venerdì 12 dicembre 2014
Affrontare il periodo natalizio
Un altro Natale sta arrivando, e con esso un altro periodo festivo e, come ormai ogni anno, voglio lasciarvi alcuni suggerimenti di auto-aiuto per cercare di affrontare un po’ più serenamente questo periodo e questa giornata in particolare, nonostante la presenza del DCA. Spero che in qualche modo possano esservi utili…
1) Cercate di alimentarvi regolarmente, seguendo il vostro “equilibrio alimentare”. Non saltate pasti e non digiunate per cercare di “far pari” con quello che avete mangiato, o con quello che avete in previsione di mangiare: un pranzo/cena di Natale è un singolo strappo alla regola, che l’omeostasi dell’organismo minimizzerà automaticamente. Continuate a nutrirvi in maniera regolare, senza guardare nel piatto altrui.
2) Cercate di non focalizzarvi troppo sugli aspetti negativi delle feste (per esempio: dover rivedere tutti i parenti, anche quelli più intollerabili, dover attirare commenti per il vostro aspetto fisico/abbigliamento/quello che mangiate/etc…), e provate invece a pensare a quello che può esserci di positivo.
3) Giocate d’anticipo: fate un elenco di quelli che potrebbero essere i trigger cui potreste trovarvi di fronte a Natale, e parlatene con psichiatra/psicologo/dietista/dietologo/nutrizionista… ogni membro del team di specialisti che vi segue. Così facendo, queste persone potranno aiutarvi a prepararvi, affrontare e superare i momenti difficili cui potreste andare incontro, senza dover adottare alcuna strategia di coping propria del DCA.
4) Elaborate un “Piano B” prima di invitare qualcuno a casa vostra, o di andare a festeggiare a casa altrui. Siate consapevoli di quali sono le “uscite di emergenza”, di dove sono le persone che possono supportarvi, e di quando arriva il momento di prendervi una pausa dalla situazione che state vivendo, e chiedere aiuto.
5) Parlate con franchezza a chi vi circonda di quelli che sono i vostri problemi e le vostre difficoltà alimentari, al fine di non essere oggetto di pressioni od osservazioni tutt’altro che piacevoli, e vedere così il vostro umore calare a picco. Spiegate anche quelle che sono le cose che vi danno fastidio e che preferireste gli altri evitassero di fare/dire, affinché anche chi vi sta di fronte possa avere qualche dritta su cosa fare/non fare, dire/non dire.
6) Scegliete, in anticipo, un amico/familiare/terapeuta/qualcuno cui telefonare in caso di difficoltà, quando sentite che state per cedere al DCA, o quando vi sentite sopraffatte da pensieri ed emozioni negative. Mettetevi d'accordo con questa persona nei giorni che precedono il Natale, informatela su quali potrebbero essere le vostre difficoltà, le vostre necessità, e la possibilità di ricevere una chiamata da parte vostra nel giorno di Natale.
7) Se pensate che possa esservi di supporto, o comunque utile in qualche modo, fatevi aiutare da un familiare/amico che sarà presente al vostro pranzo/cena di Natale, in maniera tale che questa persona possa rappresentare una sorta di “check point sulla realtà dei fatti” in merito all'alimentazione. Una persona che possa aiutarvi con le dosi del cibo, che possa riempirvi il piatto con quantità adeguate prima che lo faccia qualcun altro magari in maniera impropria, o che comunque sia in grado di dirvi se state restringendo/esagerando in merito a quanto cibo voi stesse vi mettete nel piatto.
8) Scrivete quali vi piacerebbe potessero essere i vostri pensieri e il vostro stato emotivo nel periodo natalizio, in compagnia dei vostri parenti. Se e quando le cose si allontaneranno dalla vostra visione, prendetevi il tempo per respirare a fondo e cercare di ritornare in uno stato d'animo un po' più sereno, che è quello che desiderate per voi stesse.
9) Se avete degli obiettivi alimentari/psicologici per il tempo natalizio che trascorrerete insieme ai vostri parenti, focalizzate detti obiettivi su quello che vi piacerebbe ottenere. Fate in modo che i vostri sforzi siano mirati al “fare qualcosa”, piuttosto che al “provare a prevenire qualcosa”.
10) Cercate di essere flessibili. Cercate di essere flessibili sia negli obiettivi che vi prefissate (che siano il mangiare in un certo modo, o il relazionarvi in un certo modo coi familiari, o il mantenere un certo stato d'animo, etc...), sia nelle aspettative che nutrite rispetto al comportamento altrui nei vostri confronti. Cercate di essere flessibili tanto sul versante alimentare, quanto su quello psicologico/comportamentale. Prendetevi una... vacanza di Natale dall'eccessiva rigidità, dal controllo di ogni singolo dettaglio, dall'esasperato auto-criticismo.
11) Isolarsi e chiudersi in se stesse è il peggior modo possibile per affrontare un periodo tutt'altro che semplice. Perciò continuate a fare psicoterapia e a seguire il vostro “equilibrio alimentare” prima e dopo il giorno di Natale. Questo potrà esservi di estremo supporto per arrivare al Natale “preparate”, nonchè per scaricare eventuali sentimenti negativi scaturiti da questa giornata di festa. Continuate inoltre a cercare supporto ed auto-aiuto su Internet, in blog e forum, ove potete parlare delle vostre difficoltà e consultarvi con chi sta vivendo una situazione analoga, per cogliere eventuali suggerimenti su comportamenti che quella persona può mettere in atto per viversi meglio i giorni di festa.
12) Evitate lo stress e gli impegni eccessivi. Questo al fine di evitare che, per far fronte ad un periodo particolarmente stressante, possiate rimettere in atto strategie di coping proprie del DCA per tamponarlo. Evitate dunque tutti quegli impegni che proprio non sono obbligatori, tutto quel giro-di-visite-scambio-di-regali che non siano proprio tassativi, e prendetevi piuttosto un po' di tempo per voi stesse, per rilassarvi, per dedicarlo al fare quello che vi piace... perché è così che si tiene a bada un DCA: dedicando tempo a cose che ci fanno stare bene.
Buone feste a tutte, ragazze!
1) Cercate di alimentarvi regolarmente, seguendo il vostro “equilibrio alimentare”. Non saltate pasti e non digiunate per cercare di “far pari” con quello che avete mangiato, o con quello che avete in previsione di mangiare: un pranzo/cena di Natale è un singolo strappo alla regola, che l’omeostasi dell’organismo minimizzerà automaticamente. Continuate a nutrirvi in maniera regolare, senza guardare nel piatto altrui.
2) Cercate di non focalizzarvi troppo sugli aspetti negativi delle feste (per esempio: dover rivedere tutti i parenti, anche quelli più intollerabili, dover attirare commenti per il vostro aspetto fisico/abbigliamento/quello che mangiate/etc…), e provate invece a pensare a quello che può esserci di positivo.
3) Giocate d’anticipo: fate un elenco di quelli che potrebbero essere i trigger cui potreste trovarvi di fronte a Natale, e parlatene con psichiatra/psicologo/dietista/dietologo/nutrizionista… ogni membro del team di specialisti che vi segue. Così facendo, queste persone potranno aiutarvi a prepararvi, affrontare e superare i momenti difficili cui potreste andare incontro, senza dover adottare alcuna strategia di coping propria del DCA.
4) Elaborate un “Piano B” prima di invitare qualcuno a casa vostra, o di andare a festeggiare a casa altrui. Siate consapevoli di quali sono le “uscite di emergenza”, di dove sono le persone che possono supportarvi, e di quando arriva il momento di prendervi una pausa dalla situazione che state vivendo, e chiedere aiuto.
5) Parlate con franchezza a chi vi circonda di quelli che sono i vostri problemi e le vostre difficoltà alimentari, al fine di non essere oggetto di pressioni od osservazioni tutt’altro che piacevoli, e vedere così il vostro umore calare a picco. Spiegate anche quelle che sono le cose che vi danno fastidio e che preferireste gli altri evitassero di fare/dire, affinché anche chi vi sta di fronte possa avere qualche dritta su cosa fare/non fare, dire/non dire.
6) Scegliete, in anticipo, un amico/familiare/terapeuta/qualcuno cui telefonare in caso di difficoltà, quando sentite che state per cedere al DCA, o quando vi sentite sopraffatte da pensieri ed emozioni negative. Mettetevi d'accordo con questa persona nei giorni che precedono il Natale, informatela su quali potrebbero essere le vostre difficoltà, le vostre necessità, e la possibilità di ricevere una chiamata da parte vostra nel giorno di Natale.
7) Se pensate che possa esservi di supporto, o comunque utile in qualche modo, fatevi aiutare da un familiare/amico che sarà presente al vostro pranzo/cena di Natale, in maniera tale che questa persona possa rappresentare una sorta di “check point sulla realtà dei fatti” in merito all'alimentazione. Una persona che possa aiutarvi con le dosi del cibo, che possa riempirvi il piatto con quantità adeguate prima che lo faccia qualcun altro magari in maniera impropria, o che comunque sia in grado di dirvi se state restringendo/esagerando in merito a quanto cibo voi stesse vi mettete nel piatto.
8) Scrivete quali vi piacerebbe potessero essere i vostri pensieri e il vostro stato emotivo nel periodo natalizio, in compagnia dei vostri parenti. Se e quando le cose si allontaneranno dalla vostra visione, prendetevi il tempo per respirare a fondo e cercare di ritornare in uno stato d'animo un po' più sereno, che è quello che desiderate per voi stesse.
9) Se avete degli obiettivi alimentari/psicologici per il tempo natalizio che trascorrerete insieme ai vostri parenti, focalizzate detti obiettivi su quello che vi piacerebbe ottenere. Fate in modo che i vostri sforzi siano mirati al “fare qualcosa”, piuttosto che al “provare a prevenire qualcosa”.
10) Cercate di essere flessibili. Cercate di essere flessibili sia negli obiettivi che vi prefissate (che siano il mangiare in un certo modo, o il relazionarvi in un certo modo coi familiari, o il mantenere un certo stato d'animo, etc...), sia nelle aspettative che nutrite rispetto al comportamento altrui nei vostri confronti. Cercate di essere flessibili tanto sul versante alimentare, quanto su quello psicologico/comportamentale. Prendetevi una... vacanza di Natale dall'eccessiva rigidità, dal controllo di ogni singolo dettaglio, dall'esasperato auto-criticismo.
11) Isolarsi e chiudersi in se stesse è il peggior modo possibile per affrontare un periodo tutt'altro che semplice. Perciò continuate a fare psicoterapia e a seguire il vostro “equilibrio alimentare” prima e dopo il giorno di Natale. Questo potrà esservi di estremo supporto per arrivare al Natale “preparate”, nonchè per scaricare eventuali sentimenti negativi scaturiti da questa giornata di festa. Continuate inoltre a cercare supporto ed auto-aiuto su Internet, in blog e forum, ove potete parlare delle vostre difficoltà e consultarvi con chi sta vivendo una situazione analoga, per cogliere eventuali suggerimenti su comportamenti che quella persona può mettere in atto per viversi meglio i giorni di festa.
12) Evitate lo stress e gli impegni eccessivi. Questo al fine di evitare che, per far fronte ad un periodo particolarmente stressante, possiate rimettere in atto strategie di coping proprie del DCA per tamponarlo. Evitate dunque tutti quegli impegni che proprio non sono obbligatori, tutto quel giro-di-visite-scambio-di-regali che non siano proprio tassativi, e prendetevi piuttosto un po' di tempo per voi stesse, per rilassarvi, per dedicarlo al fare quello che vi piace... perché è così che si tiene a bada un DCA: dedicando tempo a cose che ci fanno stare bene.
Buone feste a tutte, ragazze!
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13 commenti:
Sei sempre così saggia, Veggie! Ho già salvato il tuo post per cercare di seguire i tuoi consigli durante questa vacanze, in particolare il primo (io sono sempre tentata di saltare pasti o fare duemila ore di sport per compensazione, anche se so che così facendo non faccio che abituare ulteriormente il mio corpo a bruciare pochissime calorie) e l'invito ad essere flessibili. Io sono fissata con i piani, le tabelle da seguire, l'organizzazione...è difficilissimo per me lasciarmi andare al l'istinto o al caso! Ma ci provwro!
Li aspettavo, i consueti consigli natalizi!!!!!!!!!!!
In verità adesso per me il Natale non è più tutto questo grande trauma come lo è stato in passato, anzi, tutto sommato riesco a prendere del positivo da questi giorni di festa, però ci sono comunque dei momenti in cui sento che “sbando”, e allora ben venga un post di questo tipo a dare utili suggerimenti per “rimettersi in carreggiata”!!!!!!!!!
In fin dei conti, penso sia un pochino inevitabile per chi ha avuto un dca che momenti come quelli delle feste rappresentino una sorta di “punto di rottura” perché si allontanano dall’ordinarietà della quotidianità, e allora è necessario cercare di tenere duro anche quando si sente che stiamo per cedere, e cercare comunque di affrontare questo periodo con uno spirito positivo, per vedere quali sono gli aspetti positivi anche di giorni che ci possono apparire anche come difficili da fronteggiare.
Un abbraccione, e buone feste a tutteeeeee!!!!!!!!!!!!!
Veggie i tuoi suggerimenti sono stupendi! Grazie mille, davvero!!! Il primo punto, come ha scritto pure Euridice é quello più difficile per me. Ogni santo giorno in cui do uno strappo alla "regola" (raramente alla fine) mi sento un maialino e faccio mille cose per compensare, dalle camminate di km o cyclette, oppure il giorno dopo insalata-minestra-no spuntini. Avrei già pensato tutto questo programma per i giorni post Natale e feste varie purtroppo. Speriamo riesca ad evitarlo.
Anche il consiglio di scrivere cosa ci spaventa di queste ricorrenze e comunicarlo ai nostri specialisti credo sia ottimo! Lo farò sicuramente, mi sarâ utilissimo.
È vero, come hanno detto le altre ragazze, bisognerebbe pensare ai lati positivi del periodo natalizi, lasciando stare il grigio che c é intorno... Bisognerebbe ringraziare Dio, o la vita di offrirci di passare giorni assieme ai nostri parenti, con il cibo e i regali... Tante persone non possono farlo, per vari motivi, e vorrebbero essere al nostro posto! Ficchiamocelo bene in testa. (Io per prima eh!!!)
Buone feste Veggie e a tutte le altre ragazze!! :)
Ormai questi consigli sono una tradizione del tuo blog :-)
Be', di sicuro sono tra i post natalizi più utili in giro per il web!
Le persone affette da DCA devono trascorrere il Natale da sole. Purtroppo la malattia non ti abbandona (la mia ventennale convivenza ne è la riprova). L'equilibrio alimentare faticosamente raggiunto è da crisi nervosa per chi sta bene.
Scusate la franchezza, ma adesso vi faccio una domanda: quante di voi riusciranno a mangiare una fetta di dolce senza andare in crisi? Rispondente con sincerità, perché il rischio è di fare passare il messaggio che i crackers mangiati con mani scheletriche, solo perché previsti dal piano, siano sinonimo di guarigione!
@anonimo non sono per niente d'accordo sul fatto che le persone affette da DCA debbano trascorrere il Natale da sole. Nessuno dovrebbe farlo a mio parere. Star soli significherebbe far ottenere ancora una nuova vittoria alla malattia, una sconfitta per noi stesse che provoca soltanto maggiore tristezza nel nostro animo turbato.
Stare da soli per cosa? Per mangiare piccole quantitá di cibo mentre siamo invase dai pensieri frenetici-angoscianti-assurdi tipici del DCA? Non credo proprio che questo sia utile. Sicuramente trascorrere il Natale davanti ad una tavola piena di roba da mangiare, con i parenti attorno e i possibili sguardi, discorsi può essere inquietante da un certo punto di vista. Io sono la prima a pensarlo. Ho paura di questo giorno, so bene che mangerò il pandoro, il cioccolatino, la pasta e per tutto ciò mi sentirò in colpa, un maialino all' ingrasso... Sò che sará complicato alzarsi da tavola gonfia, con la sensazione di pienezza immensa... Ma voglio riuscire a fare tutto questo! Vorrei essere fiera di me, di esserci riuscita. Sarebbe il più bel regalo di Natale che possa farmi! voglio sforzarmi di essere felice per quello che mi è concesso: cibo, persone che mi vogliono bene, salute. Mi è stata data la possibilitá di passare un giorno così quando altre persone lottano tra la vita è la morte per vari motivi. Sono fortunata, devo assolutamente sfruttare questa opportunitá.
Stare da soli significherebbe cedere al nostro egoismo, alla nostra mente malata, non ha alcun senso perchè ad una nuova festa o evento simile il problema si ripresenterebbe.
Questo é il mio pensiero, sicuramente non lo reputerai giusto, va bene, spero tu non ti sia offesa/o nelle mie parole perchè non volevo farlo assolutamente.
Ps. Mi dispiace che tu conviva da venti anni con la malattia, io é soltanto un anno e mezzo che ci sono dentro, immagino che tutto il tempo che é passato ti abbia distrutta. Però se hai lottato per anni non ha senso mollare adesso!
Per anonimo e per Ilaria: Caro(a) anonimo(a), sappi che anche per quanto mi riguarda non ho nessuna intenzione di essere offensiva ma solo di esprimere il mio parere, ed in questo caso io sono d’accordo con quanto ha già scritto Ilaria: a che pro trascorrere il Natale in solitudine?????? Non ci pensa forse già abbastanza la malattia in sé ad isolarci dagli altri nella quotidianità????!!!!!! Anche secondo me, come dice Ilaria, l’isolarsi a Natale è sinonimo del fatto che si concede ancora una volta, ed una volta di più, alla malattia di renderci schiave. Mi darà ansia il pranzo (o la cena, o i dolci) di Natale????? Le cose col tempo sono migliorate, non è più come alcuni anni fa, fortunatamente, però almeno un pochina di ansia, penso proprio che ce l’avrò. Ma è un’ansia che ho tutta l’intenzione di affrontare, perché ne vale la pena se quello che ho in cambio è comunque la possibilità di trascorrere una giornata con persone a cui voglio bene e con cui sto bene. Se non ti scoccia, anonimo(a), te la faccio anch’io una domanda: cosa ti fa pensare che per le altre persone il tuo equilibrio alimentare sia da crisi nervosa???????? Per quanto riguarda la mia famiglia, i miei genitori erano molto più sull’orlo di una crisi di nervi quando, nei natali peggiori della bulimia, mi abbuffavo di pandoro per poi andare a vomitarlo. Adesso che seguo la “dieta” che mi ha dato la nutrizionista, e che mangio anche il pandoro senza esagerare e senza ricorrere al vomito auto-indotto, sono molto più sereni. E poi, come qualche Natale fa mi disse mia mamma, loro sono così contenti di passare tutti insieme la giornata di Natale, che quello che mangio, se seguo la mia “dieta”, passa neanche in secondo piano, ma proprio in ultimo piano; ed io penso che mia mamma avesse ragione: perché quando stai con le persone cui vuoi bene, è il regalo più bello, e anzi se a quelle persone spieghi le tue difficoltà alimentari ed in qualche modo ti possono aiutare, sono più che felici di farlo, te lo dico per esperienza; sono moltissimo più in crisi quando ti vedono digiunare o abbuffarti, e non sanno cosa possono fare per te, si sentono impotenti: questa è l’unica vera cosa che manda in crisi di nervi, a quel che ho visto. Per il resto, che riuscire seguire un piano alimentare non sia sinonimo di guarigione è verissimo, e solo chi pensa che un dca sia una malattia puramente fisica potrebbe pensarla diversamente: ma nessuno infatti qui parla di guarire e vivere senza dca, si parla solo di riuscire a vivere al meglio nonostante il dca, e io credo che passare il periodo delle feste di Natale accanto ai propri affetti sia una delle cose che possa aiutarci a vivere al meglio.
Mi dispiace molto di leggere che hai alle spalle ben venti anni di malattia, e ti auguro che stai facendo (o comunque di intraprendere) un percorso che ti poterà un domani, a stare meglio.
Un abbraccione!!!!!!!!!!
Ad anonima:
Hai fatto la scoperta dell’acqua calda, geniaccio, perdonerai se evito la fatica di un applauso. Se qualcuno crede ancora che la guarigione da un disturbo alimentare si realizzi quando ci si alimenta seguendo uno schema alimentare o quando si è raggiunto un certo peso, è un decerebrato che non ha capito una sega di ‘ste malattie, ma che in compenso è un professionista nel farsi abbindolare da cagate stampo televisivo di questo tipo.
Ma certo, non prendiamoci per il culo: in maniera più o meno marcata, mangiare quella cazzo di fetta di torta dà ansia a tutte. Questo non cambia, perché anch’io penso che dall’anoressia non se ne esce mai totalmente. Ma questo non significa neanche che debba rimanere sempre tutto uguale.
Sai cosa cambia? Cambia quello che tu decidi di fare con quella cazzo di ansia. Se la vuoi affrontare o far stagnare. Certo è che se la tua scelta è quella di chiuderti in casa evitando sistematicamente ogni qualsiasi situazione che possa farti uscire anche solo di un millimetro dal tuo binario – o meglio, dal binario dell’anoressia, ed adducendo come scusa che sono gli altri che potrebbero essere messi in difficoltà dal tuo comportamento alimentare, mentre tu povera stellina faresti di tutto per non creargli fastidi, nessun dubbio che dopo 20 anni stai ancora al punto di partenza: sei tu che scegli di non schiodarti.
[Per inciso: non che io abbia fatto chissà quali passi avanti, anche perché da persona fondamentalmente incoerente quale sono cerco di tener testa all’anoressia un giorno sì e uno no. Ma per lo meno non mi prendo per il culo dicendo che lo faccio per gli altri. Qualsiasi cagata faccia, è solo per me. E così qualsiasi progresso.]
Fortunatamente ora non ho questo problema, però credo che questo post possa valere per tutti i momenti di crisi con il dca e di certo, per chi si trova ad avere a che fare questo natale con il dca, questi consigli possono tornare molto utili! E' molto importante secondo me sapere che ci possano essere delle cose che possono aiutare, perchè si sa come il dca ti mandi in palla, soprattutto magari con l'ansia situazionale data dalle tante persone e pressioni attorno e, conseguentemente, le innumerevoli aspettative che ributtiamo su noi stesse!
Sono tutti molto utili e belli, credo non ce ne sia uno migliore valgono tutti allo stesso modo e possono aiutare..il num 10 mi è piaciuto tantissimo perchè credo che in genere la flessibilità in un dca nel momento di mangiare e in generale anche per come si affrontano le cose (cioè la mentalità rigida su varie cose..) sia una delle cose più difficili di applicare. Ci si arrabbia o dispera se non si mangia un TOT, e questo può influire sulla lotta. Per cui auguro a tutte di non disperarsi se per caso non si riesce a seguire il piano alimentare alla lettera o se si sgarra con qualche cibo o se si hanno dei pensieri riconducibili al dca..Piuttosto di focalizzarsi su altro e avere pazienza con noi stesse, godersi l'amore dei propri cari e l'atmosfera..perchè tutto ciò è molto più importante dei pensieri del Dca. Può essere difficile ma contare su una rete di supporto e di auto aiuto può aiutare..io, personalmente, ho sempre fatto esasperare tutti riguardo ai miei comportamenti per cui non avevo qualcuno a cui affidarmi in un momento cosi e dirgli cosi apertamente i miei pensieri o paure sul cibo però nonostante questo ho sempre saputo e sentito (anche attraverso la preoccupazione, (che a volte può infastidirci perchè ci sentiamo ostacolate o presssate) che le persone intorno a me volevano solo il mio bene e soprattutto mi VOGLIONO BENE e vogliono che io sia felice..e questo conta molto nella lotta.
Poi sono d'accordo con Wolfie, la cosa più bella è essere circondati dalle persone a cui si vuole bene, per cui magari se ci concentriamo su questo possiamo almeno un pochino far passare in secondo piano tutte le ossessioni e tutta la nostra persona ne gioverà ed è vero che i nostri cari si esasperano soprattutto quando si sentono impotenti e sentono di non poter fare nulla per noi..mentre invece magari anche standoci accanto fanno molto anche se non ce ne accorgiamo. Per cui non abbiate timore di chiedere tutto il supporto necessario, siamo umani ed è normale avere paura nei momenti difficili ma potete fare fronte anche a questo Natale!
Vi auguro delle bellissime feste!!Buon Natale Veggie e grazie per i consigli!!!
Un abbraccio
@ ButterflyAnna – Grazie Anna!... Grazie per quello che hai scritto a proposito del mio post, e soprattutto grazie per la tua preziosissima aggiunta!... E per la tua ondata di positività, naturalmente!... Ti abbraccio…
@ Euridice – Grazie mille, cara!... Quello che hai scritto a proposito del fatto che saltare i pasti fa abituare ulteriormente il corpo ad abbassare il metabolismo è assolutamente vero… proprio per questo occorrerebbe cercare di mettercela tutta per non incorrere in quest’errore, nel momento in cui vi è la consapevolezza che è tale… o, quantomeno, cercare di fare del proprio meglio, si capisce… Ti comprendo bene quando dici che sei fissata con i piani, perché anch’io sono una professionista della programmazione (e non mi riferisco a quella informatica, purtroppo…), per cui, partendo da quest’esperienza condivisa, ti posso dire che per riuscire a vivere le cose con un po’ più di serenità non bisogna smettere di fare programmi e di pianificare le cose affidandosi all’istinto, perché credo che una mossa del genere farebbe solo aumentare ulteriormente l’ansia… bisogna però cercare di elaborare dei programmi che abbiano già insita in se stessi una certa flessibilità, così da non metterci troppo in difficoltà, emotivamente parlando, se non li rispettiamo…
@ Wolfie – Li aspettavi, ed infatti sono arrivati… Mi fa piacere leggere che adesso per te il periodo delle feste natalizie rappresenta, tutto sommato, un periodo tranquillo… e spero pertanto che tu abbia il meno bisogno possibile di seguire gli spunti elencati in questo post, e riuscire a mantenere il tuo assetto positivo quanto più possibile… Ma, in ogni caso, un wayout non fa mai male, no?!... ^__- Buone feste anche a te!...
P.S.= Grazie per la risposta che ha lasciato alla commentatrice anonima!...
@ Ilaria – Quel “raramente” tra parentesi mi piace molto!... ^__^ E spero che da ora in poi sia sempre più raramente!... Magari a cominciare proprio da queste festività… Che poi, se riesci ad alimentarti in maniera regolare anche per le feste, seguendo il tuo regime alimentare personalizzato, scongiuri anche l’eventualità che ti venga la tentazione di, quindi sarebbe la cosa con cui veramente vai più sul sicuro… In quanto al discorso del ringraziare, io non vorrei essere generalista, perché se si comincia a pensare in termini di “scala di dolore” ci si immette in un vicolo cieco, in quanto io credo che quando si sta male, si sta male e basta, senza classifica a punti… quindi, non dico che bisogna guardare chi obiettivamente potrebbe stare peggio, perché anche la sofferenza interiore non vale di meno… però, sono d’accordo con te in merito all’importanza di cercare di trarre il meglio da quello che si vive… anche in questo periodo natalizio. Un abbraccio forte, e buone feste anche a te!...
P.S.= Grazie per le bellissime parole che hai rivolto alla commentatrice anonima!... Per inciso, non ci vedo assolutamente nessuna offesa: hai espresso la tua opinione in maniera educata, e qui sei liberissima di farlo.
@ Vele/Ivy – Così come il Natale è una tradizione… vorrà dire che lo diventeranno anche i miei consigli!... ^^” Scherzi a parte, grazie mille per le tue parole…!
@ Anonima (16 Dicembre 2014, ore 10.36) – Le persone affette da DCA, a mio parere, devono trascorrere il Natale come gli pare e piace. Vogliono rimanere da sole, nella consapevolezza che la stanno dando vinta alla malattia? Se questo è veramente ciò che vogliono, allora va bene. Vogliono trascorrere il Natale in compagnia di familiari/parenti/amici cercando una rete di supporto psicologico per affrontare questo periodo festivo difficile? Se questo è veramente ciò che vogliono, allora va bene. Non è la malattia che ci definisce e ci impone determinate cose, siamo sempre noi come singoli individui che scegliamo cosa fare, in ogni occasione della nostra vita. In quanto agli altri… sono infastiditi/nevrotizzati dal modo in cui mangiamo seguendo l’ “equilibrio alimentare”? Ma questo è un problema loro, non certo nostro. Se noi siamo consapevoli che seguire l’ “equilibrio alimentare” è la cosa giusta da fare perché ci consente di alimentarci in maniera salutare ed equilibrata, senza ripercussioni psicologiche, perché dovremmo preoccuparci di cosa ne pensano gli altri? Stiamo facendo la cosa giusta per noi stesse – tanto basta. Se questo crea un problema agli altri… è un problema altrui, appunto: che se lo risolvano. Proprio come noi ci stiamo impegnando per tenere a bada quanto più possibile il DCA anche nel periodo festivo. Se ad una persona fa piacere passare il Natale in compagnia di familiari/amici, ma per farlo stando tranquilla ha bisogno di mangiare seguendo l’ “equilibrio alimentare”, non capisco perché le 2 cose non dovrebbero convivere, anzi… il cercare di farle convivere mi sembra la scelta più sana che si possa fare. Passando alla tua domanda… Personalmente a Natale lavoro h24, e sarà tanto se mi ritaglio 20 minuti al volo per un pranzo e una cena nel cucinino del Pronto Soccorso… Però, parlando naturalmente più in generale, posso dirti che io a merenda mangio quasi sempre il gelato, come previsto dal mio “equilibrio alimentare”: i dolci (o qualsiasi altro tipo di cibo), nel momento in cui sono previsti dal mio schema, non mi danno alcun problema. Certo, a volte mi capita di mangiare fuori (giusto per fare un esempio, le pizzate con i miei colleghi/amici del karate), però poiché si tratta di eventi sporadici, non mi creano problemi: so benissimo che, ora che il mio corpo è sano e il mio metabolismo lavora a regime, qualsiasi sgarro in eccesso o in difetto, se isolato, non si ripercuoterà in nessun modo sul mio fisico, poiché il mio corpo tende a conservare la sua omeostasi nel mio Set-Point di peso corporeo fisiologico cui adesso mi trovo. Non mangerei fuori per settimane e settimane di fila, questo no, lo ammetto senza problemi, ma non vedo neanche il motivo per cui dovrei farlo: ho raggiunto un equilibrio sotto ogni punto di vista, perché mai dovrei cercare di romperlo, dal momento che è un equilibrio sano? Continuo a seguire il mio schema, che è quello che mi ha fatto arrivare fin qui, ed è ciò che mi permette di sentirmi/stare bene. Ergo, tornando a monte, ovvero alla tua domanda, la mia personale risposta è: ora come ora non ho alcun problema a mangiare una fetta di dolce (a Natale o in qualsiasi altra occasione) extra-“equilibrio alimentare” se si tratta di un evento singolo e sporadico. Avrei effettivamente problemi se dovessi mangiare quella fetta di dolce extra-“equilibrio alimentare” per settimane continuativamente a tutti i pasti. Ma se puta caso avessi voglia di farlo, chiederei alla dietista che mi segue di modificare il mio “equilibrio alimentare” affinché esso possa rimanere bilanciato sulle mie esigenze contemplando una fetta di torta tutti i giorni a pranzo e cena.
(continua...)
(...continua)
Sono pienamente d’accordo con te quando scrivi che da un DCA non si guarisce, intendendo la guarigione nel senso medico canonico del termine (e chi crede che la guarigione coincida col riprendere al alimentarsi normalmente, bè, come ho già scritto altre millemila volte è sicuramente una persona che non ha mai vissuto sulla propria pelle un DCA, e che si è lasciato abbindolare dai soliti luoghi comuni)… però ci si può dar da fare per andare incontro a remissioni più o meno durature, che permettano di avere un’ottima qualità della vita… nonostante la consapevolezza di dover tenere la guardia alta, perché la malattia sta sempre in un angolino della nostra mente, e può tornare fuori nei momenti di maggiore difficoltà e stress… ma senza per questo essere più soggiogate h24 dalla malattia. Perché il punto, secondo me, non è aspettare di non avere ansia nel fare una determinata cosa. Ad aspettare, si può aspettare una vita, e niente cambia. Il punto è fare qualcosa nonostante l’ansia. Perché è solo così che possiamo sperare di rompere gli schemi malati e cambiare qualcosa.
(Tutto quanto scritto è ovviamente la mia mera opinione ed esperienza personale… nessuna pretesa di verità assoluta, altro ci mancherebbe…)
P.S.= Mi unisco all’incoraggiamento che ti hanno scritto Ilaria e Wolfie nelle loro postille… Personalmente, l’anoressia ha esordito circa 15 anni fa… ma adesso sto vivendo un periodo di remissione da circa 6 anni, e sono faticosamente riuscita ad arrivare ad avere una vita di qualità davvero buona.. che è quello che auguro anche a te, di tutto cuore.
@ Jonny – Grazie per aver espresso la tua opinione…
@ PrettyLittleGirl – Non sai quanto mi fa piacere leggere che non hai questo problema!... Sono d’accordo con te su quanto scrivi a proposito del punto n°10… anche perché io sono una persona veramente rigida, caratterialmente parlando, al di là dell’anoressia in sé… quindi quel punto l’ho scritto anche e soprattutto per me stessa… Così come sono d’accordo sull’importanza di focalizzarci su ciò che esula dal mero DCA, mettendo più l’accento sulle persone che ci stanno vicino, e su come possiamo impiegare costruttivamente la giornata… Grazie per le tue parole…!
Questi punti sono tutti molto validi! non posso far altro che condividerli... purtroppo le festività sono momenti difficili da affrontare sia come emozioni che come alimentazione... sicuramente avere qualcuno accanto a noi pronto a sostenerci è un grande aiuto.
A differenza di altri anni, ho deciso che per questo Natale non mi fascio la testa prima che sia rotta, cioè il 25 prenderò le mie decisioni riguardanti il mio pranzo di Natale e le persone con cui condividerlo; non faccio progetti prima e non cerco di imaagnare come sarà, perchè sono tipica a costruire castelli in aria!
provo così...
un abbraccio
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