Come gli alchimisti trasformavano il ferro in oro… voi potete trasformare l’oscurità in luce. Siete tutte benvenute.

venerdì 10 febbraio 2012

La metafora della maratona

Ed eccomi qui a completare le mie risposte, concludendo con il commento di justvicky che scrive: “Perchè durante la scalata , nel momento in cui sei appeso alla roccia e tenti con tutte le forze di non cadere, la vetta sembra sempre il doppio della distanza reale. I compagni di arrampicata sembrano sempre km sopra di te, più bravi, quasi ti volessero lasciare indietro. E tu , appeso a quella roccia che non sai bene dove appigliarti per procedere allo step sucessivo, ti senti bersaglio di tutto.[…]”.

Il ricovero, direi, oltre che una scalata, è anche una corsa. Ed è più una maratona che uno sprint di 100 metri. È lungo. È duro. È difficile. È faticoso. È snervante. Ed è necessario tenere il passo.

Proprio stamattina, cercando il modo migliore per rispondere alle parole di justvicky, pensavo alla metafora ricovero = maratona, e mi è tornata in mente una cosa che il mio maestro di karate (che una volta, quand’era più giovane, ha corso la maratona di New York) era solito dire. Lui diceva che, ovviamente, dato che detta maratona consiste nel percorrere 42 Km, i 21 Km rappresentano la metà della gara. Una volta superato il 21° chilometro, tecnicamente, si è scollinato.

Il mio maestro di karate diceva anche che chiunque abbia corso una maratona direbbe che la corsa non è a metà una volta raggiunto il 21° chilometro. No, quando si arriva al 22° chilometro, ci si considera ancora all’inizio. Molti maratoneti non considerano se stessi a metà della corsa fino a che non superano il 30° chilometro. Il mio maestro? Lui diceva che si sentiva a metà corsa quando si era lasciato alle spalle 34 Km.

Anche un bambino capirebbe che arrivare al 30° chilometro o addirittura al 34° significa aver compiuto ben più di metà della corsa. Non è che il mio maestro di karate sia una tale schiappa in matematica, semplicemente lui diceva che gli ultimi 8 Km gli sembravano tanto lunghi e faticosi quanto i primi 34.

Questo, secondo me, è perfettamente aderente alla strada del ricovero. È un po’ come se stessimo arrancando, e guardando i chilometri che a poco a poco ci lasciamo alle spalle, ci sentissimo come se fossimo ancora bel lontane dal traguardo. “Eppure è così tanto che sto camminando” pensiamo “che sono vicina alla fine. Devo essere vicina alla fine”. Ma mancano ancora 3, 7, 10 chilometri se non di più. Come diamine si può continuare a tener duro così a lungo??

Gli ultimi passi sulla strada del ricovero sembrano i più lunghi di tutti, e tutto quello che si può fare è impegnarsi al massimo e stringere i denti. Quegli ultimi 8 Km – quella che sembra la parte terminale della strada del ricovero – sono tanto lunghi, duri e faticosi come i primi 34 Km messi tutti insieme. Ed è difficile per chi non ha mai provato un DCA sulla propria pelle comprendere questo. Chi non è mai stata anoressica misura le distanze matematicamente: la metà della maratona è al 21° chilometro. Non fa una piega. Ma per chi è anoressica la calcolatrice non funziona, perché nessuna macchinetta può misurare l’intensità della fatica, dei sentimenti, dell’impegno, della determinazione, della forza che il percorrere la strada del ricovero richiede.

Personalmente, non penso di essere ancora arrivata al 34° chilometro. Però continuo a correre. E le parole del mio maestro di karate mi fanno capire meglio perché la strada del ricovero mi sembri ancora così dannatamente lunga, anche se talvolta mi viene da pensare che, dopo tutti questi anni e questi sforzi, dovrei avere già tagliato il traguardo da un pezzo.

11 commenti:

Alice ha detto...

questa metafora è molto bella. E' vero, è una corsa, ma io direi più che altro una corsa ad ostacoli.
Io sto per intraprendere la via del ricovero e posso solo immaginare quanto sarà lungo e difficile... spero di essere una brava maratoneta :)
ti abbraccio

AlmaCattleya ha detto...

Forse la maratona può sembrare lunga perchè non riusciamo a vedere altro che la meta. Desideriamo la meta a tal punto che a volte non si accorge che la guarigione sta nel percorso.
Potrei sbagliarmi, ma al momento mi sembra sia così.

Wolfie ha detto...

Sto correndo, sto correndo!!!!!!! Non so a che chilometro sono, mi sa che oramai ho perso il conto, però non ho perso il senso della corsa, e credo che sia questo ciò che più conta. Corro per tagliare il traguardo. Non so quanto ancora manca, quanto tempo ci vorrà, quanto dovrò affaticarmi ancora, quante difficoltà ci saranno nel mezzo, so solo che per riuscire a tagliare il traguardo devo "semplicemente" non smettere di correre. E quando sono qui, quando leggo i post e i commenti delle altre, sento che non sono da sola in questa corsa a perdifiato, sento che tutte stiamo correndo verso una meta comune. Questo mi rincuora e mi dà ancora più voglia di impegnarmi per continuare a correre insieme a tutte voi!!!!!!!!

Sonia ha detto...

Gli ultimi chilometri sono i peggiori perchè sei stanca di correre, senti che non ce la fai più... ma se ti fermi lì non hai niente, nessun punto di appoggio: non hai ne la vita ne l'anoressia.
Non hai nessun appoggio, e allore sei costretta a tirare fuori un'energia che non sai nemmeno di avere.
E poi puoi sempre scegliere di invertire la marcia della maratona e tornare indietro... ma è abbastanza veloce questo passo perchè ritornare indietro nell'anoressia è semplicissimo.
Solo che dopo devi ritirarti su. E ricominciare tutto.

Non mi è mai piaciuto correre, perchè mi mette troppa ansia.
(ma chissà perchè quando penso che correndo si bruciano kcal la supero un po'...).

Ho corso fino ad ora, ma ho perso il numero dei km percorsi... ma di sicuro, anche ragionando matematicamente, non sono a metà.
Ma continuo a correre. A volte torno indietro e rifaccio tutto, ma va bene così!

P.S: grazie della risposta all'e-mail!! :)

un abbraccio!

Cirillina ha detto...

Adoro leggerti, le tue parole mi fanno pensare e questa metafora è particolarmente azzeccata!
Non so a quanti km sono e nemmeno so se vorrei saperlo, mi basta sapere che ho in me la forza di continuare a correre, sapere che quella forza possiamo avercela tutte!

Cherubina ha detto...

Non bisogna mai smettere di correre!!
Credo che, purtroppo, sia una cosa che ci porteremo dentro per sempre.

Grazie per i tuoi commenti, tu sei molto dolce in confronto a me che sono una camionista o una scaricatrice di porto.
Ho visto le tue foto, sei bellissima, hai uno sguardo dolce e ricco di luce. Sei una portatrice di luce. Da me c'è un post dedicato a te, anche se non espressamente dichiarato. Ti bacio, ovunque tu voglia.

Pupottina ha detto...

ciao Veggie
buon inizio settimana fredda, perché sembra proprio che anche questa lo sarà...

Cherubina ha detto...

Grazie, mio gioiello. Anche a me piace l'ultima che ho postato. Se hai fatto caso, è anche la quarta. La trovo dolcissima.

PS: sei bellissima!! A buona intenditrice, poche parole. Ma solo dolci baci.

Silvia ha detto...

ciao, ho scoperto il tuo blog per caso.. ho letto la lettera all'anoressia e mi sono messa a piangere.. non sono in un'anoressia grave.. però avevo nel cuore le tue stesse parole.. è così difficile.. abbandonarla.. anche se sai che è sbagliata ha reso quella parte della tua vita in cui restringevi.. felice...
è orribile da dire.. ma è vero..
Stasera ho avuto una lite con la mia famiglia (sempre per il cibo) che poi ho risolto e venerdì chiamo la dietologa.. ti continuerò a seguire volentieri.. spero che le tue parole mi possano dare una mano.. grazie
Silvia

Cherubina ha detto...

WOW!! Va benissimo lo stesso, anche senza curriculum!! Anzi, non mi spiacerebbe fingermi malata ogni giorno, così potrai visitarmi! Affare fatto?
<3
Ti bacio dove vuoi.

Veggie ha detto...

@ Alice – Hmmm, facciamo che è una maratona a ostacoli, allora! ^__^” E io credo proprio che tu abbia la grinta e la forza necessarie a saltarli tutti… Non ti dico che sarà breve o che sarà facile perché sarebbe inutile illudersi o fare buonismi, non lo sarà… Però ti dico che è possibile farlo. Per te, per me, è possibile per tutte…

@ AlmaCattleya – Ogni passo che si fa andando avanti è sempre un passo che è, a suo modo, di miglioramento rispetto ad una condizione precedente… quindi sì, in questo senso sì, in questo senso è il percorso la guarigione… Un cercare di ritrovare un equilibrio al difuori della malattia… Percorrendo una strada che si allontana da un distorto ideale di perfezione per avvicinarsi a un più concreto ideale di serenità…

@ Wolfie – Ed io corro insieme a te, ragazza mia!... E quando saremo stanche ci potremo prendere per mano e fare ancora qualche altro passo avanti insieme… che il traguardo da qualche parte c’è veramente… bisogna solo continuare ad andare avanti… con tutta la grinta che ci sappiamo mettere…

@ Sonia – E’ come lo “sprint finale”, no?!... Arrivi verso gli ultimi momenti della corsa e sei stanchissima… eppure sai che da qualche parte, lì, avanti, c’è il traguardo… e allora bruci tutte le tue energie per fare quell’ultimo scatto… perché sai che, anche se dopo sarai esausta, ne vale la pena… Come in ogni corsa, è normale avere dei momenti in cui si è veramente troppo stanche e allora si decide di fare un pit-stop… ma questo non vuol dire che abbiamo rinunciato a correre: è questo che bisogna tenere a mente. Che anche se si ha una ricaduta, ciò non significa che abbiamo perso e che dobbiamo smettere di combattere, anzi… dobbiamo ricominciare, con ancora più grinta di prima. E anche se senti che in dei momenti torni indietro, non devi mai rifare tutto… perché anche se ogni tanto commetti un errore, poi quell’errore si trasforma in esperienza…
P.S.= Figurati, se posso esserti in qualche modo d’aiuto non mi fa che piacere…!

@ Cirillina – Hai perfettamente ragione… Non importa quanta strada ci siamo lasciate dietro o quanta ne abbiamo ancora da percorrere davanti… L’importante è avere sempre in noi la forza di continuare a camminare senza arrenderci di fronte alle inevitabili difficoltà…

@ Cherubina – Penso anch’io che, in un certo senso, la porteremo sempre dentro, come tutte ciò che ha fatto parte di noi… Però possiamo imparare a non farci più controllare in toto dall’anoressia, e a stare meglio… Non metterti etichette, io credo che anche tu sia una ragazza piena di luce… devi solo fare in modo che la tua luce possa fluire fuori… Ti ringrazio per il post, passo immediatamente dal tuo blog!...
P.S.= Saresti la mia paziente preferita!... ^^”

@ Pupottina – Grazie, buona settimana anche a te…

@ Silvia – Ciao Silvia, benvenuta!... Grazie mille per le tue parole!... Sai, io non credo che si possano fare distingui tra anoressia grave/lieve… se una sta male, sta male e basta. Senza confronti, senza giudizi di valore… perché ognuna vive il proprio dolore, e non ha senso stilare classifiche su questo. Spero piuttosto che lo screzio coi tuoi familiari si sia chiarito, e che la dietologa abbia saputo aiutarti in concreto… So quanto possa essere difficile prendere le distanze dall’anoressia… soprattutto quando c’è un gap tra emotività e razionalità… ma se è vero che c’è stato un periodo in cui l’anoressia ci ha illusoriamente fatte stare bene… allora abbiamo tutta la capacità di imparare nuove vie per stare meglio anche senza l’anoressia, non credi?!...
Ripassa pure quando vuoi, perché più siamo e più forti possiamo essere… e sentiti sempre libera di scrivere tutto ciò che ti va… sarai sempre la benvenuta.
Un abbraccio forte…

 
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