venerdì 14 dicembre 2012
A te, che vuoi assolutamente diventare anoressica
Nel post precedente ho utilizzato un tono ironico, per cui forse alcune delle cose che ho scritto sono passate sotto la luce di iperboli tirate all’estremo per mettere in ridicolo certi comportamenti e per lanciare provocazioni.
Perciò, stavolta in tono più realistico, ecco quello che vorrei dire non semplicemente alle ragazze pro ana/pro mia, ma anche e soprattutto a tutte quelle ragazze che si sentono sull’orlo dell’abisso, e che intravedono nella restrizione alimentare una possibile soluzione ai loro problemi, o comunque un qualcosa che potrà aiutarle a stare meglio.
Se stai pensando che se inizi a restringere l’alimentazione sia comunque possibile smettere in ogni qualsiasi momento, e tornare a com’era prima che tutto ciò iniziasse, alla tua consueta (e forse un po’ anche sottovalutata) “normalità”, sappi che non è così che stanno le cose.
Se stai pensando che tu sei veramente in grado di controllare la situazione, e che perciò non succederà mai e poi mai che tu possa perdere il controllo, se stai pensando che ogni tua scelta, alimentare e non, sarà sempre e solo una tua libera scelta, se pensi che puoi smettere quando vuoi e che il tuo corpo a quel punto tornerà a mandarti normali segnali di fame/sazietà, se pensi che certe cose non possono certamente accaderti… sappi che ciò è quello che tutte abbiamo pensato, prima. Tutte. Nessuna esclusa.
Se credi che dimagrire sia l’unica cosa che possa farti sentire meglio con te stessa, sappi che non è così che stanno le cose. Sappi che non sarai mai abbastanza magra da trovare te stessa, ma solo abbastanza magra da perderti.
Se ti sembra che controllare quello che mangi ti faccia sentire in grado di controllare ogni singolo aspetto, ogni singola piega della tua vita, ci sei già dentro.
Perciò, se sei sul punto di scegliere il sintomo anoressico, pensaci bene. Perché a prescindere da ciò che ti ha guidato in questa direzione, ci sarai dentro fino al collo ancor prima che tu te ne renda conto.
Inizialmente sarà la cosa più strafiga del mondo: ti sentirai forte, soddisfatta, più sicura di te stessa, ti sembrerà di poter controllare tutto, e questo ti farà sentire una gran ganza, ti farà stare di un bene senza precedenti, e desidererai non staccarti mai da tutto questo… ma è proprio nelle prime fasi che, se ti rendi conto che queste sono tutte solo illusioni ed intervieni rapidamente per stroncarle sul nascere, avrai le maggiori possibilità di arrivare ad una remissione stabile e completa. Ma quando avrai le maggiori possibilità di arrivare ad una remissione stabile e completa, non ti renderai neanche conto di essere incappata nella malattia.
L’anoressia non è semplicemente restringere l’alimentazione e sentirsi in controllo per questo, e la bulimia non è solo mettersi un dito in gola e sospirare di sollievo per aver eliminato il contenuto di un’abbuffata.
Avere un DCA non è solo il compendio delle sensazioni positive che si provano nella “fase luna di miele”, nella fase iniziale del disturbo.
Avere un DCA significa non voler uscire più di casa perché sei così magra che la gente non la smette di guardarti lanciandoti occhiate di biasimo, pena o preoccupazione, perché pensa che sei un’idiota esibizionista o una malata terminale. Non voler più uscire di casa perché sei ossessionata all’idea che tutti possano guardarti. Non poter uscire più di casa perché non hai neanche le energie fisiche per farlo.
Avere un DCA significa uscire di casa e fare camminate chilometriche a ritmo serrato, senza neanche vedere quello che ti sta intorno perché la tua testa è fogata a pensare al fatto che questo ti aiuterà a perdere peso più rapidamente e, soprattutto, la ritualità della cosa ti trasmetterà quel controllo che tanto vuoi sentire. Uscire di casa e sentirti peggiore di ogni singola persona che incrocerai, sentirti inferiore, sentirti non abbastanza, e trovarti la sera a tagliarti perché l’anoressia prevaricherà del tutto il raziocinio.
Avere un DCA significa che non ti potrai vivere più un’Estate decente, perché girerai comunque in felpa e pantaloni lunghi per cercare di nascondere la perdita di peso e proteggerti dal freddo che sentirai anche sotto il sole a picco, e non indosserai mai più un costume da bagno, perché ti sentirai assolutamente inadatta e magari ti vergognerai pure delle cicatrici che ti sei inferta dappertutto. Quelle cicatrici che ti porterai fuori e dentro. Per sempre.
Avere un DCA significa perdere anni di scuola e/o di lavoro perché non riesci ad essere più produttiva, perché la carenza alimentare comporta una carenza nella sintesi di neurotrasmettitori che non ti renderanno in grado di concentrarti adeguatamente su quello che dovresti fare, e tutto il tempo che avresti dovuto dedicare allo studio/al lavoro, sarà riempito da ansie e paranoie. Perdere anni di scuola e/o lavoro significa precludersi tantissime possibilità per il futuro.
Avere un DCA significa non poter più fare sport perché avrai un rendimento così basso che non sarai più in grado di conseguire risultati che ti permettano di rimanere nel mondo dell’agonismo. E significa che col tempo addirittura odierai lo sport, perché lo inquadrerai solo come un dovere che è necessario espletare per raggiungere un peso inferiore quanto più rapidamente possibile, e perderai tutto il piacere degli allenamenti o del condividere quel tempo con i tuoi compagni di squadra.
Avere un DCA significa non andare più in vacanza con gli amici, non andare più a mangiare una pizza con gli amici, non avere più amici.
Avere un DCA significa perdere la salute, perché sebbene ci siano modificazioni fisiche che rientrano nella norma se riprenderai un regime alimentare adeguato al tuo fabbisogno giornaliero, ci sono alcuni danni irreversibili: osteoporosi, danni dentali, danni renali, infertilità e così via.
Avere un DCA significa estraniarsi da qualsiasi cosa e persona al mondo, perché poco a poco cominceranno ad esistere solo te stessa e i tuoi pensieri ossessivi. E i pensieri ossessivi prevarranno su tutto: lavoro, scuola, sport, hobby, amici… su tutto il tuo mondo. E allora trascorrerai giornate su giornate chiusa in casa, ad ammazzarti sulla cyclette o sul tapis-roulant se sei entrata nella spirale anoressica, oppure ad abbuffarti e vomitare se sei entrata nella spirale bulimica, e più passerà il tempo, più rompere il circolo vizioso diventerà difficile. E poiché a questo punto quello che ti sembrava di poter controllare è in realtà ciò che ti controlla spietatamente, e poiché da sola sarai incapace di toglierti da quest’impasse, ti sentirai talmente rassegnata che penserai di non meritarti neanche di ricevere aiuto.
Non riuscirai più a dormire bene, vuoi perché il sottopeso altera il regolare ritmo sonno-veglia, vuoi perché arriverai addirittura a pensare che durante le ore di sonno il metabolismo si abbassa, e questo è un rallentamento al tuo processo di dimagrimento che non puoi assolutamente permettere.
Ti specchierai e non t’identificherai neanche più in quel riflesso, perché sarai sempre più spaesata, sempre più persa dentro i meandri dell’anoressia.
Quieterai la tua perenne ansia solo carezzando le creste iliache sporgenti prima di addormentarti, ma non durerà che per pochi minuti, perché poi verrai presa dal panico per non essere ancora magra abbastanza, ovvero essenzialmente per non essere ancora in controllo abbastanza, e seppure consapevole della tua magrezza inestetica e non salutare, seppure tu stessa più o meno inconsciamente preoccupata per le tue condizioni di salute, continuerai a restringere l’alimentazione perché la sensazione di controllo che sul momento ne deriva sarà diventata la droga di cui non riuscirai a fare a meno.
Non avrai più amici, progetti, sogni, aspettative, perderai la speranza nel futuro; tutto si ridurrà a un perenne senso di vuoto e a paranoie che ossessionano la tua mente ma che non riesci ad allontanare, e alla spasmodica brama di percepire quell’illusorio controllo che è l’unica cosa che riesce a farti sentire patologicamente bene.
Tutto diventerà insopportabile, e desidererai solo quella “normalità” che all’inizio rifuggivi tanto in nome dell’illusoria e transitoria sensazione di “specialità” che pareva trasmettere l’anoressia, e desidererai non aver mai cominciato.
Ma, inizialmente, nessuna credeva di entrarci. Perché, figuriamoci, un disturbo alimentare è un qualcosa che succede agli altri. Si pensa sempre che succeda tutto agli altri.
Perciò, non è importante se inizi a restringere l’alimentazione perché hai dei problemi in famiglia, perché hai una bassa autostima, perché non vuoi più sentirti mediocre, perché senti il bisogno di avere la sensazione di controllare almeno una cosa nella tua vita, o perché hai un malessere interiore che non riesci a sfogare altrimenti.
Sappi che, mentre stai già pensando che per te è impossibile cadere nell’anoressia, che restringerai l’alimentazione solo per poco tempo, e che potrai smettere quando ti pare, ti sta già succedendo. Ti stai già dannando.
Salvati.
Sei meravigliosa.
Perciò, stavolta in tono più realistico, ecco quello che vorrei dire non semplicemente alle ragazze pro ana/pro mia, ma anche e soprattutto a tutte quelle ragazze che si sentono sull’orlo dell’abisso, e che intravedono nella restrizione alimentare una possibile soluzione ai loro problemi, o comunque un qualcosa che potrà aiutarle a stare meglio.
Se stai pensando che se inizi a restringere l’alimentazione sia comunque possibile smettere in ogni qualsiasi momento, e tornare a com’era prima che tutto ciò iniziasse, alla tua consueta (e forse un po’ anche sottovalutata) “normalità”, sappi che non è così che stanno le cose.
Se stai pensando che tu sei veramente in grado di controllare la situazione, e che perciò non succederà mai e poi mai che tu possa perdere il controllo, se stai pensando che ogni tua scelta, alimentare e non, sarà sempre e solo una tua libera scelta, se pensi che puoi smettere quando vuoi e che il tuo corpo a quel punto tornerà a mandarti normali segnali di fame/sazietà, se pensi che certe cose non possono certamente accaderti… sappi che ciò è quello che tutte abbiamo pensato, prima. Tutte. Nessuna esclusa.
Se credi che dimagrire sia l’unica cosa che possa farti sentire meglio con te stessa, sappi che non è così che stanno le cose. Sappi che non sarai mai abbastanza magra da trovare te stessa, ma solo abbastanza magra da perderti.
Se ti sembra che controllare quello che mangi ti faccia sentire in grado di controllare ogni singolo aspetto, ogni singola piega della tua vita, ci sei già dentro.
Perciò, se sei sul punto di scegliere il sintomo anoressico, pensaci bene. Perché a prescindere da ciò che ti ha guidato in questa direzione, ci sarai dentro fino al collo ancor prima che tu te ne renda conto.
Inizialmente sarà la cosa più strafiga del mondo: ti sentirai forte, soddisfatta, più sicura di te stessa, ti sembrerà di poter controllare tutto, e questo ti farà sentire una gran ganza, ti farà stare di un bene senza precedenti, e desidererai non staccarti mai da tutto questo… ma è proprio nelle prime fasi che, se ti rendi conto che queste sono tutte solo illusioni ed intervieni rapidamente per stroncarle sul nascere, avrai le maggiori possibilità di arrivare ad una remissione stabile e completa. Ma quando avrai le maggiori possibilità di arrivare ad una remissione stabile e completa, non ti renderai neanche conto di essere incappata nella malattia.
L’anoressia non è semplicemente restringere l’alimentazione e sentirsi in controllo per questo, e la bulimia non è solo mettersi un dito in gola e sospirare di sollievo per aver eliminato il contenuto di un’abbuffata.
Avere un DCA non è solo il compendio delle sensazioni positive che si provano nella “fase luna di miele”, nella fase iniziale del disturbo.
Avere un DCA significa non voler uscire più di casa perché sei così magra che la gente non la smette di guardarti lanciandoti occhiate di biasimo, pena o preoccupazione, perché pensa che sei un’idiota esibizionista o una malata terminale. Non voler più uscire di casa perché sei ossessionata all’idea che tutti possano guardarti. Non poter uscire più di casa perché non hai neanche le energie fisiche per farlo.
Avere un DCA significa uscire di casa e fare camminate chilometriche a ritmo serrato, senza neanche vedere quello che ti sta intorno perché la tua testa è fogata a pensare al fatto che questo ti aiuterà a perdere peso più rapidamente e, soprattutto, la ritualità della cosa ti trasmetterà quel controllo che tanto vuoi sentire. Uscire di casa e sentirti peggiore di ogni singola persona che incrocerai, sentirti inferiore, sentirti non abbastanza, e trovarti la sera a tagliarti perché l’anoressia prevaricherà del tutto il raziocinio.
Avere un DCA significa che non ti potrai vivere più un’Estate decente, perché girerai comunque in felpa e pantaloni lunghi per cercare di nascondere la perdita di peso e proteggerti dal freddo che sentirai anche sotto il sole a picco, e non indosserai mai più un costume da bagno, perché ti sentirai assolutamente inadatta e magari ti vergognerai pure delle cicatrici che ti sei inferta dappertutto. Quelle cicatrici che ti porterai fuori e dentro. Per sempre.
Avere un DCA significa perdere anni di scuola e/o di lavoro perché non riesci ad essere più produttiva, perché la carenza alimentare comporta una carenza nella sintesi di neurotrasmettitori che non ti renderanno in grado di concentrarti adeguatamente su quello che dovresti fare, e tutto il tempo che avresti dovuto dedicare allo studio/al lavoro, sarà riempito da ansie e paranoie. Perdere anni di scuola e/o lavoro significa precludersi tantissime possibilità per il futuro.
Avere un DCA significa non poter più fare sport perché avrai un rendimento così basso che non sarai più in grado di conseguire risultati che ti permettano di rimanere nel mondo dell’agonismo. E significa che col tempo addirittura odierai lo sport, perché lo inquadrerai solo come un dovere che è necessario espletare per raggiungere un peso inferiore quanto più rapidamente possibile, e perderai tutto il piacere degli allenamenti o del condividere quel tempo con i tuoi compagni di squadra.
Avere un DCA significa non andare più in vacanza con gli amici, non andare più a mangiare una pizza con gli amici, non avere più amici.
Avere un DCA significa perdere la salute, perché sebbene ci siano modificazioni fisiche che rientrano nella norma se riprenderai un regime alimentare adeguato al tuo fabbisogno giornaliero, ci sono alcuni danni irreversibili: osteoporosi, danni dentali, danni renali, infertilità e così via.
Avere un DCA significa estraniarsi da qualsiasi cosa e persona al mondo, perché poco a poco cominceranno ad esistere solo te stessa e i tuoi pensieri ossessivi. E i pensieri ossessivi prevarranno su tutto: lavoro, scuola, sport, hobby, amici… su tutto il tuo mondo. E allora trascorrerai giornate su giornate chiusa in casa, ad ammazzarti sulla cyclette o sul tapis-roulant se sei entrata nella spirale anoressica, oppure ad abbuffarti e vomitare se sei entrata nella spirale bulimica, e più passerà il tempo, più rompere il circolo vizioso diventerà difficile. E poiché a questo punto quello che ti sembrava di poter controllare è in realtà ciò che ti controlla spietatamente, e poiché da sola sarai incapace di toglierti da quest’impasse, ti sentirai talmente rassegnata che penserai di non meritarti neanche di ricevere aiuto.
Non riuscirai più a dormire bene, vuoi perché il sottopeso altera il regolare ritmo sonno-veglia, vuoi perché arriverai addirittura a pensare che durante le ore di sonno il metabolismo si abbassa, e questo è un rallentamento al tuo processo di dimagrimento che non puoi assolutamente permettere.
Ti specchierai e non t’identificherai neanche più in quel riflesso, perché sarai sempre più spaesata, sempre più persa dentro i meandri dell’anoressia.
Quieterai la tua perenne ansia solo carezzando le creste iliache sporgenti prima di addormentarti, ma non durerà che per pochi minuti, perché poi verrai presa dal panico per non essere ancora magra abbastanza, ovvero essenzialmente per non essere ancora in controllo abbastanza, e seppure consapevole della tua magrezza inestetica e non salutare, seppure tu stessa più o meno inconsciamente preoccupata per le tue condizioni di salute, continuerai a restringere l’alimentazione perché la sensazione di controllo che sul momento ne deriva sarà diventata la droga di cui non riuscirai a fare a meno.
Non avrai più amici, progetti, sogni, aspettative, perderai la speranza nel futuro; tutto si ridurrà a un perenne senso di vuoto e a paranoie che ossessionano la tua mente ma che non riesci ad allontanare, e alla spasmodica brama di percepire quell’illusorio controllo che è l’unica cosa che riesce a farti sentire patologicamente bene.
Tutto diventerà insopportabile, e desidererai solo quella “normalità” che all’inizio rifuggivi tanto in nome dell’illusoria e transitoria sensazione di “specialità” che pareva trasmettere l’anoressia, e desidererai non aver mai cominciato.
Ma, inizialmente, nessuna credeva di entrarci. Perché, figuriamoci, un disturbo alimentare è un qualcosa che succede agli altri. Si pensa sempre che succeda tutto agli altri.
Perciò, non è importante se inizi a restringere l’alimentazione perché hai dei problemi in famiglia, perché hai una bassa autostima, perché non vuoi più sentirti mediocre, perché senti il bisogno di avere la sensazione di controllare almeno una cosa nella tua vita, o perché hai un malessere interiore che non riesci a sfogare altrimenti.
Sappi che, mentre stai già pensando che per te è impossibile cadere nell’anoressia, che restringerai l’alimentazione solo per poco tempo, e che potrai smettere quando ti pare, ti sta già succedendo. Ti stai già dannando.
Salvati.
Sei meravigliosa.
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30 commenti:
Questo post è molto come una lettera aperta.
Sai mi piace scrivere lettere anche a me stessa come se mi stessi guardando dal di fuori.
A te stessa Veggie scriveresti qualcos'altro oltre a questa lettera?
L'unico dubbio che ho è che non so se si scelga un DCA così razionalmente... cioè magari la consapevolezza di ciò che stai facendo arriva quando sei già con tutte le scarpe dentro il DCA... se poi a questo ci aggiungi che per un tempo infinito continuerai a negare l'evidenza, credo che sia quasi impossibile accorgersene per tempo o meglio accorgersene prima che tu abbia già provato sulla tua pelle l'altra faccia delle medaglia.
Cosa ben diversa è la "ricaduta", credo che quella si scelga consapevolmente perchè a quel punto sai tutto, sai il buono ma sai anche il cattivo, e scegli di ri-drogarti, rinchiuderti dentro la malattia.
Ed io credo anche che ognuno sia libero di fare le proprie scelte e di fare come gli pare. Così come io mi sento libera di dire ad un'anoressica che è anoressica e di non stare al suo gioco (che poi spesso lo dico anche a me stessa).
Un abbraccio
parole meravigliose nella loro cruda realtà ... sai quale penso sia il problema? Che si prenda consapevolezza di tutto ciò, solo quando si è già dentro ...
Spero che queste tue parole possano aiutare chi vuole intraprendere questa strada (o buttarsi in questo abisso..)
ti abbraccio
Bella questa controparte del post precedente, bella soprattutto perché vera. Netta e schietta, senza tanti fronzoli, il diretto ritratto di cosa significhi vivere con un dca.
Tutte cose assolutamente vere, lo posso sottolineare e confermare per quella che è stata ed è ancora oggi la mia esperienza personale.
Ci sono un sacco di auto-inganni che ci si costruisce col dca, e quando ci se ne accorge ovviamente è sempre troppo tardi, però è bello che tu adesso usi la tua consapevolezza per scrivere un post del genere. Infondo, anche se non dovesse cambiare niente, per lo meno è la verità, e chiunque lo legga saprà la verità. Poi potrà essere anoressica lo stesso, ma per lo meno lo sarà sapendo la verità.
Quando sei così affranta interiormente che imbocchi la strada del dca, è molto difficile che ci sia qualcuno o qualcosa in grado di fermarti; personalmente credo che, per quella che era la mia situazione, non mi sarei fermata di fronte a niente, nemmeno se avessi conosciuto le conseguenze della bulimia, ma parlo per modo di dire, perché in realtà non le sapevo, e quindi non posso dire a posteriori come mi sarei comportata se invece avessi saputo. E anche se non mi fossi fermata, credo che mi avrebbe comunque fatto piacere che qualcuno mi dicesse in che guaio enorme stavo andando ad infilarmi. Magari qualche effetto lo avrebbe sortito, chi lo sa.
In ogni caso, credo che questo post sia bellissimo ugualmente. Perché va oltre a quella che è l’apparenza, la “patina dorata” del dca, e fa toccare con mano quella che è la sofferenza che comporta e, allo stesso tempo, non ha niente da spartire con i moniti moralisti, ma espone semplicemente la verità per quella che è, in maniera diretta e sincera. Perché prima d’infilarmi nel dca, io l’avrei tanto voluto leggere un post così………
A me ha fatto venire le lacrime agli occhi, soprattutto nel finale, spero che serva a chi rischia di cadere nel baratro...
Come non quotare questo post dalla prima all’ultima parola?!
Soltanto un insight, comunque. Io ho scelto per certo quella dannata restrizione alimentare che mi ha portata dritta dritta nelle braccia della schifa di anoressia (così come ho scelto tutte le stronzate che ho fatto nella mia merda di vita), però adesso, col senno del poi, non posso fare a meno di pensare: ma quando cazzo è che stiamo veramente scegliendo? Quando decidiamo d’intraprendere una certa fottuta strada perché sentiamo che non saremmo capaci di sopportare ciò che ci attenderebbe altrimenti, abbiamo veramente fatto una scelta?
Cara Veggie, sono Michi di MNV... complimenti!!! le parole finali rappresentano al meglio la mia storia...sei riuscita a dire qualcosa che avevo sempre saputo ma che non ero mai riuscita ad esprimere!
Ti mando un bacione e complimenti per il lavoro che porti avanti!!
Michi
veggie!!! questo post chiarisce ancora meglio il precedente, è davvero così... io credo che le tue parole facciano bene sicuramente a chi dichiara di "voler a tutti i costi diventare anoressica", ma anche a chi ha già un dca. sopratutto il precedente. in quanto fai davvero un' analisi completa chiara e sincera della situazione, senza troppi giri di parole. mi ha fatto inquadrare meglio alcuni atteggiamenti che magari adotto anch'io ma senza farci troppo caso( mi sono ritrovata sopratutto quando parli delle camminate chilometriche...-.-'). ciò che scrivi è sempre un invito a riflettere. ^_^
Grande. Non potevi trovare parole più appropriate.
Spero che questo tuo post possa aiutare molte ragazze, perché la vita vissuta con un dca non è un modello da seguire, tutte noi sappiamo che cosa provoca questa malattia , ai rischi cui si va contro, all' inferno che ci fa passare...
Le tue parole sono dure, mirate. Complimenti.
Un abbraccio a tutte voi, che lottate come me per uscire da questo tunnel buio e pericoloso
Ho il controllo razionale! sì sì, io dicevo così, anche quando pesavo 40 kg e mi avevano cacciato dalla squadra perchè magra, o mi mettevo la pancera in lana di mio padre perchè morivo sempre di freddo...quando si pensa anche solo lontanamente a un dca ("per oggi mangio solo una mela e dico che ho già pranzato")non esiste più nessun controllo razionale, ma solo la miseria! e te ne accorgi solo quando ci sei già cascata, e ti vedi come uno scheletro che cammina, o una pazza che consuma i suoi risparmi nel buttarli nel cesso...solo di una cosa ringrazio: che l'anoressia non mi abbia privato della gioia di avere figli ora che la guardo da molto lontano, con la speranza di salvare altri da ogni possibile danno...
Mentre penserai che non riesci a vomitare,mentre penserai che cel'hai fatta per la prima volta e quasi sei contenta e sollevata e ti dici che mai,mai più vomiterai ancora...già sei dannata.E non ci sarà mai una sola vomitata ma l'inizio di una lunga serie che ti continuerai a ripetere di tenere sotto controllo ma non è così.E poi magari smetterai,davvero,forse per 1 anno o 2 o per sempre e quando ti tornerà in mente "vomito solo questa volta e basta" sappi che non è così,sappi che ti troverai punto e a capo e sarà l'
Inizio di una più o meno lunga serie.Non immaginare mai una singola "vomitata" o un singolo resrtingimento,ma quando stai nell'anticamera dell'inferno tra la temerarietà di vedere cosa c'è dopo e il coraggio di tornare indietro,ricordati che l'inizio è solo una volta che in realtà nasonde tantissime altre volte ed è solo il primo anello di una lunga catena,il primo water di molti altri water e la prima lotta di molte altre lotte.
La mia piccola piccola aggiunta a dei pensieri già perfetti.
"avere un dca significa alienarsi"
Credo sia la cosa che meglio riassuma tutto il concetto . Osessione (ti prego non picchiarmi però è una delle parole che mi ha più colpito) : ob-sidere: Sedere anteposto a qualcuno in modo da isolarlo dal mondo.
A me piacerebbe lanciar eun appello a tutte quelle ragazze che hai chiamato in causa tu. non necessariamente pro-ana ma che si trovano sul limitare o hanno giusto messo un piede nella spirale. Forse è solo una mia stupida idea...però mi piacerebbe dire che i libri sono solo libri, i racconti solo parole e i film cose per fare i soldi.Di fatto odio vedere film\leggere libri sui dca e quindi non sono particolarmente documunetata. ho letto wintergirl, taglia 38 , nessuno si salva dasolo, la solitudine die numeri primi. Di film ne ho visto un paio in inglese e il più gettonato "male di miele". Ecco l'idea che mi sono fatta (e ribadisco forse è solo una mia idea) è che si descriva una tragicità contornata da un alone magico. Quasi come se il dolore dei personaggi li elevasse e rendesse mistici, speciali, "persone profonde". Il punto è che le parole sono solo parole e per quanto possano incantare i fatti rimangono fatti e non c'è la voce fuoricampo che mentre ti ficchi le dita in gola inizia a raccontare la storia romanzata e idealizzata del perchè lo fai . ti riporto due dei pezzi che spopolano qua sul web:
"Perché? Vuoi sapere perché? Infilati in una cabina di un solarium e friggiti per due o tre giorni. Quando la pelle sarà tutta bolle e comincerà a spellarsi, rotolati nel sale grosso, poi mettiti una maglia di lana intrecciata con vetro filato e lamette. Poi mettiti sopra i tuoi vestiti normali e stringili più che puoi. Fuma polvere da sparo e vai a scuola e salta dentro i cerchi, mettiti seduta e supplica, e rotolati a comando.Ascolta i sussurri che di notte ti si annidano in testa, ti dicono che sei brutta e grassa e stupida e stronza e, peggio ancora, una delusione. Vomita e crepa di fame e tagliati e bevi perchè non vuoi sentire nulla di tutto questo. Vomita e crepa di fame e tagliati e bevi perchè hai bisogno di un anestetico e funziona. Per un po'. Ma poi l'anestetico diventa veleno e a quel punto è troppo tardi perchè te lo sei iniettato dritto nell'anima. Ti sta distruggendo e non puoi farne a meno. Guardati in uno specchio e vedrai un fantasma. Senti ogni battito del tuo cuore che urla che ogni singola cosa in te non funziona"
"Chi voleva guarire? Mi ci erano voluti anni per diventare così magra. Non ero malata. Ero forte.".
Vedo questi e molti altri stralci presi e rivoltati, come inviti , come se nascondessero un controverso insieme di dolore ma che porta a qualcosa di superiore. A me l'impressione che danno molte ragazze è che rimangono stregate dalle parole. Una volta lo scrissi in un commento e trovai la risposta "le parole non sono solo parole, sono verità". Mi dispiace ma quella non è la verità , almeno per come la vivo io. E le parole incantano (credo fermamente nel potere delle parole, Hitler ha incantato mezzo mondo in Meine Kampf), le parole sono una fonte secondaria e non un'esperienza diretta. NOn c'è nessun alone mistico , quando arrivi rasente al fondo o inizi a perdere davvero qualcosa non c'è nessuna frase epigrammatica che ti renda nobile. Il dolore non rende nobili. Quando perdi gli amici li perdi per sempre il più delle volte, quando perdi i tuoi 15 anni poi solo sperare nei 20 e nei 30 perchè quelli non tornano più. E non ci sarà nemmeno un secondo in cui riguardi indietro con fierezza. Io vorrei con tutto il cuore che le ragazze non si perdessero nell'Utopia dei libri, dei blog. Alcune prose sono incredibili,ma rimangono pur sempre parole.
Scusa ti ho fatto un manoscritto e non sono del tutto sicura che si capisca quello che volevo dire.
Ti stringo
@ Almacattleya – Questa è la realtà dell’anoressia, semplicemente, è tutto qui. Non c’è altro da scrivere.
@ Claudia – Io non credo che si scelga razionalmente un DCA… (anche perchè, oggettivamente, non sarebbe una scelta razionale…) però credo che si scelga razionalmente un sintomo, questo sì (nel mio caso, la restrizione alimentare). Il fatto è che per accorgersi delle cose, c’è bisogno di avere consapevolezza delle cose… e la consapevolezza la puoi acquisire in 2 modi: o nel modo più duro, che è quello che scrivi tu, quello di provare le cose fino a fare lo stonfo per terra, o nel parlare con chi ha già vissuto certe cose, e cercare di ascoltarle con mente sgombra da pregiudizi e dirizzoni. Poi, certo che ognuna è libera di fare quel che gli pare e di fare le sue scelte… ma per dire che quello che fai è frutto di una scelta, devi conoscere tutti i pro e i contro della cosa. Solo se sai cosa di negativo ti porta l’anoressia, e decidi comunque di restringere l’alimentazione, fai una scelta. Se invece, come accade alla stragrande maggioranza, senza la benchè minima consapevolezza di ciò che sia l’anoressia, t’infili in questo tunnel per scappare da qualche altra cosa nella tua vita, allora non stai facendo quel che ti pare… stai correndo in una strada a senso unico.
@ Alice – Vero che la presa di consapevolezza è tardiva… ma anche perché nessuno ci ha mai fatto notare niente, e perciò certe scoperte tutt’altro che liete le abbiamo dovute fare sulla nostra pelle… E quella che scrivi tu è anche la mia speranza… che possano far quantomeno riflettere chi sta pensando d’intraprendere questa strada… Non dico frenare, sarebbe presuntuoso, anche perchè una che è arrivata fino a questo punto, è così proiettata in avanti che non esistono più dei veri e propri freni... Ma, ecco, mi piacerebbe che questo post fosse come un sassolino nel loro oceano… un’onda che perturba la superficie, e cattura almeno un po’ l’attenzione…
@ Wolfie – No, immagino proprio che non cambierà niente, ma credo che sia giusto ugualmente dire le cose come stanno… e dare la possibilità a chi ancora non sa, di dare una sbirciatina dall’altra parte. Niente certo ti salva, se tu per prima non vuoi salvarti… ma se trovi una mano tesa verso di te mentre stai scivolando, può anche darsi che l’afferri…
@ Vele/Ivy – Ti ringrazio… Lo spero anch’io…
@ Jonny – Forse una scelta obbligata… ma esistono davvero le scelte obbligate?... O siamo state noi a prendere un dirizzone e, perciò, a rifiutarci ostinatamente di guardarci intorno per vedere se ci fossero stata altre chances?...
@ Michi – Ti ringrazio, Michi… Io credo che, certe cose, in fondo tutte le sappiamo, data la nostra esperienza… e proprio per questo credo sia importante condividerle con chi non è ancora arrivato a certi estremi… magari per cercare proprio di evitare che questo succeda…
@ Loie – Perché, alla fine, per quanto semplicistico, l’essenza di un DCA è tutta qui… si può racchiudere in queste parole… Che, però, possono essere utilizzate da chiunque come punto di partenza per fare magari un ulteriore passo in avanti nel proprio cammino personale… Vuoi per evitare di entrare nella malattia, vuoi anche per combattere contro la malattia… T’abbraccio…
@ Pulce – Grazie, Pulce… Lo spero anch’io… forse l’esperienza retrospettiva non è gran cosa, ma credo sia comunque meglio di niente… E ben venga se potesse servire anche ad una sola persona…
@ www.spazioaiuto.it – Vedi, è la dimostrazione del fatto che all’inizio la pensiamo tutte allo stesso modo… E che chiunque la pensi così, perciò, ci sta già cadendo… E spero tanto anch’io che qualcuna possa fare un passo indietro prima di spingersi tanto avanti…
P.S.= E’ possibile commentare i post del blog che c’è sul tuo sito?...
@ Marcella – Ti ringrazio tantissimo per la tua preziosa aggiunta… per me, che non ho mai vissuto certi aspetti del DCA, non è facile compendiare gli aspetti più relativi al frangente bulimico… Perciò, semplicemente, ti ringrazio davvero tanto per quello che hai aggiunto in questo commento…
@ justvicky – Sie, ti picchio, figuriamoci… semmai ti ringrazio per il tuo prezioso commento, altroché!... Sono perfettamente d’accordo con te per quanto riguarda quel che hai scritto in merito ai libri/film che trattano dell’anoressia… anch’io in realtà ho letto e visto pochissimo al riguardo, non mi piace anche perché penso che siano cose che tirano verso il DCA… più che altro ho letto manuali di auto-aiuto e cose del genere… In ogni caso, per quel poco che ho visto/letto, sono d’accordo con quello che hai scritto, spesso e volentieri la persona con anoressia viene fatta apparire sotto la luce dell’eronia tragica… cosa quantomai lontana dalla realtà dei fatti. È verissimo che le parole hanno un grandioso potere, e hai citato l’esempio più calzante… io però voglio credere che più delle parole abbia potere l’esperienza. Quello che ti dico non perché devo far soldi, ma perché l’ho vissuto sulla mia pelle. Quello che scrivo io, quello che scrivi tu. Perché quello che si perde non torna e basta, e non c’è niente di strafigo nel rovinarsi la vita con l’anoressia… nessun lieto fine, in ogni caso.
Grazie a te, di tutto.
Soffro di Binge.
Dopo un periodo di ristrettezza alimentare in cui ero perfetta, si lo ero, ora mi ritrovo con 10 kg di troppo, ho appena aperto un blog con la speranza che posso essere un aiuto, uno stimolo in questo cammino verso i miei amati 55kg. Il tuo blog è un grandeconforto, lo devo ammettere.
@ Marcella - Figurati. Grazie a te, invece...
@ Vanessa ebasta – Mia cara Vanessa, se fossero i chili in meno quelli che rendono perfetta una persona, allora credimi, sono stata l’essere più perfetto dell’universo. Il fatto è che quei chili in meno, in realtà, ti rendono soltanto una persona perfettamente malata… e tu sai di esserlo, visto che con grande schiettezza ammetti di soffrire di BED. Perciò, e te lo dico col cuore, tieni pure un blog se pensi che questo, in un modo o nell’altro, possa esserti d’aiuto, foss’anche solo come valvola di sfogo… ma, soprattutto, rivolgiti a delle specialiste. Una dietista che ti aiuti a raggiungere il peso che desideri in maniera graduale, fisiologica e sana, e una psicoterapeuta che possa supportati e aiutarti a far fronte al BED. Perché sarà solo il momento in cui riuscirai ad accettarti per quello che sei come persona, a prescindere dal tuo peso, che avrai raggiunto davvero la perfezione… Ti abbraccio…
grazie..
Mi veniva da piangere mentre leggevo il tuo post... Non so cos'altro dire, scusami. Ti abbraccio sinceramente.
ti scrivo da anonima perché non ho un blog. hai ragione, un disturbo alimentare è un'alienazione, una malattia, un DISTURBO, per l'appunto. ma cosa mi dici se già da adesso amici non ne ho? Cosa mi dici se già da ora sono stata male e mi sono fatta del male per quello che sono? cosa mi dici se già vado in giro col felpone e i pantaloni larghi, se già non riesco più a vedermi in costume, se già non vado più al mare? cosa mi dici se già sto iniziando ad odiare il mio sport, la pallavolo, perché le altre stanno meglio in pantaloncini, saltano di più e non si vergognano di entrare in palestra ogni giorno? Cosa mi dici se ti dico che la causa di tutto questo sono i miei 7 Chili in più che, nonostante abbia provato mille diete non riesco a perdere? ho avuto l'anno scorso un principio di anoressia, ho perso 5 chili e non ci sono mai entrata del tutto. Sono riuscita a FERMARMI. come puoi dire che non si riesce? che quando una inizia non si ferma più?
scusami, se il mio tono ti può sembrare aggressivo, la tua lettera è veramente stupenda, davvero. Ma se uno quella situazione la sta già vivendo, da non anoressica e per colpa del peso, e l'unico modo che vede per essere Accettata è quello di dimagrire, cosa deve fare, secondo te?
@ Hopeless. – Grazie a te.
@ Eve K. – Non ti preoccupare… a volte le parole non sono tutto… conta più quello che c’è oltre, nei tuoi pensieri. Un abbraccio anche a te…
@ Anonima (02 Ottobre 2013, ore: 18.20) – Non ti preoccupare se non hai un blog, l’opzione di “commento anonimo” l’ho lasciata proprio per dare la possibilità di commentare anche a chi non ha un blog di riferimento… A parte questo… Non mi sei sembrata affatto aggressiva, figurati, non hai tirato fuori parolacce né ti sei messa ad offendermi o ad attaccarmi in maniera arrogante… quindi, perché mai dovresti essere stata aggressiva?... In ogni caso, il fare una, o 10 o 1000 diete, a prescindere dal peso che si riesce o meno a perdere, non ha nulla a che vedere per fortuna con l’anoressia. Se ho ben intuito da quello che mi hai scritto (e se sbaglio correggimi, perché non sei stata specifica nel tuo commento, quindi vado un po’ a intuito…) tu sei sovrappeso di circa 7 chili. Hai provato a fare delle diete fai-da-te, e generalmente non hanno funzionato. Con una di esse, tuttavia, sei riuscita a perdere 5 chili… ma questo non è un principio di anoressia, non ti preoccupare. Poi hai smesso di fare questa dieta perché, da persona intelligente quale sei, ti sei accorta che perdere chili così – perdonami il francesismo – alla cazzo di cane avrebbe avuto ripercussioni negative sulla tua salute. Il tutto è perfettamente logico: sei una ragazza intelligente e razionale che ha provato delle diete per perdere del peso che effettivamente aveva in eccesso, e che quando si è resa conto che stava perdendo peso in maniera non salutare, si è data uno stop. Questo va benissimo, fa di te una persona del tutto sana, non c’entra nulla con l’anoressia. Tu stessa, del resto, hai scritto che stai vivendo una situazione simile ma da “non anoressica”, per cui sei perfettamente consapevole che, per tua fortuna, non hai quella deviazione mentale che ti porterebbe a sviluppare un disturbo alimentare. Detto questo, veniamo alla cosa veramente più importante, ovvero alla tua domanda finale. Cosa devi fare? Devi rivolgerti ad una dietista in primo luogo. In questo modo potrai avere una dieta personalizzata, che tiene conto del tuo metabolismo, delle tue attività quotidiane, del tuo stile alimentare, e che ti potrà dunque permettere di passare dal tuo attuale sovrappeso ad un normopeso. Se sei seguita da una persona professionalmente competente, la perdita di peso sarà graduale e bilanciata, quindi fisiologica, il che ti permetterà di stabilizzarti e di non risalire col peso in seguito, perché non avrai abbassamenti drastici del metabolismo. Inoltre, l’essere seguita da una dietista ti permetterà di avere delle frequenti visite di controllo grazie alle quali potrai avere uno stretto monitoraggio, e quindi apportare delle modificazioni alla tua dieta in corso d’opera, al fine di poter ottenere il risultato del normopeso, preservando la tua salute fisica. Per quanto riguarda invece il disagio che provi nei confronti di te stessa, io credo che questo vada ben oltre la mera fisicità… da quello che scrivi, mi sembri una persona intelligente, non una bimbaminkia che va in paranoia perché vuole fare la modella… Quindi, poiché da quello che scrivi ti considero persona intelligente, quello che ti consiglio è di rivolgerti anche ad un psicoterapeuta, che ti possa aiutare con un percorso di introspezione, ad individuare i veri problemi che nascondi sotto il capro espiatorio della fisicità, e che ti possa fornire le armi per affrontarli, e risolverli. Ti faccio un enorme in bocca al lupo!!...
Ciao a tutti. Mi chiamo serena ho 26 anni,appena compiuti ad agosto. Leggendo questa lettera mi sono sentita gelare. Mi sono ritrovata. Sono anni che combatto contro il mio corpo,vorrei tanto distruggerlo e diventare un altra persona. Ultimamente mi sono anche accanita sul cibo. Cerco sempre di mangiare di meno.di fare il più movimento possibile,e più vedo risultati più mi tartasso xk voglio migliorarmi. Mi guardo allo specchio e vedo un mostro,e ho paura che quel mostro allontani tutti quelli che mi stanno vicini,il primo di tutti il mio ragazzo.
Ho fatto un periodo un paio di anni fa a mettermi le dita in gola dopo avere mangiato,ma non so come mi hanno bloccata,un mio carissimo amico mi ha fatta ragionare,mi è stato molto vicino. Ora come ora mi sento fuori posto,mi guardo in giro e vedo un mondo che non mi appartiene. Io non voglio perdermi,mi aggrappo a qualsiasi cosa mi dia una scusa x andare avanti!
@ Serena – Ciao Serena… Non ti conosco e non conosco la tua storia, percepisco però il tuo malessere dalle tue parole, e capisco che in realtà è un malessere che va ben oltre l’esteriorità… Utilizzi il cibo come capro espiatorio, ma intuisco che il tuo disagio viene molto più da lontano e dal profondo, e che ha in realtà ben poco a che vedere con la tua fisicità… che i tuoi veri problemi sono ben altri… Perché, paradossalmente – ma credo che questo tu lo sappia già più che bene – potrai modificare il tuo “involucro” come vorrai, ma non andrai mai bene… fino a che non avrai risolto le cose che non vanno bene dall’interno. Nessuna fisicità funzionerà né ti farà sentire a tuo agio, se persisterà il tuo disagio interiore… Però il tuo commento va oltre. Non è solo la constatazione di una situazione in cui ti trovi, perché scrivi anche: “io non voglio perdermi”. E questa, Serena, è una frase potentissima… perché, pur con tutte le immense difficoltà che stai senza dubbio affrontando, rivela che dentro di te esiste una forte spinta a reagire a questa situazione che ti fa soffrire… Perciò, non perdere questo slancio: viceversa, utilizzalo come un trampolino di lancio per fare qualcosa di positivo per te stessa… chiedi aiuto. Perché credimi se ti dico, e parlo per esperienza personale, che chiedere aiuto di può veramente cambiare la vita in meglio. Prova a contattare una psicoterapeuta ed una dietista… persone professionalmente preparate che possano aiutarti a fare introspezione e a scovare quali sono i tuoi veri problemi che ora riversi sul cibo e sull’esteriorità, perché così è più facile… Trova i tuoi veri problemi, ed affrontali… Perché per quanto sia difficile, per quanto sia duro, per quanto sia tutt’altro che divertente, metterti faccia a faccia con i tuoi problemi è l’unica cosa che ti permetterà di abbandonare quest’impasse che t’impedisce di vivere veramente, di ritrovare te stessa, e di andare veramente avanti… Ti faccio un enorme in bocca al lupo…
che dire veggie.. mi hai fatto venire le lacrime agli occhi.. hai ragione non vado mai bene.. sto male con me stessa,a volte anche quando sono in compagnia me ne vorrei andare in un angolo buio e stare li e non uscire più. ma mi trattiene sempre qualcosa di più forte. si devo andare da un nutrizionista ma ho il terrore di andarci,e soprattutto vorrei parlarle coi miei di questo mio malessere ma so che non capirebbero,o magari reagiscono in modo esagerato. è vero non voglio perdermi. non voglio calare in un abisso e non uscirne più,ma ci sono certe volte che è così difficile combattere...
@ Serena – Non soltanto “certe volte” è difficile combattere… è difficile il farlo praticamente sempre. Sarebbe ben più semplice abbandonarsi alle illusioni e alle stereotipie della malattia… ben più semplice assecondare certi pensieri malati… ma, in questo modo, alla fin fine ci ritroveremo nient’altro che con un pugno di mosche. Certamente combattere richiede un impegno, una dedizione, una determinazione, uno stringere i denti continuo che è tutt’altro che facile o divertente… non lo dico ovviamente per scoraggiarti, lo dico semplicemente perché è la verità, e sarebbe sciocco pensare di farti fessa con storielline tutte rose e fiori. Ma, se ci pensi, le cose che vale veramente la pena di fare non sono mai le più facili. E la scelta di combattere, per quanto tormentata, è l’unica che, alla lunga, si rivela più remunerativa. L’unica che ti garantisce una possibilità di futuro.
Posso immaginare le difficoltà nel parlare della problematica coi tuoi genitori, ma se pensi che il farlo in qualche modo ti farebbe stare almeno emotivamente meglio, o comunque ti potrebbe essere in qualche modo d’aiuto, cerca di trovare una modalità comunicativa con loro. Se non te la senti a voce, prova a scrivergli una lettera. Se pensi che possano reagire in maniera esagerata, non scendere nei dettagli, e parlagli più genericamente di un momento di disagio in cui hai bisogno di un supporto medico-familiare per cercare di superarlo ed andare avanti. Io non credo che gli altri debbano necessariamente conoscere ogni dettaglio, ogni recesso della nostra mente nella malattia, per riuscire a stare vicini. A volte basta anche solo un accenno ad una problematica per ricevere un supporto: perciò, non aver paura di chiederlo… io credo che nel momento in cui chiedi aiuto ci sarà ben più di una mano tesa verso di te… o magari, ci sono già adesso… devi solo trovare dentro di te la forza e il coraggio di afferrarle.
Lo so quanto può far paura l’idea di consultare un dietista… ma credimi se ti dico che l’idea ingigantisce tantissimo la realtà. Scrivi che hai 26 anni, quindi immagino che avrai fatto degli esami universitari o, in ogni caso, l’esame di maturità in 5^ superiore… o l’esame per prendere la patente. Ecco, ti ricordi com’eri nevrotizzata prima di queste prove?... Ti ricordi come pensavi che fossero cose enormi, terribili, insuperabili?... Ti ricordi di quanto te la sei fatta sotto, quando eri in procinto di affrontarli?... E poi?... E poi ci ripensi adesso, con i tuoi 26 anni, e ti viene da sorridere perché ti accorgi che hai avuto delle fife enormi per niente… che quelli che prima di affrontarli ti sembravano scogli, montagne insuperabili, erano in realtà poco più che agili collinette… Ti eri immaginata un’enormità, ma poi le cose si sono rivelate ben più easy di quello che avevi supposto. E’ così, non è vero?!... E ti assicuro che vale la stessa identica cosa per un consulto con un dietista/nutrizionista: adesso ti sembra chissà che cosa… poi lo farai, e ti accorgerai che ti eri tanto innervosita per nulla… Per cui, semplicemente ti dico: non fasciarti la testa prima di averla battuta. Fai una prima visita con un specialista, e vedi come può aiutarti rispetto all’ambito prettamente alimentare… e, insieme, costruite una strategia terapeutica che ti possa essere d’aiuto… Poi, ovviamente, è molto difficile seguire uno “schema alimentare” senza fare contemporaneamente della psicoterapia, le ricadute sono molto più frequenti… Per questo ti consigliavo di fare entrambe le cose… E, lo so, non è affatto facile. Ma qui si ritorna da capo. Come dice uno dei miei telefilm preferiti: “Nothing in this world that’s worth having comes easy”. Ti abbraccio…
Grazie mille Veggie sei molto di aiuto. Le tue parole in qualche modo mi confortano.. é brutto da dire,ma mi rendo conto di non essere sola. so che non lo sono perchè vedo e sento certe cose.. non so bene come spiegarmi.. e sai quale è la cosa più assurda?? quella che mi fa sentire ancora più stupida?? io a 16 anni sono stata in una clinica. era una clinica per obesità. uscita da li ho iniziato il mio calvario.. adesso non so quale sia stata la scintilla a fare partire tutto,so che è partito e basta.
comunque si.. a ripensare all'esame di maturità e della patente mi viene si da sorridere,li vedevo come ostacoli enormi e poi li ho superati con un semplice salto.. ci proverò.. e sicuramente supererò anche questa. grazie davvero di tutto e delle parole veggie un abbraccio!
@ Serena – Non hai niente per cui doverti sentire stupida… Se anche hai scelto un sintomo – perché si sceglie il sintomo, ma non la malattia – l’hai fatto perché, in qualche modo, in quel momento be avevi bisogno: non si sceglie mai un male sapendolo tale, ma solo se, per sbaglio, in un certo momento lo si vede come un bene rispetto ad un qualcos’altro che viene percepito come un male maggiore… Perciò, non perdere tempo in sensi di colpa assolutamente inutili in quanto fini a se stessi, né in chissà quale scandagliamento causale: concentrati invece su quello che puoi fare attivamente, da ora in poi, per combattere migliorando la tua situazione attuale. Il passato non lo si può cambiare… ma sul futuro, ci si può lavorare eccome!! E, sì, sono del tutto convinta che supererai anche questa: perché lo vuoi. E la tua volontà è la vera chiave di volta. Grazie a te, contraccambio l’abbraccio…
Aiutami ti prego! Sono 1.70 per 45 kg... Ma nom riesco a mangiare! Voglio dimavrire ancora. Mi sto uccidendo. Aiuto!!!!! :'(
@ Anonima (26 Gennaio 2014, ore 18.15) – Purtroppo personalmente non ho competenze professionali per poterti aiutare… Ma ti consiglio di rivolgerti quanto prima ad una dietista e ad una psicoterapeuta: persone competenti e professionalmente preparate che potranno aiutarti a gestire le tue difficoltà sia con l’alimentazione che con te stessa, nel migliore dei modi, per poterti concretamente aiutare a stare meglio… Per cui, non esitare a chidere aiuto!... Consulta il tuo medico di famiglia, affinché ti possa fornire nominativi e recapiti di psicoterapeuti e dietisti che lavorano nella tua città… E, in alternativa, ti ricordo che le ASL offrono uno sportello di consulenza psicologica gratuito ed assolutamente anonimo…
Grazie, solo grazie.
N e avevo davvero bisogno, e così tante altre che leggeranno.
hai fatto una cosa davvero bella, usando parole perfette.
ti auguro tutto il bene possibile, un abbraccio
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