Come gli alchimisti trasformavano il ferro in oro… voi potete trasformare l’oscurità in luce. Siete tutte benvenute.

venerdì 25 novembre 2011

"F**king Perfect"

Per tutte voi, ragazze.



Traduzione delle canzone - da cui prende il titolo questo post - che fa da soundtrack del video...

FOTTUTAMENTE PERFETTA

Prendere la decisione sbagliata una o due volte
Scoprire la mia strada attraverso sangue e fuoco
Scelte errate sono all’ordine del giorno
benvenuti nella mia stupida vita.
Scansata, fuoriluogo, incompresa,
La signorina “Nessun problema, va sempre tutto bene”.
Niente riuscirà ad abbattermi
Sbagliata, sempre incapace di prevedere le conseguenze, sottovalutata
Ehi, guardate, sono ancora qui

Stellina, stellina, per favore, non sentirti mai
come se tu fossi qualcosa di meno che fottutamente perfetta
Stellina, stellina, per favore, se dovessi sentirti come se non valessi niente
sappi che per me sei fottutamente perfetta.

Sei così severa quando parli di te stessa, ma ti sbagli
Cancella quella vocina che ti critica nella tua testa, insegnale a piacerti
È così difficile, ma ce la puoi fare alla grande,
Per molto tempo ti sei odiata così tanto… è un gioco a perdere
Non ne hai abbastanza?!! Io ho fatto tutto quello che potevo
Per scovare e sconfiggere tutti i miei demoni, e vedo che tu stai facendo lo stesso

Stellina, stellina, per favore, non sentirti mai
come se tu fossi qualcosa di meno che fottutamente perfetta
Stellina, stellina, per favore, se dovessi sentirti come se non valessi niente
sappi che per me sei fottutamente perfetta.

Tutto il mondo sta a guardare mentre cerchiamo di ingoiare la paura
tutto quello che dovremmo bere è un gelido thé freddo
Così brave a mentire, e proviamo proviamo proviamo,
ma questi strenui tentativi sono solo una perdita di tempo
Bisogna ignorare le critiche, perchè ci piovono addosso da ogni direzione
Non gli piacciono i nostri jeans, non approvano la nostra pettinatura
Cercare di cambiare noi stesse in funzione degli altri
è quello che facciamo in continuazione.
Perché lo facciamo?
Perché lo faccio?
Perché lo faccio…?

Stellina, stellina, per favore, non sentirti mai
come se tu fossi qualcosa di meno che fottutamente perfetta
Stellina, stellina, per favore, se dovessi sentirti come se non valessi niente
sappi che per me sei fottutamente perfetta.

Stellina, stellina, per favore, non sentirti mai
come se tu fossi qualcosa di meno che fottutamente perfetta
Stellina, stellina, per favore, se dovessi sentirti come se non valessi niente
sappi che per me sei fottutamente perfetta…

venerdì 18 novembre 2011

Paura del fallimento

L’altro giorno stavo parlando al telefono con una ragazza che ho conosciuto durante uno dei miei ricoveri in clinica specializzata per DCA, e si discuteva di alcuni aspetti del percorso di ricovero che entrambe ci siamo ritrovate a dover fronteggiare. Uno degli argomenti che abbiamo messo in campo è stata la possibilità di fallire nel momento in cui si sceglie d’intraprendere la strada del ricovero.

Una delle cose che c’intrappola nell’anoressia, infatti, è la sensazione che questa sia un qualcosa in cui riusciamo molto bene, che la restrizione alimentare sia un qualcosa che ci viene davvero bene. Certo, magari gli altri ci dicono che siamo brave anche in molte altre cose, ma la differenza sta nel fatto che, con l’anoressia, siamo noi le prime a dirci che siamo brave, e non temiamo, come succede per tutte le altre cose, che gli altri stiano solo facendo complimenti senza pensare davvero quello che dicono. Non abbiamo bisogno di nessuno che ci dica quanto siamo brave nel restringere l’alimentazione: è una certezza che abbiamo. Sappiamo che possiamo continuare a restringere l’alimentazione anche qualora ogni altro aspetto della nostra vita dovesse andare a puttane.

La strada del ricovero, d’altro canto, è un qualcosa di totalmente diverso. Sappiamo perfettamente come perdere peso, è molto semplice: basta mangiare di meno e fare più attività fisica. Così facendo, non si può certamente fallire. Il ricovero non è così semplice. Restringere l’alimentazione è molto più facile che mangiare seguendo l’ “equilibrio alimentare” che ci dà la dietista. Parafrasando: percorrere la strada dell’anoressia è come buttarsi giù da un dirupo. E’ facile, perché ci aiuta la forza di gravità. Percorrere la strada del ricovero, invece, è come risalire da quel dirupo. È difficile, perché bisogna contrastare la forza di gravità.

Questo è il punto: tutte abbiamo paura del fallimento. Molta, molta paura. E intraprendere la strada del ricovero mette in campo la possibilità di poter fallire. E il fare qualcosa sulle cui possibilità di successo non siamo del tutto sicure, mette addosso sempre certo una grande ansia. È lo stesso motivo per cui a volte rifiutiamo delle sfide – in ambito scolastico, lavorativo, o sportivo. Perché si ha paura del fallimento.

È anche per questo che è più facile rimanere nell’anoressia: è una cosa nella quale, indubbiamente, abbiamo dimostrato di essere estremamente abili nell’avere successo. E a causa di ciò, non siamo abituate al fallimento. Per questo è così difficile relazionarsi con un qualcosa che apre la possibilità al fallimento stesso. E poiché il fallimento non ci piace, preferiamo evitare le situazioni che potrebbero determinarlo. Ecco un altro motivo per cui è così dura intraprendere la strada del ricovero.

Ecco perchè si è così caute, ecco perchè si esita così tanto prima d’intraprendere la strada del ricovero. Perché non si sa come la cosa potrà evolvere. Perchè non siamo sicure che potremo farcela. Perchè, in fin dei conti, spesso all’inizio non siamo neanche sicure che vorremo farcela.

Questo è uno scoglio che bisogna superare per fare progressi. La paura del fallimento, in realtà, ci frena soltanto dal tentare di fare nuove esperienze, dal lasciare la strada vecchia per la nuova. Ci intrappola. Ovviamente, ci vuole la consapevolezza che se si decide d’intraprendere la strada del ricovero non ci saranno solo rose e fiori, anzi, sarà estremamente probabile andare incontro a delle ricadute. Non tutti i tentativi che faremo avranno successo. Ma se ci rifiutiamo di fare tentativi fino a che non siamo sicure al 100% che questi andranno a segno, allora non faremo mai niente. Del resto, non c’è modo di capire veramente se un tentativo possa avere successo o meno, fino a che non ci decidiamo a metterlo in pratica.

Paradossalmente, è proprio sbagliando che s’impara. E questo vale anche per la strada del ricovero. E per l’anoressia.

venerdì 11 novembre 2011

Mentre il tempo continua a scorrere

Mentre il tempo continua a scorrere, noi continuiamo a combattere contro l’anoressia. Ci sono giorni migliori, giorni in cui le cose vanno un po’ meglio, in cui lottare sembra più facile, in cui ci pare di riuscire a vedere una luce in fondo al tunnel e in cui ci sembra di sapere quello che stiamo facendo e perché; e giorni più difficili, giorni neri, giorni in cui sembra che il mondo ci crolli addosso, e allora si ha paura ad andare avanti perché si teme di non essere forti abbastanza per sopportare quello che ci attende.

Quando eravamo nell’anoressia, tutto quello che volevamo era sentirci in controllo, forti, soddisfatte, sicure di noi stesse… in una parola, onnipotenti. Ma adesso sappiamo che questa è solo un’illusione. Che quella dell’anoressia non è l’autostrada che prometteva di essere, ma soltanto un vicolo cieco, che ha come unico destino quello di farci sbattere contro un muro.

Bugie svelate, quindi. Abbiamo così iniziato a percorrere la dura e difficile strada del ricovero. E il tempo continua a scorrere. Il sole sorge ogni mattina. Le tempeste arrivano e passano via. Le battaglie continuiamo a combatterle giorno dopo giorno. Le lacrime scorrono e si asciugano. E noi continuiamo ad andare avanti. E dove c’è movimento sulla strada della luce, c’è speranza.

Ragazze, finché continueremo a combattere, l’anoressia non vincerà! Chi vince è perché non si è arreso, e chi si arrende all’anoressia non potrà mai vincere.

Tutte voi, ragazze, siete come delle stelle preziose, brillanti ed uniche. Non abbiate timore nel mostrare la vostra luce. Mentre il tempo continua a scorrere, potete illuminare la vostra vita e la strada del ricovero.

venerdì 4 novembre 2011

Amare il nostro corpo

Quando sono entrata nella spirale discendente dell’anoressia avevo solo 14 – 15 anni. Successivamente, si è aggiunto l’autolesionismo. Ho lottato a lungo col mio corpo, lo sto facendo tuttora. Sono arrivata a pesare XX Kg, come una bambina, ma adesso ho recuperato e il mio peso è XX Kg. Tuttavia ho imparato che non sono le dimensioni del mio corpo, il suo peso, la taglia ad essere importanti. Sono una persona valida a prescindere da quanto peso o dalla taglia dei miei jeans. E lo stesso vale per ciascuna di voi, ragazze.

Non è facile amare il nostro corpo, lo so, anzi, per lo più è estremamente difficile, ma dobbiamo sempre ricordare che noi siamo molto più del semplice nostro corpo! Siamo persone con una testa, un carattere, delle idee, delle passioni, degli interessi.

Perciò, nel momento in cui vi capiterà di odiare particolarmente il vostro corpo, cercate di focalizzarvi su quelle che sono le cose che contano veramente nella vita:

L’amicizia.
Le passioni.
L’aiuto reciproco.
La salute.


La strenua lotta che combattiamo contro il nostro corpo non vale la pena. Credo che ormai tutte voi sappiate benissimo che non sono 10 Kg in più o in meno a cambiarci la vita, a darci veramente quello che desideriamo e a farci essere quel che realmente vorremo essere. La verità è che essere 30 Kg o essere 80 Kg non cambierà la persona che siamo, non ci renderà una persona migliore/peggiore. Non ci renderà più desiderabili, più simpatiche o più intelligenti.

L’unica cosa di noi che il nostro peso – sottopeso – dimostra, è che siamo capaci di controllare cosa entra nella nostra bocca. Ma penso che siano altre le cose che vale davvero la pena di riuscire a controllare… e per poterlo fare, abbiamo bisogno che il nostro corpo sia in salute, perciò cerchiamo di averne cura. Anche nei momenti in cui vi sentite più giù, cercate di pensare al vostro corpo come al risultato del lavoro di un artista: chi desidererebbe distruggere il lavoro di un artista?

Il nostro corpo non ci definisce. La nostra immagine corporea non ha realmente tutta questa importanza, ma solo quella che le attribuiamo noi. L’unica immagine cui dobbiamo cercare di aderire, semmai, è l’immagine di un corpo in salute. Perchè è questo ciò che veramente ci serve.

La trasformazione del nostro corpo che con l’anoressia abbiamo cercato di operare, non è altro che una strategia di coping. Ma adesso è arrivato il momento di guardare i problemi dritti in faccia e di affrontarli, senza più rimanere nella stretta dolce e soffocante del DCA. Sfidiamo noi stesse a cambiare il nostro punto di vista: è possibile. Difficile, tremendamente difficile, ma possibile. Cerchiamo di canalizzare le nostre energie in una direzione positiva, cominciando a fare qualcosa per noi stesse, e iniziando e continuando a percorrere la strada del ricovero.

Cominciamo ad inseguire i nostri sogni. E, da tener sempre bene a mente: il ricovero è un PROCESSO, non un EVENTO. Sta a noi costruirlo giorno dopo giorno.
 
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