Come gli alchimisti trasformavano il ferro in oro… voi potete trasformare l’oscurità in luce. Siete tutte benvenute.

sabato 11 giugno 2011

Freni al ricovero: L'asso nella manica

Molte di voi, scrivendomi tramite e-mail, mi hanno chiesto come mai scegliere d’intraprendere la strada del ricovero sia così difficile, come mai sia così difficile seguirla, e come mai l’anoressia rappresenta comunque una calamita così potente da determinare numerose ricadute; come mai è così difficile staccarsene, e come poterci riuscire. Pertanto, ho deciso di scrivere una serie di post cercando in ognuno di essi di mettere in luce quali sono gli aspetti che ci tengono legate all’anoressia di modo che, prendendone più apertamente coscienza, possiamo essere in grado di contrastarli, dandoci ulteriori chances di percorrere la strada del ricovero. Paragonando il ricovero ad una strada che si percorre in auto, vediamo quali ne sono i freni.

Tanto per cominciare, quindi, il primo ed estremamente importante freno al ricovero, che è:

L’anoressia è un asso nella manica

Cosa intendo dire con questo? Quello che accade con l’anoressia (come ho anche detto sul video che ho fatto per MTVnews, e che, se non l'avete già visto, potete trovare QUI) è un qualcosa del tipo: siamo brave a restringere l’alimentazione senza sgarrare, da questo punto di vista teniamo tutto sotto controllo – cosa che la stragrande maggioranza della gente non sa fare – e, cosa più importante, ne siamo consapevoli. Non c’è bisogno che qualcuno ce lo dica. Certo, sappiamo anche di essere intelligenti, sensibili, brave nello sport o in ambito scolastico o lavorativo, ma lo sappiamo solo nel momento in cui gli altri ce lo dicono, nel momento in cui riceviamo una lode, e comunque non ci fidiamo mai al 100% della sincerità di chi ci dice cose del genere. Lo sappiamo, ma non ne siamo consapevoli, non è una cosa che ci viene da dentro, dobbiamo avere una conferma esterna. Perciò, quando ci si rende conto da sole che siamo brave a restringere l’alimentazione controllandola, per la prima volta la nostra autostima risale e ci rendiamo pienamente conto di possedere almeno un’abilità. Un qualcosa che sembra renderci diverse dagli altri, e speciali. Per la prima volta si trova qualcosa rispetto alla quale non nutriamo alcun dubbio di potercela fare, e sentiamo di possedere una vita.

L’’ironia, ovviamente, sta nel fatto che l’anoressia in realtà distrugge la vita, e ci rende ancora più insicure in merito a tutte le altre nostre abilità. Ma siamo comunque brave a restringere l’alimentazione. Siamo comunque più brave di chiunque altro nel controllare – ci sembra – ogni aspetto della nostra vita. Siamo comunque brave a tirare avanti fino al limite estremo. Ecco perché l’anoressia diventa il nostro asso nella manica. Dunque, il DCA distrugge la nostra già scarsa sicurezza in ogni qualsiasi nostra abilità, eccetto il fatto che siamo di gran lunga migliori degli altri nel controllo. Per dirla in un modo che anche le ragazze pro-ana/mia apprezzerebbero, siamo le Dee del Controllo.

Ovvio quindi che s’inizia ad utilizzare l’anoressia come un anestetico, una strategia di coping, un qualcosa per sentirci meglio quando tutto nella nostra vita sembra andare storto. Si prende un brutto voto ad un compito/interrogazione/esame? Vabbè – vorrà dire che oggi non faremo merenda. Si fa un colloquio di lavoro e non si viene scelte? Okay – abbiamo mangiato solo 3 biscotti e mezzo bicchiere di latte a colazione: fanculo il lavoro. Si ricevono critiche da pare di genitori/amici/colleghi di lavoro/superiori? Pazienza – siamo riuscite a restringere l’alimentazione in ogni singolo pasto della giornata, e questo ci fa stare in pace col mondo. Non importa quanto le cose possano andare storte, non contano i disastri che possono accadere, pazienza!, in fin dei conti, abbiamo comunque l’anoressia. E l’anoressia sorregge e sostiene quel poco che è rimasto della nostra sconquassata e lacerata autostima. In altre parole, l’anoressia funziona davvero come un asso nella manica: rende tutto il resto scarsamente importante di fronte ad essa stessa.

Ora, ovviamente, la domanda è: nel momento in cui si decide di percorrere la strada del ricovero e di combattere contro l’anoressia, come possiamo andare avanti senza il nostro asso nella manica? Come possiamo relazionarci con tutte le cose che ci feriscono senza la protezione dell’anoressia?

Una risposta ovvia è: imparare ad adottare altre strategie di coping non disfunzionali, che ci consentano di relazionarci e di interagire costruttivamente con quello che attualmente ci fa stare male.

Un’altra risposta è: lavorare sulla nostra scarsa autostima, per renderci conto che se qualcosa va storto non è necessariamente colpa nostra, perché non possiamo controllare tutto di tutto; e il fatto che qualcosa non vada come vorremmo non significa che noi siamo delle persone cattive, incapaci, o che tutto ci andrà male per sempre.

Un altro freno alla strada del ricovero in tal senso è che si sente la mancanza dell’anoressia. Ci si sente prive della nostra coperta di Linus, del nostro asso della manica. Ci manca la sensazione di forza, di potenza, di controllo, di soddisfazione che ci derivava dall’intima consapevolezza di essere capaci di fare qualcosa in maniera migliore di tutti gli altri. L’anoressia era, in fin dei conti, la nostra via d’uscita, il nostro getaway, e non c’è modo migliore di fuggire dalla vita che viverne il simulacro che il DCA ci propone, scollegandoci dal resto del mondo. L’anoressia era, dopotutto, il nostro paracadute, il nostro Piano B. C’illudeva con vera maestria convincendoci che con lei la nostra vita sarebbe stata migliore, e ci avrebbe aiutato a far fronte a tutti i nostri problemi. Ma l’anoressia non è una soluzione. Può sembralo, o al più pure esserlo, a breve termine. Ma su lunga gittata, finisce per diventare essa stessa Il Problema. E resta comunque qui, al nostro fianco.

L’anoressia ci accompagna sempre nel nostro percorso di vita. Non scompare semplicemente perché un bel giorno decidiamo di combattere intraprendendo la strada del ricovero, perché le bacchette magiche non esistono, non nella realtà. Rimane sempre la consapevolezza che siamo più brave di chiunque altro a restringere senza sgarrare e a mantenere, da questo punto di vista, il controllo. E perciò, rimane comunque estremamente difficile distinguere quelle che sono le illusioni e le bugie che ci racconta l’anoressia e trovare qualcosa che possa rimpiazzarla. Ma percorrere la strada del ricovero è anche questo: capire che l’anoressia è una bugia e un’illusione, ed è a questo che bisogna rinunciare: all’illusione.

20 commenti:

Sonia ha detto...

L'autostima mi è sempre mancata... non ho mai creduto in me stessa in vita mia.... forse solo ai tempi dell'asilo >.<
E l'anoressia ora è diventata la mia sicurezza... il mio ramo su cui aggrapparmi quando cado...
ma a un certo punto il ramo non regge più e si spezza se nessuno viene a salvarmi.
Mi risulta difficilissimo non usare l'anoressia come il mio asso nella manica... e infatti ogni volta che posso faccio di tutto per ridurre... e ce la faccio.
inutile dire che l'anoressia si fa sentire maggiormente quando sono insoddisfatta.
Ora sto cercando di distrarmi di più, di dare più attenzioni agli altri e "allontanarmi" da me stessa... anche solo giocando col mio gatto mi sento meglio.
è uno dei tantissimi passi che mi porterà alla mia "ambita" (a volte si a volte no) destinazione. (spero)

Vele Ivy ha detto...

Forse la cosa più importante è proprio capire che è un "falso salvagente": dà l'impressione che aiuta a tenersi a galla, e invece trascina sempre più giù... quando di capisce questo, ci si può dar da fare per nuotare con le proprie forze!

AlmaCattleya ha detto...

Ho visto adesso il tuo video su Mtv per la prima volta. Eh, mi era sfuggito.
Hai avuto un bel coraggio a raccontare la tua storia in tv.
Congratulazioni piccola grande lottatrice.
Spero tanti che leggano questo post e anche gli altri si dicano "Se ce l'ha fatta lei, posso farcela anch'io."

Anonimo ha detto...

E' proprio così, un'illusione. L'illusione di poter controllare tutto. Quello che ho capito solo DOPO tutti gli anni della malattia, è che bisogna acquisire consapevolezza, e questa c'è solo nel momento in cui si ha un peso buono, nel momento in cui si PENSA meglio e non siamo più burattini nelle sue mani. Io l'ho capito. Ho capito che le ho dato tutto, le ho permesso di morirle accanto.
E mi sono stufata. Mi son stufata. Le ho consegnato tutta la mia giovinezza, e ora è il momento di capire se io sono qualcosa oltre lei.
Mi rendo conto che è durissima lottarci contro, dopo tutto questo tempo. E mi rendo conto che chi ci casca con tutte le scarpe ci metterà tempo e tempo per maturare e capire davvero che è una MALATTIA. E di questo mi dispiace, perchè non fa sconti.
E' l'angolino dell'anestesia. Ma noi non ci meritiamo l'assenza, noi ci meritiamo di essere partecipi della nostra vita. Mi sono guardata allo specchio per la prima volta veramente dopo 7 anni di fronte al mio terapeuta. Come mantra quotidiano mi son ripetuta frasi del colloquio. E alla fine, lei rimane come ferita, ma non frega più.
Hai detto bene cara Veggie, è ILLUSIONE.
Rendercene conto, prima che sia troppo tardi. Noi siamo ALTRO. C'è ALTRO, la vita è ALTRO. E NOI possiamo e dobbiamo viverla, SENZA di lei. Tutti stanno male, noi ci siamo ridotte allo stremo, e ci meritiamo tutte le sofferenze del mondo purchè siano sofferenze esterne, da affrontare con coraggio ogni giorno della nostra vita.
Ti abbraccio fortissimo!

Marianna

clizia ha detto...

Un'illusione, dici? Sono ancora più dura. Direi che è una scorciatoia. Per sentirti forte, grande e potente. Apparentemente è faticosa, perchè ti costringi al digiuno e al sacrificio. Ma di fatto è molto comoda. Perchè tutto sommato basta non mangiare. Mentre vivere è più complicato.
clizia

Wolfie ha detto...

Sono molto d'accordo con la similitudine dca=asso nella manica. E' un asso nella manica ed è molto più che questo, è un palliativo, è un riempitivo.
Quando ero ancora nel pieno della bulimia e qualcosa mi andava male, correvo in bagno. Almeno lì dentro, qualcosa ero convinta di saper fare bene. Quando subivo una delusione, uno shock, un rimprovero, un commento che non mi piaceva, correvo in bagno. E mi sembrava che tirando fuori il cibo tirassi fuori anche tutte le cattive sensazioni che mi si erano appiccicate addosso.
Non è così, ovviamente, e adesso lo so, ma mi ce ne è voluto di tempo per rendermene conto!
Il dca è un riempitivo subdolo anche proprio perchè dà qualcosa a cui pensare, distoglie l'attenzione da quelli che possono essere i veri problemi della vita, perchè uno si concentra sul contingente del problema alimentare, sul cibo, su quello che deve fare per smaltire, e se ha anche altri problemi, quelli passano in secondo piano e sembrano perciò meno gravi: anche per questo è difficile staccarsi dal dca, perchè quando non puoi più ricorrervi ti ritrovi di fronte tutti i problemi della vita che per il momento avevi accantonato, ma non risolto, e quindi ecco che ti si ripresentano tutti... e più il tempo passa, più i problemi irrisolti ma mascherati dal dca si accumulano, ecco perchè più si va avanti e più è difficile staccarsi dal dca, perchè si ha un cumulo sempre maggiore di problemi cui si teme di non riuscire a far fronte.
Ma se c'è una cosa di cui mi sono accorta è che in realtà in noi c'è tutta la forza per non nascondersi dietro un dca e affrontare faccia-a-faccia tutti quelli che sono i problemi che la vita ci può porre davanti, dca compreso! Perchè è veramente un problema! E perchè, con il tempo, anziché il dca, il nostro asso nella manica devono diventare la nostra forza, la nostra determinazione, la nostra capacità di rialzarsi dopo ogni ricaduta!!!!!!!

Anonimo ha detto...

Hai ragione. Tante volte ho deciso di intraprendere la strada del ricovero,di cambiare,di dare una svolta alla mia vita. L'ho creduto così tante volte che ormai ho perso il conto..e ogni volta,dopo qualche giorno,tornavo sempre indietro,riabbracciavo la mia vita di prima..che alla fine mi sembra sempre la migliore. Non faccio altro che provare a rialzarmi e cadere di nuovo..e ormai sto perdendo le speranze.
Spero grazie ai tuoi post di capire quali sono i miei freni,cosa mi fa tornare indietro ogni volta.
Grazie di tutto,ti abbraccio.
A.

Bianca ha detto...

Verissimo.
Sai, in questo ultimo periodo sto provando a passare da un asso ad un altro: è il turno di fare sport. Sto scoprendo quanto Fa Bene... non solo a livello 'oggettivo-fisico', ma soprattutto a livello psicologico, fa sentire meglio, fa avvertire una soddisfazione 'altra', forse migliore della soddisfazione illusoria della restrizione alimentare...
Correre ogni giorno mi aiuta a comprendere
che NON POSSO ingerire 1000 calorie o meno senza rischiare di svenire,
che NON POSSO vomitare perché lo squilibrio elettrolitico prodotto mi impedirebbe di muovermi,
che le calorie vengono introdotte tanto quanto vengono consumate dal nostro organismo...
Ci provo. Vediamo quanto dura.

Bianca ha detto...

P.S.: io il tuo video su Mtv purtroppo purtroppISSIMO non posso vederlo accidenti...!! E sai perché? Se provo a farlo partire, mi dice che ci sono delle norme di copyright che m'impediscono di vederlo nel Paese in cui mi trovo (il Belgio, in questo caso...).
Se non c'è altra soluzione, tenterò di guardarlo quando torno in Italia la prossima volta!

Pupottina ha detto...

è un asso nella manica negativo, ma è vero che è l'unica cosa che sappiamo di saper fare senza che nessuno ce lo dica...
potrebbe pure provocare piccole soddisfazioni personali... certo che essendo negativo in partenza non ci porta a niente di buono.
prenderne coscienza è la prima cosa di dover fare, ma hai ragione è assurdamente difficile... e frenare il ricovero è un danno che si somma al danno provocato dall'asso nella manica. spero di essere stata chiara con il concetto che volevo esprimere, ma forse sono stata soltanto contorta...

Anonimo ha detto...

A proposito del referendum, era proprio la questione del nucleare che mi premeva di più. Credo di pensarla come te, non ce l'ho con il nucleare in sè, anzi dico che se avessi abitato in un altro paese avrei fatto dei ragionamenti diversi. E' il nucleare QUI che non mi convince, perchè le cose verrebbero fatte a cazzo di cane e tra qualche anno ci ritroveremmo a lamentarci di avere centinaia di bambini malati di tumore senza che nessuno faccia nulla, così come è successo per la spazzatura a Napoli. Video in tv e speciali su gente che piange, che mostra pecore a due teste, e poi l'oblio.

jennifer ha detto...

Illusione.
Credo calzi a pennello.
Hai un illusorio controllo di tutto ciò che ti circonda e di te.
Illusorio controllo perchè quando ti accorgi di non essere più capace di scegliere nulla. Ha vinto Lei ed è il momento di iniziare a combattere per riprendere in mano le redini di una vita, la tua.
Posso solo dire che il giorno più brutto della mia vita, non è stato quando psichiatri e internisti emanavano sentenze, inserivano sondini o ancor peggio mi obbligavano a rimanere ferma a letto; il giorno più brutto è stato quando, un'amica venendomi a trovare in ospedale mi aveva portato dei minuscoli cubetti d'anguria e impachettati amorevolmente con un nastrino rosa mi invitava a mangiarli. Contro ogni desiderio di morte, decisi di mangiarli in sua compagnia. Iniziarono i conati di vomito. Ero talmente disabituata al cibo solido, che il mio corpo non accettò quell'anguria.Oramai accettavo solo liquidi della nutrizione forzata.
Qui capii di non controllare più nulla. Facendo un breve sunto mi ritrovai a definirmi anestetizzata dal mondo, dalle mie volontà e dalla mia vita.

E come sottolinei tu Veggie, non scomparirà mai il pensiero,non esiste la gomma per cancellare in questi casi.Sapremo sempre di essere in grado di restirngere più degli altri, di avere una forza distruttrice che altri non hanno.

Ma ora, che ho ancora paura possa tornare ho l'illusione di essere quasi protagonista della mia vita, con paure e ansie chiaramente... credo però che l'illusione di essere ai posti di comando della propria vita mi stia dando la voglia di provare a continuare a viverla.

(e dopo la mail Veggie sono anche qui)

Jennifer

Willow ha detto...

"Se qualcosa va storto non è necessariamente colpa nostra, perché non possiamo controllare tutto di tutto e il fatto che qualcosa non vada come vorremmo non significa che noi siamo delle persone cattive, incapaci, o che tutto ci andrà male per sempre." Hai c'entrato il punto Veggie!!!!!
Anch'io vedo il dca come un rifugio dal quale posso sempre andare quando qualcosa va storto, so che lui c'è e se fallisco ho sempre quell'opportunità e se qualcosa va storto è sempre colpa del mio corpo, se riesco a restringere bene per settimane mi sento esattamente in pace col mondo, come hai detto tu, quello di cui però mi sono resa maggiormente conto è che i problemi non scompaiono con il dca, vengono solo sommersi da una tempesta di comportamenti distruttivi e non possiamo sempre pretendere di fare tutto perfetto, di rispettare tutti gli schemi perfettamente,l'altra sera dovevo arrivare alla fine del capitolo dell'esame che sto preparando, avevo deciso così, era mezzanotte,mia mamma mi aveva messo un pò in crisi con le sue urla ma mi sono detta, adesso stai lì finchè non lo finisci, non rispettare lo schema quel giorno sarebbe stato un fallimento,ma è assurdo ora che ci penso con questo post, non possiamo controllare tutto e con l'anoressia ci sembra di avere l'illusione che accada, in realtà è lei che controlla noi e ogni sfera della nostra vita!

Ti abbraccio fooorte!!!!!!!

Anonimo ha detto...

l'anoressia è una malattia schifosa, io nn ce la faccio + a conviverci da anni. ragazze mi ha tolto tutto tutto tutto.. non riesco + nemmeno a stare in piedi per + di pochi minuti. sono distrutta. un ABBRACCIO A TUTTE, VI VOGLIO BENE!cry

Veggie ha detto...

@ Sonia – Penso che l’autostima (o meglio, la sua mancanza) sia un problema, più o meno spiccato, di chiunque abbia un DCA… Partendo da questo substrato, è normale che, in certi momenti, l’anoressia possa ancora sembrarti una certezza, un ramo a cui aggrapparti… ma anche i rami più robusti cedono, e se non hai un paracadute, sotto c’è il vuoto. Quello che voglio dirti, semplicemente, è che l’anoressia è una scelta a perdere… ed è infida proprio perché si fa passare come una sicurezza… quando invece è proprio ciò che ti mette i bastoni tra le ruote… Quello che devi fare tu, invece, è continuare a tirare dritta per la tua strada: gioca col tuo gatto, esci con le amiche, a fai qualsiasi cosa ti possa rendere serena… perché l’unico modo per iniziare ad allontanarsi dall’anoressia è toglierle importanza… perché, in effetti, non ne ha. E dare importanza a ciò che conta davvero nella tua vita…

@ Vele/Ivy – Hai ragione, è il passo più importante ma anche estremamente difficile… ci vogliono anni, spesso, per arrivare a una simile constatazione… e poi bisogna iniziare a lottare…

@ AlmaCattleya – Grazie, tesoro…

@ Marianna – Mi ricordo che quando iniziai il mio primo ricovero, aspettarono 2 settimane prima di mettermi in psicoterapia… “Perché con quel peso non puoi averci testa per ragionare su te stessa”, mi dicevano, proprio come hai scritto tu… ed è vero. Me ne sono accorta solo dopo, lì per lì ero troppo incazzata, ma è vero… Che la testa non ragiona bene se il corpo non la sostiene… e molte delle distorsioni del pensiero tipiche dell’anoressia… compaiono proprio perché c’è l’anoressia!... Quella cosa che sembrava farci stare tanto bene… e che poi lavora sotto, distruggendoci pezzo per pezzo… Sono d’accordo con te, però, purtroppo rendersene conto è difficile, ci vuote tanto tempo e tanto coraggio… ed è un lavoro che nessuno può fare al posto nostro. Nessuno ci può salvare se noi per prime non vogliamo essere salvate. E le conseguenze sono inevitabili, lo so in prima persona. Ma si può sempre trovare dentro di noi la forza per ribellarci… per ribellarci interamente a questo delirio che d’intero non ci lascia più niente. Per ricominciare a vivere… senza più dolori, interni od esterni che siano, ma solo con tanta speranza e voglia di costruire qualcosa di positivo per il nostro futuro…
Ti abbraccio forte forte…

@ Clizia – Sono pienamente d’accordo con quel che hai scritto… Ottimo il paragone delle scorciatoia. Ho intenzione di scrivere una serie di post inerenti i “freni al ricovero”, ed avevo pensato a una similitudine per ognuno di essi… adesso grazie al tuo commento ho trovato un’ispirazione in più… Grazie!...

@ Wolfie – Il fatto che il DCA sia un “falso problema” che distoglie l’attenzione dai problemi veri, credo sia una delle cose che rende queste malattie così reiteranti e difficili da staccarsene… Perché sono facili da gestire, e permettono un coping pazzesco… Ma, hai ragione, più che coping i problemi vanno affrontati… perché abbiamo tutta la capacità di risolverli… di saltare l’ostacolo, ed andare avanti imperterrite nella nostra corsa…

Veggie ha detto...

@ A. – Sei così dolce, A… Nelle tue parole rivedo le mie ricadute, i miei insuccessi, la mia voglia di mollare… la mia vita dai 14-15 anni in poi. Però c’è un però. C’è che io cerco di rialzarmi. E c’è che anche tu hai scritto che ti rialzi. E hai scritto una cosa veramente enorme, A. E’ vero, ci si rialza e poi si ricade di nuovo… e così via, infinite volte, e sembra che non debba finire più… e ci sembra che non ci sia più speranza, che sia tutto nero… Però, in fin dei conti, io credo che dentro di noi abbiamo la consapevolezza che la vita di prima non era la migliore. Che era solo un anestetico, un modo per nasconderci alla vita, quella vera. E ne abbiamo la consapevolezza perché, nonostante tutte quelle ricadute, continuiamo a rialzarci. Continua a rialzarti, A. Datti sempre un possibilità. Perché finché ti dai una possibilità, avrai almeno una possibilità.

@ Bianca – Lo sai che abbiamo detto la stessa cosa a proposito dello sport?!... Tu in questo commento, e io sul video di MTV… Anch’io sono convinta che lo sport – se non è fatto solo ed esclusivamente in maniera meccanica e ossessiva, allo scopo unico di dimagrire – sia un vero toccasana… In questo, infatti, posso dire che il mio lavoro come istruttrice di karate mi ha aiutata molto a discostarmi dall’anoressia… E davvero concordo sul fatto che possa dare molte soddisfazioni… e aiutarci. Tu fai benissimo a provarci… durerà esattamente quanto vuoi che duri, perciò… forza!
P.S.= Il video di MTV pensavo di “spezzettarlo” (dura quasi 20 minuti in tutto) e di caricarlo sul mio canale YouTube… però non so se anche per questo potranno esserci problemi di copyright, visto che il video è di “proprietà” di MTV, quindi ci sta che non me lo faccia caricare… Mah, ti farò sapere!...

@ Pupottina – No, tranquilla, si capisce benissimo!... E’ vero, è un asso nella manica negativo, il problema è che a suo modo dà soddisfazione, e quindi lo si percepisce erroneamente come positivo e si reitera… Comprendere questo è già un primo passo per liberarsene…

@ I (h)ate – Sono pienamente d’accordo… Purtroppo questo Paese si chiama Italia…

Veggie ha detto...

@ Jennifer – Benvenuta anche qui sul blog, Jennifer!... Hai ragione, quello che c’è nel nostro passato, quello che abbiamo vissuto, non potrà essere cancellato da niente… però, quella che tu hai definito “forza distruttrice”, in fin dei conti è sempre e comunque una forza… che noi abbiamo tutta la possibilità di decidere come canalizzare ed utilizzare: se per continuare a distruggerci, o se provare a costruire qualcosa di positivo per noi stesse… E’ vero, l’anoressia ci ha fatto toccare il fondo… eppure anche quella è una posizione splendida, perché se sei sul fondo non puoi far altro che risalire. Non negando quello che è successo, ma utilizzando quello che è successo per diventare più forti, per imparare a costruirci qualcosa che sia davvero degno d’essere chiamato “vita”… non un qualcosa di controllabile, non un qualcosa di perfetto… ma, in definitiva, un qualcosa di veramente solo nostro.
Ti abbraccio forte forte…

@ Aisling – Quello che ci sembra di poter controllare, è poi in realtà quello che ci controlla… Gli schemi li mettiamo in atto per addomesticare la realtà, per farci percepire una parvenza di controllo, per costruirci quelle sicurezze che paiono lenire le nostre ansie… Ma sono solo dei paravento, basta un soffio più forte e crolla tutto, e ci ritroviamo ancora una volta inermi… I veri problemi non dobbiamo più nasconderli dietro il paravento del DCA… dobbiamo mettercela tutta per affrontarli, anche se è terribilmente difficile… perché solo così potremo risolverli veramente… e non avere più bisogno del DCA per fingere di saperli gestire…

@ Cry – Hai detto tutto… e spero che molte ragazze, leggendo il tuo commento, possano aprire un po’ di più gli occhi su quella che è la realtà dell’anoressia… la vita con l’anoressia… che cosa significa. Però, Cry, prova a sfruttare anche tu quello che hai scritto… e cioè il fatto che senti di non farcela più… e usa questa insofferenza come un’arma per liberarti da quello che ti fa star male… e ogni volta che ti verrà voglia di tornare indietro, pensa a com’è questo dolore… affinché tu possa trarre da esso la forza per combattere… Ti abbraccio stretta…

Renée ha detto...

Ciao Veggie, sono proprio d'accordo con quello che hai scritto.. purtroppo avere un asso nella manica del genere alla fine finisce per sortire l'effetto opposto che un asso nella manica dovrebbe avere.. :/ Ti ho scritto una mail spero ti sia arrivata :) un bacione

Chiara ha detto...

Quello che scrivi... hai ragione, mi ritrovo in moltissime cose, non solo in questo post. Grazie per l'aiuto. Sto cercando di uscirne, ora come ora sono piena di paure, ma vivo di alti e bassi; questo periodo lo trovo però difficile, sento che il controllo se ne sta andando, sono felice ma anche terribilmente spaventata. Soprattutto mi sento un po' sola, e tu mi hai fatto capire che non è così. grazie ancora

Veggie ha detto...

@ Reneé - Sì che mi è arrivata, ti ho anche già risposto... E hai proprio ragione: quello che all'inizio semnbrava darci tanto, alla fine ci toglie tutto...

@ Chiara – Grazie a te per il commento e per il feedback, Chiara… Posso capire benissimo come ti senti… e sappi che non è affatto che stai perdendo il controllo, anzi, è proprio ora che lo stai trovando… Perché il controllo che credevi di avere prima era quello illusorio dato dall’anoressia… ma lì noi non si controlla proprio niente, è l’anoressia stessa che ci controlla… e liberarsene significa anche ritrovare il vero controllo sulla nostra vita. No, Chiara, non sei sola… la solitudine è solo quella che sta nel DCA… perché il cuore dell’anoressia è il silenzio. Per questo è così importante rompere il silenzio… per questo è così importante combattere insieme. Ti abbraccio forte…

 
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