venerdì 18 gennaio 2013
Cosa dire/non dire a una persona che ha un DCA
Questo post è rivolto soprattutto a genitori, parenti, amici, conoscenti, chiunque abbia a che fare con una persona affetta da anoressia/bulimia/binge/DCAnas. Credo che tutti coloro che hanno a che fare con una persona che ha un DCA si chiedano come poter dosare le parole, cosa poter dire o meno a suddetta persona, senza correre il rischio di peggiorare una situazione già precaria. Il fatto è che, molto spesso, nonostante tutte le migliori intenzioni, le cose che vengono dette sono decisamente sbagliate.
Questo penso dipenda in larga parte dal fatto che chi sta vicino ad una persona con un DCA non ha vissuto a sua volta quest'esperienza, conseguentemente non sa esattamente cosa significhi avere un DCA, ne ha un'idea che molto spesso è lontana dalla realtà.
Mi è capitato di sentir dire: "Ah, sei anoressica? Anch'io ho avuto un periodo in cui ho fatto una dieta perchè volevo dimagrire"... e chi c'è passato ovviamente capisce che si tratta di tutt'altra cosa. Provare a fare una dieta è un qualcosa che moltissime persone fanno, ma questo non significa che, automaticamente, si ammalino di anoressia.
Quindi, ho pensato di fare una lista di quelle che, secondo me, sono cose che potrebbe essere utile o meno dire ad una persona che sta combattendo contro un DCA.
1 - Cosa dire: "Non sei sola. Se hai voglia di parlarne, io sono qui per te"
In questo modo la persona non viene messa alle strette nel dover necessariamente dire qualcosa, ma sa che, in qualsiasi momento dovesse averne bisogno, ha qualcuno su cui poter contare.
Cosa NON dire: "C'è sempre qualcuno che sta peggio di te"
E' ovvio che sia così. Ma il fatto che qualcuno stia peggio di noi, non significa comunque che noi non stiamo male, o che il nostro male ha meno valore di quello altrui... perchè non è una gara a chi sta peggio, quando si sta male si sta male e basta.
2 - Cosa dire: "Continua a combattere: per me è importante che tu lo faccia, perchè tu per me sei importante"
Sapere di avere il supporto di chi ci sta vicino può essere una buona spinta per rinsaldare la motivazione in una battaglia che è sicuramente dura e difficile.
Cosa NON dire: "Guarda che la vita non è facile per nessuno"
Appunto... grazie, Capitan Ovvio. Perciò, perchè complicare la vita di una persona che sta già combattendo una battaglia così ardua con commenti del genere, che magari vorrebbero provocare/spronare, ma servono solo a sortire l'effetto opposto?!
3 - Cosa dire: "Pensi che io possa esserti d'aiuto in qualche modo?"
Quasi sicuramente la persona anoressica/bulimica risponderà di no. In un certo senso è vero, perchè siamo solo noi a poter salvare noi stesse. Però fa sempre piacere sapere che ci sarebbe qualcuno disposto a dare una mano.
Cosa non dire: "Smettila di piangerti addosso"
Okay, c'è chi si piange addosso, e questa non è certamente una cosa utile, anzi. Ma una frase così non aiuta. Piuttosto che limitarsi a lanciare lì la critica distruttiva, sarebbe opportuno aggiungere consigli relativi al come fare a smettere di tenere un atteggiamento autocommiserante, così la critica diventa costruttiva ed utile.
4 - Cosa dire: "Lo so che l'anoressia/la bulimia è una malattia. Non sei matta"
Perchè è la verità. Anoressia e bulimia sono malattie psichiatriche anche molto gravi (basti pensare a tutti i danni fisici che comportano come conseguenze, e all’alto tasso di suicidi ad esse correlato...), e come tali devono essere trattate ed affrontate.
Cosa NON dire: "Smettila di fare i capricci, cosa ti costa mangiare un po' di più?"
Costa. Costa molto più di quello che chi non c'è passato potrà mai immaginare. Non per quello che è, ma per quello che rappresenta. Il problema non è la quantità di cibo, il problema è la sensazione di perdita di controllo che arriva quando non possiamo più autonomamente decidere cosa e quanto mangiare. E, tra parentesi, i DCA non sono un capriccio: vedi sopra, sono malattie.
5 - Cosa dire: "Ce la puoi fare a stare meglio, non arrenderti"
Perchè combattere è già una vittoria... e avere qualcuno che crede nella nostra possibilità di farcela è un buon incentivo.
Cosa NON dire: "Prova a non vomitare"/"Prova a mangiare normalmente"
Se fosse così facile, non ci sarebbero tante persone bulimiche e anoressiche al mondo, vi pare?!
6 - Cosa dire: "Non permettere all'anoressia/alla bulimia di avere la meglio su di te. Per quanto possa essere difficile, se t'impegni quotidianamente hai concretamente la possibilità di poter stare meglio"
Poichè noi possiamo davvero essere le fautrici del nostro cambiamento, se ce la mettiamo tutta per. Cosa NON dire: "E' colpa tua, chi è causa del suo mal pianga se stessa"
E' vero, si sceglie un sintomo, ma non si sceglie una malattia. Quando si entra in un DCA siamo per lo più inconsapevoli dei danni fisici e mentali che esso ci comporterà. Non si sceglie mai un male sapendolo tale, ma solo se per sbaglio lo si considera un bene rispetto a qualcos'altro che viene percepito come un male maggiore. E dunque non ha senso parlare di colpe, è una perdita di tempo: impieghiamo costruttivamente quel tempo per trovare soluzioni.
7 - Cosa dire: "So che non posso capire quello che stai passando, ma cercherò di fare del mio meglio per riuscire a comprendere"
Per capire bisogna aver vissuto. Per comprendere basta un po' d'ascolto e di empatia. Piccole cose, che pure possono fare tantissimo.
Cosa NON dire: "Credimi, lo so come ti senti. Anch'io a volte sono insoddisfatta del mio aspetto fisico"
Il fatto è che l'insoddisfazione di chi ha un DCA è molto più un'insoddisfazione interiore che esteriore, è del tipo "non mi piaccio come persona, non valgo niente", solo successivamente si riflette sul corpo. E, no, se non ci siete passati non lo potete capire: dire una cosa del genere può portare l'altra persona a pensare che pecchiate di presunzione, e quindi a mettervi muro ancora di più.
8 - Cosa dire: "Non ti lascerò sola in questo"
Perchè c'è sempre bisogno di supporto esterno, facilita almeno un pochino le cose, sebbene poi sia ovvio che l'impegno a combattere dev'essere il nostro.
Cosa NON dire: "Ti rendi conto di quanto ci fai stare male con la tua anoressia/bulimia?!!"
E voi vi rendete conto di quanto sta soffrendo la ragazza anoressica/bulimica??!...
9 - Cosa dire: "Ti voglio bene"
E ho già detto tutto.
Cosa NON dire: "Lo fai solo per attirare l'attenzione"
Non è così. Perchè è vero, paradossalmente più una dimagrisce più viene guardata. Ma essere guardata non significa essere vista. Questo lo si sa bene anche noi. Non lo si fa per attirare l'attenzione, è solo un modo sbagliato per cercare di stare meglio con noi stesse.
10 - Cosa dire: "Mi dispiace per quello che stai passando. Non posso capirlo, ma posso starti vicino. Non devi sentirti in colpa, so che stai male. E farò quello che mi sarà possibile per esserci sempre per te".
Perchè a volte c'è solo bisogno di questo. Di una mano tesa. Di qualcuno che dica che andrà tutto bene.
Cosa NON dire: "Hai provato un ricostituente? Un integratore vitaminico?"
Hai provato ad accendere il cervello prima di aprire quel buco dentato?
(Se avete qualche aggiunta da fare a questa lista, lasciatela nei commenti, se vi va!!)
Mi è capitato di sentir dire: "Ah, sei anoressica? Anch'io ho avuto un periodo in cui ho fatto una dieta perchè volevo dimagrire"... e chi c'è passato ovviamente capisce che si tratta di tutt'altra cosa. Provare a fare una dieta è un qualcosa che moltissime persone fanno, ma questo non significa che, automaticamente, si ammalino di anoressia.
Quindi, ho pensato di fare una lista di quelle che, secondo me, sono cose che potrebbe essere utile o meno dire ad una persona che sta combattendo contro un DCA.
1 - Cosa dire: "Non sei sola. Se hai voglia di parlarne, io sono qui per te"
In questo modo la persona non viene messa alle strette nel dover necessariamente dire qualcosa, ma sa che, in qualsiasi momento dovesse averne bisogno, ha qualcuno su cui poter contare.
Cosa NON dire: "C'è sempre qualcuno che sta peggio di te"
E' ovvio che sia così. Ma il fatto che qualcuno stia peggio di noi, non significa comunque che noi non stiamo male, o che il nostro male ha meno valore di quello altrui... perchè non è una gara a chi sta peggio, quando si sta male si sta male e basta.
2 - Cosa dire: "Continua a combattere: per me è importante che tu lo faccia, perchè tu per me sei importante"
Sapere di avere il supporto di chi ci sta vicino può essere una buona spinta per rinsaldare la motivazione in una battaglia che è sicuramente dura e difficile.
Cosa NON dire: "Guarda che la vita non è facile per nessuno"
Appunto... grazie, Capitan Ovvio. Perciò, perchè complicare la vita di una persona che sta già combattendo una battaglia così ardua con commenti del genere, che magari vorrebbero provocare/spronare, ma servono solo a sortire l'effetto opposto?!
3 - Cosa dire: "Pensi che io possa esserti d'aiuto in qualche modo?"
Quasi sicuramente la persona anoressica/bulimica risponderà di no. In un certo senso è vero, perchè siamo solo noi a poter salvare noi stesse. Però fa sempre piacere sapere che ci sarebbe qualcuno disposto a dare una mano.
Cosa non dire: "Smettila di piangerti addosso"
Okay, c'è chi si piange addosso, e questa non è certamente una cosa utile, anzi. Ma una frase così non aiuta. Piuttosto che limitarsi a lanciare lì la critica distruttiva, sarebbe opportuno aggiungere consigli relativi al come fare a smettere di tenere un atteggiamento autocommiserante, così la critica diventa costruttiva ed utile.
4 - Cosa dire: "Lo so che l'anoressia/la bulimia è una malattia. Non sei matta"
Perchè è la verità. Anoressia e bulimia sono malattie psichiatriche anche molto gravi (basti pensare a tutti i danni fisici che comportano come conseguenze, e all’alto tasso di suicidi ad esse correlato...), e come tali devono essere trattate ed affrontate.
Cosa NON dire: "Smettila di fare i capricci, cosa ti costa mangiare un po' di più?"
Costa. Costa molto più di quello che chi non c'è passato potrà mai immaginare. Non per quello che è, ma per quello che rappresenta. Il problema non è la quantità di cibo, il problema è la sensazione di perdita di controllo che arriva quando non possiamo più autonomamente decidere cosa e quanto mangiare. E, tra parentesi, i DCA non sono un capriccio: vedi sopra, sono malattie.
5 - Cosa dire: "Ce la puoi fare a stare meglio, non arrenderti"
Perchè combattere è già una vittoria... e avere qualcuno che crede nella nostra possibilità di farcela è un buon incentivo.
Cosa NON dire: "Prova a non vomitare"/"Prova a mangiare normalmente"
Se fosse così facile, non ci sarebbero tante persone bulimiche e anoressiche al mondo, vi pare?!
6 - Cosa dire: "Non permettere all'anoressia/alla bulimia di avere la meglio su di te. Per quanto possa essere difficile, se t'impegni quotidianamente hai concretamente la possibilità di poter stare meglio"
Poichè noi possiamo davvero essere le fautrici del nostro cambiamento, se ce la mettiamo tutta per. Cosa NON dire: "E' colpa tua, chi è causa del suo mal pianga se stessa"
E' vero, si sceglie un sintomo, ma non si sceglie una malattia. Quando si entra in un DCA siamo per lo più inconsapevoli dei danni fisici e mentali che esso ci comporterà. Non si sceglie mai un male sapendolo tale, ma solo se per sbaglio lo si considera un bene rispetto a qualcos'altro che viene percepito come un male maggiore. E dunque non ha senso parlare di colpe, è una perdita di tempo: impieghiamo costruttivamente quel tempo per trovare soluzioni.
7 - Cosa dire: "So che non posso capire quello che stai passando, ma cercherò di fare del mio meglio per riuscire a comprendere"
Per capire bisogna aver vissuto. Per comprendere basta un po' d'ascolto e di empatia. Piccole cose, che pure possono fare tantissimo.
Cosa NON dire: "Credimi, lo so come ti senti. Anch'io a volte sono insoddisfatta del mio aspetto fisico"
Il fatto è che l'insoddisfazione di chi ha un DCA è molto più un'insoddisfazione interiore che esteriore, è del tipo "non mi piaccio come persona, non valgo niente", solo successivamente si riflette sul corpo. E, no, se non ci siete passati non lo potete capire: dire una cosa del genere può portare l'altra persona a pensare che pecchiate di presunzione, e quindi a mettervi muro ancora di più.
8 - Cosa dire: "Non ti lascerò sola in questo"
Perchè c'è sempre bisogno di supporto esterno, facilita almeno un pochino le cose, sebbene poi sia ovvio che l'impegno a combattere dev'essere il nostro.
Cosa NON dire: "Ti rendi conto di quanto ci fai stare male con la tua anoressia/bulimia?!!"
E voi vi rendete conto di quanto sta soffrendo la ragazza anoressica/bulimica??!...
9 - Cosa dire: "Ti voglio bene"
E ho già detto tutto.
Cosa NON dire: "Lo fai solo per attirare l'attenzione"
Non è così. Perchè è vero, paradossalmente più una dimagrisce più viene guardata. Ma essere guardata non significa essere vista. Questo lo si sa bene anche noi. Non lo si fa per attirare l'attenzione, è solo un modo sbagliato per cercare di stare meglio con noi stesse.
10 - Cosa dire: "Mi dispiace per quello che stai passando. Non posso capirlo, ma posso starti vicino. Non devi sentirti in colpa, so che stai male. E farò quello che mi sarà possibile per esserci sempre per te".
Perchè a volte c'è solo bisogno di questo. Di una mano tesa. Di qualcuno che dica che andrà tutto bene.
Cosa NON dire: "Hai provato un ricostituente? Un integratore vitaminico?"
Hai provato ad accendere il cervello prima di aprire quel buco dentato?
(Se avete qualche aggiunta da fare a questa lista, lasciatela nei commenti, se vi va!!)
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97 commenti:
Un'altra cosa da non dire è "ti vedo bene" e/o "ormai stai bene/sei guarita" dando per scontato che un aumento di peso sia sufficiente ad uscire dal tunnel -.-
Spesso il " ti vedo bene" può essere letto come :" stai bene fisicamente e il resto non conta più"... peccato che sia proprio "il resto" l'inizio di tutto o, può anche essere visto come un "ora puoi arrangiarti, non hai bisogno di me" che fa capire all'altra persona che:
A sei superficiale
b non ti interessi a lei,ma vuoi lavarti la coscienza.
francy
Concordo in pieno con i dieci punti riportati in questo post, e anche con ciò che hanno scritto le ragazze che hanno commentato prima di me!!!!!!!!!!!
In linea generale, io penso che sia giusto cercare di dire cose che possano supportare ed incoraggiare la persona che ha un dca: con questo non voglio dire che bisogni assecondare la persona (e quindi, indirettamente, la malattia) in tutto e per tutto, anzi, è bene stimolare la persona ad allontanarsi dalla malattia, però facendolo in maniera propositiva, assicurando il proprio sostegno morale, cercando di far vedere alla persona che soffre che c’è un’alternativa, che è quella di combattere, e che nessuna è obbligata a farlo da sola, anzi, che si può e si deve chiedere aiuto, perché questo ci permetterà senz’altro di andare avanti. Io, più di tutto, credo che chi già sta male per un dca, abbia bisogno di persone che “facciano il tifo per lei” intorno, e che possano anche darle una mano nel momento in cui sta per ricadere.
Viceversa, penso che siano da bandire i pietismi, che non servono a nulla se non a farci arrabbiare e perpetrare nel dca ancora di più, e anche e soprattutto la superficialità. Pensarci sempre due volte prima di dire le cose!!!! Le persone superficiali, pur non volendolo, sono quelle che alla fine feriscono più profondamente, perché si concentrano sull’esteriorità, sul fatto che ci sia bisogno di avere un certo bmi per essere teoricamente in salute, e quindi mettono del tutto in secondo piano l’aspetto dell’interiorità, che è invece cruciale per chi ha un dca. E poi sarebbe bello anche che la gente non tirasse fuori sempre i soliti luoghi comuni sui dca, sbandierandoli in faccia come se fossero verità assolute, perché non lo sono per nulla, anzi, tutto il contrario!!!!!!!!!!!
M.M.
Concordo con quanto da te scritto.
In particolare, io non sopporto che mi dicano "Ormai non ti crediamo, abbiamo perso la fiducia in te".
Riconosco che ho fallito varie volte e quindi posso capire la mancanza di fiducia, però, non sono parole incoraggianti.
Mi aggrappo, invece, a chi, nonostante tutto, mi sostiene...anche senza parole ...con uno sguardo di comprensione ...uno sguardo che capisce la fatica che sto facendo.
Grazie
M.
Ah, questo post lo aspettavo da tempo. E' facile dire le cose sbagliate (anche se non bisogna sempre colpevolizzare le persone che le dicono, perchè spesso lo fanno in buona fede). Se mi troverò nella condizione di dover aiutare una ragazza che soffre di questi disturbi, terrò a mente tutto. Queste informazioni sono preziose, soprattutto perchè provengono da chi ha combattuto con questa sofferenza.
... me l'hanno appena detto... "ti vedo bene"... Aggiungendo: "ti trovi meglio?" e sorridendo... Come posso sembrare felice se non più tardi di ieri mi stavo per suicidare?!? Veggie dice parole sacrosante: essere guardate non significa essere viste
A me dicevano " Ora che sei ingrassata stai proprio bene" ...parole come pugnalate!
Premetto che grazie a questo blog ho capito moltissime cose e che ti ammiro molto sia per come stai affrontando il tuo percorso sia per come riesci ad aiutare chiunque te lo chieda, quindi se la prima volta che commento è per muoverti una critica non è certo perché non apprezzo quello che fai.
Forse la mia situazione di parente (stretto) di una persona affetta da dca è un po' un caso-limite, non so se possa valere in generale, ma davvero questo è tutto quello che si può dire?
Perché io mi trovo a combattere con una persona (ultracinquantenne) che passa da un disturbo alimentare all'altro da sempre e non ha alcuna intenzione di muovere un passo nella direzione giusta. E allora, dopo averla IMPLORATA per anni di fare qualcosa, qualcosa che potrebbe essere il farsi seguire da un centro specializzato o anche il farsi delle banali analisi del sangue, magari penso che un "Ti rendi conto di quanto ci fai stare male con la tua anoressia/bulimia?!!" non sia così inconcepibile e non sia peggio del miliardesimo "Quando vorrai sarò qui".
Perchè tornare a casa tutti i giorni e tremare quando non risponde subito al citofono, per la paura che sia successo qualcosa(cosa decisamente probabile, visto il suo stato), non è una situazione in cui è facile vivere.
E vivo così da quando sono nata.
Forse questo è più uno sfogo che un commento e so da sola che NON è semplice andare contro un dca, ma se per voi parla la malattia, non è abbastanza comprensibile che al nostro posto parli la disperazione e la frustrazione?
Sono quella del commento anonimo e, da brava cafona, avevo dimenticato di firmare.
Eleonora.
a Eleonora: credo sia davvero difficile convivere con chi soffre di una DCA, io ne ho sofferto e odiavo mia mamma per quanto faceva e diceva (la chiamavo la strega ingozzatrice di Hansel e Gretel!), ma ora penso che in realtà qualsiasi cosa avesse detto non l'avrei mandata giù...io soffrivo e BASTA! ditemi quel che volete io mi sento uno schifo. Certo che se mi dicevano 'stai bene così' x me era 'sei ingrassata!', ma tanto io non mi vedevo bene neanche a tot chili in meno. A quel tempo avrei voluto sentirmi dire: ecco chi ti può aiutare.
Consigli preziosi, come sempre^_^ come vorrei che chi mi è più vicino li leggesse e li mettesse in pratica! grazie del commento che mi hai lascato, le tue parole riescono sempre a darmi la carica giusta! :) un abbraccio stretto!
Uhm....spesso le persone anoressiche o bulimiche in realtà sono bipolari. Quindi in effetti sono ''pazze'' come uno schizofrenico...hanno fatto uno studio su questo...ma non sempre, solo i casi più gravi come ad esempio Marya Hornbacher.
Comunque io credo anche che non bisogna sempre accondiscendere alle fissazioni dell'anoressico ecc....conoscevo una ragazza alla quale i genitori permettevano di tenere uno scomparto frigo solo per lei, di mangiare solo con le sue cose e di comprare da sè i suoi alimenti...ovviamente anche di mangiare da sola quando tutti sanno quanto sia importante mangiare con gli altri. Ecco io non sono d'accordo. Io sono più per l'approcio STRONG, strong ma utile, non strong tanto per dire una cazzata. Io credo che più il tempo passi più la situazione peggiori, da subito bisogna intervenire e non ''lasciarle fare come vogliono''. No. Io con mia figlia non farei così.
È sempre bello tornare su blogger dopo mesi (ero Fai) e vedere che i tuoi post sono fantastici come al solito. Non saprei cosa aggiungere a questo elenco, l'unica cosa che c'era da aggiungere l'hanno già scritta Viellina e Francy.
Ti mando un abbraccio, mi spiace di non essermi più fatta sentire in questi mesi.
EsseCi.
ciao Veggie :)..è tanto tempo che non vi scrivo,anche se leggo i tuoi post quasi sempre. Sono daccordo con tutte le cose che hai detto. A volte alcune persone vogliono darti consigli pensando di sapere esattamente cosa ti passa per la testa, ma riescono solo a darti la conferma che non solo non capiscono ma pensando di conoscere il problema non ti ascoltano neanche attentamente se cerchi di spiegare com'è la realtà.
Comunque questo post sembra fatto apposta per me. Non so se ti è capitato di vedere il servizio delle Iene di qualche giorno fà intitolato "Morire d'anoressia". Io l'ho visto e da una settimana non faccio altro che pensare alle parole di una signora che è stata intervista durante questo servizio.
Diceva "Lei và avanti per la sua strada. Lei ha deciso così".
Ed è in parte è verò. Lei sola poteva decidere cosa fare della sua vita. Però forse serviva qualcuno capace di dirle le parole giuste per spronarla a guarire. Forse non ha incontrato nessuno che la capisse realmente, che potesse esserci davvero al suo fianco, anche solo per confortarla. Io non lo so. Ma non faccio altro che pensare a lei. Io ho trovato sulla mia strada delle persone che sono state capaci di esserci. Sono stata fortunata. Tra queste ci sei stata tu, e le altre ragazze che ti scrivono in questo blog, oltre poi al mio ragazzo e una mia amica.
Quindi voglio solo dire GRAZIE A TUTTE. GRAZIE.
un abbraccio forte
@ Viellina – Hai perfettamente ragione… ti ringrazio per la preziosa aggiunta. Il fatto è che, secondo me, poichè chi non ha vissuto sulla sua pelle l’anoressia vede solo l’aspetto più esteriore, non può far altro che associare la ripresa di peso alla guarigione… Perchè è inconsapevole di quella che è la verità, dell’enormità del mondo interiore che l’anoressia nasconde…
@ Francy – Quoto in pieno quello che hai scritto… grazie anche a te per aver completato questo post… Perché è vero, ci sono tante cose che vengono dette con superficialità… e che fanno sentire alla persona che soffre la distanza, il divario che si pone con gli altri…
@ Wolfie – Grazie anche a te per le tue importantissime aggiunte!... Hai scritto delle cose verissime, tra l’altro…
@ M.M. – M., siamo tutte umane… e sbagliare, pure, è umano. Così come è umano fare scelte sbagliate, e talora reiterarle, perché magari siamo in un momento della vita in cui ci sembra di non vedere altre possibili vie d’uscita… Non parlerei proprio di “fallimento”, quantomeno nel tuo caso, perché tu ti sei rialzata e ci hai riprovato ogni volta, e questo è tutt’altro che il comportamento di una persona che fallisce, anzi, mi pare segno di grande determinazione… Perciò, continua ad andare per la tua strada, continua a combattere. E sbattitene di chi ti dice certe cose: chi non riconosce il tuo valore, non ti merita…
@ Vele/Ivy – Io credo che una persona con la tua sensibilità non avrebbe proprio problemi a dire le cose giuste, anche senza bisogno di questo post… In quanto al dire le cose in buona fede… son d’accordo sul fatto che spesso cose assolutamente inappropriate vengono dette senza l’intenzione di ferire chi ci sta di fronte… però penso anche che la buona fede non possa essere un giustificativo assoluto per lasciarsi scappare di bocca tutto quello che passa per la testa, con estrema superficialità…
@ Lucy May – Perché siamo buone attrici, presumibilmente… Ma come ci sentiamo dentro, lo sappiamo solo noi… ed è alla nostra interiorità che dobbiamo imparare a dare valore… a prescindere da quello che dicono gli altri…
@ Anonima – Certo che proprio “sensibilità non so dove stai di casa”, ‘sta gente, eh…
@ Eleonora – Ciao Eleonora, guarda che anche le critiche costruttive – ove per critica costruttiva intendo una critica motivata e spiegata come la tua (che poi, in realtà, la tua non mi sembra neanche tanto una critica… forse davvero più proprio quello che tu dici essere: un sfogo) – qui sono più che benaccette!... Ovvio, non mi piace chi infama per il gusto di farlo, senza lasciare la benché minima spiegazione in merito, con il che l’infamata resta fine a se stessa se non semplicemente qualificante il basso livello della persona che l’ha scritta… Ma se c’è qualcuno che mi muove una critica costruttiva, allora ben venga: serve la pluralità per vedere ogni cosa sotto più punti di vista e, perciò, poter essere più “aperti”.
Detto questo, come discorso molto generale e non prettamente inerente a quello che hai scritto, passo subito a rispondere al tuo commento… ^^” (continua...)
(...continua) Rispondendo al primo punto, no, ovviamente il mio post non è totalmente esaustivo dell’argomento in oggetto… credo che sarebbe impossibile, del resto, scrivere un post completamente esaustivo in merito, anche perché certamente ogni persona è una storia a sé, e quello che magari a me non fa né caldo e né freddo, può invece far stare male un’altra persona che ha il mio stesso DCA. Con questo post ho semplicemente preso alcune frasi che mi sono state dette (o che ho sentito dire ad altre ragazze) e che hanno peggiorato la situazione VS frasi che mi hanno dato una mano a camminare nella giusta direzione. Dato che credo siano frasi tutto sommato abbastanza comuni che vengono rivolte a chi ha un DCA, le ho raccolto in questo post… ma certamente non sono le sole – ed è anche per questo che ho invitato chi mi commenta ad aggiungere quelle che sono le proprie frasi di trigger personale, e le cose che invece fanno piacere.
Per quanto riguarda la seconda domanda… Sì, è assolutamente comprensibile la disperazione e la frustrazione che provi nella situazione cui ti trovi a dover far fronte… e nessuno ti dice che non devi provare sentimenti del genere, che cavolo, sei umana e ti trovi di fronte ad una persona cui vuoi bene che sta male… è normalissimo che tu ti senta in questo modo. Comprendo perfettamente la frustrazione di vedere qualcuno che sta male, e tu che ti senti impotente perché non puoi fare niente di concreto per cambiare la situazione – è la stessa cosa che succede a me quando in Pronto Soccorso mi trovo di fronte pazienti terminali: provo la stessa frustrazione, perché mi trovo nella condizione di non poter fare più niente per la persona che ho di fronte. Quindi, qual è secondo me il punto. Il punto è che tu quella disperazione e quella frustrazione continuerai comunque a provarli, continuerai a provarli fino a che la persona di cui mi parli non deciderà d’iniziare a combattere. Continuerai a provarli fino a che quella persona manterrà la convinzione di non voler muovere alcun passo nella giusta direzione. E’ così, no?! L’unica cosa che potrebbe far sparire questi tuoi sentimenti, sarebbe il vedere che questa persona si dà da fare per tener testa al DCA. Ma se questa persona purtroppo (ancora) non vuole (io penso sempre che non bisogna mai dire mai…) è inevitabile che frustrazione e disperazione continuino ad albergare dentro di te. Ora, stante quanto ho appena scritto… pensi che ti sentiresti meglio se dicessi a questa persona: “Ti rendi conto di quanto ci fai stare male… etc”?... Bè, magari sul momento sì… perché hai buttato fuori un pezzetto della tua rabbia impotente… Ma poi, cosa cambierebbe? Questa persona continuerebbe a non voler combattere, e in più sarebbe ferita da quello che gli hai detto. E tu sapresti di aver detto una cosa che l’ha ferita. E io credo che tu non voglia ferire questa persona, perché tutte le parole che hai scritto in questo tuo commento sono un grido di disperazione e di profondo amore nei confronti di questa persona. Ergo, se tanto la situazione non si deve smuovere d’un millimetro, a che pro dire parole che fanno male?... Solo per sfogare la tua rabbia in un attimo… ma ne varrebbe veramente la pena?...
@ Marta – (che in realtà non hai scritto a me, ma rispondo lo stesso… ^__- ) Vero, credo che una frase del genere – “Ecco chi ti può aiutare” – farebbe piacere a chiunque di sentirla… Anche se, in fondo, siamo noi stesse le prime a doverci aiutare…
@ loie – Grazie a te, Loie… E perché non stampare una copia di questo post, e farlo “casualmente” scivolare sotto al naso di chi ti sta vicino ma non ha molto tatto nei tuoi confronti?!...
@ Marcella – Innanzitutto devo dire che il tuo commento mi ha dato una buona idea: parlare della comorbidità relativa ai DCA… ne scriverò sicuramente un post prima o poi – grazie per l’input!... In ogni caso… non voglio fare la “maestrina” sono perché ho recentemente dato appunto l’esame di Psichiatria all’Università… ma, per quel poco che posso dire di sapere – e certamente un singolo esame universitario ti dà competenze di base, che non si avvicinano neanche lontanamente a quelle di uno psichiatra che ha fatto la sua scuola di specializzazione – stai attenta a non fare confusione, perché DCA, bipolarismo e schizofrenia sono 3 malattie completamente diverse. Che poi qualche persona possa averle contemporaneamente, immagino sia possibilissimo, però, ecco, volevo semplicemente dire che sono cose che, di base, non c’entrano nulla l’una con l’altra. È un po’ come se dicessi, per renderla più semplice, che una persona che ha l’otite ha anche l’endometriosi e la rettocolite ulcerosa. Okay, se è sfigata può pure avere tutte e 3 queste malattie… ma sono 3 entità a sé stanti, non correlate direttamente l’una all’altra… esattamente come possono esserlo DCA, schizofrenia e bipolarismo. In ogni caso, cercherò di scrivere in futuro un post su questo, perché sennò adesso non la finisco più… ^^” Passano oltre, quindi… Sono d’accordo con te sul fatto che non bisogna accondiscendere alle ossessioni di una persona che ha un DCA: questo non l’ho scritto da nessuna parte del post. Bisogna SUPPORTARE una persona che ha un DCA… ma supportare non è certo sinonimo di avallare!... E supportarla fin da subito, sono d’accordo, mostrando quelle che sono le alternative al DCA, ma, ripeto, dare supporto a una persona non è assolutamente sinonimo di assecondarla in ogni qualsiasi cosa, sana o malata che sia. E’ ovvio che se lascia che una persona anoressica faccia come vuole, quella continuerà a restringere l’alimentazione e fine della fiera. Però, io credo che si possa far vedere alla persona l’altra faccia della medaglia, e quindi far nascere in lei quella scintilla che la porterà a combattere, non con metodi coercitivi, che più che altro inducono a ribellarsi e quindi poi sortiscono l’effetto contrario di quello sperato, ma facendola ragionare sui pro e sui contro del DCA, e facendole comunque sempre presente che non è sola in quello che sta facendo, nella battaglia che sta combattendo.
@ EsseCi – Non ti preoccupare, bellissima, immagino che se non ti sai fatta sentire avrai avuto tutte le tue ragioni, e le rispetto assolutamente… Però, naturalmente, mi fa davvero tanto piacere che adesso tu sia tornata!... ^___^ Spero di risentirti prestissimo, allora, sia sul mio che sul tuo nuovo blog!... Grazie infinite per essere passata di nuovo di qua… Ti abbraccio stretta.
@ Mel – Bentornata, tesoro!... Grazie per essere sempre qui che mi leggi!... Sono completamente d’accordo con quel che hai scritto nel tuo commento… perché, sì, anch’io ho visto il servizio de “Le Iene” che hai citato… e concordo con quello che scrivi. L’anoressia è una malattia egosintonica, ergo nessuna, da sola, se ne staccherà mai. È necessario proprio per questo che ci sia qualcuno di esterno che faccia vedere che ci sono altre possibilità… e che sono molto migliori.
Non ti preoccupare di fare la maestrina con me poichè mi fa piacere se qualcuno mi insegna qualcosa tanto più che in qualto studentessa di medicina ne saprai sicuramente molto ma molto più di me.Detto questo lo so che sono tre patologie diverse ma io ricordo di aver letto da qualche parte che spesso le anoressiche sono anche bipolari o che poi sviluppano il bipolarismo,non so se per motivi di correlazione.Forse ho letto qualcosa del genere sul congresso mondiale sui disturbi alimentari...non so nemmeno se si dice così comunque se hai tempo guarda se trovi qualcosa del genere.Quindi,se tu avessi una figlia ammalata di anoressia,le permetteresti di avere il suo scomparto frigo "non infetto",di comprare le cose da sola,di mangiare da sola con il suo piatto e le sue posate...?che faresti?
@ Marcella – Per quanto riguarda la prima parte del tuo commento, ovvero la correlazione tra DCA e bipolarismo, sto già svolgendo qualche ricerca su PubMed e Google Scholar, che sono 2 grandi risorse per noi protomedici… e ti risponderò quindi in maniera esaustiva nel prossimo post che scriverò, dove cercherò di affrontare quest’argomento per quello che sarò riuscita ad estrapolare dalle varie fonti che sto già consultando… (E ne approfitto ancora una volta per ringraziarti dello spunto che mi hai dato: GRAZIE!...)
Rispondendo invece alla tua seconda domanda… Per prima cosa, parlerei con la psicoterapeuta che segue mia figlia illustrandole i suoi comportamenti (avere un proprio scomparto frigo, comprare le cose da sola, etc…), e chiederei a lei come sarebbe meglio che agissi… perché c’è una competenza professionale che io non posso avere. Però, supponendo che, per qualche motivo, non potessi parlare con la psicoterapeuta che segue mia figlia, e quindi dovessi agire esclusivamente di testa mia, io farei così (sottolineo – IO farei così… nessuna pretesa di verità universale, ci mancherebbe, è solo il mio punto di vista!...): all’inizio, le permetterei di fare come vuole… poco a poco, però, cercherei d’introdurmi nelle sue abitudini proponendole un’alternativa: “Perché solo per oggi non andiamo a fare la spesa insieme?”, “Posso mettere soltanto questa piccola cosa nel tuo scomparto frigo, visto che il mio è pieno?”, “Possiamo fare che io inizio a mangiare mentre tu sei già alla frutta? Così stiamo almeno un pochino a tavola insieme e ci facciamo una chiacchiera!”… piccolissimi cambiamenti alla sua routine, in modo che lei non li percepisca come intrusivi e dunque ansiogeni, e perciò mi permetta di farli in quanto limitati… però, poco a poco, cercherei di prendermi sempre qualcosina di più… fino ad arrivare, dopo TOT tempo, a usare in comune il frigo, a mangiare insieme e a fare la spesa insieme… Ma il tutto cercherei di farlo in maniera estremamente graduale, in modo che i cambiamenti non vengano da lei percepiti come tali – e dunque come un qualcosa da cui scappare o contro cui mettere muro – ma come una variazione alla sua routine così graduale che se ne renderebbe a malapena conto, e si normalizzerebbe col tempo…
è molto importante quello che fai su questo blog, complimenti!
Forse non risolverei niente, è vero, ma non risolvo niente neanche dandole il mio appoggio e né io, né tanto meno lei, possiamo restare in questa situazione per sempre. Forse dico un'assurdità, me ne rendo conto, ma penso che un approccio più strong potrebbe scuoterla, perché vedo che in questa situazione lei ci si è adagiata e le mie parole non la sfiorano neanche..
Eleonora
Uno dei momenti che ho vissuto di recente in cui non avrei voluto sentirmi dire tante cose è stato il pranzo di Natale... La mamma del mio ragazzo è stata un vero incubo. Eravamo in molti a tavola, ma lei guardava solamente il mio piatto. Ecco un elenco delle frasi strazianti che è riuscita a dire davanti a tutti nel giro di un'ora: "Ho fatto le crepes con il latte scremato e poco burro, così le mangi anche tu... Ma ne hai presa una sola, perchè non ne prendi un'altra?". E non appena avevo finito il primo: "Passate il secondo prima a lei... E dai, prendine ancora, è così buono... E bevi anche della Coca Cola che ti aiuta a digerire... Perchè non assaggi un pò di questo tortino, mi è venuto benissimo, sapessi che sapore...". E mentre da una parte cercava di fare mangiare me per forza, dall'altra rimproverava il marito che non doveva servirsi nel piatto più di tante cose e gli ricordava che doveva dimagrire, minacciandolo di "andare a camminare" per smaltire tutto il pranzo di Natale che lei stessa aveva contribuito a cucinare... E per gran parte del tempo marito e moglie hanno parlato a tavola di diete e di quanto stessero dimagrendo. Finita quella pantomima, mi sono dovuta anche sorbire, pur avendo mangiato normalmente, un'altra frase infelice all'ora di cena: "Oh, sicuramente avrai fame, oggi non hai neanche fatto merenda"... Ma dopo un mega-pranzo di Natale che era finito alle quattro del pomeriggio, la merenda non c'entrava proprio nulla... Nonostante ciò, avreste dovuto vedere l'ansia e l'apprensione di mia "suocera" che aveva pensato bene di "guarirmi" insistendo all'infinito... Purtroppo certe scene si sono spesso verificate anche in passato. Ricordo alcune sere, passate a casa del mio ragazzo anche prima che mi ammalassi di anoressia, nelle quali i suoi genitori all'inizio, durante la cena, esortavano continuamente gli altri commensali a mangiare e a finire quel che c'era nei vassoi; e poi, a fine cena, prendevano la bilancia e la mettevano in cucina accanto alla tavola, invitando i loro ospiti a pesarsi uno a uno, il tutto condito di battute, risate e propositi di mettersi a dieta... Momenti per me a dir poco ORRENDI: sfido chiunque, con o senza un DCA, a trovarsi a mangiare in situazioni peggiori di queste!!!! In questi casi credo che le soluzioni siano 2: 1) o evitiamo di frequentare persone del genere; 2) oppure, siccome purtroppo non sempre questa strada è percorribile, possiamo decidere di NON LASCIARCI INFLUENZARE dai loro commenti. Quello che possiamo fare in simili situazioni di difficoltà è continuare a seguire il piano terapeutico che abbiamo stabilito con figure professionali di riferimento che siano esperte in DCA (dietologo, psichiatra, psicologo ecc..), accettando il sostegno di persone a noi care (amici, genitori ecc..) che però meritino davvero la nostra fiducia. Anzitutto, penso che a volte basterebbe che chi ci sta intorno conoscesse un minimo di galateo (cosa dire o non dire agli ospiti a tavola) per non creare una sgradevole sensazione di disagio negli altri, che abbiano o meno un DCA. In più, ritengo che gli amici e i parenti più stretti di una persona affetta da un DCA dovrebbero fare lo sforzo, se proprio hanno a cuore di sostenere la ragazza nel suo percorso terapeutico, di informarsi riguardo questo tipo di malattia, perchè altrimenti, con certi loro atteggiamenti inconsapevolmente sbagliati, rischiano di rallentare il processo di guarigione.
Eleonora io se fossi stata in te avrei già perso la pazienza da una vita. Io credo che uno possa dare consigli, generici ma alla fine....chi vive la situazione e solo chi la sta vivendo può decidere.
So che è triste da dire e forse non ti farà piacere ma io ho capito una cosa....se una persona non vuole essere aiutata non c'è niente da fare,chi guarisce dal DCA è qualcuno che lo vuole davvero e chi non lo vuole non potrà mai guarire. E allora noi cosa dobbiamo fare?strapparci i capelli e distruggere la nostra vita per qualcun altro che alla sua ha rinunciato da un pezzo?se dopo tanto tempo qualcuno è ancora ostinato nell'autodistruzione beh...per quanto sia cinico....lasciamolo andare. FAccia la sua strada, noi non possiamo farci niente se non percorrere la nostra, di strada.
@ Libertè – Grazie!...
@ Eleonora – No, Eleonora, non dici un’assurdità… Sei semplicemente una persona che si trova a dover vivere suo malgrado una situazione difficilissima, e posso solo immaginare quanto questo ti ponga sotto stress… perciò, non è affatto assurdo il modo in cui ti senti né quello che dici. Io ovviamente non conosco la persona di cui mi parli, per cui è naturale che non possa sapere quale sia il modo più opportuno per approcciarsi a questa persona nella fattispecie… Mi viene da chiederti: hai provato a parlare con una psicoterapeuta della situazione che stai vivendo con questa persona?... Perché io ovviamente ti dico come la penso al riguardo, ma è un’opinione assolutamente personale, e comunque non certo professionale… (non sono una psicologa né una psichiatra!)… Per cui, magari il modo giusto per affrontare la situazione, il modo migliore per approcciarti a questa persona, te lo può suggerire qualche specialista, che di certo ha una competenza professionale che gli consentirebbe di fornirti la soluzione più adeguata al caso di specie…
Io posso semplicemente parlare per quella che è stata la mia esperienza e per quello che ho visto nelle ragazze che ho conosciuto durante i miei ricoveri in clinica… e quello che ho vissuto e visto, come ti scrivevo nel commento precedente, è che un approccio “strong” spesso innesca una risposta in cui chi ha il DCA si lega ad esso in maniera ancora più strong perché vede che dall’esterno viene minacciata quella che, in quel momento, rappresenta la sua più efficace strategia di coping…
Però, è ovvio che non si può fare di tutta l’erba un fascio e che non ci sono ricette né verità universali… poiché ogni persona è una storia a sé… per questo, secondo me, la cosa migliore che potresti fare sarebbe parlarne con una psicoterapeuta… che possa indirizzarti sul comportamento più giusto da tenere con questa persona in particolare…
@ Vanessa – Hai perfettamente ragione, Vanessa… Nel momento in cui certe situazioni non si possono proprio evitare, l’unica cosa possibile da fare è scafarsi… ovvero, avere ben chiaro chi sono le persone che ci stanno di fronte. Certe parole possono indubbiamente ferire, per questo è importante concretizzare da che pulpito viene la predica: se si tratta di persone caratterialmente indelicate, e che per di più non hanno la minima concezione pratica di cosa sia un DCA, è ovvio che finiranno per parlare a vanvera in maniera inadeguata… ma se tu ne sei consapevole, se tu sei conscia del fatto che certi commenti vengono da persone del genere, allora cominci a togliergli importanza. Perché sai che derivano solo da superficialità e ignoranza in materia di DCA. Inoltre, secondo me, in certe situazioni, una cosa che si potrebbe benissimo fare è rispondere a tono a quello che ci viene detto: se certi commenti danno fastidio, può essere opportuno dirlo chiaro e tondo, affinché possano non ripetersi. O, se siamo di fronte a persone ragionevoli, magari anche provare a spiegare perché certe parole possono essere particolarmente ansiogene, e magari suggerire loro cosa evitare al fine di rendere meno pesanti certi momenti…
@ Marcella – Assolutamente vero il fatto che, alla fin fine, combatte solo chi vuol combattere contro l’anoressia, dev’essere una decisione propria, sentita. Così come è pure verissimo il fatto che nessuno può salvare chi non vuole essere salvato, poiché credo che la “salvezza” sia individuale. La domanda che si pone, però, a questo punto, è: come fare a capire se una persona che ha un DCA davvero non vuole essere aiutata, o semplicemente finora ha conosciuto solo forme d’aiuto che non gli sono parse congrue al suo modo di essere come persona, e quindi non rifiuta l’aiuto in sé ma rifiuta soltanto quelle forme d’aiuto che le sono state sinora presentate, ma sarebbe collaborativa con altri tipi d’approccio?
(P.S.= Non c’entra una pippa, ma leggendo il tuo commento mi è venuto da pensarlo… Leggendo le tue parole “[…] qualcuno è ancora ostinato nell'autodistruzione […] lasciamolo andare.” Sono veramente rabbrividita. Spero che nessun mio collega e dunque futuro medico la pensi mai in questa maniera relativamente a nessun paziente…)
Ah certo, il vostro compito sarà di salvare anche quelli senza speranze..ma questa frase l'ho in parte ripresa da una psicologa che parlando di quando era a lezione il professore disse che chi si vuole suicidare lo farà, non c'è nulla da fare, e l'unica sarebbe quella di vivere in simbiosi e controllarlo 24 ore su 24. Insomma che non c'è speranza. Io credo, brutalmente, che un'anoressica-bulimica ecc ecc... non si salverà se la sua decisione è, in sostanza, quella di suicidarsi lentamente. Sicuramente hai visto il servizio delle iene su quella ragazza---io mi sono ritrovata a pensare che nel suo caso non c'era più nulla da fare. Lo so che è brutto ma l'ho pensato. Ma è pur vero che tutto è possibile...è impossibile, però, se in realtà si vuole morire.
Una cosa da NON dire ad una ragazza che è stata succube della sua eterna anoressia per 6 anni per esempio è " Ti VEDO INGRASSATA. Perchè vedete , io che da 2 anni avevo solo un paio di ricadute all ' anno dove ripassavo dai 43 ai 38 chii ( ne son stata 32 e un pò meno ) adesso è dallo scorso mercoledì che in maniera del tutto naturale senza dover fare questi grandi sforzi sto riparlando con la mia cara vecchia amica anoressia, che , oltre ad aver alzato la voce rispetto ai mesi precedenti , mi sta dando ottimi consigli per tornare ad essere perfetta.
Ciao Veggie, grazie per quello che fai e.. non so come tu faccia ad avere tanta pazienza e comprensione nei confronti di una 'persona' che non ha presente neanche lontanamente il significato della parola 'empatia'. Io non sono così democratica e auguro ad una 'persona' del genere, che si permette di esprimere giudizi lapidari verso ragazze che soffrono e di chiamarle 'pazze' senza avere la minima idea del significato di questa parola, di incontrare, in un giorno qualunque della sua inutile e dannosa vita, un nemico invisibile e letale. E le auguro vivamente di essere circondata da gente esattamente come lei, che la giudicherà pazza e la lascerà sola nella propria miseria ad affrontare il suo demone. Ti capisco se rimuoverai questo commento, ma non ho saputo trattenermi, leggere certe frasi ignoranti non mi ha fatto solo rabbrividire, mi ha fatto proprio incazzare. In ogni caso ti ringrazio ancora per il tuo impegno e per le preziose informazioni che diffondi riguardo le terribili malattie che sono i dca e ripeto, terribili malattie e non vaneggiamenti.
A Silvia Alessandra invece, vorrei dire che il tuo commento mi ha profondamente toccata perchè lascia intendere quanto sia spaventoso il tuo incubo. Ti abbraccio forte.
@ Marcella – Certo, se uno vuole morire si suicida, su questo non ci sono dubbi. Ma è facile suicidarsi quando si è convinte di volerlo fare, ci sono modi estremamente rapidi per farlo: io, quando avevo deciso di morire, mi sono tagliata le vene. Banalmente. Mi hanno ripresa per i capelli, per una coincidenza del tutto fortuita. Perché se decidi di morire, se è davvero morire ciò che vuoi, lo fai. In maniera rapida, diretta, e pure indolore – perché per quanto possa sembrare paradossale, non si ha paura di morire ma si ha paura di sentire male. Un DCA, alla lunga, molto spesso è letale… ma non è morire l’obiettivo della persona con un DCA, anzi, tutto il contrario: è vivere. Vivere riuscendo a stare meglio con se stesse. Viene scelta una via senz’altro sbagliata, ma l’obiettivo non è mai la fine, è un nuovo inizio. L’anoressia può essere un modo di morire (per tutte quelle che sono le sue complicanze), ma mai una scelta di morire. Chi ha un DCA non vuole mai morire. Chi ha un DCA flirta con la morte, gioca a fare l’equilibrista sul filo. Se, nel corso del DCA, poi, decide di morire, si taglia le vene, o s’impasticca, o salta dal ventesimo piano, o si spara, o beve un litro di soda caustica. Se una vuole davvero morire – e te lo dico per esperienza personale – lo fa rapidamente, in maniera tale che nessuno possa fermarla o riportarla indietro… se scegli quello che tu hai definito “un lento suicidio”, lo fai perché in realtà vuoi che chi ti sta intorno si accorga di quanto stai male, e ti dia una mano per salvarti quando tu sei arrivata ad un punto di non-ritorno per cui le tue ossessioni non ti permettono più di salvarti da sola. Ergo, se vuoi che gli altri si accorgano della tua sofferenza, in realtà non vuoi morire… vuoi disperatamente vivere, anche se non sai come si fa. È per questo che penso sia importante non darsi mai per vinti con chi ha un DCA (o, più in generale, una malattia): perché gli altri non possono salvare nessuno, dato che la salvezza è individuale… ma gli altri possono assolutamente dare una mano a far capire all’individuo 1)che vuole salvarsi e 2)come è possibile farlo.
@ Silvia Alessandra – Sono d’accordo con te sul fatto che dire ad una persona che ha un DCA “Ti vedo ingrassata” sia una frase di una totale indelicatezza e superficialità, che non solo non andrebbe detta a chi ha un DCA, ma che sarebbe opportuno non dire a nessuno, perché è effettivamente una manifestazione di una scarsità di tatto incredibile… In ogni caso, mi dispiace davvero che tu adesso stia vivendo una ricaduta… Però, penso sia positivo per lo meno il fatto che ti sei accorta subito che si tratta di una ricaduta, perché questo può permetterti di correre immediatamente ai ripari. Non so se sei seguita da una dietista/nutrizionista o da una psicoterapeuta… se è così, ti consiglio di rivolgerti immediatamente alle persone che ti seguono, in maniera tale che possano aiutarti a contrastare la ricaduta in maniera tempestiva ed evitare che la situazione possa peggiorare ulteriormente. Se invece non sei ancora seguita da nessuno, prova a rivolgerti ad uno specialista (le USL/ASL offrono anche dei consultori psicologici gratuiti che garantiscono l’anonimato…), che possa darti una mano a combattere efficacemente l’anoressia, affinché tu possa diventare in grado di evitare quanto più possibile ogni ricaduta. Un abbraccio…
P.S.= Certo che l’anoressia dà ottimi consigli per essere perfetta… perfettamente morta.
@ yorke – No, yorke, no che non lo rimuovo il tuo commento, e perché mai dovrei?!... Penso che ognuno sia assolutamente libero di esprimere la propria opinione, quindi lungi da me l’idea di cancellare le tue parole. Chi non ha vissuto sulla propria pelle un DCA, di certo non può permeare cosa significhi fino in fondo avere queste malattie… può solo guardarle dall’esterno, e cercare di avvicinarcisi più o meno a chi ne soffre, in funzione del proprio carattere e della propria sensibilità individuale… Però io un DCA non lo auguro a nessuno, nemmeno alla persona peggiore del mondo, chiunque sia. Perché lo so quanto l’anoressia possa essere devastante sotto ogni punto di vista. Ed è una devastazione che nessuno dovrebbe mai dover provare.
@Veggie Di certo non era questo il mio augurio, ma al di là dei disturbi alimentari, chiunque si troverà prima o poi nel corso della propria vita, ad dover guardare in faccia il proprio incubo personale, questo perchè ogni persona, secondo me, quando per un momento comprende quanto sia effimero e insignificante ciò che ci circonda per gran parte della giornata, quanto poco conti in realtà tutto ciò che inseguiamo e a cui ci adeguiamo tutti i giorni, in quel momento, quella persona, dovrà avere avere qualche cosa dentro, qualcosa che nessuno le può togliere, qualcosa che somiglia all'amore per sè e alla forza, ma anche alla consapevolezza. E se per caso, questa persona, in quel dato momento, si trovasse sprovvista di tali caratteristiche, allora verrà sopraffatta. Ed è in quel momento che sarebbe indispensabile avere intorno persone in grado di 'con' 'vivere' il disagio e la sofferenza, di capire e di non giudicare. Questo il senso del mio commento scorbutico e incazzato di prima.
@Veggie Di certo non era questo il mio augurio, ma al di là dei disturbi alimentari, chiunque si troverà prima o poi nel corso della propria vita, ad dover guardare in faccia il proprio incubo personale, questo perchè ogni persona, secondo me, quando per un momento comprende quanto sia effimero e insignificante ciò che ci circonda per gran parte della giornata, quanto poco conti in realtà tutto ciò che inseguiamo e a cui ci adeguiamo tutti i giorni, in quel momento, quella persona, dovrà avere avere qualche cosa dentro, qualcosa che nessuno le può togliere, qualcosa che somiglia all'amore per sè e alla forza, ma anche alla consapevolezza. E se per caso, questa persona, in quel dato momento, si trovasse sprovvista di tali caratteristiche, allora verrà sopraffatta. Ed è in quel momento che sarebbe indispensabile avere intorno persone in grado di 'con' 'vivere' il disagio e la sofferenza, di capire e di non giudicare. Questo il senso del mio commento scorbutico e incazzato di prima.
Sono d'accordo con le varie cose da dire e da non dire, ma! A volte penso che dovremmo anche riconoscere quanto difficile sia per parenti/amici aiutare qualcuno con un disturbo alimentare. E a volte penso anche che effettivamente "c'è chi sta peggio" e chi soffre di un disturbo alimentare non può lamentarsi ad infinitum, prendendosela con chi gli dice che qualcuno sta peggio. Detto questo, fa sempre bene consigliare cosa dire a chi cerca di dare supporto ma non sa come farlo.
@ trappolapertopi2 – Credo che per parenti/amici sia difficile aiutare chi ha un DCA soprattutto perché, specie in determinate fasi della malattia, c’è la spiccata tendenza a non volersi fare aiutare… In quanto al discorso del “c’è chi sta peggio”… ti spiego perché secondo me è una frase inutile e superflua. Lo è perché, innanzitutto, è ovvio e scontato che c’è chi sta peggio. Chi ha un DCA ha comunque un cervello, per cui lo sa benissimo che c’è chi sta peggio. Ma cambia qualcosa nel DCA stesso il sapere che c’è qualcuno che sta peggio? No. In secondo luogo, l’unica cosa che semmai può fare una frase del genere, è far sentire in colpa la persona a cui viene detta. E i sensi di colpa sono una delle principali cause di regressi e ricadute nel DCA. Concludo infine con un citazione che mi piace moltissimo perché la reputo assolutamente vera: “And even if somebody else has it much worse that doesn't change the fact that you have what you have”…
Posso permettermi di rompere l'omerta' tipica degli amici davanti ad un'anoressica che non ha la piu' pallida idea di esserlo ma che di fatto e' ormai cachettica? Ho tanta paura che prima che qualcuno, con la dovuta delicatezza l'aiuti, sara' gia' morta e sepolta. Ha piaghe, il volto e' solo teschio, sembra una vecchia di 90 anni, ma ne ha 26. E' lecito da parte mia che non ho una grande confidenza con lei, affrontarla direttamente e dirle"no, non solo il taglio di capelli e quel rosso assurdo ti stanno male perche'ti preoccupi di facezie mentre sei distrutta e nessuno te lo dice per non ferirti"
Questa ragazza non ha un fidanzato che possa intervenire, i genitori sembrano lobotomizzati e non vogliono neanche che gli si faccia notare, la sua migliore amica e' troppo giovane e non si muove per inesperienza, mentre lei pubblica ricette e cucina per diletto!!Sembra una lastra umana ed invece era bellissima!!I suoi occhi ora sono spenti eppure avevano una luce cosi' profonda...la sto vedendo, la stiamo vedendo tutti spegnersi! il suo volto cosi' bello e' quello di un cadavere, che dio mi aiuti non so che pesci prendere!!
Premetto che non sono anoressica, soffro di b.e.d., ma so cosa significa scegliere di morire e anche chiedere inconsciamente aiuto attraverso un tentato suicidio ma il suo caso e' orrendamente piu' complesso, come cogliere margherite canticchiando sulla bocca di un vulcano che sta per eruttare.
POSSO DIRGLIELO O NO??non riesco a trovare una risposta simile nella rete. Nessuno le dice la verita', se ci si prova con delicatezza lei svicola ed e'sola, spetterebbe ai genitori, cacchio io sono madre e mai vorrei che qualcuno mi sostituisse, mai! Come la porto da un medico io che non ho alcuna voce in capitolo? Le amiche sembrano omertose, ci vuole coraggio, forse io che lotto ed ho lottato contro la depressione capisco meglio che un calcio in culo dato con amore e vero interesse e' meglio di un abbraccio falso dato per prassi, un calcio che non vuol dire ti detesto, ma "guardati, stai morendo e non posso stare a guardare, dammi un contentino e andiamo da un medico, se mi sbaglio mi puoi strappare i capelli non faccio un fiato" non so cosa fare, piangere non e' la risposta utile. Aiuto.
@ chiccacri70 – Cara chiccacri70, non riesci a trovare una risposta ai tuoi interrogativi nella rete, perché in effetti una risposta univoca non esiste. Per poter fornire una risposta mirata, in effetti, sarebbe necessario conoscere la ragazza di cui parli, la sua famiglia, ciò che concerne la sua vita, perché credo che solo una conoscenza approfondita della persona in questione e del suo mondo possono permettere di dare una risposta specifica per il caso di specie, evitando risposte stereotipare che possono andare bene per tutte e per nessuna. Detto questo, posso provare a dare le mie risposte ai tuoi interrogativi… tieni però conto che, appunto, sono risposte generali, e non so perciò quanto possano essere appropriate e quanto si possano effettivamente adattare alla persona di cui parli nel tuo commento, perché non conoscendola di persona non ho certo la presunzione di credere di essere in grado di fornirti una soluzione (posto che di “soluzione” in questi casi si possa parlare…) che si adatta perfettamente alla situazione. Quindi, per quel poco che può valere, ecco la mia opinione al riguardo. Al di là di quello che può sembrare dall’esterno, non credo proprio che questa 26enne sia beotamente inconsapevole di quello che sta vivendo. Onestamente, non ho conosciuto nessuna persona affetta da un DCA che non fosse, in fondo, consapevole di esserlo, e che pensasse che il suo comportamento alimentare non avesse nulla di strano. Pertanto, puoi pure far notare (ovviamente con la dovuta educazione e rispetto per l’altra persona) alla ragazza in questione che c’è un problema, ma lei lo sa già. La consapevolezza dell’anomalo comportamento alimentare, per quel che mi è dato di sapere, c’è sempre (salvo forse negli stadi super-iniziali della malattia), il problema è che per lo più nessuna ha l’intenzione di smettere, per quanto la restrizione alimentare possa essere deleteria, per la sensazione di (illusorio) controllo che essa trasmette. Certo, cercare di parlarne con lei non le farà male, ma non le darai nessuna rivelazione sconvolgente rispetto al suo stato. Più importante, secondo me, sarebbe che tu parlassi della situazione con i suoi genitori/familiari/amici/persone che le sono vicine. Perché una persona che è arrivata ad uno stadio di malattia avanzato come quello che tu descrivi, è una persona che non ha vicino una rete sociale in grado di promuovere e sostenere un suo qualsiasi tentativo di cambiamento. È ovvio che una persona così infognata nell’anoressia non è in grado di intraprendere da sola un percorso di ricovero, ma ha bisogno di avere intorno tutta una serie di persone che la portino in quella direzione, i suoi genitori in primis. Per questo penso che tu dovresti parlarne con la sua famiglia, con le sue amiche, facendo aprire gli occhi a tutte queste persone che sono poi quelle che li tengono ostinatamente chiusi, affinché tutti insieme possiate aiutarla a promuovere quel cambiamento che lei come singolo non potrebbe ottenere. La cosa più importante sarebbe che parlando con queste persone, poi voi creaste attorno a lei un contesto supportivo, che l’aiutaste tutte nell’intraprendere una strada diversa da quella devastante dell’anoressia. Ma, ripeto, questa è solo la mia opinione personale, non ha alcun valore universale, e non necessariamente è giusta in assoluto…
Avrei una domanda, anche se non so se centra con il post. Sono in cura in un centro specislizzato e vado dalla psicologa due volte la settimana, tutti mi dicono che sembro un manico di scopa, che sono spenta e che devo cercare di migliorare. Io non vomito, mangio in modo diverso. Non mi vedo magra, anzi rispetto alle immagini che di associano di solito all'anoressia, mi sembra di essere un ippopotamo. Mi sento come se stessi prendendo in giro tutti, in realtá mangiassi molta molta verdura e basta. Non riesco ad ammettere di essere anoressica, non peso 30 kili: come faccio a smettere di rifiutarlo? E soprattutto, posso definire una come me (che non è sui 30 kili) anoressica? Aiuto...
@ Anonima (25 Aprile 2013, ore 19.02) – Perché lasci che siano degli stereotipi a definire come ti senti? L’anoressia non è una malattia che si rifà ad un preciso modello clinico/estetico basato su definizioni da manuale e/o luoghi comuni… l’anoressia è una malattia mentale e, come tale, indipendente da ogni qualsiasi attribuzione di fisicità. Non ti devi definire in alcun modo, le etichette non ti servono per classificare te stessa. L’aiuto che ricevi è importantissimo e prezioso perché è quello che, con tanto tempo e pazienza, ti servirà a poter stare sempre un pochino meglio… perciò, lascia perdere le definizioni e concentrati su di te, sul tuo percorso, su come poter fare per riuscire a stare meglio con te stessa, grazie all’aiuto delle persone che ora hai vicino e che ti possono concretamente dare una mano. L’unica cosa veramente importante sei tu, non il nome di una malattia. È su di te che devi concentrare tutta la tua attenzione ed impostare il tuo percorso. Un abbraccio…
Finalmente leggo qualcosa che ho sempre cercato di spiegare a chi mi sta intorno, qualcosa che volevo spiegare probabilmente con le parole sbagliate. Ho pianto durante tutta la lettura... Grazie di aver scritto quello che hai scritto, per una volta mi sono sentita meno "anormale"... grazie davvero.
Francesca
Ciao a tutte!
Mi sento in colpa e stupida a non aver cercato qualcosa di simile prima, avrei sicuramente fatto meno errori...e vi ringrazio per condividere le vostre esperienze. Sono passati mesi dall'ultimo commento ma spero potrete leggermi e aiutarmi. Ho 25 anni e una sorella di 16 che da un anno ha problemi a mangiare. Sono "riuscita" a farmi dare almeno una motivazione: "prova te se ti dicono che sei culona"...ma so che non è solo questo il problema. sta di fatto che un anno fa ha iniziato col mettersi le dita in gola per vomitare, poi è passata a mangiar poco, a saltare i pasti quando è da sola o cmq mangiar pochissimo, palestra, correre, e oggi siamo al conteggio delle calorie di ogni cosa che mangia. Il tutto sempre accostando la visita di siti dove leggere come non sentir la fame, dimagrire, andare in bagno per svuotarsi...ora il nostro medico di famiglia la sta seguendo e le ha detto di fare un diario alimentare da fargli vedere, e poi magari passarla ad una dottoressa che tratta questi casi. Ora io vorrei sfogarmi, e direi cose brutte e sbagliate sicuramente, però spero che voi sappiate come correggermi e dirmi come starle vicino, perchè so che come mi comporto con lei è sbagliato...il mio problema è che non riesco a guardarla, mi fa arrabbiare il suo continuare a chiedere cosa c'è da mangiare, il servirsi da sola, il suo piatto riempito a metà e gli sbuffi quando deve mangiare qualcosa che per lei è di troppo, il suo andare a camminare, quando invece va a correre, il suo digerire non so cosa, le sue bugie, e tante, il suo averla vinta su tutto senza troppi sforzi, i siti che guarda, il suo orgoglio (e anche il mio)...A lei piace e ha bisogno di avere attenzioni, ma non ha bisogno di far nulla di queste cose o altro perché è già bella così, e lo sa anche lei...io però a volte la odio perché come ha già detto Eleonora, non vede quanto ci sta facendo star male...e sono arrabbiata anche con i miei genitori perché un mese dopo che vomitava (l'ho trovato scritto da lei su un foglio che scriveva a se stessa) e poi ogni volta che sapevo cosa faceva o leggeva li ho avvisati e non mi hanno ascoltato fin quando non sono intervenute altre persone a dire che era dimagrita troppo o non so...so solo che se invece di dirmi che era l'età, che la stavano controllando già loro (allora perché non parlare chiaro anche con me dato che non ho 10 anni) e aspettare mesi prima di portarla dal dottore...perché non mi hanno ascoltata e resa partecipe??
Mi ritrovo a non voler mangiare a tavola con loro, a non saper cosa dire a mia sorella (perché non abbiamo un dialogo), ad essere sempre arrabbiata e a rispondere male a tutti...lo so che il mio problema sono l'orgoglio e l'egoismo, ditemi per favore come posso fare...
Tante volte ho pensato a scriverle una lettera e dirle le cose che non riuscirei mai a voce perché già ora che vi scrivo sto trattenendo le lacrime, ma non so a cosa potrebbe servire dato che so che mi odia...
Avrò dimenticato qualcosa di sicuro...spero non sia troppo tardi per avere delle risposte...
GRAZIE!
Simona
@ Francesca – Grazie a te, Francesca… e figuriamoci se sei “anormale”!... Forse è molto meno normale di te chi non ha la sensibilità di venirti incontro neanche a parole nel momento in cui stai attraversando una fase della tua vita di particolare difficoltà… E, se mai ti potesse servire… stampa questo post e fallo leggere a chi ti sta intorno e non ha ancora compreso le tue spiegazioni… magari una serie di “istruzioni per l’uso” (per quanto possano essere semplificate, come del resto lo è tutto ciò che scrivo…) servirà anche a loro per capire meglio come regolarsi… e saranno loro a ringraziare te per avergli offerto questa possibilità di poter dialogare meglio con te… su un “alfabeto” comune…
@ Simona – Ciao Simona, non ti devi affatto sentire stupida e men che meno in colpa: sono certa che finora hai comunque cercato di fare del tuo meglio per gestire una situazione senz’ombra di dubbio molto difficile, quindi non credo proprio che ti possa essere ascritto alcun demerito, anzi, tanto di cappello per non esserti data per vinta ed essere qui a cercare risposte per tua sorella… Io credo che tu abbia centrato il punto quando scrivi che non è l’essere culona il vero problema di tua sorella. Perché è vero: l’esteriorità è solo una minima punta dell’ice-berg… i veri problemi sono quelli interiori, quelli che non si manifestano nella fisicità, bensì quelli interiori che, se pur invisibili ad occhio, sono in grado di scavare voragini enormi. Sono quelli interiori i veri problemi sui quali tua sorella dovrà lavorare – e trovo ottimo che il vostro medico di famiglia l’abbia presa in carico, e spero che presto possa avere modo di interagire con professionisti specializzati nel campo dei DCA. A parte questo… se pensi di non essere in grado di dire certe cose a voce a tua sorella, allora faresti benissimo a scriverle una lettera. Poi, magari, potreste parlarne a voce in un secondo momento. Dici che non sai a cosa potrebbe servire lo scriverle una lettera, perché tanto lei già ti odia… bè, io credo che potrebbe servire per lo meno a 3 cose: 1) Sfogarti condividendo con tua sorella tutto quello che ti tieni dentro relativamente alla sua situazione e al vostro difficile rapporto. Fino a che continuerai a tenerti le cose dentro, andrai avanti a sentirti arrabbiata e frustrata proprio come hai scritto… esternarle, perciò, potrebbe rappresentare per te una sorta di valvola di sfogo. E magari potrebbe far bene anche a tua sorella il conoscere cosa pensi veramente, e il sentire un’apertura che scrivendole fai verso di lei. (continua...)
2) Conoscere la verità. Tu scrivi che tua sorella ti odia… ma in realtà non lo sai veramente cosa tua sorella pensi di te, perché non puoi leggerle dentro la mente. Lei ha una serie di atteggiamenti che ti inducono a pensare che lei ti odii. Ma in realtà non puoi saperlo per certo fino a che non vi aprite al confronto. Se provi, scrivendole, ad iniziare una conversazione, magari scopri che il suo atteggiamento non è dettato dal fatto che odia te, ma dal fatto che in questo momento sta male con se stessa, e poiché prendersela con gli altri è più facile che prendersela con se stessi, magari sta solo riversando su di te della rabbia che prova verso se stessa. Ma non potrai mai sapere quale sia la verità fino a che non sarà lei stessa, con calma e lucidità, a dirtela… fino a quel momento, potrai fare solo illazioni. 3) Il fatto che non hai niente da perdere e tutto da guadagnare. Se dici che tua sorella ti odia… bè, peggio di così non potrebbe andare, no?! Quindi, se le scrivi, nella peggiore delle ipotesi avrai la riconferma del fatto che tua sorella in questo momento (perché la vita scorre, le cose cambiano) non è pronta a dialogare con te. Altrimenti, potrebbe risponderti per iscritto o a voce, e così potreste aprire una finestra al dialogo. Ergo: niente da perdere, tutto da guadagnare. Quindi, in conclusione, sì, credo che faresti proprio bene a scriverle una lettera… Perché mai dovrebbe essere troppo tardi?... Finché si fa un tentativo, non è mai troppo tardi!... E questo non vale solo per ciò che hai scritto su questo post… ma anche e soprattutto per il rapporto da recuperare con tua sorella. In bocca al lupo ad entrambe!!...
Un immenso GRAZIE!!!! Spero che quel che scriverò ci aiuti almeno la metà di come mi hanno "svegliata" le tue...non sarà facile ma devo almeno provarci...vorrei solo farle capire che non può continuare così, e io non voglio sapere ogni minima cosa o il motivo preciso, non sono io che potrà aiutarla nel modo giusto ma di affidarsi alle persone giuste...però da sorella ci sarò sempre, e spero che ci siano meno bugie, perché fanno male anche quelle.
Oggi è andata dal dottore con mia mamma, tra un mese torna e la pesa di nuovo per vedere se ha messo su almeno un chilo, altrimenti si vedrà...Se dovesse andare da una specialista non vorrei che la prendesse male dato che lei è convinta di essere nel giusto.
Vorrei avere un ultimo consiglio per favore: come devo comportarmi quando vedo che mangia poco, che beve acqua calda/bollente x andare in bagno, che va a correre e cose così? Perché purtroppo scatta subito la rabbia e rovino un'occasione che magari potrebbe essere costruttiva.
Grazie davvero, un abbraccio!
Simona
@ Simona - Grazie a te per avermi risposto, altrochè!... Sono contenta che tua sorella sia andata a farsi visitare da un dottore insieme a tua mamma... sarà un paiccola cosa, ma è comunque un primo passo. Al quale spero possano seguirne molti altri...
In quanto alla tua domanda... Bè, io credo che la cosa migliore che tu possa fare in certi momenti per tua sorella sia offrirle un'alternativa distraente. Mi spiego con un esempio: se, per esempio, vedi che tu sorella sta per andare a correre, tu prova a suggerirle un'alternativa qualsiasi che la distolga da quello che sta facendo, e la porti ad impegnarsi in un'altra attivita insieme a te. Per esempio, potersti dirle una cosa come: "Devo andare a fare la spesa e c'è un sacco di roba da comprare: potresti venire a darmi una mano così faccio più in fretta, per favore?", oppure: "Vorrei comprarmi un paio di scarpe nuove ma non so quali scegliere: verresti con me e mi daresti un consiglio?", oppure: "Perchè anzichè andare a correre da sola non vieni con me a fare una passeggiata in centro, che magari si fa anche una chiacchierata?!"... insomma, questi sono solo dei banali esempi, sono certa che tu saprai trovare di meglio... mi servivano solo per far passare il messaggio. Proponile di fare cose che la distraggano, che la allontanino dall'attività che stava per compiere. Non è certo la chiave risolutiva del problema, però può tenerla lontana almeno per un po', e magari passare del tempo insieme facendo qualche cosa che piaccia ad entrambe potrebbe anche favorire in meglio il vostro rapporto...
Un abbraccio...
No grazie a te per i tuoi consigli!
Sarà un percorso lungo e difficile, ma non impossibile, e direi quasi necessario...quindi tanto vale iniziare, passo per passo.
Spero si accorga di quello che si sta facendo e che accetti di farsi aiutare da chi sa trattare questi casi...Se avessi bisogno posso chiedere a te/voi di questo blog?
Grazie ancora
Un abbraccio!
Simona
@ Simona - Nessun problema, chiedi pure tutto quello che vuoi e quando vuoi. Io non sono una specialista nel campo dei disturbi alimentari, parlo semplicemente per quella che è stata la mia empirica esperienza personale, quindi è ovvio che non ho competenze specifiche... Detto questo, se in qualche modo ti posso comunque aiutare, fammi pure tutte le domande che vorrai, quando vorrai.
Un abbraccio...
Ciao a tutti, ho una simile situazione anch'io cn mia sorella da ormai da 6 anni...nn è anoressica ma ci sta diventando se continua a non mangiare niente. Anni fa era quasi al limite e l'abbiamo salvata poichè mia madre le frullava la carne x nasconderla dentro al cibo....ora però nn tocca più niente, salta addirittura i pasti e spesso si è sentita male se ha provato a mangiare un pò di più o per il semplice fatto che cade in debolezze. Io so che è un fatto psicologico, infatti mi sn trovata d'accordo cn molti di voi sul fatto che loro vogliono attirare l'attenzione perchè in realtà nn vogliono morire, è un modo x dire salvami, vogliono essere capite...ma noi che siamo la sua famiglia e amici più di parlarci x capire cosa ha e farla mangiare in compagnia (mangia qualcosa in più solo in compagnia) cosa possiamo fare altro?il fatto è che ha pure un carattere molto spigoloso e come ha già detto qualcuno probabilmente ha come conseguenza un bipolarismo....queste persone vogliono essere aiutate ma nn ti parlano, cosa possiamo noi x salvarle? Mi trovo in questa situazione da diversi anni, mi fa male vederla così e nn fare niente...abbiamo provato nel corso degli anni a portarla da vari medici ma nn ha mai voluto sentire nessuno, è stata pure costretta a prendere la pillola x regolarle il ciclo (sn ormai anni che nn ce l'ha più x il fatto che nn mangia) x un periodo, poi apparentemente ha ripreso a mangiare, il ciclo a volte si a volte no ha cominciato a farsi vedere. Ora sta peggio di prima,non ascolta nessuno e se cerchi di farla ragionare ti urla in faccia...non sappiamo cosa sia che la faccia stare male così tanto dentro..ci ha detto che nn riesce a trovare un senso alla sua vita e che se vive o muore è lo stesso e che inoltre qui nn perderebbe niente...ci va pesante con le frasi e inoltre ci tratta male pure a noi che siamo la sua famiglia! Come è stato detto non è per niente facile nemmeno x chi li vede soffrire così, è una situazione pesante e di certo io nn lascerei morire nessuno come invece altri hanno sostenuto nel dire che è una loro scelta, finchè uno è in tempo di salvarli bisogna fare di tutto perchè loro in silenzio ci stanno chiedendo una mano, è solo il modo cn il quale ci comportiamo che nn va bene e cm ci dovremmo comportare allora? Chiunque si comporta volendo il loro bene ma loro nn accettano l'aiuto perchè vorrebbero essere capiti più che aiutati...io nn posso darle ragione a mia sorella, le vorrei far capire che tutti noi ci saremmo sempre x poter parlare ma il passo più grande lo deve far lei rivolgendosi ad un professionista! Come le si fa a far capire ciò se nn vuole più ragionare ed essere lasciata in pace??
Ciao a tutti, ho una simile situazione anch'io cn mia sorella da ormai da 6 anni...nn è anoressica ma ci sta diventando se continua a non mangiare niente. Anni fa era quasi al limite e l'abbiamo salvata poichè mia madre le frullava la carne x nasconderla dentro al cibo....ora però nn tocca più niente, salta addirittura i pasti e spesso si è sentita male se ha provato a mangiare un pò di più o per il semplice fatto che cade in debolezze. Io so che è un fatto psicologico, infatti mi sn trovata d'accordo cn molti di voi sul fatto che loro vogliono attirare l'attenzione perchè in realtà nn vogliono morire, è un modo x dire salvami, vogliono essere capite...ma noi che siamo la sua famiglia e amici più di parlarci x capire cosa ha e farla mangiare in compagnia (mangia qualcosa in più solo in compagnia) cosa possiamo fare altro?il fatto è che ha pure un carattere molto spigoloso e come ha già detto qualcuno probabilmente ha come conseguenza un bipolarismo....queste persone vogliono essere aiutate ma nn ti parlano, cosa possiamo noi x salvarle? Mi trovo in questa situazione da diversi anni, mi fa male vederla così e nn fare niente...abbiamo provato nel corso degli anni a portarla da vari medici ma nn ha mai voluto sentire nessuno, è stata pure costretta a prendere la pillola x regolarle il ciclo (sn ormai anni che nn ce l'ha più x il fatto che nn mangia) x un periodo, poi apparentemente ha ripreso a mangiare, il ciclo a volte si a volte no ha cominciato a farsi vedere. Ora sta peggio di prima,non ascolta nessuno e se cerchi di farla ragionare ti urla in faccia...non sappiamo cosa sia che la faccia stare male così tanto dentro..ci ha detto che nn riesce a trovare un senso alla sua vita e che se vive o muore è lo stesso e che inoltre qui nn perderebbe niente...ci va pesante con le frasi e inoltre ci tratta male pure a noi che siamo la sua famiglia! Come è stato detto non è per niente facile nemmeno x chi li vede soffrire così, è una situazione pesante e di certo io nn lascerei morire nessuno come invece altri hanno sostenuto nel dire che è una loro scelta, finchè uno è in tempo di salvarli bisogna fare di tutto perchè loro in silenzio ci stanno chiedendo una mano, è solo il modo cn il quale ci comportiamo che nn va bene e cm ci dovremmo comportare allora? Chiunque si comporta volendo il loro bene ma loro nn accettano l'aiuto perchè vorrebbero essere capiti più che aiutati...io nn posso darle ragione a mia sorella, le vorrei far capire che tutti noi ci saremmo sempre x poter parlare ma il passo più grande lo deve far lei rivolgendosi ad un professionista! Come le si fa a far capire ciò se nn vuole più ragionare ed essere lasciata in pace??
Anche se non hai competenze specifiche sai comunque più di me, è ogni consiglio per me è un grande aiuto perché non pensavo potesse essere così difficile, sia per lei che per noi...
Se c'è un altro posto più appropriato dove scriverti fammi sapere, magari in questo post rischio di sviare troppo...
GRAZIE DAVVERO!
Simona
@ Paola – Ciao Paola, non penso che ci sia un modo “giusto” in assoluto di comportarsi… anche perché ogni persona è differente dalle altre, e necessita perciò di approcci diversi ed individualizzati… Se in questo momento non riesci ad avere una buona comunicazione verbale con tua sorella, prova a scriverle una lettera… esponendole i tuoi pensieri, i tuoi dubbi, e chiedendole anche in che modo lei pensa potresti esserle maggiormente d’aiuto… Magari la comunicazione non-verbale in questo momento può essere più efficace rispetto a quella verbale… Per il resto, tutto quello che puoi fare è cercare di starle vicino, con tutta la pazienza del mondo… di fare cose che pensi possano metterla a suo agio (tu la conosci, quindi di certo sai quali sono le cose che le fanno piacere…), essere sempre disponibile all’ascolto e al dialogo, e di non essere “coercitiva” verso un indirizzo terapeutico, ma semplicemente di continuare a mandarle degli input nella giusta direzione… perché poi è ovvio che dev’essere tua sorella a prendere la decisione finale di seguire un percorso di cura… tu puoi semplicemente metterci tutto il tuo supporto… In bocca al lupo!...
@ Simona – Non ti preoccupare di essere off-topic, su questo blog puoi scrivere tutto quello che vuoi… In ogni caso, se preferisci scrivermi privatamente, mi trovi all’indirizzo: veggie.any@gmail.com
Salve a tutti. Recentemente ho conosciuto all'università una ragazza che in passato aveva provato la terribile esperienza della Bulimia. Come avete giustamente detto, già il fatto di aprirsi e parlarne con qualcuno è un grande passo in avanti che non si ha molte volte il coraggio di compiere; ecco, invece lei con me si era aperta e aveva trovato la forza per discuterne assieme. Tuttavia al momento io non conoscevo troppo bene questa malattia e non sapevo esattamente in che modo aiutarla. Da quel giorno è passato circa un mese e lei non è più tornata a lezione, ma la cosa che più mi fa temere che sia ricaduta in quell'incubo è il fatto che a volte scrive su Facebook frasi molto avvilite e tristi..Nel frattempo io ho avuto modo di approfondire l'argomento e l'unica cosa che desidero sarebbe starle vicino per permetterle di sfogarsi e di avere una persona che disinteressatamente le offre il proprio aiuto. Il problema è che non ho avuto modo di trascorrere tanto tempo con lei e di farle capire che ci tengo in tutta onestà a come si sente..inoltre vorrei parlarle di persona, perché scrivendo su un Social Network non si ha modo di trasmettere calore e affetto quando si vuole dire qualcosa, col rischio poi di essere visto come il ragazzo insistente che vuole solo una cosa..Voi cosa mi suggerite?
Grazie di tutto..
@ J. – Ciao J., sono d’accordo con te sul fatto che potrebbe essere più opportuno parlarne a voce, dato che si tratta di un argomento molto delicato da affrontare… Però, se per il momento non hai modo di frequentarla direttamente, anche un supporto indiretto non è un’idea da scartare… Se questa ragazza sta male, suppongo che abbia bisogno di tutto il supporto possibile, in qualsiasi forma le arrivi… perciò, se in questo momento puoi starle vicino “telematicamente”, non disdegnare la cosa… Naturalmente, nel frattempo, cerca di organizzare anche un incontro in cui vi possiate parlare a quattr’occhi, nel contesto universitario (non so, se state preparando lo stesso esame puoi proporle di studiare insieme) o altrove (magari puoi invitarla al cinema o in qualche altro posto che le piace), affinché tu possa avere modo di dirle a voce ciò che hai riportato in questo tuo commento… In bocca al lupo!...
Concordo con questi punti anche se ne aggiungerei altri..
Racconterò una storia..
Non sono mai arrivata ad una vera e propria forma di anoressia o bulimia.. ma tempo addietro ho sofferto molto..smisi di mangiare che avevo quattordici anni,non ero mai stata tanto magra in vita mia..persi all'incirca quindici chili nel giro di breve tempo,inizialmente ero normopeso. Ero sola,nessuno dava peso a niente di quello che stavo facendo,ogni volta ero arrabbiata,il momento del pasto era sempre motivo di malumori e litigi,venivo continuamente criticata sentendo ripetere sempre e solo la solita frase "va bene che ti riguardi,è bene che eviti di mangiare schifezze e cose varie,ma che vuoi smettere di mangiare?! ti sei messa in testa di fare la modella?","che fai?! non mangi?! Che hai paura d'ingrassare?"..sempre e solo le solite parole,ogni maledetta volta.. diverso tempo dopo fui costretta a mangiare a forza"vuoi morire?" continuavano a ripetermi.. ogni giorno la stessa storia..ero nauseata,stavo male.. più dentro che fuori.Dopo circa un anno riniziai a mangiare quasi regolarmente,me lo ero imposto per non fare del male a me stessa ma soprattutto per non farlo ai miei genitori..riacquisii i chili persi..ero tranquilla se non che il cibo da nemico stava diventando forse fin troppo fonte di consolazione a qualsiasi problematica..me ne resi conto e decisi di seguire uno stile di vita più attivo e salutare,ero ancora normopeso,a tavola continuavano a monitorare ogni mio movimento,a "contarmi il cibo nel piatto" per vedere se mangiavo abbastanza ed allora era un continuo ripetere con uno stupido sorrisino "Brava,ora si che mi piaci.." "bella si eri prima,tutta ossa,uno stecco"..fingevo di non sentire. Riconquistato il mio peso,la mia serenità ho continuato a condurre un buon stile di vita fino a quando,persone a me vicine,iniziarono anche se non con cattiveria,spero,a puntualizzare su quanto ero effettivamente "ringrassata",senza usare mezzi termini,rispetto a come ero tempo prima,che adesso stavo meglio,riavevo "messo su un po' di cosciotte"..ignoravo..mi venne chiesto se avevo preso qualche farmaco di recente per "ringrassare",perchè prima ero un fuscello..ignoravo..mi venne detto che effettivamente avevo un bel fisico,se solo fossi risnellita un po' sarei stata perfetta..ignoravo e accumulavo malumore fino a quando sentii parlare di me alle mie spalle:"eh si,era dimagrita tanto..ma ora è ringrassata..",premetto che non sono mai stata sovrappeso,esplosi.Ero uscita da quella sofferenza,mi ci avevano rigettata.Il cibo riniziava ad essere il solito vecchio nemico,la rabbia mi opprimeva,anche se cercavo di sforzarmi a mangiare un boccone di più ero assalita dalla nausea a tal punto da stare male tutta la sera,costretta a sopportare. Iniziai a ribellarmi,a fingere quasi di mangiare più di quello che in verità facevo...
...fingo di mangiare più di quello che in realtà faccio,continuano a ripetermi"ma cos'hai?non ti va bene quello che ti faccio da mangiare?! e allora se sei tanto schizzinosa da ora in poi fattelo da sola!","ma cos'hai?perchè quando sei qui con noi non sorridi mai,non sei mai felice? ti manca forse qualcosa? non siamo alla tua altezza?" o ancora "se non la smetti di fare la stupida a non mangiare ti curo tutt'insieme,io non ci vado da un dottore a spendere soldi per te che ti sei messa in testa di smettere di mangiare creandoti problemi che non hai","mi fai arrabbiare quando fai così!perchè non mangi? ma cos'hai nella testa?!" e via dicendo,poi ti chiedono come stai e tu rispondi "bene" perchè non hai voglia di dare troppe spiegazioni,perchè non hai voglia di essere per l'ennesima volta criticata,adesso sto male,sono stanca di tutto e di tutti,ma continuo a stringere i denti,vado avanti,cercando di convincermi passo passo a dover reintegrare una dieta equilibrata,affrontando tutto questo come all'inizio,da sola..perchè è questo il punto,mi sento ora più che mai sola.
Perchè le persone si accorgono solo se sei dimagrito o ingrassato e non che stai male?
Sono determinata a rialzarmi.
Ho 17 anni.
@ Anonima (01 Febbraio 2014) – Ti ringrazio per aver voluto condividere in questo blog la tua esperienza personale, perché posso solo immaginare quanto possa essere stato difficile per te mettere nero su bianco tutto questo, perciò… GRAZIE di cuore per aver voluto condividere con me e con tutte le lettrici di questo blog un frammento di te. Ma, a parte questo… Io credo che la gente si accorga delle variazioni di peso piuttosto che del malessere interiore perché, semplicemente, le variazioni di peso sono un qualcosa di tangibile, e il malessere interiore non lo è. È facile notare se una persona perde/prende peso, perché questo è un dato oggettivo… la gente ha gli occhi, guarda, non può fare a meno di notarlo. Come ti senti dentro, invece, è un qualcosa che non ha alcuna manifestazione esteriore. E se quando ti viene chiesto: “Come stai?”, tu continui a rispondere: “Bene” abbozzando, nessuno si accorgerà mai del tuo malessere interiore. Sarebbe certo molto più facile se si potesse essere telepatici e se gli altri perciò potessero capire quando noi stiamo male anche se rimaniamo in silenzio… Ma non è così, per cui l’unico modo che abbiamo a disposizione per far capire agli altri quanto stiamo male è… DIRGLIELO. Usando la voce, e non lasciando che sia il corpo a parlare per noi, perché se parla il corpo, gli altri continueranno sempre e solo a vedere il peso, l’esteriorità, e non gli passerà neanche per l’anticamera del cervello di soffermarsi a chiedersi come ti senti dentro. Vai avanti, sì, ma vai avanti per te stessa. Chiedi aiuto se ne hai bisogno, e non ti curare di quello che dicono gli altri su di te: non ha nessun valore, perché solo tu conosci la profondità del tuo malessere e sai di cosa hai bisogno per poter stare meglio. Mettici tutta te stessa per raggiungerlo. Rialzati, sì: hai tutta la forza, la volontà è la determinazione per farlo. Perchè è l'unica cosa che ti potrà dare un futuro... una vita.
Ti faccio un enorme in bocca al lupo… Grazie ancora per essere pssata di qua ed aver lasciato il tuo commento…
E non prendete psicofarmaci che rincoglioniscano!!Basta un buon psicoterapeuta.Io non ho sofferto di DCA, ma di attacchi di panico, e ne sono uscita solo con la psicoterapia!!
Sono l'anonima di poco fa...quella che ha scritto degli psicifarmaci.Purtroppo ne soffre una mia amica, l'ho incontrata tempo fa, debolissima e "intontita" dalle medicine.Io spero che ce la faccia....tante frasi riportate nell'articolo glie le ho già dette ma lei non si apre facilmente.Forse tra qualche giorno la ricoverano in un centro...vorrei vederla ma lei preferisce stare sola.
@ Anonima (11 Febbraio 2014, ore: 17.40/45) – Spero davvero che il centro in cui la tua amica verrà ricoverata possa rappresentare per lei il punto di svolta… Anch’io in passato sono stata ricoverata in un centro specializzato per DCA, e l’ho trovato molto utile… quindi, spero veramente che possa esserlo altrettanto anche per la tua amica. Tu fai benissimo a cercare di starle vicina come puoi, e ad incoraggiarla, perché una persona che sta male ha sicuramente bisogno di tutto il supporto e di tutto l’incoraggiamento possibile da parte di un’amica… fai bene anche a rispettare i suoi spazi, nonostante la tua sacrosanta voglia di starle vicina, se senti che in questo momento di “preparazione” per il ricovero in un centro ha bisogno di stare un po’ da sola a riflettere sulla grossa cosa cui sta andando incontro… Penso che questa ragazza sia comunque fortunata ad avere vicino un’amica come te, che cerca di supportarla… e sono certa che, in cuor suo, ti è grata per tutto quello che stai facendo per lei, e per come cerchi di starle vicino con partecipazione e discrezione allo stesso tempo.
In quanto agli psicofarmaci, il discorso è ben complesso… In effetti (e sono un medico, quindi ti parlo con cognizione di causa) non sono dà demonizzare né dà prescrivere come se fossero caramelle. Possono essere ottimi farmaci se somministrati in maniera opportuna, o pessimi farmaci se somministrati in maniera inadeguata. E qui in effetti sta allo specialista (lo psichiatra nella fattispecie) avere la competenza professionale per decidere in maniera oculata come agire sulla specifica paziente che si trova di fronte, perché ogni persona è una storia a sé, e ogni persona ha necessità differenti: per alcune persone gli psicofarmaci sono superflui ed effettivamente è sufficiente la psicoterapia (e questo non vale solo per i DCA, vale per tutti i disturbi psichiatrici), per altri invece lo psicofarmaco è un supporto fondamentale alla psicoterapia. Mai fare sbagliatissime generalizzazioni, sempre valutare caso per caso!
P.S.= Perdonami se mi permetto ma, al di là degli psicofarmaci, se la tua amica sta per essere ricoverata in un centro, ho l’impressione che il suo “rincoglionimento” sia dovuto soprattutto alle carenze nutrizionali e all’estremo sottopeso…
Care io ci sono dentro fino al collo, cerco di guarire dall'anorressia e cado nella bulimia a ciclo continuo ormai da 6 anni. Sono stata in cura psicologica per 3 anni ma le cose andavano fin peggio, mi sentivo sotto accusa anche da parte della psicologa e ora leggendo questo splendido blog ho capito tante cose che in me sono poco chiare.Ho 28 anni e il tutto è cominciato a causa di un aborto spontaneo seguito da grave incidente dopo il quale per due mesi non sono stata nelle condizioni di poter assumere cibo se non per via endovenosa(flebo).Il tutto condito da grossi problemi familiari e il mio ragazzo dell'epoca che mi ha lasciata subito dopo l'incidente.
A tutti i parenti o amici con vicine persone come me vorrei dire che penso di parlare a nome della maggior parte se non di tutte le ragazze in questione nel dirvi "L'ultima cosa che desideriamo è farvi soffrire!Scusate!" Lotto ogni giorno con i miei demoni e ogni ricaduta è una mazzata, vorrei avere la formula magica per vincere contro quella me stessa nella quale per altro nemmeno mi riconosco e che non capisco da dove sia uscita. Ho sempre solo voluto far del bene, aiutare le persone a me care, ma anche semplicemente i bisognosi ma non so aiutare me e così causo dolore alle persone che amo e mi amano.
Questa frase l'ho già detta tante volte, ma spero che leggendo e scrivendo in questo blog qualcosa possa davvero cambiare in modo definitivo. Credetemi lo scrivo allegando a tutte voi un grazie sincero dal profondo del cuore.
@ Dafne – Cara Dafne, innanzitutto ti ringrazio per aver lasciato il tuo commento e per aver voluto condividere con me e con le altre lettrici di questo blog la tua esperienza di vita… Non avendo mai vissuto niente del genere, posso solo immaginare (ma forse neanche arrivo a tanto…) quanto possa essere stato per te doloroso vivere tutto ciò che hai vissuto… e quanto possa essere stato difficile mettere il tutto qui nero su bianco. Mi dispiace davvero che il tuo primo tentativo di psicoterapia non sia andato a buon fine, purtroppo non tutti i terapeuti sanno svolgere adeguatamente il proprio lavoro, e spero di cuore che tu possa in futuro trovare una psicoterapeuta che possa fare al tuo caso, e che possa darti concretamente una mano per sbrogliare i nodi irrisolti e svelare tutto quello che in te senti ancora essere poco chiaro.
Sono d’accordo con te sul fatto che, sicuramente, nessuna di noi, con la malattia, desideri far soffrire la propria famiglia o i propri amici… perché la malattia è un qualcosa di personale che esula completamente dalla nostra relazione con chi ci sta intorno. Penso che il tuo chiedere scusa sia, allo stesso tempo, atto di umiltà e di coraggio, che ti rende onore. Adesso però chiedi scusa anche e soprattutto a te stessa, e rialzati dopo l’ennesima ricaduta, e ricomincia a combattere utilizzando tutte le risorse che hai a tua disposizione, interiori ed esterne… e vedrai che, quando giorno dopo giorno avrai fatto tanti piccoli passi avanti, il “grazie” lo dovrai dire solo ed unicamente a te stessa.
Ti faccio un enorme in bocca al lupo e ti abbraccio forte forte…
Sono l'anonima degli psicofarmaci (linda è il mio nome)
Grazie per la tua riposta, hai ragione ho sbagliato a generalizzare...è che non l'ho vista particolarmente magra e pensavo che fosse intontita dai farmaci, in effetti non so nemmeno se soffra di anoressia o bulimia...per me sono mondi sconosciuti.Per ora ci sentiamo tramite sms e io non le parlo della malattia e non le do consigli perchè credo di non essere in grado di dargliene, per questo ci sono psicologi che ne sanno più di me!Cerco di farle capire che tutto si può risolvere, sarà magari una cosa lunga ma ce la farà come ce l'ho fatta io anche se per altri disturbi(attacchi di panico/morte di un fidanzato)E se mi dovesse chiamare??Le chiedo come sta?Ho paura di dire qualcosa di sbagliato!!Grazie a tutti
Mi permetto di aggiungere una considerazione personale:per uscirene bisogna volerlo.MInacciare, tentare di convincere, implorare di smettere di farsi del male non serve a nulla!Prendo il mio caso: finchè non ho voluto veramente stare bene ho continuato ad avere attacchi di panico e a non poter uscire di casa.
Quando ho capito che valgo come persona, ma non perchè ho avuto conferme dagli altri, ma perchè l'ho capito da mè stessa, quando ho capito che volevo vivere, viaggiare, vedere il mondo.......allora sono riuscita piano piano a stare bene e a mettere in atto ciò che la terapia mi aveva insegnato.Non è stato facile, ci è voluto del tempo ma come dice un saggio cinese: Un viaggio di mille miglia deve cominciare con un solo passo. Scusate se sono stata inopportuna!Linda
@ Linda – Non sei stata assolutamente inopportuna, figurati!!... Sono perfettamente d’accordo con te sul fatto che la propria volontà sia il primus movens per riuscire a fare passi avanti. Se non c’è quella, è ovvio che nemmeno l’equipe dei medici più bravi e più famosi del mondo potrà cavare un ragno dal buco… Per cui, sì, concordo con te nel dire che è necessario essere noi per prime intenzionate a combattere. Poi, quando c’è questa volontà, ecco che l’aiuto medico può essere importante per direzionare le nostre energie e i nostri sforzi in maniera tale da poter lavorare adeguatamente su noi stesse…
Per quanto riguarda la tua amica… se lei ora come ora preferisce gli SMS come modalità di comunicazione, allora continuate pure a “parlare” così. Ma non ti trattenere se hai voglia di telefonarle: in fondo siete amiche, è normale che tu abbia voglia di sentirla… E se è lei a chiamarti, rispondile e parlale con serenità: chiedile come sta, certo, e se questo è lo spunto che le aiuterà ad aprirsi, ben venga… Se però ti risponde con un formale “Sto bene” e basta, non fare l’avvocato inquisitore… Chiedile cosa sta facendo (se studia, lavora, non so…), parlate di quelli che sono i vostri interessi comuni, e magari proponile di vedervi un pomeriggio per andare insieme al cinema o che so io… Magari è un modo per spezzare il suo isolamento, nonché per farle capire che ci tieni a lei…
P.S.= Io non posso neanche immaginare le difficoltà che hai passato, né quanto possa essere difficile vivere un attacco di panico, perché non ci sono mai passata… In ogni caso, ti auguro tutta la forza per continuare a lavorare su te stessa, e tutto il meglio per il futuro… Un abbraccio…
Grazie di cuore per il tuo augurio!Io ora sto bene, vado in giro e faccio cose che mai avrei pensato di fare. Ho avuto la fortuna di trovare psicoterapeuti molto preparati che mi hanno dato gli strumenti per farcela.
Per quanto riguarda la mia amica ci siamo viste e abbiamo fatto una lunga passeggiata, parlando del più e del meno. Mi ha "confessato" che da due anni soffre di bulimia (in effetti erano due anni che non riuscivo ad incontrarla) e a fine marzo si fa ricoverare in un centro. Non condivido il suo metodo di cura, ma lo rispetto e spero con tutto il cuore che stia bene e ritrovi la sua serenità.
Un grande abbraccio anche a te e complimenti per il lavoro che fai su questo sito!
Linda
Allora perché attirare l' attenzione su di se raccontando di quanto poco ha mangiato la sera prima o di quante passeggiate ha fatto?? Non capisco... Se è un malessere profondo non lo racconti (quasi a vantartene) come racconteresti cos hai fatto sabato sera!
Scusa lo sfogo, questo vorrei dire alla mia amica per farle capire che non è un argomento da prendere con tanta superficialità! Complimenti per il post. Un bacio
@ Linda – Mi fa davvero piacere leggere che il percorso che hai intrapreso ti abbia portata a stare meglio!... E ti auguro che da ora in poi sia sempre così!... E spero naturalmente che anche la tua amica possa stare meglio anche grazie al ricovero che effettuerà… Io ho fatto dei ricoveri che mi sono stati molto utili perché mi hanno fornito importanti consapevolezze ed armi per combattere, per cui spero che possa valere lo stesso anche per la tua amica…
Un abbraccio a te…
@ Anonimo (29 Marzo 2014, ore: 16.43) – Ovviamente dalle poche righe del tuo commento non ho elementi per poter comprendere bene la situazione in cui ti trovi e in cui si trova la persona cui fai riferimento… Ma ti posso assicurare che hai ragione tu, nel senso che chi veramente ha un DCA in effetti non lo racconta a un bel nessuno, e se viene accusato di mangiare poco si schernisce perché non vuole che la cosa venga alla luce… i DCA vivono nella più completa segretezza. Quindi, se hai un’amica che vuole attirare l’attenzione su di sé e si vanta di quanto poco ha mangiato, dille pure apertamente ciò che hai scritto in questo commento, perché sicuramente non ha un DCA!!... Magari ha un altro problema (un problema d’autostima, mi verrebbe da dire a naso, se è vero che vuole attirare l’attenzione…) ma stai sicuro che se si comporta così, lei un disturbo alimentare non sa neanche cosa sia!!...
Grazie per i complimenti, fanno sempre piacere!... Un bacio a te…
Capisco...grazie per i consigli...io ho un amica che sta entrando in questo tunnel e leggendo questo ho capito che le ho detto delle cose sbagliate,,.😔
Ciao, se leggerai questo commento ritardatario...io ho vissuto una situazione simile alla tua (nel mio caso la cosa è degenerata ma spero che a voi vada meglio).....un consiglio..anche se arriverà il giorno in cui vedere questa tua amica ti sarà intollerabile, se dopo un pomeriggio a guardare come rigira il gelato nella coppetta e alla fine la lascia cadere per terra starle vicina fisicamente sarà troppo (e questo secondo me è anche normale) continua a sentirla, se possibile via chiamata e non sms...non perdere contatto...
ali
Una delle persone più importanti della mia vita soffre di anoressia. Non mangia, se prova a ingoiare qualcosa la rimette all'istante, non ce la fa nemmeno a bere. Ho solo 13 anni e lei é venuta da me a dirmelo perché non vuole assolutamente che gli altri compresi i suoi genitori lo sappiano. Lo sappiamo solo io e lei. Fino adesso ho fatto di tutto e le ho detto tuttociò che poteva in qualche modo confortarla ma ho paura che non basti. Ho anche provato a farle capire che ha bisognodi un aiuto superiore al mio, che ha bisogno di farsi curare ma lei proprio nonvuole farlo. Adesso ho letto questi punti e sono d'aiuto, molto. Spero di riuscire ad aiutarla e a farla uscire da questo tunnel dell'orrore.
Alessia.
Cosa non dire (dette da MIA MADRE a me):
- devi dimagrire, guarda come sei ingrassata, il tuo fisico è quello del liceo (al liceo vomitavo 3 volte a l giorno)
- sei pazza, pazza
- butta i vestiti in cui non starai mai più, ti sono stretti
Cosa non dire:
- lei sa quel che fa
- andiamo a mangiarci un gelato (lui sapeva cosa avevo)
COSA DIRE:
- TI VOGLIO BENE
Cosa non dire (dette da MIA MADRE a me):
- devi dimagrire, guarda come sei ingrassata, il tuo fisico è quello del liceo (al liceo vomitavo 3 volte a l giorno)
- sei pazza, pazza
- butta i vestiti in cui non starai mai più, ti sono stretti
Cosa non dire:
- lei sa quel che fa
- andiamo a mangiarci un gelato (lui sapeva cosa avevo)
COSA DIRE:
- TI VOGLIO BENE
aiutatemi......mia madre vuole ché mangio dj più ma poi lei mangia 50 gr di pasta un pezzettino di pane a pranzo e cena taglia tutte le fette di carne a metà o cordon ble quindi un pezzo minuscolo ...toglie il tritato dalle lasagne nn mangia un sacco di cose mette poco condimento nella pasta ...e che ccavolo vuole nn la sopporto proprio.....ché dite???
se dico queste cose dicono che sono pazza e mi ricoverano come già successo ...dove ho preso chili in poco tempo.....finalmente nn avevo l esempio di lei davanti e mi dissero pure che in quel periodo di clinica nn mangiavo.....bastardi!!!
Ma perche ci sono cose da dire e ciose da non dire? Uno che dice: so come ti senti? Non puo essere vero?
@ Nikky – Grazie a te per il tuo feedback!... Se anche hai detto delle cose erronee alla tua amica, sbaglio del tutto comprensibile e sicuramente commesso in buona fede, per inesperienza, hai tutto il modo per chiederle scusa, e per continuare questo percorso difficile al suo fianco… Con le parole giuste, ma soprattutto con tanto affetto e tanta pazienza…
@ ali – Grazie per le parole che hai rivolto a Nikky… hai perfettamente ragione…
@ Alessia – Io credo che tu abbia fatto già tantissimo, Alessia… E spero di tutto cuore che questa tua amica decida di farsi aiutare, perché è ovvio che un aiuto professionale, sia sul piano alimentare che su quello psicologico, è di basilare importanza per combattere contro un DCA… Tu continua a stare vicina a questa ragazza con la tua amicizia, e cerca di incoraggiarla a chiedere aiuto… Un abbraccio forte, e un in bocca al lupo enorme…
@ Anonima (03 Ottobre 2014, ore 20.02) – Grazie mille per la tua preziosa aggiunta a questa lista di cose da dire/non dire…!
@ Anonima (29 Ottobre) – Ti ho già risposto al commento che avevi lasciato sul post relativo alle cose da fare/non fare con chi ha un DCA!...
@ Anonimo (03 Novembre 2014, ore 04.15) – Ci sono cose che è meglio dire e cose che è meglio non dire, semplicemente per dialogare in maniera più appropriata con le persone che hanno un DCA, e per cercare di muoversi con tatto e sensibilità così da urtarle quanto meno possibile, poiché altrimenti si rischia di rendere ancora più complessa una comunicazione che è già di per sé difficoltosa, e favorendo viceversa il supporto e la collaboratività. “So come ti senti” può essere una frase veritiera solo se anche tu hai vissuto un DCA sulla tua pelle… perché solo vivere in prima persona questa esperienza di malattia permette di avere una vera comprensione di come la persona che ci sta passando in questo momento si sente davvero. Le cose che NON abbiamo vissuto sulla propria pelle (e questo vale in generale, ovviamente, non solo per i DCA) NON le possiamo sapere/capire davvero, perché ci manca l’esperienza diretta, che è l’unica vera maestra di vita.
Ciao scusatemi ma avrei bisogno del vostro aiuto. Sto facendo un corso da oss. C e un ragazzo che non parla con nessuno... ogni tanto scambia due parole ma nulla di che. Io l ho iniziato a sentire su fb e poi.whatsapp... con me si e aperto molto. So cose che la fidanzata non sa. Lui mi ha confidato che non si piace deve dimagrire. Ha già avuto un tso nel reparto di psichiatria. Con gli psicologi non parla... non credo voglia essere aiutato... ho scoperto da una mia amica che 7 anni fa ha subito minacce da questo ragazzo (coincidenza loro sono stati assieme)... non so come comportarmi, come aiutarlo... perchè con me che mi conosce da neanche una settimana parla e con lq ragazza con cui sta da 6 anni nasconde molte cose? Ho saputo dalla mia amica che è stato adottato... la madre biologica è morta in un incidente x salvare lui e lui si sente in colpa... può essere la causa di questi problemi? Se potete rispondetemi qui pwc.nadia@gmail.com
Sono finita su questa pagina per caso, ho sofferto di anoressia per anni e quanto avrei voluto che i miei genitori mi avessero detto ciò che hai scritto, invece ho avuto solo e sempre le frasi da non dire, ma moooolto molto peggio e più offensive... A peggiorare tutta la mia situazione ovviamente... Eppure basterebbe poco, solo sforzarsi a guardarci dentro, non ignorare il problema pensando che se non se ne parla allora non esiste.
Ragazzi mi sono trovato in questa pagina perché frequentati in passato una ragazza che aiutai a superare questo problema , ma ora mi ritrovo con un altra ragazza nelle stesse condizioni , nonostante abbia un fisico magro già di suo .... Tre giorni fa era a casa mia e stavamo solo io e lei e lei dopo mangiato si è alzata e si è chiusa in bagno e l'ho sentita con gli sforzi di vomito , la.porta era ovviamente chiusa a chiave e nonostante fossi incazzato in quel momento ho mantenuto la calma e le ho chiesto gentilmente di aprire la porta , ci è voluto un po di tempo ma poi ha aperto ed è uscita piangendo mi ha abbracciato chiedendo di perdonarla e io non ho potuto dire altro che la volevo bene e che ne saremo usciti insieme da questa situazione ...... Ora mi rivolgo a voi , vi chiedo un aiuto , se dovesse risuccedere va bene questo mio atteggiamento o mi consigliate di essere un po più duro ? Inoltre qualche altro consiglio sul come posso aiutarla ? La consulenza di uno psichiatra magari pensate che possa essere d'aiuto ? Vi prego di rispondermi , lei non lo sa ma io la amo più della mia stessa vita e non riesco a vederla così , ci sto male io per primo , perde peso a vista d'occhio nonostante abbia un filo di grasso in eccesso .... Se avete qualche consiglio potete anche scrivere alla mia mail che è marco_jm@hotmail.it
Stima per tutto ciò che hai detto. Sto cercando di uscire dall'anoressia ed è proprio terribile sentirsi dire certe cose, ti feriscono ancora di più di quanto tu già non lo sia. Sei davvero una grande, comunque. Un abbraccio e grazie mille per tutto.
@ Anonima (22 Marzo 2015, ore: 15.24) – Mi dispiace che tu abbia dovuto subire un trattamento, diciamo, “poco gentile” da parte dei commenti dei tuoi genitori… e sono d’accordo con te: i problemi non cessano di esistere solo perché c’è chi finge di ignorarli. Bisognerebbe agire per risolverli, piuttosto…
@ Steele – Grazie a te per il tuo commento, altroché!... In bocca al lupo per la tua lotta contro l’anoressia!... Metticela tutta e non mollare, perché puoi assolutamente fare grandi passi avanti!...
Ho bisogno di aiuto
L.
Tutto quello che leggo....e' Azzeccato.ne soffro da più di te anni! !!e mi viene detto sia quello da dire. .che quegli che non so deve dire. .risultato? ?confusione totale. Se digiuno sto male, se mangio sto peggio. .alla fine vai a rigettare e non riesco a reagire perché è come se il mio stomaco rifiutasse il cibo che io vorrei tenere! !!sono arrivata psicologicamente e fisicamente.è difficile lottare ogni giorno con sé stessa. Sono mamma di 3 figli ed ho 42 anni. Peso 47 x 160 cm.non sono al limite ma la mia salute. ...il mio petto sembra esplodere x come batte veloce specialmente quando provo a mangiare. .i miei reni,i crampi addominali ecc..
Tutto quello che leggo....e' Azzeccato.ne soffro da più di te anni! !!e mi viene detto sia quello da dire. .che quegli che non so deve dire. .risultato? ?confusione totale. Se digiuno sto male, se mangio sto peggio. .alla fine vai a rigettare e non riesco a reagire perché è come se il mio stomaco rifiutasse il cibo che io vorrei tenere! !!sono arrivata psicologicamente e fisicamente.è difficile lottare ogni giorno con sé stessa. Sono mamma di 3 figli ed ho 42 anni. Peso 47 x 160 cm.non sono al limite ma la mia salute. ...il mio petto sembra esplodere x come batte veloce specialmente quando provo a mangiare. .i miei reni,i crampi addominali ecc..
@ L. - Non aver paura a chiederlo, a maggior ragione se ne senti il bisogno: informati presso il tuo medico di famiglia chi sono gli specialisti della tua zona cui ti puoi rivolgere, oppure recati presso un consultorio psicologico alla ASL di tua competenza territoriale. Chiedere - e ricevere - aiuto è il primo passo per poter cambiare le cose.
@ Gaetano Disca - Non so se sei seguita da qualche specialista... In caso contrario, ti consiglio di rivolgerti quanto prima ad un dietista e ad uno psicoterapeuta, che ti possano dare una mano sotto il profilo strettamente inerente il disturbo alimentare... e contemporaneamente contatta anche un medico che ti possa fare una visita per valutare il tuo stato di salute in generale e, se necessario, intraprendere cure adeguate, perchè i DCA, a prescindere dal peso (non conta se sei ai limiti o meno) possono arrecare severe complicanze fisiche oltre che psichiche... Quindi rivolgiti a medici, specialisti e non, quanto prima, a maggior ragione se hai già dei disturbi...! Non aspettare!
Credo che il DCA sia come una tossicodipendenza e il cibo la sua ossessione.Precipiti in questo buio dell’anima e anestetizzi tutte le emozioni e i sentimenti.Tutto ciò che accade,non fa più così male . Fino a quando ti rendi conto che non vivi.Se trovi la forza di affrontare la vita,puoi trovare la luce
ho bisogno di un aiuto. una mi amica soffre di dca e gli ripeto spesso tutte le cose “da dire” riportate in questa pagina. avevo uns domanda peró. le posso dire che è bella o è una delle cose da non dire. perche stavo pensando al fatto che magari se le dico che è bella lei magari pensa che se continua a mangiare cosí va bene. oppure se le faccio un complimento è una cosa buona? solitamente glielo dico (che è bella) perche spesso mi dice che si sente gonfia e brutta... quindi secondo voi dirle che è bella potrebbe essere una cosa buona o una cosa da non dire?
ho bisogno di un aiuto. una mi amica soffre di dca e gli ripeto spesso tutte le cose “da dire” riportate in questa pagina. avevo uns domanda peró. le posso dire che è bella o è una delle cose da non dire. perche stavo pensando al fatto che magari se le dico che è bella lei magari pensa che se continua a mangiare cosí va bene. oppure se le faccio un complimento è una cosa buona? solitamente glielo dico (che è bella) perche spesso mi dice che si sente gonfia e brutta... quindi secondo voi dirle che è bella potrebbe essere una cosa buona o una cosa da non dire?
ho bisogno di un aiuto. una mi amica soffre di dca e gli ripeto spesso tutte le cose “da dire” riportate in questa pagina. avevo uns domanda peró. le posso dire che è bella o è una delle cose da non dire. perche stavo pensando al fatto che magari se le dico che è bella lei magari pensa che se continua a mangiare cosí va bene. oppure se le faccio un complimento è una cosa buona? solitamente glielo dico (che è bella) perche spesso mi dice che si sente gonfia e brutta... quindi secondo voi dirle che è bella potrebbe essere una cosa buona o una cosa da non dire?
@Anonimo (15 Dicembre 2020): Sicuramente ci sono dei margini di soggettività, perchè ognuna di noi è una persona diversa... Però, secondo me, più che dirle che "è bella" e stop, cosa che rimane fine a se stessa, dovresti motivare la tua affermazione: per esempio, "sei bella perchè hai una forza incredibili / sei bella perché combatti giorno dopo giorno senza arrenderti / sei bella perché sei altruista, generosa e leale...", insomma, tu che conosci questa ragazza, sono certa che saprai trovare tutte le ragioni per cui la ritieni "bella"... e sono quelle che le vanno dette, più che limitarsi a dire "sei bella" in sè per sè, il che lascia un po' il tempo che trova... Anche per quanto riguarda i complimenti, secondo me la cosa improtante è motivarli... perchè il complimento in sè e sterile, nasce e muore lì, mentre la motivazione al complimento è quella che può essere d'ispirazione e dare la vera forza per continuare a combattere, andare avanti e non arrendersi al DCA.
Complimenti a te per stare accanto alla tua amica in questo momento così difficile della sua vita, e per darle il tuo supporto...!!
Sono passati sette anni non penso tu veda più i messaggi qui ma volevo chiederti come quella tua amica e il tuo ragazzo ti abbiano aiutata a superare tutto questo ... non penso risponderai ma io provo di tutto
@ Anonimo (17 Gennaio 2021, ore 11.39) - Ciao, non so esattamente a cosa, ma soprattutto a chi tu ti riferisca quando parli di "amica" e "ragazzo"... In ogni caso, per qualsiasi indicazione, mi trovi sulla mail: veggie.any@gmail.com
Non faresti così, certo.. Facile fare ipotesi. Ti auguro di non trovarti mai nella situazione, ma sono certa che se ti ci ritrovassi domani mattina metteresti da parte i tuoi medodi "strong" vedendo tua figlia scomparirti sotto gli occhi ogni giorno sempre più. Fissazioni dell'anoressico??? Cambia tono perché sono persone malate che meritano rispetto
Con l'approccio "strong" rischia di ottenere un bel suicidio ...
Le auguro di non doverlo mai sperimentare di persona. Le richieste di una persona con dca NON sono capricci e perciò non possono e non devono essere affrontate con "cattiveria".
Parlo per esperienza, purtroppo
Concordo
Parole verissime. Troppo semplicistico l'approccio che dovrebbero avere i familiari secondo i dettami di psicologi che non si rendono conto... Così si incoraggia la malattia si asseconda la persona... e poi la si vede morire. Questo CV ari psicologi non è il modo giusto ma a un menefreghismo che fa bene solo al vostro portafol io o è un lavarsene le mai. Famigliari SVEGLIATEVI
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