martedì 1 settembre 2009
Take EAT easy!
Sì, torniamo a parlare di CIBO.
Probabilmente molte di voi, in questo momento, stanno cercando di seguire una “dieta” opportunamente prescritta da un dietista/nutrizionista, al fine di cercare di riacquisire con gradualità un peso fisiologico e sano.
Io stessa lo sto facendo, perciò so perfettamente quanto seguire questo regime alimentare, soprattutto in alcuni momenti, possa essere complicato, duro e difficile.
Voglio perciò provare a darvi qualche consiglio su come riuscire ad affrontare con un po’ più di tranquillità il momento del pasto, il momento in cui ci si trova faccia a faccia con il cibo nei quantitativi prescritti dall’ “equilibrio alimentare”. Nessuna pretesa di risolvere ogni qualsiasi difficoltà, ovviamente, anche perchè è ovvio che i problemi di fondo vadano affrontati e risolti con l’aiuto di una persona competente al riguardo, il dietista stesso oppure uno psicoterapeuta; quel che voglio fare è solo condividere qualche “escamotage”, qualche “dritta” che mi sta aiutando nel mio percorso alimentare, nel mio “fronteggiare” il cibo, e che spero possa essere utile anche a voi.
Per prima cosa, mai concentrarsi su quello che si ha nel piatto. Mai focalizzare troppo l’attenzione sul cibo: così facendo, infatti, questo finisce per diventare l’unico elemento presente nei nostri pensieri, e ci sembrerà che le dosi che dobbiamo assumere siano enormi e tendano a dilatarsi a dismisura… il che servirebbe solo a rendere il momento del pasto ancora più difficile, e l’impresa di mangiare tutto peggio delle 12 fatiche di Ercole.
Quindi, quel che bisogna cercare di fare è decentrare la nostra attenzione dal cibo. Come? Per esempio, cercando di svolgere altre attività durante il pasto: guardare un programma che ci piace in TV (oppure un DVD), ascoltare delle musica, oppure leggere (per la cronaca, questa è la mia soluzione preferita, visto che leggere mi piace molto): tutte cose che richiedono una certa attenzione e che, quindi, la svincolano dal pensiero del cibo. Cercate il diversivo che fa per voi! Per chi abita ancora con la propria famiglia, può essere d’aiuto, se c’è la possibilità, mangiare tutti insieme, in maniera tale da interagire con gli altri; oppure mangiare con un’amica. Questo può essere utile in maniera duplice: da una parte, parlare o comunque ascoltare gli altri che discutono e seguire i loro discorsi, catalizza l’attenzione distogliendola dall’alimentazione. Dall’altra, mangiare con persone che si cibano con naturalezza e che non hanno comportamenti “forzati” nei confronti del cibo, può aiutare a riacquisire un certo equilibrio.
Inoltre, è molto importante cercare di pensare al cibo come ad una medicina: una medicina è un qualcosa che non ci piace prendere, che di solito è amara, è difficile da buttare giù. Ma, a lungo termine, una medicina è anche un qualcosa che ci farà stare bene, che ci farà ritornare in salute. Ecco, bisogna provare allora a visualizzare il cibo come se fosse quella medicina: un qualcosa che magari non ci va di mangiare, che facciamo fatica ad inghiottire tutto, ma che, col passare del tempo, aiuterà il nostro corpo – e, quindi, la nostra mente – a stare meglio, a riacquisire uno stato fisiologico di salute.
Quanto mangiate, infine, non pensate che quel cibo vi serve per alimentarvi: pensate piuttosto che vi serve per nutrirvi, ovvero per prendervi cura di voi stesse.
Probabilmente molte di voi, in questo momento, stanno cercando di seguire una “dieta” opportunamente prescritta da un dietista/nutrizionista, al fine di cercare di riacquisire con gradualità un peso fisiologico e sano.
Io stessa lo sto facendo, perciò so perfettamente quanto seguire questo regime alimentare, soprattutto in alcuni momenti, possa essere complicato, duro e difficile.
Voglio perciò provare a darvi qualche consiglio su come riuscire ad affrontare con un po’ più di tranquillità il momento del pasto, il momento in cui ci si trova faccia a faccia con il cibo nei quantitativi prescritti dall’ “equilibrio alimentare”. Nessuna pretesa di risolvere ogni qualsiasi difficoltà, ovviamente, anche perchè è ovvio che i problemi di fondo vadano affrontati e risolti con l’aiuto di una persona competente al riguardo, il dietista stesso oppure uno psicoterapeuta; quel che voglio fare è solo condividere qualche “escamotage”, qualche “dritta” che mi sta aiutando nel mio percorso alimentare, nel mio “fronteggiare” il cibo, e che spero possa essere utile anche a voi.
Per prima cosa, mai concentrarsi su quello che si ha nel piatto. Mai focalizzare troppo l’attenzione sul cibo: così facendo, infatti, questo finisce per diventare l’unico elemento presente nei nostri pensieri, e ci sembrerà che le dosi che dobbiamo assumere siano enormi e tendano a dilatarsi a dismisura… il che servirebbe solo a rendere il momento del pasto ancora più difficile, e l’impresa di mangiare tutto peggio delle 12 fatiche di Ercole.
Quindi, quel che bisogna cercare di fare è decentrare la nostra attenzione dal cibo. Come? Per esempio, cercando di svolgere altre attività durante il pasto: guardare un programma che ci piace in TV (oppure un DVD), ascoltare delle musica, oppure leggere (per la cronaca, questa è la mia soluzione preferita, visto che leggere mi piace molto): tutte cose che richiedono una certa attenzione e che, quindi, la svincolano dal pensiero del cibo. Cercate il diversivo che fa per voi! Per chi abita ancora con la propria famiglia, può essere d’aiuto, se c’è la possibilità, mangiare tutti insieme, in maniera tale da interagire con gli altri; oppure mangiare con un’amica. Questo può essere utile in maniera duplice: da una parte, parlare o comunque ascoltare gli altri che discutono e seguire i loro discorsi, catalizza l’attenzione distogliendola dall’alimentazione. Dall’altra, mangiare con persone che si cibano con naturalezza e che non hanno comportamenti “forzati” nei confronti del cibo, può aiutare a riacquisire un certo equilibrio.
Inoltre, è molto importante cercare di pensare al cibo come ad una medicina: una medicina è un qualcosa che non ci piace prendere, che di solito è amara, è difficile da buttare giù. Ma, a lungo termine, una medicina è anche un qualcosa che ci farà stare bene, che ci farà ritornare in salute. Ecco, bisogna provare allora a visualizzare il cibo come se fosse quella medicina: un qualcosa che magari non ci va di mangiare, che facciamo fatica ad inghiottire tutto, ma che, col passare del tempo, aiuterà il nostro corpo – e, quindi, la nostra mente – a stare meglio, a riacquisire uno stato fisiologico di salute.
Quanto mangiate, infine, non pensate che quel cibo vi serve per alimentarvi: pensate piuttosto che vi serve per nutrirvi, ovvero per prendervi cura di voi stesse.
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28 commenti:
Ebbene si tesoro...lo ammetto...
Sto a dieta!
Però...sappi che sono molto responsabile in merito...proprio a causa della mia anemia cronica....
Non posso strafare, quindi, sto moooolto attenta ad ogni cosa....
La cosa che mi aiuta è il fatto di non essere per nulla golosa per natura ed il fatto che possiedo un ottimo rapporto con il cibo, soprattutto quello che fa bene!
Grazie sempre per i tuoi importanti post!
Un bacione!
Per una come me, amante del cibo, è difficile arrivare a capire come possa diventare un'ossessione, un oggetto terrificante.
Sai che comprendo il dolore, in senso lato, ma in effetti lo stare a tavola per me è sempre stata una gioia. Forse anche perchè nella mia famiglia si dava importanza al momento, si stava tutti insieme e non ci si poteva alzare finchè non avevano finito tutti di mangiare.
Anche quando, per depressione, ho perso quasi 10 chili, saltavo i pasti, mangiavo un po' di pane integrale o un pomodoro, se mi capitava una cena come si deve, in compagnia, mangiavo volentieri e con gioia. Ecco, sì, per me il cibo è sempre stato un piacere.
So che sarà difficile per chi ha sofferto di DCA percepirlo nel medesimo modo, ma lo auguro davvero a tutti.
Anche se devo ammettere che tutta 'sta gioa quest'estate mi ha fatta lievitare a 70 chili che, diciamocelo, sono davvero troppi! Un po' di dieta farà bene anche a me ;-)
Sei sempre molto ma molto brava...condivido con Dark...i tuoi post sono sempre pieni di Vita,e di utili informazioni...grazie...sei un tesoro.Ti voglio bene gioia.
Veggie tesoro io non so più che fare... ho cambiato il mio rapporto col cibo milioni di volte in questi ultimi 6 mesi... prima non me ne fregava... ora se lo vedo davanti agli occhi mi viene una fame... ho ritrovato l'appetito... e ogni volta che mangio poco mi sembra di privarmi di qualcosa... :-(
Ciao Veggie!!!Hai fatto bene ad affrontare l'argomento, anche perchè forse parlarne tra di noi, persone che non vogliono mangiare, altre che hanno paura di iniziare perchè poi non riescono a fermarsi e persone che invece vivono questo come un piacere e senza ossessioni di alcun genere, credo faccia bene a tutte noi!!!Io prima se mangiavo un tantino in più, anche solo un pezzo di frutta in più, stavo a stecchetto per altri 2 giorni...ora se mangio una cosa in più di quello che mi sono prefissata, considero la giornata da buttare via e mi abbuffo...e poi sto da schifo!!!
Sono stata un pò di giorni a casa e ho mangiato bene...sempre tutti insieme e quello che mangiavano gli altri ho mangiato anche io...sai Veggie ero anche dimagrita, ma soprattutto ero serena...in questi ultimi 2 giorni che sto sola ho combinato un macello e ho ripreso i kg persi!!!
Hai dato un ottimo consiglio a tutte: mangiare con i familiari, con gli amici...non da sole, perchè si finisce per saltare i pasti, oppure per abbuffarsi...
Un abbraccio!!!Grazie per quello che fai per tutte noi!!!
Hai ragione, mangiare in compagnia o mentre si fa qualcosa di piacevole allenta la tensione.
Sai, ieri mentre facevo pulizie ho ritrovato un vecchio libro di qualche anno fa, che magari hai già letto, ma se non lo avessi fatto te o consiglio: si intitola Sprecata, di M. Hornbacher, è la storia di una ragazza che ha sofferto di problemi alimentari, e che sta vincendo la sua battaglia. Io lo sto rileggendo...magari qualcuna che passa di qua può leggerlo e trovarlo utile per intraprendere o continuare la sua lotta, o semplicemente per informarsi su un tema così difficile e sfaccettato, attraverso gli occhi di chi l'ha vissuto.
ottimi consigli per chi ha problemi con il cibo. Se solo li seguissero e come hai detto tu con l'auito di persone competenti molte ragazze ce la potrebbero fare
un abbraccio mia cara amica Veggie
Clelia
ottime soluzioni per non pensare a cosa c'è nel piatto...
anche io in questo periodo seguo una dieta, nel senso che cerco di controllarmi un po'... durante l'estate ho abusato di gelati e bevande varie ed ora voglio ritornare com'ero senza eccedere ... è forse un problema opposto, ma sempre un problema che riguarda il rapporto con il cibo ... è difficile valutare quale sia l'equilibrio... molto spesso a tavola siamo distratti o frettolosi e o non mangiamo a sufficienza o lo facciamo male... ed il nostro corpo ne risente... in questo periodo ho cun cattio rapporto con tutto... penso di rimettermi in sesto diminuendo le quantità, ma sarà sufficiente?
buon proseguimento
^____________^
Ma ciao! <3
L'Irlanda... sì, l'Irlanda è fantastica. Non me ne sono resa conto fino a quanto non sono tornata a casa in mezzo al traffico, allo smog e sì, in mezzo agli italiani >-<
Uno dei pregi maggiori dell'Irlanda è che è estremamente cheap, tutto: dai vestiti al cibo -appunto.
Ti auguro di andarci presto, è un posto che tutti dovrebbero vedere!
Ciao Veggie! Prima di tutto grazie per il sostegno e le parole che mi lasci sempre, sono preziosissime; così come quello che scrivi su questo blog è veramente d'aiuto e ispirazione ;-)
Interessante quest'ultimo post, in effetti bisogna organizzarsi per affrontare il momento pasti con serenità, il segreto è quasi tutto lì...
Per quanto mi riguarda io ho un'incapacità immensa a mangiare con gli altri, soprattutto con la mia famiglia, non c'è un clima affatto sereno...
Per il resto penso che prima di tutto occorra pianificare la propria alimentazione con uno specialista, da sole è abbastanza impossibile.
Ma il mio problema resta sempre riuscire a mangiare con le persone, è fortissima l'ansia che mi crea...
Ah, ho dimenticato di aggiungere una nota di eccellenza per il titolo!
"Take eat easy" Gr-eat! XD lol
ciao veggie, ottimi consigli...
io anche a volte uso trucchetti, però continuo a chiedermi se mai riuscirò a essere normale, perchè nella noema mangiare un piatto di pasta non dovrebbe essere cosi complicato no??
Beh il mio problema è differente,io faccio il cuoco e ho la completa nausea del cibo che mi si para dvanti.Non che io non mangi,ma lo faccio senza guardare cosa sto mangiando,spizzico,colgo cibo senza guardarlo e senza pensare a cosa ingurgito.E ho fame,ma il pensiero del cibo mi nausea.Anche davanti al mio piatto preferito ho il rigetto e lo devo spostare per non vederlo.
... l'aiuto che continui incessantemente a fornire a chi ha disordini alimnetari, o anche a chi come me non ne ha ma capisce meglio tante cose, grazie a te, è sempre superlativo!
Grazie"
Bellissimo il titolo... ho notato che ti piace molto usare l'inglese e questo rende i post ancora più interessanti! E' bene usare ogni meccanismo creativo per dare attenzione a questi temi :)
Non me l'aspettavo, ma i consigli che hai dato sono simili a quelli che sentirei di dare io a chi, per stare bene, segue una dieta dimagrante. Sopratutto condivido la visione del cibo come medicina, quindi l'accettazione della "dose" per quanto mi sembri incredibilmente piccola.
Un ulteriore consiglio che può essere utile a chiunque segua un piano alimentare può essere quello di fare del pasto un rito, sopratutto per dagli un orario. Il nostro corpo così entra in sintonia con i nostri progetti segnalandoci fame e sazietà nei momenti più opportuni! Una cosa che mi chiedo spesso è "quando imparerò?", ovvero quando farò mio il regime alimentare? Quando mi verrà spontaneo mangiare la giusta dose? Capita anche a voi di chiedervi quando riuscirete a "normalizzarvi"? Che risposta vi date?
il problema non è sempre il pasto.. sono anke i sensi di colpa dopo..
Io penso che bisogna mangiare per sentirsi bene. Non è facile trovare un equilibrio, ma quando ci si riesce ci si sente orgogliose di noi stesse...
Un abbraccio.
Pachucha.
Mi piace soprattutto l'ultima affermazione. (:
leggere mi sembra troppo impegnativo durante il pasto :-) solo a colazione mi piace leggere.. e comunque mi limito ai titoli del giornale oppure la pubblicità dell' unieuro^^' ...il pranzo e la cena invece è meglio se insieme a qualcuno..Da soli è rischioso... comunque in alternativa c'è la radio!:) un abbraccio grandissimo. A presto!
io non ho mai avuto qualcosa che mi piacesse particolarmente...cmq oggi ho iniziato ua dieta...cercherò di seguire i tuoi consigli
Per Ariel_ Io credo che nel momento in cui una persona entra in un modo o nell'altro dentro l'ossessione del cibo, è ben difficile riuscire a "normalizzarsi". La distorsione che in un certo qualmodo biene prodonna innesca una deformazione incontrovertibile. Sicuramente potrà esserci un momento in cui ci sentiremo meno vincolate di adesso, ma dubito che arriverà un giorno in cui - abracadabra! - come per magia ogni pensiero al riguardo se ne andrà e riprenderemo ad alimentarci come le cosiddette "persone normali".
Lety
Non seguo diete e mangio...per vivere.
Trovo i tuoi suggerimenti per decentrare l'attenzione dal cibo molto azzeccati.
Sei in gamba come sempre, Veggie.
Bacioni
annarita:)
@ DarkSecretInside – Trovo che non ci sia niente di male nello stare a dieta, se la cosa è fatta con criterio e soprattutto sotto la giuda di una persona esperta… L’importante è non perdere di vista gli obiettivi realistici, e non sforzare il nostro corpo ad assumere un peso non fisiologico, che sennò poi il contraccolpo è ben peggiore… Ti ringrazio come sempre per le tue parole… Un abbraccio…
@ La Ely – Penso che sarà impossibile per noi dare al cibo il senso che gli dai tu o, più in generale, il senso che gli dà ogni persona senza DCA… comunque, ti ringrazio per l’insight e per la condivisione della tua esperienza… E ovvio che per chi ha avuto un DCA il cibo resterà sempre uno scoglio e un problema, un qualcosa con cui sarà ben difficile che torni ad avere un rapporto “normale al 100%”… tuttavia, piano piano si può fare qualcosa per migliorarlo, questo rapporto…
@ Frufrupina – Grazie a te, cara… ^__^
@ Imperfect – Rivolgiti a una dietista, è l’unica cosa che puoi fare se non riesci a trovare un equilibrio da sola… Fatti aiutare da una persona esperta che possa darti una mano a far fronte alle tue difficoltà… Quella col cibo è una sfida tosta, dura e difficile, e nessuno pretende che tu ce la faccia da sola… Men che meno devi pretenderlo tu da te stessa… Vedrai che sotto la guida da una dietista potrai riuscire a fare tanti piccoli progressi… e te lo dico con certezza, perché è quello che è capitato (e sta capitando) a me…
@ Valentina84 – Grazie a te per le tue parole, cara… Sai, credo che sia importante trovar una strategia di coping da mettere in atto durante i pasti per rendere questo momento meno difficile… Ognuna ha la propria, quella che trova particolarmente funzionale… In quanto al tuo regime, prova a prenderlo con un po’ di “elasticità”… soprattutto da un punto di vista mentale! Lo so che on è semplice, però… prova a razionalizzare: oggettivamente, cosa cambia se mangi un pezzetto di frutta in più o in meno? Niente, di fatto. Cambia solo il tuo umore, il modo in cui ti senti, perché poi all’atto pratico in realtà non è cambiato sostanzialmente niente… Ma io non credo che tu voglia farti sconfiggere da un boccone in più o in meno, giusto?!... Perciò, continua a cercare di essere aderente all’ “equilibrio alimentare”, ma magari senza pretendere troppo da te stessa… Le oscillazioni tanto ci sono e ci saranno sempre… quindi, bisogna cercare di barcamenarsi… E se un giorno si perde una battaglia… Questo non significa che abbiamo perso la guerra, giusto?!... Sempre in gamba, eh, mi raccomando!!... ^__-
@ sorridente – No, non l’avevo letto… ti ringrazio per l’utile – direi non solo per me, anzi! – indicazione!! Vedrò se riesco a trovarlo e a darci un’occhiata… Grazie ancora… E spero che la rilettura possa essere d’aiuto anche a te!!...
@ Clelia – Tutte ce la possiamo fare, se abbiamo l’intelligenza, il coraggio e l’umiltà di chiedere aiuto…
@ Pupottina – Penso che solo una dietista possa rispondere correttamente alla tua domanda… per il resto, ti rimando al commento che ho lasciato in risposta a DarkSecretInside… ^^”
@ Nymph – Ehi, bentornata! Sono contenta che tu abbia trascorso delle bellissime vacanze! Spero che ti abbiano caricato di tutta la grinta e l’energia necessaria per ri-affrontare il tran-tran quotidiano… forza, forza, forza!!!
@ Musidora – Perfettamente d’accordo con te sul fatto che è necessario farsi aiutare da uno specialista per pianificare un regime alimentare corretto… non a caso, è quello che sto facendo io stessa grazie alla mia dietista che mi segue ormai da un sacco di anni!... I miei consigli, infatti, vorrebbero essere un modo per rendere più facile il riuscire a mangiare tutto quanto previsto nell’ “equilibrio alimentare” concordato previamente con uno specialista… Per il resto, capisco perfettamente le tu difficoltà nel mangiare in presenza di altre persone, perché le condivido anch’io… ed è per questo che ho dato suggerimenti che tutte possiamo adottare anche quando mangiamo da sole… non soluzioni, ma per lo meno piccoli aiuti…
P.S.= Ah, ma allora si capiva il gioco di parole basato sull’omofonia che ho fatto col titolo!… menomale… ^^”
@ Jessica (FollementeMe) – Innanzitutto, penso che in attesa di trovare un equilibrio migliore, i “trucchetti” possano essere un valido aiuto: meglio riuscire a consumare tutto l’ “equilibrio alimentare” aiutandoci con dei “trucchetti” che non farcela affatto senza niente… Per il resto, non so se mai riusciremo a ritrovare un equilibrio fisiologico con il nutrirsi, perché quando c’è una distorsione non è che raddrizzare la cosa sia così elementare… Però, per lo meno, cerchiamo di fare un passo alla volta… Oggi questo, e domani chissà…
@ NERO_CATRAME – Bè, però alcuni di questi “trucchetti” – per dirla alla Jessica! – possono essere funzionali anche per te, no?!... ^__-
@ Balua – Grazie a te per le tue parole… Se sono riuscita ad aiutarsi anche solo un pochetto, non mi fa che immensamente piacere…
@ Vele/Ivy – E’ una cavolatina, però ho pensato che potesse essere abbastanza ironico… ^^” Sì, l’Inglese mi piace molto, è più evocativo dell’Italiano e dice certe cose in un modo che la nostra lingua non renderebbe mai…
@ Ariel – Ti ringrazio innanzitutto per il tuo ottimo consiglio… Non ci avevo pensato perché sono una persona molto metodica (okay, diciamo pure ossessiva…), quindi la regolarità nelle cose mi viene spontanea… Grazie mille comunque per il suggerimento!!! ^__^ Rispondendo alla tua domanda, qualche tempo fa ho scritto un post intitolato “Condiziona la tua intuizione”, a proposito dell’intuitive eating… se non l’hai già fatto, prova a darci un’occhiata… penso che tu possa trovarci degli spunti interessanti in risposta alla tua domanda…
@ Victim Of My Desire – Sensi di colpa per che cosa, esattamente? Per aver fatto la cosa giusta? Per aver dato al tuo corpo ciò di cui aveva bisogno? Per esserti presa cura di te stessa?
@ Pachucha – Trovare un equilibrio è la cosa più difficile che ci sia… ma anche quella per cui vale di più la pena di lottare…
@ Tsuyoi – E sappi che è un’affermazione assolutamente vera…! ^__-
@ Enigma – Grazie anche a te per i tuoi preziosi suggerimenti, cara… Più sono, e meglio è!! Così ognuna di noi può trovare la soluzione che le sia più “su misura”, e auto-darsi una mano…!!
@ gold_soul – Spero che la dieta che hai iniziato sia sotto la supervisione di una dietista… se è così e ne parli con lei, scommetto che saprà darti tante altre “direttive” utili per affrontare con più serenità il momento dei pasti…
@ Lety – Quoto…
@ Annarita – E fa la cosa migliore, ovviamente… Grazie per le tue parole…
in un certo senso.. forse perchè la mia testa non vede in cibo così..
anke se mi accorgo che sono sempre piu debole c'è qualcosa in testa che mi fa sentire veramente in colpa quando esagero..
..penso che ci sei passata anke tu in qst situazione.. insomma,ci passano un pò tutte..
bisogna solo rendersi conto delle cose..
Se il cibo non fosse veicolo di significati che trascendono la sua funzione strettamente biologica non sarebbe tutto così difficile...Ma così è. Comunque grazie Veggie
@ Jenn – Ma tu te ne stai già rendendo conto… L’hai scritto tu stessa che ti senti sempre più debole e che non riesci a vedere il cibo nella maniera giusta… Devi solo lavorarci su, magari con l’aiuto di una dietista, che ti possa insegnare a visualizzare il cibo come un qualcosa che ti è utile anche semplicemente per sopravvivere… Una medicina che può non piacere, che può essere amara, ma che è necessaria… E più riuscirai a relazionarti correttamente con il cibo, più vedrai che i sensi di colpa se ne andranno via… Perché avrai fatto la cosa giusta, e lo sai.
Per carità, poi forse è anche vero che non riesco a capirti fino in fondo perché, essendo anoressica restrittiva, non so cosa può generare da un punto di vista emotivo l’esagerare col cibo, non l’ho mai vissuto in prima persona, e quindi è vero che forse non posso capirti del tutto… Però capisco quanto tutto questo, in un modo o nell’altro, sia sbagliato. Ed ho voglia di cambiare le cose. E scommetto che ce l’hai anche tu. Bene, è arrivato il tuo momento, la tua occasione… non sprecarla…
@ Silvia – Ciao Silvia, e benvenuta! Grazie a te per il tuo commento, piuttosto… Sì, indubbiamente nell’anoressia il cibo viene investito di significati che vanno ben oltre la sua mera funzione di “carburante” per l’organismo… ma credo sia proprio per questo che bisogna ricominciare ad alimentarci in maniera regolare e quasi “meccanica”, utilizzando una serie di strategie, prendendo il cibo come una medicina e cercando di distrarci mentre lo facciamo, perché solo questo, alla lunga, potrà regolarizzare il nostro rapporto con esso… Non dico “normalizzare”, perché su questo la vedo parecchio tosta, ma regolarizzare sì…
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