Come gli alchimisti trasformavano il ferro in oro… voi potete trasformare l’oscurità in luce. Siete tutte benvenute.

mercoledì 29 giugno 2011

Freni al ricovero: Quando la fame (non) colpisce

Sebbene non sempre presente, nello scrivere questa serie di post mi sono resa conto che anche questo freno può avere un ruolo rilevante nel bloccare il percorso sulla strada del ricovero.

(Non) sentirsi affamate

Talvolta, soprattutto quando si studia sodo o si lavora, non conta molto quante ore si va avanti senza mangiare. Non si sente comunque la fame. Molti fattori possono concorrere a questo, per esempio la concentrazione mentale, il fatto che magari si debba stare sedute, e così via. Quando smettiamo di studiare o di lavorare, solo allora ci accorgiamo di aver fame. Ma mentre stiamo studiando o lavorando? Non abbiamo fame. Proprio non ne abbiamo.

Questo può rendere estremamente difficile il seguire l’ “equilibrio alimentare”, perchè per chi sta combattendo contro un DCA non è facile mangiare, e lo è ancora meno il farlo quando non ha fame. Eppure, bisogna razionalizzare. Perché in certe situazioni non ci viene fame? Forse perché qualcuno potrebbe vederci mangiare, e questo c’infastidisce. Forse perché non vogliamo unirci a mensa coi nostri colleghi. O forse perché scatta il richiamo dell’anoressia che ci dice che se ignoriamo la fame, allora siamo più forti (ma più forti di cosa?), e forse non abbiamo neanche bisogno di mangiare e possiamo tranquillamente saltare quel pasto. In fin dei conti, davvero non abbiamo fame! Quindi, perché mangiare? La risposta è: per non farci fregare di nuovo dall’anoressia. Perché dandogliela vita si entra in un trip di pensieri distorti dai quali uscire è sempre più difficile.

Comunque, cosa succede all’appetito, dunque?

Facile dire: “Un DCA altera il metabolismo è il senso di fame/sazietà, perchè quest’aspetto viene completamente controllato dalla testa”, ma non è questo il punto. Il punto è che un DCA fa perdere quello che ogni essere vivente possiede come istinto naturale, fin dalla nascita: l’alimentazione intuitiva (“Intuitive eating”). Non so se sapete di cosa sto parlando (ho trattato l’argomento in QUESTO POST), in ogni caso, per farla estremamente breve, è una cosa del tipo: mangia quando hai fame, smetti quando ti senti piena. Ho sentito diverse dietiste dire alle loro pazienti, che erano terrorizzate all’idea di riprendere peso, di seguire l’alimentazione intuitiva: se avessero mangiato quando erano affamate e avessero smesso quando si sentivano piene, non avrebbero preso peso.

Non penso che quest’affermazione sia del tutto sbagliata, in certi frangenti può essere pure valida, ma credo che non si possa fare di tutta l’erba un fascio, e che questa asserzione non sia applicabile a chi sta cercando di combattere contro un DCA. Perché molto spesso noi ci troviamo a dover mangiare anche se non siamo affamate, per seguire l’ “equilibrio alimentare”. Prima dell’esordio dell’anoressia, non ci si preoccupa particolarmente di quanto o cosa si mangi, ma dopo le cose cambiano radicalmente. È per questo che si ha bisogno di una rieducazione da un punto di vista alimentare, di un riassestamento del metabolismo, di seguire delle linee-guida senza farci giudare unicamente dal nostro istinto. Bisogna lavorare col e sul nostro corpo. E questo significa anche mangiare quando non siamo affamate, e rispettare con rigore l’ “equilibrio alimentare”.

Parte del percorso consiste nel rompere le rigide regole alimentari che ci eravamo auto-imposte per anni ed anni. È difficile relazionarsi al fatto che il nostro corpo non è in grado di darci segnali veritieri su quando abbiamo fame e quando siamo sazie, ed è per questo che l’ “equilibrio alimentare” è estremamente utile: è un sistema che ci permette di mangiare quando ne abbiamo bisogno, ed è abbastanza flessibile da adattarsi alla nostra vita quotidiana.

25 commenti:

Bianca ha detto...

Veggie,

grazie per il tuo commento. Un'altra breccia aperta... Sai, nel mio blog mi lamento molto spesso di me stessa, mi autocommisero, piagnucolo. Ma di tanto in tanto cerco di essere provocatoria (perché in fondo, sin da quand'ero piccolina, la polemica è la mia natura) e di suscitare reazioni. Perché? Perché credo ci siano davvero troppa omertà e troppa ignoranza nei confronti di queste maledette malattie che mi viene la nausea solo a nominare... ne ho ancora paura, per me e per gli altri, per questo cerco di scacciare l'autocommiserazione e andare avanti lottando...

Quanto a questo tuo post, il senso di fame è un gran casino. Proprio qualche giorno fa dicevo al mio ragazzo che andare a correre mi aiuta a nutrirmi meglio, e a percepire un senso di fame vero. La prima volta che, tornata dal parco dopo 45 minuti di corsa, ho sentito una fame da lupo, mi sono emozionata. Davvero. Non è facile avvertire la fame per quello che è, nutrirsi quando si ha fame ed evitare il cibo quando non si ha fame. Ritengo che soprattutto la bulimia mandi tutto a puttane da quel punto di vista: il mio apparato digerente non è più quello di una volta, ho spessissimo problemi di stomaco e di intestino, ancora oggi 'la fame' è una cosa che fa paura, quasi una cosa misteriosa.
Uff.. è tutto così difficile, una strada in salita, ogni giorno... poi per forza ci sono quei giorni in cui si crolla sotto il peso di tutte queste tensioni... ma ci rialza anche, con la speranza di avere di volta in volta più forza di prima.

Grazie per i tuoi post, ci trovo sempre qualcosa su cui riflettere.

NaturAlì ha detto...

Mi riempie di gioia trovare i tuoi commenti nei miei post.. :) Grazie, Veggie!
Per quanto riguarda questo ciclo di post sui freni al ricovero.. Lo trovo molto interessante.
Probabilmente per chi, come me, non è mai riuscito a restringere se non per una giornata al massimo, la questione delle endorfine è un po' diversa. Probabilmente è l'ingozzarsi di cibi dolci che aiuta a produrre endorfine!
Anche per il discorso di sentirsi speciali perchè nessuno è in grado di rinunciare al cibo quanto una ragazza con anoressia, credo che per me sia diverso.. Per anni mi sono sentita una fallita perchè dopo un giorno di restrizione scattava l'abbuffata (e solo adesso, ovviamente, ho capito perchè).
Per quanto riguarda la fame.. beh.. ho passato un bel casino! Da abbuffate che non ti lasciano neanche la forza per respirare ad, appunto, la fame da abbuffata! Girare per strada che ti senti svenire e finire, dopo un paio di giorni così, a svaligiare un supermercato.
Ci sono voluti molti mesi per sentire stimoli normali. Per accorgermi di essere sazia PRIMA di stare male. Per sentire la fame PRIMA che diventasse insopportabile. E anche per imparare a gestirla senza andare nel panico.

E' stata una grande conquista, e adesso - finalmente - la stima per me stessa esiste.
Fortunatamente riesco a sentirmi speciale nel mio essere normale. Ed è una cosa che auguro ad ogni ragazza.
Una liberazione che ti riempie..


e tu, Veggie, lo sai di essere speciale? ;)

Anonimo ha detto...

ciao carissima Veggie, grazie della tua risposta e grazie soprattutto del tuo stupendo post. ogni volta che leggo qualcosa di tuo mi sento sempre meno sola perkè capisco che ankio provo le stesse cose e mi spavento meno di fronte alla bestia. il mio problema è proprio questo: mngiare quando nn sento fame e soprattutto quando la tua testa ha stabilito che quello è sufficiente. io dopo anni di alimentazione schematica nn sono riuscita ad aumentare di due grammi quello che metto nel piatto. anzi se un giorno lo faccio poi compenso al pasto successivo. è un inferno, io nn ce la faccio+. ieri ho pensato tutto il giorno a farla finita. lo so che è stupido, ma veramente quando si prova un'angoscia così pazzesca nn riesco a trovare un sollievo. mi sono fatta terra bruciata intorno a me. sono sola sola e tutto per una mia scelta folle, malata. sto impazzendo sempre di + . ho paura che alla fine dovrò farmi ricoverare in qualche struttura, sarà l'unica via di uscita. c'è tutta una rieducazione alimentare (ma nn solo ovviamente) da fare, da sola (nel senso solo con l'aiuto della psicologa una volta a settimana e dello psichiatra una volta al mese e di un medico ogni tanto) nn ce la potrò mai fare. questo credo. un abbraccio Veggie, grazie come sempre di tutto. se nn ci fosse il tuo blog, davvero nn sai che conforto che ci dai. mi sento che nn ce la faccio proprio + .

La Ely ha detto...

mi ricordo che quando ero nel periodo di massima depressione e avevo ridotto drasticamente la quantità di cibo che ingerivo, in effetti la fame era sparita.
Non provavo però un senso di tranquilla sazietà, o comunque di normalità, ma mi sentivo "spigolosa" e "dura", con lo stomaco chiuso, come un nemico in agguato.
Non riuscivo più a pranzare e la sera era un disastro con mia madre che mi urlava di non diventare anoressica e io che le ripetevo che per una ragazza che pesava 67 chili era impossibile diventarlo.
Poi i 67 chili son diventati 58 in un soffio e per fortuna mi sono fermata lì e ho tirato fuori le unghie, sennò mia madre quasi quasi ci azzeccava.
Ora invece ho il problema opposto: una fame costante dovuta alla dieta!
Capisco cosa intendi comunque, Veggie ed è difficile, è vero. Però ce la si può fare, anche se è dura, magari cominciando veramente a mangiare piano piano quando si ha fame, qualche spuntino e poi aumentare un pochino le dosi...
Con me un po' ha funzionato, ma poi, se non ci metti la testa, si sa, è difficile uscirne ;-)

Sonia ha detto...

Più devo mangiare più mi sparisce la fame. Ma in genere mi manca sempre.
Per 1 mesetto continuo la dieta (accordato con la dietista)... se vedo che proprio non ce la faccio mi ha detto che posso sempre tornare indietro... comunque abbiamo accordato anche di prendere peso (mezzo kg in genere circa) una settimana si e una no (in questa però devo mantenere il peso).
In queste settimane sull'alimentazione sono stata un robot, mangiavo come se fossi stata semplicemente sotto carica per via dello studio (che però ha dato i suoi frutto... sono uscita con 10, ma non ho la più pallida idea di come abbia fatto!!)... si, sentivo sempre l'anoressia ma non fortissimo come fa di solito... ora ho paura che si scateni tutta in una volta =S
Se avessi fame forse tutto sarebbe più facile... ma non è così.
comunque ho paura... ho più paura di prima, ho paura di raggiungere 40 kg (che poi sarebbero comunque sottopeso)... non mi piace il peso superiore o uguale a 40 kg, no.

sorridente ha detto...

Io sono il classico esempio di persona che non ha lo stimolo della fame. Mai. Spesso mi ricordo di mangiare quando il mio fisico, attraverso la debolezza estrema, mi ricorda che DEVO mettere qualcosa dentro se voglio stare in piedi, e il caldo estivo certo non aiuta...
Poi ci sono i giorni in cui arriva la fame nervosa, ma questa è un'altra storia...

Anonimo ha detto...

E' vero. Si tratta di un freno fisiologico che poi può diventare anche psicologico, ovviamente la cosa è molto soggettiva, come del resto lo sono tutti i DCA. Io ricordo che nel periodo in cui mangiavo pochissimo (circa 200 kcal al giorno!!!) ed ero sottopeso, non sentivo nessunissimo senso di fame ... e paradossalmente stavo bene! Addirittura un pezzo di mela in più poteva farmi sentire sazia come se avessi ingurgitato una casa! Ad oggi non so più cosa sia la fame, alternando anoressia e bulimia il mio corpo è completamente scombussolato : quando non mangio sto bene, quando ho le crisi bulimiche sento solo uno stimolo irrefrenabile che spinge poi all'abbuffata ... ed è proprio questa alternanza a farmi sentire anormale ...

Anonimo ha detto...

Per quanto mi riguarda non ricordo un periodo della mia vita in cui ho sentito la "vera" fame, quel senso di appetito che sentono gli altri quando dicono "Che fame!"..Probabilmente perchè i miei DCA hanno avuto il loro esordio durante la mia infanzia, ma posso capire quando si parla della "non-fame". Di norma io mangio quando mi chiamano i miei genitori, sempre agli stessi orari, sempre gli stessi pasti. Per me ormai è una questione di abitudine dovermi sedere alla tavola. I problemi arrivano quando ho il piatto davanti. O mangio veloce come un razzo una quantità di cibo spropositata (per i miei occhi), oppure mangio lenta come una lumaca quel poco che riesco. Ma è solo un abitudine, perchè il mio cervello non sente stimoli della fame.
Io l'istinto credo di averlo sempre seguito..anzi, forse a volte sarebbe stato meglio frenarlo un po'. Non so' quanto mi sarebbe utile una "dieta intuitiva"..però è interessante.
Un abbraccio,
Elli.

Wolfie ha detto...

Mi trovo molto in quello che ha scritto Alice, anch’io in realtà non sono mai riuscita a restringere l’alimentazione in maniera soddisfacente, e la mia anoressia d’esordio si è trasformata nel giro di breve tempo nella bulimia che mi ha accompagnata molto a lungo.
E’ difficile controllare e discriminare le sensazioni di fame in entrambi i casi, perché comunque quello che si fa con un disturbo alimentare è mettere a tacere in qualche modo il corpo per ascoltare solo quello che dice la testa, cioè la malattia. Di conseguenza, tutte le sensazioni fisiche di fame e sazietà vengono messe in secondo piano rispetto a quello che è il diktat del dca, e più il tempo passa, più la patologia s’impadronisce di noi, più è difficile riuscire a capire cosa è veramente necessario, cosa è superfluo, cosa è troppo poco.
A me è occorso tanto tempo per operare una sorta di “rieducazione alimentare”, cioè per riuscire a capire cose fosse giusto e fisiologico mangiare per me, senza andare né in un eccesso né nell’altro. Ovviamente nel fare questo sono stata aiutata e guidata dalla nutrizionista che tutt’ora mi segue, all’inizio provando a distaccarmi gradualmente dalla “dieta” che mi aveva dato, cercando di andare ad occhio sugli alimenti che mi davano meno ansia, tipo la frutta e la verdura, e poi, a poco a poco, allargando lo spettro di autonomia anche a tutti gli altri alimenti. Mi ci è voluto più di un anno, ma adesso riesco a mangiare con un po’ più di serenità, cercando di ascoltare il mio istinto e la mia fame, senza farmi dominare dal dca e senza seguire rigidamente degli schemi.
“In fin dei conti”, mi sono detta “prima di entrare nel dca mangiavo quanto mi andava senza pormi alcun problema, quindi perché non dovrei essere capace di tornare a fare altrettanto?”. Non è in realtà così semplice perché quando la bulimia ha storto i pensieri non è che si possono raddrizzare così come se niente fosse stato, però pian piano vedo che le cose vanno meglio. Perché cerco di imparare ad ascoltare me stessa e i miei bisogni fisici, e non più la voce della bulimia.

Wolfie ha detto...

Per anonima: Non ti devi scoraggiare!!!!!!! Lo so che ci sono momenti neri, momenti in cui tutto sembra difficile e si sente che non ce la facciamo più, ma non per questo bisogna arrenderci, anzi, sono questi i momenti in cui bisogna stringere i denti più forte ed andare avanti. Se ho interpretato bene quello che hai scritto, ci sono medici che ti aiutano sia con l’alimentazione sia con la psicoterapia, quindi fatti dare una mano da loro: parlaci più possibile, digli quali sono i tuoi problemi, sviscerateli insieme, perché non è giusto che tu debba stare male così, e devi fare tutto quello che più per avere l’aiuto e il sostegno di cui hai bisogno. All’inizio sarà difficile, ma ti assicuro che poi, col tempo, starai meglio!!!!!!! E non vedere ad un eventuale ricovero in clinica come a una sconfitta, anzi: può essere una grande opportunità!!!!!! Anch’io quando entrai in clinica ero terrorizzata, ma adesso mi rendo conto che anche quel ricovero è stato parte integrante del mio percorso, e che se non l’avessi fatto non sarei arrivata dove sto adesso; quindi se ne hai la possibilità non rifiutare quest’opportunità, perché potrebbe davvero esserti d’aiuto. Io non credo che ci siano persone che non ce la possono fare, ma solo persone che non ce la vogliono fare… ma tu ce la vuoi fare, vero??????!!!!!! E allora non arrenderti, e ce la farai sicuramente!!!!!! Un bacione!!!!!!!!!!
Wolfie

Dark Phoenix ha detto...

La fame?
Pensiero fisso costante.
Ho ricominciato a sognare tonnellate di dolci cibo, gente che mi offre il cibo.
Ho fame!!!!!!!!!!!
Mangio come un porcello all'ingrasso e ho fame??
Dio sono enorme!
L'altro giorno mia madre mi fa?
I pantaloni a vita bassa ti tirano su il grasso e te lo fanno sbucare da sopra i pantaloni...
Porca pagnotta di pane, ha ragione sono enormi!!
Prima di questa osservazione non ci avevo fatto caso...
Voglio tornare 38kg!!!!!!!!!
Perchè ha detto quella cosa? perchè crede che l'anoressia sia un capriccio?
Non voglio fare una sceneggiata drammatica, ma avevo bisogno di dire quello che penso di me..
Mi odio perchè sono enorme!!
Scusa Veggie.
Ciao disperata Hachi...

Ilaria ha detto...

...Arrivo dopo una vita, anzi anche di più...
appena mi rimetto un po' in sesto trovo sicuramente il tempo di leggere tutti i post che mi sono persa...
Veggie, quanto sei mancata!

Musidora ha detto...

Vorrei che la mia fame sbagliasse mira ogni tanto. Cecchina schifosa.
Sono un po' esasperata ultimamente...

Vele Ivy ha detto...

L'equilibrio alimentare è importantissimo, anche per chi non soffre di disturbi alimentari (quindi fondamentale per chi ne soffre). Capita spesso, infatti, di non riuscire a mangiare, oppure viceversa mangiare in modo compulsivo, in momenti di forte stress... e quindi è importante riuscire a non perdere il controllo della nostra alimentazione.

Anonimo ha detto...

Cara Veggie, questo tuo post capita proprio, come si suol dire, a fagiuolo, perche' sto passando un periodo di inappetenza che nemmeno mi so spiegare, visto che sono tranquilla su tutti i fronti, e spesso mi dico:" perche' non approfittarne?".
Poi fortunatamente prevale sempre il buonsenso, non salto mai un pasto, pero' mi capita di mangiare meno in quei giorni e poi recuperare quando l'appetito torna a farsi sentire...
So gia' che restringere approfittando dell'inappetenza poi porterebbe alle solite vecchie conseguenze, abbuffate e quant'altro, quindi cerco di resistere a quel richiamo insidioso, anche se non riesco a mangiare quanto dovrei fino in fondo, se non mi va proprio...
Non so, come dice Alice, il discorso per una bulimica cambia rispetto ad un'anoressica...
Pero' vale anche il contrario, se ascolto la mia fame e la assecondo, riesco anche a impormi un sano STOP quando avverto un appetito da lupi ma smetto di ingozzarmi nel momento in cui il mio stomaco si sente pieno, senza continuare a riempirlo all'infinito...
Un abbraccio forte.
Dony

Pupottina ha detto...

ciao Veggie
è vero... esiste questo problema come esiste il contrario... a volte non si ha fame anche per stress, mentre in altre si dà al cibo inconsapevolmente una funzione consolatoria e ci si abbuffa fino all'indigestione .... spesso si alternano queste due fasi, mentre in altre predomina solo la prima quella dell'inappetenza o della totale assenza di stimolo a nustrisi

clizia ha detto...

Sai cosa penso? che il problema sia che non c'è più l'istinto. la fame intuitiva, certo, ma anche tutto il resto - c'è il cervello, la forza di volontà,il senso del dovere, la determinazione, la fatica, il sangue, il sudore, ma nient'altro. Non c'è la capacità di sentire. Non c'è il desiderio, non c'è il piacere, non c'è la capacità di gioire. Una volta una persona mi ha chiesto, non importa a proposito di cosa, "ma ti piace o non ti piace?" e io mi sono sentita morire: non solo non trovavo la risposta, ma neanche il senso della domanda! Proviamo a farcela più spesso questa domanda, e proviamo a rispondere con quello che resta dopo che abbiamo spento il cervello.
clizia

Giulia Swann ha detto...

Un altro metodo utile per seguire questa alimentazione è il diario alimentare che mi hanno fatto sperimentare al centro per disturbi alimentari...scrivendo cosa provi è piu facile razionalizzare e quindi è anche piu facile capire la differenza tra fame emotiva e fisica.

Veggie ha detto...

@ Bianca – Figurati, anche a me fa molto piacere leggere i tuoi post, perché anch’io ci trovo sempre qualcosa da imparare e da pensarci su… Penso che la provocazione sia un’arma importante a nostra disposizione… Perché, hai ragione, di DCA si parla troppo poco, e quando lo si fa spesso nella maniera sbagliata… facendo peraltro, soprattutto a livello dei media, una gran confusione tra anoressia e pro-ana… le 2 cose sono spesso assimilate quando in realtà sono diversissime…
In quanto al tuo commento a questo post, ti posso assicurare che anche l’anoressia provoca i suoi bei danni all’apparato digerente… così come la bulimia, certo, ovvio, visto che comunque in ogni caso si altera tantissimo l’alimentazione… E’ difficile capire se e quando si ha fame dopo tanti anni passati a regolare e a calibrare tutto con la testa e non con le sensazioni fisiche… Forse è un qualcosa di cui dovremo ricominciare poco a poco a riappropriarci…
P.S.= Comunque io sinceramente non ti ho mai “letta” come una persona che si autocommisera… Non so come sei nella vita reale, ma non è dai tuoi post che traspare autocommiserazione… fai un giro tra i blog pro-ana, e vedi cosa intendo io quando parlo di autocommiserazione… ^^”

@ .Alice – Ti ringrazio per il tuo commento, e per avermi fatto vedere anche un po’ come stanno le cose sull’altra faccia della medaglia, ovvero dalla parte della bulimia… Purtroppo mi rendo conto che quando scrivo i miei post sono un po’ “di parte”, nel senso che avendo vissuto e vivendo personalmente solo l’anoressia, posso immaginare per analogie come sia la bulimia, ma non posso poi dire niente di preciso, non mi permetterei, dal momento che è una cosa che non ho provato e che perciò, in realtà, non lo so com’è… Quindi, ti ringrazio tantissimo per il tuo preziosissimo insight… E ti auguro con tutto il cuore di continuare a percorrere la meravigliosa strada in cui ti sei finalmente incanalata… TU sei speciale, stellina: non te l dimenticare mai…

@ Anonima – Non ce la farai solo se tu per prima pensi di non potercela fare. Perché pensare di non potercela fare è l’unico modo per fallire sicuramente. Non si è mai in una situazione disperata nel momento in cui si decide di volercela mettere tutta: si ha la volontà, e questa è tutto ciò che ci serve per farcela. Comunque, tornando al tuo commento… quando è molto tempo che si è dentro all’anoressia, è ovvio che è estremamente difficile mangiare in relazione al senso di fame e in relazione a quello che ci dice la testa (o meglio, a quello che ci dice l’anoressia…). Perciò, l’unica cosa che si può fare in una situazione di questo tipo è razionalizzare: mangiare quanto sappiamo che è giusto mangiare, ovvero mangiare quanto prescritto dall’ “equilibrio alimentare”. Non importa se non si ha fame, non importa se non ci va, non importa quanto tempo dobbiamo stare sedute di fronte alla tavola per finire un pasto (e so di cosa sto parlando, perché ci sono stati momenti in cui ho fatto pasti lunghi 3 ore pur di riuscire a mangiare tutto quanto dovevo…), non importa se la voce dell’anoressia nella nostra testa ci dice di restringere: mangiamo tutto quanto prescritto, e basta. Questo è il primo passo necessario per riacquistare un peso compatibile a consentire alla nostra testa di pensare con lucidità. E’ a questo punto che si configurano l’importanza della psicoterapia e dei controlli medici: perché sono ciò che aiuteranno a scalzare lo zoccolo duro che ci tiene ancorate alla malattia. Riuscire a non schematizzare i pasti e a seguire il fisiologico senso di fame è un passo successivo… ci arriverai. Ci arriverai sicuramente. Ma devi partire dalle basi, perché non puoi pretendere di costruire una casa partendo dal tetto. E quando pensi che vuoi farla finita, pensa anche a questo: se la fai finita, sicuramente le cose non miglioreranno. Se provi a combattere, è l’unico modo in cui potranno migliorare. Ci vuole coraggio per farlo, è vero… forse ci vuole coraggio anche per farla finita. Ma morire è il coraggio di un attimo… mentre vivere è il coraggio di sempre.

Veggie ha detto...

@ La Ely – E’ ovvio che la volontà sta al primo posto… e diciamo che la volontà può essere “aiutata” dal seguire per bene l’ “equilibrio alimentare”… Poi, è ovvio, non son cose immediate… ci vuole costanza, e la voglia di non arrendersi neanche di fronte alle inevitabili difficoltà…

@ Sonia – La tua dietista mi sembra una persona molto competente, a giudicare da quello che mi scrivi… Anche con la mia, all’inizio, feci così: accordavamo di volta in volta il peso che avrei dovuto prendere, in maniera tale che il recupero fosse molto graduale e non traumatico… Il che, secondo me, è la cosa migliore da farsi… Comunque, hai scritto che hai mangiato come se fossi un robot… è esatto, Sonia. Si chiama “alimentazione meccanica”, ed è il modo migliore di approcciarsi a un pasto soprattutto per chi è agli inizi di un percorso di ricovero. Certo, sarà stato lo studio a toglierti un po’ di altre ossessioni… ma è anche un’alimentazione corretta che, poco a poco, porta il nostro cervello a rifunzionare correttamente e quindi ad allontanare certi pensieri disfunzionali. Se temi di ricadere adesso che non hai più da studiare, prova a farti un planning delle cose che puoi fare durante l’estate: leggere, scrivere, disegnare, ascoltare musica, guardare film, andare a casa di qualche tua amica/tuo amico per fare una chiacchierata… insomma, prova a redigere un elenco di attività alternative che ti aiutino a tenere la mente impegnata e a non pensare alle solite ossessioni…
Lo so che hai paura, Sonia. Si ha sempre paura. Ma, vedi, a volte avere paura è un modo per cominciare. Non fasciarti la testa prima d’averla battuta… non dire a priori cosa ti piace e cosa no. Arriva a un certo peso pian piano, gradualmente come ti sta facendo fare la tua dietista, e poi ti accorgerai che non era così terrorizzante come pensavi adesso… Parola di chi c’è passata!...
P.S.= Complimenti per l’esame! ^__^

@ sorridente – Prova a prendere un ritmo di pasti regolare… forse questo non ti aiuterà a farti venire lo stimolo della fame… ma potrà evitarti i momenti di debolezza estrema in cui, soprattutto col caldo che fa adesso, potresti correre il rischio di collassare…

@ Isibéal – E’ ovvio che quando si è nel pieno dell’anoressia tutto sia alterato: non è che non si abbia lo stimolo della fame, è che l’euforia, il senso di controllo, la soddisfazione nel riuscire a restringere creano un pattern mentale tale da sopprimere ogni qualsiasi stimolo fisiologico. Non so se attualmente sei seguita da una dietista o meno… in ogni caso, ti consiglio di farti dare una mano… perché il DCA è un qualcosa che viene da dentro di noi e, perciò, non siamo in grado di batterlo completamente ed unicamente da sole… ci vuole una persona esperta al nostro fianco che ci aiuti a direzionarci… E, magari, a farti sentire anche di meno quell’ “anormalità” che ora ti grava addosso…

@ Ellie – Innanzitutto, ti ringrazio per il tuo insight… La mia anoressia ha esordito quando avevo 14 anni circa, quindi non riesco bene a inquadrare la situazione di un DCA nell’infanzia… Grazie per aver condiviso la tua esperienza!... A parte questo, penso sia normale avere un rapporto anomalo con cibo quando si è passate per un DCA… Si tende a seguire quello che dicono gli altri, o a farci ingannare dalla nostra testa… perché i suoi pensieri sono quelli che ci mette l’anoressia… Magari, non so, prova un po’ a variare gli schemi… lasciati più libera, e cerca di ascoltare anche te stessa… ovviamente cercando di evitare gli eccessi in tutti e 2 i sensi… ma provare a senire te stessa, e non più il DCA…

Veggie ha detto...

@ Wolfie – Grazie per aver condiviso la tua esperienza… Penso anch’io che ci voglia molto tempo per distaccarsi dal DCA e poter tornare a mangiare con più criterio… Perché il DCA manipola la nostra mente, e quello che si “sente” non è veramente quello che si sente, ma è più che altro quello che si pensa – quello che l’anoressia/la bulimia ci fa pensare. Bisogna rieducarci non solo da un punto di vista alimentare, ma anche da un punto di vista di ristrutturazione del pensiero… per non pensare proprio a “mangiare”, ma più che altro a “nutrirci”… ovvero a prenderci cura di noi…

@ Hachi – Innanzitutto, tu non lo sai come sei. Enorme o minuscola, non lo sai. Dico sul serio. Perché, a quanto capisco dal tuo commento e dai tuoi post, al tuo DCA si associa anche una dismorfofobia… ergo, non riesci a vederti per quello che sei, comunque tu sia. Perciò, non fissarti su obiettivi assurdi che non possono che farti male, e non ascoltare quello che dice gente che non è passata da un DCA e che, perciò, non può capire cosa si prova: rivolgiti invece ai una dietista che ti aiuti sul piano alimentare, e a una psicoterapeuta che ti aiuti ad affrontare i tuoi veri problemi, quelli che ti fanno sentire così disperata… Lo so che può far paura… ma un DCA non serve a niente… e l’unico modo per risolvere i problemi che portano al DCA è affrontarli direttamente. Un abbraccio forte…

@ Ilaria – Anche tu mi sei mancata un sacco, tesorino!... Spero proprio che il ricovero in clinica sia andato bene!... Ti vorrei abbracciare stretta stretta… e spero di risentirti prestissimo…

@ Musidora – Tutto il percorso di ricovero credo sia un po’ “up & down”… Non ti devi esasperare… cerca di prendere questo periodo per quel che è… un “periodo”, appunto… non un’eternità. Vedrai che finisce…

@ Vele/Ivy – L’hai detta, ragazza mia… anche perché, in effetti, se si riesce a mangiare correttamente anche se magari non ci va, tutto l’organismo poi ne risente in positivo…

@ Dony – Stai facendo dei passi da gigante, Dony… Non ti preoccupare per gli sbalzi, che capitano a chiunque… Non solo perché a volte il DCA tenta ancora di dettare legge, ma anche perché magari ci sono momenti della nostra vita in cui fisiologicamente si ha più o meno fame… L’importante è riuscire a razionalizzare e mangiare quanto sappiamo essere giusto… senza lasciarci ritrascinare in basso dal DCA… Ti abbraccio forte forte, tesoro…

@ Pupottina – Bisognerebbe imparare a non vedere più nel rapporto col cibo una strategia di coping…

@ Clizia – Il cervello è abitudinario… se ci abituiamo a “programmare” l’alimentazione anziché a “ascoltare” la fame, alla fine il senso spontaneo non risponde più… e bisogna riabituarsi a quella che è una normale alimentazione dettata dall’istinto e non del cervello… E chiederci se una cosa ci piace o meno non solo sul versante alimentare, ma anche e soprattutto su tutte le cose che vogliamo fare nella vita… perché la restrizione alimentare accompagna una restrizione emotiva…

@ Piccola stella senza cielo – Sì, è vero… in certi casi e su certi tipi di persone, il diario alimentare può rivelarsi molto utile soprattutto per razionalizzare…

Anonimo ha detto...

ciao a tutte. ringrazio tantissimo Veggie per le sue confortanti risposte e anche Wolfie che mi ha dato tanto incoraggiamento. mi ero dimenticata di firmarmi. sono Cristina e ultimamente scrivo spesso qui. Veggie tu dici che bisogna mangiare anche se non ci va,anche se la testa (o meglio il demone anoressia) ci dice di restringere, anche se si ha nausea mal di stomaco ecc. ma come si fa? io davvero non ci riesco. quando la mia testa e il mio stomaco sono pieni io mi fermo. ma così nn ne uscirò mai... come si fa? un abbraccio
Cri

Lucy May ha detto...

Anche io in genere non ho mai fame... Mangio in modo meccanico, tanto perché bisogna farlo... e del piacere nessuna traccia!!

Lucy May ha detto...

Grazie infinite cara Veggie, sei un tesoro!! Rispondimi pure quando hai tempo e quando e se ti va... Non c'è nessunissimo problema! E grazie ancora di tutto, davvero... Di cuore! Vi dico dove avevo letto del SIDS. Ecco il link:
http://lametaoscura.blogspot.com/2010/03/la-versione-al-femminile-di-peter-pan.html?zx=f9c8c3bc7150012e
Oggi mi sento giù perchè mi sento accusata da mio padre, perché non sono "ancora" guarita (se mai guarirò, dico io)... Un abbraccio immenso a tutte!

Veggie ha detto...

@ Cri – Io ne parlerei con la tua dietista… Per facilitare l’approccio alimentare, per lo meno all’inizio, si possono utilizzare integratori e simili… Oppure favorire alimenti liquidi e semi-liquidi, tipo latte, gelato, formaggi molli, etc… E’ ovvio che una persona che ha ristretto per molto tempo non può pretendere di mangiare di punto in bianco come faceva prima di entrare nell’anoressia, perché il fisico non è più abituato… ci vuole un incremento progressivo e graduale, secondo un piano che solo una dietista ti può elaborare…

@ Lucy May – Grazie per il link!... Ho letto il post che mi hai linkato, e confermo quanto avevo scritto nell’altro commento… E’ scritto male l’articolo, può dar adito a fraintendimenti, io resto convinta di quel che ti ho scritto… In quanto a tuo padre, per quanto possa essere difficile, cerca di dare la giusta importanza alle sue parole: lui non ha mai vissuto il DCA in prima persona, non sa di che si tratta, per questo può dire delle cose superficiali che possono ferirti… Ma davvero non ci devi rimanere male, proprio in virtù del fatto che tu sai che lui non può capire, e quindi i suoi commenti non sono dettati da cattiveria ma da “ignoranza” riguardo il DCA…

 
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