Come gli alchimisti trasformavano il ferro in oro… voi potete trasformare l’oscurità in luce. Siete tutte benvenute.
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venerdì 31 ottobre 2014

La ricetta della positività

Essere positivi è un’arte.” (cit.) dice qualcuno. Io invece credo che la positività, un’arma estremamente importante quando si decide di combattere contro l’anoressia, non sia un qualcosa che cade dal cielo, e che viceversa sia necessario imparare ad essere positive. A volte, guardandosi intorno, può sembrare che ci siano delle persone che sono spontaneamente dei veri e propri artisti della positività, sanno affrontare tutte le sfide con un sorriso, e rendono la loro vita serena, ottimistica, e persino un po’ magica. Sono le persone di cui tutti vorrebbero circondarsi, che emanano una luce che attira gli altri come falene, che rappresentano una fonte di ispirazione. Magari in questo momento avete vicino a voi qualche persona del genere, e gli volete bene, e siete curiose di capire come riescono a vivere la loro vita, e forse talvolta cercate anche di essere come loro.

Bè, io credo che la positività sia un gioco aperto a tutti. Non è riservato ad un ristretto manipolo di persone, anzi, io penso che la tela per l’arte della positività sia rappresentata dal mondo intero, e che dunque chiunque possa fruirne, a maggior ragione se si sta cercando di tenere testa all’anoressia. Per trovare la positività occorre cominciare a cercare dentro di noi, per poi portare quello che troviamo verso l’esterno… e ci accorgeremmo che, in realtà, non è esattamente un gioco da ragazzi. Io credo che la positività sia come una ricetta che contempla:

Un pizzico di elasticità mentale 
Una manciata di fiducia in se stesse 
Un bel po’ di auto-ironia 
Una goccia di accettazione 
Un sacco di occhi nuovi con cui guardare le stesse cose 
Un cucchiaio di determinazione 
Gratitudine q.b. 

Quando si segue la ricetta della felicità, si produce una monoporzione: cibo per noi stesse, e solo per noi stesse. Ma se si tiene fede al programma dell’intero pasto, possiamo essere in grado di alimentare anche gli altri.

Splittiamo dunque la ricetta nei suoi singoli ingredienti.

Un pizzico di elasticità mentale” è il primo ingrediente perché senza di esso finiremmo inevitabilmente per essere giudicanti, o comunque prive di empatia. Anche se l’elasticità mentale può sembrare non correlata alla positività necessaria per combattere l’anoressia, io credo che sia uno dei componenti-chiave. Ritengo sia impossibile avere una visione positiva del mondo e delle persone che ci circondano senza quel pizzico di elasticità mentale. Pensate a chi non ha vissuto un DCA sulla propria pelle: guardandoci potrebbe pensare che siamo solo delle ragazzine superficiali che vogliono dimagrire per fare le modelle. Una visione di questo tipo, rigidamente aggrappata a falsi stereotipi, senza il benché minimo accenno di elasticità mentale, fa sì che le persone saltino a conclusioni affrettate, e che se la prendano con noi senza neanche un briciolo di positività. Possono riversarci addosso miriadi di falsi luoghi comuni sull’anoressia, fare commenti inappropriati, scaricare su di noi la loro frustrazione di fronte a un qualcosa che non capiscono… e di tutto ciò ne risentiamo negativamente anche noi, che accumuliamo rabbia e sentimenti negativi verso chi si comporta così.

Però, metteteci dentro un pizzico di elasticità mentale, e vedrete quando meno influente sarà sul vostro umore l’opinione che la gente ha sui DCA, e i commenti che ricevete. Se vi fermate a mettere in atto l’elasticità mentale necessaria per pensarci, infatti, vi renderete conto che chi dice cose del genere parla per cliché, non ha alcuna esperienza diretta e dunque, in sostanza, non sa cosa sta dicendo. E chi parla per sentito dire, necessariamente è di una superficialità estrema. Per cui, quanto può buttarvi davvero giù il commento di una persona che parla perché ha la bocca, ma non sa niente? E lo stesso vale per la frustrazione altrui. Forse coloro che vi si rivolgono scortesemente e fanno commenti impropri sul vostro DCA stanno vivendo una giornataccia. Magari hanno avuto problemi sul lavoro, o non hanno proprio un lavoro. Magari hanno qualcuno che sta male in famiglia. Magari hanno litigato con un caro amico. Magari hanno perso una competizione sportiva. Magari sono bocciati ad un esame universitario, o hanno preso un brutto voto ad un compito in classe. Queste persone saranno comunque scortesi con voi, e vi faranno dei commenti sgradevoli, ma un pizzico di elasticità mentale cambia VOI, ragazze, non queste persone. Quando c’è l’elasticità mentale di comprendere che dietro ad un luogo comunque che vi viene sbattuto addosso o dietro ad un commento inappropriato c’è superficialità, ignoranza, o problemi personali, si smette di dare tanto peso a determinate parole, e così non si lascia spazio alla negatività che quelle parole potrebbero ingenerare. Rimane la positività. E, se siete fortunate, la vostra positività potrebbe anche trasmettersi alla persona che vi ha giudicate con superficialità.

Una manciata di fiducia in se stesse” è il secondo ingrediente, perché credere nelle proprie capacità è il modo migliore per trovare il coraggio di iniziare a fare le cose, di iniziare a combattere contro l’anoressia, e di proseguire conseguendo pregevoli risultati. La fiducia in se stesse rende l’impasto più forte, perché non importa se nella vita ci si pongono di fronte delle difficoltà: se abbiamo fiducia in noi stesse, possiamo superarle mantenendo la positività. Pensateci: se la fiducia in sé non esistesse nella ricetta, tutte le difficoltà che inevitabilmente si presentano nel corso della vita finirebbero per sommergerci, e la negatività regnerebbe sovrana.

Un bel po’ di auto-ironia” è il terzo ingrediente, perché se non riuscite a sorridere di voi stesse la positività non può attecchire. Gli artisti della positività lo sanno: per loro tutto è divertente. Può essere divertente svegliarsi la mattina e pensare alla giornata che stiamo per affrontare, possiamo trovare il lato divertente in tantissime piccole cose, e il divertimento rappresenta una grade sorgente di positività. La capacità di fare auto-ironia non è un qualcosa di superficiale, ma scava molto a fondo dentro di noi. Ci insegna che la vita non è meramente un gioco cui giocare, ma un regalo da assaporare a fondo.

L’auto-ironia è quello che ci fa sorridere anche quando apparentemente non c’è proprio niente di cui sorridere. La vita non è un qualcosa che va tollerato, è un qualcosa di cui va goduto. Non sarà mai tutto rose e fiori, momenti difficili accadranno e non potremo farci niente, ma l’ironia rimarrà sempre lì, pronta a togliere il pungiglione che sta iniettando veleno. Talvolta dobbiamo solo cercarla. L’ironia, il divertimento non sono semplicemente un qualcosa che si apprezza all’esterno, ma stanno anche dentro di noi. Le cose spiacevoli che ci succedono nella vita possono provocarci una di queste 3 reazioni: sconvolgerci lasciandoci impotenti, affogarci nella negatività e nell’autocommiserazione, o cercare il lato ironico della situazione. Solo coloro che hanno la terza reazione scelgono di mantenere una visione positiva, per cui la positività è un’arte che può risollevare anche nei momenti più difficili – risollevare voi stesse in prima battuta, e magari anche qualcun altro. Citando: “Il domani può arrecare dolore, ma non può rubare la tua gioia”. Si tratta di trovare le rose che crescono dal letame, anche quando quel letame sembra solo merda.

Una goccia di accettazione” è l’ingrediente successivo, e non può essere sostituito. Penso che vada a braccetto con l’auto-ironia, peraltro. Riuscire ad ironizzare su tutto è una gran cosa, in teoria, ma tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare. E, allora, ecco che arriva l’accettazione a giocare la sua parte. Per poter vivere con positività, occorre accettare il fatto che, a differenza di quanto l’anoressia vorrebbe farci credere, non possiamo controllare i tornadi che si abbattono nella nostra vita. Spesso e volentieri, non possiamo neanche prevenirli. Di conseguenza, non possiamo essere preparate ad affrontarli. Accettare che i momenti difficili esistono significa non focalizzarsi sulla loro negatività e cercare ogni risorsa possibile per superarli ed andare avanti. L’accettazione è quel che aiuta ad attraversare il peggio puntando verso il meglio. L’accettazione può essere molto difficile. È una parola correlata alla pazienza, un altro concetto non molto maneggevole.

Accettazione significa che non dobbiamo rimanere impotenti, impantanate nella negatività di una situazione. Non possiamo cambiare il vento, è vero, ma possiamo dirigere le vele. Non possiamo scegliere cosa ci accade nella cita, ma abbiamo tutta la possibilità di scegliere come reagire a ciò che ci accade nella vita. E questo è parte della positività. Possiamo scegliere di rimanere positive alla faccia delle difficoltà, del dolore, della tristezza, ed è molto difficile il farlo – ma se davvero lo vogliamo, abbiamo tutte le capacità per farlo. E le cose andranno veramente meglio, se siamo in grado di scegliere di reagire, e come farlo.

Un sacco di occhi nuovi con cui guardare le stesse cose” continua la lista degli ingredienti. Perché la vita non cambia, però possiamo cambiare noi. Fino a che continueremo a guardare le cose sotto l’ottica malata dell’anoressia, avremo in punto di vista del tutto parziale nonché patologico. Ed è perciò estremamente difficile essere positive quando tutta la nostra vita è condizionata da una malattia. Però, se anche le cose non cambiano, noi possiamo scegliere il punto di vista da cui guardarle, ed influenzare così la visione che abbiamo di esse. Si tratta di imparare a guardare ambo le facce di una stessa medaglia, in maniera tale da potersi focalizzare sull’alternativa più sana e più positiva.

Un cucchiaio di determinazione” è il sesto ingrediente, perché quando si decide di combattere contro l’anoressia è molto importante avere la possibilità di essere seguite da specialisti, psicologi e dietisti, per combattere efficacemente contro la malattia. Ma tutti gli specialisti più quotati del mondo non potranno fare un bel niente per noi, se noi per prime non decidiamo di voler tenere testa all’anoressia. E la decisione di combattere contro l’anoressia è un qualcosa che va rinnovato giorno dopo giorno. Per cui sta a noi decidere se continuare a combattere. E più combattiamo, più ci allontaniamo dall’anoressia, più riscopriamo di poter avere una vita di qualità. E questo indirettamente aumenta la nostra positività, perché vivere sempre più a pieno ci permette di vedere quante cose che valgono sono presenti nella nostra esistenza.

Gratitudine q.b.” è l’ultimo ingrediente della ricetta della positività. Non avremo mai troppa gratitudine, per cui non c’è bisogno di misurarla. Basta mettercela dentro. La gratitudine cambia un sacco la prospettiva. Trasforma i disastri in opportunità, le perdite in guadagni, e i sogni in realtà. Coltivare la gratitudine dovrebbe essere un obiettivo da raggiungere, e quando ci riusciamo è tangibile il modo in cui cambia la vita.

La gratitudine fa la differenza in una prospettiva positiva, è rende più solida la positività. Chiunque avrà eventi spiacevoli nel corso della propria vita, ma l’attitudine alla gratitudine è quello che può tenere lontane dalla negatività. Se vi alzate una mattina, con l’intenzione di prendere la vostra automobile per andare al lavoro/a scuola perché piove stile remake del diluvio universale, e appena arrivate di fronte alla vostra macchina vi accorgete che qualche cretino vi ha rotto uno specchietto laterale, anziché incavolarvi come scimmie, la gratitudine vi permette di vedere l’accaduto sotto un altro punto di vista: “Il cretino che mi ha rotto lo specchietto merita tutte le infamate del mondo… ma, per lo meno, ho comunque un’auto funzionante che mi permetterà di arrivare a lavoro/a scuola senza bagnarmi da capo a piedi”.

Un altro modo per alimentare la gratitudine è non dare mai niente per scontato. Avete parcheggiato l’auto mezza storta nell’unico buchetto di mezzo parcheggio che siete riuscite a trovare? Siate grate del fatto che avete trovato comunque da parcheggiare. Avete un giorno di ferie in pieno Agosto in cui avevate programmato di andare in piscina, e piove con tanto di tuoni e fulmini per tutto il giorno? Siate grate che non dovete lavorare all’aperto con quel maltempo. Vi sembra di non riuscire più a controllare la vostra vita come invece illusoriamente vi sembrava di essere capaci di farlo con l’anoressia? Siate grate per aver recuperato salute psicofisica. Vi siete svegliate anche stamattina? Siate grate per avere di fronte a voi un giorno da riempire con tutti i colori della vita. E questi sono solo dei banali esempi, ovviamente, delle cose che possiamo dare per scontato nella vita di tutti i giorni. Ci dà subito fastidio il naso chiuso quando ci prende il raffreddore, e la febbre quando abbiamo l’influenza, ma forse non ci eravamo ricordate di essere grate quando stavamo bene ed eravamo piene di energia.

La ricetta della positività è relativamente semplice e non necessita di niente che la insaporisca. Non va mai fuori moda, e non perde mai il suo appeal. È una ricetta per una sola persona – ciascuna di voi, singolarmente – che può però anche nutrire chi vi sta intorno. Con la positività diventate luce, e potete illuminare anche qualcun altro. Sì, la positività a suo modo è un’arte… perciò, quando la utilizzate, fate in modo che diventi il vostro capolavoro.
 
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