Come gli alchimisti trasformavano il ferro in oro… voi potete trasformare l’oscurità in luce. Siete tutte benvenute.

venerdì 9 novembre 2012

Perchè chiedersi perchè?

Se c’è una domanda che mi è stata fatta millemila volte, questa è: Perchè ti sei ammalata di anoressia?
È una domanda cui volevo conoscere la risposta sia per soddisfare la mia naturale curiosità, sia perché per molto tempo sono stata convinta che, se avessi capito questo, avrei compiuto la svolta fondamentale nel mio percorso di ricovero.

L’idea sottostante questo pensiero era il semplice assunto: Se riesco a capire perché ho iniziato a restringere l’alimentazione, allora troverei la chiave per smettere di farlo.

Il problema sta nel fatto che quest’assunto è di per sè sbagliato. In fin dei conti, ad oggi sappiamo perché il pancreas smette di produrre insulina negli individui affetti da Diabete Mellito di Tipo I, ma tale conoscenza non permette al pancreas di ricominciare magicamente a produrre quest’ormone. Allo stesso modo, comprendere quelle che sono state le nostre personali motivazioni all’anoressia, non significa che possiamo cambiare tutto di punto in bianco.

Il punto è che se si comincia ad arrovellarsi eccessivamente sulle motivazioni tali per cui, si finisce per perdersi in una marea di “perchè” inconcludenti. Anche se si riuscisse a trovare una parziale risposta, ciò non significa che questa farà d’incanto cessare il nostro comportamento alimentare scorretto. Inoltre, più si scava e più si troverà da scavare, per cui sarebbe impossibile trovare una risposta a tutti i “perché”, inutile scervellarsi all’eccesso.

Con questo non voglio assolutamente dire che non bisogna chiedersi perchè si sia sviluppato un DCA, ma voglio semplicemente dire che la domanda “perchè?” non è la più utile da farsi. Penso che sarebbe meglio impiegare il proprio tempo chiedendosi cose come:

• Quali sono i momenti/le situazioni che più facilmente possono indurmi ad avere una ricaduta?
• Come posso stare meglio? Come posso mantenermi sulla strada del ricovero?
• Quali sono I “campanelli d’allarme” che mi possono far capire che sto per avere una ricaduta?
• Quali sono i reali benefici che un DCA può darmi? E quail quelli che può darmi il percorrere la strada del ricovero?
 • Quali sono le persone che possono darmi una mano mentre percorro questa strada difficile?

Non penso che comprendere i perchè nascosti dietro un DCA possa essere particolarmente doloroso. In fin dei conti, capire che il vero problema non è il cibo ma tutta una serie di problemi personali, quotidiani e relazionali che sfociano sul cibo, certamente aiuta a delocalizzare l’attenzione e concentrare le forse su ciò che bisogna davvero combattere. Il mio problema relativo al chiedersi perché stava nel fatto che credevo che conoscere la risposta significasse automaticamente avere una svolta nel mio percorso di ricovero. È una bella teoria, ma ora come ora ritengo sia anche una visione largamente ottimistica del modo in cui il nostro cervello lavora.

Inoltre una teoria di questo tipo, volendola generalizzare, presuppone l’assunto che ragazze malate di anoressia/bulimia/DCAnas siano fin dal primo momento razionalmente consapevoli della loro malattia – e questo non è sostanzialmente mai il caso. Così come inizialmente non si riescono a razionalizzare i comportamenti sbagliati che il DCA induce: sono più che altro compulsioni. Se una persona ha un OCD (DOC), se ne frega altamente del perché stia facendo una determinata cosa. Può anche comprenderlo, ma in quel momento tutto ciò che desidera è sentirsi meglio. Dover ricominciare a mangiare regolarmente seguendo un "equilibrio alimentare" prescritto da un dietista può spaventare una persona affetta da anoressia, e questa sensazione di spavento c’è e basta, sta lì, non si chiede la sua ragion d’essere. Il cervello non ragiona razionalmente di fronte ai sentimenti.

Non dobbiamo per forza conoscere ogni minimo dettaglio del perchè stiamo facendo una determinate cosa, al fine di smettere di farla. Certo, capire perché la facciamo può darci una mano, ma non è assolutamente necessario. L’importante è farla. L’importante è combattere contro il DCA. Pertanto, la domanda che vorrei fare a chi mi chiede perché io mi sia ammalata di anoressia, è: Perché un sacco di gente continua ad insistere a chiedermi il perché io mi sia ammalata di anoressia?

12 commenti:

Anonimo ha detto...

Tutti si ostinano a fare questa domanda un po' per curiosità e un po' per il motivo che dici tu, e cioè quello stupido detto secondo il quale ammettere di avere un problema o comunque capirne l'origine significa essere già a metà strada. E come dici tu, è sbagliato! Perché in un DCA bisogna imparare a modificare i meccanismi interni che ci portano a fare determinate cose, è non è facile come si crede. Non è semplicemente "ah ecco perchééé ora posso riprendere a mangiare finalmente!"... e che cavolo. Scusami il commento sconclusionato. Bellissimo blog, continua così :)

Bianca ha detto...

Hai ragione. Ottimo post.
Pensa che io non ricordo nemmeno quando ho iniziato a vomitare e a restringere, né ricordo perché quel maledetto giorno decisi che il mio corpo e il mio peso non mi andavano bene, "quindi dovevo iniziare a restringere", "quindi dovevo mettermi due dita in gola dopo cena". Non lo so.
So solo che c'è una gran confusione nella testa di chi sviluppa un disturbo alimentare. Una gran confusione che si cerca di mascherare con l'ordine e la disciplina autoimposti dalla restrizione/compensazione.

Grazie, per l'ennesima volta, per quello che scrivi.
T'abbraccio!

Allegra ha detto...

Sempre puntuale, sempre profonda.
Sempre "tu".
Sono felice di ritrovarti...davvero!

Anonimo ha detto...

hai ragione, basta cercare sempre di spaccare il capello in quattro.. a volte può essere controproducente. o cmq inutile. bisognerebbe provare a lasciare davvero un po' andare il passato e concentrarsi sul presente ... in modo da costruire le basi per un futuro sereno! :)
un abbraccio stretto!

Anonimo ha detto...

Ahahaha ma veramente XD
Voglio dire, che cavolo te lo chiedono a fare? Cosa cambia?
Forse è perchè ti trovano qui pronta ad aiutare e se lo chiedono.. Ma ognuna ci casca per i suoi motivi!
Io sono abbastanza d'accordo con te... Nel senso che io credo che capire le ragioni dell'anoressia di ognuna di noi possa servire a elaborare quella causa.
Voglio dire: una delle mie cause penso che sia la morte di mio nonno (per spararne una semplice), dal momento che lo so posso lavorare su questa mancanza, posso lavorare sui sentimenti che mi inducono a star male per questo. E' scontato il fatto che non posso farlo da sola ma ho bisogno di un sostegno psicologico. E per quel che mi riguarda questo vale per qualsiasi ragione che scatena i DCA.
E' inutile incazzarmi tanto con mia madre, abbuffarmi perchè mi fa incazzare, e non lavorarci su anche grazie a qualcuno di competente (e in questo, la mia psicologa è una santa).
Ma qui sono d'accorsissimo con te: poi si può pure scoprire la ragione del disagio, ma se non ci si lavora diventa una conoscenza fine a se stessa, non serve a nulla. Non mi serve a nulla sapere che la morte di mio nonno + mia madre che mi innervosisce + mio padre che sta sempre a lavoro + bla bla bla mi causano anoressia e bulimia se poi non reagisco e lotto.
Sì, si deve lottare, e basta, lavorare sodo per uscirne, (anche se come tutte le cose, è più facile a dirsi che a farsi molto spesso).
So solo una cosa: grazie a te e tante altre, so che guarire è possibile :)
Grazie sempre di tutto <3

Wolfie ha detto...

Questo post è molto simile a quello che qualche anno fa mi disse la mia psicologa.
Parlo di circa cinque anni fa: avevo iniziato la psicoterapia da circa un anno, ed ero molto centrata sul cercare di capire quali fossero le cause che mi avevano spinto ad abbracciare il dca. Anch’io ero convinta che se fossi riuscita a capire quello le cose sarebbero cambiate, e avrei potuto compiere una svolta decisiva nella mia vita e nella mia battaglia giornaliera. Quindi, concentravo tutto il mio sforzo di concentrazione, tutta la mia attenzione su questo aspetto e, necessariamente, tagliavo fuori tutto il resto. Così, dopo un annetto che era questa solfa, la psicologa mi fece notare che mi stavo arrovellando in maniera piuttosto improduttiva. Lì per lì ci rimasi male perché per me mi stavo impegnando, ma poi ho capito quel che mi voleva dire, e riconosco che aveva ragione.
Col tempo e con la prosecuzione della piscoterapia mi sono accorta che non era stata un’unica cosa a spingermi verso il dca, ma tutto un insieme di cose strettamente intrecciate tra di loro. Anche se a poco a poco riuscivo a metterle a fuoco, questo non cambiava il fatto che queste cose fossero successe e mi avessero spinto per una strada sbagliata. Per quanto le mettessi a fuoco, questa era una cosa che stava nel mio passato, e che perciò non potevo cambiare.
E’ questo che mi ha insegnato la psicologa: a dare un’occhiata al passato, ma a concentrarmi soprattutto sul presente e sul futuro, perché la mia battaglia è oggi, è adesso, e la mia vita è ancora tutta da scrivere, e devo lavorare su quello che voglio per poterlo ottenere.
Anch’io adesso mi faccio domande ben più produttive di “perché?”, anche se mi ce n’è voluto di tempo. Del resto, l’importante è che adesso mi sia messa nella giusta ottica, e possa utilizzare le consapevolezze che ho acquisito rispetto al mio passato, per potermi costruire un futuro miglire, magari proprio senza la presenza della bulimia!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Vele Ivy ha detto...

Per dare una risposta alla tua ultima domanda, credo che conoscere la causa dia l'apparenza di rendere più "controllabile" il problema. Quello che spaventa, è proprio il fatto che non ci sia una spiegazione razionale e decifrabile, cosa che non tutti riescono ad accettare/concepire.

Anonimo ha detto...

ciao a tutti! mi scuso in anticipo per il commento "fuori tema" rispetto al post. Sto uscendo anch'io da un periodo di anoressia, ormai ho ripreso il peso che avevo prima ed è da qualche mese che sto aspettando il ritorno delle mestruazioni. Due giorni fa la luce! ;-) ho avuto per due giorni delle, seppur minime, perdite. Secondo voi,per la vostra esperienza o per quello che sapete, può essere un segno che tutto sta tornando normale e le posso aspettare fiduciosa il mese prossimo? Perchè se non tornano da sole entro gennaio dovrei iniziare a prendere ormoni ma io non sono molto d'accordo in realtà....
Ecco, scusatemi, leggo sempre il blog e ora, insomma, cercavo un confronto/conforto
grazie a tutti e tantissimi complimenti Veggie: ci serviva proprio un blog come il tuo!
E.

FrancescaAsia ha detto...

Verissimo,
possiamo pure lasciarci il passato alle spalle e ricominciare tutto da capo,senza soffrire più.
Interrogarsi troppo sui perchè,come dici tu,non serve poi tanto.
Ti stringo :*
fra.

Anonimo ha detto...

M.M.
Come sempre .... bellissimo post!

Io nel momento in cui mi sono resa conto di stare male, mi sono domandata il perchè, sono andata a cercare le ragioni dei miei comportamenti malati ...

Ma mi sono veramente persa ... non ne sono venuta a capo... sebbene ci avessi lavorato un bel po'...
Alla fine ho capito..anche grazie alla terapia, che non ha senso arrovellarsi il cervello per cercare spiegazioni razionali, che magari nemmeno esistono.
Bisogna lavorare sugli aspetti paralleli della nostra vita, che sono quelli fondamentali e che, invece, sono "appannati" dalla patologia.
Ed è il lavoro più duro ... tocca nervi scoperti...che appunto teniamo "nascosti"...
(Chiedo scusa se non sono stata chiara ... ma non riesco a spiegarlo meglio)

E quando mi chiedono perchè sono magra .... bè ... le risposte sono le più banali, perchè nel mio caso, mi trovo spesso circondata da persone che non conoscono la malattia dell'anoressia, e vedono solo o un capriccio o un'altra qualsiasi cosa che non ha nulla a che vedere con un problema psicologico.
A quel punto, non mi sforzo nemmeno di dare una risposta ... ovviamente dipende dall'interlocutore ...

la cosa che al momento mi viene da dire ... la rivolgo a me principalmente .... basta pensare, è ora di agire!!!

Grazie!
M.

Veggie ha detto...

@ Hate Queen – Sconclusionato?... Ma figurati!... Anzi, hai scritto delle cose verissime. Io credo che, certo, a suo modo capire il perché si è iniziato a fare qualcosa possa avere la sua importanza, quantomeno dare una razionalizzazione… ma il fatto di capire il perché, non ci fa stare meglio automaticamente (magari fosse così!...), è solo una base su cui bisogna duramente lavorare, magari con l’aiuto di un’adeguata psicoterapia…

@ Bianca – Anch’io ricostruisco a gradi linee, anche perché sono passati un bel po’ di anni, ormai, da quanto il tutto è iniziato… Poi, man mano che la malattia va avanti, le acque si confondono sempre più, quindi più tempo passa più è difficile tornare alle origini… meglio allora focalizzare le nostre energie per combattere, piuttosto che per scervellarci…

@ Allegra – bentornata anche a te, Allegra!... Spero di rileggerti presto… T’abbraccio forte…

@ loie – Hai perfettamente riassunto in una sola frase tutto quello che avrei voluto dire nel post…

@ Sonnen Blume – Hai centrato assolutamente il punto… Le motivazioni che ci hanno spinto in una direzione, se vengono solo concretizzate, sono fini a se stesse. Va bene capirle, ma è importante soprattutto rielaborarle perché non influenzino più la nostra vita futura… Ed è soprattutto importante combattere oggi, agire sul presente, perché è questo che ci permetterà di costruirci un futuro… Grazie a te per le tue parole…

@ Wolfie – La tua psicologa ha ragionissima, secondo me… Non dimenticare il passato, ma vivere il presente e lavorare per il futuro…

@ Vele/Ivy – Hai perfettamente ragione, Ivy… Il fatto è che, in questo caso, conoscere la causa non ti consente di “controllare” (ergo, di risolvere) il problema, per cui se si segue questa strada si rischia di toppare in un qualcosa di totalmente inconcludente… per questo penso sia bene allargare lo sguardo anche su altre domande che possono essere più funzionali…

Veggie ha detto...

@ E. – No problem per il commento “fuori tema”, figurati, ci mancherebbe!... Il discorso del ciclo è un po’ complesso, nel senso che, come molto probabilmente già saprai, il ritorno del ciclo non è meramente una questione di peso, ma intervengono anche diversi altri fattori che ne condizionano la venuta… non a caso, spesso l’amenorrea interessa anche persone che hanno la bulimia, non solo l’anoressia… perchè un’alterata condotta alimentare è uno dei fattori che fa andare via il ciclo anche nelle donne normopeso… A parte queste considerazioni, comunque, io penso che il tuo spotting sia un buon segno: non ti dico che le mestruazioni ti ritorneranno di sicuro il mese prossimo perché, soprattutto inizialmente, è possibile che siano irregolari, prima di ri-normalizzarsi… però quello che ti è successo è sicuramente un segno che l’apparato si è rimesso in moto… Quindi, dato che da quel che hai scritto di pare di capire che tu sia seguita da una psichiatra e/o da una ginecologa, secondo me dovresti parlare con questa persona del fatto che hai avuto questo spotting, e cercare quindi di prendere ancora un po’ di tempo prima d’iniziare una cura ormonale… magari badando, nel momento in cui non la inizi, di prendere qualche farmaco che ti aiuti a proteggere per lo meno in parte il tuo apparato scheletrico dall’osteoporosi… Un abbraccio e grazie…

@ NuvolaD’Aria – Chiedersi perché ha certo, a suo modo, la sua importanza… ma, sicuramente, non è determinante. Quello che è davvero determinante, e quello che decidiamo di fare delle nostre vite da ora in poi…

@ M.M. – Se anche quelle spiegazioni esistessero e fossero razionali, avrebbero comunque un’importanza relativa… perché il capire perché si è iniziato a fare una cosa, non offre purtroppo la chiave della soluzione alla cosa stessa. Più che altro, sono d’accordo con te quando dici che bisogna lavorare su quello che è il presente, su quelli che sono gli aspetti della malattia che gravano sulla nostra vita adesso… perché è solo capendo i perché attuali che possiamo agire in senso migliorativo nel nostro futuro…

 
Clicky Web Analytics Licenza Creative Commons
Anoressia: after dark by Veggie is licensed under a Creative Commons Attribution-NoDerivs 3.0 Unported License.