venerdì 16 marzo 2012
Prevenzione delle ricadute: Codice Giallo
Oltre ai codici identificativi del Pronto Soccorso, anche le luci del semaforo presentano i medesimi 3 colori: rosso, giallo e verde. Tecnicamente, quando si sta guidando e si vede che la luce del semaforo passa da verde a gialla, bisognerebbe rallentare per poi fermarsi. Sì, esatto. Non so voi, ma personalmente, quando sono in auto e vedo che si accende la luce gialla del semaforo, il mio impulso istintivo è quello di pigiare sull’acceleratore per cercare di passare prima che la luce diventi rossa. (Don’t try it at home, gals!)
Nella maggior parte dei casi, questo è il medesimo comportamento che si tiene anche nei confronti dell’anoressia. Si vedono i primi allarmanti segni della ricaduta, e si preme l’acceleratore del DCA rituffandoci dritte dritte nell’anoressia. Parte di questo comportamento è legato alla neurofisiologia dei disturbi alimentari – il famoso circolo vizioso – ma in parte si tende davvero a pensare che quello che facciamo non oltrepasserà certi limiti, e che saremo in grado di riprenderci non appena lo vorremo.
Purtroppo, non è così che funziona. Quando si fa un pensiero del genere, siamo di nuovo sulla strada dell’anoressia. Se si oltrepassa la linea dello stop quando la luce del semaforo passa da gialla a rossa, si rischia l’incidente. Che è esattamente quello che accade con un DCA. Non ci si ferma.
In Pronto Soccorso, un paziente “Codice Giallo” presuppone un intervento piuttosto rapido. È quindi necessario identificare con prontezza segni e sintomi, in maniera tale da poter agire nella giusta maniera, per evitare che il caso si trasformi in un “Codice Rosso”. Lo stesso vale per l’anoressia. Quando si notano segnali da “Codice Giallo”, bisogna intervenire subito per evitare le sirene dell’ambulanza e il ricovero in terapia intensiva. Questo perché, mentre la remissione dell’anoressia è incredibilmente lenta e richiede un sacco di forza di volontà e di pazienza; la velocità con cui questa torna ad impossessarsi di noi in una ricaduta è spaventosamente rapida. Erroneamente, io in certi momenti ho pensato di sapere un sacco di cose sulla mia anoressia e sul mio rapporto con essa perciò, mi dicevo, non è necessario che mi preoccupi troppo, no?!
Sottovalutare il nemico è una delle maggiori armi che l’anoressia va ad usare contro di noi.
I segnali da “Codice Giallo” presentano delle differenze rispetto a quelli da “Codice Azzurro”, perchè sono più specificatamente legati al DCA in sé. Ovviamente non consistono solo in un’acuizzazione dei pensieri e dei comportamenti connessi all’anoressia, ma molto spesso si tratta comunque di fatti che risultano essere strettamente correlati al disturbo alimentare. In parecchi casi, segnali premonitori sono l’aumento dell’ansia, il calo dell’autostima, l’irrequietezza fisica e mentale, che sono causa e conseguenza della ricaduta in sè. In tal senso, “Codice Giallo” e “Codice Azzurro” sono molto vicini tra loro.
Dunque, i segnali di “Codice Giallo” stanno a significare che bisogna decelerare e guardare a lungo e con attenzione ciò che abbiamo intorno prima di sfrecciare in avanti. Sono i segnali di ritorno dell’anoressia. Se mi perdonate l’ennesima analogia automobilistica, possono essere paragonati alla lucetta che avverte che siamo entrati in riserva di benzina. L’auto corre ancora, naturalmente, e si può anche non notare niente di diverso dal solito, ma la lucetta è un indicatore del fatto che le cose in realtà non vanno proprio così bene, e che se non facciamo rifornimento al prossimo distributore di benzina rimarremo a piedi.
Qualche esempio di segnale da “Codice Giallo”:
- Aumento delle paranoie inerenti il cibo (per esempio, il non fidarsi più dei genitori che ci preparano il pranzo, cominciando a chiederci se davvero hanno rispettato le dosi dell’ “equilibrio alimentare”, o se invece hanno aggiunto qualcosa)
- Cominciare a pensare a quali sono i nutrienti che compongono i vari alimenti
- Difficoltà pressanti a mangiare in presenza di qualsiasi altra persona
- Isolamento, riduzione dei contatti anche con gli amici più cari
- Autoinduzione del vomito (solo per chi presenta tale sintomo, ovviamente)
- Aumento marcato dell’ansia, subito seguito da una riduzione netta della stessa a seguito della messa in atto di comportamenti alimentari restrittivi
- Restringere l’alimentazione in maniera piuttosto marcata (magari saltando anche lo spuntino o la merenda)
- Rigidità ferrea in merito all’esercizio fisico che aumenta sempre più
- Accentuazione marcata della dismorfdofobia (solo in chi, ovviamente, presenta questo sintomo)
- Rarefazione o scomparsa del ciclo
- Aumento delle paranoie inerenti il proprio aspetto fisico
- Abituale ricorso al checking
- Aumento dell’irritabilità, del nervosismo
- Dubbiosità spiccate sulla nostra capacità di portare avanti il percorso di ricovero, nonché sulla necessità di farlo (è ciò che precede la fase: “Ricovero del cazzo!”…)
- Episodi di autolesionismo sempre più frequenti
- Voglia di arrendersi e di mollare per riscivolare nell’anoressia
- Comparsa della sensazione di riuscire a controllare tutto, e del pensiero che potremo fermarci non appena lo vorremo (ma non lo vorremo mai, è questo il problema…)
- Etc… (continuate voi la lista lasciando un commento!)
Quel che è difficile nell’identificare i segnali di “Codice Giallo”, è che l’anoressia ha spesso una natura di “tutto o nulla”, un’intrinseca dicotomia. I primi segni di ricaduta sfrecciano da 0 a 100 in pochissimo tempo, e non c’è neanche un pit-stop nel mezzo. Si passa dai segnali di “Codice Verde” a quelli di “Codice Rosso” anche solo in una decina di giorni. Perciò identificare i segnali di “Codice Giallo” è tanto complicato quanto cruciale. La seconda difficoltà cui si viene poste a fronte, nel momento in cui si identificano, è quella di passare all’azione. Spesso si tende a minimizzare di fronte a noi stesse la serietà dei segnali di “Codice Giallo”, si pensa che se ne andranno spontaneamente o che, comunque, possiamo farcela da sole a venirne fuori rapidamente. Bugie. Tutte bugie. È dura e difficile. È tremendamente difficile, questa è la verità. E poiché tutto si gioca nella nostra mente, NON siamo propriamente capaci di venirne fuori da sole, perché in una battaglia contro noi stesse se vinciamo perdiamo. Dobbiamo allora armarci di una buona dose di umiltà e chiedere aiuto per non sprofondare in quel principio di ricaduta, perché chiedere aiuto non è segno di debolezza, viceversa, è segno di grande intelligenza, maturità e responsabilità.
Nella maggior parte dei casi, questo è il medesimo comportamento che si tiene anche nei confronti dell’anoressia. Si vedono i primi allarmanti segni della ricaduta, e si preme l’acceleratore del DCA rituffandoci dritte dritte nell’anoressia. Parte di questo comportamento è legato alla neurofisiologia dei disturbi alimentari – il famoso circolo vizioso – ma in parte si tende davvero a pensare che quello che facciamo non oltrepasserà certi limiti, e che saremo in grado di riprenderci non appena lo vorremo.
Purtroppo, non è così che funziona. Quando si fa un pensiero del genere, siamo di nuovo sulla strada dell’anoressia. Se si oltrepassa la linea dello stop quando la luce del semaforo passa da gialla a rossa, si rischia l’incidente. Che è esattamente quello che accade con un DCA. Non ci si ferma.
In Pronto Soccorso, un paziente “Codice Giallo” presuppone un intervento piuttosto rapido. È quindi necessario identificare con prontezza segni e sintomi, in maniera tale da poter agire nella giusta maniera, per evitare che il caso si trasformi in un “Codice Rosso”. Lo stesso vale per l’anoressia. Quando si notano segnali da “Codice Giallo”, bisogna intervenire subito per evitare le sirene dell’ambulanza e il ricovero in terapia intensiva. Questo perché, mentre la remissione dell’anoressia è incredibilmente lenta e richiede un sacco di forza di volontà e di pazienza; la velocità con cui questa torna ad impossessarsi di noi in una ricaduta è spaventosamente rapida. Erroneamente, io in certi momenti ho pensato di sapere un sacco di cose sulla mia anoressia e sul mio rapporto con essa perciò, mi dicevo, non è necessario che mi preoccupi troppo, no?!
Sottovalutare il nemico è una delle maggiori armi che l’anoressia va ad usare contro di noi.
I segnali da “Codice Giallo” presentano delle differenze rispetto a quelli da “Codice Azzurro”, perchè sono più specificatamente legati al DCA in sé. Ovviamente non consistono solo in un’acuizzazione dei pensieri e dei comportamenti connessi all’anoressia, ma molto spesso si tratta comunque di fatti che risultano essere strettamente correlati al disturbo alimentare. In parecchi casi, segnali premonitori sono l’aumento dell’ansia, il calo dell’autostima, l’irrequietezza fisica e mentale, che sono causa e conseguenza della ricaduta in sè. In tal senso, “Codice Giallo” e “Codice Azzurro” sono molto vicini tra loro.
Dunque, i segnali di “Codice Giallo” stanno a significare che bisogna decelerare e guardare a lungo e con attenzione ciò che abbiamo intorno prima di sfrecciare in avanti. Sono i segnali di ritorno dell’anoressia. Se mi perdonate l’ennesima analogia automobilistica, possono essere paragonati alla lucetta che avverte che siamo entrati in riserva di benzina. L’auto corre ancora, naturalmente, e si può anche non notare niente di diverso dal solito, ma la lucetta è un indicatore del fatto che le cose in realtà non vanno proprio così bene, e che se non facciamo rifornimento al prossimo distributore di benzina rimarremo a piedi.
Qualche esempio di segnale da “Codice Giallo”:
- Aumento delle paranoie inerenti il cibo (per esempio, il non fidarsi più dei genitori che ci preparano il pranzo, cominciando a chiederci se davvero hanno rispettato le dosi dell’ “equilibrio alimentare”, o se invece hanno aggiunto qualcosa)
- Cominciare a pensare a quali sono i nutrienti che compongono i vari alimenti
- Difficoltà pressanti a mangiare in presenza di qualsiasi altra persona
- Isolamento, riduzione dei contatti anche con gli amici più cari
- Autoinduzione del vomito (solo per chi presenta tale sintomo, ovviamente)
- Aumento marcato dell’ansia, subito seguito da una riduzione netta della stessa a seguito della messa in atto di comportamenti alimentari restrittivi
- Restringere l’alimentazione in maniera piuttosto marcata (magari saltando anche lo spuntino o la merenda)
- Rigidità ferrea in merito all’esercizio fisico che aumenta sempre più
- Accentuazione marcata della dismorfdofobia (solo in chi, ovviamente, presenta questo sintomo)
- Rarefazione o scomparsa del ciclo
- Aumento delle paranoie inerenti il proprio aspetto fisico
- Abituale ricorso al checking
- Aumento dell’irritabilità, del nervosismo
- Dubbiosità spiccate sulla nostra capacità di portare avanti il percorso di ricovero, nonché sulla necessità di farlo (è ciò che precede la fase: “Ricovero del cazzo!”…)
- Episodi di autolesionismo sempre più frequenti
- Voglia di arrendersi e di mollare per riscivolare nell’anoressia
- Comparsa della sensazione di riuscire a controllare tutto, e del pensiero che potremo fermarci non appena lo vorremo (ma non lo vorremo mai, è questo il problema…)
- Etc… (continuate voi la lista lasciando un commento!)
Quel che è difficile nell’identificare i segnali di “Codice Giallo”, è che l’anoressia ha spesso una natura di “tutto o nulla”, un’intrinseca dicotomia. I primi segni di ricaduta sfrecciano da 0 a 100 in pochissimo tempo, e non c’è neanche un pit-stop nel mezzo. Si passa dai segnali di “Codice Verde” a quelli di “Codice Rosso” anche solo in una decina di giorni. Perciò identificare i segnali di “Codice Giallo” è tanto complicato quanto cruciale. La seconda difficoltà cui si viene poste a fronte, nel momento in cui si identificano, è quella di passare all’azione. Spesso si tende a minimizzare di fronte a noi stesse la serietà dei segnali di “Codice Giallo”, si pensa che se ne andranno spontaneamente o che, comunque, possiamo farcela da sole a venirne fuori rapidamente. Bugie. Tutte bugie. È dura e difficile. È tremendamente difficile, questa è la verità. E poiché tutto si gioca nella nostra mente, NON siamo propriamente capaci di venirne fuori da sole, perché in una battaglia contro noi stesse se vinciamo perdiamo. Dobbiamo allora armarci di una buona dose di umiltà e chiedere aiuto per non sprofondare in quel principio di ricaduta, perché chiedere aiuto non è segno di debolezza, viceversa, è segno di grande intelligenza, maturità e responsabilità.
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18 commenti:
OK, allora, ecco qua alcuni dei miei segnali che potrei considerare, conoscendomi, come “codice giallo”:
- Un’abbuffata ogni tanto, che poi però si fanno sempre più frequenti
- Una puntatina al gabinetto ogni tanto, dopo l’abbuffata suddetta, che poi però si fanno sempre più frequenti
- Pasti altalenanti sia come quantità che come qualità
- Pesarmi tutte le settimane
- Dire bugie con l’intento di coprire un comportamento alimentare palesemente errato
- Ricominciare a calcolare il B.M.I.
- Ansia per tutto ciò che riguarda l’alimentazione
- Ansia per tutto ciò che riguarda il vestiario
- Voglia di isolarsi dal resto del mondo, anche dalle persone più care
- Voglia di non fare più nulla, salvo dedicarsi al dca
- Bisogno di compenso sul cibo
- Ansia, ansia, ansia, ansia sempre, in ogni momento, qualsiasi cosa faccia
Io credo che comunque questo post tocca un “punto-chiave”: la precarietà. Quanto tutto sia precario nel percorso di ricovero che si fa. E perciò, quanto il dca sia ingannatore, perché veramente pensi che lo farai solo una volta, che non lo ripeterai, oppure solo due volte, o solo tre volte, che lo puoi controllare. Poi, senza rendertene quasi conto, ecco che è di nuovo il dca che ti sta controllando, devi fare certe cose solo per assecondare quello che ti dice il dca nella tua testa, sennò ti sembra d’impazzire: e sei già ricaduta. Davvero è importantissimo fare attenzione a questi segnali di “codice giallo”!!!!!!!!!!!!!!!!
non sono troppo d'accordo con quello che hai detto, perchè mi piace pensare che le persone si possano dimostrare quantomeno riconoscenti, ma comprendo il tuo punto di vista.
in ogni caso, non faccio ciò che faccio per un tornaconto, non è proprio nel mio carattere.
ciò che intendevo nel mio post (in effetti non è molto chiaro, è fraintendibile sorry ^^'') è che ci sono delle amicizie a cui io mi dedico molto perchè per me sono importanti (non ne ho molte proprio perchè seguo la filosofia ''pochi ma buoni'' e quindi quelle che ho per me valgono come diamanti), e mi sento dire ''ti ringrazio, sai che cmq anche tu puoi contare su di me =)''. ma poi, quando vorrei parlare di ciò che fa stare male me, ecco il ''sìsì poi ne parliamo con calma...'' e di punto in bianco, capendo che l'altra persona se ne strasbatte il cazzo, lascio perdere e decido (come ormai ho deciso da tempo) di far finta di niente su quello che riguarda me, tenermi tutto dentro e pensare solo all'altra persona.
a me fa piacere aiutare gli altri, e anche se so che all'altra persona non importa di me quanto a me importa di lei, le sto accanto proprio perchè le voglio bene in ogni caso.
però tieni conto che a parte un paio forse, tutte le mie amicizie sono così, è per quello che ci sto così tanto male... mi piacerebbe trovare una persona che mi volesse bene e che si comportasse con me come io mi comporto con le persone a cui voglio bene, era questo che volevo dire...
ciao Veggie
sono d'accordo con te
bisogna proteggersi e stare attente anche alle ricadute
Grazie!
Io credo di trovarmi proprio qui, in Codice Giallo permanente... finirà?
Sei dolcissima, forza. <3
Sì è assurdo che in Italia non ci sia una giornata dedicata alla lotta-prevenzione dei DCA!
Cioè c'è una giornata per tutto!! Anche per le cose più improbabili e non c'è per questa problematica che bene o male vien fuori solo nei casi di morte di qualche modella...
Sui tuoi ultimi post non ti ho ancora lasciato un commento perché questo non è un periodo particolarmente felice per me... Mi sembra che tutta la mia vita sia stata un codice giallo, o azzurro, quindi è come se i segnali di ricaduta fossero la mia precaria normalità!
Mi sembra di essere un centralino impazzito, ecco tutto, che cerca di smistare i vari segnali, ma il traffico è troppo e finisce per farsene investire.
Ciao Veggie, mi piace molto questo post...come tutti gli altri che hai scritto in precedenza..anche se è molto tempo che non commento (avevo un altro account e un altro nome).
Mi viene molto difficile individuare un codice giallo...perchè è vero, si finisce per vedere il tutto o il nulla.
Ecco, quando inizio a bere acqua in continuazione per non mangiare, questo è un segnale di codice giallo.
Ti abbraccio forte
el***
ファイ
Ottima e utile anche questa metafora!!
Ciao Veggie! salto a pié pari tutti i codici di questo post, per un messaggio in codice, e uno no:
1. ok grazie della mail, e risposto con proposta... prometti che ci penserai ;-)
2. invito tutte a visitare il nuovo blog della "rete delle reti", dove viene spiegato il loro progetto, e dove è stata rilanciata su mia richiesta anche la proposta (non mia! io mi limito a sostenerla) di una GIORNATA NAZIONALE di lotta ai DCA.. lo trovate qui:
http://laretedellereti.blogspot.it/2012/03/parla-mari-di-amorecontroana.html
al di là di quel post, vi segnalo quel blog perché mi sembra un bel progetto che ci offre qualcosa di cui tutte abbiamo bisogno: PIU' CONNESSIONE, più dialogo, più scambio per tutte - meno solitudine e più occasioni di realizzare idee, creare cose insieme.
E per fare solo un esempio: grazie a quel post si sono fatte vive le Femen Italia.. le conoscete? se non le conoscete è ora di farlo :-))
Ma insomma tornando a noi: si sono fatte vive tramite quel post, creando subito un contatto, e come si sa se ci si contatta abbastanza elettriche nascono subito scintille; per cui domando: funziona o no allora, l'idea di questa rete? direi proprio di sì, dipende solo da noi. Un grande abbraccio, M.
"Perchè in una battaglia contro noi stessi se vinciamo, perdiamo."
E' così bello quello che fai.
ci sono codici, segnali, elementi che ci fanno capire quando siamo in pericolo. E ci si può rendere aperti al cambiamento, stare in allerta ogni giorno analizzando ogni possibile sintomi di ricaduta. Ci si può non raccontare bugie, affidare a cure,interrompere quel lato di sè stessi così controverso. Ma è vivere così? è vivere temere ogni attimo una possibile ricaduta , tremare che un qualcosa faccia scattare nuovamente un meccanismo così distruttivo? è vivere?
Io l'ho fatto e mi sono anche detta sì, questo è il modo di togliersi dalla merda. Non ho incontrato l'anoressia come molte di voi, ci sono finita per altre cause. Non del tutto volontariamente all'inizio, ero troppo piccola, avevo 13 anni e sono arrivata a 42 kg. è morto il mio migliore amico e da lì è partito il putiferio. Mi hanno tirata su per i capelli e fatto una dieta, mi hanno detto come vivere, cosa fare e cosa no, cosa era giusto. E per un po' ci ho anche creduto sai? eppure eccomi qua. Perchè io non sono tra gli ottimisti che credono si riesca a saltarne fuori. perchè stare tutta una vita a cercare di captare debolezze non è vivere...
ok, questo post mi lascia alquanto stravolta. Perchè mi sto accorgendo che forse un codice verde non l'ho mai visto.
Credo piuttosto di aver alternato fino ad ora codici azzurri, gialli e rossi.
Perchè in fondo, non ho mai passato un giorno senza guardarmi allo specchio e segnare nella mia mente ogni mio difetto, non ho mai smesso di controllare che mia madre seguisse la dieta alla perfezione e se è una giornata abbastanza gialla/rossa non resisto alla tentazione del conteggio delle calorie (anche se è assurdo perchè seguendo la dieta so quante calorie sono previste!).
Ho alternato solo momenti più bui a momenti più calmi... ma mai da verdi.
Forse se non avrei letto questi post, uno ad uno, non avrei mai capito la differenza tra un codice e un altro (ma non avrei neanche parlato di codici!).
Sono pienamente daccordo su quando dici che non si sa se il ricovero è una cosa positiva, necessaria o semplicemente una perdita di tempo.
è una domanda che ora mai rimbomba nella mia mente, in attesa di una risposta. Che io non mi so dare.
Ma vado avanti. Perchè per sapere come sono veramente le cose bisogna provarle. E io troppo spesso giudico i passi che dovrei fare nel ricovero senza averli prima provati -.-'
Leggo ciò che scrivi e mi.. non lo so.. consola sapere che c'è qualcuno che sa come sto.. Io sono in fase di.. non so come descriverla.. ho paura a dire guarigione, perchè so che non è proprio così.. vedo una dietologa e seguo tutti i suoi consigli, l'appetito mi è (finalmente) tornato, ma ancora sento una paura forte dentro me.. controllo gli alimenti, tutti i valori, anche se rimango un pò angosciata dai grassi che ci sono, mangio quei cibi lo stesso perchè so che mi fanno bene.. ma è dura.. mamma mia quanto è dura!!! Grazie per tutti gli splendidi consigli che dai, ti leggo sempre :)
Grazie mille per il commento. Ti leggo spesso, sai? Solo che non commento mai, lo so. E sai perchè? Perchè dici già tutto. Rimango li, a bocca aperta, inebetita, ripetendomi mentalmente: "quanto ha ragione.".
Poi distolgo lo sguardo e torno ai miei insani pensieri.
Comunque alla fine è andato tutto bene. Mi è servito molto, ho parlato con dei professori e qualche ragazzo/a che vedevo in giro, giusto per fare qualche chiacchiera. Non ho avuti strani attacchi d'ansia o cose del genere, almeno!
@ Wolfie – Grazie per aver completato con i tuoi segnali di “Codice Giallo”!... hai ragione, la cosa peggiore delle ricadute è che non si presentano mai come tali… e molto spesso ti accorgi della ricaduta solo quando… bè, sei ricaduta. Per questo dobbiamo mettercela tutta non solo per riconoscere i segnali di “Codice Giallo”, ma anche a fermarci prima sui segnali di “Codice Azzurro” o “Codice Verde”… Ti abbraccio forte…
@ Mary Jane – Eh, si sa, le parole son fonte di fraintendimento, bisognerebbe guardarci in faccia per capire cosa si intende veramente quando di mettono giù determinate cose… Comunque don’t worry, l’importante è chiarirsi! ^__^ In ogni caso… quel che ho scritto è ovviamente frutto della mia esperienza personale, ovvio che non abbia la valenza di parere universale… Come ho scritto anche in commento al tuo post, se fai quello che fai perché ti fa stare bene, allora fai benissimo a farlo… In ogni caso, anch’io sono della tua stessa filosofia sull’amicizia ^^”… Dico solo che secondo me non bisogna mai aspettarsi niente dall’altro, a prescindere da quel che si fa… Se poi viene, ben venga, ma semplicemente dobbiamo essere consapevoli che quello che l’altro/a ci darà, sarà comunque a prescindere da quello che abbiamo fatto per lui/lei… In ogni caso, penso che se ci tieni alla persona che hai davanti, non dovresti far finta di niente se hai un problema, tenerlo dentro di te perchè magari l’altro in quel preciso momento non può (per qualsiasi motivo) ascoltarti… ma aspettare e riproporre il problema… perché se nascondi questa parte di te, celi qualcosa che poi fa un “intoppo” nell’amicizia… e complica solo le cose…
@ Pupottina – Ti ringrazio per l’appoggio… Un abbraccio…
@ VALENTINA – Ho cancellato il tuo commento come mi avevi chiesto, scusa per il ritardo… ^^”
Passo subito da te, un abbraccio…
@ Vale – Grazie a te per essere passata di qui… Certo che finirà: finirà esattamente nel momento in cui tu deciderai di farlo finire. Non so se sta già seguendo una psicoterapia o se sei seguita da un dietista/nutrizionista… Se non è così, ti consiglio di chiedere aiuto a queste figure professionali… credo che, insieme ovviamente alla tua volontà che è l’elemento fondamentale, possano darti una bella mano per schiodarti dal “Codice Giallo”…
@ Ef – Forza anche a te, ragazza mia!... Dai che insieme ce la facciamo a combattere!... Keep on the fight!...
@ Musidora – Non ti preoccupare per la saltuarietà nei commenti, Musidora… Periodi più difficili capitano a tutti, siamo umane, che diamine… In ogni caso, io non credo che una vita in balia di segnali di ricaduta possa essere considerata una “normalità”… tutt’al più una routinarietà, ma mai una normalità… Tuttavia, non perché una cosa è attualmente routinaria, ciò non significa che debba esserlo per sempre… Perciò, non metterti fretta: smista un segnale alla volta… e vedrai che pian piano le cose miglioreranno…
@ ファイ- Fai – Ciao mia piccola, bentornata!... Sì, penso proprio che tu abbia individuato un giusto segnale di Codice Giallo… per quanto singolo, se è il tuo segno specifico, è molto importante che tu c’abbia messo un punto fermo… Tanto, per risolvere quel che è ingarbugliato, bisogna sempre iniziare dal primo nodo… E tu lo stai già facendo…
@ Vele/Ivy – Grazie, cara!...
@ Mari – Ciao Mari!... Appena ho un attimo di tempo vado immediatamente a vedere la tua mail e ti rispondo privatamente… Grazie anche per il link, vado subito a darci un’occhiata…! Ti abbraccio forte forte…
@ Buster Rant Casey – Ti ringrazio, sei dolcissimo…
@ justvicky – Ti giro la domanda modificandotela un po’: cosa è per te vivere?... Cosa è per te vivere avendo passato l’apice peggiore di un DCA?... Lo scrivi tu stessa che secondo te è impossibile saltarne fuori a pieno… e io condivido, è quello che ho sempre scritto fin dall’inizio. Ma l’essere impossibile saltarne fuori a pieno non preclude il fatto che sia possibile comunque stare meglio all’interno del contesto. Forse per te non è “vivere” stare a preoccuparti dei segnali di ricaduta… ma allora, ti chiedo: secondo te è vivere avere l’ossessione esclusiva per corpo/peso/cibo tale per cui ogni altro ambito della tua vita viene condizionato da ciò?... Quello che voglio dire è che, nel momento in cui sei nel pieno del DCA, per certo non stai vivendo… ti trascini dietro, in quel simulacro di vita che è l’anoressia stessa… Controllare i segnali di ricaduta non sarà un vivere al 100%, ma sicuramente è molto più vivere che non nel pieno di un’ossessione…
@ Sonia – Okay, il termine “codici” voglio precisare che l’ho inventato io, perché ho voluto fare un analogia con quello che vedo quotidianamente al Pronto Soccorso… Ma, ripeto, mia associazione, non esiste nessuna letteratura al riguardo!... Tanto premesso… Sonia, sei nelle prima fasi del tuo percorso di ricovero: è normale che tu veda segnali Azzurri/Gialli forse anche Rossi… ed è altrettanto normale che i Verdi, per il momento, siano più deboli… Ma ciò innanzitutto, non significa che la cosa debba essere sempre così… anzi, più vai avanti e più ti accorgerai del “green shift”… Continuerai comunque ad alternare momenti migliori e momenti peggiori (questo vale per chiunque, non solo per te…), ma vedrai che a poco a poco i secondi cominceranno a scarseggiare rispetto ai primi… All’inizio è difficile staccarsi da quella che è la routinarietà che rappresenta l’anoressia… ci vuole tempo, pazienza, e tanto olio di gomito… Ma a poco a poco le cose vengono, se continui costantemente a lavorarci su… E, tra l’altro, sono completamente d’accordo quando scrivi che per dire come sono le cose bisogna averle provate: per questo andare avanti per questa strada è la cosa migliore. Perché, pensaci: se vai avanti per questa strada e poi vedi che le cose vanno di m***a, a tornare a restringere l’alimentazione non ci vuol niente, quindi, non hai niente da perdere… ma hai tutto da guadagnare, nel momento in cui ti accorgi che, per quanto difficile, una vita spesa combattendo l’anoressia è comunque meglio di una vita passata a tu-per-tu con l’anoressia…
@ Silvia – Lo so che è dura… lo so semplicemente perché è dura anche per me… Come immagino sia dura per tutte le altre ragazze che passano di qui… Però il fatto che sia dura non significa che non ne valga la pena… anzi!: più fatica facciamo, più sarà bello quando potremo finalmente rilasciare un po’ il fiato… Certo, la fase iniziale è sempre quella più difficile… perché non si può pretendere che un’ossessione che abbiamo alimentato per mesi, per anni, se ne vada via di botto solo perché abbiamo ripreso a mangiare in maniera corretta… Però, ecco, il mangiare in maniera corretta è il primo step… a cui seguiranno gli altri. Perché per riuscire proprio a ragionare bene, bisogna che il nostro corpo sia correttamente nutrito… già solo questo aiuta a mitigare un po’ le ossessioni… Poi, certo, c’è il percorso psicoterapeutico da fare… e c’è pure tanto da penare… ma sai una cosa?... Io voglio ancora credere che, nonostante tutto, ne valga la pena…
@ Marceline – Ciao Marceline, grazie per essere passata di qui e aver lasciato il tuo commento, mi ha fatto davvero tanto piacere leggerlo!... ^__^ Sappi che, se vorrai ripassare, sarai sempre la benvenuta… e potrai scrivere qualsiasi cosa vorrai, non ti preoccupare, mica è un blog di alta letteratura, questo!... Solo di ragazze che vogliono condividere la propria esperienza ed aiutarsi a vicenda… Ti abbraccio…
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