Come gli alchimisti trasformavano il ferro in oro… voi potete trasformare l’oscurità in luce. Siete tutte benvenute.

venerdì 31 luglio 2009

La strada del ricovero

La strada del ricovero è tutto quello che vorresti di buono oltre alla realtà che disegna l’anoressia.

La strada del ricovero è quando ti brillano gli occhi al solo pensiero che la tua capacità di combattere senza arrenderti possa superare i confini dell’anoressia e diventare realtà.

La strada del ricovero è forza, è vita.

La strada del ricovero è la base di oggi per un castello che vuoi costruire domani.

La strada del ricovero è ardua e difficile: l'importante è che sia la tua.

La strada del ricovero è lacrima, quando sai che è infinita; ma la strada del ricovero è credere all'infinito.

La strada del ricovero è tenersi per mano e crearsi il proprio mondo al di fuori dell’anoressia.

La strada del ricovero è lasciare le mani e capire che siamo in grado di camminare anche da sole.

La strada del ricovero è sostenerci a vicenda, perché siamo più forti quando combattiamo insieme.

La strada del ricovero è crederci sempre. È chiudere gli occhi e immaginare tutto quello che la nostra vita può essere e contenere nel momento in cui a poco a poco viene lasciato libero lo spazio occupato dal DCA. La strada del ricovero è forza d'animo per aver creduto davvero alle bugie raccontate dall’anoressia, e aver avuto la forza di ribellarsi interamente ad un delirio che d’intero non lascia più niente.


Questo è ciò che penso, guardando la strada che si apre di fronte a me, là. Per me e per tutte voi. Per tutte quelle tristi che non sorridono più e pensano di arrendersi all’anoressia. Per tutte quelle a cui manca la voglia di lottare. Per tutte quelle che ancora preferiscono ascoltare le menzogne dell’anoressia piuttosto che fare il ben più difficile passo di scegliere di affrontare la realtà. Ma anche e soprattutto per tutte quelle come noi, che hanno il coraggio di non alzare le braccia e di non arrendersi. Perché solo noi avremo vinto per sempre… camminando insieme sulla strada del ricovero.

martedì 28 luglio 2009

Amicizia contro l'anoressia

Giuro che non me l'aspettavo.

Quando ero nel pieno dell’anoressia, quando lei riempiva tutta la mia vita, non c’era spazio per nient’altro, per nessuna emozione. E questo è durato così a lungo che anche adesso sentire il cuore battere forte è una gran sorpresa.

Ma oggi batte più forte del solito, e batte per la persona più importante della mia vita che oggi compie gli anni: la mia migliore amica del cuore, Duccia.
Sono un po' preoccupata per quello che è stato ed è tutto il mio rapporto con il sentimento dell'amicizia, se è di questo che si tratta.

La verità è che ho una paura incredibile di stare di nuovo male.

Durante la mia ultima ricaduta nella restrizione alimentare, poco più di un anno fa, sul mio diario scrivevo di aver seppellito il mio cuore da qualche parte.
Ma forse è così che vanno le cose, e il bello della vita forse sono proprio gli imprevisti.

Proprio così, quest’amicizia è stata un imprevisto, eppure è stata anche un qualcosa che mi ha aiutata a rompere il circolo vizioso dell’anoressia, cambiando completamente il mio futuro.

L’anoressia è stata talmente tanto a lungo l’unico fulcro attorno al quale era imperniata tutta la mia vita, che quando la mia strada si è incrociata con quella di Duccia la prima cosa che ho pensato è stata che non potevo permettermi una simile distrazione. Eppure, inconsapevolmente, la mia testa aveva già cominciato a divagare, lentamente distaccandosi dall’ossessione. È stato un rapporto difficile. In certi momenti, per me lo è ancora; perché penso ancora che non va bene. (Perché l’anoressia mi fa pensare ancora che non va bene).

Ma allo stesso tempo sono felice perchè per lo meno posso contare su qualcuno che rappresenti per me un punto di riferimento. Certo, non posso smettere di pensare alla possibile disfatta, non ci riesco. Ognuna vorrebbe che le cose belle durino in eterno, ma si sa che prima o poi tutto finisce.
E quello che fino a un attimo prima era dolce, tutto d'un tratto diventa amaro. E costa caro.
A questo punto c'è da chiedersi se il gioco vale la candela. Se tutto si riduce a questo, quanto vale un attimo di gioia? Questo meraviglioso attimo, fuggente, intenso e breve ha senso di fronte alla sofferenza a cui andrei incontro se tutto finisse?

L'amicizia è davvero una follia. Fidarsi di qualcuno è completamente pazzoide. È una cosa insensata. Forse è pensando così che, per tanto tempo, ho permesso solo all’anoressia di essere mia amica: avevo la certezza che almeno lei non mi avrebbe tradita, non mi avrebbe abbandonata, non mi avrebbe mai lasciata sola. In fin dei conti, lei non era altri che me. Forse anche questo era distorto ma, l’ho già detto, è l’amicizia stessa ad essere una follia.

E quindi, potrei dire che Duccia è la mia attuale follia. Ma forse è proprio questa follia a stabilire una nuova misura nella mia vita. Quando sono con lei la voce dell’anoressia si fa più lieve, e c’è una nuova voce che mi dice che non devo mollare, che devo combattere, che devo continuare ad andar avanti sulla strada del ricovero, e devo farlo anche per lei. Perché lei è mia amica, e si fida di me. E io non voglio tradire la sua fiducia.

Devo avere coraggio e buttarmi. È con Duccia al mio fianco che inizia la mia nuova misura. Una nuova spinta. Una continua lotta all’anoressia.
Coraggio.
La paura può essere sconfitta solo se si oltrepassa il limite che ci sembra invalicabile.
Forse i limiti non esistono se non nella mia testa.

Davvero sono in grado di vincere? Davvero sono in grado di continuare a lottare contro l’anoressia? Davvero, nonostante tutta mia distruttività, sono in grado di non spaventare troppo Duccia e di farla rimanere accanto a me?

Quando ero nel pieno dell’anoressia credevo di camminare, anzi, di più, di correre, invece ero sola, ero sdraiata a terra nell'attesa di una nuova motivazione per rialzarmi e andare avanti.
Giacevo nella “comoda” fossa che mi ero scavata.
Ora, invece?
Ora, invece... sono di nuovo in piedi.
E mi accorgo di aver imparato qualcosa di nuovo.
Non sono ancora sicura, ma credo che se dovessi cadere di nuovo saprei evitare l'impatto.
Cadrei in ginocchio, non più di faccia nel fango.
Non più.
E' giunta l'ora di correre davvero.
E' giunta l'ora di crescere.

Coraggio, è questa la nuova parola d'ordine.

Avanti a tutta, tenendo per mano la mia migliora amica del cuore, la persona cui voglio più bene al mondo. Non più l’anoressia. Ma Duccia.

VEGGIE & DUCCIA


(click sulla foto per ingrandire)

sabato 25 luglio 2009

A voi la parola / 9

L’intervento di “A voi la parola” di oggi ospita le parole di Diana. Una ragazza coraggiosa che ha scelto di condividere con tutte noi la sua testimonianza, dall’abisso più profondo del DCA, al suo attuale percorso sulla strada del ricovero.

La mia prima visita da un dietologo risale all'età di cinque anni.
A scuola, durante l'intervallo, quando gli altri mangiavano le loro merendine, io avevo il mio succo di frutta non zuccherato.
Ma con il tempo ho imparato a barare: vuoi per la fame, vuoi per la golosità bambina. Rubavo cioccolata o pane dalla dispensa di casa. Ma allora non era certo "il mostro" a portarmi a quei gesti.
Per problemi legati alla tiroide (l'ho scoperto a 16 anni) ho avuto sempre la tendenza ad aumentare di peso anche facendo attività. Ma dopo anni e anni di diete senza risultati (o con scarsi risultati) mi stufai. Quando l'endocrinologo dei miei 16 anni mi disse che avevo una disfunzione (e vide che con una dieta di 1000Kcal ingrassavo), mi misi l'anima in pace (per modo di dire) e forte di quella diagnosi mangiai come si mangiava a casa.
Ho sempre avuto un metabolismo lento e le mille diete (a volte fai da te, a volte fin troppo restrittive) hanno contribuito ad abbassare il basale, ovvero il consumo di chilocalorie che un corpo usa per le normali attività giornaliere di sopravvivenza.
Perchè il nostro corpo, purtroppo, ha ancora memoria dei tempi dei nostri avi; tempi in cui non si mangiava certo tutti i giorni e il pericolo carestia era dietro l'angolo. Da qui il metabolismo ha imparato ad andare in riserva quando ce ne fosse stato il bisogno
Ma lo scontento per il mio corpo, il mio isolarmi di conseguenza, la paura di andare in palestra, il mio voler essere magra a tutti i costi (ed essere invece sempre in sovrappeso od obesa), hanno contribuito a vedere il cibo prima come un nemico (mai seguire le diete dei giornali, mai!), poi come unico conforto.
I digiuni di alternavano al mangiare troppo. E “la bestia” del binge è apparsa per la prima volta proprio durante quei 16 anni. Anni in cui il mio peso è aumentato a dismisura, anni in cui ho mangiato e ingurgitato più di quanto consumassi, anni in cui entrare in cucina di nascosto era una cosa automatica, una cosa che non controllavo.
E li si consumava la mia tragedia personale.
Ancora oggi non riesco a descrivere benissimo quello che fu, perchè in fondo non è poi tanto lontano.
Ora ho 26 anni. Ho capito cosa mi portava in cucina a 24 anni circa. Nel frattempo ero arrivata a pesare 130/140kg. Un indice di massa corporea che si aggirava intorno ai 50 (obesità patologica). L'ho scoperto grazie ad un forum che non dava consigli medici, ma offriva solo supporto... un po' come i gruppi di auto-aiuto. Ho conosciuto li tante persone con la mia stessa malattia e ho iniziato il mio percorso.
Ho avuto lo sprono per ritornare da un endocrinologo dopo 10 anni. Di seguire la sua dieta e di provare a mangiare in maniera regolare, di andare in piscina ed in palestra .
Ora penso ad una terapia psicologica per darmi ulteriore supporto, per capire fino in fondo perchè ancora oggi sono qui a combattere “la mia bestia” .
Perchè nel periodo di dimagrimento (mai più di 2,5-3 kg al mese) ho avuto anche episodi di "pensieri anoressizzanti" come li chiamo io. Ma ne sto uscendo. Stamattina la bilancia segnava 89,7. Un peso spropositato se rapportato ai miei 165cm di altezza, ma ho visto di peggio.
Soprattutto ho visto che le mie visite rapidissime e nefandissime alla credenza sono diminuite . Mangio cinque volte al giorno (3+2) e lo sport mi ha aiutata non solo mentalmente ma anche a smuovere il metabolismo.
Mi piace raccontarlo perchè anche se il mio percorso (sia di peso che di testa) non è terminato ancora, possa essere di sostegno a chi ha tentato tante strade, come me e non è ancora riuscito.
Perchè delle abbuffate si parla ancora poco e lo si fa in maniera incompleta.
Soprattutto perchè non siamo tutti golosi che aspettano la loro merendina quotidiana.

Cara Diana, ti ringrazio tantissimo per aver voluto condividere qui questo frammento così intimo, prezioso ed importante di te stessa. Ti ringrazio per le tue parole, perché dietro l’innegabile mole di sofferenza si nasconde un messaggio positivo e la tanta positività che sfocia nelle tue parole finali. Che queste parole possano essere la luce per tutte coloro che si stanno ancora dibattendo in toto delle tenebre del DCA. Ti ringrazio tantissimo per aver testimoniato anche con le tue parole che lottare è possibile, che si può combattere, e che vale la pena di farlo. Ti ringrazio per aver rimarcato ancora una volta che non c’è niente d’impossibile nella vita, neanche lottare contro i DCA. Continuiamo a combattere insieme, dunque… e i DCA non avranno più la meglio su di noi!
Ti faccio un “in bocca al lupo” enorme per il tuo percorso…

mercoledì 22 luglio 2009

Thinspo Reverse - Page 4 of 4

Last but not least, ecco le ultime foto di questa “Thinspo Reverse”!

E ne approfitto per ringraziare tutte le meravigliose ragazze che hanno aderito a quest’iniziativa: GRAZIE!!! ^__^

Ricordatevi sempre che percorrere la strada del ricovero non è impossibile: niente è impossibile, se si è convinte di poterlo fare. Perciò scegliamo la strada del ricovero ogni giorno, e facciamolo perché lo vogliamo, che mi sembra la miglior ragione possibile per fare una cosa.
Stiamo combattendo insieme… andremo fino in fondo. Ve lo prometto.
Hold on, girls!!

(click su ogni foto per ingrandire)


SARA


ELENA



















ROBY
(Foto cancellata su richiesta della protagonista della foto stessa)









JONNY













VEGGIE

domenica 19 luglio 2009

Thinspo Reverse - Page 3 of 4

Come mi ha scritto Martina, una delle protagoniste della “Thinspo Reverse” di oggi, nella mail che accompagnava la sua foto, “let’s change everything we are in everything we want”. E questo, ragazze, è il primo passo per farlo: combattere diffondendo il nostro messaggio positivo, perché solo noi possiamo essere le migliori ispiratrici della scelta della strada del ricovero.
Immergiamoci nella “Thinspo Reverse”!!
(click su ogni foto per ingrandire)





MEL

















JADE

















ANNA






MARTINA


WOLFIE

giovedì 16 luglio 2009

Thinspo Reverse - Page 2 of 4

E si continua, ragazze!
Ecco le nuove protagoniste, le nuove muse ispiratrici della scelta della strada del ricovero...
Keep on spread strenght, courage and... reversed thinspo!

(click su ogni foto per ingrandire)




CLAU




































FRANCESCA




ANNARITA













SANDY

VALE

lunedì 13 luglio 2009

Thinspo Reverse - Page 1 of 4

L’era delle “Thinspo Reverse” è ufficialmente iniziata! ^__^
Ed ecco quindi la prima carrellata…

Immagino che lo sappiate già o che comunque ve lo siate immaginato, ad ogni modo preciso che tutte le parole che accompagnano le fotografie sono frasi tratte da blog/forum/siti “pro-ana”; ovviamente le ho opportunamente “rimaneggiate” in maniera tale per cui, cambiando solo poche parole di ciascuna, si potesse trasmettere il messaggio esattamente opposto.

Le ragazze che si definiscono “pro-ana” utilizzano spesso una serie di frasi stile mantra che accompagnano le loro immagini di “Thinspo”, quindi io ho ripreso quelle stesse frasi e le ho ribaltate associandole alle nostre foto… spero che il risultato sia efficace!
E questo non è che l’inizio… ^__-

(click su ciascuna foto per ingrandire)


JESSICA



















SERENA























SIMY












"MIRABELLE" (LETY)










VALENTINA84

venerdì 10 luglio 2009

Thinspo Reverse - Work in progress...

Le ragazze della “Thinspo Reverse”



(^ click per ingrandire...)

Chi siamo? Cosa diciamo all’anoressia?

SereNa
ROby
SarettIna

Vale
WOlfie
VeGgie
ELena
SImy
SAndy
Mel
JOnny

MiraBelle
JAde
MarTina
ValenTina84
JEssica
AnnaRita
CLau
Fr
Ancesca
Anna
!

Thinspo Reverse” is comin soon… stay tuned!

martedì 7 luglio 2009

Superare l'iperattività

Quando si ha un DCA e si decide d’intraprendere la strada del ricovero, come si può riuscire a fare attività fisica senza esagerare?

Penso che l’iperattività sia una costante in molte ragazze che hanno vissuto e stanno vivendo l’anoressia, ed è perciò difficile nel ricovero riuscire a bilanciare quella che può essere un’attività fisica effettivamente legittima e salutare, con quella che è invece l’attività fisica compulsiva che l’anoressia induce a mettere in atto.
Come si può dunque riuscire a capire quando l’attività fisica viene svolta in maniera regolare, e quando invece sfocia nell’iperattività anoressica?

Secondo me, si comincia a passare dalla normale attività fisica all’iperattività compulsiva quando:

- Fare esercizio fisico diventa un qualcosa che si sente di dover fare per non essere assalite dall’ansia.

- L’esercizio fisico arriva a riempire tanto tempo nella nostra vita che il nostro lavoro/studio, rapporti con la famiglia/relazioni sociali risultano essere compromesse.

- Continuiamo a fare attività fisica sebbene ci sentiamo stanche o sfinite.

- Fare attività fisica diventa una compensazione all’introito calorico, al fine di poter perdere peso. (Del tipo: “Ho mangiato XXX calorie, quindi devo fare un’ora di cyclette”.)

- Gli esercizi che scegliamo di fare sono unicamente il risultato del calcolo di un bilancio calorico. (Del tipo: “Per bruciare XXX calorie devo correre per XXX tempo”.)

- L’attività fisica viene utilizzata per “anestetizzarci”, per sopprimere emozioni che abbiamo paura di esprimere.

L’iperattività fisica compulsiva eccessiva ha effetti devastanti sul nostro organismo sia da un punto di vista fisiologico, sia da un punto di vista psicologico. Da un punto di vista fisiologico (passatemi la deformazione professionale… ^^") comporta riduzione della densità ossea (con conseguente osteopenia/osteoporosi), fratture da stress, anomalie cardiovascolari, osteoartriti, strappi tendinei e muscolari, abbassamento del livello di difese immunitarie, disidratazione, irritabilità, depressione, insonnia… e potrei andare avanti ancora per molto, ma credo che questo sia sufficiente.

Perciò come riuscire, durante il percorso di ricovero, a fare attività fisica senza eccedere?
Ovviamente non ho una risposta univoca e certa a queste domanda, posso tuttavia trarre spunto da quelli che sono gli accorgimenti che adotto io stessa. Non da prendere per oro colato, ma forse comunque in grado di darvi qualche spunto utile.

1 – Cambiare il tipo di esercizio che si compie.
Ad esempio, se la vostra compulsione è il footing, provate a pensare ad un altro sport da fare. Staccarsi dal peculiare tipo di esercizio fisico che ossessiona nel pieno dell’anoressia, penso sia un passo fondamentale da compiere per evitare gli eccessi.

2 – Scegliere una forma di esercizio fisico per la quale non sia possibile o comunque non sia facile valutare il dispendio calorico.
Ad esempio – esperienza personale – facendo karate non è possibile quantificare le calorie spese ad ogni allenamento, anche perché dipende dalla tipologia di allenamento (e questo penso valga per qualsiasi sport…), mentre se si fa corsa o cyclette o nuoto, dove i movimenti sono ripetitivi, è facile trovare tabelle che tabulino il dispendio calorico ad essi connesso…

3 – Fare esercizio per un certo TOT di tempo, e non di più.
Ad esempio, se scegliete uno sport in cui una partita dura 45 minuti, difficilmente dopo potrete continuare a fare attività fisica, visto che la partita è finita!

4 – Ricordare sempre che fare attività fisica è una SCELTA.
È un qualcosa che si decide di fare per sentirci in forma, in salute e felici. Ogni volta che sentite che state facendo attività fisica perchè DOVETE farla… smettete!

5 – Talvolta fare un TOT di esercizio fisico in un particolare momento della giornata fa parte di una routine, di un rituale che sentite necessario compiere perché vi dà sicurezza, vi fa sentire che avete il controllo e che è perciò tutto a posto. Bene, quando sentite che dovreste fare esercizio, provate invece a dedicarvi a un altro tipo di attività che vi piace: leggere, disegnare, guardare un DVD, ascoltare musica… E vedrete che non succede niente di male anche se fate così.

6 – Se utilizzate l’attività fisica come “cuscinetto ammortizzatore” di emozione negative, sentite un po’ qua: prima o poi dovrete comunque aprire gli occhi e vi troverete faccia a faccia con i vostri problemi. Anestetizzarli con l’esercizio può sembrare una temporanea soluzione, ma è un placebo: presto o tardi quei problemi, se non affrontati, finiscono comunque per riemergere.

7 – Parlarne con un dietista/nutrizionista che vi segue.
Quando si cerca di uscire dall’anoressia, infatti, è difficile rendersi conto di quali sono i reali bisogni del nostro corpo. Una persona professionalmente competente perciò può aiutarvi a pianificare quello che avete bisogno di mangiare prima e dopo l’attività fisica.

8 – Fare sport insieme a persone che non hanno DCA e che, preferibilmente, non sanno niente al riguardo.
Allenarsi insieme a persone che fanno attività fisica con naturalezza, senza dover aderire a standard rigidi e irrazionali, è una delle cose migliori che si possano fare. Lo dico per esperienza.

E ricordatevi sempre: il nostro corpo ha un “set-point” naturale di peso. Cambiare la modalità con cui si fa esercizio fisico, o ridurne la quantità, non porterà mai a chissà quali enormi variazioni di peso. Col tempo, percorrendo la strada del ricovero, sarà il corpo a ritrovare il suo naturale equilibrio.

sabato 4 luglio 2009

Promemoria giornaliero

Ho programmato la suoneria del mio cellulare ogni mattina alle 9, affinché non appena premo il tasto per stopparla, sul display compare un messaggio da ricordare.

Qual è il mio promemoria giornaliero?

"I like myself".

Sì. Questo è ciò che il mio cellulare mi dice di ricordare.

Talvolta tutte noi abbiamo bisogno di tenere queste parole bene a mente. Perciò, provate a fare come me e ad inserire questo promemoria nel vostro telefonino. Okay, lo so cosa state pensando in questo momento. State pensando: “Ma io non mi piaccio!!”. Bè, se non vi piacete oggi, non dovete far altro che aspettare. E continuare a leggere il messaggio che compare sul display del vostro cellulare giorno dopo giorno. E, a poco a poco, leggendo ogni giorno quelle parole, inizierete a scivolarci dentro… e vi accorgerete che non sono altro che la verità.

mercoledì 1 luglio 2009

Who's who

Questo disegno l’ho realizzato pochi giorni fa.
Who’s who” – frase del tutto NON casuale che fa da specchio e da linea di demarcazione fra le due Me Stessa. Una linea di demarcazione molto sottile.

Forse molte di voi potranno in un certo qual modo “identificarsi”, "riconoscersi" in questo disegno.
In fin dei conti, chiunque stia lottando contro l’anoressia sta camminando su quel fragile confine tra sogno e incubo, tra cima e abisso. Questa consapevolezza fa male, lo so. Ma, credetemi, è meglio così. Quando il male è nascosto ci divora lentamente senza che noi possiamo opporvi alcun rimedio, e a volte può coglierci di sorpresa in qualunque momento. La strada del ricovero è difficile e fa male, lo so, ma per lo meno ci permette di vedere e ci offre una scelta, un’alternativa.


(click sopra per ingrandire)

Ragazze, il nostro futuro siamo solo noi a deciderlo. Perciò, credete in voi stesse. L’anoressia finisce per far credere che non sia possibile vivere senza di lei, ma la realtà è che le cose possono cambiare se lottiamo per ottenere questo cambiamento. La forza per combattere l’anoressia ce l’abbiamo già dentro di noi, dobbiamo solo imparare a tirarla fuori, e in questo modo verrà un tempo in cui potremo vivere senza doverci affidare a questo dolore, un tempo in cui saremo libere. Perciò, anche se è difficile, continuiamo a percorrere la strada del ricovero.

Come nel disegno, who’s who, sinistra e destra, ricovero e anoressia. Fifty-fifty.
Io ho fatto la mia scelta.
Spero possa essere anche la vostra.
Vi abbraccio forte...
 
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Anoressia: after dark by Veggie is licensed under a Creative Commons Attribution-NoDerivs 3.0 Unported License.