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venerdì 24 ottobre 2014

Cosa raccontano le testate giornalistiche

Poiché leggo molto spesso articoli scientifici, una delle cose che trovo più interessanti e rivelatrici è il vedere come testate giornalistiche diverse raccontano la stessa storia. Alcune si limitano a riportare lo studio in questione parola per parola, mentre altre ne danno una rielaborazione. In quest’ultimo caso, ogni testata ha un differente focus, ed enfatizza diverse parti dello studio.

Ma non è di questo che volevo parlare.

Quel che trovo più interessante è il vedere come certi studi scientifici vengono maneggiati e modellati dai mezzi di comunicazione di massa per essere dati in pasto al cittadino medio.
Nella fattispecie, mi riferisco allo studio di Guido Frank, recentemente pubblicato sulla rivista “Neuropsychopharmacology”: Anorexia Nervosa and Obesity are Associated with Opposite Brain Reward Response.

Questo studio è stato oggetto di un sacco di recensioni, tra le quali: 

Brain Reward Systems Of Obese Women Different From Those Of Women With Anorexia: Study (Huffington Post)
Brain Circuits Differ in Women with Anorexia vs. Obesity (PsychCentral)

L’articolo presente sul PsychCentral si apre dicendo: “Perché una persona diventa anoressica e un’altra obesa? Colpa del cervello”. Il problema è che un’affermazione del genere non ha niente a che vedere con l’originario studio. I ricercatori hanno esaminato l’attività cerebrale in donne che erano già anoressiche o obese. Non uno studio pregresso, mi spiego? Nessuno ha monitorato l’attività cerebrale prima che queste donne diventassero anoressiche o obese, e il monitoraggio è avvenuto solo nel corso della condizione già conclamata. È il cervello che causa l’anoressia? È il cervello che causa l’obesità? Ancora non si sa. Le alterazioni mentali possono essere tanto la cause quanto la conseguenza del DCA stesso.

Per non dire come l’affermazione “Colpa del cervello” sia un’enorme semplificazione. Io credo che moltissimi differenti circuiti neurali rendano una persona più o meno predisposta a sviluppare un DCA, e penso che tutto quello (di bello e di brutto) che accade nella vita accresce o riduce questa predisposizione naturale. Il cervello svolge un importantissimo ruolo nello sviluppo dell’anoressia, nessun dubbio su ciò. Svolge un ruolo molto importante rispetto a chi si ammala e perché si ammala. Ma non è il solo ed esclusivo fattore. Quindi incolpate pure il cervello se vi va, ma state certi che c’è anche ben altro.

Quel che l’originario studio afferma è molto più significativo e profondo di ciò che la recensione del PsychCentral racconta. Basilarmente, quel che i ricercatori hanno scoperto è che il cervello di una donna anoressica e quello di una donna obesa rispondono in maniera diversa quando queste bevono acqua zuccherata. La donna anoressica ha un forte incremento del livello cerebrale di dopamina quando beve acqua e zucchero, la donna obesa ha un incremento molto minore, se comparate con il gruppo di controllo (donne normopeso e normoalimentate). Hmmm… bè, che pensarne?!?... Non voglio dire che l’aver scoperto questo non sia importante, ma l’idea che l’anoressia possa essere dovuta ad un’anomalia nella risposta cerebrale all’assunzione di cibo mi sembra, più che scienza, fanta-scienza.

Quel che non mi torna delle conclusioni che trae questo studio è il fatto che, secondo me, il gruppo di controllo non è attendibile. Non potrebbe essere che le donne anoressiche hanno avuto una secrezione di dopamina particolarmente abbondante per il semplice fatto che quando si sono sottoposte al test erano malnutrite? Perché non monitorare queste donne nel tempo, e vedere se la loro secrezione di dopamina si sarebbe normalizzata non appena avessero ricominciato ad alimentarsi normalmente e ripreso almeno un po’ del peso perso? E perché non sono state incluse nello studio anche donne che si considerano “guarite” dall’anoressia, e dicono che non hanno più segni fisici, psicologici, o emozionali del DCA?

Le neuroscienze sono ancora una sorta di campo minato, è difficile fare studi in questo ambito e riportare risultati attendibili e comprovati. Per ogni piccola novità, è facile sensazionalizzare. Ma trovo comunque al contempo affascinante e rivelatore il modo in cui questi studi vengono riportati al cittadino medio. Il titolo del Press Release è molto meno interessante rispetto agli altri, ma il contenuto è più aderente alla realtà dello studio: Brain circuitry is different for women with anorexia and obesity.

Nella parte conclusiva dello studio, ci sono molte più incertezze di quello che le varie testate giornalistiche vogliono far sembrare. “E’ chiaro che nel cervello umano ci sono dei sistemi neuronali che regolano l’introito di cibo” dice Frank. “Il ruolo specifico di queste reti neuronali nei disturbi alimentari come l’anoressia nervosa e, il suo contrario, l’obesità*, rimane tuttavia non chiaro”. (mia traduzione) 

*La mia personale opinione, invece, è che la parola “anoressia” non sia affatto il contrario di “obesità”. Parole come “sottopeso” e “malnutrizione” possono essere, a mio avviso, considerate il contrario di chi giornalmente assume un quantitativo eccessivo di calorie, ma l’obesità in sé non è un DCA. Può essere la conseguenza di un DCA, per esempio di una bulimia senza condotte di eliminazione, o di un binge eating disorder, ma di per sé l’obesità non è un DCA. I due gruppi confrontati, secondo me, quindi, non erano proprio idonei allo studio.
 
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