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venerdì 8 giugno 2012

Ingiusto?

Oh, la giustizia è una gran bella cosa. Le persone buone dovrebbero ottenere cose belle, e le persone cattive dovrebbero finire in tutta la merda che meritano. Ma così non va la vita. La vita non guarda in faccia nessuno, se ne frega di che tipo di persona sei, e la maggior parte delle cose belle che accadono nella vita sono per lo più il mero risultato di una botta di culo. Detto questo, ognuna è libera di fare quel che vuole, ma è estremamente difficile che succedano cose belle semplicemente perchè sei stata buona.

Magari è un po’ infantile, ma non è forse vero che si ha la sensazione che molti aspetti del nostro percorso di ricovero siano ingiusti??! Per esempio: non è irritante dover prendere qualche altro chilo, quando all’apice dell’anoressia pesavamo molto meno rispetto a quanto pesiamo adesso? Sembra ingiusto che possiamo mantenere il peso soltanto quando raggiungiamo un BMI (IMC) di 18, quando ci sono persone che, senza avere un DCA, hanno comunque fisiologicamente un BMI inferiore a 18, e nessuno gli dice nulla.

Okay, questo è un pensiero tipicamente indotto dall’anoressia, ma c’è del vero alla base dello stesso.

Ed ecco quel che ho trovato al proposito leggendo un libro di Judith Beck, una psicoterapeuta, che scrive:  

"[…] Pensieri sabotanti? “E’ così ingiusto che io non possa essere magra come vorrei!”. Questo pensiero rattrista molto chiunque soffra di un DCA. Inoltre spesso chi ha un DCA è gravata da un forte senso d’ingiustizia. Invece di essere soddisfatte della loro capacità di perdere peso e mantenere il loro sottopeso, sentono di vivere una grande ingiustizia: “Mi sono impegnata così tanto, eppure devo continuare a lavorare per mantenere questo peso, che è per me comunque insoddisfacente”. Ed è triste vedere tutta questa loro negatività, quando perdere peso è una tale soddisfazione. 

Spesso dico loro: “Sì, hai ragione. È ingiusto, ma a me sembra che, in realtà, per te la più grande ingiustizia sia continuare a soffrire giorno dopo giorno schiacciata dall’idea che devi dimagrire ancora – un’idea che ti ossessiona, che non ti fa sentire a tuo agio con te stessa, che ti apporta negatività, che non ti fa sentire in pace con te stessa”. 

Spesso propongo loro la seguente analogia: è come se una persona che è brava a correre si dicesse: “Io devo per forza partecipare alle Olimpiadi”. Così comincerà ad ossessionarsi con la corsa, non sarà felice dei suoi risultati non all’altezza degli elevatissimi standard che si è auto-imposta, non avrà più la sua pace mentale, e così via. Forse è una brava persona e non meriterebbe questa sofferenza, ma sta male perché ha realisticamente l’aspettativa di poter diventare tanto brava nella corsa da poter partecipare alle Olimpiadi. E quel che è peggio, anziché accettare il fatto che, per quanto brava possa essere nella corsa, non possiede comunque quella capacità tale da essere al livello di un’Olimpiade, si sentirà appressa dall’idea che questo sia ingiusto, il che la farà sentire ancora peggio, amareggiata, e apporterà negatività al suo modo di guardare alla vita. 

Ovviamente, ci sarebbe molto altro da dire riguardo a ciò che può essere giusto/ingiusto. (Tanto per fare un esempio in tema, molte persone che per dimagrire si rivolgono fin da subito ad una dietista, hanno una vita che sembra essere, per chi ha un DCA da molti anni, ingiustamente positiva). Ma questa discussione iniziale, che implica che chi ha un DCA ha un certo controllo sulla propria sofferenza, in funzione della sua impostazione mentale, è un importante punto di partenza. […]” 

Ora, se devo essere del tutto sincera, io personalmente non sono una grande fan di Judith Beck. La premessa del suo ultimo libro (che ti insegna a “pensare come una persona magra”) mi sembra semplicemente ridicola, tant’è che ho abbandonato la lettura dopo le prime pagine. Non credo proprio che le persone magre pensino diversamente dalle persone sovrappeso. A parte questo, tuttavia, penso che dalle sue parole (estratte da un altro suo libro) che ho riportato in questo post, si possa trarre un qualche insegnamento.

Dover percorrere la strada del ricovero può sembrare profondamente ingiusto. E questo è il punto: non dovrebbe esserlo. Talvolta mi viene pure da pensare che sia ingiusto il fatto che sia sopravvissuta abbastanza a lungo da dover iniziare ad intraprendere un percorso di ricovero. Ma ci sono un sacco di cose ingiuste nella vita, e perciò quando si pensa che dover abbandonare l’anoressia e doverci lavorare su per farlo sia ingiusto, pensiamo anche a questo sia ancora più ingiusto farci rovinare la vita dall’anoressia stessa.

Questo ovviamente non significa che si faccia magicamente pace con il nostro corpo, il nostro peso e le nostre ossessioni. Non è così. Ma si può cominciare a provare a fare pace con la consapevolezza di quello che è giusto che sia per la nostra salute fisica e mentale.
 
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