Come gli alchimisti trasformavano il ferro in oro… voi potete trasformare l’oscurità in luce. Siete tutte benvenute.

venerdì 20 aprile 2012

DCA maschili

Anche i ragazzi, gli uomini possono sviluppare un DCA. Ho appena scoperto che esiste anche un sito e un account di Twitter (anche io ho un account di Twitter, tra l'altro) che si occupano proprio di questa problematica. Informazioni di questo tipo si possono trovare anche QUI, un’ulteriore dimostrazione del fatto che anoressia e bulimia non sono un vissuto esclusivamente femminile.

Facendo qualche ricerca su Internet, ho scoperto che una delle prime descrizioni cliniche dell’anoressia è stata fatta in un ragazzo adolescente. Nel 1689, credeteci o meno. Perciò, l’idea spesso diffusa che i DCA siano un problema sostanzialmente femminile, non è del tutto vera.

Il problema nasce nel momento in cui, dopo che Richiard Morton descrisse per la prima volta l’anoressia nel 1688, altri medici suoi successori associarono la parola “anoressia” ad “isteria”. Il termine “isteria” deriva dalla parola greca utilizzata per indicare l’utero (ecco perché l’operazione di asportazione dell’utero si chiama “isterectomia”) che significa, automaticamente, che gli uomini, non avendo un utero, non possono essere “isterici” nel senso tecnico del termine che veniva già fatto in quel secolo. Ed ecco come il concetto di anoressia è stato distorto.

Anche in tempi più recenti, la società stessa ha continuato a concettualizzare i DCA in maniera tale da escludere la popolazione maschile, perché i disturbi alimentari vengono (erroneamente) visti dall’opinione comune come un qualcosa di legato all’aspetto fisico o a una dieta che poi viene esasperata. L’opinione generale è che gli uomini non siano sottoposti ad una tale pressione sociale, e che non abbiano canoni fissi di bellezza fisica a cui dover rispondere; pertanto, dato che l’uomo non ha una pressione, in merito alla sua immagine corporea, pesante come quella che ha la donna, non svilupperà un DCA.

Sbagliato. Che è uno dei motivi per i quali anche in passato ho scritto che la società e i canoni di bellezza hanno – secondo me – ben poco a che vedere con lo sviluppo di un DCA. Se sei un essere umano, a prescindere dal tuo sesso, allora puoi sviluppare un disordine alimentare.

Scrivo di questo non semplicemente perchè mi è capitato recentemente di leggere alcune cose riguardo allo sviluppo di DCA nei maschi, ma anche perchè ho letto che la IAEDP ha tenuto una conferenza circa 25 giorni fa (21-25 Marzo 2012), che si apriva con l’affermazione:

“Le nostre ultime ricerche mostrano che, tristemente, un uomo su 3 sarebbe disposto a ridurre il proprio lifespan (durata della vita) soltanto per incarnare l’immagine dell’uomo “ideale” per la società attuale”

Eh??...

Voglio dire, penso che ci siano un sacco di cose sbagliate in quest’affermazione. Prima di tutto, I disturbi alimentari esistono da molto più tempo rispetto alla concezione attuale di “aspetto fisico ideale”, perciò non può esserne questa la causa. In secondo luogo, avere un DCA non significa “essere disposti a ridurre la durata della propria vita”: sarebbe come dire che c’è qualcuno che desidera ammalarsi di tumore, per poter perdere peso grazie alla chemioterapia. Un disturbo alimentare non è una scelta consapevole di morte. Non è un qualcosa che ha prettamente a che fare con l’aspetto fisico o con la vanità. E’ una malattia mentale che può uccidere, non perché i messaggi sulla bellezza mandati dai mass-media orientano in una direzione tale per cui la persona non è più in grado di accettare la sua fisicità per quello che è, ma perché c’è di base una patologia ansiosa, un disturbo ossessivo-compulsivo, una mania di controllo, che dev’essere trattata in maniera adeguata.

Inoltre, non sarei affatto sicura della validità scientifica di un’ipotetica “sarebbe disposto a” nel valutare come viene percepita l’immagine corporea o il disturbo alimentare in una qualsiasi popolazione. Perché non è che ci siano persone che “sarebbero disposte a prendersi l’anoressia/la bulimia”. Sono malattie, lo sapevate?

Voglio precisare che non ho assistito alla conferenza succitata, quindi non ne conosco i contenuti, tranne che per quel poco che ho avuto modo di leggere sul web. Quindi quelle che scrivo sono semplicemente mie considerazioni basate su quel poco che ho letto a proposito dell’impostazione di questa conferenza basata sui DCA maschili.

Ritengo semplicemente che l’aspetto relative ai DCA maschili dovrebbe godere della giusta luce, e che la generale opinione diffusa sul fatto che anoressia e bulimia siano malattie prettamente femminili, non aiuta affatto quei pochi – ma pur presenti!! – maschi che invece ne sono affetti. Sì, penso che i DCA maschili dovrebbero godere di più attenzione, e non potremmo cominciare da quello che ho scritto?!

14 commenti:

AlmaCattleya ha detto...

Sapevo che esistessero i DCA anche per i maschi. Sono più rari, ma non per questo devono essere tralasciati perché alla fine non è che siamo parte di un numero più grande. Non serve a niente fare statistiche, non coglie il punto della situazione.
Adesso anche tra signore di 30 anni e anche di più anni esistono questi disturbi e, così come per i maschi, sono in continua crescita.
Forse capire il motivo di questa crescita può aiutare, ma fino a un certo punto.

P.S.: Ti riporto la risposta che ti ho dato anche perché desidero chiarire la parola "perfezione":

Desidero specificare una cosa: quando ho scritto "perfezione" non intendevo la perfezione assoluta, ma che quelle donne del dipinto erano perfette già così com'erano.
Siamo perfetti così come siamo. Non siamo statue, ma corpi in continuo evolvere, che cambiano con noi. Fa parte della nostra natura. E' importante saper accettare il proprio corpo.

Wolfie ha detto...

In effetti anche io associo sempre i dca alla femminilità, percependoli come malattie femminili; non tanto per il fatto che la società imposta dei canoni estetici che interessano soprattutto la donna (perché anch’io sono dell’idea, anche in base alla mia personale esperienza, che la società non ha poi tutta questa grande influenza sullo sviluppo di un dca, anzi, sono ben altre le cose che lo determinano), quanto perché comunque basta guardare le statistiche per vedere quanto bulimia, binge eating e anoressia siano diffuse molto più tra le donne che non tra gli uomini. Così tendo ad approssimare anche nella mia mente, e a pensare ai dca come a delle malattie femminili. Però è anche vero che, in quanto malattie, possono colpire chiunque, anche se magari l’incidenza può essere maggiore tra le donne, ma semplicemente perchè la mentalità femminile è differente da quella maschile. Comunque è fuor di dubbio che anche i maschi possano soffrire a causa dei disordini del comportamento alimentare, e penso che per un ragazzo sia anche più difficile avere una malattia del genere rispetto a una ragazza, perché proprio perché i dca sono considerati da tutti malattie soprattutto femminili, non ci sono grandi supporti per gli uomini, tutte le cose sono molto più centrate sulle donne, e perciò immagino che un ragazzo che soffre di dca possa sentirsi molto più solo, emarginato, in difficoltà rispetto ad una ragazza. E poi c’è anche la vergogna di dover ammettere che si hanno queste malattie, che negli uomini sarà pure una vergogna maggiore, perché si dice che sono malattie “da donne”, e quindi l’uomo si può sentire ancora più stigmatizzato.
Sarebbe bello che, oltre agli articoli messi nei link di questo post, fossero fatte anche cose in italiano per gli uomini che in Italia hanno un dca, perché essi hanno bisogno d’aiuto né più e né meno delle ragazze. E questo perché, che si sia uomini o donne, bisogna combattere tutti la stessa battaglia: quella contro i dca, per riprenderci in mano la nostra vita.

Lullaby ha detto...

Hai affrontato un tema di cui non tutti sono a conoscenza e che viene spesso sottovalutato.
Questo perché dca nei maschi sono spesso sotto-diagnosticati percjé ormai i dca sono nell'immaginario comune dei disturbi tipicamente femminili ed è più raro che un maschio si rivolga ( o venga portato) dagli specialisti per questo problema.
Il fatto che sia sotto diagnosticato e quindi nelle statistiche risulti un incidenza prevalentemente femminile non vuol dire però, come giustamente dici tu, che non esista anche tra i maschi.
Anzi rimanendo in argomento tra i NAS è classificata una categoria, tipicamente maschile, definita "Reverse Anorexia".
Definita come la ricerca spasmodica di aumentare la propria muscolatura, anche quando la si è raggiunta partendo dalla base di una visione distorta del proprio corpo come sottopeso e emaciato.
Per raggiungere questi obiettivi mettono in atto -tipica soprattutto tra i body-builders- particolari regimi alimentari (cibi ad alto contenuto proteico spesso con assunzione regolare ogni tot.ore, che li porta ad alzarsi per l'assunzione anche durante la notte), allenamenti eccessivi e largo utilizzo di anabolizzanti, ormoni e steroidi. Controllo ossessivo del peso e dell'aumento della massa muscolare.
E' una continua ricerca del loro ideale di perfezione che come per l'anoressica non viene mai raggiunto.

sorridente ha detto...

Come spesso accade, in giro c'è troppa disinformazione. Io conosco personalmente persone di sesso maschile che soffrono di DCA, e, come hai sottolineato e ribadito tu, l'estetica non ha niente a che fare. Un bacio

Sonia ha detto...

Un DCA non ha nè sesso, nè età.
Può colpire tutti, non si sceglie di diventare anoressici/bulimici... e la causa dei DCA non è certo il canone proposto dalla società (i media in particolare...).



In Francia è andato tutto benone :)
Se pensavo al cibo non mi preoccupavo, anche perchè oggettivamente mangiavo anche meno di come dovrei fare... quindi non mi preoccupavo affatto!
è stata una settimana bellissima, mi ci voleva! :P

La Ely ha detto...

Uno dei miei più cari amici ha sofferto di DCA. Per un lungo periodo è stato anoressico, in cura da uno psicologo e con un regime alimentare sano studiato da un dietista.
Oggi sta bene, ma il suo rapporto col cibo non è mai veramente bilanciato (difatti è in evidente sovrappeso), ma comunque è sereno e clinicamente sotto controllo. Ha una moglie e due splendidi bimbi.
Anche i DCA maschili possono avere un lieto fine ^_^

Anonimo ha detto...

Ciao Veggie, ho letto il tuo blog e mi ha veramente toccata, anche perchè descrivi una situazione, quella dei DCA, a me molto vicina. Una mia cara amica ha tutti i sintomi dell'anoressia nervosa (amenorrea, perdita di capelli, sentirsi in colpa x tutto quello che manca e 10 kg sottopeso) e credo che ancora non si provochi il vomito, perchè è 'ancora' nella fase iniziale. Vorrei tanto aiutarla sua madre mi ha chiesto aiuto di nascosto e io vorrei fare qualcosa, ma non vorrei che con qualche mio atteggiamento sbagliato la situazione peggiori. è sciupatissima, ha perso le sue belle forme. mi fa impressione. Ti sarei veramente grata semi rispondessi, baci.
J

Anonimo ha detto...

Ciao Veggie, seppur in anticipo, ti auguro di passare un buon 25 aprile (:
Allora, sapevo già che uno dei primi casi di anoressia studiati fu quello di un maschio adolescente, quindi sono contenta che tu abbia fatto notare la cosa nel post. Per quanto riguarda l'isteria, ricordiamoci anche che non solo la parola è legata all'utero, ma che in passato si parlava di isteria perchè colpiva soprattutto le donne. I primi studi e le prima "cure" psicologiche, infatti, erano destinate alla cura dell'isteria femminile. Questo ancora prima che venisse scoperto l'inconscio, quindi immagina quanto è "vecchia" la concezione dellisteria = problemi della psiche femminile!
Ad ogni modo, i DCA a maschili, come hai detto tu stessa, vengono spesso lasciati da parte. Ricordiamoci che non si tratta solo dell'anoressia, ma anche della bulimia e del binge. Io conosco una persona di sesso maschile che ha sofferto (e tutto sommato ha delle ricadute) di disturbi alimentari, eppure se lo dicessi a qualcuno penserebbe "eh, ma mi sta prendendo in giro". E invece no! Purtroppo, direi. in genere l'uomo è meno portato a chiedere aiuto e quindi ad ammettere di avere un problema, anche per questo i dati ci dicono che i DCA sono qualcosa di prettamente femminile, sbagliando. Non a caso basta anche solo pensare all'autolesionismo: difficilmente un ragazzo ammetterà di soffrirne, molto più facilmente una ragazza si affiderà a qualcuno.
I maschi sono davvero dei testoni, non a caso io a volte mi sento un po' un maschietto XD
Ti mando un bacione,
ファイ

Vele Ivy ha detto...

E' verissimo! Una mia amica ha avuto un fratello che ha sofferto di anoressia, e la famiglia ci ha messo molto a capirlo proprio perchè lo vedeva più come un problema "femminile". Alla fine l'hanno dovuto portare in ospedale con le flebo. Però meno male che adesso ha superato questa brutta fase.

Sonia ha detto...

http://staibene.libero.it/no_cache/salute/speciali/single_speciale/single_vocespeciale/article/lanoressia_maschile_un_fenomeno_in_espansione/

Qui si parla proprio di questo!
Sono andata a controllare le email e... "ma guarda! iniziano a parlare di anoressia maschile su libero".
Sono sicura che è una cosa accaduta oggi e che non si ripeterà per moltissimo tempo... ma meglio di nulla, in fondo. :)

Sonia ha detto...

http://staibene.libero.it/no_cache/salute/speciali/single_speciale/single_vocespeciale/article/lanoressia_maschile_un_fenomeno_in_espansione/

Qui si parla proprio di questo!
Sono andata a controllare le email e... "ma guarda! iniziano a parlare di anoressia maschile su libero".
Sono sicura che è una cosa accaduta oggi e che non si ripeterà per moltissimo tempo... ma meglio di nulla, in fondo. :)

Crystal Strong ha detto...

Il mio amico soffre di anoressia nervosa. Inizialmente era obeso. A causa di problemi con l'asma era sotto cura di cortisone, quindi mangiava tanto e si gonfiava tanto. Poi decise di smettere, voleva dimagrire. In pochissimi mesi diventò magrissimo... Poi grazie all'intervento dei professori a scuola, e i suoi genitori, riprese a mangiare. Ma comunque lui mi diceva che seppur mangiava, si controllava tanto e che il suo peso doveva essere sempre lo stesso. Ricordo che pesava 62 chili e lui cercava in tutti i modi di mantenerlo, pur mangiando bene! Poi il pensiero ossessivo del cibo tornò a farsi forte e lui cominciò non solo a non mangiare , ma anche a vomitare. E da 2 anni che ha avuto questa ricaduta e continua a star così... Vorrei tanto aiutarlo, ma combino solo guai e finisco solo con il farlo ancor di più intestardire.

Veggie ha detto...

@ AlmaCattleya – Le statistiche sono quello che dice il nome: statistiche. Se io sono disoccupata e tu guadagni 2000 Euro al mese, risulta che in media si guadagna 1000 Euro al mese… dunque è vero, le statistiche non rendono. Soprattutto, non rendono il dolore sotteso… che è quello che veramente conta… Quando si ha un DCA, cade ogni distinzione di sesso, razza, età: tutti si ha bisogno dello stesso supporto terapeutico per combattere… tutti dobbiamo chiedere aiuto…

@ Wolfie – C’è in effetti questo preconcetto diffuso che i DCA siano esclusivamente femminili… cosa assolutamente falsa. Anche i maschi possono soffrirne… e difatti ne soffrono. Ed hanno bisogno d’aiuto né più e né meno delle ragazze… perché hai perfettamente ragione quando scrivi che l’obiettivo comune è quello di combattere. A prescindere dal sesso.

@ Lullaby – Verissimo, i DCA sono associati al sesso femminile, e questo credo provochi un netto sentimento di vergogna negli affetti tra i ragazzi, che proprio per questo molto spesso si sottraggono alle cure, il che contribuisce a far sì che il problema rimanga sotto-diagnosticato… Quella che tu chiami “reverse anorexia” io la conoscevo sotto il nome di “vigoressia”, ma il concetto è lo stesso… e, soprattutto, è la stessa la sofferenza sottesa… che quella non fa mai distinzione di sesso…

@ sorridente – Hai ragione, c’è disinformazione sui DCA in generale, che vengono comunque descritti come patologia femminile… figuriamoci sull’aspetto degli uomini che hanno un DCA!... Completo tabù, purtroppo, ancora… E invece sarebbe davvero utile parlarne in maniera mirata e corretta… Anch’io sono in contatto con ragazzi che soffrono di anoressia/bulimia, e più che l’estetica anche per loro è molto più spiccata la necessità di controllo, che secondo me è il fil rouge di tutti i DCA, anche se esplicato in varie forme…

@ Sonia – Sono d’accordo, non ci sono distinguo per ammalarsi di un DCA… Perché è una malattia che viene da dentro, e perciò secondo me non dipende granchè dai modelli rifilati dai media…
P.S.= Sono contenta che in Francia sia andato tutto bene!... Sono queste le esperienze che aiutano a crescere rapportandoci con qualcosa di nuovo…
P.P.S.= Grazie mille per il link che hai postato!... Se anche non dovesse risuccedere… è almeno qualcosa. E qualcosa è meglio di niente…

@ La Ely – Io credo che quando c’è una distorsione alimentare tale da arrivare a un punto patologico, è praticamente impossibile tornare indietro al 100%... Però, come la storia del tuo amico conferma, è sicuramente possibile fare passi avanti e migliorare la propria situazione, grazie al supporto adeguato e soprattutto alla nostra forza di volontà…

Veggie ha detto...

@ J – Ciao J, ti ringrazio per avermi scritto… Ti invito a mandarmi una e-mail all’indirizzo: veggie.any@gmail.com , perché mi chiedi consiglio su una situazione molto personale, e quindi credo sia meglio parlarne in privata sede… Scrivimi, okay?!... Risponderò via e-mail al tuo commento!...

@ ファイ (Fai) – Grazie piccola, buon 25 Aprile anche a te… anche se in ritardo, da parte mia… ^^” Ti ringrazio per la precisazione fatta relativamente alla parola “isteria”… io mi ero documentata un po’ su Internet, ma certi dettagli mi erano sfuggiti, perciò… Grazie per la precisazione!... Sono d’accordo sul fatto che per i boys è più difficile chiedere aiuto, forse anche proprio per il fatto che il DCA è visto come un qualcosa di prettamente femminile, il che rende ancora più difficile il poter chiedere aiuto da parte di un ragazzo…

@ Vele/Ivy – Sono felice di leggere che ora questo ragazzo sta meglio!... Credo che per un ragazzo sia anche più difficile che per una ragazza affrontare queste problematiche anche con i famigliari…

@ SleepLessNess – Forse potresti aiutarlo semplicemente standogli vicino, offrendogli la possibilità di avere “una spalla su cui piangere”, ovvero un’amica pronta ad ascoltarlo e a sostenerlo in tutte le sue difficoltà… e, allo stesso tempo, potresti provare a suggerirgli un percorso psicoterapeutico… che possa portarlo a stare meglio con se stesso, a prescindere dal suo peso…

 
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