisogno di scriversi una lettera come questa. Lo so che staccarsi dall’anoressia è una delle cose più difficili che ci siano, perché lacera, perché fa proprio avvertire questa dicotomia tra quella parte di noi che vuole rialzarsi e combattere, e quella parte di noi che ha paura e vuole invece rimanere ancorata al sintomo perché, per quanto distorto, è l’unica cosa da cui si sente definita e accolta. Ma se continuiamo a nasconderci dietro un’etichetta, che fine facciamo noi? Se lasci che ti definisca una cartella clinica, dove è che finisce Fede? Tu sei molto, molto di più che una parola di 9 lettere. Sei molto più di ogni qualsiasi romanzo infinito che possa venire mai scritto. Sei tutto quello che potrai mai desiderare di essere al difuori della cornice dell’anoressia, che evidenzia… ma, alla fine, ingabbia. Continua a combattere, Fede. Continua a parlare con te stessa. Continua a ripeterti le cose giuste. E vedrai che un giorno ti accorgerai che non sono semplicemente frasi fatte o belle parole… ma che sono unicamente la verità. E sono le stesse parole che ti ripeterò anch’io, che continuerò a camminare e a combattere insieme a te…
Ricordati che la strada del ricovero può iniziare proprio da qui. Ma soprattutto, che la strada del ricovero PUO’ INIZIARE.
P.S.= "A voi la parola" torna il 10 Giugno!!
Etichette:
a voi la parola,
anoressia,
bulimia,
dca,
disordini alimentari,
Fede,
lettera,
MyLastDance,
no pro-ana,
ricovero
giovedì 23 aprile 2009
Tenere duro
Più continuerete a tenere duro, più il percorso del ricoverò diventerà una strada meno in salita. Cose che oggi vi riescono difficili, le troverete un domani spontanee e naturali. Man mano che procederete per la vostra strada, scoprirete parti di voi che non avevate ancora visto. Imparerete su voi stesse da voi stesse. E arriverete come desiderate, anche se questo avrò richiesto un sacco di tempo e di sforzi.
E sicuramente di sforzi adesso ne state facendo un sacco. E probabilmente state pure pensando: “Quando potrò fare un po’ meno fatica?” o “Quando sarò libera da tutto questo?”. Bè, ricordatevi sempre che la strada del ricovero è una strada che dura per tutta la vita, ma che il meglio deve ancora venire. Che voi potete farcela. Perché avete tutte le carte in regola. E che le cose in futuro saranno davvero più semplici.
Le ricadute accadranno inevitabilmente. Ma tenete duro. Non lasciate che interrompano del tutto il vostro percorso.
Non lasciatevi condizionare dai pareri e dagli sguardi altrui. Non lasciate che qualcuno vi dica come dovete essere e cosa dovete provare. Appartenete solo a voi stesse. Non pensate neanche per un attimo che i vostri insuccessi passati pregiudichino i vostri successi futuri. Avete un mondo davanti, e tutte le armi per affrontarlo, se solo vi decidete a tirarle fuori. Se solo lo volete veramente. Perciò, tenete duro e scegliete il ricovero. Ripeto, qualsiasi significato abbia per voi questa parola, che si tratti di ricoverarvi in una clinica, di farvi seguire settimanalmente da uno psicoterapeuta, di consultare un dietista/nutrizionista o di lottare da sole. Se avete la determinazione di scegliere il ricovero in piena convinzione, siete già a metà strada. Se invece sentite che la vostra motivazione al ricovero vacilla, fate di tutto per rinforzarla. Se sentite che ci sono un sacco di cose che non vanno bene nella vostra vita, provate a cambiarne una. Cambiare una cosa può servire a cambiarne molte altre, in una sorta di reazione a catena senza fine.
Certo, scegliere il ricovero non significa andare su una strada in dicesa dove tutto andrà a meraviglia. Ma significa che voi cercherete di fare di tutto affinché le cose vadano più a meraviglia possibile. Non preoccupatevi di quanti contro l’anoressia può farvi venire in mente per impedirvi d’iniziare un processo di ricovero: i pro saranno sempre più numerosi e, soprattutto, più importanti. Starete meglio, vi sentirete meglio, imparerete a vivere di nuovo. Se avete un perché per vivere, sopporterete qualsiasi come.
Tenete duro. Vi voglio bene.
E sicuramente di sforzi adesso ne state facendo un sacco. E probabilmente state pure pensando: “Quando potrò fare un po’ meno fatica?” o “Quando sarò libera da tutto questo?”. Bè, ricordatevi sempre che la strada del ricovero è una strada che dura per tutta la vita, ma che il meglio deve ancora venire. Che voi potete farcela. Perché avete tutte le carte in regola. E che le cose in futuro saranno davvero più semplici.
Le ricadute accadranno inevitabilmente. Ma tenete duro. Non lasciate che interrompano del tutto il vostro percorso.
Non lasciatevi condizionare dai pareri e dagli sguardi altrui. Non lasciate che qualcuno vi dica come dovete essere e cosa dovete provare. Appartenete solo a voi stesse. Non pensate neanche per un attimo che i vostri insuccessi passati pregiudichino i vostri successi futuri. Avete un mondo davanti, e tutte le armi per affrontarlo, se solo vi decidete a tirarle fuori. Se solo lo volete veramente. Perciò, tenete duro e scegliete il ricovero. Ripeto, qualsiasi significato abbia per voi questa parola, che si tratti di ricoverarvi in una clinica, di farvi seguire settimanalmente da uno psicoterapeuta, di consultare un dietista/nutrizionista o di lottare da sole. Se avete la determinazione di scegliere il ricovero in piena convinzione, siete già a metà strada. Se invece sentite che la vostra motivazione al ricovero vacilla, fate di tutto per rinforzarla. Se sentite che ci sono un sacco di cose che non vanno bene nella vostra vita, provate a cambiarne una. Cambiare una cosa può servire a cambiarne molte altre, in una sorta di reazione a catena senza fine.
Certo, scegliere il ricovero non significa andare su una strada in dicesa dove tutto andrà a meraviglia. Ma significa che voi cercherete di fare di tutto affinché le cose vadano più a meraviglia possibile. Non preoccupatevi di quanti contro l’anoressia può farvi venire in mente per impedirvi d’iniziare un processo di ricovero: i pro saranno sempre più numerosi e, soprattutto, più importanti. Starete meglio, vi sentirete meglio, imparerete a vivere di nuovo. Se avete un perché per vivere, sopporterete qualsiasi come.
Tenete duro. Vi voglio bene.
Etichette:
aiuto,
anoressia,
bulimia,
dca,
disturbi alimentari,
imparare,
libertà,
lottare,
no pro-ana,
ricadute,
ricovero,
sintomo,
supporto,
tener duro,
vivere
lunedì 20 aprile 2009
Scoprire "pensieri da ricovero"
Una delle cose più importanti, quando s’intraprende la strada del ricovero, è essere sincere con se stesse. Parlarsi in onestà significa anche mettersi di fronte a verità spiacevoli. Ma è necessario, se si vuole che veramente ciò che si sta facendo abbia un senso e possa portare da qualche parte.
E una delle cose su cui bisogna imparare sin da subito a dirsi la verità, riguarda i sentimenti provati nei confronti del proprio corpo e del proprio peso.
In tal senso, il ricovero può apparire un po’ come una battaglia tra due parti di noi stesse. Quella che vuole guarire, e quella che rimane nonostante tutto aggrappata al DCA. Una sorta di infinita partita a ping-pong.
Una cosa del tipo:
Vedete che il vostro peso aumenta. Vedete che i numeri sulla bilancia salgono. Fremete. Vi si spezza il respiro. Venite assalite dall’ansia. Provate a dirvi che va tutto bene perché state raggiungendo un peso che vi permetterà di essere in salute. Ma non vi sentite bene. Sebbene con la razionalità lo sappiate, con i sentimenti non riuscite ad arrivarci. Così, pensate di restringere. O di mettervi a fare esercizio fisico in maniera compulsiva. O di vomitare. Ma sapete che non potete farlo perché volete proseguire sulla strada del ricovero. E cercate di mantenere tutti i questi pensieri fuori dalla vostra mente perché vi fanno impazzire.
Ora, il punto è: se cedete alla restrizione, se provate di nuovo a vomitare, riprenderete quella spirale discendente che vi riporterà dritte dritte nelle braccia di ciò da cui state cercando di fuggire. Ricordatevelo. È molto, molto semplice dire “Ma no, restringo solo per una volta, poi ritorno a mangiare seguendo il mio equilibrio alimentare!”… solo che non succede mai così. Perché la restrizione fa sentire bene. E così “Solo per una volta” diventerà “solo per 2 volte” e poi “solo per 3 volte” e così via. E continuerete a restringere convinte di potervi fermare da un momento all’altro, senza rendervi conto che invece siete già riprecipitate nella logica perversa dell’anoressia che vi domina di nuovo. Lo sapete. È semplice dire che si restringerà solo un po’, solo per una volta, ma farlo è molto pericoloso. Un passo in avanti quando si è sull’orlo dell’abisso.
Ve lo dico per esperienza.
Una volta, dopo uno dei miei ricoveri, quando avevo raggiunto un peso “normale”, iniziai ad essere presa dall’ansia anche se ero comunque determinata a proseguire il mio persorso di ricovero, così mi dissi che avrei ristretto solo un pochino, solo per sentirmi un po’ meglio, solo per sentirmi un po’ più me stessa. E poi basta. Perciò lo feci. Brutta mossa, sì. Prima ancora che me ne rendessi conto, ero già tornata a XX Kg. E davvero volevo stare bene, volevo lasciarmi alle spalle l’anoressia. Ma c’ero di nuovo dentro. Dentro fino al collo. Tutto da rifare.
Non voglio che questo succeda a qualcuna di voi. So che ci sono mementi difficili, in cui sembra che restringere sia l’unica soluzione ma, davvero, restringere non è la soluzione. È il problema. Perciò, cercate di essere forti e di non cedere alla tentazione di restringere anche quando vedrete la lancetta della bilancia spostarsi verso destra. In fin dei conti, se ben ci pensate, la bilancia è un oggetto. Un oggetto esattamente come un tostapane o un frullatore. Lascereste che il vostro umore venga influenzato da un tostapane o da un frullatore? Lascereste che un tostapane vi dica quanto valete? Lascereste che un frullatore vi faccia piangere o gioire? Non credo proprio… E lo stesso vale per una bilancia. La bilancia ha potere solo perché siete voi a darglielo. Ricordatevelo, quando vi sentirete giù perché la lancetta si muove verso destra. Quel numero non misura quanto valete.
Tra l’altro, vi accorgerete che più siete capaci di resistere alla tentazione di restringere e agli altri comportamenti disfunzionali, meno sarà importante per voi quello che dice la bilancia.
Andrà più o meno così:
Vedete il numero sulla bilancia. Non vi piace per niente. Ma non cedete al forte desiderio di restringere.
Passano i giorni.
Vedete il numero sulla bilancia. Non vi piace un granché. Ma non avete più quel forte desiderio di restringere.
Passano i giorni.
Vedete il numero sulla bilancia. Non è che vi piaccia molto. Ma dopo un po’ non ci pensate più, e ve lo dimenticate per il resto della giornata.
Passano i giorni.
Vedete il numero sulla bilancia. Vi sentite piuttosto indifferenti. Non vi piace né vi dispiace. Perché sapete che è la cosa giusta per stare bene. E perché cominciate a sentirvi bene.
Passano i giorni.
Vedete il numero sulla bilancia. Vi sentite indifferenti. Sapete che avete fatto un altro passo avanti nella strada della vostra vera vita. E vi sentite un po’ più forti.
Passano i giorni.
Vedete il numero sulla bilancia. Vi sentite decisamente indifferenti. Cominciate a sentirvi bene. Perché un numero non influenza più il vostro umore.
Passano i giorni.
Vedete il numero sulla bilancia. Vi piace. E sapete perché? Perché significa che siete libere dal potere della bilancia e dei numeri. Che siete voi a decidere come vi sentite.
Può richiedere mesi, anni, decenni, ma potete farcela. Ricordate che ogni volta che salite sulla bilancia e provate a fare in modo che il numero che segna non vi influenzi, state facendo un passo avanti. Un grande passo verso la meta. Che potete davvero raggiungere.
E una delle cose su cui bisogna imparare sin da subito a dirsi la verità, riguarda i sentimenti provati nei confronti del proprio corpo e del proprio peso.
In tal senso, il ricovero può apparire un po’ come una battaglia tra due parti di noi stesse. Quella che vuole guarire, e quella che rimane nonostante tutto aggrappata al DCA. Una sorta di infinita partita a ping-pong.
Una cosa del tipo:
Vedete che il vostro peso aumenta. Vedete che i numeri sulla bilancia salgono. Fremete. Vi si spezza il respiro. Venite assalite dall’ansia. Provate a dirvi che va tutto bene perché state raggiungendo un peso che vi permetterà di essere in salute. Ma non vi sentite bene. Sebbene con la razionalità lo sappiate, con i sentimenti non riuscite ad arrivarci. Così, pensate di restringere. O di mettervi a fare esercizio fisico in maniera compulsiva. O di vomitare. Ma sapete che non potete farlo perché volete proseguire sulla strada del ricovero. E cercate di mantenere tutti i questi pensieri fuori dalla vostra mente perché vi fanno impazzire.
Ora, il punto è: se cedete alla restrizione, se provate di nuovo a vomitare, riprenderete quella spirale discendente che vi riporterà dritte dritte nelle braccia di ciò da cui state cercando di fuggire. Ricordatevelo. È molto, molto semplice dire “Ma no, restringo solo per una volta, poi ritorno a mangiare seguendo il mio equilibrio alimentare!”… solo che non succede mai così. Perché la restrizione fa sentire bene. E così “Solo per una volta” diventerà “solo per 2 volte” e poi “solo per 3 volte” e così via. E continuerete a restringere convinte di potervi fermare da un momento all’altro, senza rendervi conto che invece siete già riprecipitate nella logica perversa dell’anoressia che vi domina di nuovo. Lo sapete. È semplice dire che si restringerà solo un po’, solo per una volta, ma farlo è molto pericoloso. Un passo in avanti quando si è sull’orlo dell’abisso.
Ve lo dico per esperienza.
Una volta, dopo uno dei miei ricoveri, quando avevo raggiunto un peso “normale”, iniziai ad essere presa dall’ansia anche se ero comunque determinata a proseguire il mio persorso di ricovero, così mi dissi che avrei ristretto solo un pochino, solo per sentirmi un po’ meglio, solo per sentirmi un po’ più me stessa. E poi basta. Perciò lo feci. Brutta mossa, sì. Prima ancora che me ne rendessi conto, ero già tornata a XX Kg. E davvero volevo stare bene, volevo lasciarmi alle spalle l’anoressia. Ma c’ero di nuovo dentro. Dentro fino al collo. Tutto da rifare.
Non voglio che questo succeda a qualcuna di voi. So che ci sono mementi difficili, in cui sembra che restringere sia l’unica soluzione ma, davvero, restringere non è la soluzione. È il problema. Perciò, cercate di essere forti e di non cedere alla tentazione di restringere anche quando vedrete la lancetta della bilancia spostarsi verso destra. In fin dei conti, se ben ci pensate, la bilancia è un oggetto. Un oggetto esattamente come un tostapane o un frullatore. Lascereste che il vostro umore venga influenzato da un tostapane o da un frullatore? Lascereste che un tostapane vi dica quanto valete? Lascereste che un frullatore vi faccia piangere o gioire? Non credo proprio… E lo stesso vale per una bilancia. La bilancia ha potere solo perché siete voi a darglielo. Ricordatevelo, quando vi sentirete giù perché la lancetta si muove verso destra. Quel numero non misura quanto valete.
Tra l’altro, vi accorgerete che più siete capaci di resistere alla tentazione di restringere e agli altri comportamenti disfunzionali, meno sarà importante per voi quello che dice la bilancia.
Andrà più o meno così:
Vedete il numero sulla bilancia. Non vi piace per niente. Ma non cedete al forte desiderio di restringere.
Passano i giorni.
Vedete il numero sulla bilancia. Non vi piace un granché. Ma non avete più quel forte desiderio di restringere.
Passano i giorni.
Vedete il numero sulla bilancia. Non è che vi piaccia molto. Ma dopo un po’ non ci pensate più, e ve lo dimenticate per il resto della giornata.
Passano i giorni.
Vedete il numero sulla bilancia. Vi sentite piuttosto indifferenti. Non vi piace né vi dispiace. Perché sapete che è la cosa giusta per stare bene. E perché cominciate a sentirvi bene.
Passano i giorni.
Vedete il numero sulla bilancia. Vi sentite indifferenti. Sapete che avete fatto un altro passo avanti nella strada della vostra vera vita. E vi sentite un po’ più forti.
Passano i giorni.
Vedete il numero sulla bilancia. Vi sentite decisamente indifferenti. Cominciate a sentirvi bene. Perché un numero non influenza più il vostro umore.
Passano i giorni.
Vedete il numero sulla bilancia. Vi piace. E sapete perché? Perché significa che siete libere dal potere della bilancia e dei numeri. Che siete voi a decidere come vi sentite.
Può richiedere mesi, anni, decenni, ma potete farcela. Ricordate che ogni volta che salite sulla bilancia e provate a fare in modo che il numero che segna non vi influenzi, state facendo un passo avanti. Un grande passo verso la meta. Che potete davvero raggiungere.
Etichette:
aiuto,
anoressia,
bilancia,
bulimia,
combattimento,
comprensione,
dca,
disturbi alimentari,
lotta,
meta,
no pro-ana,
numeri,
pazienza,
restrizione,
ricadute,
ricovero,
supporto,
tempo,
umore
venerdì 17 aprile 2009
Grazie Martina!
Ci sono momenti in cui le parole non bastano per esprimere ciò che si ha dentro...
Momenti in cui pensi che anche se oggi non ha fatto che piovere, non ci si può bagnare se nel cuore splende il sole...
Momenti in cui un'immagine può dire più del discorso più lungo del mondo...
Un'immgine come questa...
Martina... Grazie per questa bellissima giornata insieme.
Guardando la nostra fotografia non posso che pensare che siamo ancora in tempo per ricominciare a ridere. Siamo ancora in tempo per scrollarsi tutto e vivere. Dobbiamo solo prendere tutto il coraggio che abbiamo e ricominciare a camminare, e convincerci che combattere è davvero possibile. Quello che abbiamo passato non lo possiamo dimenticare, ma tra prendere e lasciare non si deve più aspettare, perchè il tempo che perdiamo non ce lo ridà nessuno...
Ti voglio bene...
Momenti in cui pensi che anche se oggi non ha fatto che piovere, non ci si può bagnare se nel cuore splende il sole...
Momenti in cui un'immagine può dire più del discorso più lungo del mondo...
Un'immgine come questa...
Martina... Grazie per questa bellissima giornata insieme.
Guardando la nostra fotografia non posso che pensare che siamo ancora in tempo per ricominciare a ridere. Siamo ancora in tempo per scrollarsi tutto e vivere. Dobbiamo solo prendere tutto il coraggio che abbiamo e ricominciare a camminare, e convincerci che combattere è davvero possibile. Quello che abbiamo passato non lo possiamo dimenticare, ma tra prendere e lasciare non si deve più aspettare, perchè il tempo che perdiamo non ce lo ridà nessuno...
Ti voglio bene...
Etichette:
anoressia,
bulimia,
combattere,
dca,
disordini alimentari,
insieme,
Martina,
no pro-ana,
ricovero,
ridere,
Veggie,
vivere
martedì 14 aprile 2009
Ricadere nella ricaduta
Le ricadute ci sono spesso. Io stessa ne sono l’esempio più evidente. E non c’è niente di male, niente di sbagliato in questo. Le ricadute sono parte integrante del ricovero. Davvero.
E allora, come venirne a capo e rialzarsi?
Punto n°1: Imparate a non sentirvi frustrate o arrabbiate con voi stesse se vi capita di riadottare alcuni comportamenti disfunzionali: siete umane, la perfezione non esiste. Ogni tanto ricadere capita, e va bene. Va davvero bene. Ve lo assicuro.
Punto n°2: Tenete sempre presente il fatto che se avete una ricaduta, ciò non significa che siete tornate al punto di partenza. Ogni progresso che avete fatto, ogni piccola cosa che siete riuscite a conquistare, non svaniscono solo perché c’è stata una ricaduta, ma rimangono sempre a costituire il vostro background. Tutti i vostri progressi NON sono negati, NON sono mandati a puttane dalla ricaduta. Anzi, potete utilizzarli come basi per ripartire nel vostro processo di ricovero, in maniera tale da prendere consapevolezza di quello che vi ha fatto ricadere, imparando così ad evitarlo. Imparando a stare più attente. Usate i vostri progressi. Vi porteranno esattamente dove volete arrivare. Potrà volerci molto tempo. Potrà essere dannatamente difficile. Ma ci arriverete.
Le cose contro cui state combattendo si riveleranno alla fine le più remunerative. La vostra vita è IMPORTANTE, e voi state combattendo per la salute e per la felicità, adesso… e quando raggiungerete la vostra meta… sarà fantastico.
Punto n°3: Non arrendetevi. Trovate il coraggio e la forza di rialzarvi anche se la caduta è stata brutta. Se avete bisogno d’aiuto, non vergognatevi a chiederlo. Avere l’umiltà di ammettere di essere in difficoltà è segno di vera intelligenza. Certe volte rialzarsi sarà particolarmente duro, ma non mollate. Ne vale la pena, alla fine. Perché la fine può essere il vostro nuovo inizio.
E allora, come venirne a capo e rialzarsi?
Punto n°1: Imparate a non sentirvi frustrate o arrabbiate con voi stesse se vi capita di riadottare alcuni comportamenti disfunzionali: siete umane, la perfezione non esiste. Ogni tanto ricadere capita, e va bene. Va davvero bene. Ve lo assicuro.
Punto n°2: Tenete sempre presente il fatto che se avete una ricaduta, ciò non significa che siete tornate al punto di partenza. Ogni progresso che avete fatto, ogni piccola cosa che siete riuscite a conquistare, non svaniscono solo perché c’è stata una ricaduta, ma rimangono sempre a costituire il vostro background. Tutti i vostri progressi NON sono negati, NON sono mandati a puttane dalla ricaduta. Anzi, potete utilizzarli come basi per ripartire nel vostro processo di ricovero, in maniera tale da prendere consapevolezza di quello che vi ha fatto ricadere, imparando così ad evitarlo. Imparando a stare più attente. Usate i vostri progressi. Vi porteranno esattamente dove volete arrivare. Potrà volerci molto tempo. Potrà essere dannatamente difficile. Ma ci arriverete.
Le cose contro cui state combattendo si riveleranno alla fine le più remunerative. La vostra vita è IMPORTANTE, e voi state combattendo per la salute e per la felicità, adesso… e quando raggiungerete la vostra meta… sarà fantastico.
Punto n°3: Non arrendetevi. Trovate il coraggio e la forza di rialzarvi anche se la caduta è stata brutta. Se avete bisogno d’aiuto, non vergognatevi a chiederlo. Avere l’umiltà di ammettere di essere in difficoltà è segno di vera intelligenza. Certe volte rialzarsi sarà particolarmente duro, ma non mollate. Ne vale la pena, alla fine. Perché la fine può essere il vostro nuovo inizio.
Etichette:
anoressia,
auto-aiuto,
bulimia,
dca,
disturbi alimentari,
no pro-ana,
pazienza,
rialzarsi,
ricaduta,
ricominciare,
ricovero,
salute,
supporto,
valore,
vita
sabato 11 aprile 2009
Usare la voce
Abbiamo la voce per comunicare… e allora, perché continuiamo ad usare il nostro corpo?
Siamo persone intelligenti, valide, creative, e non c’è alcun motivo per cui le persone non ci stiano a sentire se abbiamo qualcosa da dire. Perciò, dobbiamo prenderci il tempo di dirlo.
Le persone non hanno bisogno che ci sia il nostro corpo a dirgli fin dal primo acchito quanto sia forte il nostro dolore, la nostra rabbia, la nostra sofferenza… diamo una possibilità alle nostre parole di dirlo. Cominciamo a combattere per usare la nostra voce. È molto più forte di quello che a volte possiamo credere.
Quando abbiamo bisogno di qualcosa, quando abbiamo bisogno d’aiuto, proviamo a chiederlo con le parole. Quando vogliamo qualcosa, proviamo a chiederlo con le parole. Quando abbiamo bisogno di qualcuno che ci stia vicino, le parole ci aiuteranno a trovarlo.
Il nostro corpo ci serve per pensare, respirare, muoverci… in una parola: VIVERE.
Non abbiamo bisogno che l’anoressia dica nient’altro… è per questo che ci è stata data una voce.
Le parole hanno un grande potere, una grande forza e, soprattutto, una volta imparato ad usarle, non sono distruttive come lo è l’anoressia.
E quando le parole non bastano, quando le parole cadono, possiamo gridare. Quando le parole cadono, possiamo piangere. E quando anche questo non dovesse funzionare, si tratta dunque di prendere una pausa, riorganizzare i pensieri, e riprovare. Ma soprattutto, non dobbiamo più lasciare che il nostro corpo si faccia messaggio di quello che non riusciamo a dire con le parole. Il nostro corpo non è il nostro bersaglio. Perciò, cerchiamo d’imparare a farlo diventare la nostra arma. Non lasciamo che il nostro corpo continui a parlare per noi.
L’anoressia può funzionare per un po’, ma poi fallisce anche in questo. Perciò, cerchiamo di tirare fuori la nostra voce e di usare le nostre parole prima che l’anoressia ci riduca completamente al silenzio. Per sempre.
È la vostra vera voce l’unica che po’ dire le cose come stanno veramente.
Io sto cominciando a parlare, adesso. Sto cominciando a parlare a me stessa. Alla vera Me Stessa. Fatelo anche voi.
Siamo persone intelligenti, valide, creative, e non c’è alcun motivo per cui le persone non ci stiano a sentire se abbiamo qualcosa da dire. Perciò, dobbiamo prenderci il tempo di dirlo.
Le persone non hanno bisogno che ci sia il nostro corpo a dirgli fin dal primo acchito quanto sia forte il nostro dolore, la nostra rabbia, la nostra sofferenza… diamo una possibilità alle nostre parole di dirlo. Cominciamo a combattere per usare la nostra voce. È molto più forte di quello che a volte possiamo credere.
Quando abbiamo bisogno di qualcosa, quando abbiamo bisogno d’aiuto, proviamo a chiederlo con le parole. Quando vogliamo qualcosa, proviamo a chiederlo con le parole. Quando abbiamo bisogno di qualcuno che ci stia vicino, le parole ci aiuteranno a trovarlo.
Il nostro corpo ci serve per pensare, respirare, muoverci… in una parola: VIVERE.
Non abbiamo bisogno che l’anoressia dica nient’altro… è per questo che ci è stata data una voce.
Le parole hanno un grande potere, una grande forza e, soprattutto, una volta imparato ad usarle, non sono distruttive come lo è l’anoressia.
E quando le parole non bastano, quando le parole cadono, possiamo gridare. Quando le parole cadono, possiamo piangere. E quando anche questo non dovesse funzionare, si tratta dunque di prendere una pausa, riorganizzare i pensieri, e riprovare. Ma soprattutto, non dobbiamo più lasciare che il nostro corpo si faccia messaggio di quello che non riusciamo a dire con le parole. Il nostro corpo non è il nostro bersaglio. Perciò, cerchiamo d’imparare a farlo diventare la nostra arma. Non lasciamo che il nostro corpo continui a parlare per noi.
L’anoressia può funzionare per un po’, ma poi fallisce anche in questo. Perciò, cerchiamo di tirare fuori la nostra voce e di usare le nostre parole prima che l’anoressia ci riduca completamente al silenzio. Per sempre.
È la vostra vera voce l’unica che po’ dire le cose come stanno veramente.
Io sto cominciando a parlare, adesso. Sto cominciando a parlare a me stessa. Alla vera Me Stessa. Fatelo anche voi.
Etichette:
anoressia,
bulimia,
combattere,
comunicare,
dca,
disordini alimentari,
gridare,
no pro-ana,
parlare,
piangere,
ricovero,
urlare,
vivere,
voce
mercoledì 8 aprile 2009
"La bellezza secondo me"
Ciao a tutte, ragazze!
È un po’ di tempo che stavo pensando ad una cosa, ed oggi voglio condividere i miei pensieri con voi.
C’è una domanda che mi sono sempre posta, negli anni passati e tuttora, ripensando a tutta la mia vita di anoressia, a quello che cercavo di ottenere, e a quello che, in quanto utopico, non sarei mai riuscita ad ottenere.
Credo che, in fin dei conti, in un certo qual modo, l’anoressia sia una ricerca di “bellezza”. Non tanto, o comunque non semplicemente, una bellezza esteriore, ma piuttosto una bellezza interiore che passa anche per quello che gli altri possono vedere dall’esterno.
Perciò, la domanda che mi sono posta, e che adesso rivolgo a voi, è:
CHE COS’E’ LA BELLEZZA?
Mi piacerebbe sapere come la pensate. Mi piacerebbe realizzare un post (o più post) riunendo tutte le vostre risposte.
Sono certa che tutte noi detestiamo l’idea pubblica di “bellezza”, e abbiamo combattuto strenuamente contro noi stesse per quell’inesistente ideale di “perfezione” soprattutto interiore. Perciò, mi piacerebbe sapere che cos’è per voi la bellezza. Che cosa significa per voi questa parola? Mandatemi le vostre risposte all’indirizzo
veggie.any@alice.it
mettendo in oggetto “La bellezza secondo me”.
Potete scrivermi una pagina o anche solo una riga.
Sono sicura che le vostre parole, una volta riunite, avranno una grande forza e potranno aiutare tante persone che stanno combattendo la nostra stessa battaglia.
E ricordatevi che, comunque sia, siete tutte bellissime…
Diciamo che vi lascio le prossime 2 settimane per rispondere a questo appello… mi sembra un tempo sufficiente, no?! Se vi va, sarei felice di leggere e di poter pubblicare (sotto vostro nome, nick, o comunque vogliate essere indicate) le vostre idee di bellezza!
Vi abbraccio forte tutte quante…
Veggie
È un po’ di tempo che stavo pensando ad una cosa, ed oggi voglio condividere i miei pensieri con voi.
C’è una domanda che mi sono sempre posta, negli anni passati e tuttora, ripensando a tutta la mia vita di anoressia, a quello che cercavo di ottenere, e a quello che, in quanto utopico, non sarei mai riuscita ad ottenere.
Credo che, in fin dei conti, in un certo qual modo, l’anoressia sia una ricerca di “bellezza”. Non tanto, o comunque non semplicemente, una bellezza esteriore, ma piuttosto una bellezza interiore che passa anche per quello che gli altri possono vedere dall’esterno.
Perciò, la domanda che mi sono posta, e che adesso rivolgo a voi, è:
CHE COS’E’ LA BELLEZZA?
Mi piacerebbe sapere come la pensate. Mi piacerebbe realizzare un post (o più post) riunendo tutte le vostre risposte.
Sono certa che tutte noi detestiamo l’idea pubblica di “bellezza”, e abbiamo combattuto strenuamente contro noi stesse per quell’inesistente ideale di “perfezione” soprattutto interiore. Perciò, mi piacerebbe sapere che cos’è per voi la bellezza. Che cosa significa per voi questa parola? Mandatemi le vostre risposte all’indirizzo
veggie.any@alice.it
mettendo in oggetto “La bellezza secondo me”.
Potete scrivermi una pagina o anche solo una riga.
Sono sicura che le vostre parole, una volta riunite, avranno una grande forza e potranno aiutare tante persone che stanno combattendo la nostra stessa battaglia.
E ricordatevi che, comunque sia, siete tutte bellissime…
Diciamo che vi lascio le prossime 2 settimane per rispondere a questo appello… mi sembra un tempo sufficiente, no?! Se vi va, sarei felice di leggere e di poter pubblicare (sotto vostro nome, nick, o comunque vogliate essere indicate) le vostre idee di bellezza!
Vi abbraccio forte tutte quante…
Veggie
Etichette:
anoressia,
appello,
auto-aiuto,
bellezza,
bulimia,
condivisione,
dca,
disordini alimentari,
idea,
immagine corporea,
no pro-ana,
perfezione,
post di gruppo,
ricovero,
supporto
domenica 5 aprile 2009
Il motto di oggi
“Ieri è storia.
Domani è un mistero.
Solo oggi è un dono.
Per questo lo chiamiamo IL PRESENTE”.
(E. Roosevelt)
… e io aggiungo: “…perciò, viviamo per l’OGGI”.
Ripetetelo insieme a me.
E continuate ad andare avanti.
“Ieri è storia.
Domani è un mistero.
Solo oggi è un dono.
Per questo lo chiamiamo IL PRESENTE”.
Perciò, viviamo per l’OGGI.
E avanti così…
Domani è un mistero.
Solo oggi è un dono.
Per questo lo chiamiamo IL PRESENTE”.
(E. Roosevelt)
… e io aggiungo: “…perciò, viviamo per l’OGGI”.
Ripetetelo insieme a me.
E continuate ad andare avanti.
“Ieri è storia.
Domani è un mistero.
Solo oggi è un dono.
Per questo lo chiamiamo IL PRESENTE”.
Perciò, viviamo per l’OGGI.
E avanti così…
Etichette:
anoressia,
auto-aiuto,
bulimia,
combattere,
dca,
disordini alimentari,
frase positiva,
futuro,
motto,
no pro-ana,
passato,
presente,
ricominciare,
ricovero
giovedì 2 aprile 2009
Un messaggio per iniziare il mese di Aprile
Bè, credo che inizierò questo pomeriggio (e, al contempo, anche questo mese, direi) con un’altra delle cose che ho scritto qualche tempo fa. È un’altra delle mie poesie, un altro dei miei “pezzi”. S’intitola “A shadow no more” e l’ho scritta in Febbraio. È una sorta di poesia rivolta all’anoressia. Penso che sia un buon pensiero con cui iniziare un nuovo mese, e spero che vi possa accompagnare anche nei momenti più difficile che dovrete affrontare.
A SHADOW NO MORE
You messed with my mind
Pulled me close then left me behind
Your soul definition of “respect”
Was a demand for me to be “perfect”
You knew my every thought
You kept the gun loaded, and I went low
You needed my body so you could gloat
But let me tell you dear friend, you lost my vote
I will no longer be your marionette
No longer over you will I be you perfect girl
If your goal was to drive me to scream and cry
In the beginning you blinded my eyes
You made me believe I needed you
When quite the opposite has shown to be true
You needed my anger so on your own horn you could toot
You needed my story to make yours appear resolute
Well, let me just tell you I am defiant prone
I want to see your face as you fall from your throne
My face houses a smile but read the closed caption
For ones expression is a powerful contraption
Upon meeting me all you saw was opportunity
I must have forgotten to warn you I have acquired immunity
I cant wait to see your face in the mud
As there is nothing left between us but bad blood
You thought you won but the point is mine
For now I can nothing do except shine
You needed me next to you to light the way
So my radiance could put you on public display
You suppressed my dreams so that even I became blind
I could not see me above you as we were so intertwined
I reluctantly share with you my gratitude
Only in that your deviance has helped me gain a new attitude
For my soul is one of a rare breed
While you remain a weed
So despite your efforts of my accomplishments to impede
I will now and forever in this life succeed!
(Febbraio 2009)
E la traduzione… che, in questo caso, mi sembra che non renda proprio perchè la stravolge un po'. Comunque, è quanto di meglio sono riuscita a fare. Chiedo scusa.
[NON PIU’ UN’OMBRA – Hai fatto il caos nella mia mente/mi hai tirata a te, poi lasciata senza niente./Il tuo concetto di rispetto/era la richiesta che mi facevi di un corpo “perfetto”./Conoscevi tutto ciò che mi passava per la testa/la tua pistola era carica, e io precipitavo lesta./Avevi bisogno del mio corpo per poterti manifestare in toto/ma lascia che te lo dica, mia cara amica, hai perso il mio voto./Non sarò più la tua marionetta/e neanche la tua bambina perfetta./Se il tuo obiettivo era quello di farmi piangere e gridare/inizialmente mi hai potuta accecare/mi hai fatto credere di aver bisogno di te/ma poi ho scoperto che quanto di più falso c’è./Avevi bisogno della mia rabbia per far squillare le trombe/avevi bisogno della mia storia per giustificare la tua comparsa./Lascia che te lo dica, adesso io ti sfido/e mentre cadi dal tuo trono, voglio guardarti in viso./La mia faccia mostra un sorriso, ma leggi con più attenzione/è un sorriso ironico, in tua contrapposizione./Nel momento in cui mi hai incontrata, hai visto un’opportunità/ma ho dimenticato di dirti che adesso ho acquisito un’immunità./Non vedo l’ora di vedere la tua faccia nel fango/e non m’importa di quel che di noi rimpiango./Pensavi di poter vincere, ma adesso è mia la vittoria/da ora in poi potrò solo risplendere./Tu avevi bisogno di me per poter brillare/ma adesso sarà la mia luce che il tuo vero volto riuscirà a mostrare./Hai rubato i miei sogni, impedendomi di vedere/la vera me stessa oltre te, ma adesso sarai tu a cadere./Così riluttante ti mostro la mia gratitudine/perché la tua devianza mi ha aiutato ad avere una nuova attitudine./Perché questa è la mia vera faccia/mentre tu rimani soltanto un’erbaccia./Perciò, nonostante talvolta provi per te una nostalgia infinita/da ora in poi vivrò la mia vita!]
La primavera è appena iniziata, ragazze. In tutti i sensi.
A SHADOW NO MORE
You messed with my mind
Pulled me close then left me behind
Your soul definition of “respect”
Was a demand for me to be “perfect”
You knew my every thought
You kept the gun loaded, and I went low
You needed my body so you could gloat
But let me tell you dear friend, you lost my vote
I will no longer be your marionette
No longer over you will I be you perfect girl
If your goal was to drive me to scream and cry
In the beginning you blinded my eyes
You made me believe I needed you
When quite the opposite has shown to be true
You needed my anger so on your own horn you could toot
You needed my story to make yours appear resolute
Well, let me just tell you I am defiant prone
I want to see your face as you fall from your throne
My face houses a smile but read the closed caption
For ones expression is a powerful contraption
Upon meeting me all you saw was opportunity
I must have forgotten to warn you I have acquired immunity
I cant wait to see your face in the mud
As there is nothing left between us but bad blood
You thought you won but the point is mine
For now I can nothing do except shine
You needed me next to you to light the way
So my radiance could put you on public display
You suppressed my dreams so that even I became blind
I could not see me above you as we were so intertwined
I reluctantly share with you my gratitude
Only in that your deviance has helped me gain a new attitude
For my soul is one of a rare breed
While you remain a weed
So despite your efforts of my accomplishments to impede
I will now and forever in this life succeed!
(Febbraio 2009)
E la traduzione… che, in questo caso, mi sembra che non renda proprio perchè la stravolge un po'. Comunque, è quanto di meglio sono riuscita a fare. Chiedo scusa.
[NON PIU’ UN’OMBRA – Hai fatto il caos nella mia mente/mi hai tirata a te, poi lasciata senza niente./Il tuo concetto di rispetto/era la richiesta che mi facevi di un corpo “perfetto”./Conoscevi tutto ciò che mi passava per la testa/la tua pistola era carica, e io precipitavo lesta./Avevi bisogno del mio corpo per poterti manifestare in toto/ma lascia che te lo dica, mia cara amica, hai perso il mio voto./Non sarò più la tua marionetta/e neanche la tua bambina perfetta./Se il tuo obiettivo era quello di farmi piangere e gridare/inizialmente mi hai potuta accecare/mi hai fatto credere di aver bisogno di te/ma poi ho scoperto che quanto di più falso c’è./Avevi bisogno della mia rabbia per far squillare le trombe/avevi bisogno della mia storia per giustificare la tua comparsa./Lascia che te lo dica, adesso io ti sfido/e mentre cadi dal tuo trono, voglio guardarti in viso./La mia faccia mostra un sorriso, ma leggi con più attenzione/è un sorriso ironico, in tua contrapposizione./Nel momento in cui mi hai incontrata, hai visto un’opportunità/ma ho dimenticato di dirti che adesso ho acquisito un’immunità./Non vedo l’ora di vedere la tua faccia nel fango/e non m’importa di quel che di noi rimpiango./Pensavi di poter vincere, ma adesso è mia la vittoria/da ora in poi potrò solo risplendere./Tu avevi bisogno di me per poter brillare/ma adesso sarà la mia luce che il tuo vero volto riuscirà a mostrare./Hai rubato i miei sogni, impedendomi di vedere/la vera me stessa oltre te, ma adesso sarai tu a cadere./Così riluttante ti mostro la mia gratitudine/perché la tua devianza mi ha aiutato ad avere una nuova attitudine./Perché questa è la mia vera faccia/mentre tu rimani soltanto un’erbaccia./Perciò, nonostante talvolta provi per te una nostalgia infinita/da ora in poi vivrò la mia vita!]
La primavera è appena iniziata, ragazze. In tutti i sensi.
Etichette:
anoressia,
Aprile,
bulimia,
combattimento,
dca,
disordini alimentari,
messaggio positivo,
no pro-ana,
poesia,
primavera,
ricovero
Iscriviti a:
Post (Atom)