venerdì 30 marzo 2012
Prevenzione delle ricadute: Riempire la vita
So che può sembrare una frase fatta, ma è la verità: la miglior forma di prevenzione nei confronti delle ricadute nel disturbo alimentare consiste nel riempire la propria vita con un insieme di cose che vadano al di là della mera anoressia. Ciò non significa, ovviamente, che non si possa essere sempre a rischio ricaduta – un rischio impossibile da estirpare – o che non si avranno mai più ricadute – questo sarebbe esageratamente ottimistico – ma significa semplicemente che riempiendo d’altro la nostra vita ci si rende conto che avremmo molto da perdere se ci facessimo ricatturare in pieno dall’anoressia. Se la nostra vita la percepiamo come vuota, priva di senso e di interessi, è chiaro che non troviamo nulla a cui aggrapparci quando vacilliamo, e quindi è più facile e più frequente avere una ricaduta. Ciò che frena la ricaduta, invece, è proprio la consapevolezza che se si tornasse nelle braccia dell’anoressia avremo, sì, qualcosa – fosse anche una cosa sola – da perdere.
Uno dei motivi per cui in questi anni sono stata capace di combattere contro l’anoressia è stato il mio lavoro come istruttrice ed arbitro di karate. Ho trovato un qualcosa che mi piace e mi appassiona. Mi sono resa conto che solo se fossi stata in salute avrei potuto continuare a svolgere il mio ruolo. E stare in salute significava seguire correttamente l’ “equilibrio alimentare”, non restringere, non perdermi nei meandri mentali dell’anoressia. Questo non significa ovviamente che io mi sia liberata dell’anoressia. Tuttora combatto giorno dopo giorno per rimanere in carreggiata sulla strada del ricovero e per accettare il fatto che devo mantenere un certo peso, con cui pure non mi sento a mio agio, per stare bene. Ho avuto numerose ricadute, (sebbene una sola particolarmente grave sotto ogni punto di vista), e sto ancora cercando di tenere a bada i miei demoni. Finché continuo a combattere, mi sto dando una possibilità.
Tuttavia, l’anoressia tende a farla da padrona ogni qualvolta abbiamo una delusione, veniamo ferite, ci sentiamo disorientate. Ci sembra che il futuro sia nero, e allora abbiamo paura ad andare avanti perché temiamo di non essere capaci di sopportare ciò che ci aspetta, ed un tuffo nelle braccia dell’anoressia comincia ad apparire molto più rassicurante di un futuro ignoto. Si perde la motivazione per combattere. Riscivolare nell’anoressia diventa la regola piuttosto che l’eccezione, e le cose si deteriorano progressivamente. La vita diventa dominata completamente, in parte dall’anoressia in parte dal senso di vuoto che l’anoressia stessa ci pare essere l’unica cosa che riesce a colmare.
Quel che bisogna trarre da una ricaduta, perciò, è la voglia di rimettersi in piedi e di ricominciare a combattere: perché veramente non si ha più niente da perdere. L’anoressia ci ha già portato via tutto. E non lo restituisce. L’anoressia è un vicolo cieco: cosa ci porterà, se non a sbattere contro un muro? E poi? Non ci sono possibilità di scelta. Ma è proprio quando non si ha più niente da perdere che si apre una possibilità: quella di combattere. E questa, sì, questa è una possibilità di scelta.
Avere qualcosa a cui teniamo davvero è un importante appiglio per limitare le ricadute. Non le eviterà completamente, ma può contenerle. Perciò, nel momento in cui ci rendiamo conto di essere di nuovo tentate dall’anoressia, o di adottare comportamenti e pensieri tipici del DCA, cerchiamo di concentrarci su quelle cose positive che si trovano nel nostro percorso, e concretizziamo il fatto che una ricaduta c’impedirebbe di dedicarci a pieno a ciò che ci piace fare. Certo, dedicarci a ciò che ci piace non ci libererà magicamente dall’anoressia, ma aiuta a mantenere il DCA confinato. Perché si comincia a desiderare di fare determinate cose (nel mio caso, di fare karate, di allenare altri ragazzi/e, di andare ad arbitrare le gare) molto più di quanto non si desideri l’illusorio comfort dell’anoressia, della restrizione alimentare, dell’attività fisica compulsiva e, infine, della morte.
Percorrere la strada del ricovero e prevenire le ricadute non significa soltanto smettere di restringere l’alimentazione, ma anche e soprattutto, ricominciare a vivere davvero. Questo è l’obiettivo e, allo stesso tempo, la strada per l’obiettivo.
Uno dei motivi per cui in questi anni sono stata capace di combattere contro l’anoressia è stato il mio lavoro come istruttrice ed arbitro di karate. Ho trovato un qualcosa che mi piace e mi appassiona. Mi sono resa conto che solo se fossi stata in salute avrei potuto continuare a svolgere il mio ruolo. E stare in salute significava seguire correttamente l’ “equilibrio alimentare”, non restringere, non perdermi nei meandri mentali dell’anoressia. Questo non significa ovviamente che io mi sia liberata dell’anoressia. Tuttora combatto giorno dopo giorno per rimanere in carreggiata sulla strada del ricovero e per accettare il fatto che devo mantenere un certo peso, con cui pure non mi sento a mio agio, per stare bene. Ho avuto numerose ricadute, (sebbene una sola particolarmente grave sotto ogni punto di vista), e sto ancora cercando di tenere a bada i miei demoni. Finché continuo a combattere, mi sto dando una possibilità.
Tuttavia, l’anoressia tende a farla da padrona ogni qualvolta abbiamo una delusione, veniamo ferite, ci sentiamo disorientate. Ci sembra che il futuro sia nero, e allora abbiamo paura ad andare avanti perché temiamo di non essere capaci di sopportare ciò che ci aspetta, ed un tuffo nelle braccia dell’anoressia comincia ad apparire molto più rassicurante di un futuro ignoto. Si perde la motivazione per combattere. Riscivolare nell’anoressia diventa la regola piuttosto che l’eccezione, e le cose si deteriorano progressivamente. La vita diventa dominata completamente, in parte dall’anoressia in parte dal senso di vuoto che l’anoressia stessa ci pare essere l’unica cosa che riesce a colmare.
Quel che bisogna trarre da una ricaduta, perciò, è la voglia di rimettersi in piedi e di ricominciare a combattere: perché veramente non si ha più niente da perdere. L’anoressia ci ha già portato via tutto. E non lo restituisce. L’anoressia è un vicolo cieco: cosa ci porterà, se non a sbattere contro un muro? E poi? Non ci sono possibilità di scelta. Ma è proprio quando non si ha più niente da perdere che si apre una possibilità: quella di combattere. E questa, sì, questa è una possibilità di scelta.
Avere qualcosa a cui teniamo davvero è un importante appiglio per limitare le ricadute. Non le eviterà completamente, ma può contenerle. Perciò, nel momento in cui ci rendiamo conto di essere di nuovo tentate dall’anoressia, o di adottare comportamenti e pensieri tipici del DCA, cerchiamo di concentrarci su quelle cose positive che si trovano nel nostro percorso, e concretizziamo il fatto che una ricaduta c’impedirebbe di dedicarci a pieno a ciò che ci piace fare. Certo, dedicarci a ciò che ci piace non ci libererà magicamente dall’anoressia, ma aiuta a mantenere il DCA confinato. Perché si comincia a desiderare di fare determinate cose (nel mio caso, di fare karate, di allenare altri ragazzi/e, di andare ad arbitrare le gare) molto più di quanto non si desideri l’illusorio comfort dell’anoressia, della restrizione alimentare, dell’attività fisica compulsiva e, infine, della morte.
Percorrere la strada del ricovero e prevenire le ricadute non significa soltanto smettere di restringere l’alimentazione, ma anche e soprattutto, ricominciare a vivere davvero. Questo è l’obiettivo e, allo stesso tempo, la strada per l’obiettivo.
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21 commenti:
Guarda te le coincidenze. Volevo giusto mandarti un'e-mail per chiederti se hai delle attività che non c'entrano con l'anoressia e i disturbi alimentari in genere.
Anche perché noi non siamo solo un prodotto del passato.
Non mi piace come frase "riempire la vita" perché non credo che la vita sia come una scatola vuota e inoltre quando si tratta di riempire, lo si fa spesso con cose che meno ci si addice, ma che ci sembra far sentire meno soli.
Ci siamo noi come persone e poi il vuoto non sempre è una cosa brutta: può dar luogo a una splendida creazione.
Semplicemente, fate quello che vi piace
Io verrei in gita scolastica,
quindi spero che ci lasciano un pomeriggio libero nei due giorni che siamo a Firenze (poi ci spostiamo per Grosseto).
Lunedì ci mandano il foglio,
appena so qualcosa in più ti mando una mail.
<3 <3
Hey, ma allora c’era qualcos’altro, non si concludeva tutto con il “codice rosso”!!!!!!! Bellissimo anche questo post e, soprattutto, verissimo.
E’ un po’ strano e un po’ buffo, in effetti, vedere quanto certe cose che sembrano scontate siano in realtà estremamente vere. Quando ero presa in pieno nel vortice della bulimia, non concepivo che ci fosse qualcos’altro al difuori. Teoricamente lo sapevo, sapevo che la vita era un’altra cosa, però non lo concretizzavo, e rimanevo dentro ai miei meccanismi, perché effettivamente mi sembrava che la vita non avesse altro da offrirmi oltre alla bulimia, e comunque mi faceva troppa paura il fare capolino dalla bolla in cui mi ero rinchiusa per farmi investire da tutte le emozioni della vita. Solo quando ho cominciato a vivere veramente (grazie all’aiuto e al supporto di tutti coloro che mi sono stati vicini in un momento estremamente difficile e delicato come può esserlo il momento della scelta di opporsi a un dca) mi sono resa conto che c’erano davvero tantissime cose che avrebbero potuto riempire l’assenza di significato della bulimia, perciò mi sono data da fare (e tutt’ora lo sto facendo) per cercare quelle cose per le quali la vita vale davvero di essere vissuta. Perché ci sono, e lo scopro ogni giorno di più.
So che anche le mie possono sembrare frasi fatte, ma non so che altro dire se non che questa è stata ed è adesso la mia esperienza. Spero che riusciremo comunque tutte a trovare vere motivazioni per abbandonare il dca e ricominciare a vivere, spero che avremo tutte abbastanza forza di volontà!!!!!
Non sempre ci si riesce. Voglio dire..... che pur facendo qualcosa che ci piace fare, l'ossessione la vince su tutto! Anche consapevoli di quello che perdiamo.. comunque ci facciamo del male!
Sono l'Anonima del post della settimana scorsa :-)
Sono d'accordo con te ed anche in questo caso mi ritrovo...
Ho una grande passione che è la palestra.. sono istruttrice... ma mi rendo perfettamente conto di non rientrare nei canoni "fisici" che la specifica attività richiede.
Quindi mi ritrovo spesso a "lottare" per poter sostenere questa mia passione, che richiede un buono stato di salute, fisica e mentale.
Non posso accettare il fatto che il disturbo alimentare mi debba privare di una cosa che amo.
Non posso accettare che il disturbo alimentare possa togliermi le cose che amo.
Per questo vale la pena di lottare.
Ribadisco che non è affatto facile ma sono certa che ne valga la pena.
Grazie ancora per averci dato questa possibilità di dialogo e confronto.
A presto!
anche se per me non è principalmente l'anoressia il mio problema
Grazie :*
Alle volte anche quando si è felici e si sta vivendo un momento positivo può capitare qualcosa che ci turba, anche a livello di subconscio, ed è un attimo che si inizia a restringere di nuovo. Quello che fa più paura è la soddisfazione nel vedere che i vestiti si allargano... Per fortuna poi si riprende in mano la situazione e, seppur con sforzo, poiché lo si deve a se stesse, si ricomincia a rimettersi in riga. Un bacione
Credo che la frase, certamente ottima, "riempi la vita" sia un po' incompleta... cioè, non basta riempire la vita.
Bisogna riempire la vita come hai detto e poi saper utilizzare ogni singola cosa che rende più luminosa la vita. Altrimenti tutto sarebbe passivo.
Come quando si compra un qualsiasi oggetto... se non lo usi è sprecato.
E così anche per tutto ciò che può rendere migliore la vita.
Sembra una cavolata, ma non è facile aggrapparti allo sport (non attività fisica esagerata), all'amicizia, ai film, ai libri o a qualunque cosa anzichè all'amata/odiata anoressia.
Aggrapparsi all'anoressia è molto più sicuro, dato che l'ho già fatto... sono sicura che non ne rimarrò delusa (purtroppo).
Mentre con qualsiasi altra cosa tutto può accadere, pò essere positivo ma anche negativo.
è un grande ostacolo da superare... un abbraccio! :)
Sono d'accordo sul fatto di riempirsi la vita! semplicemente fare cose che ci fanno stare bene e frequantare persone positive!
coltivare le proprie passioni!
un abbraccio! <3
E' importante avere delle passioni, è una cosa gratificante ed estremamente terapeutica.
Ciao Veggie, buona domenica!
Una cosa che mi è piaciuta di questo post è che hai parlato un po' di te. Di solito parli sempre in modo oggettivo ed eviti di parlare delle tue esperienze dirette, o almeno, così mi è sempre sembrato. Ad ogni modo, non sono di certo il tipo di persona che ama parlare di sè...quindi capisco, eheh!
Certo però che è proprio vero: chi lo trova il tempo di farsi del male se ha le giornate, ma soprattutto la mente, occupate da altre cose che gli piacciono? E poi rinunciare alle proprio passioni...chi lo vorrebbe?
Cambiare occupazioni (mentali): aggiunto alla lista delle cose da fare il prima possibile (:
Ti auguro una buona domenica...ed anche un buon primo aprile :D (tra l'altro il primo aprile è anche il compleanno di Sakura-chan...se ricordo piace anche a te :D )
Baci
ファイ
Sei stata molto dolce.
Ti ringrazio di vero cuore..
Mi hai letto nell'anima..
Ti sono vicina
Un abbraccio, dal cuore.
Ps,
Sei una ragazza splendida..
Ti ammiro tanto.
Molto bello ed interessante questo ciclo di post sulla prevenzione delle ricadute, credo che mi sarà molto utile. Grazie per averlo pubblicato.
Ecco, questo post diversamente dagli altri, l'ho sentito mio, perchè posso più o meno facilmente sostituire la parola ''anoressia'' con ''depressione'' .
Parlando in senso ampio, hai perfettamente ragione. Bisogna riempirsi la vita; e io aggiungerei non solo per combattere problemi del genere, ma per riuscire a vivere, semplicemente.
Per esprimere la visione che io ho della vita, provo a spiegartela così. La vita è come se fosse un'ora buca a scuola, diciamo. Quando c'è ora buca puoi passare quei 60 minuti a non fare nulla, oppure a sfruttarli, no? Vivere è così: si può sopravvivere, perchè di fatto è quello che facciamo tutti noi esseri umani (e quindi inevitabilmente in quell'ora di buca ci sei), ma vivere è diverso (sfruttare l'ora buca).
E' un esempio molto banale e semplicistico, però è per esprimere il fatto che vedo la vita come qualcosa che c'è, e che uno può godersi oppure no.
Io sento che non sto vivendo, sono troppo scoraggiata, troppo immotivata e partorisco pensieri poco felici, che con la vita non hanno a che fare. Non so cosa fare, sostanzialmente il mio problema è che mi sento sola, priva di importanza... non lo so, sono quei soliti pensieri che penso - forse - anche tu abbia provato, almeno una volta. E in ogni caso sono certa che sai di cosa si tratta.
Ti abbraccio forte, e ti ringrazio ancora una volta per i commenti che mi lasci. Sei una persona meravigliosa, e spero di riuscire a trovare anche io la forza per lottare e migliorare me stessa.
Hai ragione. Anche io combatto ogni giorno per evitare che il demone mi colpisca. Lavoro tanto e ogni giorno mi dico che andrà bene, che ce la posso fare. Nemmeno io mi vado bene completamente, ma ritornare in quell' inferno...no no, non lo desidero, è stato terribile... quel senso di vuoto me lo ricordo bene, nonostante io non ricordi quasi nulla di ciò che accadeva intorno a me in quel periodo, non era vita. Fa piacere ogni tanto leggere le parole di chi l' ha vissuto e in qualche modo sta cobattendo :) grazie.
@ AlmaCattleya – Ci siamo incrociate, allora!... ^__^” Direi che, tranne i miei account on-line e quella che può essere la mia battaglia personale quotidiana contro l’anoressia, tutto quello che faccio non ha a che fare con i DCA in genere… Io credo che il passato lasci un’impronta in noi, ma che abbiamo sempre e comunque tutte le possibilità di costruirci un futuro, come lo vogliamo. Tra l’altro, “fate quello che vi piace” è sempre un ottimo consiglio… purchè non venga declinato, come con l’anoressia, in maniera negativa verso noi stesse…
@ Ef – Ah, okay, allora attendo tue notizie tramite e-mail!... Grazie!... Spero che potremo vederci presto!!... Un baciotto…
@ Wolfie – Tesoro, grazie per le tue preziose parole e la tua testimonianza…Ti auguro di tutto cuore che la tua vita possa essere sempre migliore… Ti abbraccio forte…
@ Dolce – Ovvio che non sempre ci si riesca… Se ci si riuscisse sempre, ne saremmo tutte quante allegramente già uscite da un pezzo… Magri riuscirci sempre… No, invece, si comincia così, a piccoli passi, prima riuscendo solo qualche rara volta, poi infoltendo… E, in quei momenti, non si è veramente consapevoli di quanto in realtà ci si stia veramente facendo del male…
@ Anonima – Ehi, anche tu sei istruttrice! ^__^ Di quale sport?... Comunque… hai ragione, ce ne vuole per arrivare a riacquistare quello che è il canone fisico/mentale che serve per sostenere un lavoro come questo… ma io credo sia proprio la voglia, la comprensione della bellezza di quello che si potrebbe fare se solo stessimo meglio, ci deve fungere da propellente per migliorare quella che è la nostra situazione… Poi, certo che non è facile… purtroppo non abbiamo la bacchetta magica, le magie dobbiamo farcele da sole, con tanto olio di gomito… però, finché ci diamo la possibilità di andare avanti, possiamo vedere cosa riusciamo a fare giorno dopo giorno per noi stesse… e questa è la più grande sfida quotidiana…
@ ..without soul.. – Al di là del singolo DCA in sé – e sappiamo che ce ne sono di differenti tipologie – quello che si accomuna tutte è la sofferenza… ed è quella che bisogna cercare di combattere per allontanare quello che ci fa stare male e tornare a riempire la nostra vita…
@ sorridente – Hai perfettamente ragione… piccole incrinature nella vita sono inevitabili… l’importante è trovare il giusto modo per reagirvi, che non passi da una via disfunzionale come lo è quella dell’anoressia… Ti abbraccio…
@ Sonia – Certamente bisogna imparare a poco a poco a fruire in maniera corretta di quelle che sono le cose che possiamo trovare nella nostra vita, e che si fanno stare bene, al di là dell’anoressia: se fai sport e hai in testa solo il fatto che quello ti servirà per perdere peso, è ovvio che la cosa diventa disfunzionale… Perciò, nel momento in cui io entro nel mio ruolo, quello che penso non è quel che devo fare io, ma quello che – da istruttrice – devo cercare di trasmettere agli altri: la tecnica, la precisione, la coordinazione, la competitività (in senso buono), la passione. È così che lo sport diventa un qualcosa di costruttivo. E questo vale per ogni qualsiasi altra attività.
Inoltre, ti faccio notare una cosa… dici che aggrapparti all’anoressia è più sicuro, e che sai che non ti deluderà. Allora, io ti chiedo: quale Sonia sta scrivendo queste parole?... Io credo che sia la “Sonia malata”… Perché, oggettivamente, quale sicurezza può dare una malattia?... Solo una sicurezza apparente… ti fa credere che sia così, perché vivi dell’illusione di avere il controllo… ma poi ogni anoressica che porti avanti la sua malattia si ritroverà quantomeno con più o meno gravi problemi fisici… dover passare il resto della tua vita con problemi fisici irreversibili non ti sembra una delusione?... E’ vero, se decidi di combattere contro l’anoressia e di affrontare la vita, le cose possono essere al 50% positive e al 50% negative… ma il 50% è una possibilità sufficientemente alta da valere la pena di fare un tentativo, non credi?!... Ti abbraccio stretta stretta…
@ loie – Ti quoto in pieno, ragazza!...
@ Vele/Ivy – Sì, soprattutto perché servono ad allontanare la testa dai pensieri fissi…
@ ファイ (Fai) – Ossì che mi piace Sakura!... Ho dedicato un sacco di disegni a questa donzella protagonista dell’omonimo manga…
Tra l’altro, aggiungo anch’io alla lista il cambiare le proprie occupazioni mentali… è il trovare qualcosa che ci faccia stare davvero bene, che ci gratifichi e ci renda serene, che ci farà capire quanto l’anoressia sia effettivamente molto poco attraente in confronto ad altro… che ci aiuterà, più che altro, a capire quanto sia dannosa…
No, no, non ti è sembrato, hai ragione… del resto, basta leggere il 1° post di questo blog per capire quella che è la linea che intendo tenere… Ti abbraccio fortissimo, cucciolina…
@ Annie – Grazie a te per essere passata di qui, sei stata gentilissima… Spero di rileggerti presto… Ti abbraccio stretta stretta…
@ Anna – Grazie a te per il supporto e per le tua parole… ^__^
@ Mary Jane – Fortunatamente, personalmente non ho mai avuto problemi di depressione… però, effettivamente, penso che, in linea generale, il concetto di “riempire la vita” sia adeguato per svariate malattie psichiatriche… (ovviamente, mi riferisco a quelle non eccessivamente invalidanti…). Il tuo esempio non è semplicistico, è semplice – il che è ben diverso – ma rende molto l’idea che vuoi far passare… e mi trovo d’accordo: esistere lo facciamo sempre, anche quando dormiamo e non ce ne rendiamo conto, ma vivere è una cosa ben diversa del semplice espletare funzioni vitali… ed è sicuramente una cosa ben diversa dal lasciarsi vivere… (come si fa con un DCA…). Io credo che tutti, almeno una volta nella vita, abbiano provato i sentimenti di cui parli… il punto è, alla fine, però, il modo in cui si decide di porsi nei confronti di questi sentimenti: se lasciarsene sovrastare e perdere la voglia di fare qualsiasi cosa, oppure se provare a reagire a quel senso di vuoto e trovarci da noi cose che possano riempire la nostra vita e renderla degna d’esser chiamata tale…
@ Spatola – Grazie a te per le tue parole, Spatola, trasmettono tanto incoraggiamento e voglia di farcela… Io credo che davvero impegnarsi, dedicarsi a qualcosa che stia al di fuori dell’anoressia sia un modo per allontanare da noi la malattia… Non è facile, non è divertente, eppure, a suo modo, credo sia necessario… necessario per allontanarci da un ossessione che ha inizio e fine in se stessa, necessario per ricominciare a vivere una vita che sia degna di questo nome… e ce la possiamo fare tutte quante. Io sto combattendo insieme a te, giorno dopo giorno… Un abbraccio forte…
Cara Veggie passo per lasciare i miei migliori auguri di una Pasqua serena a te e alle ragazze.
Un caro saluto
Annarita
Ciao!sono nuova molto piacere..
seguo da un po il tuo blog e mi da molta speranza, soprattutto in quei momenti in cui come ora mi sento abbattuta.
E si, la tentazione di concentrarmi solo sul cibo-peso è forte.
Ma mi rendo conto che non mi restituisce quello che perdo, non mi da amore, gioia, è un possibile surrogato che però forse non riempie cosi tanto.
almeno non più.
Forse il trucco starebbe nel pensare"non c'e solo quello",eppure proprio quando senti che non hai niente ecco che la tua stampella preferita(la restrizione ) sembra essere la soluzione.
Non mollate!a me aiuta anche molto leggere,sapere che qualcun'altro passa attraverso il dolore e lo supera.
E poi fare sport(non per dimarire se si puo;)
@ Annarita - Grazie mille, bellissima!...
@ Anonima – Ciao, benvenuta!... Grazie per aver lasciato il tuo commento!... hai scritto delle parole bellissimo che condivido e che spero molte abbiano modo di leggere… e di fare proprie… E spero di rileggerti presto…!
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