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venerdì 17 febbraio 2012
Prevenzione delle ricadute: Punti di forza & difficoltà
Inizio oggi un nuovo ciclo di post, sempre in risposta a una domanda che, con sfumature differenti, mi è stata rivolta da molte di voi: come prevenire/evitare le ricadute nel DCA quando si sta percorrendo la strada del ricovero? Dato che questo è un argomento di cruciale importanza per tutte noi, comincerò dalle fondamenta.
Uno dei punti principali nella prevenzione delle ricadute consiste nell’individuare quali sono le difficoltà che spingono a ricadere nel DCA che potremmo dover affrontare, in modo da anticiparle, creando preventivamente un piano che ci permetta di affrontarle senza sbatterle immediatamente sul versante dell’anoressia restringendo l’alimentazione, ma cercando d’individuare altre strategie di coping. Un altro aspetto fondamentale nella prevenzione delle ricadute consiste nel valutare quali siano i nostri punti di forza. Cosa possiamo fare quando ci troviamo immerse nelle difficoltà e tutto ci spinge verso una ricaduta nei comportamenti tipici dell’anoressia?
Per prima cosa, possiamo stendere una lista in merito a quelli che sono i nostri punti di forza e le nostre difficoltà: una rete di sicurezza per il nostro piano di prevenzione per le ricadute.
Tanto per fare qualche esempio.
Punti di forza:
- Avere vicino familiari e amici supportivi
- Avere la possibilità di consultare psicologi/psichiatri/dietisti
- Lavorare su noi stesse per identificare ed analizzare ciò che spinge a ricadere
- Motivazione a stare meglio
- Capacità di ritagliarsi altre possibilità oltre l’anoressia
- Capacità di direzionare il pensiero distogliendolo dall’ossessività del DCA
- Forza di volontà e determinazione
- Etc…
Difficoltà:
- Solitudine
- Ansia
- Perfezionismo
- Dismorfofobia (solo in chi, ovviamente, presenta questo sintomo)
- Competitività
- Paura del cambiamento
- Disagio con la propria fisicità
- Tendenza ad assecondare le ossessioni del DCA
- Etc…
Dopo aver redatto una lista di questo tipo, bisogna prendere in considerazione ognuna delle difficoltà, e scrivere un’altra lista in cui ad ogni difficoltà si associa una strategia di coping che sia diversa dall’adottare i comportamenti tipici dell’anoressia. Tanto per fare un esempio prendendo un aspetto che credo interessi chiunque abbia un DCA, come relazionarci con il disagio che proviamo rispetto al nostro corpo senza restringere l’alimentazione.
Piano contro il disagio per la fisicità
- Focalizzarci su quello che il nostro corpo può fare, piuttosto che su quello che il nostro corpo è
- Fare sport insieme a un’amica piuttosto che da sole
- Ripetere più e più volte: “Il mio corpo sta bene ed è in salute se io mantengo questo peso, e non quando pesavo XX chili in meno”
- Parlarne con familiari/amici/terapeuti per cercare di stemperare le sensazioni che proviamo
- Non fare checking e stare il meno possibile davanti allo specchio
- Non pesarsi
- Accettare il fatto che il nostro corpo non è come vorremmo che fosse, ma che può andar bene comunque
- Ricordare: restringere l’alimentazione è una soluzione-placebo, poiché di fatto non serve a nulla, non risolve veramente quello che ci sta sotto. L’anoressia è una soluzione a breve termine che diventa un problema a lungo termine
Ovviamente questa lista non ha la pretesa di essere esaustiva, né di risolvere completamente il problema della difficile accettazione della nostra fisicità, né evitare che si abbiano ricadute, tuttavia penso possa essere un buon punto di partenza… e potete elaborarla per qualsiasi punto della vostra lista di difficoltà.
Uno dei punti principali nella prevenzione delle ricadute consiste nell’individuare quali sono le difficoltà che spingono a ricadere nel DCA che potremmo dover affrontare, in modo da anticiparle, creando preventivamente un piano che ci permetta di affrontarle senza sbatterle immediatamente sul versante dell’anoressia restringendo l’alimentazione, ma cercando d’individuare altre strategie di coping. Un altro aspetto fondamentale nella prevenzione delle ricadute consiste nel valutare quali siano i nostri punti di forza. Cosa possiamo fare quando ci troviamo immerse nelle difficoltà e tutto ci spinge verso una ricaduta nei comportamenti tipici dell’anoressia?
Per prima cosa, possiamo stendere una lista in merito a quelli che sono i nostri punti di forza e le nostre difficoltà: una rete di sicurezza per il nostro piano di prevenzione per le ricadute.
Tanto per fare qualche esempio.
Punti di forza:
- Avere vicino familiari e amici supportivi
- Avere la possibilità di consultare psicologi/psichiatri/dietisti
- Lavorare su noi stesse per identificare ed analizzare ciò che spinge a ricadere
- Motivazione a stare meglio
- Capacità di ritagliarsi altre possibilità oltre l’anoressia
- Capacità di direzionare il pensiero distogliendolo dall’ossessività del DCA
- Forza di volontà e determinazione
- Etc…
Difficoltà:
- Solitudine
- Ansia
- Perfezionismo
- Dismorfofobia (solo in chi, ovviamente, presenta questo sintomo)
- Competitività
- Paura del cambiamento
- Disagio con la propria fisicità
- Tendenza ad assecondare le ossessioni del DCA
- Etc…
Dopo aver redatto una lista di questo tipo, bisogna prendere in considerazione ognuna delle difficoltà, e scrivere un’altra lista in cui ad ogni difficoltà si associa una strategia di coping che sia diversa dall’adottare i comportamenti tipici dell’anoressia. Tanto per fare un esempio prendendo un aspetto che credo interessi chiunque abbia un DCA, come relazionarci con il disagio che proviamo rispetto al nostro corpo senza restringere l’alimentazione.
Piano contro il disagio per la fisicità
- Focalizzarci su quello che il nostro corpo può fare, piuttosto che su quello che il nostro corpo è
- Fare sport insieme a un’amica piuttosto che da sole
- Ripetere più e più volte: “Il mio corpo sta bene ed è in salute se io mantengo questo peso, e non quando pesavo XX chili in meno”
- Parlarne con familiari/amici/terapeuti per cercare di stemperare le sensazioni che proviamo
- Non fare checking e stare il meno possibile davanti allo specchio
- Non pesarsi
- Accettare il fatto che il nostro corpo non è come vorremmo che fosse, ma che può andar bene comunque
- Ricordare: restringere l’alimentazione è una soluzione-placebo, poiché di fatto non serve a nulla, non risolve veramente quello che ci sta sotto. L’anoressia è una soluzione a breve termine che diventa un problema a lungo termine
Ovviamente questa lista non ha la pretesa di essere esaustiva, né di risolvere completamente il problema della difficile accettazione della nostra fisicità, né evitare che si abbiano ricadute, tuttavia penso possa essere un buon punto di partenza… e potete elaborarla per qualsiasi punto della vostra lista di difficoltà.
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