Come gli alchimisti trasformavano il ferro in oro… voi potete trasformare l’oscurità in luce. Siete tutte benvenute.

lunedì 30 marzo 2009

La perfezione - anche nel ricovero - non esiste

DCAmocelo apertamente: il percorso del ricovero è uno dei più difficili che si possano intraprendere. E chi pretende di proiettare il perfezionismo applicato nella restrizione al processo di ricovero, bè, è completamente fuori strada.

Anche quando mente e corpo ricominciano ad essere più o meno okay, e quando il percorso inizia a sembrare un po’ meno duro, ci sono sempre momenti in cui i DCA rifanno capolino, e allora bisogna cercare a tutti i costi di mantenere la concentrazione su quello che è giusto fare, senza dare retta alla loro voce. Pensare positivo non viene sempre naturale, soprattutto nei primi periodi. E, a volte, in certi momenti, è difficile anche dopo. Sono la prima a dire che, sebbene adesso le cose mi stiano andando molto meglio di, per esempio, un anno fa, non ho certo raggiunto la completa remissione né tanto meno la perfezione. Anche se cerco di stringere i denti nei momenti difficili, anche se cerco di lavorare duro e di fare del mio meglio, ci sono sempre momenti in cui finisco per abbassare la testa. Momenti in cui faccio qualcosa di sbagliato, e allora devo ricordare a me stessa tutto il lavoro che ho fatto, per cercare di riportarmi subito in carreggiata. Per usare un’analogia: sono uscita dalla foresta, ma abito in una casa che è a chilometri dalla strada.

Cosa sto cercando di dire?

Esempio tratto dalla vita reale: Sabato mattina

mi sono svegliata,
mi sono alzata,
ho fatto colazione,
sono andata in bagno,
ho fatto 10 minuti di cyclette,
ho studiato,
ho ascoltato qualche canzone dell'ultimo album delle t.A.T.u.,
ho fatto un po’ di (odiate) pulizie casalinghe,
sono uscita per andare dal fruttivendolo,
sono tornata a casa e ho fatto una doccia…

… poi, guardandomi riflessa nello specchio del gabinetto, ho notato anche l’orologio a parete che segnava le 12.45, e mi sono resa conto che avevo dimenticato di mangiare lo spuntino di metà mattina!!

Cose del genere non mi succedono molto di frequente, a dire il vero, ma ogni tanto possono capitare… omissioni inconsce che mi riportano a quando restringevo. Perché la strada vecchia è talmente usuale che si finisce per ripercorrerla anche senza rendercene conto. Dato che sono, nonostante tutto, una persona pignola e perfezionista, di solito seguo il mio “equilibrio alimentare” senza sgarrare, perciò una cosa del genere non mi era accaduta da tempo, e molto probabilmente passeranno mesi e mesi prima che succeda di nuovo, se risuccederà. Ma ci sono momenti, come questo di cui ho appena scritto, in cui mi rendo conto che l’anoressia è ancora presente in me. Che è parte di me, e devo combatterla costantemente per impedirle di rialzare la testa. Tuttavia, non mi metto in croce: le defaillances possono benissimo starci. L’importante è accorgersene subito, e non permettergli di ripetersi di nuovo.

DCAmocelo apertamente: nessuna è perfetta. Possiamo solo cercare di fare del nostro meglio. Perciò anche il ricovero, non rappresenta la perfezione… ma solo una realtà che tutte possiamo viver giorno dopo giorno. Basta solo volerlo veramente.

Un abbraccio forte a tutte quante…

venerdì 27 marzo 2009

A voi la parola / 6

“A voi la parola” di questo mese ospita le parole di Valentina84, una ragazza coraggiosa che ha deciso di intraprendere il suo percorso di ricovero e che sta attualmente lottando con grinta e determinazione contro i DCA.

Nelle sue parole, Valentina84 cerca di guardarsi dentro con onestà e, tramite questo percorso introspettivo, di capire quali sono le ragioni che l’hanno spinta verso i DCA, quali sono gli errori che ha commesso, e come poter fare per sganciarsi da atteggiamenti disfunzionali e lottare contro tutto ciò che finora l’ha fatta stare male.

“Grido… soffoco… scoppio!!!
E’ da tanto tempo che sento questo… soffro… tengo tutto dentro. Ma se parlo mi dicono: “cosa ti manca???Hai tutto!!!”. Sicuramente ho tutto rispetto a persone che non hanno niente o che hanno gravi problemi: sono una ragazza sana, ho una famiglia, ora anche un lavoro e un ragazzo stupendo!!!
Ma qual è il problema… Io mi sento sola, io sono sola!!! Con questo intendo tante cose… sia fisicamente: sto 9 ore a lavoro ogni giorno, ma anche lì mi sento sola e poi per il resto… sono sola!!! Ma anche psicologicamente: con chi posso parlare? Chi mi ascolta e mi consiglia, senza giudicarmi, attaccarmi, criticarmi per ogni mio atteggiamento che seppur pare incomprensibile per chi non vive questo disagio… avrà pure le sue ragioni!!!
Ecco così per anni ho gridato il mio dolore, la mia sofferenza, la mia insoddisfazione, tentando di scomparire… un urlo tradotto nello scomparire giorno dopo giorno del mio corpo!!! Per anni ho continuato a soffrire così e a concentrare la mia vita sul cibo, anzi sul controllo del cibo… sulla paura e sul tormento di non mangiare… Per anni litigate a casa, con mia mamma, con mia sorella…
la persona che più ho amato, che a modo suo più di tutti mi ha aiutato ad uscire dalla depressione… forse sono sempre stata invidiosa della sua perfezione… del suo riuscire in tutto con il minimo sforzo, del suo essere magnetica… della sua bellezza!!! E ora che si è allontanata da me sia fisicamente che psicologicamente sto male… la mia vera unica amica non la trovo più!!!
Quando ero magra almeno c’era qualcosa in cui io fossi migliore di lei: la magrezza!!! Potevo mettere tutti i vestiti che volevo… anche se poi d’estate mi vergognavo si vedessero le ossa!!!
Ora è anche peggio… sono triste e mangio, mangio… affogo tutto nel cibo… mi riempio così, colmo la mia fame, che però è una “fame d’amore”… Lo chiamo il “grido silenzioso”, perché mentre quando si è anoressici si sta gridando al mondo, usando come mezzo il proprio corpo, che non si sta bene… così tengo tutto dentro… sembro una ragazza normale, mentre dentro grido!!!
Grido di dolore, forse di rabbia, di insoddisfazione…ma perché??? Non lo so e non lo capisco… apparentemente ho tutto e invece a me sembra di non avere nulla, a volte penso anche di essere una fallita, seppure sia un ingegnere da quasi un anno… laureata con il massimo dei voti!!! Ma forse questo è stato anche un modo per farmi notare??? Valentina è sempre perfetta nello studio… da il massimo e anche con gli altri è impeccabile… Ma perché Valentina non dà mai niente a sè??? Perchè non si vuole bene??? Tante volte me lo sono chiesto… perché sto buttando via gli anni migliori della mia vita? Perchè??? Vorrei tanto poter tornare indietro… aver saputo, aver capito in cosa stavo cadendo… aver chiesto aiuto subito… Ma so che non è possibile… quello che posso fare è impegnarmi per uscirne… stavolta da sola… tenendo fuori i miei perché tanto sono lontani e nulla possono fare…
La bulimia è orrenda perché ti senti ancora di più in colpa… ti vuoi punire… e soprattutto ti vergogni!!! Ti vergogni di mangiare davanti agli altri, di come sei tu (io in questo momento mi faccio schifo fisicamente) di quello che fai in genere… Io mi sento una stupida, perché senza un reale motivo apparente sto così male e continuo a distruggere me e la mia vita!!!
So che già il fatto di averlo capito e di aver acquisito la consapevolezza che non sto bene e che ho bisogno di aiuto è tanto… ma so anche che solo io posso farcela!!! Devo mettercela tutta…
Voglio “vivere”… cosa che sinceramente al 100% non ho quasi mai fatto… non voglio fare pazzie, cose assurde… voglio solo poter affrontare la vita con la serenità e senza gli incubi e le ossessioni che da anni mi porto avanti. Ogni mattina da ormai 7 anni mi sveglio con il pensiero: non devo mangiare troppo!!! Anche se per alcuni anni mangiavo in una settimana quello che una persona normale avrebbe mangiato in 1-2 giorni… e ora alcuni giorni non mangio e altri mi abbuffo in poco tempo per poi non mangiare per il resto del giorno!!!
Voglio “stare bene”… essere serena, come è giusto che sia una ragazza della mia età…
Non voglio sciupare una storia d’amore bellissima che sta nascendo e che già è stata messa a dura prova da questo mio problema…
Con questo non voglio fare lezioni a nessuno ma dire di lottare… ognuna può lottare solo e soltanto per se stessa… possiamo ricevere tante mani che ci aiutano a rialzarci, ma se noi non lo vogliamo neanche una gru ci potrà sollevare…”


Cara Valentina84, innanzitutto voglio ringraziarti per le tue parole… Parole che in un primo momento riportano dentro l’abisso, fanno toccare con mano la tua disperazione e il tuo dolore, l’inferno che hai vissuto, ma che alla fine sfumano in positivo, facendo nonostante tutto vedere la tua voglia di lottare, di farcela, di continuare a combattere giorno dopo giorno.
Sai, io credo che la risposta alle tue domande potrai trovarla con il tempo, continuando a percorrere questa strada della luce. Sono domande che scavano nel profondo, che riportano a vissuti lontani e dolorosi, ed è ovvio che ci voglia tempo e pazienza per trovare tutte le risposte necessari a farti stare bene.

Ma ti assicuro che tu – e lo si capisce bene anche dalle tue parole – hai tutta la forza per lottare e per mettere un punto fermo oltre tutti quegli interrogativi. Come tu stessa hai scritto, dipende solo da te… ed è assolutamente vero. Sei una persona molto più determinata e più speciale di quello che credi. Hai una forza interiore grandissima, che non potrà che sostenerti in questo difficile percorso che stai facendo. Hai tutto il diritto e la possibilità di tornare a vivere per te stessa. Ci vuole tempo e pazienza, ma ce la puoi fare tranquillamente. Non arrenderti mai. Io ti tengo per mano e faccio il tifo per te.

P.S.= "A voi la parola" torna il 26 Aprile...

martedì 24 marzo 2009

Anoressia: Ciò che vogliamo... e ciò che otteniamo - English Version

Dato che i vostri commenti sul post che ho pubblicato il 18 Marzo mi hanno rimandato un feedback positivo, poiché mi avete detto che vi è stato d’aiuto, ho pensato di poter ampliare la cosa.

Dato che l’Inglese è una lingua ampiamente più diffusa dell’Italiano, ho deciso di riprendere quella lista di vogliamo/otteniamo, trasporla in Inglese, e corredare il tutto con un piccolo disegno. Dopodichè ho caricato il risultato sul mio album Photobucket. Dato che questo è un sito di hosting immagini usato da tutto il mondo, ho pensato che molto più persone avrebbero avuto modo di leggere – anche sotto forma di immagini – questo post, e che magari questo avrebbe potuto essere loro d’aiuto…

Il risultato?
Eccolo qua…





(click sopra per ingrandire)








P.S.=
Ragazze, il nostro video è finito anche QUI… Non smetterò mai di ringraziarvi per aver preso parte a questo… Siete delle guerriere della luce, e siete tutte assolutamente bellissime. Fuori, e soprattutto, più importante, dentro. Vi abbraccio forte forte…

sabato 21 marzo 2009

Intervista

Ciao a tutte, ragazze!

Oggi voglio proporvi un’intervista che ho rilasciato qualche giorno fa ad Angela Bellini, una giornalista, pubblicista, e blogger.

Potete trovarne una parte nel suo blog, qua..

--> Intervista <--

Spero che le mie parole possano esservi d’aiuto, anche solo un pochino…

Vi abbraccio forte tutte quante…

mercoledì 18 marzo 2009

Anoressia: Ciò che vogliamo... e ciò che otteniamo

Vogliamo: Sentirci meglio, più a nostro agio e più felici con il nostro corpo.
Otteniamo: Denti gialli e danneggiati, incontinenza e stitichezza, perdita di massa muscolare, caduta di capelli, dolori addominali, pelle sciupata e disidratata.

Vogliamo: Essere "perfette" in ogni aspetto della nostra vita… inclusa la taglia che portiamo.
Otteniamo: Un circolo vizioso di restrizione, digiuno, esercizio fisico compulsivo, checking, riti ossessivi, e la sensazione di valere sempre meno.

Vogliamo: Il senso di soddisfazione e forza che proviamo quando perdiamo peso.
Otteniamo: La perdita delle vere noi stesse. La perdita di tantissime opportunità che la vita ci offre. La perdita della possibilità di raggiungere obiettivi reali. E questo solo perché alla fine l’anoressia ci convince che l’unica cosa che siamo capaci di fare bene è perdere peso.

Vogliamo: Mostrare agli altri quanto siamo brave a fare qualcosa che non tutti saprebbero fare, e come sappiamo stoicamente resistere a questo dolore.
Otteniamo: L’isolamento. La solitudine. Le persone non riescono a capire perché ci stiamo facendo questo, e l’interpretano come manie di protagonismo accusandoci di essere solo ragazzine viziate e melodrammatiche.

Vogliamo: Annientare le emozioni negative.
Otteniamo: Ansia e nervosismo conseguenti la malnutrizione, e perché scappare dai nostri problemi crea ulteriori problemi che ci fanno stare ancora peggio.

Vogliamo: Il controllo. La garanzia che possiamo controllare tutto ciò che ci circonda e quindi ottenere tutto ciò che vogliamo se solo riusciamo a pregrammare ogni aspetto della nostra vita e controllare l'alimentazione.
Otteniamo: Caos, nel momento in cui l'anoressia arriva a riempire per intero la nostra vita.

Vogliamo: Rimanere piccole piccole, così ci sarà sempre qualcuno che ci vorrà bene e che avrà cura di noi.
Otteniamo: Continue discussioni con i famigliari e con gli amici, poiché loro si sentono impotenti di fronte a questa nostra situazione. Nonché problemi con la scuola/il lavoro.

Vogliamo: Evitare i cambiamenti quanto più a lungo possibile. Non si è mai sicure se iniziare o meno un percorso di ricovero.
Otteniamo: Anni di vita rubati dall'anoressia. Scelte non compiute che rimpiangeremo amaramente.

Vogliamo: Sentirci “speciali”, diverse dalle altre persone.
Otteniamo: Una vita privata di ogni significato. Un vuoto interiore che non se ne va. Una perdita di energia e di passione. Lo strisciante sospetto che, forse, essere anoressica non vale poi così tanto la pena…

L’anoressia è una bugia! Perché i DCA non ci porteranno mai ciò che vogliamo… ma possiamo ottenerlo da sole. Senza i DCA. Non è mai troppo tardi. Possiamo scegliere la vita. Quella vera.
Perché ne vale la pena.

domenica 15 marzo 2009

Un messaggio FORTE

E voglio essere io in prima persona a darvelo, senza interposti mezzi.
Senza tante parole, e con quanto di più diretto possa esserci: una fotografia.
Perchè talvolta un'immagine e poche parole dicono più di chilometrici discorsi.
E allora, la fotografia di oggi me la sono fatta scattare per voi.
Dritta dalla mia cameretta a... ovunque voi siate in questo momento.














(click sopra, s'ingrandisce...)


E ricordatevi sempre che percorrere la strada del ricovero è come scalare una montagna: la difficoltà sembra aumentare ad ogni passo... ma aumenta anche la prospettiva.

Continuiamo a combattere insieme.

Vi penso sempre...

Vi voglio bene...

Veggie

giovedì 12 marzo 2009

Forza e debolezza

Mostrate la vostra forza, non la vostra debolezza.

Veramente, pensate a questa affermazione per un momento. Onestamente, è un’affermazione difficile da mettere in pratica. Inevitabilmente nella routine quotidiana finiamo per mostrare le nostre debolezze. Non diamo sempre il meglio di noi stesse. Siamo umane, e può capitare che siamo stanche e che non riusciamo a spingere fino in fondo.

A maggior ragione, questo vale nel momento in cui si decide d’intraprendere un percorso di ricovero contro l’anoressia: ci vuole molta forza, e non tutti i giorni è facile tirarla fuori. Anzi, molto spesso non è mai facile tirarla fuori. Cedere è molto più semplice. Però così si finisce solo per ricadere e per perpetrare il male che stiamo facendo a noi stesse.

Ma se la vostra forza supera in splendore e valore la vostra debolezza, anche solo di un infinitesimo… bè, questa è già una grande cosa. Quel che conta è la qualità, ragazze, non la quantità.

Perciò, chiedetevi semplicemente questo: La mia forza è maggiore della mia debolezza? Utilizzo ogni giorno la mia forza per impedirmi di ripetere i comportamenti del DCA? Mi sto davvero impegnando per percorrere la strada del ricovero?

Bè, se è così… allora state andando bene. Continuate a camminare.

Continuiamo a camminare tutte insieme.

lunedì 9 marzo 2009

Anoressia: C'è un tombino aperto sulla mia strada

Il ricovero dall’anoressia, con i suoi progressi e le sue ricadute, può essere secondo me considerato un qualcosa come un percorso su una strada in cui c’è un tombino aperto.

Capitolo 1
Sto camminando per strada e c’è un tombino aperto.
Non lo vedo, e ci cado dentro.
È freddo, scuro, cancella ogni speranza, e ci vuole un sacco e una sporta di tempo per trovare il modo per uscirne. Non dipende da me!

Capitolo 2
Sto camminando per la solita strada.
C’è un tombino aperto. Un tombino aperto bello grande. Lo vedo, ma ci cado dentro comunque.
È freddo, scuro, cancella ogni speranza, e ci vuole un sacco di tempo per trovare il modo per uscirne. Ancora una volta, non dipende da me!

Capitolo 3
Sto camminando per la stessa strada. C’è un tombino aperto.
Lo vedo, e decido ancora una volta di caderci dentro.
(…Sta diventando un’abitudine…)
Ma stavolta tengo gli occhi aperti, mi lascio guidare dalla luce che vedo provenire dall’altro, e riesco ad uscirne in maniera più rapida e più agevole. Dipende da me.

Capitolo 4
Sto camminando per la medesima strada, c’è un tombino aperto.
Lo vedo, e ci cammino intorno superandolo senza caderci.

Capitolo 5
Sto camminando per un’altra strada.

Spero che l’analogia sia valida per tutte voi… dal primo – ma soprattutto – all’ULTIMO capitolo…

venerdì 6 marzo 2009

Sofferenza universale: celebrità affette da DCA

Una delle ragioni per cui le persone che hanno affrontato l’esperienza di un DCA si riconoscono e si legano tra loro così rapidamente e facilmente, è perché si viene ad instaurare una totale empatia, una totale comprensione, poiché sebbene ognuna di noi sia diversa dall’altra – e quindi più che dire che esiste “l’anoressia” si può più propriamente dire che esistono “le anoressie” – questa sofferenza costituisce comunque un sottofondo comune a tutte.

Il disprezzo verso noi stesse, la scarsa autostima, l’insicurezza di fondo mascherata da falsa sicurezza, il tormento interiore, e le contemporanee sensazioni di forza, controllo, soddisfazione e onnipotenza sono universali tra chiunque abbia attraversato l’anoressia.

Questo mi ha fatto pensare:
Le celebrità affette da DCA… Anche loro devono provare questa stessa sofferenza.
Dietro i loro sorrisi patinati sulle copertine delle riviste e negli scatti fotografici… si sentono ferite come mi sento io? Provano lo stesso dolore che proviamo noi?
Stanno soffrendo come soffrivo io quando ero nel pieno dell’anoressia?


Talvolta osservo le loro immagini sui giornali o su Internet, i loro corpi ridotti al limite, sebbene avvolti in vestiti costosi e di marca, quei falsi sorrisi che ormai saprei riconoscere anche a chilometri di distanza, e provo tanta tristezza. Talvolta leggo nei vari blog di ragazze che vorrebbero diventare come loro e mi chiedo come sia possibile poter arrivare a desiderare quest’inferno senza morte. Mi chiedo come si sentirebbero quelle attrici, modelle, cantanti, se qualcuno dicesse loro che vengono prese come esempio, fisicamente parlando. Credo proprio che soffrirebbero ancora di più di quanto non stiano già facendo. Perché quella dell’anoressia è una sofferenza che non si augura davvero a nessuno.

Così, guardo le loro fotografie e guardo le mie, le nostre. Celebrità contro ragazze sconosciute. No. Celebrità CON ragazze sconosciute. Perché tolti i tacchi alti, attraversati i tappeti rossi, spente le luci della ribalta, chiuse nella propria stanza… nel momento in cui va giù il sipario ed è in onda la realtà… quello che rimane è esattamente la medesima cosa: una ragazza alle prese con la sua sofferenza e la sua lotta interiore.

Non avevo mai pensato che potessimo tutte quante avere così tanto in comune con delle celebrità… Ma, forse, in effetti siamo molto più simili di quello che pensassi… Unite da questa sofferenza universale.

martedì 3 marzo 2009

Le acque del criticismo

È facile rimanere imprigionate nel turbine della vita. Si va a scuola, si va al lavoro, si vedono e si ascoltano cose che ci fanno sentire inadeguate. Ci sono un sacco di cose che c’influenzano, che lo vogliamo o no. In un certo qualmodo, questa può essere anche una cosa positiva. Possiamo ricevere influenze dai nostri amici a cui vogliamo bene, da nostri familiari che amiamo, dalle cose che ci piace fare, guardare o leggere. E fin qui, niente di male.

Ma quando vi sentite in un certo modo, ed improvvisamente avvertite che qualcosa intorno a voi vi sta tirando in un’altra direzione, avete bisogno di fermarvi e di rimanere per un minuto a pensare. Un minuto è più che sufficiente. Avrete certamente sentito dire: “Segui l’istinto”. Bè, nella maggior parte dei casi, è proprio quello che andrebbe fatto. Se qualcosa che vedete o sentite vi fa sorgere dubbi su come vi SENTITE, è giusto che proviate ad esaminarlo.

Non fraintendete – è meraviglioso vedere, sentire o leggere qualcosa che ci fa porre domande, ci fa venire pensieri, c’insegna qualcosa di nuovo. Va benissimo essere aperte alle opinioni altrui, alle possibilità, ai punti di vista. Possiamo imparare un sacco di cose facendo attenzione al mondo che ci circonda. Ma dobbiamo imparare a non sentirci da meno delle persone che la pensano diversamente da noi, svalutando le nostre opinioni.

Se le persone che vi stanno intorno vi dicono qualcosa di negativo (per esempio quei commenti che ci feriscono più nel profondo, tipo che siamo brutte, antipatiche, orribili, out, il nostro peso non è okay, etc…) o di ancora peggiore – se gli amici che vi stanno intorno (e se lo fanno, siete sicure che siano davvero amici?) vi dicono qualcosa che vi fa star male relativamente al vostro aspetto fisico, non lasciate che questi commenti v’influenzino al punto tale da decidere di dover fare qualcosa per compiacerli e per adeguarvi ai loro standard. Darsi da fare unicamente per compiacere o per piacere agli altri non fa vivere ed è, oggettivamente, un qualcosa che può andare a rinforzare un DCA. Cercate perciò di non dare troppo peso alle opinioni altrui sul vostro aspetto: alla fin fine, ciò che conta veramente è quello che pensate VOI di VOI STESSE.

Non tutto il criticismo è costruttivo.

Apprezzate voi stesse senza che la vostra vita sia trasportata dalle acque del criticismo.

Soprattutto per noi ragazze che abbiamo vissuto e stiamo lottando contro l’anoressia, la vita può diventare una perenne competizione. Vogliamo essere carine, vogliamo essere intelligenti, vogliamo essere simpatiche, vogliamo essere magre. Vogliamo essere sicure di non essere da meno di tutte coloro che ci circondano. Ma talvolta può essere davvero duro, difficile e doloroso fare paragoni. Talvolta le persone con cui vi confrontate sono proprio quelle che vi dicono che, in qualche modo, non andate abbastanza bene. Non siete abbastanza carine. Non siete abbastanza intelligenti. Non siete abbastanza simpatiche. Non siete abbastanza magre. Io vostri vestiti non sono abbastanza alla moda. Il vostro taglio di capelli non vi dona abbastanza. Una lista infinita…

Non potremmo mai piacere a tutto il mondo, altrimenti finiremo per non piacere più neanche a noi stesse. E non saremo mai capaci di rimanere a galla se lasciamo che le alte persone ci spingano sotto. E affogare è uno dei modi di morire peggiori che ci siano.
Veramente, bisogna sopravvivere. Non possiamo lasciare che le persone – o le cose che leggiamo o che sentiamo o che vediamo – abbiano la meglio su di noi. Per esempio, se leggete su una rivista che la vostra taglia vi rende meno attraenti perché è “alta”, ma prima di leggere quell’articolo, voi pensavate che quello che conta non è la taglia ma la persona che siete, che è ciò che vi rende veramente attraenti agli occhi di qualcun altro, ascoltate il vostro pensiero, il vostro istinto – che andate benissimo per quello che siete, che chi vi vuol bene vi apprezza per quello che siete, assolutamente a prescindere dalla vostra taglia. Non fatevi tirare dentro dai pensieri negativi. Se i vostri amici, compagni di scuola, compagni di corso, colleghi di lavoro, familiari, vi dicono qualcosa che vi fa sentire a disagio con voi stesse, ricordate che quello che loro dicono non determina affatto quello che voi siete veramente. È solo il loro soggettivo punto di vista, ma questo non significa che sia necessariamente giusto o valido, anzi! E ricordate che per ogni persona che può dire qualcosa che vi fa star male, ce ne sono almeno altre tre che sanno perfettamente che siete speciali sotto tantissimi punti di vista.

Se ascoltate in TV un servizio che vi dice che sareste più carine se cambiaste il vostro aspetto in un qualche modo, non lasciate che qualcosa che vedete per 5 minuti in TV v’influenzi facendovi pensare che davvero stareste meglio con un altro aspetto. Avete la vostra testa: usatela.

Apprezzate voi stesse senza che la vostra vita sia trasportata dalle acque del criticismo.

Siete le uniche che potete scrivere la vostra propria storia. Potete cambiare tutto quello che volete e che non vi fa stare bene nella vostra vita. E potete aggiungere un nuovo capitolo ogni volta che lo desiderate. Non avete bisogno di qualcuno di esterno che vi dica cosa e come cambiare. Per tutta la vita la gente che ci circonda continuerà a snocciolare le proprie opinioni, che ci piaccia o meno. Talvolta queste opinioni possono aiutarci… e talvolta possono ferirci. Dobbiamo solo imparare a capire la differenza. Ci sono un sacco di cose che ci possono aiutare… e altrettante che ci possono ostacolare. Pensarci su anche solo per un minuto può fare un mondo di differenza quando i nostri pensieri su noi stesse prendono una brutta piega.

Quando si arriva alla frutta, ricordatevi che non c’è nient’altro che VOI. Voi e voi soltanto. Là fuori non c’è nessun altro come voi. Perciò non potete sbagliare in quello che fate. Non potete sbagliare nell’essere voi stesse. Siete come siete, ed è esattamente come dovete essere. Va benissimo ed è perfettamente normale sentirsi insicure relativamente al nostro aspetto, talvolta, ma se riusciamo a trovare un equilibrio, cerchiamo di difenderlo e di fare in modo che le parole altrui non possano turbarlo. Se pensate qualcosa di negativo su voi stesse, perché qualcuno vi ha criticate, e cercate di cambiarlo, per adeguarvi a ciò che vi è stato detto, state rinunciando ad una parte di voi stesse. Se continuate a comportarvi così, ben presto sarete circondate solo da resti. E vi sentirete più deboli e più insicure che mai.

Apprezzate voi stesse senza che la vostra vita sia trasportata dalle acque del criticismo.

Certo, riconosco che può essere molto difficile rapportarsi con queste cose e con le persone che ci circondano, specialmente se le cose che queste dicono minano la nostra autostima. Ma sapete una cosa? Ci vuole una persona molto forte per combattere l’anoressia – e voi ne siete capaci. La forza ce l’avete eccome. Quindi potete resistere anche a questo. E allora vi accorgerete che siete meravigliose esattamente per come siete. Perché siete voi stesse. Le vere Voi Stesse.

Non mollate mai con voi stesse. Voi avete tutta la forza per continuare a combattere.

E siete bellissime. Bellissime fuori e dentro. Esattamente per come siete.
 
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