venerdì 25 gennaio 2013
Provare ad accettare il cambiamento
La maggior parte delle persone con un DCA non va poi così matta per i cambiamenti. Anzi, i cambiamenti non piacciono proprio. Per quanto una situazione possa essere difficile e dolorosa, talora si continua comunque a preferirla, per il semplice fatto che è nota. Che sappiamo cosa aspettarci e come gestirla. Si possono tutt’al più accettare piccoli cambiamenti, ma per lo più nei termini da noi stesse scelti, altresì è inevitabile sclerare e, spesso, rifugiarsi ancor di più nel DCA.
Giusto un esempio: nella palestra dove faccio karate da quando avevo 13 anni, col tempo sono arrivati dei nuovi atleti. All’inizio, io non ero molto per la quale. Certo, c’erano e ci sono sempre i miei soliti compagni di squadra, ma ero circondata anche da persone che non avevo mai visto prima. Considerato che questo è sinonimo di cambiamento e di conoscere nuove persone, e che io sono refrattaria a tutto ciò, il primo impulso è stato quello di tornarmene a casa. Ma insieme ad altri 2 miei compagni di squadra stavamo preparando una gara di kata a squadre, e non potevo andarmene lasciandoli nelle peste, quindi sono rimasta.
In ogni caso, col passare degli allenamenti ho cominciato a rilassarmi. A non pensare al fatto che ci fossero in palestra persone nuove. A ricordare che anche io e i miei soliti compagni di squadra un giorno, parecchi anni fa, eravamo stati “persone nuove” per quella palestra, e che col tempo siamo diventati un gruppo forte e coeso. Ho provato a pensare che eravamo tutti in quella palestra semplicemente perché ci piace fare karate, che avevamo tutti lo stesso obiettivo.
Conclusione? Alla fine non è stato poi così terribile. Certo i nuovi ragazzi non prenderanno mai il posto di quelli che ormai conosco da parecchio tempo, perché non è così che va, e perché sono persone diverse, e ognuno mi arricchisce con la sua amicizia in maniera diversa. Ma, allo stesso tempo, avere nuove persone intorno può essere anche divertente, e che è tutto quello che deve essere.
Mi viene da pensare ad ogni volta che Twitter cambia il layout delle pagine. All’inizio tutti si lamentano e dicono “Ridateci indietro il VECCHIO Twitter!”. Quel che c’è d’ironico è che prima o poi il layout cambierà nuovamente, e tutti si arrabbieranno e richiederanno il “vecchio” layout che in un primo momento avevano tanto biasimato. Perché questo, col tempo, era diventato la nuova normalità. Tutti ci si erano abituati. E tutti si abitueranno ai cambiamenti che verranno fatti in futuro.
Ecco, pensate allora che la stessa cosa può valere quando si percorre la strada del ricovero combattendo contro l’anoressia: non tutti I cambiamenti sono poi così terribili. Sono inevitabili, e non necessariamente si presentano come cose meravigliose e fantastiche – anzi, al contrario, all’inizio sono sempre faticosissimi – però, alla fin fine, possono non essere così malvagi. L’anoressia è una condizione che vincola alla staticità, ergo molto probabilmente non ci sentiremo mai totalmente a nostro agio con i cambiamenti. Del resto, non penso che sentirsi completamente a proprio agio con i cambiamenti sia un aspetto fondamentale del percorso di ricovero. Ci sono un sacco di cose nella vita che non ci piacciono, ma sappiamo che dobbiamo averci a che fare, e in qualche modo le affrontiamo. Quello che conta è il modo in cui le affrontiamo, e dunque il modo in cui ci relazioniamo al cambiamento. Perché possiamo non amarlo, ma possiamo imparare a gestirlo senza che questo diventi paralizzante e ci riscaraventi nelle braccia del DCA. Per progredire sulla strada del ricovero dobbiamo necessariamente affrontare più o meno grossi cambiamenti… quel che dobbiamo imparare a fare, perciò, è viverli nella maniera giusta, prendendo il buono che c’è in loro, e accettandoli come parte integrante di ciò che un domani potrà permetterci di stare almeno un po’ meglio.
Giusto un esempio: nella palestra dove faccio karate da quando avevo 13 anni, col tempo sono arrivati dei nuovi atleti. All’inizio, io non ero molto per la quale. Certo, c’erano e ci sono sempre i miei soliti compagni di squadra, ma ero circondata anche da persone che non avevo mai visto prima. Considerato che questo è sinonimo di cambiamento e di conoscere nuove persone, e che io sono refrattaria a tutto ciò, il primo impulso è stato quello di tornarmene a casa. Ma insieme ad altri 2 miei compagni di squadra stavamo preparando una gara di kata a squadre, e non potevo andarmene lasciandoli nelle peste, quindi sono rimasta.
In ogni caso, col passare degli allenamenti ho cominciato a rilassarmi. A non pensare al fatto che ci fossero in palestra persone nuove. A ricordare che anche io e i miei soliti compagni di squadra un giorno, parecchi anni fa, eravamo stati “persone nuove” per quella palestra, e che col tempo siamo diventati un gruppo forte e coeso. Ho provato a pensare che eravamo tutti in quella palestra semplicemente perché ci piace fare karate, che avevamo tutti lo stesso obiettivo.
Conclusione? Alla fine non è stato poi così terribile. Certo i nuovi ragazzi non prenderanno mai il posto di quelli che ormai conosco da parecchio tempo, perché non è così che va, e perché sono persone diverse, e ognuno mi arricchisce con la sua amicizia in maniera diversa. Ma, allo stesso tempo, avere nuove persone intorno può essere anche divertente, e che è tutto quello che deve essere.
Mi viene da pensare ad ogni volta che Twitter cambia il layout delle pagine. All’inizio tutti si lamentano e dicono “Ridateci indietro il VECCHIO Twitter!”. Quel che c’è d’ironico è che prima o poi il layout cambierà nuovamente, e tutti si arrabbieranno e richiederanno il “vecchio” layout che in un primo momento avevano tanto biasimato. Perché questo, col tempo, era diventato la nuova normalità. Tutti ci si erano abituati. E tutti si abitueranno ai cambiamenti che verranno fatti in futuro.
Ecco, pensate allora che la stessa cosa può valere quando si percorre la strada del ricovero combattendo contro l’anoressia: non tutti I cambiamenti sono poi così terribili. Sono inevitabili, e non necessariamente si presentano come cose meravigliose e fantastiche – anzi, al contrario, all’inizio sono sempre faticosissimi – però, alla fin fine, possono non essere così malvagi. L’anoressia è una condizione che vincola alla staticità, ergo molto probabilmente non ci sentiremo mai totalmente a nostro agio con i cambiamenti. Del resto, non penso che sentirsi completamente a proprio agio con i cambiamenti sia un aspetto fondamentale del percorso di ricovero. Ci sono un sacco di cose nella vita che non ci piacciono, ma sappiamo che dobbiamo averci a che fare, e in qualche modo le affrontiamo. Quello che conta è il modo in cui le affrontiamo, e dunque il modo in cui ci relazioniamo al cambiamento. Perché possiamo non amarlo, ma possiamo imparare a gestirlo senza che questo diventi paralizzante e ci riscaraventi nelle braccia del DCA. Per progredire sulla strada del ricovero dobbiamo necessariamente affrontare più o meno grossi cambiamenti… quel che dobbiamo imparare a fare, perciò, è viverli nella maniera giusta, prendendo il buono che c’è in loro, e accettandoli come parte integrante di ciò che un domani potrà permetterci di stare almeno un po’ meglio.
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11 commenti:
Alcuni anni fa ho scritto una poesia che tocca un po' questi temi
Purezza
Io:
Più ti osservo,
dolce fior di loto,
e più imparo qualcosa.
Dal fango tu nasci
e per vedere la luce del sole
attraversi l'acqua paludosa
e apri la tua corona
intatta
offrendo la tua bellezza
a chi è capace di recepire.
E allora mi chiedo:
cos'è in realtà la purezza?
Il non essere contaminati
o la consapevolezza
che nessuna contaminazione
ti potrà intaccare?
Oppure ancora
il sapere che la vita stessa
ti può far nascere dal fango,
ti fa attraversare acque paludosi,
ma rimani comunque e per sempre
intatta?
E tu lo sai,
dolce fior di loto,
tu che conosci l'incanto della vita,
tu che sei il fiore dell'Universo.
Il loto:
Sì, mia piccola umana,
ma ricorda:
non essere per sempre un bocciolo di rosa
perché alla fine
le spine ti trafiggeranno.
Se un bocciolo di rosa non si apre,
per quanto innocente sia,
non avrà mai senso.
Non chiuderti in una gabbia
per paura che qualcosa ti possa intaccare.
E non temere il cambiamento
perché esso farà sempre parte di te.
Conserva il tuo spirito
e apri la tua finestra al mondo.
E poi a volte non è necessario voler rivoluzionare in tutto la propria vita. a volte possono bastare anche piccoli cambiamenti. Piccoli, ma per la persona che li farà saranno dei grandi passi.
Anche a me non piacciono granchè i cambiamenti. Perché effettivamente nell’abitudine mi adagio e poi comunque finisco inevitabilmente per sentirmici a mio agio; il che a volte può essere anche una cosa positiva, ma se si tratta di un’abitudine dettata dalla bulimia, allora è una cosa decisamente molto meno positiva!!!!!!!!
L’abitudine è rassicurante, su questo non c’è dubbio, però mi sono resa conto che non mi posso legare solo all’abitudine, sennò impedisco a me stessa di fare passi avanti. Rimanere incollata all’abitudine è più facile e più comodo, ma non voglio permettere all’abitudine d’impedirmi di progredire!!!!!!
So che cambiare mi richiederà uno sforzo maggiore del semplice continuare a fare quello che ho sempre fatto, e non sarà semplice né divertente, però credo che lo devo a me stessa, sennò non farò mai passi avanti e rimarrò sempre vincolata alla bulimia, cosa che comunque non voglio.
Per il momento, cerco di muovere dei piccoli passi avanti e di apportare dei cambiamenti alla mia vita grazie all’aiuto della mia psicologa: con lei posso discutere, e mi aiuta a gestire l’ansia che inevitabilmente mi assale quando mi accingo a rompere uno dei miei soliti schemi. Il “trucco”, mi sono accorta col tempo, è quello di fare tutto molto lentamente: se mi butto a capo-fitto in qualcosa di nuovo che pertanto temo, sicuramente la prenderò male e farò mille passi indietro. Se invece affronto la cosa nuova in maniera graduale, riesco a tollerarla poco a poco, e ad inserirla nella mia vita senza che mi dia troppa ansia e mi dia voglia di scappare e tornare indietro.
@AlmaCattleya...è una poesia bellissima, mi ha sfiorato il cuore.
e Veggie, come sempre bellissimo post!!
I cambiamenti... quelli che mi spaventano di più. CambiAmenti nelle mie abitudini, nel mio fisico, nei miei programmi, nelle mie giornate. La solita routine di da calma, tranquillità, ma quando arriva un cambiamento si va in tilt.
Un giorno, vorrei riuscire a accettare i cambiAmenti della vita con maggiore leggerezza , e trarre qualcosa di positivo da questi.
Bellissimo post!
Ti abbraccio
La vita è un continuo cambiamento, ognuno di noi cambia impercettibilmente di giorno in giorno... certo, c'è chi è più e chi meno portato ai cambiamenti improvvisi. Però, come dici tu, sono da accettare e tanto vale trovarci del buono!
Ciao Veggie, è da un paio di settimane che leggo il tuo blog e, devo dire, mi ha aiutata molto... Dal 2010 soffro di anoressia, ma solo negli ultimi mesi ho preso coscienza che si tratta di una vera e propria malattia che ha cristallizzato la mia vita, facendomi chiudere sempre di più in una routine scandita solo da una dieta assurda e da un continuo contare ogni singola caloria ingerita. Non c'era più spazio nè tempo per lo studio, nè per gli amici, nè per i miei hobbies... finchè non ho intrapreso un percorso psicoterapeutico che mi sta riaprendo alla vita. Se fino a qualche tempo fa i cambiamenti mi terrorizzavano, ora invece sento che io stessa li vado cercando... Ho sempre voglia di provare a fare qualcosa di nuovo e sono curiosa di fare "esperimenti" e di valutarne gli effetti, dallo sport, agli amici che frequento o ai libri che leggo, dall'abbigliamento alle mete per le vacanze... Se le novità sono positive, bene; se no pazienza, perchè comunque sono stati dei tentativi dai quali ho pur sempre imparato qualcosa di nuovo. Penso che la paura del cambiamento derivi soprattutto dal timore di sbagliare, ma il fatto di commettere errori è del tutto umano... Per anni il mio perfezionismo estremo mi ha portato sempre ad essere la più brava a scuola e all'università, la più magra, la più carina, e se qualcosa non andava per il verso che io mi ero prefigurata andavo letteralmente nel panico... Adesso ho imparato ad accettare i miei limiti e ho capito che non posso "controllare" il futuro perchè questo non è mai certo, ma posso solo lavorare sul presente.. Anche cambiare non mi spaventa più come prima, perchè vuol dire "vivere" ed essere elastici di fronte agli eventi mutevoli della vita: soprattutto mi conforta l'idea che ogni cambiamento non è mai l'ultimo, perchè se ho fatto qualcosa di nuovo che non mi ha soddisfatto, posso sempre divertirmi a sperimentare ancora e poi ancora, finchè non raggiungo il risultato che desidero... E' un pò come dipingere un quadro: all'inizio lo sfondo è un pò scuro o non ho abbinato bene i colori, ma procedendo per prove ed errori alla fine posso realizzare graficamente l'idea che mi ero prefissata. Così è anche nella vita.
@AlmaCattleya bellissima poesia... *.*
Il cambiamento spaventa sempre un po', sopratuttose parecchio repentino.. ma a volte, anche se lì per lì ci si può spaventare, in effetti non sempre si tratta di qualcosa di negativo!^_^ un abbraccio stretto
M.M.
Già dai primi incontri del mio ercorso di ricovero, la dott.ssa mi ha parlato di "cambiamento".
Diciamo che ha impostato tutto sulla importanza di avviare un cambiamento, necessario ed inevitabile.
Ma quanto mi sta costando!!!!
Tuttavia, posso dire, che le piccole cose che sono riuscita a cambiare, a sradicare dalle vecchie e malate abitudini, mi hanno dato coraggio ed incentivato ad "osare" contro la malattia sempre di più.
Certo, purtroppo, ancora c'è molto da cambiare ... e so che la cosa che mi frena è il non sapere come potrei stare modificando ciò che ormai si è "incancrenito" dentro di me. Quindi c'è paura...
Ma mi domando, paura di stare bene?
Questo è il continuo scontro, la continua lotta dentro di me...
Ma spero che vinca la parte buona .. che però spesso vacilla ...
Grazie come sempre.
M.
La parte finale é quella che mi piace di più . "Viverli nella maniera giusta" che nel caso dei dca x me vuol dire nn accettare ,ma costruire un cambiamento.perche quando lo accetti implica un tono di passività ,e che quella cosa é calata dall alto e forse nn sarà mai completamente tua.costruire un cambiamento è piazzare un tassello al giorno sulla base di ciò che ami.é impedirai di darsena a gambe a un concerto (cm avevo letto in passato )o a un allenamento.questo é il vero cambiamento...nn tanto i nuovi compagni di squadra o la nuova scuola o un piano alimentare.
@ AlmaCattleya – Grazie per aver voluto condividere qui questa poesia… questo frammento di te. Che scrivi divinamente ormai non te lo dico neanche più, sennò divento fin troppo monotona… E comunque, hai ragione: non è necessario cambiare la vita in toto… l’importante è riuscire a muovere quei piccoli passi che ci permettano di stare meglio poco a poco…
@ Wolfie – Sono assolutamente d’accordo sulla necessità – quando ovviamente possibile – di introdurre nella nostra vita i cambiamenti in maniera graduale, perché così li si tollerano meglio… In ogni caso, io credo che tu faccia bene ad appoggiarti alla tua psicoterapeuta, che è sicuramente la persona più adatta per aiutarti a gestire l’ansia che deriva dalle novità… e vedrai che, piano piano, la vita diventerà esattamente nel modo in cui, con le tue forze e il tuo impegno, hai saputo trasformarla…
@ Caffè Amaro – Grazie, sei un tesoro…
@ Pulce – Forse – ma è solo un “forse”, eh!! – i cambiamenti cui vai incontro ti danno così noia non solo perché in quanto tali, ma anche perché si realizzano troppo precipitosamente, e questo rende difficile il farvi fronte… Se così è, non metterti fretta. Hai tutta la possibilità di cambiare significativamente la tua vita in meglio… ma questo non significa che devi necessariamente farlo dall’oggi al domani!...
@ Vele/Ivy – Credo che in tutto quello che ci accade, nella vita, ci sia del positivo e del negativo… quello che possiamo fare, noi, è decidere su quale delle 2 parti concentrarci…
@ Vanessa – Ciao Vanessa, benvenuta!... Mi ha fatto molto piacere leggere il tuo commento!... Che ti posso dire, se in realtà hai già scritto tutto da sola??!... Semplicemente grazie per aver voluto condividere qui il tuo pensiero… Credo che questa mentalità ti farà fare moltissimi passi avanti oltre a quelli che hai già fatto… e ti auguro con tutto il cuore che tu possa riuscire col tempo a costruirti, con le tue scelte, con i tuoi errori, con i tuoi continui tentativi, a costruirti il futuro meraviglioso che certamente meriti. Ti abbraccio stretta…
@ loie – Sicuramente le cose repentine son quelle più difficili da accettare, in termini di cambiamenti… però, anche nei cambiamenti più rapidi, c’è una cosa che possiamo fare e cioè cercare di trovarne il lato positivo…
@ M.M. – Cara M., nei primi passi del percorso di ricovero, ovviamente i cambiamenti che bisogna compiere sono sempre quelli più grandi. È così un po’ per ogni cosa, se ci pensi: l’avvio è la parte più difficile, poi man mano che ci si prende la mano, le cose vengono meglio… Per cui, capisco benissimo che tu adesso ti senta anche un po’ confusa, perché sballottata tra i cambiamenti iniziali, che sono quelli maggiori da fare… Ma stringi i denti, perché tutto lo sforzo che stai facendo adesso ti servirà un domani per rendere la strada del ricovero almeno un pochino meno in salita… E pensa che se in questi giorni sei riuscita a fare dei cambiamenti… vuol dire che hai tutta la forza per compierne ancora, e ancora, e ancora. Per quanto duro e difficile – lo so bene – possa essere. Io non credo che tu abbia paura di stare bene… io credo che t’incuta timore il fatto che, in realtà, non sai come starai. E temi che, alla fine, nonostante i tuoi sforzi, tu possa finire per stare ancora peggio. È proprio questo il motivo per cui è così difficile combattere: perché fa paura quello che potrebbe succedere se poi, nonostante tutti i nostri sforzi, dovessimo sentirci uguale. Ma, sai, io credo nelle tue capacità di cambiare in meglio la tua vita, perché il percorso che stai adesso facendo dimostra quanta forza di volontà tu abbia, perciò… semplicemente, non arrenderti. Non ci sono notti eterne.
@ justvicky – Tutti quelli che hai elencato, secondo me, sono cambiamenti, dal primo all’ultimo… Sono solo su differenti piani, implicano un diverso tipo d’impegno mentale nell’elaborazione, ma sono tutti cambiamenti che vanno fatti… che è necessario integrare nella propria vita poco a poco. Perché è solo cominciando a modificare le cose che si può rimanere non bloccate nell’impasse, ma imparare ad andare avanti…
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