domenica 17 maggio 2009
Il primo giorno del resto della mia vita
Questa è la storia di un incontro che non dura una vita, ma la cambia per sempre. Questa è la storia del 17 Maggio 2008. Questa è la storia del primo giorno del resto della mia vita.
C’è un momento nella vita in cui si aprono gli occhi. Si aprono gli occhi e si vede la luce. È il momento in cui si dice basta. È il momento in cui si sceglie di cominciare a combattere. A combattere per noi stesse, e non più contro noi stesse. Il momento in cui si decide di dire addio all’anoressia, si fa inversione a U, e s’inizia a mettere piede, per la prima volta sul serio, sulla strada del ricovero. Il mio momento è stato esattamente un anno fa. Il 17 Maggio 2008. Sì, il primo giorno del resto della mia vita.
Reduce da un periodo d’anoressia veramente brutto, da una ricaduta di quelle pese, in questo giorno, l’anno scorso, sono andata a San Bonifacio, dove le t.A.T.u., le mie cantanti preferite, si sarebbero esibite in un live nel locale Club Skylight. Avevo esitato tanto prima di prendere questa decisione, ma alla fine avevo deciso di andarci. Con i sentimenti contrastanti, i pensieri contrastanti, ma ci sono andata. Mio papà scherzava, diceva “E’ il richiamo del fan, ti ci vuole questo per scollarti di casa!”, ma io penso sul serio che ci sia stato del vero in questo. Ma non era solo questo. Era di più. Non semplicemente il richiamo del fan, bensì il richiamo di qualcosa di più profondo, forse di nuovo la ricerca di un appiglio per non sprofondare, per provare a tenersi a galla anche solo per una sera. Per ritrovare qualcosa che è stato salvato da tutto, e che è rimasto nonostante tutto. Pensandoci, mi sono accorta che non mi veniva in mente nient’altro di cui potessi dire la stessa cosa. Perciò alla fine ci sono andata.
E mi sono detta che ci dovevo andare come si deve, con la camicia bianca e la cravatta a quadretti scozzesi, com’era stato quando avevo sentito per la prima volta una loro canzone, com’era stato quando volevo andarle a vedere al Festivalbar, com’era stato quando avevo 14 anni e cantavo le loro canzoni e m’immedesimavo in loro ed avrei voluto essere come loro ed avrei voluto essere con loro e mi ero comprata pure la minigonna a pieghe come la loro. Così mi sono messa la camicia bianca e la cravatta a quadretti scozzesi, e sono andata al Club Skylight, e quando sono arrivata lì era quasi la mezzanotte.
Sono scesa e mi sono diretta verso l’ingresso del locale con le nocche che mi erano sbiancate da quanto stringevo forte il biglietto. Solo che all’ingresso c’era una marea di gente che faceva la fila per entrare, fila per modo di dire visto che più che altro era una calca assiepata all’ingresso con la gente che cercava d’introdursi per prima, ma che fretta avranno avuto, mi chiedevo io, che avevo solo voglia di venire via da lì. E ho cominciato a domandarmi: ma che cavolo sono venuta a fare. Perché io non ce la faccio, però sono sempre in tempo a tornare indietro. E in prima battuta l’ho fatto. Girato il culo e tornata alla macchina. Il mio riflesso sul finestrino della macchina mi guarda beffardo come a chiedermi: già finito? E io a rispondergli: ho dimenticato il documento, non ti lasciano passare se non dimostri che sei maggiorenne. Il documento ce l’avevo in tasca, però. Perciò ho preso la borsa, ho tirato fuori il post-it, e me lo sono infilato in tasca velocissimamente. Tanto per mentire anche di fronte a me stessa. Divertiti, mi dico mentre richiudo lo sportello della macchina. E con questo mi frego da sola perché non posso più tornare indietro col pretesto che ho dimenticato qualcosa. Cosa, poi? Il biglietto? La penna per farmi fare l’autografo? Il coraggio? Va bene, porca puttana, ritorno all’ingresso. Calca uguale a prima. Medito uno svenimento tattico (ma anche fisiologico, considerate le mie precarie condizioni fisiche), poi opto per una fessura laterale in cui riesco a scorrere più o meno senza problemi. Data la shilouette. Ah, ah, ah. Mi ritirano il biglietto, e così sono entrata.
Premessa: mia prima volta in un locale. Scenario: una bolgia di persone che sta stipata in una misera pista da ballo con luci stroboscopiche, caldo, odore di chiuso, di sudore e musica tunz-tunz a tutto volume. Ho resistito per circa 7 secondi e 36 decimi. Dopodichè ho mandato a fanculo le t.A.T.u. (che prima delle 2 non sarebbero arrivate) e mi son detta che l’unica cosa che dovevo fare era cercare una via d’uscita. Ero assolutamente certa che se fossi rimasta lì anche solo 2 secondi in più mi sarei messa a gridare. La cosa positiva, nella fattispecie, era che anche se l’avessi fatto, causa musica, non mi avrebbe sentito nessuno.
Insomma, sono riuscita più o meno a strisciare fino al cesso. C’erano 3 toilette, quindi non rischiavo di fare l’occupazione a oltranza: mi sono infilata in una e mi sono chiusa dentro. Lì ho ricominciato a respirare. Mi sono detta che sarei uscita solo quando il locale si fosse svuotato. E a fanculo tutto il resto. Da una parte pure mi dispiaceva essere arrivata fin lì per poi non vedere niente, però stavo davvero troppo male a stare nel mezzo agli altri, e quel cesso era così tranquillo rispetto a tutto il resto, lì davvero non mi vedeva nessuno, potevo respirare. Allora mi sono appallottolata sul pavimento, testa tra le ginocchia e braccia intorno, e mi sono messa a raccontarmi la trama dell’ultimo libro che avevo letto, ma con calma, tanto per impegnare il tempo. E non lo so per quanto tempo sono rimasta così, ma riuscivo solo così a respirare, quindi ci sono rimasta.
E poi ho sentito il DJ che annunciava l’esibizione delle t.A.T.u. e nell’aria hanno risuonato le note della prima canzone che hanno cantato: Loves me not. E io ho sentito che erano loro, che erano lì, che c’erano veramente, e che forse c’era anche un altro posto dove poter respirare, anche solo per un attimo. Nei loro occhi. Ho pensato con tutta la gente che c’è però non riuscirò a vederle neanche da lontano. Ma è il richiamo del fan. O è qualcosa di più profondo, non so. È quel qualcosa che ti dice ogni lasciata è persa, che se vuoi qualcosa nella vita devi darti da fare e prendertela, che non si può tornare indietro ma che c’è qualcosa che si salva e che se è l’unica cosa che si salva nella tua vita che è andata completamente a puttane allora merita di essere salvata. Se è l’unica cosa che può farti essere qualcosa. Forse te stessa.
Sono uscita dal cesso, e il palco era lì, non lontano ma a poco più di 5 metri, con loro, le t.A.T.u., che erano lì sopra e cantavano, e quelle parole anche se non le avevo più cantate le ricordavo, le ricordavo tutte, dalla prima all’ultima, e mi sono messa ad intonarle insieme a loro. Insieme a loro e a una miriade di altri fan, si capisce. E in prima battuta mi ha fatto strano, perché finora le loro canzoni le avevo sempre ascoltate nell’intimità della mia stanza, ed era stato sempre un po’ come se le cantassero solo per me, invece adesso le t.A.T.u. stavano cantando per tutti e non lo sapevano neppure che io c’ero. Ma io c’ero. Forse è stato proprio quello il punto. Io c’ero e ho sentito che c’ero. Ho sentito che c’ero mentre cantavo, mentre le guardavo, mentre mi veniva involontariamente da sorridere, mentre tornavo quattordicenne anche solo per il tempo di qualche canzone. C’erano anche gli altri, ma gli altri sono spariti e siamo rimaste solo io e le t.A.T.u., io e loro, io spezzata, frantumata, lacerata, rotta dentro, loro bellissime, splendenti, sorridenti, semplicemente "perfette" come la loro musica… eppure una cosa sola. Loro cantavano, io cantavo e mi sono dimenticata di tutto, compresa l’anoressia.
Non riesco a descrivere come mi sono sentita… diversa eppure me stessa, autentica. Lì, in tanti, in mezzo ad un entusiasmo indescrivibile al quale partecipavo anch’io. Non c’era più distinzione tra dove finivo io e dove cominciavano gli altri. Eravamo solo io e loro, come se fossi stata sul palco a cantare con loro, come se stessero cantando di nuovo solo per me. E sono stata bene. Non ho sentito più niente e sono stata bene. La musica mi è entrata dentro e mi ha fatta vibrare. Ho continuato a cantare, e tutto era in perfetta sintonia, una sorta di oceano umano di cui io non ero che una goccia in un grande mare in cui eravamo tutti confusi. I bisogni annullati, i pensieri cancellati. Niente più paura né solitudine, solo una meravigliosa sensazione di essere lì insieme a loro 2, di calore e di assenza di desideri: tutto si stava già realizzando. Hanno cantato 10 canzoni ed io con loro, persino la mia preferita, Not gonna get us, ed è stato semplicemente meraviglioso. Solo quando loro hanno salutato ed i riflettori sono calati sono stata assalita da un’ondata di panico, la consapevolezza che adesso era finito tutto e che ricominciavo a precipitare, che la gente era tornata tutt’intorno e non potevo più respirare ma solo soffocare.
E allora, senza neanche pensarci, ho fatto la cosa, l’unica che in quel momento avrei potuto fare, l’unica che sentivo possibile, l’unica ancora di salvezza: nel momento in cui loro sono sparite dietro le quinte mi sono lanciata all’inseguimento. Ho sgomitato come una forsennata tra la calca, a testa bassa come quando bisogna prendere il primo tram o si perde il treno, alla faccia di tutto e di tutti. Se vuoi qualcosa nella vita, ragazza mia, se vuoi qualcosa nella vita, lascia che te lo dica, datti da fare e prenditela, cazzo.
Semplicemente non ci ho pensato, ma quando sono arrivata loro si stavano già dirigendo verso i camerini, con tanto di bodyguards a corona. Ho continuato a non pensare. O forse sì, ma solo per o la va o la spacca. E io sono andata. Di corsa. Ho afferrato Lena per il retro dell’impermeabile ancor prima che qualcuno – io stessa – potesse accorgersi di quello che stava succedendo. Lei si è voltata e altrettanto hanno fatto i 3 bodyguards, lanciandomi le occhiate di chi riconosce l’assassino di John Lennon. Oddio cosa sto facendo. Adesso mi pestano. Scappo. E invece no. Invece sono rimasta lì, immobile, più perché a quel punto ero terrorizzata che non per coraggio. Se mi avessero conficcato un’accetta in testa prendendo la rincorsa, probabilmente sarei rimasta lì a beccarla in pieno. Ma poi Lena ha detto “No, it’s okay”, mi ha sorriso mi ha preso la mano e siamo entrate in un privée. Io semplicemente non credevo che stava succedendo davvero, e avrei voluto dire un milione di cose ma ero come paralizzata e non mi usciva niente.
Mi hanno fatto gli autografi su una locandina, Yulia mi ha preso dalle mani la macchina fotografica e l’ha data a un bodyguard che ha scattato. E io pensavo a un miliardo di cose, e io non pensavo a niente, e io volevo dire tante tantissime cose ma le parole si erano bloccate da qualche parte e non volevano saperne di uscire… Tutte le volte che, in passato, avevo immaginato di parlare con loro, tutti i discorsi che mi ero costruita con cura in inglese e in russo, tutto quello che mi passava per la testa era fermo lì, non arrivata alla lingua. E poi un bodyguard mi ha rimesso in mano la macchina fotografica e mi ha allontanata in maniera spiccia, fine di tutto, tutte le parole bloccate dentro, e non sono riuscita a dire niente, e ho continuato a guardarle mentre mi allontanavo sospinta, e loro sorridevano, e io penso che quel loro sorriso me lo ricorderò per sempre, quel loro sorriso che per un attimo mi ha fatto dimenticare tutto e mi ha fatto sentire “normale” io me lo ricorderò per sempre. E poi gliel’ho detto: “Cпасибо”. Grazie. Ma ero troppo lontana e sicuramente non mi hanno sentita. Ma non importa. Sono riuscita a dirglielo. E spero che i miei occhi gli abbiano detto quello che la voce ha taciuto. I loro sì.
Certo, poi sono tornata alla mia vita ordinaria. Ma per un attimo, c’era stato qualcosa. Non m’importa se era stata solo un’ora a cantare le loro canzoni, o pochi secondi di pazzo inseguimento, o l’istante di uno scatto fotografico. C’era stato. E io ho sentito che poteva esserci ancora. Ho sentito che potevo ricominciare. Ho sentito che quello poteva essere il primo giorno del resto della mia vita. Perché, per un attimo c’era stato qualcosa. Quell’attimo, sì, quell’attimo. Qualsiasi cosa succeda, sarà dentro di me. Per sempre. Навсегда.
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48 commenti:
Sempre commovente cara Veggie,adoro il primo giorno del resto della tua vita.
Straordinario, piccola cara!
...E pensa che gli altri giorni del resto della tua vita, quelli che ancora devono venire, saranno migliori del primo.
Un grande abbraccio
annarita
Piccola grande Veggi.....sei davvero stupenda...e dentro te c'è una bellezza rara...quella che non tutti avranno mai il privilegio d'avere.
Ti abbraccio.
..."diversa eppure me stessa, autentica..."...
Bellissimo.. vero.. commovente..
Mi sono immedesimata mentre leggevo le tue parole.. deve essere stato davvero stupendo.. emozionante...
Probabilmente io non avrei avuto il coraggio di afferarle la giacca!
Probabilmente le avrei seguite fino a vederle sparire dalla mia vista.
Brava tesoro!!!!BRAVA!!!
Ti auguro di vivere altri 1000 momenti come quello...
Ti voglio bene..
Veggie, mi hai ancora commossa.
Il tuo "primo giorno del resto della tua vita" è meraviglioso. Sei una persona molto forte e coraggiosa, sei un diamante raro. Continua a conbattere!
Le t
E' il richiamo del fan... E' il richiamo della vita... E quello che hai sentito in quel momento... Quella sensazione così estranea, così sconcertante, così magnifica... Ecco, io credo che quella fosse felicità...
Mi sono messa con calma e ho letto tutta la tua storia, parola per parola... l'ho divorata con interesse sempre maggiore, fino alla fine, e mi sono emozionata con te. Quello che scrivi è bellissimo, continua così.
Sempre meravigliosa sei e resterai...per tutta la Vita...Sei una ragazza straordinaria e non mi stancherò di dirlo,spero solo un giorno di poterti davvero abbracciare perchè meriti tutti gli abbracci del mondo.Bacioni.
Bellissimissimo!!!!=)
Mi sono emozionata solo a leggerla... immagino l'adrenalina e la felicità che hai provato quella sera!! Fantastico!!
Anch'io ti auguro di vivere un infinità di momenti come quello!
un abbraccio fortissimo!
Ti ho letto fino all'ultimo rigo..brava, se vuoi qualcosa devi lottare fino in fondo per ottenerlo.
Un abbraccio.
Pachucha.
Le tue parole sono le uniche che sanno farmi questo efetto.
Sei una persona tanto, ma tanto inteligente...
Ti stimo da morire. E ti ringrazio di cuore.
Oggi mi sono rovinata la vita con due semplici parole : ''io vomito''
Non riuscivo più a tenere tutto dentro, anche perchè era la comunione di mia sorella, e anche se non ho mangiato quasi nulla, ero gonfia, mi sentivo uno schifo in mezzo a quei visi perfetti, così mi sono liberata con mio cugino.
E lo stronzo l'è andato a riferire a i miei parenti... Sono scoppiata a piangere, crisi isterica, volevo morire lo giuro.
Io non avrei mai il coraggio di fare una cosa del genere; complimenti davvero!
A parte questo, ho letto il tuo post con molto interesse. E' importante trovare un punto di svolta... anche se probabilmente ne abbiamo un'idea totalmente diversa. Da quanto ho capito leggendo il tuo blog, abbiamo opinioni e percorsi piuttosto differenti; ma continuare a leggerlo mi interessa molto. Posso aggiungerti alla mia lista di link?
uno dei tuoi post più belli, secondo me.
e il 'primo giorno del resto della tua vita' mi fa uno stranissimo effetto, mi sento sempre piena di speranza quando vengo qui. =)
Ciao Veggy, il primo giorno del resto della tua vita è stupendo, l'ho letto e mi sono commossa. Immagino le tue emozioni quel giorno...coraggiosa a prenderla per la giacca :)
Chissà che per qualche ragazza la svolta non sia stata proprio leggere eusto blog, trovando una persona tenace e generosa, che ce la mette tutta. A me ha aiutato tantissimo questo blog :)
Bacioni :*
E poi non dire che non hai le palle!!!Io non sarei mai riuscita a buttarmi cos'..penso..in realtà il bello della vita è che finchè non ti butti non lo saprai mai.
A me capitò qualcosa di simile con uno scrittore, J. Gaarder, autore di un libro che aveva in qualche modo costituito un punto di svolta nella mia vita.
Andai ad un incontro/intervista con lui ed il regista Michael Cimino (quello de "Il cacciatore") ed alla fine sono andata a farmi autografare il Suo "Il mondo di Sofia". E gli ho detto Grazie. E lui mi ha sorriso, proprio a me.
Ci sono momenti in cui sie talmente PRESENTE lì, in quel luogo in quel preciso istante, che senti ogni particella di te stessa, riesci a percepirti interamente, corpo e mente fusi (finalmente!) insieme.
Per fortuna capita più volte nella vita, anche se rimangono attimi fugaci e rari...ma caspita se ne vale la pena!
Il punto è che ogni giorno può essere il giorno della nostra rinascita. E anche solo questa prospettiva è fantastica.
Ho la pelle d'oca...
Hai una forza dentro che è straordinaria, una luce bellissima... e il primo giorno della tua nuova vita lo devi portare sempre nel cuore a testimonianza che i sogni si possono realizzare e che se si vuole una cosa nella vita, ci si deve sbattere in tutti i modi per ottenerla!
Ora che ho trovato il tuo blog capisco meglio il senso del msg che mi hai lasciato... e lo apprezzo perchè capisco che il tuo consiglio viene dal cuore della tua esperienza. Scrivi che quella sera al concerto "qualcosa" c'è stato. Io non ti conosco ma dalle tue parole percepisco che forse chiami "qualcosa" quello che altri chiamano "passione"... e altri ancora "il richiamo del fun"! :)
La vita è dura, ma può essere affrontata quando hai un "fuoco" che ti tira fuori dal bagno dove sei appallottolata! Sicuramente sei sulla giusta strada :)
ho avuto tanti primi giorni...di tante piccole vite...ma di breve durata...ma l'averli vissuti sn segni tangenti che si può anche sbattere contro la vita...ma quella che si sente e non quella che si subisce...
Geazie di avermelo ricordato:D
.. e brava la nostra ragazza...
Il tuo racconto è stato fonte di commozione e pelle d'oca per tutti noi..
Continua a vvere la tua vita come se fosse quel concerto..
Bello davvero tesoro! Mi dispiace solo non poter condividere nulla in questo momento... Sono arrabbiata con me stessa per quel che sto facendo da due giorni al mio corpo... mi dispiace per l'apatia...
Ciao Veggie...
Ti ringrazio mlt per la tua e-mail...
Sul post che dirti???
I complimeti te li hanno già fatti (quindi rischerei di essere ripetitiva e non è nel mio stile)ma penso che tutti lo vorremmo un primo giorno così...
e vorremmo anche potercelo ricordare.
Tu l'hai vissuto e condiviso con noi! Ti ringrazio tantissimo per questo regalo meraviglioso!
Continua così! 6 Grande!!
Non spero niente. E' quel che penso, che credo.. e come me, anche altre ^^-
Dai tuoi commenti ho capito che fai di tutto pur di tirarmi su di morale. In questo, sull'autostima ti dirò che sono d'accordo solo in parte..Perchè il mio malessere non si basa solo sulla scarsa auto stima.. ma va oltre. Va oltre perchè mi sento inferiore alla denominata ''media''.. Decisamente inferiore in ambito intellettuale, fatto sta che vado bene solo in una materia, l'unica che mi viene spontanea 'italiano', lo dimostra che non ho un ragazzo, che non so mantenere un rapporto solido con la gente, perchè sono irritabile, infelice, e gelosa. Gelosa perchè loro riescono a guardare una persona in faccia, riescono a camminare senza pensare a ciò che dice la gente, perchè loro se hanno un'amica che un giorno è particolarmente bella non si sentono morire, e io si. E mi sento cattiva, stupida, inferiore in qualsiasi circostanza. E tutto da cosa dipende? Sempre dall'insicurezza che ho. Dipende dal fatto che fin da piccola sono stata fragile, fin da piccola le batoste subite non mi hanno rafforzato, ma distrutto. Sono d'accordo con te, perchè è vero che i modelli a qui noi ci confrontiamo sono troppo SU. Oppure troppo giù.. Ma il mio specchio mi dice che io non sono nella media, lo dice il modo in cui non riesco ad affrontare la vita.
Continua a vivere quel girno portalo con te. Bellissimo post l'ho letto tutto d' un fiato
Clelia
sono con te
^___________^
un abbraccio
è un racconto bellissimo...mi pare di avertelo già detto, che dovresti scrivere un libro, cmq te lo ridico adesso...
e ovviamente non è solo un bellissimo racconto..perchè questo è un momento importante della tua vita, uno di quelli da ricordare...ma lo sai che mi hai fatto venire una curiosità tremenda di ascoltare le t.A.T.u.? chissà forse diventerò anch'io una fan così accanita:-)
ps. io il primo giorno del resto della mia vita non me lo ricordo...ma penso che ogni giorno da un po' di tempo a questa parte possa essere considerato tale
Oddio che cosa toccante che hai scritto.
Io ci sono dentro come te quanto a passione per la musica, non importa il tipo di musica che ascolti, conta l'effetto che ti fa e riconosco che siamo simili in questo. Io ho ricominciato a vivere quando sono andata per la prima volta da sola al concerto dei Baustelle. Anche io presi la macchina e feci il viaggio e questo viaggio per me ancora non è finito.
Da quel viaggio sono partiti altri viaggi, altri orizzonti da raggiungere ed altre persone splendide che ho conosciuto che mi hanno ridato il coraggio e la voglia i vivere. I Baustelle li conobbi in quell'occasione (non erano famosissimi come adesso, all'epoca) poi recuperai la conoscenza con un altro tipo straordinario e folle insieme, che è Federico Fiumani. Forse questi nomi non ti diranno niente... effettivamente tradiscono la mia età, ma quel che conta è che hai descritto benissimo quello che provo quando vado sotto un palco. Adesso per me è quasi una droga, è una scorta di emozioni che spesso mi fa andare avanti in modo equilibrato e decente per un mese intero. Non sottovalutare mai il potere della musica: è quanto di più sano e forte possa esistere al mondo, è una droga che non fa mai male, è un'iniezione di sentimenti, di emozioni e di stati d'animo che ci fanno scoprire che in quel momento siamo davvero vive. E' una cosa che fa così bene, ma così bene che dovrebbero prescriverla i medici!!!
...meraviglioso Veggie.
Magari anche a me l'a. permetterà di avere un "primo giorno del resto della mia vita". Magari io me lo permetterò.
Come cazzo si fa a trovare un motivo per andare avanti? Cosa cazzo è che fa scattare la molla per reagire? Come cazzo si fa ad uscire da tutta questa merda? Come cazzo si può riuscire a vedere uno spiraglio di sole in questa dannata notte eterna? Come cazzo si fa? Come cazzo si fa ad invertire la rotta quando si sta andando a 200 km/h contromano? Cosa cazzo serve? Ci vuole un momento topico, un’epifania, una cazzo di rivelazione? Ci vuole un live, un concerto, che cazzo ci vuole? Come cazzo si fa a tornare a galla quando si è ancorate sul fondo? Come cazzo si riemerge? Ma è davvero, cazzo, è davvero possibile farlo? È davvero possibile ricominciare?
Jonny
buon mercoledì
^___________^
@ NERO_CATRAME – Il primo giorno del resto della mia vita, sì. Esattamente un anno fa. Mi fa un po’ paura… ma, forse, anche un po’ speranza…
@ Annarita – Una volta qualcuno mi ha detto che il meglio è sempre quello che deve ancora venire… Che è quello che auguro a te e a tutte le alte ragazze che stanno lottando… come me, come te… come tutte noi…
@ DarkSecretInside – E, invece, è proprio il contrario… ed è questa la cosa migliore… Che io non sono né diversa, né bella dentro, né proprio niente di speciale rispetto a chiunque altra persona… e che, perciò, quello che sono riuscita a fare io, tutte, tutte, TUTTE QUANTE lo possono fare…
@ Mel – viceversa, io credo che ci saresti riuscita eccome… Hai una forza di cui neanche ti rendi conto… La stai a poco a poco canalizzando nella giusta direzione, e questo è meraviglioso… Giorno dopo giorno, anche se non te ne accorgi, stai afferrando le tue giacche… e ti lasci trascinare verso l’alto abbandonando l’anoressia… Ed è questa la vera vittoria… Ed è questo che ti auguro sempre di riuscire a continuare a vincere… E di rendere ogni tuo giorno sempre migliore, come se ciascuno di essi fosse il primo del resto della tua vita… la vita vera… quella senza l’anoressia…
@ Le t – Ti ringrazio per le tue parole… Mi ha fatto davvero tanto piacere leggerle… Credo che anche tu sia una persona estremamente forte e coraggiosa, anche se magari non te ne rendi conto… Anche tu, non mollare mai!!
P.S.= Se ti va, puoi mandarmi via e-mail l’URL del tuo blog, così l’aggiungo tra la lista di quelli che seguo?!... Tx…
@ Duccia – Io non so se sono in grado di raggiungere la felicità nel senso proprio del termine… Ma essere così vicina alle t.A.T.u. … ecco, quella è una cosa che mi ha fatto sentire bene. Bene davvero…
@ Vele/Ivy – Grazie per le tue parole, bellissima… E’ passato un anno, ed è una cosa che sento ancora molto… è quello che mi dà la forza per continuare ad andare avanti, giorno dopo giorno…
@ Frufrupina – Anch’io spero che un giorno o l’altro potremo conoscerci anche di persona… è già successo con Francesca e con Martina… la prossima potresti benissimo essere tu… E saremo più forti se potremo combattere insieme… Grazie per le tue parole…
@ Enigma – Ed io contraccambio l’augurio… Spero che tu abbia milioni e milioni di momenti in cui sentirti felice di essere te stessa nella tua vita… Perché sei preziosa, perché sei speciale, perché te lo meriti…
@ Pachucha – Per quanto possa essere duro, per quanto possa essere difficile… lottare è veramente l’unica cosa che ci resta da fare… L’unico modo incui si può sperare di ottenere qualcosa… Combattere… Fino in fondo…
@ Alison_Invisible – Intelligente? O__O Magari…!! Però mi fa veramente piacere che, in un modo o nell’altro, quello che scrivo riesca ad arrivarti e a darti una mano… Non c’è proprio niente di cui tu debba ringraziarmi, ci mancherebbe!!... Se non ci cerca di darci una mano tra noi… Sai, a me non è mai capitato di vomitare volontariamente, quindi forse non riesco a comprendere fino in fondo la tua sofferenza, e di questo mi dispiace perché vorrei riuscire ad esserti più vicina… Da un punto di vista prettamente medico (anche se solo studentessa universitaria – sebbene fuori corso – comincio a risentire si una certa “deformazione professionale”… ^^”) potrei dirti che vomitare, tra le altre cose, fa gonfiare le ghiandole e i linfonodi, quindi se prima ti sentivi gonfia, dopo lo diventi veramente… Ma credo che tu non abbia affatto bisogno di sentirti dire da me queste cose che già sai… Io credo che tu abbia bisogno di capire… non da camici bianchi o da asettici ambulatori… ma da te stessa… cos’è che non va, cos’è che fa scattare la molla… e, nel momento in cui riesci a meterlo a fuoco, devi cercare di lavorarci… per fare in modo che non si ripeta… Perché quello che oggi ti rovina la vita può diventare un’arma per non ripetere lo stesso errore in futuro… Lo so che il comportamento di tuo cugino può averti fatta arrabbiare… ma io credo che tu sappia anche che tuo cugino si è comportato così in buona fede… perché ti vuole un bene infinito… e farebbe di tutto per aiutarti a non soffrire… Magari l’ha fatto nel modo sbagliato, ma il suo era un tentativo di aiutarti… cerca di vederlo in questa luce, e non essere troppo severa con lui… ma soprattutto: non essere troppo severa con te stessa… Lo so perfettamente com’è quando non si desidera altro che morire… te lo dico per esperienza, in fin dei conti diverse volte ci sono andata così vicina… Ma è proprio per questo che ho imparato una cosa… una cosa che spero di riuscire a trasmettere anche a te… Morire non vale la pena. Perché morire è il coraggio di un attimo. Ma vivere è il coraggio di sempre.
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Rispondendo al tuo secondo commento… Hmm, no, aspetta, fammi capire: vorresti che ti scrivessi che sei piccola, brutta e nera, ti chiami Calimero e fai schifo da morire? A parte il fatto che non potrei scrivere una cosa del genere perché non lo penso… Non credo proprio che ti serva un aiuto per piangerti addosso, no?!... Io leggo quello che scrivi, e commento rispondendoti quello che penso, semplicemente… Comunque sia, per quanto riguarda il discorso della “media”… e chi lo decide qual è la “media”? Su quale parametro OGGETTIVO puoi dire di basarti per confrontarti agli altri? Non esistono parametri OGGETTIVI per farlo… quindi, tutto dipende dal tuo punto di vista. C’è un film, “The Taxi Driver”, che a un certo punto dice: “Più credi di stare male, e più stai male”. Ecco, credo sia davvero tutto qui, il punto. Se continui a ripeterti che obbrobrio che sei anche se non è vero, ti costruisci la profezia che sia auto-avvera e finirai per crederci veramente… Perché non provi invece a valutare i tuoi pregi? Lo so che dire quanto facciamo schifo è più rassicurante che metterci in luce… il fatto è che finché non proviamo a valorizzarci, non faremo mai un passo avanti. Quelli che ti dici essere punti a tuo demerito, sono TUTTE caratteristiche che ritrovo anche in me stessa. Ma proprio TUTTE. E mi ha fatto strano vedere che tu le valuti negativamente, perché io penso che siano invece cose che mi rendono me stessa, autentica, unica. Ognuno ha il suo approccio alla vita. E nessuno può dire che ci sia un giusto o uno sbagliato…
Ti abbraccio forte…
@ Nymph – Io invece credo che tu quel coraggio ce l’avresti eccome…!! Credo che tu abbia molto più coraggio di quello che pensi…!! Devi solo imparare a tirarlo fuori…!! Ad ogni modo, ti ringrazio per le tue parole… Certo che puoi aggiungere il mio blog tra i tuoi link, se vuoi… (basta che specifichi che tipo di blog è il mio… un blog di lotta all’anoressia, un blog “pro-ricovero”, o comunque tu voglia chiamarlo…) E per quanto riguarda l’avere idee, opinioni, e il fare percorsi differenti… bè, nel momento in cui 2 persone anche totalmente diverse riescono a confrontarsi l’una con l’altra in maniera positiva e propositiva, senza cercare d’imporre l’una l’altra la propria visione del mondo, ma semplicemente condividendo le proprie idee e cercando di spiegare il proprio punto di vista, allora ben venga il confronto! Purché sia costruttivo, sono aperta ad ogni qualsiasi tipo di confronto… Mi piace cercare di capire cosa pensano gli altri, e allo stesso tempo essere libera di poter dire come la penso io… Senza giudicare, ma semplicemente ascoltando quello che l’altro ha da dire e, semmai, usandolo come spunto di riflessione… Tutti i confronti costruttivi sono importanti, perché aiutano a maturare e a vedere le cose anche “dall’altra parte del muro”…
@ Chiara – Ti ringrazio, tesoro, troppo buona con me… Ma la cosa più ella me l’hai scritta tu: mi hai scritto che quello che scrivo ti dà speranza… Credimi, è la cosa più bella che avresti mai potuto dirmi… Riuscire a trasmettere speranza è uno dei miei principali obiettivi… trasmettere speranza perché speranza c’è, di questo sono convinta e ci credo profondamente… Ti auguro che il tuo “primo giorno del resto della tua vita” possa arrivare quanto prima… Se veramente lo vuoi, quel giorno può essere anche domani!... Ti abbraccio forte forte… sappi che ti penso sempre…
@ Valentina – Ciao bellissima, ti ringrazio per queste tue parole, mi ha fatto veramente un monte di piacere leggerle… Ma soprattutto, mi ha fatto piacere leggere che il mio blog ti ha aiutata e ti sta aiutando… E’ stata la cosa più bella che potessi scrivermi… Hai illuminato la mia giornata, GRAZIE… Io non so se il mio blog possa essere stato per qualcuna “il punto di svolta”… naturalmente me lo auguro e mi farebbe piacere, ma non ho una presunzione tale da considerare quello che faccio così importante… però, proprio per quello che è lo scopo con cui è nato questo blog, vorrei che fosse uno strumento di auto-aiuto e di supporto per chiunque stia combattendo la nostra stessa battaglia… Non una soluzione, ma un’arma che può essere utilizzata per trovare una soluzione…
@ La Ely – Non avresti in coraggio di buttarti? E con lo scrittore, scusa, cos’hai fatto?!... ^__^ Buttarsi è indubbiamente una cosa che fa paura, ma è anche vero che può portarci molto più lontano di quanto noi abbiamo mai anche solo osato immaginare… Perché vola solo chi osa farlo… E’ difficile percepire mente e corpo in sincrono, specie per chi, come noi, ha vissuto un’esperienza come quella di un DCA, una sorta di forma di autolesionismo… ma ci sono momenti in cui questo accade… e sono i momenti in cui tutto può cominciare di nuovo… E poi andare avanti… giorno dopo giorno…
@ Ariel – Ciao Ariel, benvenuta innanzitutto! Ti ringrazio davvero tanto per le tue parole… Sai, io in realtà non so come si chiami quello che avevo dentro quella sera… so solo che è un qualcosa che mi ha ritirata su dall’abisso in cui ero precipitata, e poi mi ha spinta in avanti… qualsiasi cosa sia stata… da ovunque sia provenuta… è solo grazie a questa che sto scrivendo qui e questo, oggi… Non lo so se sono nella giusta strada… di certo devo ancora aggiustare il tiro… però so che sto camminando.. mi sono sciolta dalla paralisi dell’anoressia è sto muovendo di nuovo i miei primi passi… stavolta verso la luce, non più verso l’oscurità…
@ Follementepazza – Grazie a te per le tue parole… Ogni giorno è un nuovo giorno, e possiamo sempre avere un nuovo inizio… Sì, nella vita si sbatte, e questo sbattere può pure lasciare tanti lividi… ma poi i lividi vengono riassorbiti, e la pelle torna come nuova… Ci vuole tempo, cura e pazienza, ma succede…
@ sorridente – Sono state le tue parole che hanno fatto venire la pelle d’oca a me, invece… Sì, quel 17 Maggio 2008 lo porterò sempre dentro di me… Non sarei qui, adesso, se quel giorno non ci fosse stato…
@ Balua – Grazie, bella… Io infatti ogni giorno ascolto la musica delle t.A.T.u. … ed è come se le t.A.T.u. mi fossero sempre vicine, in un certo senso… ed è anche da loro che traggo la forza per andare avanti giorno dopo giorno…
@ Imperfect – Grazie per le tue parole innanzitutto… E non ti preoccupare… In qualsiasi momento tu abbia voglia di condividere qualcosa con me, di un consiglio, di parlare, o semplicemente di sfogarti, lo sai che io sono sempre qui per te, vero?!!... Contattami quando vuoi… Lo so che ci sono momenti in cui si è arrabbiate con noi stesse e si finisce per sfogarci sul nostro corpo arrabbiandoci poi ancora di più per quello che stiamo facendo… diventa un circolo vizioso… Perciò, l’unica cosa che adesso devi fare, è romperlo. Rompilo di netto, qualsiasi cosa tu ti stia facendo, cessala. Niente mezze misure. All’inizio sarà lacerante, ma se resisti i primi giorni vedrai che poi tutto diverrà gradualmente più semplice… Nella consapevolezza che farti del male non serve ad uccidere il dolore, ma ne arreca soltanto ulteriore… Lo so che tu lo sai… Take the time to love yourself… Ne vale la pena, te lo assicuro…
@ Sandy – Sono io che ti ringrazio per le tue parole, tesoro… Ripetitiva? Quello che viene da te è sempre unico e prezioso!... E io ti auguro tantissimo di avere presto un “primo giorno del resto della tua vita” che ti porti tanta luce e tanta voglia di combattere… Tanta e ancora di più di quella che ci stai già mettendo adesso… Ti abbraccio forte forte…
@ La Voce Del Silenzio – Facile farsi spalleggiare dalle altre, vero?! Pensaci… perché ci hai tenuto a precisarlo? Perché hai tenuto a specificare che è una cosa in cui credi tu… e ANCHE ALTRE? Forse perché, in realtà, tu non ci credi affatto, però il fatto che anche altre persone lo possano dire ti rassicura, ti fa sentire parte del gruppo e, come tale, ti rafforza??? Livello 2: Pensi che sia giusto rapinare i supermercati? Se un nutrito gruppo di persone ti dicesse che rapinare i supermercati è ganzo, bellissimo, giusto… tu crederesti che sia giusto rapinare un supermercato? Non importa che tu mi risponda, ti chiedo solo di pensarci… Con la TUA testa, non con quella delle ALTRE…
@ Clelia – Lo farò sicuramente… è quello che mi dà la forza di andare avanti ogni giorno…
@ Pupottina – E anch’io sono con te, lo sai… Ci sono sempre… Continuiamo a combattere insieme!!...
@ Francesca – Leggere il tuo P.S. è stata la cosa più bella… Sapere che guardi ad ogni giorno come un nuovo inizio è una delle cose più belle che abbia mai letto… E ti rende la persona speciale che ho sempre saputo che fossi… Sì, Franci, rincomincia, ricomincia ogni giorno… dipingi utilizzando tutti i colori della vita… e, quando la fai, sorridi…
P.S.= Non hai mai ascoltato le t.A.T.u.??? Ahhhh, eresiaaaa!!!! (Sto scherzando, Franci!!!) No, comunque adesso devi ascoltarle assolutamente!! Fanno delle canzoni che sono troppo belle…!!!!
@ Patrizia – Che bello il tuo commento! Leggere le tue parole mi ha davvero fatto emozionare… Sì, penso anch’io che la musica sia una cosa estremamente importante nella vita di ognuna di noi… E per ognuna di noi c’è una musica che ha un significato speciale e particolare… Del resto, le canzoni non parlano di chi le scrive né di chi le canta, ma di chi le ascolta… E ci danno la forza per andare avanti giorno dopo giorno…
@ Anonima – (Ma neanche tanto anonima, dico bene piccola?!) Sì, sei tu che devi permettertelo… Nella consapevolezza che questo primo giorno può essere anche domani. O dopodomani. O quando vuoi. Perché dipende solo ed esclusivamente da te. Ed è questo che ti conferisce una forza immensa… non certo l’anoressia!... Ti tengo per mano stretta stretta…
@ Jonny – Io non ce l’ho la risposta alle tue domande… o, per lo meno, non ho la risposta che vorresti tu… Perché tu forse vorresti una risposta univoca, un libretto delle istruzioni, una certezza… Ma io non ho certezze da enunciare… Non ho certezze neanche per me stessa, figuriamoci se pretendo di averle per gli altri… E’ un anno che mi sono rimessa in piedi, ed ogni mattina ancora mi sveglio col terrore di essermelo immaginato, o comunque sia di poter rovinare tutto, di ritornare di nuovo là, nelle braccia dell’anoressia, incapace sia di vivere sia di morire, nel limbo… in quei momenti in cui non mangiavo abbastanza per morire, ma neanche per rimanere in vita… Eppure sono qui, sto ancora in piedi, giorno dopo giorno, e non lo so esattamente come faccio, e desidererei tanto anch’io avere quel libretto delle istruzioni, ma se esiste ancora non l’ho trovato… Perciò io non so rispondere alle tue domande e, credimi, non sai quanto vorrei esserne capace… Non sai quanto vorrei poter allungare verso di te la mano e dirti: “Catch it, I’ll lead you home”… Ma non ti posso fornire una certezza, perché anch’io sono instabile… Posso solo dirti come la penso, per quello che può valere, nella speranza che possa voler dire qualcosa anche per te. Non una risposta univoca, non un libretto delle istruzioni, non una certezza… semplicemente quella che è la mia idea. Non le grandi rivelazioni che accompagnano la fine dei libri di tutti i migliori scrittori, ma semplicemente le parole inesatte ed incomplete di una ragazza che combatte nonostante tutto. O, forse, proprio per tutto. Io non penso che ci sia una rivelazione, una lampadina che si accende, o neanche una lenta presa di consapevolezza… Io non penso che ci sia una goccia che faccia traboccare il vaso, anche perché credo che quel vaso l’abbiamo già fracassato per terra da un pezzo, usando i suoi cocci per lasciare sulla nostra pelle quelle stesse ferite che traspaiono dalla nostra anima. Io penso che possa essere una cosa diversa per ciascuna di noi… Non la si può indicare a dito, non è un live, un concerto, oppure può anche esserlo, non importa, sicuramente è un “qualcosa”... Un “qualcosa” che funziona solo per te... Un “qualcosa” che la vivi e ti rendi conto, e pensi, “è questo”… Un “qualcosa” che fa scattare la molla ancor prima che tu ti sia resa conto che è scattata… oppure un “qualcosa” che riesce a darti una spinta nella giusta direzione… Sei tu che devi trovare che cos’è questo “qualcosa” per te stessa… questo non te lo può dire nessuno… L’anoressia finisce ineluttabilmente per devastare, a poco a poco, ogni aspetto della vita… Perciò, prova a pensare a quello che si è salvato… Cercalo, mettici tutta te stessa, scoprilo… e poi utilizzalo come trampolino di lancio… Perché, anche dopo tanto tempo, qualcosa, fosse anche una cosa soltanto, fosse anche una cosa stupida, ma dev’essersi salvata… è quello ciò a cui ti devi aggrappare per ricominciare a risalire… e se la presa sfugge, stringi ancora… Comincia da una cosa, da una cosa soltanto, per quanto piccola ed insignificante essa possa essere… la cosa che si salva nonostante tutto… qualsiasi cosa essa sia per te… Trovala, inquadrala, afferrala… E poi dacci dentro, mettici tutta te stessa, fosse l’ultima possibilità, ma almeno sfruttala fino in fondo… Qualcosa per cui vale la pena vivere. Trovala. Perché c’è. Dentro di te, non so cosa, non so dove, ma so che c’è. Di questo ne sono assolutamente sicura. Credimi, vale la pena di fare un tentativo, fosse anche l’unico, fosse anche l’ultimo. È il tuo passaporto per la vita… non lo mandare a puttane per paura di fallire ancora. Ma, soprattutto, non lo mandare a puttane per paura di riuscire a farcela.
Non arrenderti mai, perché quando pensi che sia tutto finito, è il momento in cui tutto ha inizio.
A Jonny:
Cosa cazzo serve per farti stare un po’ meno male Jonny???
You ever wonder how long it takes
to change your life? What measure
of time is enough to be life altering?
Is it four years, like high school? Or
one year, gone on a rock tour? Can
your life change in a month or a week
or a single day? We're always in a
hurry to grow up, to go places, to get
ahead. But when you're young, one
hour can change everything.
Non lo so quando succede e come succede. Ma so che succede. A volte capita quando meno te lo aspetti, altre sei tu che fai di tutto perché accada. Puoi aspettare… O puoi spalancare gli occhi per scrutare tutto intorno a te, fino al più piccolo insignificante dettaglio… Puoi rincorrere tutte le occasioni che ti si presentano, non negartele per paura… Puoi mettere da parte la paura, o meglio puoi viverla tutta fino in fondo ed imparare a confinarla… Puoi alzarti e afferrare con forza il cappotto bianco di Lena… Perché se lei si volterà e sorridendo ti dirà “It’s okay”… Ecco allora sarà fatta…
Ciao Fratella...
Si mi piacciono le t.A.T.u... le trovo fantastike ... (e ti invidio per la foto!!!!!!!!)
Grazie del commento... Pubblikerò ank il mio concetto di bellezza ma in caso tu nn l'abbia ancora notato tu 6 l'unika xsona k legge il mio blog :D... So k andrà meglio.. va sempre meglio...(ank xkè peggio nn può andare e intendo nell'insieme). Ciao Pupa!!! Ti leggo sempre (ogni sera)!
@ Duccia – Sì, proprio QUELLE parole…
@ Sandy – Oh, mia piccola fan delle t.A.T.u., ti lovvo!!! Sono io che ringrazio te, figuriamoci… e sappi che anch’io leggo il tuo blog ogni volta che posso, perché lo trovo molto utile e positivo… uno di quei messaggi importanti che bisogna dare… E il fatto che io sia l’unica che commenta, non significa assolutamente che io sia l’unica lettrice… Continua con questo blog, che è un ottimo progetto e un ottimo lavoro… penso che possa davvero essere utile a tante… Ce ne vorrebbero di più di personcine come te, altrochè!!...
" È il tuo passaporto per la vita… non lo mandare a puttane per paura di fallire ancora. Ma, soprattutto, non lo mandare a puttane per paura di riuscire a farcela "
Cara ragazza, che consapevolezza spietatamente lucida e feroce traspare dalla tua risposta a Jonny. Lasciatelo dire: sei veramente in gamba! Un abbraccio forte a tutte le giovani persone in cerca di futuro. Paola
@ Paola – Ciao Paola, ti ringrazio tantissimo per le tue parole… contraccambio l’in bocca al lupo anche a te… Ti auguro di andare incontro ad un futuro bello e splendido come non mai…
Sei semplicemente un angelo. Ti stimo Ragazza. :'(
@ Ana. – Grazie per le tue parole… Ma perché la faccina triste? Dai che ce la puoi fare anche tu! Un angelo lo sei già… devi solo spiegare le tue ali per riuscire a volare…
good start
Ciao!
mi sono letta tutto, la storia del primo giorno del resto della tua vita!
davvero bello, mi hai trasmesso emozioni!
un abbraccio
@ Anonimo - Thanks...
@ La Discesa dei Chili Odiati – Ciao bella!... Mi fa davvero tanto piacere quello che mi hai scritto… Spero che una briciola delle mie emozioni possano essere arrivate a toccarti il cuore… Un abbraccio anche a te…
è bellissimo,ho le lacrime agli occhi,w lw tatu! fati
Non avrei potuto mai dimenticare un racconto come questo. Credo che in un avvenimento del genere non possa che esserci una volontà superiore e questi primi giorni del resto della nostra vita accadono in momenti che non ti saresti mai aspettato, in modi che non ti saresti mai aspettato, inspiegabili ma con una forza superiore che nessuno può comprendere. La mente umana ha una potenza incredibile, quante volte vorremmo che capiti qualcosa di straordinario e non succede niente? Ma tanto arriverà per tutti noi il primo giorno del resto della nostra vita, in un modo o in un altro. E lo aspettiamo. Tutti.
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