Come gli alchimisti trasformavano il ferro in oro… voi potete trasformare l’oscurità in luce. Siete tutte benvenute.
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martedì 5 gennaio 2010

Il coraggio è il ricovero

Il cuore dell’anoressia è il silenzio.

Tutte quante stiamo gridando in silenzio per cercare di ottenere qualcosa: amore, amicizia, aiuto, autostima, via di fuga o perdono e tante altre cose. Tutto quello che facciamo, è cercare di riempire un vuoto. Anche se utilizziamo parole differenti, non esce mai dalle labbra la voce che esprime i nostri veri bisogni. Perché in fin dei conti ci sembra di non meritare tutto ciò che desideriamo.
Così, utilizziamo il nostro corpo per giocare al gioco “Indovina di che cosa ho bisogno”. E la nostra incapacità di esprimere quello che proviamo, ci fa sentire ancora più incapaci.

Per ogni parola che non siamo riuscite a dire.
Per ogni bugia che abbiamo (ci siamo) raccontato.
Per tutto quello che di male siamo fatte.
Cerchiamo di costruire qualcosa di positivo, adesso.
Continuiamo ad andare avanti sulla strada del ricovero.
Continuiamo a lottare contro l’anoressia.
Chiediamo scusa a noi stesse.
Asciughiamo le nostre lacrime piante e non piante.
Continuiamo a cantare la nostra canzone.

Qual è veramente il nostro carattere? Quello che mostriamo quando nessuno ci sta a guardare.

Non saranno certo tutte rose e fiori, ma dobbiamo continuare a percorrere questa strada. Dobbiamo continuare a vivere. Dobbiamo avere il coraggio di continuare a combattere.
Perché anche se, da una parte, continueremo sempre a sentire la mancanza dell’anoressia, non possiamo rimanere intrappolate nella sua oscurità. E non c’è notte tanto buia da impedir al sole di risorgere il giorno dopo.
Quando sentite di aver perso la bussola, trovate dentro di voi la forza per continuare a combattere. Ammettere di avere paura in momenti come questo, è un atto di grande coraggio.

Il coraggio è fare un scelta. Il coraggio è decidere di fare un cambiamento nella nostra vita.

Continuate a vivere. Continuate a combattere. Siete molto più forti di quel che credete. E non mollate mai. Perché voi MERITATE di avere la meglio sull’anoressia. Lottate. E vi accorgerete che sarete in grado di parlare. Sarete in grado di respirare. Sarete in grado di andare avanti sulla strada del ricovero.

Il ricovero è il coraggio.

mercoledì 30 dicembre 2009

La conquista più importante

Ormai siamo giunte alla fine dell’anno, e tirarne le somme credo sia inevitabile.
Spero che, nonostante tutte le difficoltà affrontate, il bilancio dell’anno appena trascorso sia per tutte voi tutto sommato positivo.

Io ho iniziato questo 2009 timorosa di non riuscire a portare avanti la mia battaglia contro l’anoressia per tutto l’anno, timorosa di potermi stancare, di potermi arrendere, di poter mollare… e adesso, nonostante tutto, mi guardo indietro e vedo che non mi sono fermata. Non avrò fatto chissà quanta strada, ma sicuramente ho fatto dei passi avanti, e questa credo sia a cosa più importante.

Provate a chiedervi: qual è la più importante conquista che avete fatto quest’anno nella lotta contro l’anoressia?

Personalmente, potrei rispondere a questa domanda dicendo: il silenzio. Una scoperta veramente catartica. Rimanere in silenzio per cercare di ascoltare la mia vera voce. Ho scoperto quanto il silenzio possa essere terapeutico. Ho cercato di guardare dentro me stessa con onestà, e di non lasciarmi fregare dalle false soluzioni – nient’altro che palliativi – offertemi dall’anoressia. Nel silenzio ho provato a cercare di comprendere cosa desiderassi veramente io per me stessa, per il resto della mia vita. E ho tentato di capire come potessi agire da quel momento in poi per realizzarlo. Non ci sono stati grandi cambiamenti, nessun fuoco d’artificio, però qualcosa ha iniziato a smuoversi. E’ un inizio.

Altra conquista che ho fatto in quest’anno: la gratitudine. Ho provato a mettere sul piatto della bilancia tutte le cose positive che ci sono state, anziché focalizzarmi, com’è più facile fare, su quelle negative. Così, piuttosto che pensare alle mie cicatrici, ho pensato alla gratitudine che ho provato nei confronti delle persone che mi sono state vicine senza temere quelle cicatrici. Anziché deprimermi per le invitabili ricadute e per quello che non sono riuscita a compiere, sono stata grata per i piccoli progressi che ho fatto. Sono stata grata persino alle esperienze negative, alle cadute, alle scivolate, perché mi hanno permesso di testare me stessa trovando la forza di rialzarmi ogni volta.

Quanto all’anoressia, ho fatto del mio meglio per cercare di essere grata anche a questo tipo di vissuto; sebbene ciò non significhi che non mi sia comunque sentita in colpa per quello che ho fatto.
“Perché ho dovuto affrontare questo?” – mi sono chiesta.
“Perché non avrei dovuto affrontarlo?” – ho tuttavia realizzato.
E la risposta è già tutta qui, nella domanda.

Tutte noi affrontiamo battaglie, quotidianamente. C’è chi combatte contro l’anoressia, chi contro la bulimia, chi contro il binge, chi contro l’autolesionismo, chi contro la depressione, chi contro la droga, chi contro le piccole difficoltà quotidiane. La cosa importante è riuscire a trarre qualcosa da ogni tipo di lotta, qualcosa che ci faccia ragionare, che ci permetta di continuare ad andare avanti a testa alta, che ci faccia crescere come persone. Perché anche nel mezzo della peggiore delle tempeste sappiamo che l’acqua prima o poi finirà, le nuvole si diraderanno, e il sole tornerà a brillare.
E siamo solo noi il vento che renderà possibile tutto questo.

Buoni propositi per l’anno nuovo? Nessuno, poiché stilare una lista fa solo venire ansia e fa sentire in colpa nel momento in cui non dovessimo riuscire ad attenervisi. L’unico buon proposito da fare è semplicemente continuare ad andare avanti. Con tutta la grinta che riusciamo a tirare fuori, tutte le armi che possiamo utilizzare, tutto il coraggio che saremo capaci di alimentare. Tutto il resto non conta.

Auguro a tutte voi quanta più serenità possibile nell’imminente 2010, e spero che non dobbiate combattere troppo per ottenerla!
 
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