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venerdì 18 ottobre 2013
Il NEDIC l'ha toppata di brutto
Il “National Eating Disorders Information Centre” (“NEDIC”) del Canada, ha recentemente prodotto un poster per la sua nuova campagna nazionale d’informazione sui DCA. Mi riferisco a questo:
Dettaglio di una fotografia tratta da: https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10151610273296861&set=a.436431326860.223788.267097966860&type=1&theater
Hmmmm… c-cosa??
A parte il fatto che quel disegnino col cuore fa sembrare i DCA come una sciocca cottarella tra adolescenti, è semplicemente… Io non… MA CHE DIAMINE STAVANO PENSANDO QUANDO HANNO FATTO UNA COSA DEL GENERE??
Il NEDIC afferma che l’obiettivo di questa campagna è far sì che le persone parlino di DCA. Bè, okay… ma a me sembra che il target di questo poster non sia rappresentato dalle persone che già sanno di avere un DCA, e magari stanno pure tentando di combatterlo. Piuttosto, mi sembra che il target di questo poster sia la gente in generale, e coloro che hanno qualche difficoltà con l’alimentazione, ma non un disturbo alimentare vero e proprio.
Dunque, per prima cosa, se vuoi che le persone ne parlino, cerca di fare in modo che parlino delle cose giuste. Che parlino della vera matrice mentale del DCA, non delle solite due cavolatine sull’alimentazione, che ne rappresentano la parte più superficiale, la punta dell’ice-berg, continuando ad ignorare le ben più gravi problematiche che hanno portato allo sviluppo del DCA stesso.
In secondo luogo, per voler essere proprio materialista e terra-terra, le persone con un DCA sono coloro che fanno lavorare il NEDIC. E prenderle in giro con un poster del genere che non rappresenta niente di quello che è veramente un DCA, mi sembra come minimo scorretto. Un’idea tutt’altro che geniale, insomma.
Cose del genere mi fanno veramente storcere il naso. Esattamente come, a suo tempo, mi fece storcere il naso il poster realizzato dal fotografo Olivero Toscani con la collaborazione della modella – purtroppo attualmente deceduta – Isabelle Caro. Immagino lo conosciate tutte, comunque mi riferisco a questo:
Immagine tratta dal sito: www.giornalettismo.com
Ora, la domanda che mi (vi) faccio è: cosa suscita nell’osservatore la visione di questo poster? Se provo a mettermi nei panni di una persona qualsiasi che non ha mai avuto un DCA e che si trova posta di fronte a quest’immagine, io credo che le prime impressioni suscitate siano pena, ribrezzo ed indifferenza.
Questo poster, a suo modo, realizza quello che io definisco l’ “Effetto Biafra”.
Pensate alle fotografie sui volantini per la richiesta di offerte per le popolazioni africane povere: mostrano quasi sempre un bambinetto/a pelle e ossa, che regge l’anima con i denti, con gli zigomi sporgenti e gli occhi enormi, e lo sguardo perso nel vuoto e colmo di tristezza.
Quali emozioni risveglia una fotografia di questo tipo?
Pena, ribrezzo ed indifferenza, a mio avviso.
Le persone più sensibili che si commuovono facilmente di fronte alle disgrazie, provando pena per quei poveri bambini decidono pure di spedire qualche euro al conto corrente indicato. Chi invece si limita al ribrezzo e/o all’indifferenza, straccerà il volantino e lo getterà nella raccolta differenziata della carta.
Okay, ammetto che nel caso di questo poster la situazione è un po’ diversa. Però, data l’immagine, io credo che la prima reazione dell’ “italiano medio”, che non ha mai avuto a che fare con i DCA, e che non sia neanche una persona particolarmente sensibile ed empatica, sia quella di pensare: “Ecco un’altra ragazzetta viziata con la fissa della dieta perché vuole somigliare alle modelle! Beata lei che ha tutto dalla vita e può concedersi di sprecarla dietro queste stupidaggini, si vede che a differenza di me non ha mai avuto problemi di cassa integrazione!”
E dunque ecco che si rimane nella più mera superficialità. Lo stereotipo (falso!!) dell'anoressia per antonomasia.
Quando questo poster di Oliviero Toscani venne alla ribalta, per un certo periodo di tempo ne è stato parlato tantissimo, sia in TV, che sui giornali, che su Internet. È stato un qualcosa che ha suscitato un discreto clamore mediatico, un argomento su cui un sacco di gente voleva esporre la propria opinione.
Ma, guarda caso, la maggior parte di questa gente era rappresentata da persone che non avevano mai vissuto un DCA, che neanche conoscevano persone con un DCA, e che quindi parlavano giusto per sentito dire alla lontana. Tante discussioni, insomma, ma giusto per discutere, fini a se stesse, buone solo ad alzare un bel polverone. Scommetto che se avesse voluto parlare una ragazza effettivamente affetta da un disturbo alimentare, l’avrebbero subito tacitata o esaurita in pochi minuti, perché la realtà della malattia implica meccanismi mentali complessi, che se narrati a parole non colpiscono in maniera immediata come un’immagine, e che quindi non fanno audience perché non attirano l’attenzione degli ebeti di turno.
A dimostrazione di ciò che sto scrivendo, pensate al fatto che le rare volte che in TV si parla di disturbi alimentari, viene spesso fuori l’anoressia, e molto più raramente la bulimia. Perché succede questo? Perché le televisioni mostrano immagini di ragazze con l’anoressia ma non quelle di persone con la bulimia? Ragazze, qui secondo me è perché si torna all’ “Effetto Biafra”. Il corpo di una ragazza con bulimia, per quel che ho potuto vedere conoscendo persone con questa patologia, è tutto sommato un corpo normopeso, che non colpisce. Viceversa, vedere l’immagine di una ragazza nel periodo peggiore dell’anoressia, quando è estremamente emaciata, genera un grosso impatto che incolla la gente al televisore. Ed è questo che ai mass-media importa, non la malattia in sé.
Allora, non raccontatemi cavolate sul fatto che poster come quello del NEDIC o quello di Oliviero Toscani hanno come finalità solo quella di far discutere dei DCA, perché mi sembra un po’ una presa per i fondelli.
A cosa diamine serve attirare l’attenzione sempre e solo sulla fisicità, sull’apparenza? Soltanto a confermare il falso luogo comune che i disturbi alimentari siano effettivamente malattie centrate unicamente sull’erroneo rapporto col cibo e col peso, e dunque che basti riacquisire un peso decente per essere guarite definitivamente. Ma tutta questa gente che si concentra solo sull’esteriorità, ha mai provato a permeare un po’ più sotto alla superficie? Oppure si ferma ad osservare un corpo emaciato, scavato, con un senso di fascino dell’orrido pari a quello che durante un incidente per strada ti fa fermare per vedere se qualcuno c’è rimasto secco?!
Nell’anoressia l’esteriorità è così peculiare che la stragrande maggioranza della gente si ferma lì. Guarda le ossa, le forme che spariscono, il volto tirato… che è esattamente quello che si guarda nella fotografia di Isabelle Caro. E, così facendo, non si va oltre.
Purtroppo è parte della natura umana il vedere qualcosa di palesemente anomalo, rimanere lì per qualche minuto a fissarlo con aria shockata, dopodiché voltare le spalle e continuare a pensare agli affari propri.
Con poster come quello di Oliviero Toscani e quello del NEDIC, a mio avviso, non si aiutano affatto le persone malate, ma si fanno soldi sfruttando la curiosità morbosa ma superficiale propria della natura umana e, alla fine, più che parlare della malattia si fa parlare di coloro che hanno realizzato simili poster.
Quest’impostazione, io la trovo completamente sbagliata. E mi stupisce il fatto che persino un ente come il NEDIC, che dovrebbe conoscere benissimo la problematica, si fermi a fare un poster del genere che ti fa solo cascare le p…braccia.
Voi cosa ne pensate del poster del NEDIC? Fatemelo sapere nei commenti, se vi va.
Dettaglio di una fotografia tratta da: https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10151610273296861&set=a.436431326860.223788.267097966860&type=1&theater
Hmmmm… c-cosa??
A parte il fatto che quel disegnino col cuore fa sembrare i DCA come una sciocca cottarella tra adolescenti, è semplicemente… Io non… MA CHE DIAMINE STAVANO PENSANDO QUANDO HANNO FATTO UNA COSA DEL GENERE??
Il NEDIC afferma che l’obiettivo di questa campagna è far sì che le persone parlino di DCA. Bè, okay… ma a me sembra che il target di questo poster non sia rappresentato dalle persone che già sanno di avere un DCA, e magari stanno pure tentando di combatterlo. Piuttosto, mi sembra che il target di questo poster sia la gente in generale, e coloro che hanno qualche difficoltà con l’alimentazione, ma non un disturbo alimentare vero e proprio.
Dunque, per prima cosa, se vuoi che le persone ne parlino, cerca di fare in modo che parlino delle cose giuste. Che parlino della vera matrice mentale del DCA, non delle solite due cavolatine sull’alimentazione, che ne rappresentano la parte più superficiale, la punta dell’ice-berg, continuando ad ignorare le ben più gravi problematiche che hanno portato allo sviluppo del DCA stesso.
In secondo luogo, per voler essere proprio materialista e terra-terra, le persone con un DCA sono coloro che fanno lavorare il NEDIC. E prenderle in giro con un poster del genere che non rappresenta niente di quello che è veramente un DCA, mi sembra come minimo scorretto. Un’idea tutt’altro che geniale, insomma.
Cose del genere mi fanno veramente storcere il naso. Esattamente come, a suo tempo, mi fece storcere il naso il poster realizzato dal fotografo Olivero Toscani con la collaborazione della modella – purtroppo attualmente deceduta – Isabelle Caro. Immagino lo conosciate tutte, comunque mi riferisco a questo:
Immagine tratta dal sito: www.giornalettismo.com
Ora, la domanda che mi (vi) faccio è: cosa suscita nell’osservatore la visione di questo poster? Se provo a mettermi nei panni di una persona qualsiasi che non ha mai avuto un DCA e che si trova posta di fronte a quest’immagine, io credo che le prime impressioni suscitate siano pena, ribrezzo ed indifferenza.
Questo poster, a suo modo, realizza quello che io definisco l’ “Effetto Biafra”.
Pensate alle fotografie sui volantini per la richiesta di offerte per le popolazioni africane povere: mostrano quasi sempre un bambinetto/a pelle e ossa, che regge l’anima con i denti, con gli zigomi sporgenti e gli occhi enormi, e lo sguardo perso nel vuoto e colmo di tristezza.
Quali emozioni risveglia una fotografia di questo tipo?
Pena, ribrezzo ed indifferenza, a mio avviso.
Le persone più sensibili che si commuovono facilmente di fronte alle disgrazie, provando pena per quei poveri bambini decidono pure di spedire qualche euro al conto corrente indicato. Chi invece si limita al ribrezzo e/o all’indifferenza, straccerà il volantino e lo getterà nella raccolta differenziata della carta.
Okay, ammetto che nel caso di questo poster la situazione è un po’ diversa. Però, data l’immagine, io credo che la prima reazione dell’ “italiano medio”, che non ha mai avuto a che fare con i DCA, e che non sia neanche una persona particolarmente sensibile ed empatica, sia quella di pensare: “Ecco un’altra ragazzetta viziata con la fissa della dieta perché vuole somigliare alle modelle! Beata lei che ha tutto dalla vita e può concedersi di sprecarla dietro queste stupidaggini, si vede che a differenza di me non ha mai avuto problemi di cassa integrazione!”
E dunque ecco che si rimane nella più mera superficialità. Lo stereotipo (falso!!) dell'anoressia per antonomasia.
Quando questo poster di Oliviero Toscani venne alla ribalta, per un certo periodo di tempo ne è stato parlato tantissimo, sia in TV, che sui giornali, che su Internet. È stato un qualcosa che ha suscitato un discreto clamore mediatico, un argomento su cui un sacco di gente voleva esporre la propria opinione.
Ma, guarda caso, la maggior parte di questa gente era rappresentata da persone che non avevano mai vissuto un DCA, che neanche conoscevano persone con un DCA, e che quindi parlavano giusto per sentito dire alla lontana. Tante discussioni, insomma, ma giusto per discutere, fini a se stesse, buone solo ad alzare un bel polverone. Scommetto che se avesse voluto parlare una ragazza effettivamente affetta da un disturbo alimentare, l’avrebbero subito tacitata o esaurita in pochi minuti, perché la realtà della malattia implica meccanismi mentali complessi, che se narrati a parole non colpiscono in maniera immediata come un’immagine, e che quindi non fanno audience perché non attirano l’attenzione degli ebeti di turno.
A dimostrazione di ciò che sto scrivendo, pensate al fatto che le rare volte che in TV si parla di disturbi alimentari, viene spesso fuori l’anoressia, e molto più raramente la bulimia. Perché succede questo? Perché le televisioni mostrano immagini di ragazze con l’anoressia ma non quelle di persone con la bulimia? Ragazze, qui secondo me è perché si torna all’ “Effetto Biafra”. Il corpo di una ragazza con bulimia, per quel che ho potuto vedere conoscendo persone con questa patologia, è tutto sommato un corpo normopeso, che non colpisce. Viceversa, vedere l’immagine di una ragazza nel periodo peggiore dell’anoressia, quando è estremamente emaciata, genera un grosso impatto che incolla la gente al televisore. Ed è questo che ai mass-media importa, non la malattia in sé.
Allora, non raccontatemi cavolate sul fatto che poster come quello del NEDIC o quello di Oliviero Toscani hanno come finalità solo quella di far discutere dei DCA, perché mi sembra un po’ una presa per i fondelli.
A cosa diamine serve attirare l’attenzione sempre e solo sulla fisicità, sull’apparenza? Soltanto a confermare il falso luogo comune che i disturbi alimentari siano effettivamente malattie centrate unicamente sull’erroneo rapporto col cibo e col peso, e dunque che basti riacquisire un peso decente per essere guarite definitivamente. Ma tutta questa gente che si concentra solo sull’esteriorità, ha mai provato a permeare un po’ più sotto alla superficie? Oppure si ferma ad osservare un corpo emaciato, scavato, con un senso di fascino dell’orrido pari a quello che durante un incidente per strada ti fa fermare per vedere se qualcuno c’è rimasto secco?!
Nell’anoressia l’esteriorità è così peculiare che la stragrande maggioranza della gente si ferma lì. Guarda le ossa, le forme che spariscono, il volto tirato… che è esattamente quello che si guarda nella fotografia di Isabelle Caro. E, così facendo, non si va oltre.
Purtroppo è parte della natura umana il vedere qualcosa di palesemente anomalo, rimanere lì per qualche minuto a fissarlo con aria shockata, dopodiché voltare le spalle e continuare a pensare agli affari propri.
Con poster come quello di Oliviero Toscani e quello del NEDIC, a mio avviso, non si aiutano affatto le persone malate, ma si fanno soldi sfruttando la curiosità morbosa ma superficiale propria della natura umana e, alla fine, più che parlare della malattia si fa parlare di coloro che hanno realizzato simili poster.
Quest’impostazione, io la trovo completamente sbagliata. E mi stupisce il fatto che persino un ente come il NEDIC, che dovrebbe conoscere benissimo la problematica, si fermi a fare un poster del genere che ti fa solo cascare le p…braccia.
Voi cosa ne pensate del poster del NEDIC? Fatemelo sapere nei commenti, se vi va.
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