Come gli alchimisti trasformavano il ferro in oro… voi potete trasformare l’oscurità in luce. Siete tutte benvenute.

venerdì 21 marzo 2014

A voi la parola / 16

Per lo spazio di “A Voi La Parola”, oggi voglio proporvi le parole di Gothica, che esprime le sue riflessioni sul DCA sulla base della propria esperienza e del proprio vissuto:

“L’anoressia è una malattia mentale, un’instabilità di se stessi nel mantenere l’autocontrollo sulla propria mente, ciò si ripercuote sul nostro corpo. 
Chi soffre di anoressia abusa del proprio corpo per trasmettere le proprie sensazioni, le proprie emozioni, in un periodo della vita che non sempre richiede problemi consistenti, a volte è un bagaglio che ci si porta dietro e che continua per inerzia anche senza un motivo ben definito. L’anoressia è una droga mentale, si assume tramite la propria coscienza e la propria emotività, è una malattia difficile da curare, vista la complessità della nostra mente. 

Inconsciamente questa malattia ci porta a comportamenti estremi, a volte senza rigor di logica, sebbene la persona stessa si renda conto del male e della sofferenza che porterà al suo corpo e soprattutto la sua mente, perchè la verità dell’anoressia sta nella nostra testa e nient’altro. 

Il dimagrire, il non mangiare, il vomito auto-indotto non son altro che un mezzo di comunicazione… perchè siamo emotivi… perchè ci sentiamo sconfitti nell’essere, perchè ci sentiamo deboli, perchè siamo fragili. 
Cos’è l’anoressia? L’anoressia è una malattia creata dal sub-conscio dell’uomo, causato dalla complessità della mente umana, a volte spinto da problemi personali che si protrae nel tempo. E’ una malattia mentale e la psicologia umana è complessa ed intricata. 

Ciò che noi definiamo il rifiutare il cibo, il rigettarlo, non è altro che lasciare un vuoto incolmabile dentro noi stessi, una sorta di auto-masochismo e chiunque… chiunque lo sa cosa comporta, a volte anche problemi secondari irreversibili, vedi l’osteoporosi, eppure continuiamo a farci del male… perchè? Perchè lo vogliamo, perchè ce ne rendiamo conto solo in parte o forse perchè facciamo solo finta di essere felici. 

L’anoressia è un’instabilità di noi stessi, l’anoressia l’abbiamo creata noi, non è genetica, non è trasmissiva, non esiste un virus… è tutto dentro la nostra testa. 
Una persona anoressica non deve per forza pesare 40 chili, lo si nota maggiormente su una persona magra, ma non è quello il sintomo, il sintomo sta nel nostro comportamento e nel modo che ci rapportiamo verso gli altri, anche una persona che pesa ben più di 40 chili pur non notandolo può essere malata, la superficialità involontaria di molte persone non è stupidità, ma solamente ignoranza in senso buono. Nervosismo, rabbia, introversione, mancanza di appetito sussistente….questi sono solo alcuni dei sintomi, ci manca una motivazione per uscirne, per tornare a vivere, per tornare a mangiare senza sentirsi in colpa, e se la troviamo facciamo in modo di cancellarla per tornare a vivere nel nostro mondo anoressico. L’anoressia non è la perfezione, l’anoressia può portarti alla morte, la perfezione non esiste, la perfezione è stare bene con noi stessi, qualsiasi siano i fatti. 

C’è chi la venera, chi ci gioca… ma c’è chi sta male e chi muore per questo, c’è chi si rende davvero conto della gravità della situazione eppure continua… e questo è ancora peggio che non rendersene conto. 

Può iniziare per caso, può iniziare volontariamente, ma è sempre una malattia che pervade la mente di molte donne ed in percentuali minori anche di uomini. 
L’anoressia… è la parte oscura della nostra anima, ciò che ci porta a non ragionare col la parte razionale del nostro cervello. 
La bulimia nell’anoressia è una sorta di punizione per aver osato mangiare quel poco in più che ci fa pentire di averlo fatto. 
La bulimia è il farci del male, perchè quando si vomita si sta male, si soffre e questa sofferenza ci fa stare "bene" inconsciamente e stupidamente. 

L’anoressia porta a essere sempre più magri, si arriva ad un certo punto dove si raggiunge l’estremo, dove non si riesce ad avere più quella sorta di auto-controllo su noi stessi, non si riesce a smettere, io sono arrivata a pesare un massimo di XX chili, ma ho saputo fermarmi, ho saputo "valutare" quanto voler essere magra, anche se brutto da dire è così, avere un limite, c’è chi non riesce e raggiunge livelli di magrezza estrema e molto evidente, ma questa è solo esteriorità, perchè ripeto, l’anoressia è una malattia mentale, non fisica, si muore dentro

Ho voluto rapportare tutto ciò come una sorta di sfogo personale, viste le mie costanti crisi ormai persistenti da un paio di mesi, visto il mio auto-controllo instabile, che mi porta a crisi bulimiche sempre più frequenti. 

Voglio che chi legga queste parole lo faccia con la parte razionale del proprio cervello e non con la parte malata. 
Io soffro di anoressia… io soffro… e basta. 
Come si può definire questa vita? Una vita fatta di continue auto-commiserazioni, di colpe e di male inflitto volontariamente… anche se in parte inconsciamente? 
Possiamo sembrar felici, ma dentro stiamo morendo, questo segreto… un segreto per le persone che ci incontrano per strada, persone che non ci conoscono o che sanno poco di noi.
Vi siete mai soffermati a guardare una persona e pensare alla sua vita, alle sue emozioni, alla sua storia? Io lo faccio spesso. 

Riflettete.”

Cara Gothica, ti ringrazio per aver voluto condividere con me e con le altre lettrici di questo blog le tue riflessioni. Ti auguro davvero che questa preziosa presa di consapevolezza da parte tua possa rappresentare un importantissimo passo nel tuo percorso di ricovero, che ti possa permettere, in futuro, di lavorarci su al fine di stare sempre meglio.
Ti faccio un enorme in bocca al lupo!

10 commenti:

GaiaCincia ha detto...

Grazie per questa testimonianza.
La mania del controllo coinvolge ogni aspetto, il cibo è solo uno dei tanti oggetti da controllare. Il corpo è un mezzo di comunicazione, rifiutare il cibo è anche un modo per scappare dalle situazioni sociali...è tutto molto complicato.
Una cosa è certa e semplice: non è una cosa "da fighi/da gente forte" perseverare nell'anoressia, anche se si ha un passato di bulimia e BED...non è il controllo a renderti forte.

Ciao Gothica, ciao Veggie...aspetto già da ora il tuo prossimo post ^_^

ps: buona Primavera!!!!!!!!!!!

Wolfie ha detto...

Vorrei soprattutto ringraziare Gothica per questa sua testimonianza!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Anch’io qualche anno fa ho dato la mia testimonianza per lo spazio “a voi la parola”, e ritengo che sia molto bello che venga data la possibilità di raccontare la propria storia ed esprimere le proprie idee, perché è solo raccontandoci che chi ci legge può capire cosa significhi veramente avere un dca.
Io ringrazio Gothica per le sue riflessioni molto profonde, che di certo sono il risultato di un cammino terapeutico e di introspezione che dev’essere stato molto difficile e faticoso, e la stimo molto anche se non la conosco per quello che è riuscita a fare e per dove è riuscita ad arrivare: perché una persona che arriva a capire quello che Gothica ha scritto, è sicuramente sulla buona strada per poter stare meglio.
Gothica, ti auguro tutto il meglio per il futuro!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

(Veggie, grazie per aver fatto questo spazio in modo che chiunque possa raccontare la sua esperienza!!!!!!!!!!!!)

Jonny ha detto...

Non discuto quanto scritto da Gothica: espone le proprie riflessioni sui disturbi alimentari, e un parere Soggettivo è tale per definizione stessa.
Quel che non mi piace è il suo dare definizioni (cos’è l’anoressia, cos’è la bulimia, qual è la sintomatologia clinica, come se malattie così complesse e, appunto, soggettive ed individualizzate si potessero incasellare in sterili definizioni) e il suo parlare al pluralis maiestatis (“ciò che noi definiamo”, per esempio, insieme a tutti i “vogliamo/facciamo//troviamo/rapportiamo/etc”), da maestrina depositaria di verità incontrovertibili ed unanimamente condivise sull’anoressia.
Ma quali verità, poi?
Io non mi rispecchio solo molto parzialmente in quello che ha scritto Gothica.
Eppure ho la “stessa” anoressia.
Niente fraintendimenti: credo che Gothica renda un’ottima testimonianza della propria esperienza e delle proprie riflessioni. Ma avrebbe dovuto parlare di se stessa, e non generalizzare.

Unknown ha detto...

Io quoto in pieno Jonny, francamente non mi è molto piaciuto questo ''racconto'' perché preferisco leggere storie personali...e poi forse a forza di leggere definizioni o simili, spiegazioni ecc su queste malattie...leggerne altre mi annoia. Comunque adoro questa rubrica, mi era piaciuto tremendamente il racconto di Jonny, bellissimo.

Vele Ivy ha detto...

Interessante che abbia scritto che si tratti anche di un mezzo di comunicazione. Spesso è difficile comunicare con chi soffre di anoressia, non avevo mai pensato che il disturbo in sé fosse un modo per comunicare un messaggio.

Veggie ha detto...

@ GaiaCincia – Posso confermare e sottoscrivere il fatto che il controllo coinvolge tantissimissimi aspetti: io sono passata infatti attraverso molteplici altre forme di controllo, prima di arrivare all’anoressia. Sicuramente, concordo con te sul fatto che il DCA sia tutt’altro che una cosa da fighi… e se ci fosse qualcuno che la pensa così, evidentemente non ha la più pallida idea di cosa sia un DCA… E perseverare nel DCA non è certo dimostrazione di forza, anzi, è la debolezza di chi ha ancora bisogno di questa strategia di coping perché non riesce ancora ad affrontare la realtà…

@ Wolfie – Grazie a te, a Gothica, a chiunque decida di condividere qui le proprie esperienze e le proprie riflessioni… Questo blog è quello che è anche e soprattutto grazie a voi!...

@ Jonny – Sì, è ovvio che la visione di queste cose sia soggettiva, non potrebbe essere altrimenti… Penso che questo Gothica lo sappia benissimo, e che abbia utilizzato quel “noi” solo per convenienza stilistica, poi è ovvio che parla della propria esperienza, e che questa non è generalizzabile…

@ Laura C. – Neanch’io ho vissuto la problematica della bulimia, però al di là delle differenze di sintomo credo che sia ovvio che ognuna di noi si possa rispecchiare più o meno in quello che ha scritto Gothica, perché siamo persone differenti, con caratteri differenti, e veniamo pure da esperienze di vita diverse… e io credo che questo piccolo campionario di testimonianze che anche in passato ho raccolto sul mio blog, sia importante proprio per mostrare a chiunque legga quanto una stessa malattia – il DCA – possa manifestarsi in maniera eterogenea nelle persone, sotto ogni punto di vista, vuoi fisico vuoi mentale. A parte questo… sono d’accordo con te sul fatto che non è vero che l’anoressia è irrazionale. In realtà, se ci pensi è una malattia assolutamente razionale e strutturata… anche se patologicamente razionale e strutturata, ovviamente. Abbiamo un cervello che è in effetti strutturato per lavorare su base razionale: si inventa una logica anche laddove comportamenti e pensieri possono sfuggire alla logica comune. È proprio perché l’anoressia è una malattia a suo modo perfettamente razionale e logica, che è spesso così difficile scardinarla: perché è egosintonica. E questo è tutto. Che poi comporti sofferenza, questo è tutt’altro paio di maniche. Che si perdano pezzi, che si sopravviva piuttosto che vivere, tutto questo è innegabile. Ma finché il DCA permane come strategie di coping più forte di qualsiasi altra, si continuerà a strutturarlo e a rimanervi intrappolate. E in quanto al discorso del limite… io non credo che sia poi così fine a se stesso, anzi, credo che il dubbio che sollevi sia più che lecito. Non so onestamente se dipenda o meno dalla “gravità” (virgolette d’obbligo, perché io credo che quando si sta male, si sta male e basta, non si possono porre scale di valore sulla sofferenza) della malattia, però io credo che l’anoressia si regga tantissimo sulla somatizzazione. Parlando potabile, ce la raccontiamo. (continua...)

Veggie ha detto...

(...continua) Ci raccontiamo di avere bisogno del sintomo (che, per carità, è un’ottima strategia di coping, anche se assolutamente deleteria, su questo non si discute) della sensazione di controllo che ci trasmette (questo vale per me, ognuna qui avrà la sua versione di ciò per cui gli necessita il sintomo), per avere una ragione logica, e quindi giustificare a noi stesse, il permanere nella malattia. In parole povere: non andiamo avanti con l’anoressia perché non siamo capaci di darci dei limiti, ma non ci diamo dei limiti perché vogliamo giustificare a noi stesse il nostro andare avanti con l’anoressia. O, in altre parole, perché inconsciamente in un certo momento della nostra vita abbiamo bisogno di avere un disturbo alimentare. In fin dei conti, i DCA hanno radici ben più profonde della mera esteriorità, ed è perciò ovvio che non esistono “limiti” di peso da raggiungere/trascendere, e non scompaiono non appena ci si rende conto che sono fondati su una logica coerente ma malata.
P.S.= Concordo con la definizione “inutile” a proposito della Pubblicità Progresso in questione. (L’unica Pubblicità Progresso che mi è piaciuta è quella sull’omosessualità) Sì, direi che su questa cosa non si possa fare altro che ridere… anche se i DCA sono malattie sulle quali non c’è proprio niente da ridere…

@ Marcella – Anche a me piace molto quando ho la possibilità di pubblicare sul mio blog le storie, le testimonianze e le riflessioni di chiunque voglia condividere qualcosa di sé con le altre… perché credo che sia un modo per capire che non siamo sole, e che possiamo combattere insieme e sostenerci a vicenda… Poi, certo, ognuna di noi ha le sue preferenze e il suo modo di raccontare le cose… ed è normale che a persone diverse possa piacere leggere cose diverse… Proprio per questo sul mio blog cerco di dare spazio a scritti di tutti i tipi…

@ Vele/Ivy – Non si può generalizzare, ovviamente, ma forse, per alcune persone che la vivono in questo modo, l’anoressia può rappresentare anche questo…

PrettyLittleGirl ha detto...

Mi piace tantissimo come ha descritto ha descritto il vissuto del suo DCA..auguro a Gothica il meglio nel suo percorso.
Sicuramente non è un percorso facile e penso che ci sia sempre molto da "imparare"su se stessi lungo la strada e da lavorare sempre per costruirsi perchè siamo in continua evoluzione.. Però capire certe cose, anche solo di cosa abbiamo bisogno perchè continuiamo a volere il Dca e dove possiamo trovare queste cose altrove, cos'ha rappresentato / rappresenta per noi e di cosa ci "illudeva" questo può fare una grande differenza e renderci consapevoli..e più consapevoli siamo e più possiamo combattere con le risorse che abbiamo..
A volte è molto difficile parlare del proprio vissuto, perchè molte volte è una fitta rete di cose che si intrecciano e si sostengono a vicenda oppure vanno solo di pari passo..
Molte volte cerco di comprendere "IL sintomo", "IL malessere" per poi vedere che anche i sintomi possono evolvere. Molte volte si ricade al punto di prima, si fa un passo avanti, o il malessere cambia faccia.
Però, almeno per quanto mi riguarda, mettere in parole anche solo una sensazione riconducibile a quello, trasformarla in parola e non in atto riguardante il cibo, mi ha fatto bene e fatta sentire meglio..

Unknown ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Gothica ha detto...

Ciao a tutti! Sono Gothica e ringrazio tutti i commenti!
Ciò che leggete è una cruda riflessione che feci qualche anno fa al culmine della mia malattia, è un post preso dal mio blog, quello che personalmente preferisco, avrei potuto chiedere di pubblicare la mia storia,ma per fare qualcosa di diverso ho pensato che questo fosse il post più adatto! Rispetto comunque le opinioni di tutti! Grazie ancora! Stefy alias Gothica

 
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