Come gli alchimisti trasformavano il ferro in oro… voi potete trasformare l’oscurità in luce. Siete tutte benvenute.

lunedì 30 novembre 2009

Domanda #8: Rivelare l'anoressia

La 8^ domanda è quella che mi rivolge Stella:

“Quand’è il momento giusto per rivelare agli altri che si è anoressiche? Non voglio che i miei amici pensino che sono una bugiarda o che non mi fido di loro – perché oggettivamente l’anoressia costituisce una grossa fetta della mia vita e del mio passato, e non parlargliene affatto diventa sempre più difficile – però non voglio neanche spaventarli o farli fuggire…”

In uno dei miei post precedenti una volta ho parlato di “Intuitive Eating”… bene, in questo caso prova l’ “Intuitive Speaking”!
Seriamente.

Sono completamente dell’idea che sei tu stessa a dover sentire quand’è il momento giusto, senza stressarti fissandoti su come e quando dirglielo. Quando stai parlando con i tuoi amici e viene fuori qualcosa che ti fa sentire voglia di aprirti, te ne renderai conto. Puoi anche non parlarne ma un giorno, quando sarai con loro, semplicemente sentirai che è arrivato il momento giusto per farlo.

Forse temi che il momento giusto possa non arrivare mai. Se la tua mente non ti sta chiedendo di parlarne, allora spengila – vai avanti con la tua intuizione – e aspetta tanto a lungo quanto lo senti necessario. Se l’amicizia che vi lega è un’amicizia forte e sincera, se ti fidi davvero di loro, ma ugualmente ti sembra che il momento giusto non arrivi mai, prova ad analizzare i tuoi sentimenti e le tue paure, e a chiederti qual è il vero motivo che ti frena.

Le preoccupazioni, ovviamente, sono inevitabili: è inevitabile chiedersi se qualcuno non penserà che sei matta. E questo semplicemente perché parlare a qualcuno dell’anoressia è una cosa troppo profonda e personale per prenderla alla leggera. Ma se sei recettiva verso gli amici che ti circondano, saprai quale sarà il momento giusto per parlarne… e saprai anche che cosa dire… e se loro non lo accetteranno come parte di te, o penseranno che sei matta, significa semplicemente che quegli amici non sono poi così tanto “amici”. Lo so che è difficile accettarlo, ma è la verità. Se parlerai dell’anoressia, forse alcune persone se ne andranno. Ma quelli che resteranno al tuo fianco saranno i tuoi VERI amici, pronti a comprenderti e a supportarti in ogni momento.

Il miglior consiglio che mi sento di darti è di non pensare all’anoressia come a un qualcosa di cui devi vergognarti. E’ parte della tua vita e del tuo passato, ed è ovvio che dovrai lottarci per tutta la vita. È come se qualcuno a cui tieni ti parlasse della sua infanzia e ti dicesse che, per esempio, è stato/a vittima di atti di bullismo, e come la sua vita è cambiata da quel momento in poi. È esattamente la stessa cosa, anche se su un oggetto differente, sai?! Ciascuno ha qualcosa nella sua vita che teme di condividere con gli altri. Ciascuno ha i propri segreti.

Adesso voglio andare un attimo fuori tema rispetto alla domanda che mi ha rivolto Stella. Penso che molte di voi, ragazze, possano riconoscersi in quello che sto per scrivere, che è comunque strettamente interconnesso alla domanda di questo post.

Un’altra cosa importante del rivelare l’anoressia alle persone che ci vogliono bene, è che questo può cambiare la qualità della relazione: nessuna è perfetta e quasi sicuramente tutte andremo incontro a delle ricadute, prima o poi. Ecco, nei momenti più difficili può essere davvero d’aiuto avere qualcuno vicino che sa come stanno le cose e che è pronto a dare una mano, soprattutto se è una persona cui si vuol bene e che ci vuol bene.

Certo, rivelare al mondo l’anoressia non aiuterà magicamente a progredire sulla strada del ricovero, anche perché molto spesso la gente ha idee preconcette e negative sui DCA, per cui parlarne su larga scala può rivelarsi controproducente. Tuttavia, la cosa più importante è essere oneste con noi stesse, o non arriveremo da nessuna parte. E, talvolta, l’essere oneste con noi stesse comprende l’essere più aperte ed oneste nei confronti delle persone più care della nostra vita. Ovviamente, decidere di combattere contro l’anoressia giorno dopo giorno dipende SOLO da NOI. Tutti gli altri non sono che un supporto… o un’istigazione. Se si segue una terapia, lo psicoterapeuta è in qualche modo “coinvolto” nel nostro processo di ricovero, ma non è costituente del processo stesso, che è quello che si realizza dentro di noi; lo psicoterapeuta è semplicemente un figura che ci aiuta e ci offre le sue competenze al riguardo. Allo stesso modo, un/un’ amico/a è “coinvolto/a” nel nostro processo di ricovero, ma non è costituente del processo stesso, che è quello che si realizza dentro di noi; un/un’ amico/a è semplicemente una figura che ci ascolta, ci supporta e ci sta vicino.

Il cuore dell’anoressia e dei DCA in generale è il silenzio – per quelli che sono i pregiudizi della maggior parte della gente nei confronti dei DCA e perché riuscire a non parlarne con nessuno ci fa sentire che abbiamo il “controllo”. Forse, perciò, parlarne con una persona cara può essere un ottimo modo per cominciare a spezzare il circolo vizioso.

Tornando a bomba…
Un’altra domanda che balza in mente quando si decide di rivelare l’anoressia è: con che mezzo farlo? Bisogna proprio dirlo a voce? Faccia-a-faccia? Perchè non scriverlo? Tramite lettera? Tramite e-mail? Facendosi aiutare da qualcun altro che già sa?

Ecco, io penso che occorra farlo nel modo che ci è più congeniale e meno ansiogeno. Bisogna cercare di non farsi prendere dall’agitazione. Ma, ogni tanto, c’è anche bisogno di chiudere gli occhi e saltare. Tuffarsi. Mostrarci veramente per quelle che siamo. I veri amici ci amano a prescindere dal nostro vissuto, e ci vogliono reali, non maschere. E ricordate sempre: mai fasciarsi la testa prima d’averla battuta! Le paranoie che ci facciamo sono sempre molto peggiori dei successivi fatti reali. Quante volte è capitato di immaginare l’epilogo di una situazione e di stressarci, innervosirci e spaventarci… ma poi, quando la cosa è effettivamente successa, si realizza che non era poi così terribile come l’avevamo immaginata?! Sono solo le nostre proiezioni mentali che ci fanno paura. Quello che segue, è il sollievo.

Io sto combattendo contro l’anoressia, sto percorrendo la mia strada del ricovero, e secondo me questo è un viaggio estremamente personale… non ci sono 2 viaggi che siano uguali. Perciò, anche nel momento in cui si decide di rivelare l’anoressia, non c’è una soluzione univoca: la modalità giusta per una persona può non esserlo per un’altra. Ognuna di noi ha passato esperienze diverse ed ha un differente background… e la parola “ricovero” ha un significato differente per ciascuna di noi. Io posso dare dei consigli, ma poi sta a ciascuna di voi decidere quando, come e a chi rivelare l’anoressia.

Non c’è un “momento giusto” in assoluto. O meglio, il “momento giusto” c’è, ma è diverso per ciascuna di noi. Ed è un momento che va semplicemente sentito. Siate sicure di voi stesse. Dite solo quello che vi sentite di dire. E se la persona a cui l’avete detto non ha una reazione corretta, non vi scoraggiate: semplicemente, non ne valeva la pena. Non era abbastanza per voi. Non era pronto/a a voi. Noi possiamo conoscere solo quanto concerne noi stesse. Non possiamo indovinare cosa gli altri diranno, faranno o penseranno. Dobbiamo seguire la nostra intuizione, respirare profondamente, e avere la speranza che le cose vadano come devono andare.
Dentro di voi, sapete già cosa c’è da fare. Seguite il vostro istinto e la vostra intuizione.

venerdì 27 novembre 2009

Calendar Girls: bring up to date

Dato che Dicembre è ormai alle porte, anche il nostro calendario è in decisa lavorazione per essere pronto quanto prima. Per il momento, un piccolo preview per tutte voi… Spero di aver rispettato tutte le consegne dei mesi per quelle che avevano fatto richiesta, e spero che a quelle che non avevano specificato piaccia in mese in cui sono state inserite. Ringrazio ancora una volta infinitamente tutte le personcine meravigliose che hanno deciso di prendere parte a questo progetto, nonché tutte coloro che, pur non essendone direttamente parte, hanno dato il loro sostegno e il loro appoggio… GRAZIE, RAGAZZE!!

Approfitto dell’argomento di questo post per fare un piccolo sondaggio: stavo pensando a come realizzare la copertina del nostro calendario, e mi piacerebbe avere la vostra opinione in merito.
Io ho avuto 3 idee in proposito:

1 – Versione Semplice: Sfondo bianco, scritta “Calendario 2010” + una frase positiva che possa rappresentarci un po’ tutte quante (anche se non ho ancora pensato a quale potrebbe essere).
2 – Versione Positive Mode: Stralci di immagini positive intervallate a pensieri positivi, e la scritta “Calendario 2010” in sovrimpressione.
3 – Versione Anteprima: Quadrettini allineati su 5 righe e 4 colonne con le nostre foto in formato mini, e la scritta “Calendario 2010” in sovrimpressione. Magari ci possiamo mettere la frase positiva pure qui.
4 – Versione Manga: Quadrettini allineati su 5 righe e 4 colonne in cui io rappresenterò ciascuna di noi in stile manga (bè, per lo meno ci proverò), e la scritta “Calendario 2010” in sovrimpressione. Anche qui magari ci mettiamo la frase positiva.

Mi farebbe davvero piacere se vi andasse di dirmi quale delle 4 preferireste... So che comunque nessuna delle 4 è un’idea eccezionale, quindi se avete qualche altra cosa da propormi fatelo senza esitazione: tutte le idee sono le benvenute!

Dato che questo è il NOSTRO calendario, mi piacerebbe che per lo meno la copertina decidessimo tutte insieme come farla, quindi fatemi sapere – lasciandomi un commento o tramite e-mail – quale idea preferite: come in ogni “Paese democratico”, verrà realizzata quella che riceverà più voti. Quindi… aspetto numerose le vostre opinioni!

Grazie ancora a tutte!!! (Veggie s’inchina davanti a voi stupendissime ragazze…)

P.S.= Special thanks to Duccia!

martedì 24 novembre 2009

A voi la parola / 13

Il testimone di Novembre con “A voi la parola” passa ad Enigma (che potete trovare anche nel suo blog, all'URL http://tuttoeniente-enigma.blogspot.com). Una che è entrata nella spirale dei DCA, che ha creduto nelle illusioni e nelle bugie dell’anoressia, che ha vissuto la sua effimera felicità… una che ha iniziato a soffrire, che ha iniziato a sentirsi vuota… una che, adesso, ha iniziato a combattere. E che non ha nessuna intenzione di mollare! La sua storia, le sue difficoltà, ma anche il suo coraggio e la sua speranza condensate in parole.
Queste qua.

Arrivo all'ospedale giusto due minutini prima... la puntualità non è mai stata il mio forte^^' e trovare parcheggio subito è praticamente impossibile.
Eccomi davanti allo studio ma...c'è un foglio appeso alla porta. Merda, il reparto di dietologia e compagnia bella si è trasferito in un altro blocco. OOOOOk! Alla ricerca dello studio perduto... solo io posso perdermi in un ospedale ;)
Dopo qualche minuto eccomi qui nella sala d'aspetto, vicino a me c'è una signora magrolina... ad un certo punto mi accorgo che mi sta fissando (..?..)... Chissà cosa sta pensando...
Davanti a me un'altra ragazza... inizio ad "analizzare" anche lei... cerco il suo sguardo, ma è perso nel nulla, sembra così triste...
Siamo tutte lì, vorrei dire qualcosa alla signora vicina e abbracciare la ragazza davanti a me che sembra così sola... ma ovviamente non faccio nulla... aspetto...
Finalmente è arrivato il mio turno.
Entro con una specie di sorriso da ebete... della serie: guarda guarda, non vedi che sono ingrassata? Ma a quanto pare non è così evidente come credo... non dice nulla!
Anzi, inizia a farmi la "predica" O.o (ormai è diventato routine)
"Ho sentito C. la dietologa, mi ha detto che ha aspettato la tua telefonata, ma tu non hai mai telefonato"
...
...
Silenzio
...
...
"Noi ti prendiamo per mano, possiamo farti vedere tutte le meraviglie del mondo... ma se non le afferri come possiamo aiutarti?"
...
...
Ok, adesso mi sento una cretina.
Continuo a sorridere, stavolta per l'imbarazzo.
FABER EST SUAE QUISQUAE FORTUNAE
L'uomo è artefice del proprio destino!Sei Tu che decidi il tuo destino...
Sei TU che devi decidere, Tu puoi scegliere la vita o la morte!
TU sei la componente più importante dell'equipe."
...
...
Eccola lì... la bilancia!!!
Inizia ad assalirmi una pseudo-agitazione.
Salgo e... 1 kilo e qualche grammo in più dall'ultima visita. Bè, pensavo mooooolto peggio! Tutto sommato mi è ancora andata abbastanza bene!
”Adesso ti presento un dottore, lui ha alle spalle una bella esperienza in DCA"
O.o Oddio! E questo che vuole da me??
Inizia a farmi un po' di domande:" Ma lei come si vede adesso? Si rende conto della sua magrezza?"
"MMMMMH... ma a me è tornato il ciclo, il peso non va ancora bene?"
"Bè, questa è un ottima cosa, ma bisogna stabilizzare il peso, c'è ancora un lieve sottopeso. E la psicoterapia?
Come procede?"
"Uhm...ehm...ahm... Non procede -.-"
...
...
Va bè, vi risparmio il resto: in sostanza dovrò chiamare la dietologa per aumentare la dieta, fare esami del sangue... e chiamare la psicologa per riprendere la psicoterapia!
CHE ANSIA CHE MI METTONO QUESTE COSE!
Nella mia testa riecheggia quella frase: SOLO TU SEI ARTEFICE DEL TUO DESTINO!
Cacchio ma la smetto di prendermi per il culo?????!!!
I problemi non si risolvono così... lasciarsi morire di fame non è un modo di affrontare i tuoi problemi!.. azz!! ma lo vuoi capire??
Non è il numero della bilancia che definisce quanto vali! E poi...tanto anche una volta arrivato a 30 non sarebbe mai abbastanza, perchè alla fine non te ne frega niente del numero in sè... il problema non è tanto quello che dice la bilancia, ma quello che dice la tua testa!
Si, è la mia testa che non funziona... o comunque è lei che mi fa fare ragionamenti sbagliati!
Si, mi sento sbagliata! terribilmente...
Penso e ripenso, ma quand'è che mi sono effettivamente infognata in questi problemi?
Bho... una serie di cose...
Anno ‘06/’07... credo che sia iniziata lì...la mia discesa!
Nella libreria di camera mia c'è un diario, sapete quei diari segreti con il lucchetto (che tanto si apre anche senza chiave) che ti regalano quando sei piccola? Bè, quel diario ha già 10 anni^^... e ogni tanto, soprattutto nei momenti down, ci scrivevo i miei pensieri... Il 2006 è l'anno più gettonato!
Ah, comunque in quel periodo mangiavo ancora... La CIOCCOLATA era la mia passione!!
Anzi, forse il cibo era ancora la mia unica consolazione...
Poi... mmmmmh... non so bene come è iniziato tutto...
Forse ero solo stanca, stufa di tutto, stufa di me! Famiglia, scuola, amici... andava tutto di M...
Tutto un fallimento totale. Va bè, una serie di cose che ora non sto a raccontare... Avevo bisogno di qualcosa per riprendere in mano la mia vita, forse avevo solo bisogno di una nuova me stessa.
Tanto peggio di così non poteva andare...
Ecco, credo sia da lì, quando ho iniziato a dimagrire, che ho creduto che potessi riavere almeno un po' di controllo sulla mia vita.. un po' più di autostima e sicurezza.
Così ho iniziato a mangiare meno, poi sempre meno...a restringere sempre di più!
-3
-5
-8
uoooo, sì sì... la lancetta scende..
I complimenti sul mio fisico mi facevano sentire bene...
Ah.. che soddisfazione! Finalmente faccio qualcosa di giusto... stavo decisamente meglio.
Così ho continuato a restringere, con giorni di quasi totale digiuno!
Poi, pian piano i complimenti sono diventati quasi dei rimproveri... ma io ero troppo occupata a seguire il mio "obiettivo", e non volevo ascoltare.
Mi trattengo... da un lato il baratro, il vuoto, il volo. Mi soffermo sul limite che mi separa dal fondo, filo sottile distingue le mie alterazioni tra l'apoteosi della felicità e il nero totale!
-11
-13
-14
I kilogrammi se ne vanno, e insieme a loro, anche una parte di me...
Mentre un gran senso di vuoto continua a crescere. Tanta confusione, tanti pensieri... come nubi scure, dense e minacciose.
Sembra quasi follia...
Perchè?
Perchè mi sento forte, sento un senso di controllo e potere che non avevo mai avuto, ed è stato inaspettatamente facile!
Io vs Io
Sembra quasi una sfida, una sfida contro me stessa. E' come se una parte di me volesse dimostrare all'altra metà di me che sono forte, che ho il controllo.
"Stasera ho saltato cena... poi 3 ore di palestra! Vedi come sono forte?” Potere... POTERE e CONTROLLO!
-15
-16
-17
A questo punto le mie giornate sono fatte di vuoto e ossessione. La notte di crampi e lacrime, sono depressa! Il digiuno non mi basta più... Il poco che mangio lo vomito. Bere un semplice caffè mi fa sentire terribilmente in colpa, aumenta il senso di inadeguatezza... VORREI SOLO SPARIRE. Sto male!... voglio essere lasciata in pace, non valgo niente... e così inizio a tagliarmi. Perchè? Perchè è quello che merito... non so più vivere... mi sento tanto sola!
-18
-19
-20
A questo punto ho due possibilità: Continuare in questo lento suicidio o farmi aiutare...
Ho scelto la seconda opzione!
FABER EST SUAE QUISQUAE FORTUNAE!!!
SEI TU A DECIDERE!!

Io mi rimetto in carreggiata...lotto insieme a voi!

Cara Enigma, non sai quanto sono onorata di poter pubblicare le tue parole, e non sai quanto piacere mi faccia leggere tutto ciò che hai scritto. Il tuo pezzo è un inno alla vita, la dimostrazione che si può cadere e ci si può rialzare mille e poi mille volte, senza mai perdere la speranza né la voglia di farcela. Le cose che spingono nel vortice dell’anoressia sono talmente tante che è impossibile indicarle a dito, e purtroppo quando si concretizza veramente quello che è successo, è sempre troppo tardi. Ma mai è troppo tardi per ribellarsi, per rialzare la testa, per ricominciare a lottare! Non è mai troppo tardi per dichiarare guerra all’anoressia, per avere la forza di non tirarsi indietro e riprendersi la vita masticando ogni metro. Lo so che ci sono dei momenti particolarmente difficili, ma credo che la grande ironia che hai sarà un’arma molto importante nella tua battaglia. Non ridere di te, ma ridi per te stessa… e vedrai che ogni sorriso che ti dedicherai sarà un sorriso che toglierai all’anoressia. Sei forte, coraggiosa, intelligente, dolce, sensibile e in gamba: hai tutto quello che occorre per vincere questa battaglia. Non smettere mai di combattere, mi raccomando!
E ricordati sempre che… faber est suae quisquae fortunae!... Sì, Enigma, sei solo tu a decidere… hai la tua vita davanti… sarà esattamente come la vorrai costruire, col tuo coraggio, la tua forza e la tua determinazione.
In bocca al lupo, stellina!

sabato 21 novembre 2009

Domanda #7: Come colmare il vuoto

Bene, vedo che le vostre domande stanno continuando ad arrivare! ^__^
Io proseguirò con le mie risposte fintanto che avrò domande sulla lista, quindi se c’è qualcosa che volete chiedermi, basta che lasciate i vostri interrogativi sull’apposito post (che potete trovare QUI).

La domanda cui rispondo oggi è quella che mi pone Aisling.
“Come si fa a colmare quel senso di vuoto, panico che inevitabilmente si prova quando si smette di restringere o di abbuffarsi?”
Domanda decisamente d’interesse generale, direi!

Tra i primi post che ho scritto in questo blog, ce n’è uno che parla proprio di questo. L’ho intitolato “Riempire gli spazi”. Si tratta di una qualcosa contro cui la maggior parte di noi si trova a combattere nel momento in cui decide d’intraprendere un percorso di ricovero, e il perché questo accada mi sembra piuttosto ovvio. Lasciar andare qualcosa che per tanto tempo ha riempito completamente la nostra vita, per quanto il suo apporto potesse essere distruttivo, è difficile. È lo stesso motivo per cui si ha paura a lasciare andare del tutto il DCA, perché si teme di non essere capaci di riuscire mai a sopportare né a colmare quel senso di vuoto. Sebbene l’anoressia faccia stare male, si teme che quel vuoto possa essere ancora peggio.

Aislin, prova a dare un’occhiata al mio post “Riempire gli spazi”, perché penso che quello che ci ho scritto possa rispondere molto bene alla tua domanda.

Inoltre, pensa che tutto si centra intorno ad un’unica domanda: Cosa vuoi fare, d’ora in poi?
Più risposte troverai a questa domanda, meglio sarà. La tua vita è un foglio bianco… devi iniziare a disegnare il tuo capolavoro.

Talvolta è difficile concentrarci su quello che ci piace fare, su quello che ci fa stare bene. Talvolta non abbiamo neanche ben capito cos’è che vogliamo fare perché potrebbe farci stare bene. Non ci siamo date il tempo, troppo convolute nella spirale discendente dell’anoressia per pensarci. Perciò, il tempo che in passato hai dedicato al DCA, adesso devi prenderlo per te stessa: prova a domandarti e a scoprire quello che vorresti fare, quello che ti piace fare, quello che ti fa sorridere o ti fa sentire bene mentre lo fai (eccetto la restrizione alimentare, ovviamente!!), quello che ti fa essere felice e ti permette di esprimere il tuo mondo interiore.

Questo vale per Aisling, e vale per tutte voi, ragazze.
Vi sfido a farvi questa comanda e a trovare la risposta. Vi sfido a riscoprire (o a scoprire per la prima volta) quello che in questo mondo vi fa sentire bene, quello che è veramente la vita. C’è una pletora di cose meravigliose che vi stanno aspettando là fuori. Tutto quello che dovete fare è cominciare a chiedervi: Cosa voglio fare, da ora in poi?, e poi FARLO. E vi accorgerete che è molto più facile di quel che sembra.

P.S.= In perfetta trasparenza, a dimostrazione del fatto che Emma è (è stata, accidenti, è stata…) reale, ecco qui una nostra foto. Non per rispondere alla provocazione, ma per tutte voi. E per Emma. Perché lei è stata speciale e mi ha cambiato la vita. No, lei non è stata speciale. Lei E’ speciale. Lo è ancora. Perché lei è da qualche parte. Anche se non ci credo.
Firenze, 20 Giugno 2007

mercoledì 18 novembre 2009

Speranza

Quel che sto per dire è, in sostanza, lo scopo del mio blog che ho già ripetuto non so quante volte… ma che non ripeterò mai abbastanza:

Il ricovero è possibile.

Giorno dopo giorno, mi spezza il cuore pensare a tutte le ragazze e le donne (e pure i ragazzi e gli uomini, ovviamente) che stanno combattendo contro il loro DCA. Penso che sarei andata in pezzi se non fossi stata capace di trasformare il mio enorme potenziale distruttivo in una forza atta ad aiutare me stessa e gli altri. Conosco un sacco di persone meravigliose che stanno soffrendo per un DCA e non riescono a trovare la forza per iniziare a combattere veramente. Conosco un sacco di persone stupende che non riescono a vedere la loro bellezza. Conosco un sacco di persone che avrebbero così tanto da offrire al mondo, ma che si sentono perse quando si tratta di aiutare se stesse.

Ci sono passata. L’anoressia è stata la mia compagna migliore e ha avuto la meglio su di me per diverso tempo… fino a che non ho deciso di combattere, di riprendermi la vita nelle mie mani anziché trascorrerla in balia di un’ossessione che sarebbe stata felice solo nel momento in cui mi avrebbe uccisa. So che adesso, a parole, la sto mettendo giù semplice e che, in realtà, non lo è affatto. No, il ricovero è un percorso tutt’altro che semplice, ed è certamente molto, MOLTO più complicato che rigettarsi nell’anoressia.

Ho ricevuto davvero tantissime e-mail da persone che sono state toccate (e che stanno combattendo) da un disturbo alimentare. Desidero con tutta me stessa guarirle, ma so che non dipende da me. Tutto quello che io posso offrire è il mio supporto e il mio incoraggiamento e la mia testimonianza di quello che può essere fatto con la forza di volontà. Il ricovero è possibile.

Talvolta, mi sento come una fatina che sussurra belle parole di positività e cerca di mostrare alle persone quello che può esserci di positivo nella lotta ai DCA e come fare per evitare di ricaderci come se tutto fosse molto semplice – forse c’è pure chi pensa che le mie parole siano solo frasi fatte.

In realtà, non sono una fatina e non sto facendo la predica a nessuno. Tutto quello che scrivo è qualcosa di cui sono profondamente convinta. Non starei a scriverlo, altrimenti. Potrei scrivere altri milioni di cose differenti. Tutto quello che cerco di fare e di dire, si può riassumere in una sola parola: SPERANZA.

Io voglio dare speranza.

Se la frase qui sopra l’avessi scritta qualche anno fa, avrei messo tre parole al posto di due, che avrebbero cambiato tutto. Qualche anno fa avrei scritto: Io non ho alcuna speranza

Non è più così adesso, ma il passo tra il sentire di non avere speranza e il voler dare speranza ha avuto un sacco di fermate in mezzo. Io volevo stare meglio, ma ne avevo paura. Io volevo essere reale, ma mi attirava l’illusione. Io volevo essere ascoltata, ma rimanevo in silenzio. Io volevo avere una vita, e cercavo costantemente la morte. Ma poi un giorno ho sentito che volevo cominciare a combattere davvero. E quando l’ho fatto… quando sono arrivata ad un buon punto nel mio processo di ricovero… ho voluto dare speranza.

Perchè questo non è un viaggio divertente, anche se di tanto in tanto può avere i suoi piccoli benefici e le sue piccolo gioie. Una buona strategia di ricovero potrebbe essere quella di cercare di trovare il lato positive in ogni cosa che vi colpisce negativamente. Non entrate più nei vostri vestiti? Regalateli! Oppure mettetevi all’opera scatenando la vostra creatività e trasformateli in qualcos’altro. Poi telefonate alla vostra migliore amica o alla vostra sorella e andate con loro a comprare qualcosa che vi piace e che vi fa stare bene, senza preoccuparvi per la taglia. Un piccolo supporto morale può fare molto più di quello che potete immaginare…

Quando tutto sembra “troppo” in negativo, resta sempre la speranza. La speranza c’è, e attenderà se la vorrete mettere da parte fino a domani, quando avrete un po’ più di energia. La speranza è davvero un qualcosa che non muore mai. La speranza è il balsamo che può aiutarvi a vivere un giorno dopo l’altro. E fintanto che la speranza è possibile, allora anche combattere contro l'anoressia è possibile.

P.S.= [19/11/2009 - (Aggiungo piccola postilla per Kamio, o A., o anonima... e per tutte coloro che hanno letto il suo commento, se la cosa potesse interessare... Kamio, ti ho risposto direttamente sul post "Lei"... Se hai qualcosa da aggiungere puoi farlo tranquillamente, usando però toni civili e nel rispetto che si conviene)]

domenica 15 novembre 2009

Domanda #6: Il circolo vizioso

Vi chiedo scusa, ragazze, ma ho deciso di anticipare ad oggi la risposta alla domanda che mi ha fatto R.: lei mi ha detto, tramite e-mail, che dopodomani inizierà il suo percorso di ricovero in un centro specializzato per DCA... quindi vorrei che leggesse la mia risposta adesso, nella speranza che possa esserle anche solo un pochino d'aiuto per il percorso difficile e coragigoso che ha deciso d'intraprendere...

E quindi, la domanda di R. è:
“Sono anoressica ed ho questo problema: quando sono sottopeso, il mio corpo mi piace e mi sento a mio agio con me stessa, ma so che è deleterio per la mia salute quindi (con l’aiuto della nutrizionista da cui sono seguita), m’impegno a riprendere peso fino a che non ho raggiunto il mio peso-forma. Ma quando ho raggiunto il mio peso-forma comincio a non apprezzare più il mio corpo, mi sento a disagio, sono triste e nervosa, quindi comincio a restringere di nuovo, e torno sottopeso. Quando sono sottopeso… - tornare all’inizio e rileggere tutto questo un sacco di volte, poiché è questa la mia vita da 6 anni a questa parte. Come posso apprezzare il mio corpo quando sono nel mio peso-forma? Come posso rompere questo circolo vizioso?”

I problemi, in questo caso potrebbero essere due. Innanzitutto, la fissa dei numeri. Forse dovresti provare a concentrarti più sull’essere in salute che non sull’essere al tuo peso-forma. Hai modo di non conoscere più il tuo peso? Butta la bilancia che hai a casa. Lascia che la nutrizionista ti pesi, ma dai le spalle all’asticella della bilancia e non farti dire niente. In questo modo, la nutrizionista potrà comunque sapere come stanno andando le cose e comportarsi di conseguenza a seconda che tu abbia perso o preso peso, ma tu non ci starai così male perché non saprai quale è il tuo peso.

So che spesso si comincia a sentirci tristi e a disagio col nostro corpo nel momento in cui si viene a sapere che il numero segnato dalla bilancia è salito. Ma se tu ti concentri sul ritrovare un corretto stato di salute piuttosto che un corretto peso, forse comincerai a odiare meno il tuo corpo, se non ti fissi su quello che dice un numero. Parte del motivo per cui ti piace il tuo corpo quando sei sottopeso potrebbe essere legato al fatto che tu SAI di essere sottopeso. E che questo non è salutare. Il che sembra un po’ la ragione per cui cominci a non apprezzare il tuo corpo quando raggiungi il tuo peso-forma… poiché sai di averlo raggiunto. E questo ti dà ansia. Forse perché quel peso è espresso da un numero che non avresti mai voluto essere.

Non pensare più a te stessa o al tuo peso-forma come a un numero. Prova ad escludere i numeri dalla tua vita. Concretizza che essere in salute è l’unico modo che ti permetterà di vivere la tua vita. La felicità, tuttavia, non seguirà immediatamente la salute; perciò preparati ad essere Infelice quando raggiungerai il tuo peso-forma. Ma l’infelicità non persisterà se tu provi ad accettare il tuo peso-forma senza darti il permesso di restringere ancora una volta. Tu hai tutta la forza per farlo. Certo, prendere peso non è proprio una delle cose più piacevoli del mondo (e questo per la maggior parte della gente, che abbia o meno un DCA), ma pensa che devi farlo solo per un po’. Non durerà all’infinito. E poi, il resto verrà da sé. E’ MOLTO più facile avere una mente felice e in salute quando anche il corpo è tale.

Se acquisisci un peso-forma e lo mantieni per un ristretto lasso di tempo (alcune settimane, qualche mese) prima di ricominciare a restringere ricominciando a percorrere il circolo vizioso, semplicemente questo tempo non è abbastanza per venire a patti col tuo peso fisiologico e tutte le altre cose che lo concernono. Non ti dai mai la possibilità. Ti stai fregando con le tue stesse mani. Non puoi progredire sulla strada del ricovero se ti sottoponi a continui auto-sabotaggi.

Ti costerà un sacco di dolore, lacrime e frustrazione, ma se ti permetti di sopportare il tuo peso-forma quanto più a lungo possibile, ti accorgerai che le cose non sono poi così difficili come sembravano nei primi tempi. Spesso, quando siamo sottopeso, siamo felici per quella che è la nostra esteriorità, ma non siamo felici del tutto. Quella che tu desideri e meriti, invece, è una felicità totale, non una felicità fasulla data da un corpo che forzia a stare a un peso più basso del tuo peso fisiologico.

So che il ciclo continua anche se non te ne rendi conto – credimi, l’ho vissuto e lo sto vivendo anch’io – ma al fine di spezzarlo, devi esserne conscia. Estremamente conscia. Devi venirci a patti. In questo modo, quando raggiungerai il tuo peso-forma, sarai CONSAPEVOLE di ciò che succederà. Perché è già successo. Ma sarai CONSAPEVOLE anche di quello che stai cercando veramente. E non sarà più un numero a fermarti. Questo è l’atto di forza più grande che tu possa mai fare: dirigere consapevolmente i tuoi pensieri.

Non è il numero il problema. Lo so io, lo sai tu, lo sappiamo tutte. Il peso è una sciocchezza. Focalizzati sulla salute, e dimentica la bilancia. Ci sono i professionisti a monitorarti adesso, senza più bisogno che lo faccia tu.

In bocca al lupo per il ricovero!

giovedì 12 novembre 2009

Fuori dalla foresta

Talvolta, ricordare l’inferno-paradiso dell’anoressia fa tanta paura quanto ricordare un incubo spaventoso al momento del risveglio. Tra le coperte con gli occhi aperti, vi rendete conto che quel brutto sogno non era reale, ma non riuscite a scrollarvi di dosso l’angoscia che vi ha attaccato.

Quanto ripenso alla me stessa di qualche anno fa, alla situazione in cui mi trovavo, all’oscurità in cui vivevo, mi sembra di smettere di respirare per qualche millisecondo. In un attimo, vengo riempita da tutte le vecchie sensazioni di rabbia, distorsione, mania di controllo, senso di onnipotenza che ero solita provare. Poi il momento passa e penso che, nonostante tutto, provo sollievo all’idea della persona che sono adesso. Ho capito. Ho combattuto. Sto ancora lottando. E le cose vanno meglio. Non corro, ma sto camminando. È un inizio.

E adesso respiro, lascio che l’aria entri ed esca, lascio che i ricordi del mio passato possano farsi strada a poco a poco nella mia mente senza più farmi ricadere in quegli errori, perché adesso sono abbastanza forte da riconoscerli e da combatterli.

Certo, non ho dimenticato tutte le sensazioni che ho provato durante i periodi di restrizione alimentare. Queste faranno sempre parte di me, e a poco a poco cerco d’imparare a venirci a patti. Però adesso mi rendo conto che posso utilizzare tutte queste sensazioni ribaltandole per creare nuove cose – cose importanti – ed aiutare altre persone che si trovano nella stessa situazione in cui mi sono trovata io. Questo mi dà un senso. Mi fa pensare che quello che ho vissuto non è stato invano. Non è stato un qualcosa che ho cancellato dalla mia mente fingendo che non fosse mai successo. Posso fare qualcosa di benefico con tutta la mia esperienza. Adesso.
Mi piace utilizzare quest’analogia quando parlo della mia anoressia, del mio percorso di ricovero, della mia lotta quotidiana: Sono fuori dalla foresta, adesso. Ma vivo in una casa che è miglia lontana dalla strada.

Penso che questa frase simbolizzi bene in che cosa consiste un percorso di ricovero. Si combatte e, poco a poco, ci si allontana dall’intrico più buio dell’anoressia. Si riesce a impedirci giorno dopo giorno di ricominciare a restringere. E si riesce a ricostruire una vita al di fuori del DCA. Ma non ce ne libereremo mai completamente. Sarà sempre là, a distanza, poiché è stato parte di noi, anche se adesso stiamo combattendo.

E talvolta può succedere di bussare alla porta, poiché non si è molto lontane. Ma anche se la porta non dovesse aprirsi al primo tentativo, non bisogna mai darle le spalle e rivolgerci di nuovo verso l’intrico più fitto della foresta.

Tramite e-mail diverse persone mi hanno chiesto se per me sia difficile tenere questo blog e comunicare con persone che stanno vivendo quello che ho vissuto io, se questo possa interferire negativamente con il mio percorso di ricovero. Direi proprio di no. Anzi, al contrario, tutto questo mi aiuta a mantenere le cose in una giusta prospettiva. Poiché le cose che ho vissuto le ho elaborate, queste non possono più influenzarmi come succedeva in passato. Non rischio di ricadere perché leggo le parole delle ragazze che cercano di uscirne. Sto continuando a percorrere la mia strada della luce, la mia strada del ricovero, e voglio cercare di aiutare quante più ragazze mi è possibile perché so come si sentono, visto che mi sono sentita così anch’io. Aiutare altre persone potrebbe potenzialmente essere un po’ ansiogeno, ma questo non mi riporta indietro sulla strada dell’anoressia. Penso che quello che ho vissuto sia stato proprio per poter adesso condividere, aiutare, confortare e capire chi sta iniziando a combattere.

Lotterò ogni giorno per non tornare indietro. Lotterò ogni giorno per continuare ad andare avanti. E voglio portare un sacco di ragazze con me.

lunedì 9 novembre 2009

Domanda #5: Allontanarsi da sentimenti e comportamenti negativi

La 5^ domanda è quella che mi viene da Evaluna. Mi chiede:

“Anche se non ho ancora smesso di farmi del male, e sentimenti come il dolore, la rabbia, la frustrazione, si traducono in restrizione alimentare, non eccessiva, ma pur sempre restrizione.
Posso chiederti come cerchi tu invece di reagire, concretamente, a tutto ciò?”

Da persona che, nel suo percorso di lotta contro l’anoressia, sta cercando di accettarsi per quello che è, senza cercare di modificare ulteriormente il proprio corpo, credimi se ti dico che puoi assolutamente imparare a smettere di farti del male e riversare le tue emozioni negative contro il tuo corpo. Questa è una delle cose principali che chiunque stia lottando contro un DCA molto spesso crede sia impossibile. Quel che spesso leggo e sento dire è: “Sì, magari è pure possibile… ma non per me”. E allora, Evaluna e tutte le altre, lasciate che ve lo dica: cancellate questo pensiero dalla vostra mente. Cavatelo fuori e gettatelo nel cestino della spazzata. E’ POSSIBILE per TUTTE voi… se voi fate in modo che sia possible. E nel momento in cui vi renderete conto che se ci mettete tutta la vostra forza di volontà ciascuna di voi ce la può fare, certi pensieri si scioglieranno come neve al sole.
Siete con me?

Allora, Evaluna, tornando alla tua domanda, credo che la prima cosa che tu devi fare sia chiederti: Quali sono le circostanze che mi portano a provare questi sentimenti negativi che si traducono in odio per il mio corpo e, di conseguenza, in comportamenti negativi nei confronti di esso?

Per esempio…
- Ti succede quando ti senti in qualche modo “rifiutata” da qualcuno?
- Ti succede quando programmi qualcosa e poi le cose non vanno come le avevi pianificate?
- Ti succede quando i tuoi risultati non sono conformi alle tue aspettative?
- Ti succede quando vieni commentata/criticata/osservata/giudicata dagli altri?
- Ti succede quando mangi (poco o troppo, fa lo stesso)?
- Ti succede quando ti pesi e la bilancia non rimanda il numero che vorresti?
- Ti succede quando ti sembra di non aver sotto controllo una certa situazione o un certo ambito della tua vita?
- Ti succede quando ti vedi diversa da come vorresti essere?
- Ti succede quando affronti una situazione stressante/difficile/dura con la tua famiglia o i tuoi amici?

Questo sono solo un po’ di esempi, ovviamente, circostante che possono giocare una certa parte nella tua percezione corporea e nei sentimenti che provi per il tuo corpo. Possono condizionare il modo in cui ti senti nei confronti di te stessa, nonché il modo in cui ti mostri al resto del mondo. Cercare di scoprire “l’innesco” è quindi molto importante al fine di analizzare i tuoi sentimenti.
Hai presente il modo in cui le persone cercano di tracciare una rotta praticamente su ogni qualsiasi cosa? Bene, traccia una rotta sui sentimenti negativi che rovi per te stessa. Okay, lo so cosa stai pensando: pensi che se continui a provare odio per te stessa, come puoi riuscire a tracciare una rotta che vada al di là di questo sentimento travolgente? Innanzitutto, comincia col rispondere alle domane che ho elencato prima. Perché è ovvio che se non ti piaci e non ti accetti per quella che sei, ci saranno sempre particolari circostanze che ti faranno venir voglia di restringere o di abbuffarti o di vomitare o comunque di punirti in qualche modo. E’ a queste particolari circostanze che mi riferisco.

Bene, adesso probabilmente starai pensando: Wow, Veggie mi ha solo detto di tracciare una rotta sui miei sentimenti negativi per me stessa. E allora? Ma pensaci un attimo. Se ogni volta che provi sentimenti negativi nei tuoi confronti e senti il bisogno di restringere/abbuffarti/vomitare/farti del male cerchi di fare introspezione e scandagliare il tuo vissuto e le tue sensazioni alla ricerca di ciò che ha dato il là al tutto, ti renderai conto che c’è una rotta. E ti renderai conto di quale questa rotta è. Di sicuro avrai sentito parlare di causa & effetto: ecco, si tratta esattamente di questo. L’effetto lo conosci già (la negatività verso il tuo corpo e la voglia di restringere l’alimentazione) – è tempo d’indagare sulle cause.

Prova a tenere un diario. Scrivici il giorno, l’ora, cosa provi, e cosa ti è successo prima di arrivare a quello, ciò che ti è successo durante la giornata. Comincerai ad avere un’immagine più nitida di quel che ti succede. Probabilmente ti accorgerai che tendi a sentirti peggio in un giorno particolare della settimana e a causa di qualche evento che si ripete, o quando ti trovi in determinati luoghi, o quando hai a che fare con determinate presone. È molto importante scoprire queste cose perché ti aiuteranno a stare all’erta, a tenere alta la guardia, ad essere più preparata e più pronta a combattere l’arrivo della negatività.

In questo modo, infatti, saprai dal momento stesso in cui ti svegli che una certa situazione che quel giorno dovrai affrontare sarà particolarmente dura per te (per una qualche ragione che avrai scoperto tracciando la tua “rotta”) e potrai prepararti psicologicamente ed emotivamente ad affrontarla, mettendo magari in atto una serie di strategie alternative che compensino i comportamenti negativi nei confronti del tuo corpo.

Un’altra domanda che devi porti, inoltre, è: La gelosia/invidia/comparazione è parte di ciò che mi spinge ad avere pensieri e comportamenti negativi nei confronti del mio corpo?

Per esempio…
- Quando guardi uno show/film/programma televisivo dove ci sono delle modelle, cominci ad avere pensieri negativi verso il tuo corpo? Vedere una cosa del genere è destabilizzante? Ti porta a fare confronti tra te e le altre persone?
- Ti capita di lavorare con qualche collega ce invidi da un punto di vista fisico? Il relazionarti con lei ti fa stare peggio con te stessa?
- Ti senti “non abbastanza malata” o “non abbastanza magra” o “non abbastanza carina” o “non abbastanza in gamba” per quelli che sono certi commenti che gli altri possono aver fatto su di te?

L’ultima domanda che devi farti, infine, è: Tutto questo mi succede soprattutto in un determinato periodo?

Molte persone, infatti, hanno variazioni “stagionali” dei propri pensieri su se stesse. Per esempio, chi soffre di depressione tende a stare peggio in Autunno-Inverno (statistiche alla mano). L’estate, per molte persone che hanno un DCA (me compresa) può essere un periodo critico perché porta necessariamente a “scoprirsi” e a mettere in mostra il proprio corpo, un corpo con cui n0on ci si sente a proprio agio. Inoltre, ci sono altri momenti dell’anno che possono essere particolarmente ansiogeni: il Natale, il Capodanno, la Pasqua, la necessita di mangiare con i propri parenti, l’inizio di un nuovo anno in cui si devono fare i cosiddetti “buoni propositi” che, in quanto oggetto d’investimento eccessivo, finiscono per essere aspettative alle quali diventa impossibile attenerci.

La CHIAVE è la CONSAPEVOLEZZA.

Perciò, cosa fare quando provi sentimenti negativi per non cadere nella trappola della restrizione alimentare e per non avere comportamenti negativi nei confronti del tuo corpo?

- Elabora un “Piano B”. Stendi una lista delle cose che puoi fare quanto ti viene voglia di cedere al DCA. Così, nel momento in cui ti sentirai sul punto di cadere, avrai una possibilità diversa per non depistare la tua mente nel solito loop di disprezzo e distruttività.
- Trova una persona supportava. Nel momento in cui senti che ti viene l’impulso di restringere, anziché assecondarlo, telefona a questa persona o mandale un SMS, anche solo per dirle: “Sto per mangiare ed ho voglia di restringere. Stammi vicina per aiutarmi a non farlo”. Talvolta anche il solo fatto di poter dire a qualcuno che stiamo attraversando un momento critico proprio in quel momento aiuta un sacco, perché ci dà la consapevolezza che qualcuno ci ha a cuore. Ci dà la consapevolezza che qualcuno vuole che siamo forti. E sapere che qualcuno ha fiducia nella nostra forza e nella nostra capacità di non cedere al DCA può essere di grande aiuto. Forse è un qualcosa di cui potresti avere bisogno per il momento.
- Prova a riversare i tuoi sentimenti negativi su qualcosa che sta al di fuori di te. Prendi a pugni un cuscino, scrivi tutto quello che ti fa stare male, rompi qualcosa, trova una via d’uscita per la tua rabbia e la tua frustrazione. Piangi, se questo può aiutarti. Grida. (Credimi, è molto meglio che restringere.)
- Prova a fare qualcosa che ti permetta di distrarti MENTRE stai mangiando. Per esempio, guarda la TV, ascolta la musica o leggi mentre pranzi o ceni, così non guarderai quello che hai nel piatto e non ti focalizzerai troppo su ciò che devi mangiare. Se riesci a fare qualcosa che ti prende davvero, riuscirai a finire tutto quello che hai nel piatto e non avrai neanche troppa ansia. Puoi anche parlare al telefono con qualcuno col vivavoce mente mangi (se non lo trovi troppo scomodo), per distrarre la tua mente da quello che stai facendo e mangiare quello che è necessario senza restringere… e protrarre la conversazione anche dopo il pasto, può essere un ottimo modo per non mettere in atto eventuali comportamenti compensatori. Più farai passare il tempo, più l’ansia calerà. E ricorda che un morso alla volta fa un pasto, se tieni duro fino in fondo! ^__^
- Cerca di seguire i ritmi cronobiologici facendo 5 pasti regolari al giorno ad orari prestabiliti: colazione, spuntino di metà mattina, pranzo, merenda e cena. Niente pasti esagerati, solo, mangia qualcosa per lo meno 5 volte al giorno. Questo ti aiuterà ad assumere una più vasta gamma di nutrienti, e a ridurre l’impulso a restringere. Penso che l’idea di poter distribuire il cibo su 5 pasti giornalieri sia meno ansiogena che fare solo i 3 pasti principali (colazione, pranzo e cena) dovendo quindi mangiare di più ad ognuno per assumere la stessa quantità di alimenti.

Spero di essere riuscita a rispondere in maniera esauriente alla tua domanda e a fornirti qualche idea utile…

venerdì 6 novembre 2009

Twitter!

Dunque, ragazze… so che probabilmente penserete “meglio tardi che mai!”, ma è da pochissimo che ho scoperto questo Social Network chiamato Twitter.

Immagino che la maggior parte di voi sappia perfettamente di cosa si tratta, per quelle che ancora non lo sanno (e per quelle che, come me, l’hanno scoperto da poco), invece, una rapida spiegazione: Twitter è una sorta di microblog che fornisce a tutti gli utenti una pagina personale aggiornabile tramite messaggi che abbiano una lunghezza massima di 140 caratteri. Sì, un po’ come gli SMS, infatti gli aggiornamenti possono essere fatti sia tramite il sito, sia per mezzo del cellulare.
I messaggi che vengono di volta in volta scritti sono aggiornati immediatamente nell’account, e vengono direttamente comunicati e quindi possono essere letti da tutti gli utenti che si sono registrati per riceverli.

Quando l’ho scoperto, ho pensato subito che fosse un’idea geniale! E così, ieri ho aperto un account su Twitter che potete trovare QUI.

Cos’ho in mente? Voglio usare la mia pagina di Twitter per pubblicare, ogni giorno, una frase positiva che possa darvi (darci) una mano nel percorrere la strada del ricovero dall’anoressia.

Quella che ho scritto oggi e che potete già trovare lì sul mio account Twitter, per esempio, è:
“Inside the loop there’s always to find the way to get outside” (t.A.T.u.)

Quindi, se vi va, potete aprire un account su Twitter, (o usare il vostro account su Twitter, se già ne avete uno) e potete registrarvi alla mia pagina semplicemente cliccando sul tasto “Follow” che c’è sotto il mio avatar. In questo modo, iscrivendovi al mio account, ogni volta che accederete a Twitter, troverete le mie frasi positive sulla vostra home page, e avrete un ulteriore rinforzo positivo per continuare a portare avanti la nostra comune battaglia contro l’anoressia.

Che ne dite, vi piace l’idea?

Seguitemi anche su Twitter, allora… vi aspetto numerose!

martedì 3 novembre 2009

Domanda #4: Oltre la negatività

“Com’è possibile trovare la positività e la forza per combattere contro l’anoressia quanto tutto intorno – e soprattutto dentro – di te irradia negatività?”, chiede Jonny.

Comincia da quello che c’è dentro di te, e portati poi a poco a poco in superficie, verso l’esterno. Non è facile, lo so, ma se cominci a lavorare su ciò che sta dentro te stessa, il resto verrà di conseguenza. La positività e la forza non sono cose che trovi, sono cose che riconosci, cose che ottieni, cose che devi sforzarti tutti i giorni di tenere a mente volta per volta.

La forza è già dentro di te. Ma se tu pensi che non ci sia, non la troverai. Se dici a te stessa che non possiedi la positività e la forza necessarie per mantenerti sulla strada del ricovero, mollerai.

Perciò, prova a fare anche solo delle piccole e semplici cose per aggiungere positività e forza alla tua vita di tutti i giorni.

- Crea una playlist speciale con canzoni positive e pro-ricovero o, in ogni caso, pezzi che portano un messaggio forte che ti stimola e ti fa venire voglia di continuare a lottare.

- Tieni un diario e, scrivendoci, scaricaci tutta la tua negatività. Questo ti permetterà di crearti una via d’uscita senza rimproverarti, sfogarti su te stessa, o rimarciare sempre nel solito circolo vizioso di pensieri. Inoltre, scrivendo, la negatività verrà inchiodata nero su bianco – e starà lì, in quell’unico posto, tra le due copertine di un quaderno.

- Usa i Post-It. La reputo una delle invenzioni più geniali del XX secolo. Ogni giorno, spremiti le meningi per scriverci su una frase positiva, e poi attacca i Post-It laddove puoi vederli e leggerli quanto più possibile. Sul tuo specchio, per esempio. Sul tuo armadio. Sul tuo comodino, sul tuo computer, sul tuo frigorifero, sulla tua agenda. Anche sulla tazza del cesso, se può aiutarti.

- Stampati in testa un messaggio positivo, meglio se uno cui ti è difficile credere. Del tipo: “Mi piaccio per quella che sono”. Un po’ come ho fatto io sul mio cellulare.

So perfettamente che queste cose non ti renderanno forte e positiva per il 100% della giornata, ma sono un punto d’inizio. Non sottovalutare il potere di chiedere aiuto a questi piccoli espedienti quando senti che ne hai bisogno. Ci vuole molta forza per aiutare noi stesse. Perciò, se stai cercando di essere più forte, prova a fare queste cose. È una sorta di test. E non ti farà male.

Un’ultima cosa – last but not least: anziché arrabbiarti con te stessa o darti della stupida se trovi difficile combattere, arrabbiati con quella. Nel tuo caso, arrabbiati con l’anoressia. (Inserire “bulimia”, “binge”, “ortoressia”, “DCA-nas”, etc… a seconda del vostro caso). Tu hai tutta la forza per cambiare le cose. Ce l’hai. Ma arrabbiarti con te stessa servirà solo a farti irradiare una negatività ancora maggiore. Canalizza a tua rabbia nella giusta direzione, verso quello che ti fa stare davvero male, la causa del tuo dolore. Non verso te stessa o gli altri. Verso di lei. Verso l’anoressia.

Questo potrà farti provare un potere maggiore… FORZA, quella di volontà. Ce l’hai. Usala.
 
Clicky Web Analytics Licenza Creative Commons
Anoressia: after dark by Veggie is licensed under a Creative Commons Attribution-NoDerivs 3.0 Unported License.