Come gli alchimisti trasformavano il ferro in oro… voi potete trasformare l’oscurità in luce. Siete tutte benvenute.
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venerdì 14 dicembre 2012

A te, che vuoi assolutamente diventare anoressica

Nel post precedente ho utilizzato un tono ironico, per cui forse alcune delle cose che ho scritto sono passate sotto la luce di iperboli tirate all’estremo per mettere in ridicolo certi comportamenti e per lanciare provocazioni.

Perciò, stavolta in tono più realistico, ecco quello che vorrei dire non semplicemente alle ragazze pro ana/pro mia, ma anche e soprattutto a tutte quelle ragazze che si sentono sull’orlo dell’abisso, e che intravedono nella restrizione alimentare una possibile soluzione ai loro problemi, o comunque un qualcosa che potrà aiutarle a stare meglio.

Se stai pensando che se inizi a restringere l’alimentazione sia comunque possibile smettere in ogni qualsiasi momento, e tornare a com’era prima che tutto ciò iniziasse, alla tua consueta (e forse un po’ anche sottovalutata) “normalità”, sappi che non è così che stanno le cose.

Se stai pensando che tu sei veramente in grado di controllare la situazione, e che perciò non succederà mai e poi mai che tu possa perdere il controllo, se stai pensando che ogni tua scelta, alimentare e non, sarà sempre e solo una tua libera scelta, se pensi che puoi smettere quando vuoi e che il tuo corpo a quel punto tornerà a mandarti normali segnali di fame/sazietà, se pensi che certe cose non possono certamente accaderti… sappi che ciò è quello che tutte abbiamo pensato, prima. Tutte. Nessuna esclusa.

Se credi che dimagrire sia l’unica cosa che possa farti sentire meglio con te stessa, sappi che non è così che stanno le cose. Sappi che non sarai mai abbastanza magra da trovare te stessa, ma solo abbastanza magra da perderti.

Se ti sembra che controllare quello che mangi ti faccia sentire in grado di controllare ogni singolo aspetto, ogni singola piega della tua vita, ci sei già dentro.

Perciò, se sei sul punto di scegliere il sintomo anoressico, pensaci bene. Perché a prescindere da ciò che ti ha guidato in questa direzione, ci sarai dentro fino al collo ancor prima che tu te ne renda conto.

Inizialmente sarà la cosa più strafiga del mondo: ti sentirai forte, soddisfatta, più sicura di te stessa, ti sembrerà di poter controllare tutto, e questo ti farà sentire una gran ganza, ti farà stare di un bene senza precedenti, e desidererai non staccarti mai da tutto questo… ma è proprio nelle prime fasi che, se ti rendi conto che queste sono tutte solo illusioni ed intervieni rapidamente per stroncarle sul nascere, avrai le maggiori possibilità di arrivare ad una remissione stabile e completa. Ma quando avrai le maggiori possibilità di arrivare ad una remissione stabile e completa, non ti renderai neanche conto di essere incappata nella malattia.

L’anoressia non è semplicemente restringere l’alimentazione e sentirsi in controllo per questo, e la bulimia non è solo mettersi un dito in gola e sospirare di sollievo per aver eliminato il contenuto di un’abbuffata.

Avere un DCA non è solo il compendio delle sensazioni positive che si provano nella “fase luna di miele”, nella fase iniziale del disturbo.

Avere un DCA significa non voler uscire più di casa perché sei così magra che la gente non la smette di guardarti lanciandoti occhiate di biasimo, pena o preoccupazione, perché pensa che sei un’idiota esibizionista o una malata terminale. Non voler più uscire di casa perché sei ossessionata all’idea che tutti possano guardarti. Non poter uscire più di casa perché non hai neanche le energie fisiche per farlo.

Avere un DCA significa uscire di casa e fare camminate chilometriche a ritmo serrato, senza neanche vedere quello che ti sta intorno perché la tua testa è fogata a pensare al fatto che questo ti aiuterà a perdere peso più rapidamente e, soprattutto, la ritualità della cosa ti trasmetterà quel controllo che tanto vuoi sentire. Uscire di casa e sentirti peggiore di ogni singola persona che incrocerai, sentirti inferiore, sentirti non abbastanza, e trovarti la sera a tagliarti perché l’anoressia prevaricherà del tutto il raziocinio.

Avere un DCA significa che non ti potrai vivere più un’Estate decente, perché girerai comunque in felpa e pantaloni lunghi per cercare di nascondere la perdita di peso e proteggerti dal freddo che sentirai anche sotto il sole a picco, e non indosserai mai più un costume da bagno, perché ti sentirai assolutamente inadatta e magari ti vergognerai pure delle cicatrici che ti sei inferta dappertutto. Quelle cicatrici che ti porterai fuori e dentro. Per sempre.

Avere un DCA significa perdere anni di scuola e/o di lavoro perché non riesci ad essere più produttiva, perché la carenza alimentare comporta una carenza nella sintesi di neurotrasmettitori che non ti renderanno in grado di concentrarti adeguatamente su quello che dovresti fare, e tutto il tempo che avresti dovuto dedicare allo studio/al lavoro, sarà riempito da ansie e paranoie. Perdere anni di scuola e/o lavoro significa precludersi tantissime possibilità per il futuro.

Avere un DCA significa non poter più fare sport perché avrai un rendimento così basso che non sarai più in grado di conseguire risultati che ti permettano di rimanere nel mondo dell’agonismo. E significa che col tempo addirittura odierai lo sport, perché lo inquadrerai solo come un dovere che è necessario espletare per raggiungere un peso inferiore quanto più rapidamente possibile, e perderai tutto il piacere degli allenamenti o del condividere quel tempo con i tuoi compagni di squadra.

Avere un DCA significa non andare più in vacanza con gli amici, non andare più a mangiare una pizza con gli amici, non avere più amici.

Avere un DCA significa perdere la salute, perché sebbene ci siano modificazioni fisiche che rientrano nella norma se riprenderai un regime alimentare adeguato al tuo fabbisogno giornaliero, ci sono alcuni danni irreversibili: osteoporosi, danni dentali, danni renali, infertilità e così via.

Avere un DCA significa estraniarsi da qualsiasi cosa e persona al mondo, perché poco a poco cominceranno ad esistere solo te stessa e i tuoi pensieri ossessivi. E i pensieri ossessivi prevarranno su tutto: lavoro, scuola, sport, hobby, amici… su tutto il tuo mondo. E allora trascorrerai giornate su giornate chiusa in casa, ad ammazzarti sulla cyclette o sul tapis-roulant se sei entrata nella spirale anoressica, oppure ad abbuffarti e vomitare se sei entrata nella spirale bulimica, e più passerà il tempo, più rompere il circolo vizioso diventerà difficile. E poiché a questo punto quello che ti sembrava di poter controllare è in realtà ciò che ti controlla spietatamente, e poiché da sola sarai incapace di toglierti da quest’impasse, ti sentirai talmente rassegnata che penserai di non meritarti neanche di ricevere aiuto.

Non riuscirai più a dormire bene, vuoi perché il sottopeso altera il regolare ritmo sonno-veglia, vuoi perché arriverai addirittura a pensare che durante le ore di sonno il metabolismo si abbassa, e questo è un rallentamento al tuo processo di dimagrimento che non puoi assolutamente permettere.

Ti specchierai e non t’identificherai neanche più in quel riflesso, perché sarai sempre più spaesata, sempre più persa dentro i meandri dell’anoressia.

Quieterai la tua perenne ansia solo carezzando le creste iliache sporgenti prima di addormentarti, ma non durerà che per pochi minuti, perché poi verrai presa dal panico per non essere ancora magra abbastanza, ovvero essenzialmente per non essere ancora in controllo abbastanza, e seppure consapevole della tua magrezza inestetica e non salutare, seppure tu stessa più o meno inconsciamente preoccupata per le tue condizioni di salute, continuerai a restringere l’alimentazione perché la sensazione di controllo che sul momento ne deriva sarà diventata la droga di cui non riuscirai a fare a meno.

Non avrai più amici, progetti, sogni, aspettative, perderai la speranza nel futuro; tutto si ridurrà a un perenne senso di vuoto e a paranoie che ossessionano la tua mente ma che non riesci ad allontanare, e alla spasmodica brama di percepire quell’illusorio controllo che è l’unica cosa che riesce a farti sentire patologicamente bene.

Tutto diventerà insopportabile, e desidererai solo quella “normalità” che all’inizio rifuggivi tanto in nome dell’illusoria e transitoria sensazione di “specialità” che pareva trasmettere l’anoressia, e desidererai non aver mai cominciato.

Ma, inizialmente, nessuna credeva di entrarci. Perché, figuriamoci, un disturbo alimentare è un qualcosa che succede agli altri. Si pensa sempre che succeda tutto agli altri.

Perciò, non è importante se inizi a restringere l’alimentazione perché hai dei problemi in famiglia, perché hai una bassa autostima, perché non vuoi più sentirti mediocre, perché senti il bisogno di avere la sensazione di controllare almeno una cosa nella tua vita, o perché hai un malessere interiore che non riesci a sfogare altrimenti.

 Sappi che, mentre stai già pensando che per te è impossibile cadere nell’anoressia, che restringerai l’alimentazione solo per poco tempo, e che potrai smettere quando ti pare, ti sta già succedendo. Ti stai già dannando.

Salvati.

Sei meravigliosa.

venerdì 7 dicembre 2012

Perchè l'anoressia è meravigliosa

Questo è un post dichiaratamente ad elevato tasso d’ironia... se non condividete questo modo di scrivere siete gentilmente pregate di abbandonare immediatamente il blog.

Questo post spiega perché l’anoressia è estremamente strafiga e dunque perché dovete assolutamente provare ad averla.

Se siete pro ana/pro mia dovete leggere questo post ad ogni costo!! 

Le malattie mentali sono una ganzata totale. Se non ne avete una, non siete alla moda! Questo spiega perché su blogspot ci siano un sacco di blog pro depressione e pro disturbo bipolare, giusto??!

Okay, allora immaginate questo.
Sei una stereotipata ragazzetta adolescente o poco più che vuole perdere qualche chilo per non sfigurare d’Estate quando andrai al mare e ti metterai in costume. OVVIAMENTE c’è una e una sola cosa da poter fare: affamarsi, digiunare il più possibile, e cercare di avere una malattia che per pura sfiga non avevi già. Così cerchi di mangiare meno di 500 Kcal al giorno, apri un blog pro ana/pro mia, posti thinspiration, diari alimentari, e incoraggi tutti quanti a non mangiare.

Ora, immaginate questo.
Hai un blog pro ana, e ci capita per caso una quattordicenne. E’ una ragazzina insicura, che non si piace molto, con poca autostima, con problemi familiari e scolastici, magari vittima di bullismo o qualcosa del genere, con poche e punte amicizie, e si mette a leggere il tuo blog. Dato che tu presenti l’anoressia come un qualcosa di totalmente accattivante, un qualcosa che fa diventare belle e magre, insomma, praticamente prive di ogni qualsiasi altro problema e quindi perfette, la quattordicenne decide che non avere problemi è proprio quello che vorrebbe. Così inizia a restringere l’alimentazione. CONGRATULAZIONI! Sei una delle tante concause che ha portato una quattordicenne a sviluppare l’anoressia, una malattia psicofisica che è estremamente difficile da combattere, e della quale si porterà dietro gli strascichi vita natural durante. Una malattia che comprometterà ulteriormente i suoi rapporti coi familiari, con quei pochi amici, la sua carriera, la sua mente, il suo fisico, il suo futuro, la sua vita. Ma chi se ne importa, no?! In fin dei conti, non è come se l’avessi aiutata ad ammalarsi di cancro!

Quindi, torniamo a te, la ragazzetta stereotipata. Fai la fame, magari girando per blog impari anche qualche trucco su come fare a vomitare se si presenta un’abbuffata e cerchi di sfinirti di attività fisica. Hai perso qualche chilo, WOW!

Vai avanti così per un po’, poi una mattina ti alzi da letto e, oh, che cos’è questa? Ah, una bella gumea di capelli che son caduti. Ti tocchi la testa e, ehi, i capelli sono più radi e sottili. Meglio: consumerai meno shampoo quando dovrai lavarteli.

Ancora avanti con la restrizione alimentare e quant’altro, e un giorno stai facendo un compito in classe, tutto attorno a te è silenzio, tranne il tuo stomaco che brontola così forte da far girare tutti nella tua direzione. Tu fai finta di niente, tutt’al più accusi la motosega che stanno sicuramente utilizzando nell’aula a fianco, e continui a fare il tuo compito sul quale non riesci a concentrarti perché hai una fame dannata ma poco glucosio al cervello per produrre idee senzienti. Però, ehi, hai perso almeno 10 chili da quando hai iniziato a digiunare, quindi che cos’è un’insufficienza di fronte a 10 chili?! Alla fine della giornata, la professoressa ti chiama da parte e ti dice che è preoccupata per te. Sei pallida, hai le occhiaie, la tua pelle è secca (ma che splendore che sei, ragazza mia!), hai i capelli sfibrati e ridotti numericamente ai minimi termini (ma tanto tu mica volevi i capelli lunghi, vero?!), e le dita delle mani sono gelide e livide. Ma tu rassicurerai la tua insegnante dicendole che stai bene, fino a che avrai la possibilità di appiccicarti al tuo computer, di scrivere sul tuo blog, e di incoraggiare tutte le tue followers a stay strongare e continuare a digiunare e dimagrire.

Ad un certo punto, ovviamente, ti sparisce il ciclo. Ma tu sei ben lungi dal preoccuparti, anzi, è un altro segno del fatto che sei effettivamente dimagrita, quindi non stai certo a pensare al fatto che la scomparsa del ciclo sia un meccanismo di difesa che il corpo attua per cercare di risparmiare quante più calorie possibile, visto che non gli vengono adeguatamente fornite. Dunque esulti perché adesso non c’è più quel fastidio mensile di doversi cambiare un assorbente ogni 3 ore, ma soprattutto puoi trombare come un riccio senza neanche più doverti preoccupare di prendere la pillola del giorno dopo. (*)(vedi nota a fondo post) 

Vai avanti a non mangiare e a perdere peso, ed ecco che vieni esclusa dalla squadra dello sport che pratichi. “E’ ridicolo! Nessuno può permettersi di buttar fuori qualcuna dalla squadra solo perché pensa che sia anoressica!”, dirai tu. Ma, indovina un po’? Con quel peso irrisorio le tue prestazioni fisico-sportive sono così scadenti che l’intera squadra ne risente negativamente. Ma tanto tu non avevi certo intenzione di andare alle Olimpiadi, quindi che importa?

Dunque, adesso non hai neanche più lo sport a cui dover badare. Ma, ehi, c’è sempre la scuola. È l’ora di Chimica, e tu stai seduta al tuo banco e cerchi di concentrarti sulla lezione, su quello che la professoressa sta dicendo, ma tutto ciò cui riesci a pensare riguarda il tuo corpo e l’alimentazione. Calorie. Peso. Attività fisica compulsiva. Insomma, perché pensare alla Chimica, che è pure una materia un po’ pallosa? Prima che tu te ne renda conto, arriva il giorno del compito di Chimica, i tuoi compagni di classe sono ben preparati, ma tu non riesci a concentrarti adeguatamente. E lo stesso vale per ogni qualsiasi altro compito. Così i tuoi voti prima magari anche brillanti, cominciano a poco a poco inevitabilmente a calare.

E calano anche le tue relazioni sociali, perché accidenti, tu tutto il pomeriggio lo devi passare sulla cyclette, per essere sicura di bruciare quelle 300 Kcal scarse che hai assunto, e questo è ben più importante che andare in giro con gli amici, mi pare ovvio! Magari succede che i tuoi amici si preoccupano per te, cercando di capire cosa c’è che non va, al che tu passi sulla difensiva e gli svendi un mare di balle, perché è risaputo che raccontare bugie stimola la fantasia, dopodiché li chiudi fuori dalla tua vita perché cominciano a fare troppe domande e, insomma, ma la gente un po’ di affari suoi mai, eh?! Alla fine, insomma, i tuoi amici si sdanno e si allontanano perché non ce la fanno più a rimanere a guardare il modo in cui hai scelto di suicidarti lentamente.

I tuoi genitori cercano di fare qualcosa per te, ma non sanno esattamente come comportarsi, perché tu anziché parlare con loro ti chiudi in camera tua e ti piazzi davanti al computer per scrivere un post sul tuo blog nel quale frigni su quanto siano cagacazzo i tuoi familiari che non ti lasciano essere anoressica in pace, e già che ci sei esasperi e drammatizzi pure la narrazione al fine di ricevere una serie di commenti-fotocopia a base di “ti capisco”, “i genitori non capiscono niente, ma tu continua a seguire Ana” e “stay strong”. Le lotte intestine con i tuoi genitori continuano per un bel po’, ma è colpa loro perché sono dei gran rompicoglioni. I rapporti tra tutti i membri della famiglia peggiorano nettamente, ma è colpa loro perché non ti lasciano in pace.

E, ovviamente, non avrai mai un fidanzato. Non perché sei “grassa”, ma perché sei piena di fisse e paranoie, ossessioni, problemi, priva di emozioni, un guscio vuoto, l’ombra di una ragazza. E nessuno che può avere una ragazza “normale” sceglierebbe di stare vicino ad un coacervo di problemi psichiatrici. Ma a te che importa, oggi il dire che sei “single” va così di moda!

E infine, parliamo del suicidio. No, è ovvio che tu non vuoi ammazzarti, ci mancherebbe!! Vuoi soltanto raggiungere la perfezione perdendo qualche chiletto.
Notizia divertente: dati estrapolati da studi scientifici alla mano, l’anoressia riduce di circa 30 anni la spettanza media di vita di chi ne è affetta. 

Per tirare le fila: perdi tutti i tuoi amici, ti allontani dai tuoi genitori, la scuola/il lavoro va da schifo, e molto probabilmente perderai anni di scuola o verrai licenziata perché non più adeguatamente produttiva, e presumibilmente non riuscirai a concludere niente. Non avrai un fidanzato, non potrai avere figli per quella che è la compromissione fisica conseguente una restrizione alimentare che si protrae molto a lungo, compromissione fisica che farà malfunzionare anche molti altri organi e ti darà un sacco di problemi. Restringerai l’alimentazione come forma di coping contro qualsiasi cosa, perché non avendoli mai affrontati non saprai come gestire altrimenti nessuno dei tuoi problemi, avrai la mente devastata dalle solite fisse e ossessioni, ed infine, chiusa nel tuo appartamento, distante dal resto del mondo, morirai.

Ma, meravigliose ragazze pro ana/mia, continuate a desiderare l’anoressia e a scambiarvi consigli sui vostri blog su come fare a non mangiare, d’accordo??!...

(*) Giusto per mettere i puntini sulle “i”… (e, al di là del post ironico, in questa nota sono seria) Il fatto che ci sia l’amenorrea che comunemente accompagna il sottopeso marcato, non significa che non si possa rimanere comunque incinta dopo un rapporto sessuale. L’amenorrea, infatti, è l’assenza di mestruazioni… non l’assenza di ovulazione! Ergo, se anche non avete il ciclo, potreste comunque essere ancora in grado di ovulare, e dunque un rapporto sessuale compiuto senza prendere le dovute precauzioni può comunque determinare una gravidanza. E, naturalmente, al di là del discorso della gravidanza, non occorre certo che vi dica io quant’è importante, per ovvi motivi di malattie sessualmente trasmissibili, prendere le dovute precauzioni ogni qualvolta si ha un rapporto sessuale, vero??!...
 
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