venerdì 6 agosto 2010
Pressione verso la magrezza?
Su un blog, stamattina, ho letto il post di una ragazza che chiede di dedicare un pensiero in memoria di una sua amica morta causa anoressia 5 anni fa proprio in questo giorno dell'anno. Ovviamente è una cosa molto triste, e mi auguro che chiunque legga quel post ed abbia un DCA possa essere motivata a chiedere l'aiuto di cui ha bisogno e che le spetta di diritto. Ma non è questo il punto del mio post. Il punto del mio post è che l'autrice di quel blog sostiene che la sia amica è morta a causa della "pressione verso la magrezza" imposta dalla società attuale.
No. Quella ragazza è morta a causa dell'anoressia. Grande differenza.
Non ho lasciato alcun commento su quel blog, perchè non volevo esautorare l'importanza di onorare la memoria di quella meravigliosa creatura; tuttavia posso scrivere qui il mio pensiero al riguardo. Nessuna pretesa di verità assoluta, al solito, s'intende! Semplicemente il mio punto di vista. (E, tra l'altro, se nei commenti vorreste lasciare il vostro punto di vista, mi farebbe estremamente piacere!)
Ma insomma, la "pressione verso la magrezza"... Seriamente?? Mah...
Attenzione!: non sto dicendo che la pressione verso la magrezza sia irrilevante nello sviluppo di un DCA, perchè non si può fare di tutta l'erba un fascio, e sicuramente la società attuale, con i suoi standard, in certe persone particolarmente vulnerabili sotto questo punto di vista può favorire lo sviluppo di un DCA o ostacolare il percorso di ricovero. Tuttavia, io credo che nella stragrande maggioranza dei casi, l'anoressia non sia una patologica risposta alla pressione sociale verso la magrezza; è piuttosto una malattia mentale di cui l'aspetto esteriore, quello legato al cibo e al corpo, non rappresenta altro che la minuscola punta dell'ice-berg costituito da tutti i problemi personali che variano di persona in persona. Inoltre, dire che l'anoressia è "causata" dalla pressione verso la magrezza imposta dalla società, esclude dal gruppo delle anoressiche tutte coloro che non hanno dismorfofobia (e, quindi, escluderebbe anche me...), o tutte coloro che sviluppano un DCA pur abitando in Paesi dove alla magrezza non è ascritta grande importanza, o tutte coloro che maturano un DCA pur non essendo particolarmente focalizzate sull'aspetto fisico.
Bene. Detto questo...
Parlandone, è venuto fuori che per la maggior parte delle ragazze affette da DCA che ho conosciuto (personalmente, durante i ricoveri in clinica, o tramite blog) la voglia di essere più magre era una delle cose meno presenti e meno importanti quando sono scivolate nell'anoressia. Può esserci il timore di prendere peso (ma questo credo sia comune alla stragrande maggioranza delle donne, abbiano o meno un DCA), ma non è una "pressione culturale". Personalmente, quando sono entrata nell'anoressia, il dimagrire era uno degli ultimi tra i miei pensieri. Tutto quello che m'interessava era sentirmi forte, in controllo, soddisfatta, appagata, e tutto questo me lo dava la restrizione, il fatto che riuscivo a regolare perfettamente quel che mangiavo, non il dimagrimento in sè, tant'è che anche nei periodi peggiori dell'anoressia non mi sono mai pesata, nè ho mai sentito il bisogno di quantificare il mio dimagrimento. Nonstante la mia anoressia, quindi, non ho mai sentito su di me una pressione verso la magrezza da parte della società, e non la sento tuttora. Non ho mai pensato di voler perdere peso per fare la modella o per assomigliare comunque a una modella. Era tutto solo un fatto emotivo, mentale.
La pressione culturale verso la magrezza può essere utilizzata come una scusa per giustificare agli occhi altrui un comportamento "innaturale" nei confronti del cibo, certo. E si può dire agli altri che ci si vede sovrappeso anche se in realtà sappiamo perfettamente di essere sottopeso, solo per giustificare di fronte a loro il fatto che stiamo "seguendo una dieta". Ma questo è solo quel che sta in superficie, le scuse che si possono propinare agli altri ma alle quali noi per prime non crediamo neanche un po'. Per come la vivo io, l'anoressia non è mai stata un "voglio fare la dieta" o un "voglio cercare di dimagrire", questi pensieri non mi hanno neanche sfiorata. Volevo solo avere il controllo, sentirmi forte, realizzata, fare qualcosa che la maggior parte della gente non riesce a fare, dimostrare che ero in grado di far andare la mia vita come volevo, sentirmi soddisfatta, sentirmi sicura... sentirmi speciale.
Non ho mai pensato che se avessi perso un certo TOT di chili sarei stata "perfetta", o non mi sarei più sentita a disagio in mezzo agli altri, o avrei risolto tutti i miei problemi. E con questo non sto dicendo che la società attuale non abbia assolutamente niente a che fare con lo sviluppo di un DCA, ma semplicemente che sono stata sempre consapevole della mia eccessiva magrezza anoressica. E non dipendeva da input provenienti dall'esterno, era tutto dentro di me. In parole povere, il dimagrimento è stato il risultato della mia anoressia, e non la causa che mi ha spinto nell'anoressia.
Dire che quella ragazza è morta per la "pressione verso la magrezza" imposta dalla società attuale è minimizzare la vera, seria natura dell'anoressia. Che implica un'estrema multifattorialità di cause variabili di persona in persona, perciò semplificare e ricondurre tutto ad un solo fattore comporta una perdita della realtà dei fatti. Non che la pressione verso la magrezza non abbia niente a che fare con l'anoressia, ma dire che la pressione verso la magrezza è la stessa cosa che avere un DCA, penso sia un grande errore.
P.S.= Mi sa che non avrò più la possibilità di usare Internet in Agosto (anche ora lo sto facendo di straforo...) In ogni caso, prometto che non appena ne avrò la possibilità riscriverò subito qui e passerò dai vostri blog! Un abbraccio forte a tutte!
No. Quella ragazza è morta a causa dell'anoressia. Grande differenza.
Non ho lasciato alcun commento su quel blog, perchè non volevo esautorare l'importanza di onorare la memoria di quella meravigliosa creatura; tuttavia posso scrivere qui il mio pensiero al riguardo. Nessuna pretesa di verità assoluta, al solito, s'intende! Semplicemente il mio punto di vista. (E, tra l'altro, se nei commenti vorreste lasciare il vostro punto di vista, mi farebbe estremamente piacere!)
Ma insomma, la "pressione verso la magrezza"... Seriamente?? Mah...
Attenzione!: non sto dicendo che la pressione verso la magrezza sia irrilevante nello sviluppo di un DCA, perchè non si può fare di tutta l'erba un fascio, e sicuramente la società attuale, con i suoi standard, in certe persone particolarmente vulnerabili sotto questo punto di vista può favorire lo sviluppo di un DCA o ostacolare il percorso di ricovero. Tuttavia, io credo che nella stragrande maggioranza dei casi, l'anoressia non sia una patologica risposta alla pressione sociale verso la magrezza; è piuttosto una malattia mentale di cui l'aspetto esteriore, quello legato al cibo e al corpo, non rappresenta altro che la minuscola punta dell'ice-berg costituito da tutti i problemi personali che variano di persona in persona. Inoltre, dire che l'anoressia è "causata" dalla pressione verso la magrezza imposta dalla società, esclude dal gruppo delle anoressiche tutte coloro che non hanno dismorfofobia (e, quindi, escluderebbe anche me...), o tutte coloro che sviluppano un DCA pur abitando in Paesi dove alla magrezza non è ascritta grande importanza, o tutte coloro che maturano un DCA pur non essendo particolarmente focalizzate sull'aspetto fisico.
Bene. Detto questo...
Parlandone, è venuto fuori che per la maggior parte delle ragazze affette da DCA che ho conosciuto (personalmente, durante i ricoveri in clinica, o tramite blog) la voglia di essere più magre era una delle cose meno presenti e meno importanti quando sono scivolate nell'anoressia. Può esserci il timore di prendere peso (ma questo credo sia comune alla stragrande maggioranza delle donne, abbiano o meno un DCA), ma non è una "pressione culturale". Personalmente, quando sono entrata nell'anoressia, il dimagrire era uno degli ultimi tra i miei pensieri. Tutto quello che m'interessava era sentirmi forte, in controllo, soddisfatta, appagata, e tutto questo me lo dava la restrizione, il fatto che riuscivo a regolare perfettamente quel che mangiavo, non il dimagrimento in sè, tant'è che anche nei periodi peggiori dell'anoressia non mi sono mai pesata, nè ho mai sentito il bisogno di quantificare il mio dimagrimento. Nonstante la mia anoressia, quindi, non ho mai sentito su di me una pressione verso la magrezza da parte della società, e non la sento tuttora. Non ho mai pensato di voler perdere peso per fare la modella o per assomigliare comunque a una modella. Era tutto solo un fatto emotivo, mentale.
La pressione culturale verso la magrezza può essere utilizzata come una scusa per giustificare agli occhi altrui un comportamento "innaturale" nei confronti del cibo, certo. E si può dire agli altri che ci si vede sovrappeso anche se in realtà sappiamo perfettamente di essere sottopeso, solo per giustificare di fronte a loro il fatto che stiamo "seguendo una dieta". Ma questo è solo quel che sta in superficie, le scuse che si possono propinare agli altri ma alle quali noi per prime non crediamo neanche un po'. Per come la vivo io, l'anoressia non è mai stata un "voglio fare la dieta" o un "voglio cercare di dimagrire", questi pensieri non mi hanno neanche sfiorata. Volevo solo avere il controllo, sentirmi forte, realizzata, fare qualcosa che la maggior parte della gente non riesce a fare, dimostrare che ero in grado di far andare la mia vita come volevo, sentirmi soddisfatta, sentirmi sicura... sentirmi speciale.
Non ho mai pensato che se avessi perso un certo TOT di chili sarei stata "perfetta", o non mi sarei più sentita a disagio in mezzo agli altri, o avrei risolto tutti i miei problemi. E con questo non sto dicendo che la società attuale non abbia assolutamente niente a che fare con lo sviluppo di un DCA, ma semplicemente che sono stata sempre consapevole della mia eccessiva magrezza anoressica. E non dipendeva da input provenienti dall'esterno, era tutto dentro di me. In parole povere, il dimagrimento è stato il risultato della mia anoressia, e non la causa che mi ha spinto nell'anoressia.
Dire che quella ragazza è morta per la "pressione verso la magrezza" imposta dalla società attuale è minimizzare la vera, seria natura dell'anoressia. Che implica un'estrema multifattorialità di cause variabili di persona in persona, perciò semplificare e ricondurre tutto ad un solo fattore comporta una perdita della realtà dei fatti. Non che la pressione verso la magrezza non abbia niente a che fare con l'anoressia, ma dire che la pressione verso la magrezza è la stessa cosa che avere un DCA, penso sia un grande errore.
P.S.= Mi sa che non avrò più la possibilità di usare Internet in Agosto (anche ora lo sto facendo di straforo...) In ogni caso, prometto che non appena ne avrò la possibilità riscriverò subito qui e passerò dai vostri blog! Un abbraccio forte a tutte!
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42 commenti:
"Dire che quella ragazza è morta per la "pressione verso la magrezza" imposta dalla società attuale è minimizzare la vera, seria natura dell'anoressia."
Sono d'accordo, la pressione verso la magrezza nella società attuale c'è, è innegabile, ma se un'anoressica volesse conformarsi agli standard imposti della società si fermerebbe una volta raggiunta la sua bella taglia 40-38 che sia... Invece no! L'anoressia non si ferma davanti ad un numero, continua a roderti dentro senza sconti, senza meta, che non sia quel controllo tanto falso quanto rassicurante che ci trasmette.
Tuttavia per quanto mi riguarda è una via di mezzo... Nel senso che avverto la pressione verso la magrezza, ma come impulso interiorizzato, quindi l'ossessione del peso, delle forme - distorcendole - in me è presente. Ho passato anni a credere che raggiunto tot peso sarei stata bene, da una parte è così, mi vedo meglio adesso che qualche anno fa, ma dall'altra la pressione verso la magrezza non mi fa accontentare mai del risultato raggiunto e non è un discorso sociale, è un ideale intimo, privato - malato - quello a cui mi destino.
(Ma non sono una predestinata quindi confido nella possibilità di rimescolare le carte!)
Buone vacanze Veggie!
Un abbraccio,
Musi*
Il mio pensiero di memoria e rispetto per quell'angelo...
Penso che la società attuale sbagli a imporre questi modelli di magrezze eccessiva che confondono soprattutto le bambine,le ragazze più insicure, però anche secondo me non si può assolutamente dire che sono la causa dell'anoressia,nessuno rischierebbe di morire per essere magra, questa ragazza non è morta per seguire dei modelli sociali, dietro c'è qualcosa di molto più profondo, un malessere che si esprime con il cibo, che all'inizio sembra funzionare, perchè ci fa stare meglio poi si sprofonda sempre più giù,finchè il dolore viene fuori più forte di prima....
per me è stato un pò così,le modelle o la società non c'entravano nulla,ci sono sprofondata molto lentamente, fin da piccola controllavo cosa mangiavo,programmavo ogni cosa, a 11 anni ho tolto lo zucchero e a 13 l'olio, poi più avanti ho iniziato a stare male, ad avere sempre attacchi di panico, una paura costante, non reggevo più nulla, anche lavarsi i capelli era diventata una sfida, piangevo sempre, così ho inziato a tagliarmi e a farmi male in generale,mi ripetevo ogni giorno che volevo morire, ogni secondo,ci pensavo di continuo,mi ricordo che attraversavo la strada e pensavo fai questo passo così finisce tutto, fallo su, su dai, non uscivo più di casa se non per andare a scuola,i voti a scuola calavano, sempre peggio e ad un certo punto non era più sufficiente farmi male solo così e ho cominciato a mangiare, mangiare tanto, sempre di più, sono andata avanti mesi così, poi ho deciso che dovevo concentrarmi su altro per non sentire tutto quel dolore, così ho iniziato a fare tantissimo sport, non stavo mai ferma, a pesare tutto ciò che mangiavo, a saltare i pasti, a dormire poco,a togliere alcuni cibi e all'inizio mi sembrava di stare meglio, avevo anche smesso di tagliarmi e a scuola andava meglio,ogni volta che l'angoscia minacciava di raggiungermi andavo a correre con la musica a tutto volume, perdevo peso ed ero contenta,mi convincevo di mangiare normale e di stare bene,di non aver bisogno di nessuno, guardavo i capelli cadere ed ero soddisfatta,avevo dolori dappertutto e ne ero fiera perchè voleva dire che avevo fatto abbastanza, andava tutto bene mi ripetevo sempre, sentivo il bacino sempre più piccolo ed ero contenta, credevo di aver risolto tutti i problemi, poi anche questo nuovo controllo è terminato, ho ripreso a mangiare all'inizio solo un pò di più,non tanto ma per me era troppo, ho scoperto che si poteva vomitare e ho iniziato a mangiare sempre più cibo, sono ricominciati i tagli e altre cose e sono arrivata qui,ora sto iniziando a vederle come malattie e a prenderne maggiore coscienza, spero anch'io che molte ragazze riflettano sulla morte di questa ragazza, oggi avrò un pensiero per lei....
Ti abbraccio fortissimo Veggie, spero di vederti presto!^^
Penso che la società attuale sbagli a imporre questi modelli di magrezze eccessiva che confondono soprattutto le bambine,le ragazze più insicure, però anche secondo me non si può assolutamente dire che sono la causa dell'anoressia,nessuno rischierebbe di morire per essere magra, questa ragazza non è morta per seguire dei modelli sociali, dietro c'è qualcosa di molto più profondo, un malessere che si esprime con il cibo, che all'inizio sembra funzionare, perchè ci fa stare meglio poi si sprofonda sempre più giù,finchè il dolore viene fuori più forte di prima....
per me è stato un pò così,le modelle o la società non c'entravano nulla,ci sono sprofondata molto lentamente, fin da piccola controllavo cosa mangiavo,programmavo ogni cosa, a 11 anni ho tolto lo zucchero e a 13 l'olio, poi più avanti ho iniziato a stare male, ad avere sempre attacchi di panico, una paura costante, non reggevo più nulla, anche lavarsi i capelli era diventata una sfida, piangevo sempre, così ho inziato a tagliarmi e a farmi male in generale,mi ripetevo ogni giorno che volevo morire, ogni secondo,ci pensavo di continuo,mi ricordo che attraversavo la strada e pensavo fai questo passo così finisce tutto, fallo su, su dai, non uscivo più di casa se non per andare a scuola,i voti a scuola calavano, sempre peggio e ad un certo punto non era più sufficiente farmi male solo così e ho cominciato a mangiare, mangiare tanto, sempre di più, sono andata avanti mesi così, poi ho deciso che dovevo concentrarmi su altro per non sentire tutto quel dolore, così ho iniziato a fare tantissimo sport, non stavo mai ferma, a pesare tutto ciò che mangiavo, a saltare i pasti, a dormire poco,a togliere alcuni cibi e all'inizio mi sembrava di stare meglio, avevo anche smesso di tagliarmi e a scuola andava meglio,ogni volta che l'angoscia minacciava di raggiungermi andavo a correre con la musica a tutto volume, perdevo peso ed ero contenta,mi convincevo di mangiare normale e di stare bene,di non aver bisogno di nessuno, guardavo i capelli cadere ed ero soddisfatta,avevo dolori dappertutto e ne ero fiera perchè voleva dire che avevo fatto abbastanza, andava tutto bene mi ripetevo sempre, sentivo il bacino sempre più piccolo ed ero contenta, credevo di aver risolto tutti i problemi, poi anche questo nuovo controllo è terminato, ho ripreso a mangiare all'inizio solo un pò di più,non tanto ma per me era troppo, ho scoperto che si poteva vomitare e ho iniziato a mangiare sempre più cibo, sono ricominciati i tagli e altre cose e sono arrivata qui,ora sto iniziando a vederle come malattie e a prenderne maggiore coscienza, spero anch'io che molte ragazze riflettano sulla morte di questa ragazza, oggi avrò un pensiero per lei....
Ti abbraccio fortissimo Veggie, spero di vederti presto!^^
Penso che la società attuale sbagli a imporre questi modelli di magrezze eccessiva che confondono soprattutto le bambine,le ragazze più insicure, però anche secondo me non si può assolutamente dire che sono la causa dell'anoressia,nessuno rischierebbe di morire per essere magra, questa ragazza non è morta per seguire dei modelli sociali, dietro c'è qualcosa di molto più profondo, un malessere che si esprime con il cibo, che all'inizio sembra funzionare, perchè ci fa stare meglio poi si sprofonda sempre più giù,finchè il dolore viene fuori più forte di prima....
per me è stato un pò così,le modelle o la società non c'entravano nulla,ci sono sprofondata molto lentamente, fin da piccola controllavo cosa mangiavo,programmavo ogni cosa, a 11 anni ho tolto lo zucchero e a 13 l'olio, poi più avanti ho iniziato a stare male, ad avere sempre attacchi di panico, una paura costante, non reggevo più nulla, anche lavarsi i capelli era diventata una sfida, piangevo sempre, così ho inziato a tagliarmi e a farmi male in generale,mi ripetevo ogni giorno che volevo morire, ogni secondo,ci pensavo di continuo,mi ricordo che attraversavo la strada e pensavo fai questo passo così finisce tutto, fallo su, su dai, non uscivo più di casa se non per andare a scuola,i voti a scuola calavano, sempre peggio e ad un certo punto non era più sufficiente farmi male solo così e ho cominciato a mangiare, mangiare tanto, sempre di più, sono andata avanti mesi così, poi ho deciso che dovevo concentrarmi su altro per non sentire tutto quel dolore, così ho iniziato a fare tantissimo sport, non stavo mai ferma, a pesare tutto ciò che mangiavo, a saltare i pasti, a dormire poco,a togliere alcuni cibi e all'inizio mi sembrava di stare meglio, avevo anche smesso di tagliarmi e a scuola andava meglio,ogni volta che l'angoscia minacciava di raggiungermi andavo a correre con la musica a tutto volume, perdevo peso ed ero contenta,mi convincevo di mangiare normale e di stare bene,di non aver bisogno di nessuno, guardavo i capelli cadere ed ero soddisfatta,avevo dolori dappertutto e ne ero fiera perchè voleva dire che avevo fatto abbastanza, andava tutto bene mi ripetevo sempre, sentivo il bacino sempre più piccolo ed ero contenta, credevo di aver risolto tutti i problemi, poi anche questo nuovo controllo è terminato, ho ripreso a mangiare all'inizio solo un pò di più,non tanto ma per me era troppo, ho scoperto che si poteva vomitare e ho iniziato a mangiare sempre più cibo, sono ricominciati i tagli e altre cose e sono arrivata qui,ora sto iniziando a vederle come malattie e a prenderne maggiore coscienza, spero anch'io che molte ragazze riflettano sulla morte di questa ragazza, oggi avrò un pensiero per lei....
Ti abbraccio fortissimo Veggie, spero di vederti presto!^^
Oddio ma quante volte l'ha pubblicato?????:)
Quoto alla grande il fatto che anche per me la magrezza non è il primo problema. Cioè, soffro di dca, ma la magrezza non centra nulla (anche perchè io sono magra di costituzione e mi accontenterei dei miei sani 55 kg per 1.75 mangiando tutto ciò che voglio). E' triste pensare quante persone muoiano per questo problema, che alla fine, a parer mio, si forma sempre in un'esistenza priva di vero affetto.
Grazie per il commento (: mi hai dato un ottimo suggerimento! Vorrei non essere così schiava della taglia, ma non so perchè mi sono imposta di non salire sopra la 38. Bah, la testa -.-
Abbraccio, Yù (:
Io credo che la società sicuramente ha un ruolo nella comparsa dei dca, infatti tante statistiche fanno vedere che l’incidenza dei dca è comunque nettamente minore nei posti dove non c’è tanta enfatizzazione del corpo femminile come corpo magro.
Ritengo comunque anche che il fattore personale sia quello più importante e fondamentale nella comparsa del dca, perché altrimenti, dato che tutte quante vediamo le stesse immagini in tv o sulle riviste, saremmo tutte con un dca!
Invece, il fatto che solo certe persone presentino poi un dca, vuol dire che c’è comunque qualcosa “di diverso” che quelle persone hanno rispetto alle altre che non presentamo mai un dca per tutta la loro vita.
Di sicuro ci sono tante cose che favoriscono la comparsa del dca, e i fattori personali sono in prima linea; forse è più che altro la combinazione di tutta una serie di fattori personali che culmina nel dca, inteso come manifestazione esteriore di un disagio interiore che poi si concretizza nel comportamento alimentare anomalo, ma così come si potrebbe manifestare in qualsiasi altra cosa, come l’assunzione di droghe o di alcolici, tutti comportamenti che sono comunque “sfogo” di un malessere interiore.
Neanch’io ho mai pensato di fare la modella, non mi sono mai paragonata alle modelle, di certo la mia era una ricerca di un benessere personale, salvo poi comprendere, quando sono precipitata nella bulimia, che quel benessere era solo un’illusione, o meglio, esisteva (ed esiste), ma non era col dca che l’avrei raggiunto.
Inoltre la comparsa di un dca credo abbia cause diverse per ogni persona proprio perché siamo tutte persone diverse, e quando succede succede, non serve a niente puntare l’indice contro quello o quell’altro programma in tv o modello di donna proposito, bisogna solo intraprendere un cammino personale che ci faccia ritrovare il nostro equilibrio o il nostro benessere.
Ovviamente questo è solo il mio punto di vista, posso benissimo sbagliarmi!
Un pensiero profondo per quella ragazza che ha perso la sua battaglia, nella speranza che io e tante altre possiamo invece vincere la nostra.
Innanzitutto, penso la ragazza a cui era dedicato il post meriti almeno un pensiero, almeno un minuto di attenzione, per cui anche se scriverlo qui è pressochè inutile, ci tenevo a dire che la sua famiglia e tutte le persone che le sono state accanto hanno tutta la mia comprensione, tutto il mio affetto, queste cose non dovrebbero capitare, e invece purtroppo capitano, troppo spesso.
E forse è colpa anche della società, ma non perchè impone modelli eccessivi di magrezza, bensì perchè tende a minimizzare i disturbi del comportamento alimentare, a standardizzarli, a catalogarli come "voglia di dimagrire" quando in realtà è tutt'altro.
Solo ora che seguo una psicoterapia sto cominciando a capire che in realtà il mio disagio si nasconde dietro una taglia 36, ma è molto più profondo.
Perchè in realtà io penso che nessuna di noi sia stupida e non sappia contare, penso che chiunque si renda conto che 43 kg per 1.60 sono davvero troppo pochi, non rappresentano la bellezza.
Il punto è che quando restringi NON TI INTERESSA, non cerchi la bellezza, cerchi una sorta di controllo, cerchi una tua identità, vuoi sentirti "speciale" in qualcosa, vedi il tuo peso scendere e ti senti bene perchè senti di riuscire in qualcosa.
Ma non è detto che la taglia 36 sia il tuo ideale di bellezza, anzi, nel mio ultimo post ho pubblicato le foto del periodo in cui mi sentivo davvero bella, e pesavo quasi 12 kg in più di quello che sono arrivata a pesare nella fase massima della mia restrizione.
Eppure, sono consapevole che a quel tempo ero molto più bella di quanto sono ora.
Per cui, in sostanza, non si può attribuire alla pressione alla magrezza la nascita di un DCA... conosco molte persone attente alla propria linea e "fissate" con la taglia 38-40, che però mangiano in modo equilibrato, stanno bene e accettano il proprio corpo.
Hai fatto proprio bene a pubblicare questo post, spero che tante persone riescano a capire cosa sta alla base di un disturbo alimentare... non si può nemmeno far loro una colpa, la gente che non ha provato sulla propria pelle questo genere di problemi tende ad inquadrarli sotto una logica. Il punto è che questi problemi una logica non ce l'hanno.
Un abbraccio!
IlFioreDelMale
Innanzitutto, penso la ragazza a cui era dedicato il post meriti almeno un pensiero, almeno un minuto di attenzione, per cui anche se scriverlo qui è pressochè inutile, ci tenevo a dire che la sua famiglia e tutte le persone che le sono state accanto hanno tutta la mia comprensione, tutto il mio affetto, queste cose non dovrebbero capitare, e invece purtroppo capitano, troppo spesso.
E forse è colpa anche della società, ma non perchè impone modelli eccessivi di magrezza, bensì perchè tende a minimizzare i disturbi del comportamento alimentare, a standardizzarli, a catalogarli come "voglia di dimagrire" quando in realtà è tutt'altro.
Solo ora che seguo una psicoterapia sto cominciando a capire che in realtà il mio disagio si nasconde dietro una taglia 36, ma è molto più profondo.
Perchè in realtà io penso che nessuna di noi sia stupida e non sappia contare, penso che chiunque si renda conto che 43 kg per 1.60 sono davvero troppo pochi, non rappresentano la bellezza.
Il punto è che quando restringi NON TI INTERESSA, non cerchi la bellezza, cerchi una sorta di controllo, cerchi una tua identità, vuoi sentirti "speciale" in qualcosa, vedi il tuo peso scendere e ti senti bene perchè senti di riuscire in qualcosa.
Ma non è detto che la taglia 36 sia il tuo ideale di bellezza, anzi, nel mio ultimo post ho pubblicato le foto del periodo in cui mi sentivo davvero bella, e pesavo quasi 12 kg in più di quello che sono arrivata a pesare nella fase massima della mia restrizione.
Eppure, sono consapevole che a quel tempo ero molto più bella di quanto sono ora.
Per cui, in sostanza, non si può attribuire alla pressione alla magrezza la nascita di un DCA... conosco molte persone attente alla propria linea e "fissate" con la taglia 38-40, che però mangiano in modo equilibrato, stanno bene e accettano il proprio corpo.
Hai fatto proprio bene a pubblicare questo post, spero che tante persone riescano a capire cosa sta alla base di un disturbo alimentare... non si può nemmeno far loro una colpa, la gente che non ha provato sulla propria pelle questo genere di problemi tende ad inquadrarli sotto una logica. Il punto è che questi problemi una logica non ce l'hanno.
Un abbraccio!
IlFioreDelMale
credo che la pressione della società abbia un impatto diverso su ciascuna..
per quanto ho letto e vissuto in terza persona, spesso non si tratta di magrezza, ma di autoaccettazione.. altre volte invece si vuole raggiungere un certo standard ddato da i mass media, che poi viene però distorto dalla propria mente.. altre ancora si parla, come dici tu, di controllo.. oppure si vuole attirare l'attenzione facendosi del male.. nel mio fallimentare caso di bulimia si tratta di voler piacere ad una persona sola..
purtroppo cause e motivazioni sono molteplici, anche se portano a conseguenze accomunabili.. forse proprio questa diversificazione rende difficile prevenire e curare queste malattie.. (certo parlo come molto ignorante in materia, è solo un'opinione :) )
per quanto riguarda il commento al mio post, ti ringrazio per la dolcezza che dimostri sempre nel mediare e far comprendere la realtà, sia quando vieni a farmi visita che nel tuo blog.. questa gentilezza non oscura la tua schiettezza e chiara visione delle cose, forse proprio per questo apprezzo tanto le tue risposte :)
un abbraccio
Ciau carissima...bè..è triste che ancora si tenda a pensare che i DCA siano i disturbi delle modelle o della boria fisica...triste davvero.
Anche iO e Alice lo credevamo in realtà prima di approfondire il tema...ora la nostra idea è totalmente differente...c'è un mondo enorme che credo sia faticoso per chi non lo conosce da conoscere, ma soprattutto da accettare.
Riguardo alla tua risposta al nostro post....noi distinguiamo il giorno dalla notte, siamo però sempre in lotta anche contro noi stesse...una lotta che non definiremo solo con connotati negativi, una lotta contro di sè per raggiungere un minimo di serentità...
Un abbraccio iO e Alice buon wik ^__^
Come dici tu la pressione della società non è la causa principale dell'anoressia, è vero, ma in alcuni dei casi c'entra anche quella.
Nel mio caso, per esempio c'entra, quando l'anoressia era molto più impiantata in me (ora è qualcosa di diverso, che non riesco a definire) ho sempre pensato che per risolvere i miei problemi di vita sociale dovevo ridurre anche il peso, ma questo penso sia un pensiero che è arrivato DOPO che tutto era già incominciato, avendo anche sofferto di bingee e di bulimia non era di certo la voglia di magrezza la causa dei miei problemi, ma qualcosa di più profondo...per me soprattutto la mancanza d'affetto.
Leggendo "pressione sulla magrezza" mi viene in mente l'ana. Ho letto qualche blog pro-ana e loro si costringono a dimagrire, se lo impongono anche se il loro corpo chiede di mangiare.
Ora, non sono stata anoressica quindi potrei sbagliarmi, ma chi soffre di anoressia non ha "bisogno" di costringersi e di imporsi di dimagrire, vero?
purtroppo l'anoressia fa molte vittime, e lo sappiamo tutti molto bene. ma appunto, come dici tu, è la malattia ad uccidere e non la "pressione alla magrezza". l'anoressia è una malattia mentale! certo, è anche il fisico che trasmette la sofferenza, il dolore (anzi, la gente si accorge che c'è qualcosa che non va quando è il tuo fisico a dirglielo), ma questa malattia colpisce il modo di pensare, il modo di vedere le cose...a mio parere una persona può essere anoressica anche a 70 kg. è la testa che deve guarire. quindi la magrezza eccessiva che ci impone la società, seppure ha un grosso peso nello sviluppo della malattia, non credo che sia la causa principale di morte. per lo meno, questo è quello che penso (ora). un bacio!
Non credo che la pressione verso la magrezza sia stata la causa della morte di questa povera ragazza, ma probabilmente puo' aver contribuito ad innescare gli ingranaggi della malattia.
Io mi riconosco piu' in quello che hai scritto tu, anche perche' sono passati tanti anni da quando mi sono ammalata, e ai tempi le fonti prime di informazione erano meno fondate sul mondo dell'apparenza e dell'esteriorita', rispetto a oggi...
Per me privarmi del cibo equivaleva, ed equivale ancora, ad alleggerire il mio fisico con l'illusione che anche il dolore che porto dentro perda peso insieme ai kg che se ne vanno...
Pero' il contesto culturale odierno gioca un ruolo importante in quel largo spettro di problemi legati all'immagine corporea negativa, e alle pratiche non salutari per il controllo del proprio peso.
I protagonisti della pubblicita', le modelle e alcuni personaggi dello spettacolo forniscono dei modelli estetici spesso irrealizzabili, e gli stessi media tendono a confondere i limiti tra un ideale di fantasia e la realta', creando l'llusione che sia possibile, con un po' di volonta', raggiungere il feroce ideale di magrezza che impongono, e su questo pensa vada fatto un efficace lavoro di prevenzione.
Certo, una volta giunti in un punto di non ritorno, la pressione esercitata dalla societa' non ricopre piu' alcun ruolo nella distruzione che porta alla morte...
Se questo e' il tuo ultimo post estivo, ci rileggiamo a settembre Veggie!!!
Povera ragazza. Hai qualche libro da consigliarmi Veggie? bacioni, kiky :)
Io sono pienamente d'accordo con quello che hai scritto: la pressione verso la magrezza ed i modelli "sbagliati" ed artificiali (nel senso che non rispecchiano la maggior parte delle donne reali) può essere solo una concausa relativa, non erto la principale nello sviluppo di un DCA o dell'anoressia. Il problema è che a chi è affetto da DCA non importa proprio niente l'essere magre o l'essere più magre, quello che importa è il controllo su se stesse e sulla propria vita che si pensa di riuscire ad ottenere controllando gli istinti vitali ed "autopunendosi" per sentirsi più forti.
Detto questo...vorrei tanto non dover leggere più notizie di persone che muoiono per disturbi alimentari...
Ti abbraccio Veggie, ci si risente dopo ferragosto.
Ciao,mi chiamo "Forcella" e da una decina d'anni soffro di DCA, prima ana, bing e poi mia; posso dirvi, per esperienza,che i media e la pressione verso la magrezza nn c'entrano.Parte tutto dal profondo, nn ti "Basta mai", nn segui un modello preciso, sei in un buco nero e piano piano diventa tutto incontrollabile.
Premetto che sono un ragazzo e i motivi che hanno scatenato tutto sn diversi da una girl, ma la sofferenza è uguale.
Un saluto affettuoso
già è vero non è totalmente per la pressione verso la magrezza. e dico non totalmente. io facevo ginnastica artistica, sport che impone una costituzione muscolosa. io ero prticolarmente predisposta ed ero spallata, gambe grosse ecc. e così mi chiamavano la ragazza triangolo perchè guardando il mio busto le spalle formavano un triangolo con il bacino. per altre ragioni ho lasciato lo sport e dopo ho pensato che non sviluppando più i muscoli adesso sarei potuta dimagrire. ero muscolosa, non grassa. non avevo cellulite o pancia. ma dovevo rimpicciolirmi. per quanto riguarda me è stato un discorso di dimagrimento. soltanto in seguito è subentrato il senso di controllo.
il mio soprannome tra l'altro non mi era stato dato da persone estranee alla palestra, ma da altri ginnasti. questo mi ha fatto ancora più male. è perchè dicevano così? perchè le ragazze belle per loro erano quelle della tv. non prendevano in giro solo me, ma forse io sono stata la più fragile e così come me anche ad un'altra ginnasta qualche anno prima è successa la stessa cosa. per me è derivato dal desiderio di magrezza.
il senso di potere e controllo è subentrato solamente in seguito
Forse questa "passione verso la magrezza" è ciò che si vede dall'esterno, l'involucro, mentre le vere motivazioni interiori rimangono oscure anche agli amici più legati alla ragazza. Forse è proprio questo il punto, cioè i drammi interiori che non riescono a venire fuori e trovano manifestazione inquesto modo.
Hola carissima! :-D
Ti annuncio che il tuo blog ha ricevuto (anche) da me un premio...
Quando ti aggrada, non appena avrai di nuovo internet s'intende, mi farebbe piacere se passassi a ritirarlo in soffitta... Ti aspetto.
Un grandissimo abbraccio!!
E.d
Veggie!!
Mi sono arrivate le foto^_^
Grazie!! appena posso ti invio le mie!!
Un abbraccio grandissimo!
mi dispiace. il tempo passa ma a volte il dolore di una perdita resta forte e ci deve solo far riflettere perché non vogliamo che accada più una cosa del genere...
ciao Veggie, un abbraccio!
Pressione verso la magrezza indotta dalla cazzo di società? Ma non scherziamo. Non diciamo stronzate, che già il mondo ne è pieno. Le modelle non c’entrano una sega, e chi vuole dirottare l’anoressia su quel versante o ha qualche interesse o è totalmente deficiente.
Se la colpa fosse ascrivibile alla schifa di società, tutte le donne di questo mondo di merda sarebbero anoressiche. Certo, questa società del cazzo fa recere, ma non ha una mazza a che vedere con l’insorgenza dell’anoressia.
Se qualcuno davvero pensa che siano le modelle taglia 38 a provocare l’anoressia allora o è totalmente lobotomizzato, o si deve chiudere in un manicomio perché non ha proprio capito un cazzo della vita e ancor meno dell’anoressia.
Le modelle manco si guardano. Chissene frega. L’anoressia è un qualcosa d’interiore, che non ha niente a che spartire con quelle ochette di merda. Quella o quell’altra modella che è più o meno in carne non cambia il fatto che io sto da schifo col mio corpo e, soprattutto, con la mia testolina bacata.
L’anoressia viene da dentro. E’ l’autocontrollo, l’autodisciplina, la soddisfazione, la forza, la vita che pieghi tra le tue mani, la potenza allo stato puro. Il peso non frega un cazzo, potrebbe diminuire come aumentare come rimanere stabile. Lo stereotipo dell’anoressica che si pesa 10 volte al giorno: tutte puttanate. Quei maledettissimi luoghi comuni con cui viene imbambolata la gente deficiente. La gente che guarda l’apparenza, e se ne strafrega di quello che c’è sotto la pelle. Di tutta la merda che c’è dentro. Che i chili persi non portano via con sé.
Il resto dello schifo di mondo non c’entra, l’anoressia è una cosa che si vive a tu per tu. E si sente la potenza esaltante che è in grado di conferirci. E si vive solo per quella. Il corpo è un’inutile appendice della mente.
Lo capisci sempre troppo tardi che ti sei buttata via. E quando inizi a buttarti via, cazzo, non smetti più. Puoi anche cercare di rimettere insieme i pezzi, ma non smetti più.
Perché ti frega, la stronza di anoressia. Perché di fa sentire straordinariamente bene. Maledettamente bene. Il periodo della restrizione alimentare, il periodo più dannatamente figo della mia cazzo di vita.
Il fisico, in tutto questo, nient’altro che mera conseguenza. Effetti collaterali ed indesiderati. Come i farmaci. Perché l’anoressia, del resto, è una merda di farmaco. Ti anestetizza alla vita. Non c’entra la moda, non c’entrano le modelle, non c’entra la società: tutto questo non c’incastra una sega.
Potrei pesare anche una tonnellata meno di adesso, non starò mai bene con me stessa.
Non sarò mai bella, perché è dentro che sono un mostro.
Il vivere e il morire l’anoressia li gioca alla roulette russa. Rosso e nero. Perché la strafottuta anoressia ti ammazza dentro. Se anche sopravvivi, sei comunque morta.
Non è vero che quel che non ti distrugge ti fortifica. Quel che non ti distrugge sarebbe meglio che ti distruggesse, perché altrimenti ti lascia solo rotta dentro.
Jonny
Ogni tanto passo e amo leggere il tuo impegno e la tua passione... contrasta con questo mondo di feroce insensibilità.
grazie
buona estate
Daniel
E' pur vero che la società, in molti casi fa la sua parte. Ma è anche vero che le persone non sono tutti uguali e che anche le motivazioni sono differenti.
Una lode per le tue parole.
Che argomento complesso... !
Dunque, per quanto mi riguarda non posso che condividere l'idea di una multifattorialità della malattia. Allo stesso tempo, però, è innegabile che negli ultimi 50 anni due cose sono aumentate di pari passo: l'ideale di bellezza della donna magra ed i DCA.
Tempo fa ho letto un articolo molto interessante, su psicologia contemporanea, che parlava di come i giochi possano influenzare lo sviluppo dei bambini e si faceva proprio riferimento a Barbie, al fatto che nel tempo sia diventata sempre più magra, al punto che nella realtà una così non può esistere (mai vista una che ha la faccia più larga della vita!!), e le bambine che giocavano con Barbie e che hanno assimilato questa idea di magrezza, perfezione.
Poi penso che le pressioni della società agiscano in molti modi, non solo esplicitamente ma anche indirettamente. Agiamo seguendo queste pressioni, facendoci influenzare da loro, senza nemmeno farci caso e, anzi, ci fabbrichiamo spiegazioni che giustifichino il nostro comportamento e che nascondano le reali motivazioni.
Ora, onestamente, non ricordo per l'anoressia, ma mi pare di ricordare che per la bulimia l'ossessione per il proprio corpo, la convinzione di essere in sovrappeso, sia proprio uno dei criteri necessari per la diagnosi.
Non so quanto si capirà da questo commento, è un po' caotico, dico tante cose e giungo a capo di poco-nulla.
Comunque, se ti interessa, posso fare una scansione dell'articolo... sono 9 facciate... ma c'entra poco nulla con l'anoressia (più che altro l'osservazione della magrezza di barbie). Il titolo dell'articolo è: "Ed ora le Bratz - Bambole e formazione dell'identità femminile"
Veggieeee!!!
passo prima di tutto per darti un bacione.
E poi un premio Dardos - che hai ricevuto anche da un sacco di altra gente!
dai, nn fare la superiore e questa volta ricevilo.
da parte mia, te ne avevo già assegnato anche un altro, e manco te ne sei accorta..
mannaggia!
ps- e.. già, poi c'è il tuo post, con tutti i commenti che si porta dietro.
Bè, da parte mia posso dire che, per quanto capisca e concordi con tutte le osservazioni fatte sull'anoressia in sè - la PRESSIONE mostruosa della società verso la magrezza esiste eccome, e fa i suoi incalcolabili danni: perché non è banale "magrezza", quella che viene suggerita ossessivamente come condizione imprescindibile per esistere, ed essere accettati: ma è l'IMPOSSIBILE, è uno schema corporeo che coincide col non essere umani. E per quanto esistano persone che sarebbero anoressiche comunque - per ben altri fattori - per me è certo che moltissime (altre) lo diventano proprio a causa di questa pressione, e del cortocircuito che induce nel cervello.
Spero riuscirai a leggermi visto che forse non hai modo di collegarti questo mese.
che dire...
è davvero un bene che non siamo qui a sminuire qualcosa di veramente importante.
Condivido ogni parola scritta su questo tuo post!
un abbraccio
concordo completamente.
io ho sempre avvertito la necessità di pesarmi e purtroppo conservo tuttora un'immagine distorta del mio corpo, ma certo mi sarei fermata prima se avessi davvero cercato la bellezza fisica, molto prima di crollare a pezzettini e diventare BRUTTA e grigia in faccia.
a me della bellezza non è mai importato.
il mio intento era soltanto suscitare ribrezzo e pena, o essere degna d'aiuto.
degna di aiuto. è l'essere degna di essere aiutata il fine a cui indirizzavo tutta la paranoia sul peso.
e purtroppo, ho avuto la dimostrazione che davvero il peso per la società quantifica il diritto ad un aiuto. è stata ed è la triste risposta di tutti i medici.
c'è ancora chi mi dice che il peso che avevo raggiunto non era ancora abbastanza basso. io me la prendo, perchè questo per me è come negare che avessi bisogno di aiuto.
nessuno avrebbe mai accolto me e il mio dolore sopra i 40 kg.
è forse di questo che dovremmo riflettere quando parliamo dell'atteggiamento della società.
Forse sono fuori luogo perchè io appartengo ad un'altra generazione rispetto a quella che mi pare aver capito d'essere quella delle persone che spesso commentano questo blog, comunque, per quanto limitata e forse anacronistica, il mio esordio come bulimica risale a circa 15 anni fa, quando ancora l'attenzione sulla moda e sulla magrezza era molto meno pronunciata di adesso.
Di conseguenza, il mio dire che la società non ha particolarmente influito con la comparsa del mio disturbo alimentare potrebbe essere inappropriato al contesto attuale.
Del resto, la spinta verso il DCA l'ho sempre sentita come un qualcosa di molto intimo e personale, ben distaccato dalle sollecitazoini esterne. Quello dell'abbuffata-vomito era una circolo vizioso difficile da rompere, non certo un qualcosa che mi donava la bellezza, anzi, lo percepivo come degradante ed umiliante, ma comunque sul momento non riuscivo a farne a meno.
Sicuramente la società può influenzare negativamente i soggetti predisposti, ma dubito seriamente che possa essere additata come meggiore responsabile di anoressia e bulimia.
Prima di passare alle risposte individuali, volevo ringraziare tantissimo tutte coloro che hanno espresso il proprio parere in merito a questo post… Che, come certo avevate già capito, voleva anche essere un po’ una provocazione… E i commenti che ho letto, del resto, confermano in pieno quello che voleva essere il mio messaggio, ovvero: mai fare di tutta l’erba un fascio. Le generalizzazioni sono pericolosissime e micidiali… e sono ciò che la gente che non ha vissuto in prima persona l’anoressia tende più spesso a fare… alzando barriere d’incomunicabilità… Ecco, solo questo volevo dire: ogni persona è una storia a sé. Le motivazioni sono molteplici e varissime per ognuna, e non si può addossare tutta la responsabilità all’una o all’altra cosa… Per motivi diversi, a un certo punto c’è qualcosa che scatta ed emerge l’anoressia… E si può davvero arrivare fino alla fine… per quello che si radica dentro di noi. Perciò, niente frasi fatte né pregiudizi… ma comprensione.
Detto questo…
@ Musidora - Innanzitutto volevo ringraziarti per quello che hai scritto perchè è veramente un grosso spunto di riflessione per me...
Io credo che se la società dà una "pressione verso la magrezza" sia un qualcosa di subdolo, cioè, una sorta di background comune a tutte, di cui non siamo in realtà neanche pienamente coscienti, che in persone particolarmente "predisposte" per quella che è una concomitanza di fattori scatenanti, possa avere un ruolo nel determinare il DCA... ma non penso ne sia il motore principale, almeno per quella che è stata la mia esperienza... Forse perchè un DCA, alla fine, innesca lo stesso meccanismo di una droga: ti fa stare bene, per quanto sia sbagliato, ed è per quello che si va a reiterare... Poi non importa che, sotto tanti altri punti di vista, faccia stare peggio... Tendiamo a minimizzarli per raccogliere il positivo, è proprio il meccanismo-base di funzionamento del cervello umano...
Poi, come tu stessa hai scritto, sono d'accordo che alla base c'è un ideale intimo - credo più psichico che fisico, in realtà - che guida alla base il nostro comportamento...
Ti ringrazio ancora per lo spunto di riflessione...
P.S.= Magari che andassi in vacanza io... Chiude per ferie l'Internet Point, e nel buco dove abito io non ce ne sono altri... sigh...
@ Aisling – Tesoro, è veramente bello leggere il tuo cammino di consapevolezza che, purtroppo, arriva da una persona che ha anche sofferto tanto… e questo è ingiusto perché una persona meravigliosa come te non merita questa sofferenza… Però, prova a vederla in chiave positiva: anche se tutto quello che hai fatto finora ti ha ferita, da ora in poi puoi riprendere in mano la tua vita e, consapevole delle cose che ti hanno portata fino ad un certo punto, puoi decidere di ricominciare a costruire senza ripetere gli stessi errori… Ci vuole tanto coraggio… ma io credo che tu adesso ce l’abbia… E sono d’accordo con te: i modelli sociali possono essere un deterrente, ma le vere cause dell’anoressia sono molto più profonde e personali… non vanno confuse le 2 cose, sennò si rischia di fare il solito luogo comune… Sii sempre forte, mi raccomando… Ti abbraccio…
P.S.= Non ti preoccupare per la multipla pubblicazione, è blogger che ogni tanto schizza… Mah…
@ Yuki – Ipotesi tanto possibile ed aperta quanto tutte le altre… In fin dei conti, a tal proposito di punti fermi ancora non ce ne sono… E ti ringrazio per aver perciò voluto esprimere il tuo parere al riguardo… Anche io penso che il dimagrimento sia un “effetto collaterale” dell’anoressia, un qualcosa che viene di conseguenza all’espressione di un disagio interiore che poi si riflette anche sull’esteriorità…
P.S.= Eh, lo so, in certi momenti la testa fa fare strane cose… Ma non ti preoccupare, vedrai che poco a poco, portando avanti la tua battaglia, riuscirai a veder che una taglia in meno non è un premio… E imparerai ad accettare quella che sei… Ti abbraccio forte…
@ Wolfie – Prima cosa, grazie per gli spunti di riflessione e la dettagliata analisi… Credo che il tuo pensiero tocchi molti punti importanti… le statistiche non possono essere ignorate, ma secondo me neanche assolutizzate… Come scrivevo a Musidora, la pressione in tal senso può essere più che altro inconscia… ma comunque non sufficiente per far scattare un DCA… E, come hai scritto anche tu, non serve demonizzare la società, quanto piuttosto cercare di capire come si può porre rimedio come individui per cercare di evitare il deterioramento della situazione… Ma certo che tu vincerai la tua battaglia, Wolfie, perché stai combattendo… e combattere è già una gran vittoria!... Ti abbraccio, carissima…
@ IlFioreDelMale – E’ ovvio che chi non ha mai vissuto un DCA non si rende conto di cosa significhi e tenda a rifarsi a luoghi comuni… è la norma, questa. Non c’è niente di strano… e menomale per loro che non sanno cosa vuol dire avere un DCA, perché vuol dire che non hanno mai provato quella sofferenza… Poi, per quanto riguarda quello che hai scritto, ti quoto in pieno, e che altro potrei aggiungere?... Hai già detto tutto tu… e io ti dico solo… GRAZIE.
@ Iwillbe – Guarda che allora siamo tutte ignoranti… in realtà, peso che nessuna sia ignorante, quando fai lavorare la testa non sei mai ignorante… questa è la tua opinione e, come tale, validissima e rispettabilissima, e ti ringrazio per averla voluta condividere qui… Sono d’accordo che ogni persona è una storia a sé, e che le motivazioni che possano spingere verso un DCA sono differenti… L’importante, secondo me, è non fare semplificazioni, non fare di tutta l’erba un fascio… Riconoscere la sofferenza e, come tale, provare a combatterla…
Grazie a te per essere sempre qui…
@ Alice and My World – Sì, penso anch’io che per chi ne è fuori sia un po’ impenetrabile il mondo dei DCA… e quando una cosa non la si capisce, ci si aggrappa al luogo comune… brutto da dire, ma purtroppo è così… inconsciamente, magari lo faccio anch’io a fronte di molti altri problemi… Solo vivendole, poi, le cose le si possono dire veramente…
Auguro a te ed Alice di raggiungere preso l’agognata serenità, perché siete ragazze stupende e la meritate…
@ Ellie – Certo, ogni persona ha la propria storia ed il proprio vissuto, e le cause dei DCA sono molteplici e svariate tra loro… Per questo penso non si possa attribuire tutta la casistica ad un solo evento… o soltanto alla società… Come dici tu stessa, le motivazioni sono pure un qualcosa che si modifica nel tempo… Forse è questo che chi sta fuori dal problema dovrebbe cercare di capire… e su cui si dovrebbe cercare di lavorare…
@ Almacattleya – Verissimo. Posso assolutamente sottoscrivere. La restrizione alimentare è una cosa che viene naturale perché non è altro che l’estrinsecazione della necessita di controllo che sentiamo, che cercando di espandersi a quante più aree possibile della vita, va a coinvolgere anche quella alimentare… E il circuito innescato dalla soddisfazioni di riuscire a restringere, dà una soddisfazione tale che non si sente neanche più la fame… La restrizione è tutt’altro che un’imposizione…
@ M. – E’ esattamente quel che ho detto io su uno dei miei video di YouTube… l’anoressia è una condizione mentale più che un qualcosa che il corpo può dimostrare… che è quello che gli altri vedono, l’unica cosa su cui, chi non ha passato un DCA, si può concentrare… Per questo, forse, chi ne è “fuori” e vede solo l’aspetto esteriore della malattia tende ad attribuirla agli standard della società… mentre chi ne è “dentro” sa che si tratta di altro…
@ Donatella – Sicuramente nella società odierna il modello di “donna magra” è molto più presente rispetto a qualche decina d’anni fa… Ma il fatto che l’anoressia sia una malattia che esiste da secoli – anche se prima se ne parlava molto meno di ora, che già se ne parla poco, perché era considerata tabù – è testimonianza del fatto che il ruolo della società è comunque marginale… Certo, più essere un’ulteriore stimolo, un qualcosa che in un soggetto predisposto fa ulteriormente precipitare la situazione, ma di per sé penso sia insufficiente a determinare l’anoressia… Qui, secondo me, è molto più un gioco della mente…
P.S.= Spero di riuscire a riagguantare un Internet Point prima di Settembre, mia cara… ^^
@ Kiky – Eh sì, e purtroppo sono in tante… troppe…
P.S.= Di che genere t’interessa, il libro?
@ sorridente – S’, hai perfettamente ragione, ti quoto in pieno… E anch’io vorrei non dover leggere più notizie di questo genere… anche se purtroppo, statistiche alla mano, l’anoressia è la prima causa di morte tra le malattie psichiche… purtroppo a volte le persone vivono in un contesto tale per cui formulare una richiesta d’aiuto è impossibile, e questo porta inevitabilmente alla morte… che spesso arriva anche all’improvviso, per le complicanze fisiche indotte dall’anoressia stessa… Bisognerebbe parlarne di più e nella maniera giusta, secondo me… Questo potrebbe aiutare, a suo modo, più persone a formulare una richiesta d’aiuto…
@ Forcella – Ciao Forcella, grazie mille per il tuo commento… Come puoi vedere, siamo in molte a pensarla proprio come te… Io credo che i motivi che innescano l’anoressia siano estremamente personali e per lo più diversi da persona a persona, perché ognuno di noi è una storia a sé… Ma, hai detto bene, la sofferenza sottesa è la stessa. La battaglia che ci troviamo a combattere è la stessa… i problemi quotidiani che dobbiamo affrontare sono gli stessi… proprio perché l’anoressia è un qualcosa che ci viene da dentro, ed è con noi stessi che bisogna combattere giorno dopo giorno… per riappropriarci di quella vita che l’anoressia stessa ha finito per rubarci, anziché migliorarla come aveva inizialmente illusoriamente promesso…
@ Stellinasenzacielo – Come ho scritto a Forcella, ognuna di noi è una storia a sé… ognuna ha le proprie motivazioni, cause e concause… Sarebbe riduttivo voler standardizzare o voler attribuire tutta la colpa a un’unica fonte, come quella sociale… Rispetto e comprendo il tuo dolore e le tue difficoltà, perché alla fine quando s’intraprende la strada dell’anoressia vuol dire che c’è comunque un dolore di base che può venire da varie cose ma che non riusciamo a sfogare altrimenti… L’evoluzione, poi, è molto simile per tutte… Per questo è importante, adesso, stare unite per combattere quello che ci ha fatte stare così male… Ti abbraccio forte…
@ Vele/Ivy – Sicuramente chi non ha vissuto l’anoressia tende a focalizzarsi su quelli che sono gli aspetti esteriori, perché essendo appunto “esterno” alla cosa, non può vedere altro… E dato che le malattie fisiche sono causa-effetto, ecco che si tende ad assimilare a ciò anche le malattie psichiche… e il risultato è che si cerca un’unica causa, proprio come si fa con le malattie fisiche, che produca un certo effetto… L’errore sta alla base, perché nell’anoressia una sola causa non c’è, dirlo sarebbe far di tutta l’erba un fascio e banalizzare…
@ Edward – Ehi, bentornato! Era un po’ che non ti si rileggeva da queste parti… Ma certo che passerò dal tuo blog non appena mi sarà possibile!... Intanto ti dico GRAZIE MILLE… sei veramente gentilissimo!...
@ Enigma – Tesorina miaaaa!!... Son contenta che ti siano arrivate le foto… fai pure con comodo con l’invio, che io tanto sono sempre qui che aspetto!... Ti abbraccio fortissimo e spero di rivederti presto…
@ Pupottina – Indubbiamente ogni perdita lascia un vuoto che può essere zeppato ma non colmato… Ne so qualcosa in prima persona, anche perché pure una mia compagna di viaggio è morta causa anoressia… E magari non succedessero più cose del genere… bisognerebbe che ci fosse più informazione e meno luoghi comuni intorno all’anoressia…
@ Jonny – Io non credo affatto che tu sia un mostro… Forse questa è solo un’altra delle bugie che l’anoressia racconta. Altresì, io credo che chiunque scelga di lottare contro l’anoressia abbiamo coraggio da vendere… E io non credo che tu sia morta dentro. Perché la rabbia che emana dalle tue parole sottolinea il fatto che sei viva eccome… e che hai una voglia bruciante di riappropriarti di tutto ciò che l’anoressia ti ha tolto… E’ vero, il periodo della restrizione alimentare può pure essere il più felice della vita… ma è fallace, e questo è un dato di fatto… Non può durare per sempre. Forse è per questo che quel periodo è così perfetto: perché non può durare… Perché tutte le perfezioni sono provvisorie… La gente necessariamente non può che vedere ciò che viene mostrato all’esterno… e a quello dà importanza perché il resto non lo capisce, non avendo vissuto… ma noi che ci stiamo dentro e sappiamo cos’è veramente… bè, forse noi possiamo trovare il modo per cambiare qualcosa… Lo so quanto possono essere pesanti quei frammenti che ti senti dentro, quelle schegge che trafiggono tutto ed esulcerano le ferite… Ma io di solito per rimettere insieme le cose che ho rotto uso l’Attak… possiamo provare a farlo insieme, che dici?!...
@ Daniel – Ciao Daniel, ti ringrazio tantissimo per le tue parole… Io non credo che il mondo sia insensibile… credo solo che la non conoscenza delle cose, che le diversità, inneschino una sorta di “paura” cui si risponde con un muro… credo sia una reazione naturale… Forse la soluzione sarebbe semplicemente provare ad ascoltare senza giudicare… Buona estate anche a te!...
@ Viky – Un grazie a te per il tuo commento, piuttosto… E’ certo che siamo tutte diverse, ognuna ha le proprie motivazioni… Fare di tutta l’erba un fascio serve solo q confondere le idee di chi non ha vissuto determinate cose, e alimenta i luoghi comuni…
@ Coniglia Mannara – Si capisce benissimo, don’t worry… Indubbiamente i DCA hanno avuto un’impennata negli ultimi 50 anni, ma sempre sono esistiti.. L’attuale società può far dare un’impennata al numero dei casi in soggetti che risultano vulnerabili a questo particolare tipo di stress, ma credo ce ne sarebbero comunque tanti altri anche in assenza di questo tipo di condizionamento… Non ho letto l’articolo che citi, se potessi farmi una scans mi faresti un grosso favore… ovviamente se e quando hai tempo, eh!... Sì quelli che tu citi sono i criteri proposti dal DSM… ma a me fa un po’ ridere che, nel campo delle malattie mentali, si pretenda di fare delle schematizzazioni come possiamo fare con le malattie fisiche… perché se quelli sono i criteri diagnostici, allora io non sarei affatto anoressica…
@ Mari – Come ho già scritto in millemila commenti qui sopra (quindi evito di reiterare che sennò ti annoio…) essendo persone diverse, ognuna ha le proprie motivazioni… quel che non mi piace è la generalizzazione… cui tutti finiscono poi per aggrapparsi, distorcendo la realtà e causando un’ulteriore sofferenza a chi c’è dentro, perché fa prevalere il sentimento d’incomprensione da parte di tutto il mondo che ci circonda, che è il sentimento peggiore di tutti, perché ingabbia nell’anoressia…
Comunque… chiedo venia per non averti ringraziata per il tuo premio… Potendo usare Internet a spizzichi e bocconi, non mi è facile tenere dietro a tutto… Quindi; per prima cosa, ti ringrazio tantissimo in ritardo… e aggiungo i ringraziamenti anche per il premio Dardos… onoratissima… Anche se mi è impossibile girarlo in una selezione di 15 blog, perché secondo me tutte le persone di questo mondo che combattono per la propria vita sono da premiare…
@ Pansy – Eccomi qua, anche se un po’ a spizzichi e bocconi… E ti ringrazio davvero tantissimo per le tue parole… THANKS…
@ Leda – Hai pienamente ragione, è questo che fa la società: riporta tutto ai termini quantitativi… E lo sai perché? Perché la maggior parte della gente non ha mai provato l’anoressia in prima persona… e, perciò, non la può capire… La gente capisce le malattie fisiche, perché quelle si possono “toccare”, e allora concentra l’attenzione su quello che è l’unico principale “dato fisico” dell’anoressia, ovvero il dimagrimento… Detto questo, una cosa la voglio dire io a te… so che ne sei già consapevole, comunque, repetitia juvant (o come si scrive, che io non ho mai studiato il latino a scuola…)… non è il peso che quantifica la sofferenza. Quanto stai male lo sai tu e solo tu. Ed è un qualcosa completamente a prescindere dal tuo peso. Non si può quantificare il bisogno d’aiuto… perché, che senso ha quantificare la sofferenza?... In quale unità di misura possiamo farlo?... I chili?... I dottori che pensano solo a pesare… come se la sofferenza si potesse pesare!... Prendersi cura di sé e chiedere aiuto è un qualcosa che va ben oltre il mero peso corporeo…
@ Anna – Prima cosa, ma figurati se sei fuori luogo!... Anzi, qui ogni qualsiasi opinione, se rispettosa, è sempre benaccetta!... Sicuramente il tuo DCA è venuto fuori quando il contesto sociale era diverso… Ma questo non significa che la tua opinione sia meno importante, perché un DCA è un qualcosa che ci si tira dietro e ci si vive, e che perciò evolve con gli anni stando al passo del cambiamenti di tutto ciò che ci circonda… Quindi, ti ringrazio tantissimo di aver espresso la tua opinione… E, peraltro, per quel che hai scritto alla fine, sono d’accordissimo con te…
Risposta relativa al solo DSM :)
Purtroppo, per quanto riguarda le malattie mentali hai ragione. Basarsi su un elenco di sintomi o manifestazioni per diagnosticare un disagio è estremamente riduttivo.
Però devi anche tener presente che delle linee guida per la diagnosi sono fondamentali, il rischio di trovarsi di fronte a diagnosi completamente diverse facendo riferimento a cornici teoriche diverse è troppo alto. Servono delle linee guida che spingano tutti i clinici, indipendentemente dalla cornice teorica che usano per spiegare il fenomeno, a vedere che quello è rosso. Non verde o bianco. Il DSM serve proprio a questo. Inutile dire che ha i suoi limiti, ma sarebbe anche stupido aspettarsi che uno strumento simile, che generalizza i casi, si adatti perfettamente ad ogni singolo paziente, poichè non può tener conto delle sue peculiarità. Sta poi alla bravura del clinico la capacità di essere elastico e di dare il giusto peso alle caratteristiche individuali che non vengono approfondite dal DSM e che, nella diagnosi, sono altrettanto importanti.
Infine, può anche essere che non soddisfi i criteri per un disturbo anoressico, però considera che esistono anche i disturbi dell'alimentazione non altrimenti specificati (un calderone in cui si mettono tutti quei casi che, per insufficienza di sintomi, non aderiscono alle altre categorie), quindi probabilmente non ti dà la diagnosi di disturbo anoressico, ma presumo nemmeno la diagnosi di persona "sana, senza alcun tipo di disturbo". :) spero di essere stata spiegata :p
@ Coniglia Mannara – Ma sì che sei stata spiegata!... Mi hai imparato tutto!... No, scherzi a parte… Conosco e condivido con te l’importanza di avere delle “linee guida” per la diagnosi di una qualsiasi malattia (essendo protomedico, non potrebbe essere altrimenti…), però penso che per le malattie prettamente fisiche che io mi trovo a trattare, l’aderenza sia molto più stretta che non nel caso delle malattie mentali… Volevo dir questo, ecco, forse non mi son spiegata bene… La mia “etichetta clinica”, la mia diagnosi fatta dai medici, è sempre stata quella di “anoressia nervosa di tipo restrittivo” per via del sottopeso marcato, dell’amenorrea, e del fatto che restringessi l’alimentazione, tuttavia gli altri criteri che “strereotipano” l’anoressia, in realtà io non li ho mai presentati… Però, effettivamente, riconosco che quella è comunque l’etichetta che mi calza più a pennello, tutto sommato, i medici han detto giusto… Però, come dici tu, io credo che per certe cose sarei più da DCAnas… Più che altro, quello che volevo dire è che molto spesso i medici prendono per vangelo quello che trovano sul DSM-IV, e dimenticano che dietro l’accozzaglia di sintomi c’è anche una persona… e che, perciò, prima di CURARE il sintomo, sarebbe bene PRENDERSI CURA della persona…
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