giovedì 29 gennaio 2009
A voi la parola / 4
Stavolta lo spazio di “A voi la parola” è riservato a Lety… Sì, la “Mirabelle” del video…
Leggendo la sua mail, ho pensato che, dato l’argomento trattato diffusamente in questo mese, le sue parole potessero essere veramente la coronazione del tutto.
Anche Lety, rifacendosi ai “10 Comandamenti” delle ragazze “pro-ana/mia”, ha deciso di elaborarne una sua versione e di condividerla con tutte quante. Una presa in giro efficacissima, ottenuta giocando abilmente con le parole, che pure racchiude delle grandi verità.
Lety… non posso fare altro che ringraziarti per questo. Un altro bellissimo ed importantissimo messaggio positivo. Lascio spazio allora alle tue parole, alla tua personalissima e meravigliosa versione dei “10 Comandamenti”.
Decalogo NO Ana:
1 Se non sei SANA non sei attraente.
2 Essere magri significa anche essere sani.
3 Prenditi cura di te, coccolati, mangia equilibrato, sorridi, fai di tutto per essere più sana.
4 Non puoi non mangiare senza sentirti colpevole.
5 Non puoi assumere cibo "ingrassante" senza sentirti soddisfatta dopo.
6 Devi contare le calorie e sbattertene di conseguenza.
7 Quello che dice la bilancia e lo specchio non è la cosa più importante.
8 Essere magra mangiando è bene, essere grassa non mangiando è male.
9 Ascolta chi ti dice che sei troppo magra. Si vede che stai proprio male.
10 Privarsi di tutto e non mangiare sono antitesi di vera forza di volontà e autocontrollo.**
** ci vuole molto più controllo nell'essere equilibrati. Quello è vero controllo. Troppo facile crogiolarsi negli estremi, il non cibo e le abbuffate. Troppo facile.
P.S.= "A voi la parola" torna il 28 Febbraio... Io sto qui in attesa delle vostre parole... Sentitevi libere di scrivermi tutto ciò che vi va...
Leggendo la sua mail, ho pensato che, dato l’argomento trattato diffusamente in questo mese, le sue parole potessero essere veramente la coronazione del tutto.
Anche Lety, rifacendosi ai “10 Comandamenti” delle ragazze “pro-ana/mia”, ha deciso di elaborarne una sua versione e di condividerla con tutte quante. Una presa in giro efficacissima, ottenuta giocando abilmente con le parole, che pure racchiude delle grandi verità.
Lety… non posso fare altro che ringraziarti per questo. Un altro bellissimo ed importantissimo messaggio positivo. Lascio spazio allora alle tue parole, alla tua personalissima e meravigliosa versione dei “10 Comandamenti”.
Decalogo NO Ana:
1 Se non sei SANA non sei attraente.
2 Essere magri significa anche essere sani.
3 Prenditi cura di te, coccolati, mangia equilibrato, sorridi, fai di tutto per essere più sana.
4 Non puoi non mangiare senza sentirti colpevole.
5 Non puoi assumere cibo "ingrassante" senza sentirti soddisfatta dopo.
6 Devi contare le calorie e sbattertene di conseguenza.
7 Quello che dice la bilancia e lo specchio non è la cosa più importante.
8 Essere magra mangiando è bene, essere grassa non mangiando è male.
9 Ascolta chi ti dice che sei troppo magra. Si vede che stai proprio male.
10 Privarsi di tutto e non mangiare sono antitesi di vera forza di volontà e autocontrollo.**
** ci vuole molto più controllo nell'essere equilibrati. Quello è vero controllo. Troppo facile crogiolarsi negli estremi, il non cibo e le abbuffate. Troppo facile.
P.S.= "A voi la parola" torna il 28 Febbraio... Io sto qui in attesa delle vostre parole... Sentitevi libere di scrivermi tutto ciò che vi va...
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lunedì 26 gennaio 2009
Lettera a tutte voi...
Ci sono momenti in cui sento che avrei tanto da dire ma non ho abbastanza tempo per dirlo. Ci sono momenti in cui le parole non bastano per esprimere adeguatamente quello che ho nel cuore. Ci sono momenti in cui mi viene da ripensare al mio trascorso, alle cose che passato, e mi sento travolta dal profondo dal desiderio di aiutare. Di tendere una mano. Di dare. Di supportare. Di spiegare. Di… sì, di amare.
Voi siete lontane. E forse non ci conosceremo mai, ma io vi penso davvero molto spesso nella mia vita di tutti i giorni. Quando sono al supermercato, penso a voi. Quando sono in cucina e sto preparando il pranzo, penso a voi. Quando vado a letto, la sera, penso a voi. Quando mi specchio, penso a voi. Siete molto importanti per me.
Certo, non sono qui per salvare nessuno, poichè solo noi stesse abbiamo la facoltà di salvare noi stesse, ma spero di poter aiutare, anche se in piccolissima parte, almeno qualcuna. Non si può aiutare tutto il mondo, mi basta provarci col mio angolo di pianeta.
Devo ammettere che provo una forte tendenza (no, non è la parola giusta… forse “una chiamata” è più adatta…) che mi porta a voler aiutare e supportare le altre. Non penso che questa sia arroganza. Voglio semplicemente dire, in tutta onestà, che ho fatto una lunga strada e so di poter essere di qualche utilità. Chiaramente, non sono perfetta e non ho mai preteso né pretenderò mai di esserlo. L’unica cosa che vorrei è riuscire a far capire che anch’io ho avuto problemi – tanti problemi, grossi problemi – e che adesso le cose stanno andando un po’ meglio, e se io sono riuscita ad arrivare fin qui, allora tutte voi potete farlo, ed è per questo che sento di poter dare qualcosa. Qualcosa. Qualsiasi cosa questo “qualcosa” possa significare.
In un certo senso, in uno strano senso, mi sento come se tutte le difficoltà che ho dovuto affrontare mi sono state poste davanti almeno in parte per una ragione: per poter aiutare le altre. Così da poter trasformare un’esperienza negativa e distruttiva in qualcosa di positivo. In qualcosa di cui poter essere orgogliosa. Non riesco a spiegarmi meglio, scusate. È piuttosto una cosa che sento, non saprei dirlo altrimenti. Sto uscendo dal mio incubo e comincio a vedere le cose dall’esterno… credo sia un buon modo per cominciare a fare qualcosa anche per le altre.
Sarebbe molto gratificante per me riuscire a donare anche solo una minuscola goccia di speranza, di aiuto a coloro le quali vite sono ancora devastate come lo è stata a lungo la mia. Questo darebbe un senso a quello che è stato e a quello che vorrei che fosse.
Penso che voi tutte siate incredibili, fantastiche e soprattutto bellissime. Bellissime dentro. Vorrei davvero conoscervi un giorno.
Tutto il mio amore,
Veggie
Voi siete lontane. E forse non ci conosceremo mai, ma io vi penso davvero molto spesso nella mia vita di tutti i giorni. Quando sono al supermercato, penso a voi. Quando sono in cucina e sto preparando il pranzo, penso a voi. Quando vado a letto, la sera, penso a voi. Quando mi specchio, penso a voi. Siete molto importanti per me.
Certo, non sono qui per salvare nessuno, poichè solo noi stesse abbiamo la facoltà di salvare noi stesse, ma spero di poter aiutare, anche se in piccolissima parte, almeno qualcuna. Non si può aiutare tutto il mondo, mi basta provarci col mio angolo di pianeta.
Devo ammettere che provo una forte tendenza (no, non è la parola giusta… forse “una chiamata” è più adatta…) che mi porta a voler aiutare e supportare le altre. Non penso che questa sia arroganza. Voglio semplicemente dire, in tutta onestà, che ho fatto una lunga strada e so di poter essere di qualche utilità. Chiaramente, non sono perfetta e non ho mai preteso né pretenderò mai di esserlo. L’unica cosa che vorrei è riuscire a far capire che anch’io ho avuto problemi – tanti problemi, grossi problemi – e che adesso le cose stanno andando un po’ meglio, e se io sono riuscita ad arrivare fin qui, allora tutte voi potete farlo, ed è per questo che sento di poter dare qualcosa. Qualcosa. Qualsiasi cosa questo “qualcosa” possa significare.
In un certo senso, in uno strano senso, mi sento come se tutte le difficoltà che ho dovuto affrontare mi sono state poste davanti almeno in parte per una ragione: per poter aiutare le altre. Così da poter trasformare un’esperienza negativa e distruttiva in qualcosa di positivo. In qualcosa di cui poter essere orgogliosa. Non riesco a spiegarmi meglio, scusate. È piuttosto una cosa che sento, non saprei dirlo altrimenti. Sto uscendo dal mio incubo e comincio a vedere le cose dall’esterno… credo sia un buon modo per cominciare a fare qualcosa anche per le altre.
Sarebbe molto gratificante per me riuscire a donare anche solo una minuscola goccia di speranza, di aiuto a coloro le quali vite sono ancora devastate come lo è stata a lungo la mia. Questo darebbe un senso a quello che è stato e a quello che vorrei che fosse.
Penso che voi tutte siate incredibili, fantastiche e soprattutto bellissime. Bellissime dentro. Vorrei davvero conoscervi un giorno.
Tutto il mio amore,
Veggie
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venerdì 23 gennaio 2009
"We are the change that we seek"
“Change will not come if we wait for some other person or some other time. We are the ones we’ve been waiting for. We are the change that we seek”.
Questa frase l’ho rubata a Obama, che l’ha pronunciata durante il suo discorso d’insediamento alla Casa Bianca. È una frase che mi ha colpita profondamente, poiché è un enorme messaggio positivo che volevo condividere con tutte voi.
Nessun cambiamento arriverà nella nostra vita se aspettiamo che sia un'altra persona a realizzarlo, o se rimandiamo a domani. Noi stesse siamo tutto quello che stiamo aspettando. Siamo noi il cambiamento che stiamo cercando.
E, ragazze, è assolutamente così. Tutta la nostra vita è unicamente nelle nostre mani, e siamo noi le sole che abbiamo la possibilità di decidere cosa farne. Così come finora abbiamo distrutto, possiamo decidere di continuare, di portare avanti quest’opera di devastazione, oppure di ricominciare a costruire. La forza, in fin dei conti, ce l’abbiamo. Non saremmo riuscite ad annientarci in questo modo, con questa tenacia, con questa rabbia, con questa dedizione ossessiva, se non fossimo state forti. Perciò, tutto quello che adesso dobbiamo imparare a dare è canalizzare questa forza. Ribaltarla. Rivolgerla in positivo.
Lo so che è difficile. È la cosa più difficile che ci potrà mai capitare di dover fare. Ma vale la pena per lo meno di fare un tentativo, non è vero? Sì, vale la pena darsi un’opportunità. E tutto questo sta unicamente a noi e a nessun altro. A noi e all’adesso, senza rimandare ancora una volta a domani, senza i soliti “lo farò…” che rappresentano solo le scuse che ci propiniamo per non affrontare ciò che ci fa veramente paura.
Se c’è una sola cosa che in tutti questi anni di anoressia ho imparato e che posso dire di sapere per certo, è che niente ti può salvare se non sei tu la prima a decidere di rialzarti, ad avere la voglia, la forza di volontà di rialzarti dopo ogni caduta. L’anoressia è vigliacca perché sfrutta le nostre debolezze, le nostre insicurezze… Ma adesso è arrivato il momento di avere la meglio su di lei. La luce c’è. Dobbiamo solo aprire gli occhi o, per lo meno, tentare di farlo.
Noi possiamo essere tutto quello che vogliamo essere. Tutto quello che decidiamo di essere. Siamo deboli e forti, siamo vittime e salvatrici, perché solo noi possiamo aiutare noi stesse.
Io ho combattuto duramente: prima contro l’anoressia, poi contro me stessa, poi ancora contro l’anoressia, poi di nuovo contro me stessa. E, tuttora, continuo a lottare, giorno dopo giorno. Continuo a percorrere la strada del ricovero. A volte cedo, cado, altro volte mi riprendo, mi rialzo, ricomincio a camminare. A volte desidererei solo mollare e darla vinta all’anoressia, perchè con lei, in fin dei conti, era davvero tutto più semplice; ma quando succede ricordo a me stessa che era solo un’illusione, e allora cerco di non abbattermi e di continuare ad andare avanti sulla strada della luce… con la consapevolezza che, come dice Obama, è davvero tutto solo nelle mie mani. Che quel cambiamento che cerco, quella differenza che cerco, solo io posso farla. Che la persona che sto cercando non è più quella che l’anoressia aveva creato, ma un’altra. La Vera Me Stessa.
Questa frase l’ho rubata a Obama, che l’ha pronunciata durante il suo discorso d’insediamento alla Casa Bianca. È una frase che mi ha colpita profondamente, poiché è un enorme messaggio positivo che volevo condividere con tutte voi.
Nessun cambiamento arriverà nella nostra vita se aspettiamo che sia un'altra persona a realizzarlo, o se rimandiamo a domani. Noi stesse siamo tutto quello che stiamo aspettando. Siamo noi il cambiamento che stiamo cercando.
E, ragazze, è assolutamente così. Tutta la nostra vita è unicamente nelle nostre mani, e siamo noi le sole che abbiamo la possibilità di decidere cosa farne. Così come finora abbiamo distrutto, possiamo decidere di continuare, di portare avanti quest’opera di devastazione, oppure di ricominciare a costruire. La forza, in fin dei conti, ce l’abbiamo. Non saremmo riuscite ad annientarci in questo modo, con questa tenacia, con questa rabbia, con questa dedizione ossessiva, se non fossimo state forti. Perciò, tutto quello che adesso dobbiamo imparare a dare è canalizzare questa forza. Ribaltarla. Rivolgerla in positivo.
Lo so che è difficile. È la cosa più difficile che ci potrà mai capitare di dover fare. Ma vale la pena per lo meno di fare un tentativo, non è vero? Sì, vale la pena darsi un’opportunità. E tutto questo sta unicamente a noi e a nessun altro. A noi e all’adesso, senza rimandare ancora una volta a domani, senza i soliti “lo farò…” che rappresentano solo le scuse che ci propiniamo per non affrontare ciò che ci fa veramente paura.
Se c’è una sola cosa che in tutti questi anni di anoressia ho imparato e che posso dire di sapere per certo, è che niente ti può salvare se non sei tu la prima a decidere di rialzarti, ad avere la voglia, la forza di volontà di rialzarti dopo ogni caduta. L’anoressia è vigliacca perché sfrutta le nostre debolezze, le nostre insicurezze… Ma adesso è arrivato il momento di avere la meglio su di lei. La luce c’è. Dobbiamo solo aprire gli occhi o, per lo meno, tentare di farlo.
Noi possiamo essere tutto quello che vogliamo essere. Tutto quello che decidiamo di essere. Siamo deboli e forti, siamo vittime e salvatrici, perché solo noi possiamo aiutare noi stesse.
Io ho combattuto duramente: prima contro l’anoressia, poi contro me stessa, poi ancora contro l’anoressia, poi di nuovo contro me stessa. E, tuttora, continuo a lottare, giorno dopo giorno. Continuo a percorrere la strada del ricovero. A volte cedo, cado, altro volte mi riprendo, mi rialzo, ricomincio a camminare. A volte desidererei solo mollare e darla vinta all’anoressia, perchè con lei, in fin dei conti, era davvero tutto più semplice; ma quando succede ricordo a me stessa che era solo un’illusione, e allora cerco di non abbattermi e di continuare ad andare avanti sulla strada della luce… con la consapevolezza che, come dice Obama, è davvero tutto solo nelle mie mani. Che quel cambiamento che cerco, quella differenza che cerco, solo io posso farla. Che la persona che sto cercando non è più quella che l’anoressia aveva creato, ma un’altra. La Vera Me Stessa.
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mercoledì 21 gennaio 2009
Anatomia "pro-ana" - Parte 7
PRO-RICOVERO
(Come si suol dire... "Call me pasionate"... ma questo è l'ultimo... ^_^")
Anoressiche, bulimiche, persone con DCA ed in ricovero per DCA… Sentite un po’ qua.
Voglio dirvi un segreto sul ricovero.
È un qualcosa che coloro che si autodefiniscono “pro-ana” e “pro-mia” non vogliono che voi sappiate.
L’anoressia è una malattia. La bulimia è una malattia. Malattie mentali. Questo sono. Malattie subdole perché riescono a far sentire bene, ma non per questo meno devastanti. Malattie che conducono su strade senza uscita, che portano prima o poi ad un inevitabile scontro con un muro. Ma è proprio perché si tratta di malattie subdole, malattie che rappresentano un placebo, un qualcosa che viene visto come un bene rispetto ad un male maggiore – poiché è ovvio che nessuno sceglie un male nella consapevolezza che è un male – e che sembrano la temporanea soluzione a tutti i problemi, che liberarsene è estremamente difficile. Perché è più facile, dà più sicurezza essere malate che decidere di ricoverarsi. E perciò ci vuole molta più forza di volontà, autocontrollo, decisione e determinazione a decidere d’intraprendere e proseguire giorno dopo giorno un percorso di ricovero, che non portare avanti un disturbo alimentare.
Ma la vera forza è resistere quando tutti si aspettano che tu cada.
Il ricovero è un processo, non un evento. Un processo che dura tutta la vita. Ma coloro che si autodefiniscono “pro-ana” e “pro-mia” distorcono il tutto.
“[…] Questo non è posto per le deboli, le mediocri, le isteriche, coloro che vogliono tornare indietro. Questo è posto per l’elite che persegue l’ideale di perfezione ad ogni costo, dimostrando giorno dopo giorno la loro forza, i loro sacrifici, e il risultato dell’applicazione di tutte quelle regole che fanno raggiungere il tanto desiderato corpo perfetto […]”
(tratto da un blog “pro-ana”)
Cioè, ci credete veramente?? Ragazze, sono tutte bugie!!
Se avete un disturbo alimentare, un vero disturbo alimentare, intendo – non una serie di atteggiamenti posti in essere per ostentazione e per coprire altri problemi – non è difficile restringere. Non è difficile digiunare. Non è difficile vomitare. Non è difficile fare attività fisica fino allo stremo delle forze. Niente di tutto questo è un sacrificio, niente è difficile.
Volete sapere cos’è veramente difficile? Scegliere di ricoverarsi. Iniziare e portare avanti un ricovero. Combattere la voglia di restringere. Mangiare 5 pasti al giorno – colazione, spuntino, pranzo, merenda e cena – anche se questo non fa sentire né felice né realizzata né soddisfatta.
Le ragazze “pro-ana” e “pro-mia” cercando di convincervi che perseguire la restrizione e/o vomitare dopo i pasti vi darà forza, controllo, sicurezza e onnipotenza, mentre chi sceglie il ricovero è debole ed incapace di raggiungere la perfezione… sono tutte bugie!
È questo che bisogna combattere. La menzogna camuffata da verità solo perché pronunciata a voce alta e sicura. Chi sceglie di ricoverarsi non è debole, anzi, è molto più forte di quanto le “pro-ana” e le “pro-mia” potranno mai immaginare. È chi sceglie di ricoverarsi che veramente ha forza, controllo, volontà, determinazione. Chi sceglie di ricoverarsi è una vera guerriera della luce.
Scegliere di essere “pro-ana” o “pro-mia” è essere deboli.
Scegliere di ricoverarsi e di portare avanti il ricovero giorno dopo giorno è essere forti.
Perciò, se siete imprigionate nelle spire di un DCA, non esitate. Scegliete il ricovero.
(Come si suol dire... "Call me pasionate"... ma questo è l'ultimo... ^_^")
Anoressiche, bulimiche, persone con DCA ed in ricovero per DCA… Sentite un po’ qua.
Voglio dirvi un segreto sul ricovero.
È un qualcosa che coloro che si autodefiniscono “pro-ana” e “pro-mia” non vogliono che voi sappiate.
L’anoressia è una malattia. La bulimia è una malattia. Malattie mentali. Questo sono. Malattie subdole perché riescono a far sentire bene, ma non per questo meno devastanti. Malattie che conducono su strade senza uscita, che portano prima o poi ad un inevitabile scontro con un muro. Ma è proprio perché si tratta di malattie subdole, malattie che rappresentano un placebo, un qualcosa che viene visto come un bene rispetto ad un male maggiore – poiché è ovvio che nessuno sceglie un male nella consapevolezza che è un male – e che sembrano la temporanea soluzione a tutti i problemi, che liberarsene è estremamente difficile. Perché è più facile, dà più sicurezza essere malate che decidere di ricoverarsi. E perciò ci vuole molta più forza di volontà, autocontrollo, decisione e determinazione a decidere d’intraprendere e proseguire giorno dopo giorno un percorso di ricovero, che non portare avanti un disturbo alimentare.
Ma la vera forza è resistere quando tutti si aspettano che tu cada.
Il ricovero è un processo, non un evento. Un processo che dura tutta la vita. Ma coloro che si autodefiniscono “pro-ana” e “pro-mia” distorcono il tutto.
“[…] Questo non è posto per le deboli, le mediocri, le isteriche, coloro che vogliono tornare indietro. Questo è posto per l’elite che persegue l’ideale di perfezione ad ogni costo, dimostrando giorno dopo giorno la loro forza, i loro sacrifici, e il risultato dell’applicazione di tutte quelle regole che fanno raggiungere il tanto desiderato corpo perfetto […]”
(tratto da un blog “pro-ana”)
Cioè, ci credete veramente?? Ragazze, sono tutte bugie!!
Se avete un disturbo alimentare, un vero disturbo alimentare, intendo – non una serie di atteggiamenti posti in essere per ostentazione e per coprire altri problemi – non è difficile restringere. Non è difficile digiunare. Non è difficile vomitare. Non è difficile fare attività fisica fino allo stremo delle forze. Niente di tutto questo è un sacrificio, niente è difficile.
Volete sapere cos’è veramente difficile? Scegliere di ricoverarsi. Iniziare e portare avanti un ricovero. Combattere la voglia di restringere. Mangiare 5 pasti al giorno – colazione, spuntino, pranzo, merenda e cena – anche se questo non fa sentire né felice né realizzata né soddisfatta.
Le ragazze “pro-ana” e “pro-mia” cercando di convincervi che perseguire la restrizione e/o vomitare dopo i pasti vi darà forza, controllo, sicurezza e onnipotenza, mentre chi sceglie il ricovero è debole ed incapace di raggiungere la perfezione… sono tutte bugie!
È questo che bisogna combattere. La menzogna camuffata da verità solo perché pronunciata a voce alta e sicura. Chi sceglie di ricoverarsi non è debole, anzi, è molto più forte di quanto le “pro-ana” e le “pro-mia” potranno mai immaginare. È chi sceglie di ricoverarsi che veramente ha forza, controllo, volontà, determinazione. Chi sceglie di ricoverarsi è una vera guerriera della luce.
Scegliere di essere “pro-ana” o “pro-mia” è essere deboli.
Scegliere di ricoverarsi e di portare avanti il ricovero giorno dopo giorno è essere forti.
Perciò, se siete imprigionate nelle spire di un DCA, non esitate. Scegliete il ricovero.
lunedì 19 gennaio 2009
Anatomia "pro-ana" - Parte 6
CHIARIFICAZIONE "PRO-ANA"
Molto spesso, girando per il WEB, mi capita d’imbattermi in siti e blog “pro-ana”, corredati con tante immagini e video”thinspo”. Ogni giorno ne nascono di nuovi. Questo mi spezza il cuore. Non li leggo. Mi fermo alle loro dichiarazioni d’intenti e, ogni tanto, do un’occhiata al profilo dell’autrice del blog. Niente a che vedere con un vero DCA, su questo non ci piove, ma… analogamente, quanto dolore dev’esserci in queste ragazze. Quanto stanno male, mi chiedo, per essere arrivate al punto di desiderare quello che può ucciderle? A volte sto veramente male per loro. Talvolta lascio un commento, forse per cercare di combattere lo stato attuale delle cose, forse semplicemente per augurare loro di riuscire a cominciare un percorso d’introspezione e di ricovero dai loro problemi, quali che siano, un giorno o l’altro.
Ma la cosa che veramente desidererei di più sarebbe riuscire a raggiungere queste meravigliose creature sofferenti e ad abbracciarle, facendole capire che loro valgono molto di più di quanto potrà mai essere espresso da un numero, dal numero del loro BMI, del loro peso, del loro conteggio calorico giornaliero.
Nondimeno, penso che sia sbagliato postare video ed immagini “thinspo”, incrementando l’impatto visivo e l’odio verso un corpo già abbastanza detestato. Tuttavia, non penso che questi video e queste fotografie siano create con malizia, ma piuttosto sotto la spinta di una paura e di un dolore soffocanti. Non un dolore derivante dal DCA, ma sicuramente un dolore personale e profondo, e perciò altrettanto importante.
Quindi, se in questo momento tu che stai leggendo le mie parole sei una ragazza che si definisce “pro-ana”, vorrei semplicemente dirti: Chiediti… vuoi veramente promuovere quello che può ucciderti e fare altrettanto con tante altre persone? Il vedere/creare queste immagini compensa davvero la tua agonia emozionale? Risolve davvero i tuoi veri problemi? Se una qualsiasi ragazzina insicura del suo aspetto fisico, girando per Internet, s’imbattesse nel tuo blog e, comparandosi con le immagini che vi trova, decidesse che è grassa e che dovrà seguire i tuoi consigli per dimagrire, arrivando magari poi a morirne, come ti sentiresti? Questo ti farebbe sentire forte ed orgogliosa di essere “pro-ana”, oppure ti darebbe fastidio, affonderebbe ulteriormente la tua autostima, ti farebbe sentire colpevole?
Perciò, ti chiedo semplicemente una cosa… La prossima volta che ti viene in mente di caricare un video/immagine “thinspo", domandati: “Quali conseguenze questo potrebbe avere su altre ragazze? Cosa potrebbe provocare?”. Ma soprattutto… considera, anche solo per un momento, la possibilità di staccarti di dosso l’etichetta “pro-ana” e di cercare di capire quali sono i tuoi veri problemi, aprendo gli occhi e cercando di risolverli veramente, con tanta forza di volontà.
In conclusione, comunque, una cosa ci tengo a chiarirla. Molto spesso, in questo blog ho dichiarato di essere “anti pro-ana”. In questi ultimi post, ho avuto modo di parlare diffusamente di quello che è il fenomeno “pro-ana”, e sebbene abbia cercato di oggettivizzare, mi rendo conto che molto probabilmente qualche provocazione, qualche accusa nei confronti delle ragazze che si definiscono “pro-ana” l’ho lasciata passare comunque, non sono riuscita a filtrarla. Per questo desidero fare una precisazione. Io non sono contro le ragazze “pro-ana”: non contro le persone. Sono però assolutamente contro il MOVIMENTO “pro-ana”. Io non conosco personalmente nessuna di queste ragazze che si definisce “pro-ana”, perciò lungi da me dare giudizi su di loro come singole persone. Non disprezzo né giudico queste ragazze, anzi, penso solo che siano sfortunate vittime di un qualcosa di più grande di loro.
Penso che siano ragazze con tanti problemi differenti, con un grande dolore che si portano dentro, che non sanno come affrontare, che ne hanno paura, e che più o meno consciamente assecondano per timore di esserne annientate.
Non ho niente contro queste ragazze che, anzi, sebbene non interessate da DCA, nel quale auguro loro comunque di non cadere mai, mi fanno veramente tanta pena e tanta tristezza, e vorrei davvero poter fare qualcosa per aiutarle.
Quello cui io sono assolutamente CONTRO è il movimento “pro-ana” (non le singole persone che lo compongono!!), le idee che questo lascia passare, le immagini, la mentalità che impone, l’etichetta che attacca… è questo cui io sono contro, e questo ciò contro cui bisogna lottare. Non combattere le singole persone, ma combattere l’ideologia che sta alla base, il messaggio che viene fatto passare. Tutto qui, ecco.
CONTINUA...
Molto spesso, girando per il WEB, mi capita d’imbattermi in siti e blog “pro-ana”, corredati con tante immagini e video”thinspo”. Ogni giorno ne nascono di nuovi. Questo mi spezza il cuore. Non li leggo. Mi fermo alle loro dichiarazioni d’intenti e, ogni tanto, do un’occhiata al profilo dell’autrice del blog. Niente a che vedere con un vero DCA, su questo non ci piove, ma… analogamente, quanto dolore dev’esserci in queste ragazze. Quanto stanno male, mi chiedo, per essere arrivate al punto di desiderare quello che può ucciderle? A volte sto veramente male per loro. Talvolta lascio un commento, forse per cercare di combattere lo stato attuale delle cose, forse semplicemente per augurare loro di riuscire a cominciare un percorso d’introspezione e di ricovero dai loro problemi, quali che siano, un giorno o l’altro.
Ma la cosa che veramente desidererei di più sarebbe riuscire a raggiungere queste meravigliose creature sofferenti e ad abbracciarle, facendole capire che loro valgono molto di più di quanto potrà mai essere espresso da un numero, dal numero del loro BMI, del loro peso, del loro conteggio calorico giornaliero.
Nondimeno, penso che sia sbagliato postare video ed immagini “thinspo”, incrementando l’impatto visivo e l’odio verso un corpo già abbastanza detestato. Tuttavia, non penso che questi video e queste fotografie siano create con malizia, ma piuttosto sotto la spinta di una paura e di un dolore soffocanti. Non un dolore derivante dal DCA, ma sicuramente un dolore personale e profondo, e perciò altrettanto importante.
Quindi, se in questo momento tu che stai leggendo le mie parole sei una ragazza che si definisce “pro-ana”, vorrei semplicemente dirti: Chiediti… vuoi veramente promuovere quello che può ucciderti e fare altrettanto con tante altre persone? Il vedere/creare queste immagini compensa davvero la tua agonia emozionale? Risolve davvero i tuoi veri problemi? Se una qualsiasi ragazzina insicura del suo aspetto fisico, girando per Internet, s’imbattesse nel tuo blog e, comparandosi con le immagini che vi trova, decidesse che è grassa e che dovrà seguire i tuoi consigli per dimagrire, arrivando magari poi a morirne, come ti sentiresti? Questo ti farebbe sentire forte ed orgogliosa di essere “pro-ana”, oppure ti darebbe fastidio, affonderebbe ulteriormente la tua autostima, ti farebbe sentire colpevole?
Perciò, ti chiedo semplicemente una cosa… La prossima volta che ti viene in mente di caricare un video/immagine “thinspo", domandati: “Quali conseguenze questo potrebbe avere su altre ragazze? Cosa potrebbe provocare?”. Ma soprattutto… considera, anche solo per un momento, la possibilità di staccarti di dosso l’etichetta “pro-ana” e di cercare di capire quali sono i tuoi veri problemi, aprendo gli occhi e cercando di risolverli veramente, con tanta forza di volontà.
In conclusione, comunque, una cosa ci tengo a chiarirla. Molto spesso, in questo blog ho dichiarato di essere “anti pro-ana”. In questi ultimi post, ho avuto modo di parlare diffusamente di quello che è il fenomeno “pro-ana”, e sebbene abbia cercato di oggettivizzare, mi rendo conto che molto probabilmente qualche provocazione, qualche accusa nei confronti delle ragazze che si definiscono “pro-ana” l’ho lasciata passare comunque, non sono riuscita a filtrarla. Per questo desidero fare una precisazione. Io non sono contro le ragazze “pro-ana”: non contro le persone. Sono però assolutamente contro il MOVIMENTO “pro-ana”. Io non conosco personalmente nessuna di queste ragazze che si definisce “pro-ana”, perciò lungi da me dare giudizi su di loro come singole persone. Non disprezzo né giudico queste ragazze, anzi, penso solo che siano sfortunate vittime di un qualcosa di più grande di loro.
Penso che siano ragazze con tanti problemi differenti, con un grande dolore che si portano dentro, che non sanno come affrontare, che ne hanno paura, e che più o meno consciamente assecondano per timore di esserne annientate.
Non ho niente contro queste ragazze che, anzi, sebbene non interessate da DCA, nel quale auguro loro comunque di non cadere mai, mi fanno veramente tanta pena e tanta tristezza, e vorrei davvero poter fare qualcosa per aiutarle.
Quello cui io sono assolutamente CONTRO è il movimento “pro-ana” (non le singole persone che lo compongono!!), le idee che questo lascia passare, le immagini, la mentalità che impone, l’etichetta che attacca… è questo cui io sono contro, e questo ciò contro cui bisogna lottare. Non combattere le singole persone, ma combattere l’ideologia che sta alla base, il messaggio che viene fatto passare. Tutto qui, ecco.
CONTINUA...
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sabato 17 gennaio 2009
Anatomia "pro-ana" - Parte 5
I 10 COMANDAMENTI
Probabilmente già conoscete quelli che le ragazze che si definiscono "pro-ana/mia" chiamano "I 10 Comandamenti" ("The ten-thin commandments").
Bene, avete mai notato quali enormi bugie siano racchiuse in queste 10 frasi?
Perciò ho deciso di realizzare un video in cui voglio proporre alcune "variazioni sul tema"... per tutte coloro che stanno combattendo contro l'anoressia e i disturbi alimentari.
E, sì, anche per tutte le ragazze che si definiscono "pro-ana/mia".
Ricordatevi che l'anoressia è terribilmente ammaliatrice e sa distorcere... e che l'unico modo per vedere la luce è aprire gli occhi.
La canzone che fa da "colonna sonora" è "Imperfect girl" delle t.A.T.u. ... Una scelta NON casuale... Vi metto il testo e la traduzione...
IMPERFECT GIRL
I don't have a perfect smile
maybe I'm just too shy
I'm not a beauty queen
on covers of magazines
that's something you can't deny
I got my own style
So what you see is what you get
A girl of no regrets
I'm not ideal - I'm quite absurd
I'm just an imperfect girl
I rise above this perfect world
I'm just an imperfect, imperfect girl...
I wouldn't be classed as cool
I have to bend the rules
Maybe I don't fit in
I didn't always win
that's something you can't deny
I'm happy with my own style
So what you see is what you get
A girl of no regrets
I'm not ideal - I'm quite absurd
I'm just an imperfect girl
I rise above this perfect world
I'm just an imperfect, imperfect girl...
It's all just make-believe
The standards that we hear
It doesn't have to be
A perfect world, a perfect world…
I'm not ideal - I'm quite absurd
I'm just an imperfect girl
I rise above this perfect world
I'm just an imperfect, imperfect girl...
RAGAZZA IMPERFETTA
Io non ho un sorriso perfetto
Forse sono solo molto timida
Certo non sono una reginetta di bellezza
Da copertina delle riviste
Ma c’è qualcosa che non potete negare
Ho il mio stile personale.
Perciò, quel che vedete è quel che è
Una ragazza senza rimpianti
Non sono ideale – Sono abbastanza assurda
Sono soltanto una ragazza imperfetta
Fuoriesco da questo mondo perfetto
Sono soltanto una ragazza imperfetta, imperfetta...
Io non voglio essere considerata una “ganza”
Ho dovuto rompere le regole
Forse non sempre sto bene con me stessa
E certo non vinco sempre
Ma c’è qualcosa che non potete negare
Sono felice con il mio stile personale.
Perciò, quel che vedete è quel che è
Una ragazza senza rimpianti
Non sono ideale – Sono abbastanza assurda
Sono soltanto una ragazza imperfetta
Fuoriesco da questo mondo perfetto
Sono soltanto una ragazza imperfetta, imperfetta...
E’ tutto quello che vogliono farci credere
Gli standard che ci impongono
Ma questo non deve per forza essere
Un mondo perfetto, un mondo perfetto…
Non sono ideale – Sono abbastanza assurda
Sono soltanto una ragazza imperfetta
Fuoriesco da questo mondo perfetto
Sono soltanto una ragazza imperfetta, imperfetta...
P.S.= Dato che pare che per qualcuno sia desiderabile mettere i puntini sulle "i"... Tutte le fotografie/immagini che compaiono in questo video le ho prese da vari album di Photobucket... niente di personale, non conosco nessuna delle persone ritratte... Oh, bè, immagino che adesso il video acquisisca tutto un altro significato e spessore, vero?! :-P
P.P.S.= Qual è il vostro "comandamento" preferito nella mia versione???
CONTINUA...
Probabilmente già conoscete quelli che le ragazze che si definiscono "pro-ana/mia" chiamano "I 10 Comandamenti" ("The ten-thin commandments").
Bene, avete mai notato quali enormi bugie siano racchiuse in queste 10 frasi?
Perciò ho deciso di realizzare un video in cui voglio proporre alcune "variazioni sul tema"... per tutte coloro che stanno combattendo contro l'anoressia e i disturbi alimentari.
E, sì, anche per tutte le ragazze che si definiscono "pro-ana/mia".
Ricordatevi che l'anoressia è terribilmente ammaliatrice e sa distorcere... e che l'unico modo per vedere la luce è aprire gli occhi.
La canzone che fa da "colonna sonora" è "Imperfect girl" delle t.A.T.u. ... Una scelta NON casuale... Vi metto il testo e la traduzione...
IMPERFECT GIRL
I don't have a perfect smile
maybe I'm just too shy
I'm not a beauty queen
on covers of magazines
that's something you can't deny
I got my own style
So what you see is what you get
A girl of no regrets
I'm not ideal - I'm quite absurd
I'm just an imperfect girl
I rise above this perfect world
I'm just an imperfect, imperfect girl...
I wouldn't be classed as cool
I have to bend the rules
Maybe I don't fit in
I didn't always win
that's something you can't deny
I'm happy with my own style
So what you see is what you get
A girl of no regrets
I'm not ideal - I'm quite absurd
I'm just an imperfect girl
I rise above this perfect world
I'm just an imperfect, imperfect girl...
It's all just make-believe
The standards that we hear
It doesn't have to be
A perfect world, a perfect world…
I'm not ideal - I'm quite absurd
I'm just an imperfect girl
I rise above this perfect world
I'm just an imperfect, imperfect girl...
RAGAZZA IMPERFETTA
Io non ho un sorriso perfetto
Forse sono solo molto timida
Certo non sono una reginetta di bellezza
Da copertina delle riviste
Ma c’è qualcosa che non potete negare
Ho il mio stile personale.
Perciò, quel che vedete è quel che è
Una ragazza senza rimpianti
Non sono ideale – Sono abbastanza assurda
Sono soltanto una ragazza imperfetta
Fuoriesco da questo mondo perfetto
Sono soltanto una ragazza imperfetta, imperfetta...
Io non voglio essere considerata una “ganza”
Ho dovuto rompere le regole
Forse non sempre sto bene con me stessa
E certo non vinco sempre
Ma c’è qualcosa che non potete negare
Sono felice con il mio stile personale.
Perciò, quel che vedete è quel che è
Una ragazza senza rimpianti
Non sono ideale – Sono abbastanza assurda
Sono soltanto una ragazza imperfetta
Fuoriesco da questo mondo perfetto
Sono soltanto una ragazza imperfetta, imperfetta...
E’ tutto quello che vogliono farci credere
Gli standard che ci impongono
Ma questo non deve per forza essere
Un mondo perfetto, un mondo perfetto…
Non sono ideale – Sono abbastanza assurda
Sono soltanto una ragazza imperfetta
Fuoriesco da questo mondo perfetto
Sono soltanto una ragazza imperfetta, imperfetta...
P.S.= Dato che pare che per qualcuno sia desiderabile mettere i puntini sulle "i"... Tutte le fotografie/immagini che compaiono in questo video le ho prese da vari album di Photobucket... niente di personale, non conosco nessuna delle persone ritratte... Oh, bè, immagino che adesso il video acquisisca tutto un altro significato e spessore, vero?! :-P
P.P.S.= Qual è il vostro "comandamento" preferito nella mia versione???
CONTINUA...
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giovedì 15 gennaio 2009
Anatomia "pro-ana" - Parte 4
OSCURARE O NON OSCURARE?
Sembra che ci siano due scuole di pensiero relativamente all’oscurare/non oscurare blog, siti e forum di appannaggio delle ragazze che si definiscono “pro-ana”.
Alcuni pensano che per la loro potenziale pericolosità, per la loro capacità di attrarre adolescenti psicologicamente fragili e potenzialmente inclini allo sviluppo di un disturbo alimentare, i siti/blog/forum “pro-ana”, andrebbero oscurati immediatamente.
Altri invece sono dell’idea che oscurare i siti/blog/forum “pro-ana” sia inutile, visto che non risolve il problema sottostante, il vissuto sottostante, e non impedisce comunque che nuovi siti “pro-ana” vengano creati. Queste persone ritengono peraltro che una politica “proibizionista” possa sortire l’effetto opposto a quello prefisso.
Facciamo allora un passo indietro ed esaminiamo i pro e i contro dell’oscurare i siti pro-ana.
PRO
1) Potenzialmente pericolosi e istiganti a comportamenti alimentari erronei che possono anche, in situazioni estreme, costare la vita, i loro contenuti dovrebbero essere rimossi da Internet.
2) Le ragazze che sono veramente interessate a portare avanti il loro comportamento e la “filosofia” “pro-ana” avranno più difficoltà ad individuare siti che possano interessarle, con contenuti di “thinspo” e possibilità di scambiarsi consigli, il che potrà col tempo attenuare certe ossessioni.
3) Ragazze fragili e con carenza d’autostima saranno meno esposte al fenomeno “pro-ana” in prima persona, limitando così il rischio che queste capitino in questi siti che possono sembrare loro la soluzione a tutti i problemi, senza che si rendano conto che stanno per entrare nel PROBLEMA.
4) Oscurare i siti “pro-ana” fa capire che l’anoressia, che è una cosa ben diversa, ha lo status di malattia, e invalida così pubblicamente le “pro-ana” che dicono che l’anoressia è uno stile di vita.
CONTRO
1) Anche se dopo aver condotto un’opportuna campagna d’oscuramento è più difficile trovarli, i siti “pro-ana” continueranno comunque ad essere creati (lontano dagli occhi, ma non lontano dal cuore)
2) Di fronte ad un attacco di questo tipo, le ragazze “pro-ana” inevitabilmente svilupperanno una mentalità del tipo “loro contro di noi”, “il mondo contro di noi” e tenderanno ad arroccarsi nello status “pro-ana”, facendo di ciò una difesa, incrementando così il substrato del DCA. Se i siti vengono oscurati, infatti, si dà importanza al problema, le ragazze si sentono prese in considerazione, e poiché è proprio ciò che desiderano, si terranno ancora più strette alla mentalità “pro-ana”.
3) I siti “pro-ana” che sono stati oscurati possono comunque essere ricreati mascherandoli da siti “pro-ricovero”, o comunque siti che lanciano messaggi subliminali nella direzione desiderata, il che eventualmente sarebbe ancora più dannoso del creare un vero e proprio sito “pro-ana” con dichiarazione d’intenti.
4) Oltre a promuovere comportamenti pericolosi, i siti “pro-ana” sono anche un supporto per ragazze molto malate che non hanno il desiderio di vivere se non per le loro “amiche-ana”. Venendo meno questo supporto, potrebbero esserci brutte sorprese, spingendo magari quelle ragazze ad atti ancora più estremi e disperati.
Voi cosa ne pensate?
Vale la pena correre il rischio?
Ultima domanda: se una ragazza che si odia e medita il suicido perché detesta il suo corpo, e successivamente scopre l’esistenza dei siti/blog “pro-ana”, e lì è incoraggiata dalle sue “amiche pro-ana” a non suicidarsi perché grazie ai loro consigli e al loro supporto può raggiungere la “perfezione” ed essere felice; contemporaneamente viene però costantemente incoraggiata a tenere comportamenti anoressici che, se seguiti, possono comunque portare alla morte… Allora, chiamereste queste ragazze “pro-suicidio” o “anti-suicidio”?
CONTINUA...
Sembra che ci siano due scuole di pensiero relativamente all’oscurare/non oscurare blog, siti e forum di appannaggio delle ragazze che si definiscono “pro-ana”.
Alcuni pensano che per la loro potenziale pericolosità, per la loro capacità di attrarre adolescenti psicologicamente fragili e potenzialmente inclini allo sviluppo di un disturbo alimentare, i siti/blog/forum “pro-ana”, andrebbero oscurati immediatamente.
Altri invece sono dell’idea che oscurare i siti/blog/forum “pro-ana” sia inutile, visto che non risolve il problema sottostante, il vissuto sottostante, e non impedisce comunque che nuovi siti “pro-ana” vengano creati. Queste persone ritengono peraltro che una politica “proibizionista” possa sortire l’effetto opposto a quello prefisso.
Facciamo allora un passo indietro ed esaminiamo i pro e i contro dell’oscurare i siti pro-ana.
PRO
1) Potenzialmente pericolosi e istiganti a comportamenti alimentari erronei che possono anche, in situazioni estreme, costare la vita, i loro contenuti dovrebbero essere rimossi da Internet.
2) Le ragazze che sono veramente interessate a portare avanti il loro comportamento e la “filosofia” “pro-ana” avranno più difficoltà ad individuare siti che possano interessarle, con contenuti di “thinspo” e possibilità di scambiarsi consigli, il che potrà col tempo attenuare certe ossessioni.
3) Ragazze fragili e con carenza d’autostima saranno meno esposte al fenomeno “pro-ana” in prima persona, limitando così il rischio che queste capitino in questi siti che possono sembrare loro la soluzione a tutti i problemi, senza che si rendano conto che stanno per entrare nel PROBLEMA.
4) Oscurare i siti “pro-ana” fa capire che l’anoressia, che è una cosa ben diversa, ha lo status di malattia, e invalida così pubblicamente le “pro-ana” che dicono che l’anoressia è uno stile di vita.
CONTRO
1) Anche se dopo aver condotto un’opportuna campagna d’oscuramento è più difficile trovarli, i siti “pro-ana” continueranno comunque ad essere creati (lontano dagli occhi, ma non lontano dal cuore)
2) Di fronte ad un attacco di questo tipo, le ragazze “pro-ana” inevitabilmente svilupperanno una mentalità del tipo “loro contro di noi”, “il mondo contro di noi” e tenderanno ad arroccarsi nello status “pro-ana”, facendo di ciò una difesa, incrementando così il substrato del DCA. Se i siti vengono oscurati, infatti, si dà importanza al problema, le ragazze si sentono prese in considerazione, e poiché è proprio ciò che desiderano, si terranno ancora più strette alla mentalità “pro-ana”.
3) I siti “pro-ana” che sono stati oscurati possono comunque essere ricreati mascherandoli da siti “pro-ricovero”, o comunque siti che lanciano messaggi subliminali nella direzione desiderata, il che eventualmente sarebbe ancora più dannoso del creare un vero e proprio sito “pro-ana” con dichiarazione d’intenti.
4) Oltre a promuovere comportamenti pericolosi, i siti “pro-ana” sono anche un supporto per ragazze molto malate che non hanno il desiderio di vivere se non per le loro “amiche-ana”. Venendo meno questo supporto, potrebbero esserci brutte sorprese, spingendo magari quelle ragazze ad atti ancora più estremi e disperati.
Voi cosa ne pensate?
Vale la pena correre il rischio?
Ultima domanda: se una ragazza che si odia e medita il suicido perché detesta il suo corpo, e successivamente scopre l’esistenza dei siti/blog “pro-ana”, e lì è incoraggiata dalle sue “amiche pro-ana” a non suicidarsi perché grazie ai loro consigli e al loro supporto può raggiungere la “perfezione” ed essere felice; contemporaneamente viene però costantemente incoraggiata a tenere comportamenti anoressici che, se seguiti, possono comunque portare alla morte… Allora, chiamereste queste ragazze “pro-suicidio” o “anti-suicidio”?
CONTINUA...
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martedì 13 gennaio 2009
Anatomia "pro-ana" - Parte 3
"THINSPO"
Con il termine “thinspo” (contrazione di “thin inspiration”, le ragazze che si definiscono “pro-ana” indicano tutte le immagini che raffigurano modelle scheletriche, che le suddette ragazze utilizzano come fonte di “ispirazione” per continuare a cercare di dimagrire, nella speranza di riuscire ad essere come loro, che a quanto pare incarnano il loro ideale di “perfezione”.
Ora, la domanda è: la “thinspo” è veramente così terribile?
NOTIZIA PROROMPENTE!!:
Adesso vi dirò una cosa che probabilmente vi stupirà, soprattutto se non avete vissuto l’anoressia: molti si scagliano contro queste immagini, molti criticano le modelle che sfilano in passerella proposte dagli stilisti, molti accusano il mondo della TV di proporre immagini sbagliate che incitano le ragazze a DCA, molti criticano la diffusione di queste figure di modelle scheletriche… Ma in realtà… la “thinspo” NON può causare disturbi alimentari. Del resto, se lo facesse, le ragazze che leggono “Vouge”, “D”, “Elle” e “Glamour” sarebbero TUTTE anoressiche. Comunque, è effettivamente vero che la “thinspo” può:
A) intensificare;
B) prolungare;
C) normalizzare;
un disturbo alimentare.
Cominciando dunque dal principio:
A) Intensificare. Immaginate un disturbo alimentare senza “thinspo”. La bassa autostima e l’odio per se stesse è sempre implicato, ma l’unica comparazione che può essere fatta è quella tra il proprio corpo e il corpo delle persone che ci stanno vicino, alcune delle quali potrebbero essere comunque anche molto magre per costituzione, ma sicuramente per lo più rientranti in un ambito di normopeso. La “thinspo” apre un nuovo mondo di comparazione e porta l’odio verso se stesse ad un altro maggiore livello. Nessuna può comparare fianchi, gambe, pancia, coste con quelle di centinaia di altre ragazze, e flagellarsi quando si fallisce sulla misurazione. Con la “thinspo” invece è possibile torturarsi con immagini di modelle scheletriche, che restano sullo schermo del PC per tutto il tempo in cui si decide di farle rimanere, alimentando ed incentrando l’ossessione sul proprio corpo che non può essere oggettivamente pari a quello delle figure.
B) Prolungare. Idealizzare e cercare di ottenere un corpo super-magro è sintomo di disturbo alimentare (in un già conclamato disturbo alimentare personale). Continui rinforzi nei comportamenti indotti dal disturbo alimentare, non possono che prolungarlo. Come può una ragazza accettare il proprio corpo (passo indispensabile nel processo di ricovero) quando lo compara costantemente con quello delle modelle “thinspo”?
C) Normalizzare. Quando per le prime volte si guardano immagini “thinspo” fanno quasi senso, sembrano scioccanti ed estreme (anche se questo è comunque il loro scopo). Però, dopo che le abbiamo guardate abbastanza a lungo, si comincia a desensibilizzarsi alla radicalità di queste immagini, e s’inizia a considerarle, in un certo qual modo, “normali” e raggiungibili. Questo, di conseguenza, fa sì che l’immagine corporea di una persona effettivamente normopeso (con BMI compreso tra 18 e 25) sembri grassa.
La “thinspo” è effettivamente un’arma per le ragazze che si definiscono “pro-ana”, per carburare ed incrementare l’odio nei confronti del proprio corpo che porta a disperati sentimenti di insoddisfazione e disistima nei confronti di se stesse, incitando a portare avanti i comportamenti errati che possono facilitare l’ingresso in un conclamato disturbo alimentare.
ANNUNCIO DI SERVIZIO PUBBLICO:
La stragrande maggioranza delle più comuni immagini “thinspo” (anche se indicate come immagini di ragazze reali) sono FALSE.
In effetti, fin dalla prima vola che le ho viste, mi hanno fatto strano… sarà che io ho sempre amato disegnare, così ho sempre studiato molto attentamente le immagini, perciò non appena ho visto quelle delle modelle “thinspo” ho subito notato che c’era qualcosa che non quadrava. La prima cosa che mi sono chiesta è stata se molte delle immagini delle “ragazze reali thinspo” (così le definiscono le “pro-ana”) fossero state stirate in verticale… Dopodichè mi sono munita di un adeguato programma di grafica computer, ho scaricato alcune fotografie di modelle costituzionalmente magre ma affatto scheletriche, e mi sono messa all’opera. I risultati potete vederli qua sotto:
E se sono riuscita io a prendere delle immagini di normali modelle costituzionalmente magre, e a trasformarle in scheletrini perfettamente verosimili, può davvero farlo chiunque… Immagino perciò che le ragazze “pro-ana” trascorrano giornate davanti al computer a creare falsi del genere…
Morale della favola: se vedete fotografie di questo genere su siti/blog/forum “pro-ana”, non perdete tempo a chiedervi se le ragazze delle immagini sono realmente così… certo che sono realmente così: realmente così TAROCCATE!!!
Ultima domanda, e questa rivolta ad eventuali ragazze “pro-ana” che hanno appena letto questo post: se avete messo sui vostri blog immagini “thinspo”/”pro-ana”, cosa speravate/cercavate di ottenere??
CONTINUA…
Con il termine “thinspo” (contrazione di “thin inspiration”, le ragazze che si definiscono “pro-ana” indicano tutte le immagini che raffigurano modelle scheletriche, che le suddette ragazze utilizzano come fonte di “ispirazione” per continuare a cercare di dimagrire, nella speranza di riuscire ad essere come loro, che a quanto pare incarnano il loro ideale di “perfezione”.
Ora, la domanda è: la “thinspo” è veramente così terribile?
NOTIZIA PROROMPENTE!!:
Adesso vi dirò una cosa che probabilmente vi stupirà, soprattutto se non avete vissuto l’anoressia: molti si scagliano contro queste immagini, molti criticano le modelle che sfilano in passerella proposte dagli stilisti, molti accusano il mondo della TV di proporre immagini sbagliate che incitano le ragazze a DCA, molti criticano la diffusione di queste figure di modelle scheletriche… Ma in realtà… la “thinspo” NON può causare disturbi alimentari. Del resto, se lo facesse, le ragazze che leggono “Vouge”, “D”, “Elle” e “Glamour” sarebbero TUTTE anoressiche. Comunque, è effettivamente vero che la “thinspo” può:
A) intensificare;
B) prolungare;
C) normalizzare;
un disturbo alimentare.
Cominciando dunque dal principio:
A) Intensificare. Immaginate un disturbo alimentare senza “thinspo”. La bassa autostima e l’odio per se stesse è sempre implicato, ma l’unica comparazione che può essere fatta è quella tra il proprio corpo e il corpo delle persone che ci stanno vicino, alcune delle quali potrebbero essere comunque anche molto magre per costituzione, ma sicuramente per lo più rientranti in un ambito di normopeso. La “thinspo” apre un nuovo mondo di comparazione e porta l’odio verso se stesse ad un altro maggiore livello. Nessuna può comparare fianchi, gambe, pancia, coste con quelle di centinaia di altre ragazze, e flagellarsi quando si fallisce sulla misurazione. Con la “thinspo” invece è possibile torturarsi con immagini di modelle scheletriche, che restano sullo schermo del PC per tutto il tempo in cui si decide di farle rimanere, alimentando ed incentrando l’ossessione sul proprio corpo che non può essere oggettivamente pari a quello delle figure.
B) Prolungare. Idealizzare e cercare di ottenere un corpo super-magro è sintomo di disturbo alimentare (in un già conclamato disturbo alimentare personale). Continui rinforzi nei comportamenti indotti dal disturbo alimentare, non possono che prolungarlo. Come può una ragazza accettare il proprio corpo (passo indispensabile nel processo di ricovero) quando lo compara costantemente con quello delle modelle “thinspo”?
C) Normalizzare. Quando per le prime volte si guardano immagini “thinspo” fanno quasi senso, sembrano scioccanti ed estreme (anche se questo è comunque il loro scopo). Però, dopo che le abbiamo guardate abbastanza a lungo, si comincia a desensibilizzarsi alla radicalità di queste immagini, e s’inizia a considerarle, in un certo qual modo, “normali” e raggiungibili. Questo, di conseguenza, fa sì che l’immagine corporea di una persona effettivamente normopeso (con BMI compreso tra 18 e 25) sembri grassa.
La “thinspo” è effettivamente un’arma per le ragazze che si definiscono “pro-ana”, per carburare ed incrementare l’odio nei confronti del proprio corpo che porta a disperati sentimenti di insoddisfazione e disistima nei confronti di se stesse, incitando a portare avanti i comportamenti errati che possono facilitare l’ingresso in un conclamato disturbo alimentare.
ANNUNCIO DI SERVIZIO PUBBLICO:
La stragrande maggioranza delle più comuni immagini “thinspo” (anche se indicate come immagini di ragazze reali) sono FALSE.
In effetti, fin dalla prima vola che le ho viste, mi hanno fatto strano… sarà che io ho sempre amato disegnare, così ho sempre studiato molto attentamente le immagini, perciò non appena ho visto quelle delle modelle “thinspo” ho subito notato che c’era qualcosa che non quadrava. La prima cosa che mi sono chiesta è stata se molte delle immagini delle “ragazze reali thinspo” (così le definiscono le “pro-ana”) fossero state stirate in verticale… Dopodichè mi sono munita di un adeguato programma di grafica computer, ho scaricato alcune fotografie di modelle costituzionalmente magre ma affatto scheletriche, e mi sono messa all’opera. I risultati potete vederli qua sotto:
E se sono riuscita io a prendere delle immagini di normali modelle costituzionalmente magre, e a trasformarle in scheletrini perfettamente verosimili, può davvero farlo chiunque… Immagino perciò che le ragazze “pro-ana” trascorrano giornate davanti al computer a creare falsi del genere…
Morale della favola: se vedete fotografie di questo genere su siti/blog/forum “pro-ana”, non perdete tempo a chiedervi se le ragazze delle immagini sono realmente così… certo che sono realmente così: realmente così TAROCCATE!!!
Ultima domanda, e questa rivolta ad eventuali ragazze “pro-ana” che hanno appena letto questo post: se avete messo sui vostri blog immagini “thinspo”/”pro-ana”, cosa speravate/cercavate di ottenere??
CONTINUA…
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domenica 11 gennaio 2009
Anatomia "pro-ana" - Parte 2
ANORESSIA VS "PRO-ANA"
Penso che sia bene tracciare una netta linea di confine tra anoressia e “pro-ana”. Non una linea di confine tesa a dividere – nella sofferenza sottesa non ci sono differenze – quanto una linea di confine mirante a sottolineare la completa e totale differenza tra l’anoressia vera e propria e il fenomeno “pro-ana”.
Può capitare infatti che, leggendo i post, i commenti, le parole scritte dalle ragazze che si definiscono “pro-ana”, si abbia l’impressione che queste ragazze siano delle anoressiche che hanno trovato il modo di vivere felicemente con l’anoressia, e che dunque questa in realtà sia un valore positivo con il quale è possibile condurre una vita non soltanto piacevole, ma anche migliore di ogni altra possibile.
Okay, niente di più sbagliato.
Il che si spiega perfettamente osservando che, in realtà, le ragazze cosiddette “pro-ana/mia” non hanno in effetti niente a che vedere con i veri DCA.
Dunque, perché una ragazza “pro-ana” non è assolutamente anoressica?
1) Se leggete un qualsiasi blog “pro-ana”, noterete che è per lo più corredato di post in cui le autrici si lamentano per non essere riuscite a restringere come avrebbero voluto, per aver sgarrato col cibo, per il loro sentirsi frustrate di fronte a cose che vorrebbero mangiare e alle quali non riescono a resistere, e chiedono alle altre consigli su come fare a cercare di mangiare quanto meno possibile.
Un’anoressica non ha nessuna difficoltà a restringere. Al contrario, restringere diventa ben presto la cosa più facile del mondo. Automatica ed indolore. Nessuno sgarro, nessun problema. Nessun bisogno di chiedere consigli a chicchessia. La restrizione è un qualcosa di talmente auto-gratificante che la si mette in atto spontaneamente e con piacere.
2) L’obiettivo della maggior parte delle ragazze “pro-ana” è dimagrire per fare la modella/l’attrice/ la velina/la soubrette/la ballerina o comunque per attirare l'attenzio/l'ammirazione altrui.
È un caso più unico che raro riuscire a trovare una ragazza anoressica che abbia la benché minima intenzione di svolgere una di queste professioni. Per lo più si tratta di ragazze molto ambiziose, che pretendono molto da se stesse, e che puntano in alto anche da un punto di vista professionale.
3) Le ragazze che si definiscono “pro-ana” asseriscono che è solo dimagrendo che diventeranno belle, e che quindi potranno attirare l’attenzione dei ragazzi e di chi sta loro intorno, ricevendone i complimenti.
L’anoressica non dimagrisce per diventare bella. Non dimagrisce per piacere ai ragazzi. Non è certo suo primario interesse ricevere complimenti sul suo aspetto fisico. Il dimagrimento è secondario al vero obiettivo della restrizione, che è essenzialmente appagamento personale da un punto di vista prettamente emotivo.
4) “Sono alta 170 cm e peso 45 Kg: sono una balena obesa!” – questa è una delle frasi-tipo che si possono leggere sui blog “pro-ana”, sintomo di una innegabile dismorfofobia. (O, perché no, di un’indole “drama queen” che scrive queste cose soltanto perché vuole che qualcuna le risponda: “Ma no, non è vero, sei magrissima!”…)
Raramente un’anoressica ha dispercezione corporea. Può essere, ma non è generalizzabile. Le anoressiche sono per lo più coscienti della loro magrezza e ne vanno fiere. Non si lagnano né cercano contentini altrui in alcun modo. Se dicono agli altri di essere grasse, semmai, è solo per giustificare il fatto di non mangiare in loro presenza. In realtà, dentro di noi c’è la piena consapevolezza del sottopeso, nonché la ferma decisione a mantenerlo tale.
5) Topos fondamentale dei blog “pro-ana” è il continuo scambio di consigli e di trucchi (i cosiddetti “tips and tricks”) per restringere, non mangiare o vomitare.
Un’anoressica non darebbe mai a nessuno consigli per fare quello che sta facendo. Dentro di noi c’è la consapevolezza che è un qualcosa di sbagliato, connesso ad una profonda sofferenza, un dolore a cui non potremmo mai invitare nessuno.
6) La “thinspo” è un must per tutte le “pro-ana”: modelle scheletriche da guardare e riguardare, e a cui ispirarsi nella restrizione al fine di poter diventare come loro. Modelle che vengono definite come bellissime, meravigliose, fantastiche, fonte d’ispirazione, immagine positiva.
Nessuna anoressica, vedendo un’immagine di questi tipo, definirebbe mai la modella in questione “carina”. Nessuna anoressica identifica la bellezza nelle ossa in mostra. Le ossa sono una protezione, un’arma, una “cintura di sicurezza”, una “stampella”, non un modo per ostentare bellezza.
7) Le ragazze “pro-ana” sono convinte che dimagrire sia la chiave per farsi accettare e per essere apprezzate dagli altri, nonché un modo per sentirsi “superiori” agli altri.
Le ragazze anoressiche non dimagriscono per cercare di piacere agli altri. Dimagriscono per cercare di piacere a se stesse. Quello che cerchiamo è il modo per stare a nostro agio con noi stesse, per specchiarci e vedere un’immagine che ci soddisfi, a prescindere da quello che gli altri possono pensarne, che diventa quasi del tutto irrilevante.
8) Ogni giorno le ragazze cosiddette “pro-ana” annotano sui loro blog cos’hanno mangiato, facendo la conta delle calorie, e annotando ogni loro minima oscillazione di peso. È un tipo di annotazione costante, ripetitiva ed ossessiva.
Non è escluso che una ragazza anoressica arrivi a controllare in maniera molto minuziosa quello che mangia e quanto pesa, annotando calorie e peso (cose che è comunque molto soggettiva) ma, anche nel caso, è una qualcosa di così intimo e personale, che non si sognerebbe mai di andarlo a sbandierare ove chiunque possa leggerlo.
9) Per la ragazze “pro-ana” fare branco, scambiarsi consigli, sostenersi a vicenda, aiutarsi nella dieta, consolarsi di fronte agli sgarri, è fondamentale.
L’anoressia richiede una dedizione assoluta, totale, e univoca. L’anoressica percorre una strada straordinariamente solitaria. Si isola dal resto del mondo, con cui non vuole avere più alcun tipo di contatto. Non cercherebbe mai di fare gruppo con altre anoressiche, perché ci tiene al suo senso di “unicità” che è quello che la fa sentire speciale e la sprona a portare avanti la restrizione.
10) “Questo è un blog “pro-ana”, quindi chi non è d'accordo con questa filosofia di vita o ha qualcosa da ridire è pregato di uscire”. Tipica frase da frontespizio di blog “pro-ana”.
Nessun’anoressica farebbe mai una dichiarazione d’intenti. Al contrario, un’anoressica cerca sempre di fare in modo che nessuno possa scoprire quello che sta facendo, in maniera tale da poter continuare a restringere indisturbata.
11) Le ragazze “pro-ana” sono convinte che dimagrendo arriveranno alla “perfezione”. Tutti i loro sforzi sono centrati sul corpo e sull’apparire, il peso è il loro interesse centrale.
Nessun’anoressica ha questa convinzione. Nessuna pensa che dimagrendo sarà “perfetta”. Si restringe per tutt’altri motivi che la fisicità. Si restringe perché questo ci fa sentire forti, in controllo, soddisfatte, sicure di noi stesse, appagate… sì, onnipotenti. Ma è un qualcosa di puramente emotivo. Il fisico è del tutto secondario alle sensazioni che si provano: è per quelle che si va avanti fino al limite.
Potrei continuare per molto, ma mi fermo qui. Penso che questo già sia significativo.
Penso che già da questo si capisca perfettamente che le ragazze “pro-ana” non hanno niente a che vedere con l’anoressia. In effetti non si capisce bene neanche perché abbiano ispirato il nome del loro movimento a questa malattia. È indubbio che le “pro-ana/mia” sono ragazze che stanno male con se stesse, che non si sentono amate ed accettate per quello che sono, che si sentono “invisibili”, che hanno voglia di mettersi in mostra, di attirare l’attenzione in qualsiasi modo, nella speranza che qualcuno si accorga del loro malessere. Ma è un malessere che, per quanto profondo possa essere, e non è certo mia intenzione sminuirlo, non ha niente a che vedere con quello dell’anoressica. Ecco, semplicemente per chiarire questo fatto. Certamente si tratta di due forme di disagio, due forme di disagio certo completamente differenti ma che, come tali, vanno combattute. Tutto quello che ho scritto sinora è unicamente per comparare, non vuole stilare classifiche, non vuole dire che c’è un “meglio” e un “peggio”, un “buono” e un “cattivo”: scegliere l’anoressia – che è una malattia mentale – non è decisamente una buona idea. Esattamente come scegliere di professarsi “pro-ana”. In un certo senso, potrei dire che “pro-ana” sta a anoressia come graffietto sta a tentativo di suicidio: il fatto che una persona che sceglie di suicidarsi ne conosca le motivazioni, non significa che questo sia giusto o che lo renda migliore: il suicidio è una scappatoia. Esattamente come l’anoressia. Le ragazze “pro-ana” non hanno mai vissuto l’anoressia, e auguro loro di tutto cuore di non caderci mai, anche se purtroppo il loro comportamento le trascina inevitabilmente in tale direzione. Di certo, se avessero vissuto l’anoressia non farebbero niente di tutto quello che fanno. L’anoressia è una sofferenza troppo grande perché abbia voglia di essere spiegata, condivisa o men che meno incoraggiata. Quest’inferno senza morte è un qualcosa che non si augura nemmeno alla propria peggiore nemica.
Non facciamo confusione tra anoressia e moda “pro-ana”.
Sono due cose totalmente differenti.
CONTINUA…
Penso che sia bene tracciare una netta linea di confine tra anoressia e “pro-ana”. Non una linea di confine tesa a dividere – nella sofferenza sottesa non ci sono differenze – quanto una linea di confine mirante a sottolineare la completa e totale differenza tra l’anoressia vera e propria e il fenomeno “pro-ana”.
Può capitare infatti che, leggendo i post, i commenti, le parole scritte dalle ragazze che si definiscono “pro-ana”, si abbia l’impressione che queste ragazze siano delle anoressiche che hanno trovato il modo di vivere felicemente con l’anoressia, e che dunque questa in realtà sia un valore positivo con il quale è possibile condurre una vita non soltanto piacevole, ma anche migliore di ogni altra possibile.
Okay, niente di più sbagliato.
Il che si spiega perfettamente osservando che, in realtà, le ragazze cosiddette “pro-ana/mia” non hanno in effetti niente a che vedere con i veri DCA.
Dunque, perché una ragazza “pro-ana” non è assolutamente anoressica?
1) Se leggete un qualsiasi blog “pro-ana”, noterete che è per lo più corredato di post in cui le autrici si lamentano per non essere riuscite a restringere come avrebbero voluto, per aver sgarrato col cibo, per il loro sentirsi frustrate di fronte a cose che vorrebbero mangiare e alle quali non riescono a resistere, e chiedono alle altre consigli su come fare a cercare di mangiare quanto meno possibile.
Un’anoressica non ha nessuna difficoltà a restringere. Al contrario, restringere diventa ben presto la cosa più facile del mondo. Automatica ed indolore. Nessuno sgarro, nessun problema. Nessun bisogno di chiedere consigli a chicchessia. La restrizione è un qualcosa di talmente auto-gratificante che la si mette in atto spontaneamente e con piacere.
2) L’obiettivo della maggior parte delle ragazze “pro-ana” è dimagrire per fare la modella/l’attrice/ la velina/la soubrette/la ballerina o comunque per attirare l'attenzio/l'ammirazione altrui.
È un caso più unico che raro riuscire a trovare una ragazza anoressica che abbia la benché minima intenzione di svolgere una di queste professioni. Per lo più si tratta di ragazze molto ambiziose, che pretendono molto da se stesse, e che puntano in alto anche da un punto di vista professionale.
3) Le ragazze che si definiscono “pro-ana” asseriscono che è solo dimagrendo che diventeranno belle, e che quindi potranno attirare l’attenzione dei ragazzi e di chi sta loro intorno, ricevendone i complimenti.
L’anoressica non dimagrisce per diventare bella. Non dimagrisce per piacere ai ragazzi. Non è certo suo primario interesse ricevere complimenti sul suo aspetto fisico. Il dimagrimento è secondario al vero obiettivo della restrizione, che è essenzialmente appagamento personale da un punto di vista prettamente emotivo.
4) “Sono alta 170 cm e peso 45 Kg: sono una balena obesa!” – questa è una delle frasi-tipo che si possono leggere sui blog “pro-ana”, sintomo di una innegabile dismorfofobia. (O, perché no, di un’indole “drama queen” che scrive queste cose soltanto perché vuole che qualcuna le risponda: “Ma no, non è vero, sei magrissima!”…)
Raramente un’anoressica ha dispercezione corporea. Può essere, ma non è generalizzabile. Le anoressiche sono per lo più coscienti della loro magrezza e ne vanno fiere. Non si lagnano né cercano contentini altrui in alcun modo. Se dicono agli altri di essere grasse, semmai, è solo per giustificare il fatto di non mangiare in loro presenza. In realtà, dentro di noi c’è la piena consapevolezza del sottopeso, nonché la ferma decisione a mantenerlo tale.
5) Topos fondamentale dei blog “pro-ana” è il continuo scambio di consigli e di trucchi (i cosiddetti “tips and tricks”) per restringere, non mangiare o vomitare.
Un’anoressica non darebbe mai a nessuno consigli per fare quello che sta facendo. Dentro di noi c’è la consapevolezza che è un qualcosa di sbagliato, connesso ad una profonda sofferenza, un dolore a cui non potremmo mai invitare nessuno.
6) La “thinspo” è un must per tutte le “pro-ana”: modelle scheletriche da guardare e riguardare, e a cui ispirarsi nella restrizione al fine di poter diventare come loro. Modelle che vengono definite come bellissime, meravigliose, fantastiche, fonte d’ispirazione, immagine positiva.
Nessuna anoressica, vedendo un’immagine di questi tipo, definirebbe mai la modella in questione “carina”. Nessuna anoressica identifica la bellezza nelle ossa in mostra. Le ossa sono una protezione, un’arma, una “cintura di sicurezza”, una “stampella”, non un modo per ostentare bellezza.
7) Le ragazze “pro-ana” sono convinte che dimagrire sia la chiave per farsi accettare e per essere apprezzate dagli altri, nonché un modo per sentirsi “superiori” agli altri.
Le ragazze anoressiche non dimagriscono per cercare di piacere agli altri. Dimagriscono per cercare di piacere a se stesse. Quello che cerchiamo è il modo per stare a nostro agio con noi stesse, per specchiarci e vedere un’immagine che ci soddisfi, a prescindere da quello che gli altri possono pensarne, che diventa quasi del tutto irrilevante.
8) Ogni giorno le ragazze cosiddette “pro-ana” annotano sui loro blog cos’hanno mangiato, facendo la conta delle calorie, e annotando ogni loro minima oscillazione di peso. È un tipo di annotazione costante, ripetitiva ed ossessiva.
Non è escluso che una ragazza anoressica arrivi a controllare in maniera molto minuziosa quello che mangia e quanto pesa, annotando calorie e peso (cose che è comunque molto soggettiva) ma, anche nel caso, è una qualcosa di così intimo e personale, che non si sognerebbe mai di andarlo a sbandierare ove chiunque possa leggerlo.
9) Per la ragazze “pro-ana” fare branco, scambiarsi consigli, sostenersi a vicenda, aiutarsi nella dieta, consolarsi di fronte agli sgarri, è fondamentale.
L’anoressia richiede una dedizione assoluta, totale, e univoca. L’anoressica percorre una strada straordinariamente solitaria. Si isola dal resto del mondo, con cui non vuole avere più alcun tipo di contatto. Non cercherebbe mai di fare gruppo con altre anoressiche, perché ci tiene al suo senso di “unicità” che è quello che la fa sentire speciale e la sprona a portare avanti la restrizione.
10) “Questo è un blog “pro-ana”, quindi chi non è d'accordo con questa filosofia di vita o ha qualcosa da ridire è pregato di uscire”. Tipica frase da frontespizio di blog “pro-ana”.
Nessun’anoressica farebbe mai una dichiarazione d’intenti. Al contrario, un’anoressica cerca sempre di fare in modo che nessuno possa scoprire quello che sta facendo, in maniera tale da poter continuare a restringere indisturbata.
11) Le ragazze “pro-ana” sono convinte che dimagrendo arriveranno alla “perfezione”. Tutti i loro sforzi sono centrati sul corpo e sull’apparire, il peso è il loro interesse centrale.
Nessun’anoressica ha questa convinzione. Nessuna pensa che dimagrendo sarà “perfetta”. Si restringe per tutt’altri motivi che la fisicità. Si restringe perché questo ci fa sentire forti, in controllo, soddisfatte, sicure di noi stesse, appagate… sì, onnipotenti. Ma è un qualcosa di puramente emotivo. Il fisico è del tutto secondario alle sensazioni che si provano: è per quelle che si va avanti fino al limite.
Potrei continuare per molto, ma mi fermo qui. Penso che questo già sia significativo.
Penso che già da questo si capisca perfettamente che le ragazze “pro-ana” non hanno niente a che vedere con l’anoressia. In effetti non si capisce bene neanche perché abbiano ispirato il nome del loro movimento a questa malattia. È indubbio che le “pro-ana/mia” sono ragazze che stanno male con se stesse, che non si sentono amate ed accettate per quello che sono, che si sentono “invisibili”, che hanno voglia di mettersi in mostra, di attirare l’attenzione in qualsiasi modo, nella speranza che qualcuno si accorga del loro malessere. Ma è un malessere che, per quanto profondo possa essere, e non è certo mia intenzione sminuirlo, non ha niente a che vedere con quello dell’anoressica. Ecco, semplicemente per chiarire questo fatto. Certamente si tratta di due forme di disagio, due forme di disagio certo completamente differenti ma che, come tali, vanno combattute. Tutto quello che ho scritto sinora è unicamente per comparare, non vuole stilare classifiche, non vuole dire che c’è un “meglio” e un “peggio”, un “buono” e un “cattivo”: scegliere l’anoressia – che è una malattia mentale – non è decisamente una buona idea. Esattamente come scegliere di professarsi “pro-ana”. In un certo senso, potrei dire che “pro-ana” sta a anoressia come graffietto sta a tentativo di suicidio: il fatto che una persona che sceglie di suicidarsi ne conosca le motivazioni, non significa che questo sia giusto o che lo renda migliore: il suicidio è una scappatoia. Esattamente come l’anoressia. Le ragazze “pro-ana” non hanno mai vissuto l’anoressia, e auguro loro di tutto cuore di non caderci mai, anche se purtroppo il loro comportamento le trascina inevitabilmente in tale direzione. Di certo, se avessero vissuto l’anoressia non farebbero niente di tutto quello che fanno. L’anoressia è una sofferenza troppo grande perché abbia voglia di essere spiegata, condivisa o men che meno incoraggiata. Quest’inferno senza morte è un qualcosa che non si augura nemmeno alla propria peggiore nemica.
Non facciamo confusione tra anoressia e moda “pro-ana”.
Sono due cose totalmente differenti.
CONTINUA…
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venerdì 9 gennaio 2009
Anatomia "pro-ana" - Parte 1
CULTURA UNDERGROUND
Trovo che far finta di niente sia l’unica cosa peggiore di parlarne. Quindi, vediamo di analizzare e razionalizzare.
Se scrivete su un motore di ricerca quale Google la parola “pro-ana”, otterrete circa 370.000 siti. Se invece provate a scrivere “thinspo”, ve ne usciranno circa 243.000.
Se digitate “pro-ana” su YouTube, otterrete circa 2500 video, mentre 8190 circa sono i risultati per “thinspo”.
Ripetendo la ricerca con “pro-ana” ma facendo riferimento alle immagini, vi usciranno 1.020.400 figure. Con“thinspo” le immagini risultanti sono circa 1.014.500.
Ecco un primo fatto che colpisce: i numeri relativi alle figure trovate sono molto più elevati rispetto alle informazioni scritte inerenti il fenomeno “pro-ana”.
Andiamo avanti. Cercando il termine “pro-ana” sui siti delle biblioteche maggiori della regione in cui vivo, non ho trovato nessun risultato. Analogamente per "thinspo". Il risultato è stato identico quando ho provato a ripetere la ricerca sui browser delle biblioteche delle maggiori università italiane.
Seconda osservazione: il termine “pro-ana”, dunque si trova essenzialmente su Internet, e scarse sono le informazioni che comunque si riesce a reperire riguardo al fenomeno. Informazioni che, peraltro, sono per lo più estremamente parziali, visto che fornite dalle stesse persone che promuovono il movimento.
Perciò adesso voglio cercare di fornire, in maniera quanto più oggettiva e distaccata possibile, qualche informazione al riguardo, tenendo sempre a mente i dati che vi ho fatto notare qui sopra, sui quali ritornerò in un secondo momento.
Le cosiddette “pro-ana” potrebbero essere definite come un gruppo di ragazze di età generalmente compresa tra i 13 e i 30 anni, che si tengono in contatto fra loro in blog, chat, forum, siti, community e quant’altro, dandosi consigli su come dimagrire e raggiungere quello che loro definiscono il “peso ideale”, che associano ad un’idea di “perfezione”.
La “moda” delle “pro-ana” (o “pro mia”, facendo riferimento alla bulimia) è nata negli Stati Uniti a partire dal 2002 e si calcola che oggi in America siano quasi 11 milioni le donne influenzate dal movimento e dall’ostentazione di un certo modo di apparire. In Italia il fenomeno “pro-ana” ha iniziato a diffondersi più o meno dal 2005, e si calcola che attualmente siano circa 500.000 le ragazze aderenti a questo movimento.
Il termine “ana” sta per “anoressia”, quasi un vezzeggiativo, e chi ne scrive ne tratta come una droga alla moda, un’unica strada percorribile, verso la distruzione o verso la salvezza.
I siti “pro-ana” sono spesso delle pagine personali o dei veri e propri blog che, supportati da immagini tra lo scioccante e il patinato (definite immagini “thinspo”, abbreviativo di “thin inspiration”, fonti d’ispirazione di magrezza), inneggiano ai disordini alimentari come stile di vita e come esempio di autocontrollo, fornendo consigli pratici su come procurarsi il vomito, su come mentire ai propri familiari, sui farmaci da assumere, sulle diete da seguire, sul conteggio delle calorie e su modelli fisici ai quali ispirarsi. La “moda” è dilagante e dappoco a poco si vengono a creare un numero sempre maggiore di siti satellite dove le ragazze studiano escamotage per scovare ed entrare nei vari gruppi e gridano a quello che definiscono il loro “stile di vita”. Per queste ragazze, infatti, “ana” non è una malattia ma una vera e propria filosofia di vita. Una ricerca spirituale che può annullare tutto in vista solo della magrezza, una Dea da venerare a cui dedicare delle poesie, alternate a dettagliati resoconti di “diari alimentari”, in cui le ragazze elencano quello che mangiano giornalmente, i loro obiettivi, e il peso perso. In questi siti e blog si vivono in diretta gli scontri con chi li vuole far mangiare, le madri che preparano pranzi deliziosi e comprano biscotti e con le quali la maggior parte delle volte hanno un rapporto conflittuale, almeno quanto quello con il cibo. E qui scatta la solidarietà della “amiche-ana, che si scambiano trucchi per non mangiare o per vomitare, e che hanno anche un segno distintivo: un braccialetto (che si può acquistare su Internet, tra l’altro) rosso per le “pro-ana” e porpora per le “pro-mia”. Le ragazze che si definiscono “pro-ana/mia” invitano ad entrare nei loro blog solo le persone che condividono una filosofia di magrezza assoluta: quella che chiamano la “filosofia ana”, i cui cardini salienti si trovano nei “Thin Commandments”, i comandamenti per essere magra, che proclamano la magrezza come un valore assoluto da anteporre ad ogni qualsiasi altra cosa. Nei loro siti c’è contrapposizione tra filosofia e malattia: mente l’anoressia viene riconosciuta come malattia e tutti gli effetti, il termine “ana” riveste per loro una filosofia di vita che nulla ha a che vedere con uno stato patologico. Una sorta di “identità anoressica”.
La loro è una corsa a quella che ritengono essere la “perfezione”, è una corsa verso un ideale pericoloso, è una corsa verso la morte. Ragazze disperate nei loro complessi, che non si accettano per quello che sono, che si puniscono per essere, a loro modo di vedere, grasse. Affermare che cosa sia il fenomeno “pro-ana” è certamente troppo complesso per me, però credo che la presenza di tanti siti, blog e forum al riguardo ci fornisca un duplice messaggio: da una parte, i siti “pro-ana” sono la sfida narcisistica di queste persone nei confronti di un mondo dal quale non si sentono comprese ed accettate, e la loro voglia di auto-affermazione che paradossalmente cerca convalida e sostegno nel numero; dall’altra possono rappresentare il loro grido di bisogno a chi gli sta intorno, un bisogno di relazione e considerazione, un malessere incatalogabile che non ha in effetti a che vedere con l’anoressia.
Ora, considerando queste informazioni in relazione ai numeri citati all’inizio di questo post, credo che sorga spontanea la domanda: quale altro movimento è così completamente basato su Internet? E perché il fenomeno “pro-ana” rimane totalmente attaccato e circoscritto al Web? È intenzionale???
Questa è la mia teoria al riguardo:
1) Il fenomeno “pro-ana” non è socialmente accettabile (e per buone ragioni!!) perciò richiede l’anonimato.
2) Conseguentemente, è difficile che un qualcosa di così controverso riesca a trovare pubblico. Riuscite ad immaginare come sarebbe trovare nella biblioteca del paese in cui abitate un libro che parla di “thinspo” o di “pro-ana” ? O “La guida per essere una buona pro-ana”? O “101 trucchi per le pro-ana”? Bè… ^^"
3) Le ragazze con disturbi alimentari (tra cui comunque sono incluse anche alcune ragazze “pro-ana”) risultano generalmente essere abbastanza introverse od asociali e perciò tendono a preferire interazioni on-line rispetto a relazioni nella vita reale.
4) Inoltre, usare Internet induce a mentire. In fin dei conti, nessuno può sapere chi veramente si nasconde dietro ad un nick. Perciò c’è tutto un mondo che ruota attorno ai siti “pro-ana”, dai falsi pesi a BMI estremamente bassi ai fini di mettersi in evidenza in perfetto stile “drama queen”.
5) Relativamente ai braccialetti di riconoscimento. A proposito di tutte quelle ragazze che dicono di aver comprato braccialetti rossi… Quante li utilizzano effettivamente per identificare un’altra “pro-ana” nella vita reale? Sono veramente indossati in pubblico? O appaiono solo nelle foto/immagini che si trovano su Internet?
Quello che può accadere è che persone come me o come la maggior parte di voi che state seguendo il mio blog, incappando in uno di questi siti, blog o forum cosiddetti “pro-ana/mia”, possano rimanere allo stesso tempo orripilate e attratte da quello che c’è scritto e dalle immagini mostrate. Una cosa di questo tipo può dunque essere una dura prova da affrontare lungo la strada del ricovero. In effetti, può essere un nuovo forte richiamo verso quello da cui stiamo tentando di staccarci. Allo stesso modo, ragazze insoddisfatte di se stesse e del proprio aspetto, che non hanno però mai avuto a che fare con DCA, possono trovare uno di questi siti/blog/forum, e credere di aver individuato qual è la via che risolverà tutti i loro problemi. Credo che noi ormai purtroppo sappiamo fin troppo bene che non è così, no?! Quindi, qualora vi capitasse di trovare un blog/sito/forum “pro-ana”, qualora vi sentiste nuovamente ritirare dentro il sintomo da quello che ci trovate, pensate prima a tutto quello che ho appena scritto, e chiedetevi: quanto in realtà c’è di vero, e quanto è montato? Perché non credo proprio che voi vogliate che sia una montatura a farvi cedere, a farvi abbandonare la strada della luce, giusto?!
In effetti, qui un’altra domanda sorge spontanea: cos’hanno veramente a che vedere le ragazze che si definiscono “pro-ana” con l’anoressia?
CONTINUA...
Trovo che far finta di niente sia l’unica cosa peggiore di parlarne. Quindi, vediamo di analizzare e razionalizzare.
Se scrivete su un motore di ricerca quale Google la parola “pro-ana”, otterrete circa 370.000 siti. Se invece provate a scrivere “thinspo”, ve ne usciranno circa 243.000.
Se digitate “pro-ana” su YouTube, otterrete circa 2500 video, mentre 8190 circa sono i risultati per “thinspo”.
Ripetendo la ricerca con “pro-ana” ma facendo riferimento alle immagini, vi usciranno 1.020.400 figure. Con“thinspo” le immagini risultanti sono circa 1.014.500.
Ecco un primo fatto che colpisce: i numeri relativi alle figure trovate sono molto più elevati rispetto alle informazioni scritte inerenti il fenomeno “pro-ana”.
Andiamo avanti. Cercando il termine “pro-ana” sui siti delle biblioteche maggiori della regione in cui vivo, non ho trovato nessun risultato. Analogamente per "thinspo". Il risultato è stato identico quando ho provato a ripetere la ricerca sui browser delle biblioteche delle maggiori università italiane.
Seconda osservazione: il termine “pro-ana”, dunque si trova essenzialmente su Internet, e scarse sono le informazioni che comunque si riesce a reperire riguardo al fenomeno. Informazioni che, peraltro, sono per lo più estremamente parziali, visto che fornite dalle stesse persone che promuovono il movimento.
Perciò adesso voglio cercare di fornire, in maniera quanto più oggettiva e distaccata possibile, qualche informazione al riguardo, tenendo sempre a mente i dati che vi ho fatto notare qui sopra, sui quali ritornerò in un secondo momento.
Le cosiddette “pro-ana” potrebbero essere definite come un gruppo di ragazze di età generalmente compresa tra i 13 e i 30 anni, che si tengono in contatto fra loro in blog, chat, forum, siti, community e quant’altro, dandosi consigli su come dimagrire e raggiungere quello che loro definiscono il “peso ideale”, che associano ad un’idea di “perfezione”.
La “moda” delle “pro-ana” (o “pro mia”, facendo riferimento alla bulimia) è nata negli Stati Uniti a partire dal 2002 e si calcola che oggi in America siano quasi 11 milioni le donne influenzate dal movimento e dall’ostentazione di un certo modo di apparire. In Italia il fenomeno “pro-ana” ha iniziato a diffondersi più o meno dal 2005, e si calcola che attualmente siano circa 500.000 le ragazze aderenti a questo movimento.
Il termine “ana” sta per “anoressia”, quasi un vezzeggiativo, e chi ne scrive ne tratta come una droga alla moda, un’unica strada percorribile, verso la distruzione o verso la salvezza.
I siti “pro-ana” sono spesso delle pagine personali o dei veri e propri blog che, supportati da immagini tra lo scioccante e il patinato (definite immagini “thinspo”, abbreviativo di “thin inspiration”, fonti d’ispirazione di magrezza), inneggiano ai disordini alimentari come stile di vita e come esempio di autocontrollo, fornendo consigli pratici su come procurarsi il vomito, su come mentire ai propri familiari, sui farmaci da assumere, sulle diete da seguire, sul conteggio delle calorie e su modelli fisici ai quali ispirarsi. La “moda” è dilagante e dappoco a poco si vengono a creare un numero sempre maggiore di siti satellite dove le ragazze studiano escamotage per scovare ed entrare nei vari gruppi e gridano a quello che definiscono il loro “stile di vita”. Per queste ragazze, infatti, “ana” non è una malattia ma una vera e propria filosofia di vita. Una ricerca spirituale che può annullare tutto in vista solo della magrezza, una Dea da venerare a cui dedicare delle poesie, alternate a dettagliati resoconti di “diari alimentari”, in cui le ragazze elencano quello che mangiano giornalmente, i loro obiettivi, e il peso perso. In questi siti e blog si vivono in diretta gli scontri con chi li vuole far mangiare, le madri che preparano pranzi deliziosi e comprano biscotti e con le quali la maggior parte delle volte hanno un rapporto conflittuale, almeno quanto quello con il cibo. E qui scatta la solidarietà della “amiche-ana, che si scambiano trucchi per non mangiare o per vomitare, e che hanno anche un segno distintivo: un braccialetto (che si può acquistare su Internet, tra l’altro) rosso per le “pro-ana” e porpora per le “pro-mia”. Le ragazze che si definiscono “pro-ana/mia” invitano ad entrare nei loro blog solo le persone che condividono una filosofia di magrezza assoluta: quella che chiamano la “filosofia ana”, i cui cardini salienti si trovano nei “Thin Commandments”, i comandamenti per essere magra, che proclamano la magrezza come un valore assoluto da anteporre ad ogni qualsiasi altra cosa. Nei loro siti c’è contrapposizione tra filosofia e malattia: mente l’anoressia viene riconosciuta come malattia e tutti gli effetti, il termine “ana” riveste per loro una filosofia di vita che nulla ha a che vedere con uno stato patologico. Una sorta di “identità anoressica”.
La loro è una corsa a quella che ritengono essere la “perfezione”, è una corsa verso un ideale pericoloso, è una corsa verso la morte. Ragazze disperate nei loro complessi, che non si accettano per quello che sono, che si puniscono per essere, a loro modo di vedere, grasse. Affermare che cosa sia il fenomeno “pro-ana” è certamente troppo complesso per me, però credo che la presenza di tanti siti, blog e forum al riguardo ci fornisca un duplice messaggio: da una parte, i siti “pro-ana” sono la sfida narcisistica di queste persone nei confronti di un mondo dal quale non si sentono comprese ed accettate, e la loro voglia di auto-affermazione che paradossalmente cerca convalida e sostegno nel numero; dall’altra possono rappresentare il loro grido di bisogno a chi gli sta intorno, un bisogno di relazione e considerazione, un malessere incatalogabile che non ha in effetti a che vedere con l’anoressia.
Ora, considerando queste informazioni in relazione ai numeri citati all’inizio di questo post, credo che sorga spontanea la domanda: quale altro movimento è così completamente basato su Internet? E perché il fenomeno “pro-ana” rimane totalmente attaccato e circoscritto al Web? È intenzionale???
Questa è la mia teoria al riguardo:
1) Il fenomeno “pro-ana” non è socialmente accettabile (e per buone ragioni!!) perciò richiede l’anonimato.
2) Conseguentemente, è difficile che un qualcosa di così controverso riesca a trovare pubblico. Riuscite ad immaginare come sarebbe trovare nella biblioteca del paese in cui abitate un libro che parla di “thinspo” o di “pro-ana” ? O “La guida per essere una buona pro-ana”? O “101 trucchi per le pro-ana”? Bè… ^^"
3) Le ragazze con disturbi alimentari (tra cui comunque sono incluse anche alcune ragazze “pro-ana”) risultano generalmente essere abbastanza introverse od asociali e perciò tendono a preferire interazioni on-line rispetto a relazioni nella vita reale.
4) Inoltre, usare Internet induce a mentire. In fin dei conti, nessuno può sapere chi veramente si nasconde dietro ad un nick. Perciò c’è tutto un mondo che ruota attorno ai siti “pro-ana”, dai falsi pesi a BMI estremamente bassi ai fini di mettersi in evidenza in perfetto stile “drama queen”.
5) Relativamente ai braccialetti di riconoscimento. A proposito di tutte quelle ragazze che dicono di aver comprato braccialetti rossi… Quante li utilizzano effettivamente per identificare un’altra “pro-ana” nella vita reale? Sono veramente indossati in pubblico? O appaiono solo nelle foto/immagini che si trovano su Internet?
Quello che può accadere è che persone come me o come la maggior parte di voi che state seguendo il mio blog, incappando in uno di questi siti, blog o forum cosiddetti “pro-ana/mia”, possano rimanere allo stesso tempo orripilate e attratte da quello che c’è scritto e dalle immagini mostrate. Una cosa di questo tipo può dunque essere una dura prova da affrontare lungo la strada del ricovero. In effetti, può essere un nuovo forte richiamo verso quello da cui stiamo tentando di staccarci. Allo stesso modo, ragazze insoddisfatte di se stesse e del proprio aspetto, che non hanno però mai avuto a che fare con DCA, possono trovare uno di questi siti/blog/forum, e credere di aver individuato qual è la via che risolverà tutti i loro problemi. Credo che noi ormai purtroppo sappiamo fin troppo bene che non è così, no?! Quindi, qualora vi capitasse di trovare un blog/sito/forum “pro-ana”, qualora vi sentiste nuovamente ritirare dentro il sintomo da quello che ci trovate, pensate prima a tutto quello che ho appena scritto, e chiedetevi: quanto in realtà c’è di vero, e quanto è montato? Perché non credo proprio che voi vogliate che sia una montatura a farvi cedere, a farvi abbandonare la strada della luce, giusto?!
In effetti, qui un’altra domanda sorge spontanea: cos’hanno veramente a che vedere le ragazze che si definiscono “pro-ana” con l’anoressia?
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mercoledì 7 gennaio 2009
In bocca al lupo, guerriera della luce!
Il post di oggi è dedicato a “Tiger”.
Sì, a questa meravigliosa ragazza che molto spesso ha commentato i miei post, e che sta combattendo contro la bulimia. A questa stupenda ragazza che è indubbiamente “una di noi”.
Già da diversi mesi “Tiger” aveva deciso d’intraprendere la sua strada del ricovero chiedendo di essere ricoverata in un centro specializzato per DCA, e finalmente la sua richiesta è stata accolta: da oggi, “Tiger” è ufficialmente entrata nella clinica. Da oggi, “Tiger” ha finalmente fatto un passo enorme ed importantissimo nella sua strada per il ricovero, nella sua strada della luce. Non riesco a descrivere a parole quanto sono felice per lei. Per favore, fatele tutte un grande incoraggiamento e pensatela forte forte, perché è davvero una ragazza coraggiosa e in gambissima…
“Tiger”... ti faccio il mio "in bocca al lupo" più enorme per il ricovero... sono veramente felice che finalmente sia arrivato il tuo momento... se senti che è questo ciò di cui hai bisogno adesso, sono certa che sarà un ottimo punto di partenza per questo nuovo anno, per costruire un futuro più bello e più radioso che mai. Il futuro che meriti... Il futuro che ti auguro con tutto il cuore. Che questo, dunque, possa essere il tuo primo, vero, forte passo sulla strada del ricovero... sulla strada della luce... Abbi fede, mettici tutta te stessa, e ne uscirai più forte di prima...
Spero davvero che questo ricovero possa per te essere uno step decisivo, un colpo mortale contro la bulimia. Pensa soltanto che la tua volontà è fondamentale, ma che Tu – sì, cara mia, proprio TU – ce la poi fare… assolutamente.
Lo so, l’idea di un ricovero in clinica può spaventare… In fin dei conti, ha sempre l’aria di un salto nel buio… Ma anche se lo fosse, non preoccuparti, perché in quel “buio” ci sono braccia di persone esperte che sapranno afferrarti e non ti lasceranno cadere. E sono braccia che sanno dove cercare l'interruttore della luce. E poi… a volte aver paura è un modo per cominciare, sai?!
”Tiger”, ricordati che io sarò qui e ti penserò sempre... e farò sempre il tifo per te... spero che le mie vibrazioni positive riusciranno ad arrivarti e ti daranno in ogni momento un pochina di forza in più per continuare ad andare sempre avanti nonostante tutto... “Tiger”, questa è la tua nuova possibilità: cerca di sfruttarla fino in fondo traendone il meglio... E quando torni a scrivere, a commentare i miei post, voglio che tu stia davvero meglio, intesi?! ^_-
Ti abbraccio stretta stretta...
Che la forza sia con te, tesoro...
Per arrivare all'alba, non c'è altra via che la notte, ricordatelo...
Sì, a questa meravigliosa ragazza che molto spesso ha commentato i miei post, e che sta combattendo contro la bulimia. A questa stupenda ragazza che è indubbiamente “una di noi”.
Già da diversi mesi “Tiger” aveva deciso d’intraprendere la sua strada del ricovero chiedendo di essere ricoverata in un centro specializzato per DCA, e finalmente la sua richiesta è stata accolta: da oggi, “Tiger” è ufficialmente entrata nella clinica. Da oggi, “Tiger” ha finalmente fatto un passo enorme ed importantissimo nella sua strada per il ricovero, nella sua strada della luce. Non riesco a descrivere a parole quanto sono felice per lei. Per favore, fatele tutte un grande incoraggiamento e pensatela forte forte, perché è davvero una ragazza coraggiosa e in gambissima…
“Tiger”... ti faccio il mio "in bocca al lupo" più enorme per il ricovero... sono veramente felice che finalmente sia arrivato il tuo momento... se senti che è questo ciò di cui hai bisogno adesso, sono certa che sarà un ottimo punto di partenza per questo nuovo anno, per costruire un futuro più bello e più radioso che mai. Il futuro che meriti... Il futuro che ti auguro con tutto il cuore. Che questo, dunque, possa essere il tuo primo, vero, forte passo sulla strada del ricovero... sulla strada della luce... Abbi fede, mettici tutta te stessa, e ne uscirai più forte di prima...
Spero davvero che questo ricovero possa per te essere uno step decisivo, un colpo mortale contro la bulimia. Pensa soltanto che la tua volontà è fondamentale, ma che Tu – sì, cara mia, proprio TU – ce la poi fare… assolutamente.
Lo so, l’idea di un ricovero in clinica può spaventare… In fin dei conti, ha sempre l’aria di un salto nel buio… Ma anche se lo fosse, non preoccuparti, perché in quel “buio” ci sono braccia di persone esperte che sapranno afferrarti e non ti lasceranno cadere. E sono braccia che sanno dove cercare l'interruttore della luce. E poi… a volte aver paura è un modo per cominciare, sai?!
”Tiger”, ricordati che io sarò qui e ti penserò sempre... e farò sempre il tifo per te... spero che le mie vibrazioni positive riusciranno ad arrivarti e ti daranno in ogni momento un pochina di forza in più per continuare ad andare sempre avanti nonostante tutto... “Tiger”, questa è la tua nuova possibilità: cerca di sfruttarla fino in fondo traendone il meglio... E quando torni a scrivere, a commentare i miei post, voglio che tu stia davvero meglio, intesi?! ^_-
Ti abbraccio stretta stretta...
Che la forza sia con te, tesoro...
Per arrivare all'alba, non c'è altra via che la notte, ricordatelo...
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lunedì 5 gennaio 2009
A voi la parola / 3
Oggi voglio proporvi le parole di Mary, una meravigliosa guerriera della luce che sta combattendo con determinazione contro l’anoressia, e che avete già avuto modo di ammirare anche nel video…
Cara Veggie...
ho pensato di mandarti una pagina significativa del mio diario segreto per lo spazio “A VOI LA PAROLA”... ci tengo che tu la legga e diventi anche parte di te... perchè io leggendola oggi a distanza di quasi 8 mesi ancora piango a singhiozzi... ancora nasce in me la stessa confusione di quei giorni... è tutto così terribile Veggie... questa realtà era terribile... e sono felice di averti incontrata sul mio cammino e di aver inziato a combattere!!
Vorrei stringermi forte a te in questo momento così doloroso, in questo momento in cui le lacrime non smettono di scendere e graffiarmi il viso... sono consapevole del fatto di poter contare su di te ora e sempre, ed è per questo che ho deciso di renderti partecipe di questa mia crisi!!!... e sai, credo che pubblicare questa pagina possa essere d'aiuto anche per me, che rileggendola, sapendo di contare sul tuo appoggio e magari su quello di tante altre ragazze, posso trovare un appiglio in più per la mia risalita!!
Dalle pagine del mio diario segreto...
27/04/2008
La situazione è parecchio strana, ogni tanto sembra prendere un risvolto "positivo", ma sono più le volte in cui mi seno sempre e comunque una merda!!
Non sono ancora riuscita a smettere di ridurre e vomitare, ridurre e vomitare, e non credo accadrà molto in fretta! Vomitare è sinonimo di punizione...perchè mi sento in colpa...e ogni volta che si fa qualcosa di sbagliato c'è bisogno di una punizione!! Perchè la colpa è solo mia se tradisco me stessa, se tradisco la bilancia.
...più passano i giorni e più mi sento impotente di fronte all'altra parte di me, quella che mi comanda e mi distrugge, forse. "Non sono malata", mi continuo a ripetere..."Se fossi veramente malata e se svenissi ogni attimo, magari potrei lontanamente pensare ad un'eventuale cura, ma visto che non è così, la conclusione è che IO STO BENE"...
Intanto, però, le lacrime non smettono di scendere, e giorno dopo giorno sono sempre più amare...il dolore è sempre più grande...ma l'entusiasmo lo supera...la forza che traggo da tutta questa meravigliosa sofferenza si trasforma in vera FELICITA'...sì!!!
Non so per quanto tempo riuscirò a fare ancora questi discorsi...non penso tantissimo...la sua confusione mi sta stufando...e ho come l'impressione che manchi poco alla fine. Oh no, la fine del corpo non so quando arriverà, figuriamoci manca ancora molto, oscillare tra 39kg e 40kg è ancora un ostacolo insormontabile da superare per lei...sono ancora troppi...però, qualcuno mi sta facendo assaporare la fine della mia vita e delle mie emozioni...ma per me non conta niente, sono disposta a tutto pur di continuare sulla mia strada!!!
E' impossibile dire BASTA a questo punto della storia...è impossibile dover chiedere AIUTO...vorrebbe dire dovere ammettere di stare male...dovere ammettere di avere un problema...DOVER AMMETTERE DI AVER PERSO QUEL MALEDETTO CONTROLLO!! Eppure, io sto così bene nel mio mondo...vado ancora a correre, faccio addominali su addominali, faccio le scale a piedi di corsa...!!! E allora corro, corro, e ancora corro senza mai fermarmi...correre per bruciare, per sudare, per sentire la testa scoppiare, le vene pulsare e le gambe far male esageratamente...ma non posso fermarmi, NON VOGLIO FERMARMI...!! Camminare su questo filo è proibito, non basta, significherebbe farsi attaccare da quel maledetto diavoletto che è come se mi continuasse a rincorrere...e io DEVO scappare!! Il cibo mi terrorizza...ogni volta che si avvicinano le ore dei pasti dentro di me è come se iniziasse la GUERRA: l'ansia, l'angoscia, la paura arrivano e prendono il sopravvento...l'unica cosa è scappare...correre senza meta, fino allo sfinimento...come faccio ogni volta che mi ritrovo al parco: sono sola...di fronte a me stessa, che sono la mia peggior nemica...devo capire che valgo qualcosa...che ce la faccio...che non sono una nullità...che HO TUTTO SOTTO CONTROLLO.
In quest' ultimo mese dopo il viaggio in Inghilterra, ho detto tante belle parole, oh sì...ho mentito a tutti...e soprattutto a me stessa...!! Il mio scopo è sempre rimasto, rimane e rimarrà sempre e comunque lo stesso: ridurre al minimo il mio corpo per non intralciare, per non farmi vedere...per dissolvermi lentamente... e volare via da questo mondo... permettere alle ali che ho costruito con tanta fatica di spiccare il volo verso il cielo... il volo che ho sempre desiderato.
Trovo che le parole di Mary siano particolarmente graffianti. Sono parole che mettono bene in luce tutte le contraddizioni sottese all’anoressia, la felicità che questa sul momento porta e, contemporaneamente, la velata consapevolezza di quanto questa possa essere effimera. La pagina del diario di Mary è, in effetti, un insieme di emozioni contraddittorie, con le quali è veramente difficile venire a capo nel momento in cui si è ancora egostenicamente legate al sintomo. Eppure, nonostante la patina di euforia che sembra costellare queste righe, è percepibile un greve sottofondo di tristezza, un senso di soffocamento e d’imprigionamento, primi germogli d’una futura lotta contro l’anoressia che adesso Mary è fortunatamente riuscita ad intraprendere e che sta portando avanti con tutta la sua forza e il suo coraggio. Penso perciò che questa pagina di diario possa essere un invito a non dimenticare le bugie che l’anoressia ha raccontato, le illusioni che ha fatto vivere, le sue false promesse di felicità, in maniera tale che tenendole sott’occhio e avendone adesso la consapevolezza, si possa evitare di ricaderci in futuro.
Mary… grazie mille per queste parole. Sei una ragazza intelligente e coraggiosissima, e sono davvero convinta che la strada che stai percorrendo – sia da un punto di vista di battaglia individuale, sia da un punto di vista di colloqui psicologici – possa portarti verso la luce. Devi solo credere di più in te stessa e pensare che tutta la forza distruttiva che, racchiusa in questa pagina di diario, rivolgevi contro te stessa, è comunque una grande risorsa che possiedi: se utilizzi questa forza per combattere in positivo, potrai davvero arrivare lontano sulla strada del ricovero. Tieni duro e continua a lottare senza arrenderti… se cadi, rialzati… La mia mano è sempre qui tesa per te. Continua a tenerla stretta, e cammineremo insieme…
P.S.= “A voi la parola” torna il 29 Gennaio… Qualora lo vogliate, continuate a mandarmi le vostre parole… veggie.any@alice.it
Cara Veggie...
ho pensato di mandarti una pagina significativa del mio diario segreto per lo spazio “A VOI LA PAROLA”... ci tengo che tu la legga e diventi anche parte di te... perchè io leggendola oggi a distanza di quasi 8 mesi ancora piango a singhiozzi... ancora nasce in me la stessa confusione di quei giorni... è tutto così terribile Veggie... questa realtà era terribile... e sono felice di averti incontrata sul mio cammino e di aver inziato a combattere!!
Vorrei stringermi forte a te in questo momento così doloroso, in questo momento in cui le lacrime non smettono di scendere e graffiarmi il viso... sono consapevole del fatto di poter contare su di te ora e sempre, ed è per questo che ho deciso di renderti partecipe di questa mia crisi!!!... e sai, credo che pubblicare questa pagina possa essere d'aiuto anche per me, che rileggendola, sapendo di contare sul tuo appoggio e magari su quello di tante altre ragazze, posso trovare un appiglio in più per la mia risalita!!
Dalle pagine del mio diario segreto...
27/04/2008
La situazione è parecchio strana, ogni tanto sembra prendere un risvolto "positivo", ma sono più le volte in cui mi seno sempre e comunque una merda!!
Non sono ancora riuscita a smettere di ridurre e vomitare, ridurre e vomitare, e non credo accadrà molto in fretta! Vomitare è sinonimo di punizione...perchè mi sento in colpa...e ogni volta che si fa qualcosa di sbagliato c'è bisogno di una punizione!! Perchè la colpa è solo mia se tradisco me stessa, se tradisco la bilancia.
...più passano i giorni e più mi sento impotente di fronte all'altra parte di me, quella che mi comanda e mi distrugge, forse. "Non sono malata", mi continuo a ripetere..."Se fossi veramente malata e se svenissi ogni attimo, magari potrei lontanamente pensare ad un'eventuale cura, ma visto che non è così, la conclusione è che IO STO BENE"...
Intanto, però, le lacrime non smettono di scendere, e giorno dopo giorno sono sempre più amare...il dolore è sempre più grande...ma l'entusiasmo lo supera...la forza che traggo da tutta questa meravigliosa sofferenza si trasforma in vera FELICITA'...sì!!!
Non so per quanto tempo riuscirò a fare ancora questi discorsi...non penso tantissimo...la sua confusione mi sta stufando...e ho come l'impressione che manchi poco alla fine. Oh no, la fine del corpo non so quando arriverà, figuriamoci manca ancora molto, oscillare tra 39kg e 40kg è ancora un ostacolo insormontabile da superare per lei...sono ancora troppi...però, qualcuno mi sta facendo assaporare la fine della mia vita e delle mie emozioni...ma per me non conta niente, sono disposta a tutto pur di continuare sulla mia strada!!!
E' impossibile dire BASTA a questo punto della storia...è impossibile dover chiedere AIUTO...vorrebbe dire dovere ammettere di stare male...dovere ammettere di avere un problema...DOVER AMMETTERE DI AVER PERSO QUEL MALEDETTO CONTROLLO!! Eppure, io sto così bene nel mio mondo...vado ancora a correre, faccio addominali su addominali, faccio le scale a piedi di corsa...!!! E allora corro, corro, e ancora corro senza mai fermarmi...correre per bruciare, per sudare, per sentire la testa scoppiare, le vene pulsare e le gambe far male esageratamente...ma non posso fermarmi, NON VOGLIO FERMARMI...!! Camminare su questo filo è proibito, non basta, significherebbe farsi attaccare da quel maledetto diavoletto che è come se mi continuasse a rincorrere...e io DEVO scappare!! Il cibo mi terrorizza...ogni volta che si avvicinano le ore dei pasti dentro di me è come se iniziasse la GUERRA: l'ansia, l'angoscia, la paura arrivano e prendono il sopravvento...l'unica cosa è scappare...correre senza meta, fino allo sfinimento...come faccio ogni volta che mi ritrovo al parco: sono sola...di fronte a me stessa, che sono la mia peggior nemica...devo capire che valgo qualcosa...che ce la faccio...che non sono una nullità...che HO TUTTO SOTTO CONTROLLO.
In quest' ultimo mese dopo il viaggio in Inghilterra, ho detto tante belle parole, oh sì...ho mentito a tutti...e soprattutto a me stessa...!! Il mio scopo è sempre rimasto, rimane e rimarrà sempre e comunque lo stesso: ridurre al minimo il mio corpo per non intralciare, per non farmi vedere...per dissolvermi lentamente... e volare via da questo mondo... permettere alle ali che ho costruito con tanta fatica di spiccare il volo verso il cielo... il volo che ho sempre desiderato.
Trovo che le parole di Mary siano particolarmente graffianti. Sono parole che mettono bene in luce tutte le contraddizioni sottese all’anoressia, la felicità che questa sul momento porta e, contemporaneamente, la velata consapevolezza di quanto questa possa essere effimera. La pagina del diario di Mary è, in effetti, un insieme di emozioni contraddittorie, con le quali è veramente difficile venire a capo nel momento in cui si è ancora egostenicamente legate al sintomo. Eppure, nonostante la patina di euforia che sembra costellare queste righe, è percepibile un greve sottofondo di tristezza, un senso di soffocamento e d’imprigionamento, primi germogli d’una futura lotta contro l’anoressia che adesso Mary è fortunatamente riuscita ad intraprendere e che sta portando avanti con tutta la sua forza e il suo coraggio. Penso perciò che questa pagina di diario possa essere un invito a non dimenticare le bugie che l’anoressia ha raccontato, le illusioni che ha fatto vivere, le sue false promesse di felicità, in maniera tale che tenendole sott’occhio e avendone adesso la consapevolezza, si possa evitare di ricaderci in futuro.
Mary… grazie mille per queste parole. Sei una ragazza intelligente e coraggiosissima, e sono davvero convinta che la strada che stai percorrendo – sia da un punto di vista di battaglia individuale, sia da un punto di vista di colloqui psicologici – possa portarti verso la luce. Devi solo credere di più in te stessa e pensare che tutta la forza distruttiva che, racchiusa in questa pagina di diario, rivolgevi contro te stessa, è comunque una grande risorsa che possiedi: se utilizzi questa forza per combattere in positivo, potrai davvero arrivare lontano sulla strada del ricovero. Tieni duro e continua a lottare senza arrenderti… se cadi, rialzati… La mia mano è sempre qui tesa per te. Continua a tenerla stretta, e cammineremo insieme…
P.S.= “A voi la parola” torna il 29 Gennaio… Qualora lo vogliate, continuate a mandarmi le vostre parole… veggie.any@alice.it
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sabato 3 gennaio 2009
Tutto nelle nostre mani
Non esitate. Aprite la porta. Lasciate entrare la luce. Iniziate ad avere cura di voi stesse.
Non abbiate paura di mostrare al mondo il potere del vostro sorriso sul vostro volto. Cadete e rialzatevi. Perseverate.
Potete percorrere la strada del ricovero. Potete essere libere. È tutto solo nelle vostre mani.
Non cercate di correre a perdifiato per arrivare in fondo alla strada: per correre a perdifiato bisogna tenere la testa bassa, e se procedete tenendo la testa bassa rischiereste di deviare e di non arrivare dove avreste voluto. Perciò, semplicemente, camminate.
Se vi si para davanti una porta chiusa, semplicemente, bussate.
Se la luce si spenge, aspettate per una nuova alba. Il sole torna sempre per chi lo vuole cercare.
Se vi sembra che le vostre gambe non siano ancora forti abbastanza da sostenervi, usate le vostre braccia per abbracciarvi.
E continuate comunque ad andare avanti.
Tutto quello che state cercando, è già dentro di voi.
È tutto qui.
Potete percorrere la strada del ricovero. Potete essere libere. È tutto nelle vostre mani.
Potete percorrere la strada del ricovero. Potete essere libere. È tutto nelle vostre mani.
Potete percorrere la strada del ricovero. Potete essere libere. È tutto nelle vostre mani.
E' tutto nelle nostre mani.
Non abbiate paura di mostrare al mondo il potere del vostro sorriso sul vostro volto. Cadete e rialzatevi. Perseverate.
Potete percorrere la strada del ricovero. Potete essere libere. È tutto solo nelle vostre mani.
Non cercate di correre a perdifiato per arrivare in fondo alla strada: per correre a perdifiato bisogna tenere la testa bassa, e se procedete tenendo la testa bassa rischiereste di deviare e di non arrivare dove avreste voluto. Perciò, semplicemente, camminate.
Se vi si para davanti una porta chiusa, semplicemente, bussate.
Se la luce si spenge, aspettate per una nuova alba. Il sole torna sempre per chi lo vuole cercare.
Se vi sembra che le vostre gambe non siano ancora forti abbastanza da sostenervi, usate le vostre braccia per abbracciarvi.
E continuate comunque ad andare avanti.
Tutto quello che state cercando, è già dentro di voi.
È tutto qui.
Potete percorrere la strada del ricovero. Potete essere libere. È tutto nelle vostre mani.
Potete percorrere la strada del ricovero. Potete essere libere. È tutto nelle vostre mani.
Potete percorrere la strada del ricovero. Potete essere libere. È tutto nelle vostre mani.
E' tutto nelle nostre mani.
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giovedì 1 gennaio 2009
Si ricomincia...
Il 2009 è un nuovo inizio. Un anno nuovo di zecca che sta solo aspettando quello che noi decideremo di farne. Perciò è una buona occasione per decidere di fare qualcosa di diverso da tutto quello che abbiamo fatto in passato e che non ci ha rese felici, se non di quella felicità effimera e destinata inevitabilmente a crollare. Vale la pena di fare un tentativo. E quello che v’invito a fare, ragazze. Non avete niente da perdere e tutto da guadagnare. Okay, quello che ho appena scritto può essere ansiogeno. Dunque dimenticate per un attimo queste mie parole e concentratevi su voi stesse. Dentro avete molto di più di quanto potrà mai essere detto con le parole.
Cosa vi aspettate da questo 2009? No, non compilate la solita lista di buoni propositi per l’anno nuovo. È una delle peggiori cose che si possano fare, perché se poi per qualche motivo non riusciste a raggiungere tutti gli obiettivi che vi eravate proposte, vi sentirete fallite, o incomplete, o avrete la sensazione di non aver vissuto al 100%. Perciò, anziché mettere giù una lunga lista d’intenzioni, scegliete semplicemente una cosa. Una cosa che significa veramente qualcosa per voi stesse. Soltanto una. Una cosa positiva. E cercate di realizzarla nel corso dell’anno. Ma non preoccupatevi se non ci riuscirete. Non commettete l’errore di focalizzarvi unicamente su quella cosa. Certo, raggiungere un obiettivo è bello. Ma se ci si concentra solo sull’obiettivo, si rischia di perdere tutto quello che di altrettanto bello può esserci intorno. Per questo non è indispensabile andare sempre fino in fondo: c’è così tanto di meraviglioso in mezzo! Il 2009 ha un sacco da offrire a ciascuna di voi, perciò non fissatevi su una sola cosa. Semplicemente, tenetela a mente e lavorateci su quando potete. Sarete stupite da quello che riuscirete a fare senza pretendere troppo da voi stesse.
E, un’altra cosa… quest’anno, provate ad imparare da voi stesse.
Semplicemente questo. Non dissezionate al microscopio ogni vostro singolo comportamento. Non provate ad emulare gli altri. Non cercate di trovare per forza una risposta a ogni domanda che vi ponete. Semplicemente, imparate… da voi stesse. Non dai libri di scuola o da quello che gli altri vogliono farvi credere, ma unicamente da voi stesse. C’è molto da imparare. E il primo passo per imparare è ascoltare. Perciò, ascoltatevi. Anche se vi sembra che certe cose non abbiano senso, ascoltatevi. Imparatevi.
Perché è vero… tutto inizia da voi.
Il nuovo anno è come un libro con 365 pagine vuote… fate di ogni giorno il vostro capolavoro, usate tutti i colori della vita, e mentre scrivete… SORRIDETE!!
Cosa vi aspettate da questo 2009? No, non compilate la solita lista di buoni propositi per l’anno nuovo. È una delle peggiori cose che si possano fare, perché se poi per qualche motivo non riusciste a raggiungere tutti gli obiettivi che vi eravate proposte, vi sentirete fallite, o incomplete, o avrete la sensazione di non aver vissuto al 100%. Perciò, anziché mettere giù una lunga lista d’intenzioni, scegliete semplicemente una cosa. Una cosa che significa veramente qualcosa per voi stesse. Soltanto una. Una cosa positiva. E cercate di realizzarla nel corso dell’anno. Ma non preoccupatevi se non ci riuscirete. Non commettete l’errore di focalizzarvi unicamente su quella cosa. Certo, raggiungere un obiettivo è bello. Ma se ci si concentra solo sull’obiettivo, si rischia di perdere tutto quello che di altrettanto bello può esserci intorno. Per questo non è indispensabile andare sempre fino in fondo: c’è così tanto di meraviglioso in mezzo! Il 2009 ha un sacco da offrire a ciascuna di voi, perciò non fissatevi su una sola cosa. Semplicemente, tenetela a mente e lavorateci su quando potete. Sarete stupite da quello che riuscirete a fare senza pretendere troppo da voi stesse.
E, un’altra cosa… quest’anno, provate ad imparare da voi stesse.
Semplicemente questo. Non dissezionate al microscopio ogni vostro singolo comportamento. Non provate ad emulare gli altri. Non cercate di trovare per forza una risposta a ogni domanda che vi ponete. Semplicemente, imparate… da voi stesse. Non dai libri di scuola o da quello che gli altri vogliono farvi credere, ma unicamente da voi stesse. C’è molto da imparare. E il primo passo per imparare è ascoltare. Perciò, ascoltatevi. Anche se vi sembra che certe cose non abbiano senso, ascoltatevi. Imparatevi.
Perché è vero… tutto inizia da voi.
Il nuovo anno è come un libro con 365 pagine vuote… fate di ogni giorno il vostro capolavoro, usate tutti i colori della vita, e mentre scrivete… SORRIDETE!!
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