martedì 10 febbraio 2009
Non
Quella che voglio proporvi oggi è una poesia che ho scritto durante il mio secondo ricovero.
Nonostante i buoni propositi, non ero ancora veramente motivata ad uscire dall’anoressia, che continuavo perciò a considerare ancora come una sorta di “porto sicuro”, un qualcosa che mi dava forza, mi dava la sensazione di riuscire ad esercitare un certo controllo sulla mia vita.
Fondamentalmente, sebbene mettessi pure un certo impegno nel ricovero, nel mio profondo continuavo a pensare che l’anoressia fosse la risposta, e perciò mi sembrava che tutti quelli che mi stavano intorno e cercavano di farmi cambiare idea non capissero niente di quello che provavo.
In realtà, mi sentivo sola. Sola con l’anoressia. E non credevo veramente che qualcosa, che qualcuno (io stessa) avrebbe potuto salvarmi da quella che reputavo come l’unica via percorribile.
Penso perciò che questa breve poesia fosse una sorta di grido solitario, un tentativo di farmi sentire rimanendo in silenzio; una via di mezzo tra la consapevolezza del percorso di ricovero che mi attendeva e la serietà con cui sarebbe stato corretto affrontarlo, e la tentazione di rimanere schermata nella mia solitudine anoressica che mi dava sicurezza e mi faceva sentire speciale.
Ma adesso lo so: nessuna è veramente sola in questa lotta… e sentirsi speciali è la peggiore delle gabbie che una possa costruirsi…
NON
Vedi quello ch’io vedo?
No, non penso che tu possa.
Vedo soltanto il nulla
e a quel nulla tento
di dare significato.
Ma per quanto mi sforzi
non c’è che il nulla e quel nulla
non ha significato.
Sono altrove, ormai, e
intorno a me c’è gente e
c’è il cielo. Vedo la gente e
l’azzurro del cielo
ma ancora nulla è cambiato.
Ogni cosa rimane la stessa.
E sono ancora sola.
P.S.= Vi ricordo che il prossimo appuntamento con "A voi la parola" è fissato per il 28 Febbraio... Qualora vogliate scrivermi, mi trovate sempre qui: veggie.any@alice.it
Nonostante i buoni propositi, non ero ancora veramente motivata ad uscire dall’anoressia, che continuavo perciò a considerare ancora come una sorta di “porto sicuro”, un qualcosa che mi dava forza, mi dava la sensazione di riuscire ad esercitare un certo controllo sulla mia vita.
Fondamentalmente, sebbene mettessi pure un certo impegno nel ricovero, nel mio profondo continuavo a pensare che l’anoressia fosse la risposta, e perciò mi sembrava che tutti quelli che mi stavano intorno e cercavano di farmi cambiare idea non capissero niente di quello che provavo.
In realtà, mi sentivo sola. Sola con l’anoressia. E non credevo veramente che qualcosa, che qualcuno (io stessa) avrebbe potuto salvarmi da quella che reputavo come l’unica via percorribile.
Penso perciò che questa breve poesia fosse una sorta di grido solitario, un tentativo di farmi sentire rimanendo in silenzio; una via di mezzo tra la consapevolezza del percorso di ricovero che mi attendeva e la serietà con cui sarebbe stato corretto affrontarlo, e la tentazione di rimanere schermata nella mia solitudine anoressica che mi dava sicurezza e mi faceva sentire speciale.
Ma adesso lo so: nessuna è veramente sola in questa lotta… e sentirsi speciali è la peggiore delle gabbie che una possa costruirsi…
NON
Vedi quello ch’io vedo?
No, non penso che tu possa.
Vedo soltanto il nulla
e a quel nulla tento
di dare significato.
Ma per quanto mi sforzi
non c’è che il nulla e quel nulla
non ha significato.
Sono altrove, ormai, e
intorno a me c’è gente e
c’è il cielo. Vedo la gente e
l’azzurro del cielo
ma ancora nulla è cambiato.
Ogni cosa rimane la stessa.
E sono ancora sola.
P.S.= Vi ricordo che il prossimo appuntamento con "A voi la parola" è fissato per il 28 Febbraio... Qualora vogliate scrivermi, mi trovate sempre qui: veggie.any@alice.it
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20 commenti:
Ciao Veggie, mi piace davvero molto quello che scrivi! la poesia è molto bella davvero! :-)
un saluto tesoro
Cara Veggie, i versi rispecchiano lo stato d'animo del momento e lo rappresentano in modo significativo...Brava
Ma alla fine del tunnel c'è sempre la luce e tu l'hai raggiunta.
Un abbraccio
annarita
"Con parole di certo peggiori, ma avrei potuto scriverlo io, questo post... "
so precisamente che tipo di parole avresti usato..
ti sono vicina
e hai tutta la mia compresione
Rieccomi, Veggie! Ormai aspetto un tuo commento con trepidazione per trovare un'amica, un porto sicuro. Come sempre quello che esprimi non ha bisogno di ulteriori commenti o aggiunte. Hai descritto in quella poesia la contraddizione costante che caratterizza il mio stato attuale. Mi hanno colpito queste parole in particolare: "[...]intorno a me c’è gente e
c’è il cielo". Lo stesso cielo che vedo io, a volte grigio altre azzurro e splendente, ricco di raggi abbaglianti e di tenue sfumature. E poi c'è la gente intorno: a volte amichevole, affabile altre sembra rasentare l'indifferenza. Ed è il gelo. Freddo. Buio. Poi lampi e tuoni. Poi arriva la notte. Io non ne ho più paura, sai? Ho voluto trovare un rifugio nelle mie stesse paure, ed è come hai detto tu: mi sto perdendo anche il buono che gli altri potrebbero darmi. Mi sono isolata, mi sono rifugiata in me stessa. Ed è così: "e sentirsi speciali è la peggiore delle gabbie che una possa costruirsi". Io mi sento un essere superiore alla media, alla massa, non è superbia credimi. E' una convinzione che si rafforza quando poi resisto al cibo o lo vomito. Tutto di nascosto. Sola con me stessa. I'm gonna be my own best friend. Sì, ci sto tentando. Sto tentando di abbandonare la visione autolesionista e di abbracciare una nuova fede sana, in cui il dio da venerare sono io. Sembra egoistico ed egocentrico il mio punto di vista, ma è dettato da paura. Come hai colto sin dal primo commento. "nel mio profondo continuavo a pensare che l’anoressia fosse la risposta" E' la mia risposta, per ora. So che tu ci sei passata e il tuo mettermi in guardia è un modo di proteggermi da cose che non vorresti vivere più, perchè sei arrivata in fondo a quel tunnel. Io lo sto percorrendo: sono gallerie di stelle spente, come avevo scritto in un blog che ho puntualmente cancellato. Ed io giro a fari spenti, come nella canzone EMOZIONI di Battisti. Emozione, brivido: ecco cosa ne traggo. Queste mie parole sembrano portare al nulla, non so nemmeno a cosa voglio arrivare. Non so nulla, ho perso qualche punto di riferimento esterno, ma interiormente sto creando una forte barriera. Voglio arginare il mio dolore, conviverci: perchè se io mi faccio del male, nessuno può farmene. Io mi vedo sola anche sentimentalmente: mi basto da me. Basta delusioni, odio il genere maschile. Ipocrisia, vigliaccheria. Ecco come riassumere gli uomini e i ragazzi in due parole. Mi vedo sola con una tazza di tè, confortata da un caldo plaid e un cagnone affettuoso e peloso :) Sogni di una fata caduta dal cielo: spero di non sbucciarmi le ginocchia. Voglio solo tornare bambina.
Ti voglio bene Veggie, la tua poesia emana ciò che sei tuttora, nonostante il cambiamento, il superamente della malattia. Emani luce, non mi stancherò mai di dirtelo. E quella luce dà calore, dà conforto, dà vicinanza. E' un faro in questo porto sicuro. Grazie per esserci. Fede
cara Veggie, spero che tu ora non veda più il nulla perché hai tanti amici ed amiche qui...
io ho ancora il tuo video da me....
ti abbraccio dopo averti detto con questo commento che mi è piaciuta tantissimo la tua poesia e che mi piacerebbe inserirla anche da me quando farò una settimana sulla poesia...
il tema amore rientra in questa poesia come l'amore per se stessi che va sempre ricercato e mai abbandonato...
^____________^
Nessuno è solo se è in grad di chiedere aiuto a chi gli è accanto..
Un abbraccio.
Pachucha.
Veggie, a te è permesso tutto. Anche commentare dove dico di no XD
.-. sì, comunque: ci vuole rispetto, cosa che la maggior parte degli italiani sembra aver dimenticato.
Ti abbraccio, tua Elena
PS: "non" è molto forte... per fortuna che ora però la situazione è ambiata.
Un bacione
Grazie Veggie per il commento da me.Tutto di un fiato come al solito e piacevole da leggere.
Ho anche appena commentato Dorkò,spesso accade che gli argomenti si inseguano sul bui blog come se ci si desse un appuntamento,oggi parliamo di;
La tua poesia seppur molto triste riesce atrasmettere le tue sensazioni in quel momento.
Ma torna sempre l'essere se stessi in uqalsiasi situazione e avere la forza di vestire i propri panni perchè il nulla potrà anche essere fuori,ma non vale per noi.Battere banco e giocare le proprie carte senza guardarle,perchè la posta è sempre inferiore alla nostra vita.
.. non posso che ammirare il coraggio che hai avuto nel saperti aiutare e far aiutare
ciao!
ho il computer rotto perciò non posso più collegarmi:-(((
ora sono in biblioteca..
ho u gran bisogno di leggerti,e di scriveri, ma ora non ho tempo:(
la buona volontà e i buoni propositi sono già svaniti...ed è tutto così difficile!
ti mando un abbraccio grande grande
Ciao veggie ..
ho appena visto su canale 5"Pomeriggio cinque".
Hanno intervistato Giuditta Guizzetti in arte YU YU, ha raccontato la sua storia, del suo problema, del suo incubo,del mostro.
L'anoressia.
Quanto dolore nelle sue parole e quanta verità. Lei ne soffre tanto ancora oggi.
Nelle sue parole mi sono rivista tanto, credo che le sue parole possono essere quelle di tante di noi.
Ha scritto un libro :
"Il cucchiaio è una culla".
Vorrei leggerlo, e vorrei magari, anche per far capire alla mia migliore amica, e al mio ragazzo, magari attraverso le parole di quella ragazza, i pensieri che ci sono nella mente di persone che si ammalano di anoressia.
Non so se è una buona idea.
Veggie tu ora non sei più sola.
Quando stai male puoi, devi parlarne con chi senti più vicino.
Il video è bellissimo ...
Tu sei bellissima dentro...
Camminiamo insieme, fianco a fianco.
E se cadi ti aiuterò io,noi a rialzarti. NON TI LASCIO SOLA.
Ti abbraccio forte....
E' incredibile come tu abbia trovato la forza di esprimere a parole quello che sentivi, anche nei momenti più difficili... credo che questo ti abbia aiutato molto.
è impressionante vedere come, di fronte a dolori tanto grandi, siamo tutti così diversi eppure tanto uguali...
io scrivo poesie da quando avevo 12 anni. Me ne hanno anche pubblicata una su un'antologia e fra non molto anche un racconto dovrebbe andare alle stampe.
Ho smesso di scriverne da circa 2 anni. Avevo molti riscontri, chi mi leggeva si meravigliava di solito per la mia giovane età.
Il punto è che scrivevo per esorcizzare il dolore, per dargli voce, forma, senso. Era anche un modo, però, per rigirarmi sempre sugli stessi pensieri.
Così un giorno ho semplicemente smesso e ho cercato di agire di più.
Spesso la scrittura, i diari (anche in questo caso ne ho tenuto uno sin dalle elementari e ho smesso da un annetto), servono solo per alimentare le nostre paure, le nostre seghe mentali..
Il fatto è che ad un certo punto dobbiamo davvero rialzarci, dobbiamo prenderci a calcioni nel sedere e rimetterci in piedi: AGIRE.
A volte ci viene detto "avanti, reagisci!!", ma la chiave è spesso agire, in qualsiasi direzione, spostare l'attenzione su altro, sviare le nostre ossessioni, sporcarci le mani.
Mi ha salvata questo pensiero: devo muovermi. E qualcosa è cambiato. Sì, deve per forza cambiare qualcosa perchè la nostra prospettiva si sposti, perchè la luce cambi. E, come sempre, il motore siamo solo noi.
una poesia in italiano....come mai? intanto noto un diverso modo di porsi, nei onfronti del lettore, più colloquiale, senza badare alla forma, nelle altre sembrava parlassi a te stessa, qui invece ti rivolgi a qualcos che ti st attorno, e ti scontri con l' impossibilità di poter comunicare con quel qualcosa, fino a sentirti sola anche se vedi la gente intorno, fino a ceil cielo azzuro quasi non ha più significato, poichè ci sei tu e tutto devepartire da lì....intimista ma distesa, cupa e forse rassegnata elegatemente dolorante seppur dai toni confidenziali. bella e soffusa. più strettamente poetica, sebbene mi abbia comunque ricordato qualcosa di Tom Yorke o dell' italiano Moltheni, bella.
perdona quel po' di tecnicismo ma mi viene naturale...bye.
stamattina ho aperto google in cerca di siti/blog con qualcosa che mi facesse stare meglio riguardo il mio peso..
ammetto di avere un problema e da un po' di tempo mi sono messa in cerca di "soluzioni"..lo scrivo tra virgolette perchè ammetto anche che, più che di soluzioni, ero/sono in cerca di un appiglio..
ho visitato parecchi url stamattina, tutti con consigli filo-ana, ma per quanto mi tentino non penso sia possibile per me condurre una vita del genere..contare le calorie, mangiare 3 cose al giorno..
poi sono capitata nel tuo blog e ho deciso di lasciarti un commento per dirti che mi ha portato serenità, perchè pur sapendo già a monte che sta a noi essere felici e non alla bilancia, leggere quello che scrivi mi rincuora.
confesso che vedere giornali, video su mtv, pubblicità con ragazze magre mi fa male..ma credo tornerò spesso a farti visita per ricordarmi che non si può basare un'esistenza sul peso.
un bacione
hiso
oggi leggo questo blog con altri occhi perchè penso a voi , e si voi che vi state ammazzando, si perchè purtroppo è quello che fate. Tante possono essere le belle parole che girano ma penso di più a chi vorrebbe vivere e non può magari perchè è in coma invece voi rifiutate la bella, stupenda vita vi guardate allo specchio e dite di essere grasse , infondo se voi siete grasse o no noi persone normali non stiamo a guardare questa sciocchezza PENSATE SOLO CHE LA VITA è TROPPO BELLA PER ESSERE BUTTATA ciao a tutte !
@ Evaviolata – Grazie… Io, più che altro, ripensando a quel periodo, non posso che vederla come una poesia triste… Però, dato che ora sono qui e che questa poesia sta pubblicata, allora mi dico che probabilmente ha avuto un suo perché… e mi è servita per arrivare dove sto adesso…
@ Annarita – No, non l’ho ancora raggiunta… sto ancora camminando… Però, adesso, finalmente quella luce in fondo al tunnel la vedo… E, probabilmente, non perché abbia fatto tanti passi… Ma semplicemente perché finalmente ho aperto gli occhi…
@ Elena – Grazie, tesoro… Volevo semplicemente dire come la pensavo, spero solo di non essere risultata inopportuna… Grazie anche per quello che hai scritto a proposito della poesia… Sì, adesso le cose sono cambiate… Ma sono consapevole che quella me stessa che ha scritto quella poesia è ancora parte di me… E, una volta tanto, voglio cercare di non scappare da lei e di accudirla… Di farle capire che non è sola… che io combatto adesso anche per la ragazza che ha scritto quella poesia…
@ NERO_CATRAME – Grazie di che?... Sono contenta che ti abbia fatto piacere… Per quanto riguarda la mia poesia… L’ho pubblicata proprio perché credo che sia uno “spaccato” delle sensazioni che provavo in quel momento… Per far sentire anche alle altre ragazze che la leggeranno che non sono sole… che l’ho provato anch’io… che ci sono passata anch’io… Di certo non si può scappare da noi stesse… ma si può combattere contro quello che minaccia di portare via le vere noi stesse per lasciare solo il vuoto…
@ Pupottina – Certo il momento il cui ho scritto quella poesia fa parte del passato, ma l’ha scritta una parte di me che porto comunque dentro… e della quale ora cerco di prendermi cura…
Grazie per tenere il mio video nel tuo blog… Non sai quanto questo significhi per me… Per tutte noi…
Naturale che puoi mettere la poesia sul tuo blog nella settimana della poesia… Fammi sapere quando lo fai, che sono curiosa di leggere anche le poesia degli altri!! ^__^
@ Pachucha – Riuscire a chiedere aiuto… Credo sia una delle cose più difficili e allo stesso tempo più importanti da fare… Ci vuole un coraggio enorme… Ma davvero, adesso ho capito che se si ha bisogno d’aiuto bisogna chiedere sempre… prechè c’è sempre una mano tesa verso di noi… basta trovare la forza e il coraggio per afferrarla…
@ clausickgirl – Mi sa che lo so anch’io quali parole avresti usato tu… Diverse dalle mie, eppure così identiche… E davvero siamo molto più vicine di quel che sembra… Sappi che non sei sola… Mai… Io sono sempre vicina a te… e ti abbraccio forte forte…
@ MyLastDance – Posso dire lo stesso anch’io… Non sai quanto sono felice ogni qualvolta leggo un tuo commento… Sono felice perché sei qui… e se sei qui, vuol dire che, nonostante quello che scrivi, allora non hai rinunciato a combattere… per lo meno, non del tutto… E sono felice perché penso che magari possiamo combattere insieme… Perché siamo molto più forti insieme…
Certo che non hai paura della notte… è ovvio… Stai tenendo gli occhi chiusi. Anche se fossi in pieno giorno, vedresti comunque nero. Perciò, pian piano hai finito per farci l’abitudine. Ma il sole non cessa di esistere solo perché tu chiudi gli occhi e fingi che non ci sia. E i problemi non scompaiono solo perché li hai coperti con un problema più grosso. Ci puoi sbarrare una porta contro, ai problemi, ma quelli rimangono sull’altro versante. E bussano. Bussano. Bussano. E quel suono finisce davvero per far impazzire. L’unico modo per farli smettere è aprire la porta. Anche se questo è incredibilmente difficile e fa incredibilmente paura. E affrontarli. Uno ad uno. Aprire gli occhi. Perché l’oscurità protegge… ma t’impedisce anche di vedere dove stai andando. E anche se ora non te ne accorgi lì, davanti a te, a pochi passi, c’è un muro.
Non so se hai visto il video “Reazione a catena” pubblicato nel post del 22 Dicembre 2008… C’è una frase che dice “Dobbiamo imparare ad essere le nostre migliori amiche, perché troppo spesso cadiamo nella trappola di essere le nostre peggiori nemiche”… ecco, penso che sia assolutamente vero. Cercare di abbandonare la nostra autodistruttività e di costruire qualcosa di positivo per noi stesse. Metterci sì al centro ed essere egoiste… ma perché vogliamo costruire qualcosa che sia davvero per noi… qualcosa che ci faccia stare bene veramente, per la vita… e non illusoriamente per qualche anno…
Lo so che questo può farti paura adesso, rabbia forse, ma ti assicuro che l’anoressia non è la risposta. L’anoressia è il placebo, ed è tutto ciò che posso concederle. Ti fa credere che è la risposta per un po’, questo ti rassicura, fino a quando non capisci che ti eri solo raccontata una bugia. Dici che se ti fai del male nessuno può fartene… passami il sorriso, mi sembra una frase da film melodrammatico di serie B… Se ti stai facendo del male, comunque il male c’è… Che importa da dove viene? E poi, magari bastasse davvero farsi del male per non avere dolore dagli altri… se così fosse, saremmo tutti autolesionisti in questo mondo… Il problema è che molto spesso è vero esattamente il contrario… Più ci facciamo male da sole, più c’indeboliamo, e più un certo tipo di persone si accanisce ad infierire su di noi… che, a quel punto, ci siamo fatte così tanto male da diventare tanto deboli da non poterci difendere… Sì ritorna bambine, sì, e come da bambine, non si ha niente… solo chi si accanisce su di noi senza capire…
Tra l’altro, nessuna si basta da sola. Tu credi che in questo momento ti stai bastando da sola?? Ma dai!, se hai bisogno dell’anoressia!!...
Se ti rispecchi in quello che ho scritto credo sia semplicemente perchè, al di là del vissuto individuale, c’è qualcosa che lo trascende e che ci unisce... Qualcosa che io ho vissuto e che tu stai vivendo adesso… Penso perciò che mi venga naturale quello che tu definisci “metterti in guardia e proteggerti”… in fin dei conti, prova a pensarci… Se tu avessi messo una mano sul fuoco e ne avessi ricavato un’ustione, cosa mi diresti? Coraggio, Veggie, vai più vicino, che così magari ti bruci anche tu!... Bè, non credo proprio, no?!... E lo stesso vale per me… Per esperienza, certo, mi rendo conto che le parole hanno i loro limiti e che per quanto possa gridare forte, se tu sei intenzionata a infilarcela, quella mano nel fuoco, non saranno tutte le parole di questo mondo a fermarti. Però, se non posso fermarti, allora è assolutamente mia intenzione starti vicina. Se non posso impedirti di cadere, sarò in fondo al burrone ad aspettarti a braccia alzate in modo da poterti afferrare al volo. Perché la caduta… No, non immagini neanche com’è. Non lo puoi immaginare. Non ancora, per lo meno. Per fortuna. Spero solo che i miei riflessi siano abbastanza pronti e le mie braccia abbastanza forti per fare in modo che tu non te lo immagini neanche mai. Non posso impedirti di bruciarti. Però posso metterti la crema per le scottature nel momento in cui questo (spero di no!!) dovesse succedere.
Io non sono luce semplicemente perché le tenebre mi hanno toccata troppo nel profondo perché io possa liberarmene veramente… però continuo a tenere gli occhi aperti, continuo a camminare… E spero che tra le persone che camminano al mio fianco possa esserci anche tu… Grazie a te, Fede… Ti voglio bene anch’io… Te ne vorrò sempre e comunque…
@ Balua – Posso dire che è stato per me davvero duro ammettere d’aver bisogno d’aiuto… così convinta di avere il pieno controllo della mia vita… Ma poi mi sono accorta che mi stavo solo illudendo di avere questo controllo, e che non ci voleva davvero coraggio a continuare con quello che stavo facendo, bensì ad ammettere che era arrivato il momento di fare la cosa giusta per me stessa… sì, di aiutarmi veramente… nella maniera giusta… E ora spero di poter aiutare anche qualcun’altra…
@ Enigma – Accidenti, questi computer che danno forfait proprio quando avresti bisogno di loro… che nervi… Comunque, sappi che non appena hai la possibilità di connetterti, io sono sempre qui… e anche il blog è sempre qui… assolutamente pronto per farsi leggere sempre da te... Lo so che è difficile… è la cos più difficile che ti potrà mai capitare di fare in vita tua… Lo so che ci vuole tanto coraggio e tanta forza di volontà… Ma, nonostante tutto, io credo che quelli non ti manchino… Perché, altrimenti, non avresti lasciato questo commento… Lo so che in questo momento hai paura, ma dentro c’è anche una parte di te che vuole combattere, che sta gridando, che scrive sul blog… ascoltala. Dalle lo spazio per far sentire la sua voce. È quella giusta, l’unica che può indicarti la via da seguire. Le ricadute sono assolutamente normali (sapessi quante ne ho avute!...), non devi farti spaventare da esse, ma semplicemente cercare di capire qual è l’errore che hai commesso e che ti ha portata a ricadere, in maniera tale da non ripeterlo in futuro. E poi, pian piano, ci si rialza… perché non c’è nessuna ricaduta così terribile da impedirti di rialzarti… Non se tu lo vuoi veramente… Perciò, anche se fa male, prova a darti un’altra possibilità… In fin dei conti, non hai niente da perdere ed eventualmente tutto da guadagnare…
@ Mel – Allora, una cosa alla volta… Il libro. Penso che sia un’ottima idea leggerlo. Credo che se ti senti pronta a leggerlo, se ti senti pronta a far fronte a quello che vi troverai scritto, allora non devi far altro che andare in libreria. È abbastanza ovvio che ti ritrovi in molte delle cose che ha detto, visto che comunque il nemico contro cui combattiamo è comune… perciò, forse, leggere questo libro potrebbe non solo darti un ulteriore incentivo a combattere, ma anche suggerirti qualche “strategia” su come farlo… Quindi, complessivamente, credo che sia davvero una buona idea, se te la senti. Solo una cosa, mi raccomando: cerca di oggettivizzare. Non lasciarti “tirare dentro” da quei passi in cui viene rievocata l’anoressia in tutto il suo orribile splendore. Quello che voglio dirti è: cerca di leggere con empatia ma anche con occhio “critico”… Seleziona quello che c’è di buono, quello che può esserti utile, e non focalizzarti sul resto… Poi, ben venga questo libro se può essere un’ulteriore arma per aiutarti a combattere l’anoressia! Per quanto riguarda il farlo leggere al tuo ragazzo e/o alla tua migliore amica… è chiaro che è una cosa che devi sentirti tu. Se ti senti abbastanza forte e pronta ad affrontare una cosa del genere, se pensi che loro leggendo questo libro possano poi essere maggiormente in grado di darti una mano e di accompagnarti nel tuo percorso di ricovero, allora ben venga la possibilità di avvicinarli a questa lettura. Però è una cosa che devi sentirti tu, senza farti forzature… E, anche, senza farti illusioni: è indubbio che magari, leggendo questo libro, il tuo ragazzo e la tua amica possano capire un po’ meglio quelli che sono i pensieri nella mente di una ragazza anoressica… Ma non riusciranno mai a capirti veramente fino in fondo… Perché questa empatia totale è una cosa che puoi avere solo da chi c’è passata… Quindi, se magari loro lo leggono e poi non “rispondono” come vorresti, non rimanerci male… sappi che comunque loro ti vogliono bene, ti amano, e cercando di fare in ogni caso del proprio meglio…
E certo che il video è bellissimo… perché è un qualcosa che ci unisce… che ci fa sentire vicine anche se siamo fisicamente lontane… No, non siamo sole… Finché saremo almeno io e te… Non saremo mai sole… “Together we’ll stand, together we’ll fall, together we’ll rise again”… Ti voglio tanto bene…
@ Vele/Ivy – Sono fondamentalmente convinta che il cuore dell’anoressia sia il silenzio… Un silenzio che bisogna cercare in ogni modo di estirpare… Penso che scrivere e disegnare mi abbiano aiutato a “buttare fuori” certe cose che mi tenevo dentro… e sicuramente sono state molto importanti nel mio processo di ricovero… Per questo adesso voglio condividerli anche con le alte… Per far capire che io ci sono passata e quella voce c’è… Dobbiamo solo trovare il modo di tirarla fuori…
@ Coniglia Mannara – Hai ragione… Quelle che sono state le mie parole avrebbero potuto essere state le tue quando anche tu eri nella stessa situazione… Questo, se da una parte può fare “paura”, dall’altra dà anche tanta forza… Pensaci… Proprio perché abbiamo vissuto le stesse cose – e le abbiamo vissute nello stesso modo pur essendo persone tanto differenti – possiamo aiutarci a vicenda a venirne pian piano fuori…
@ La Ely – Innanzitutto, complimenti per la futura pubblicazione!! Spero di aver modo di leggere il tuo racconto… Non sono però completamente d’accordo con quello che hai scritto… Mi spiego: io sono convinta del fatto che lo scrivere (così come il disegnare, il comporre musica, e ogni forma di “arte”…) ha un valore soggettivo per chi lo opera. Può esserci appunto chi, come te, ne è “catturato” e si sente “imprigionato” dal pensieri che esso evoca… Per me non è mai stato così, anzi, al contrario… Scrivere mi è sempre servito a “buttare fuori” quei pensieri che se fossero rimasti solo “dentro” sarebbero veramente diventati molto più ossessivi di quanto già non lo fossero… Per questo scrivo ancora e ritengo che lo scrivere sia un po’ una sorta di “ancora di salvezza”… Certo, poi sono d’accordissimo con te per quello che hai scritto sull’importanza di agire… (che, però, è a prescindere dallo scrivere o meno… ^^”) Le parole degli altri magari ci sono, ma non ci toccano davvero finché non siamo noi a trovare la forza, il coraggio e la volontà di reagire… ma quando li abbiamo trovati… Allora veramente possiamo cambiare tutta la nostra vita…
@ johnny says – Diciamo che ho una serie di poesie che ho scritto in Italiano, e un’altra serie (più numerosa) di poesie che ho scritto in Inglese… Scrivere in Inglese di solito mi viene più semplice e più spontaneo… le parole mi “suonano” di più… Ci mancherebbe per il “tecnicismo”… scrivi pure tutto ciò che ti va!!
@ hiso – Ciao hiso, benvenuta!! Non sai quanto mi abbia fatto piacere leggere le tue parole… Che posso dirti?... Cercare soluzioni è difficile, perché si tratta di un qualcosa che deve venire da noi stesse, cercare appigli è certo molto più facile… Troverai sempre un mucchio di persone pronte ad aiutarti a fare la cosa sbagliata… senza magari neanche saperti spiegare le ragioni… Ma scegliere di fare la cosa giusta per te stessa, ecco, questo è un compito che spetta a te e a te soltanto. E credo che la chiave, per cominciare, tu possa trovarla nelle ultime righe del commento che mi hai lasciato… “non si può basare un’esistenza sul peso”… hai perfettamente ragione. Perché il peso non è importante. Se c’è qualcosa che abbiamo dentro che non va, continuerà a non andare qualsiasi sia il nostro peso. Ed ecco che allora bisogna cominciare a lavorare… ma non sul peso. A lavorare dentro. Il lavoro più lungo e più difficile che ci capiterà mai di fare, un lavoro che dura tutta una vita… Sarebbe troppo facile fermaci all’appiglio, ma fermarci all’appiglio significa ricadere nel problema… Col peso di può venire a patti facendoci aiutare da dietisti, dietologi, nutrizionisti… ma poi a noi spetta il compito più difficile: quello di venire a patti con noi stesse… La felicità che dici che ti ho portato con le mie parole, è quella che devi cercare di trovare dentro te stessa… Se hai lasciato un commento sul mio blog e non su uno di quelli “pro-ana”, io credo che tu abbia già iniziato a combattere… Sappi che ti sono vicina e che sto combattendo insieme a te… Ti abbraccio stretta stretta…
@ Marianna – Penso che tu abbia frainteso qualcosa… Qui stiamo tutte combattendo per uscire dall’anoressia… E posso assicurarti per esperienza personale che quando ci guardiamo allo specchio non ci vediamo grasse… ci vediamo solo diverse da quello che vorremmo essere… e il problema vero dell’anoressia è che l’aspetto fisico è in realtà solo un minimo dettaglio di quelli che sono i problemi veri che ci portano a restringere… E comunque, non facciamo confusione tra i problemi… Ognuno ha i propri, e ognuno li affronta a suo modo… non ci si può fare carico dei problemi altrui… ognuno deve combattere ed affrontare i propri… Se dare la mia vita servisse per far guarire chi è in punto di morte, l’avrei già data senza esitazione non so quante volte… Ma è il solito paragone fritto e rifritto nonché assolutamente fuori luogo dei bambini dell’Africa che muoiono di fame… non c’incastra niente con l’anoressia… Anche le tue sono tante belle parole, ma cosa puoi fare in concreto per salvare la vita di una persona in coma o malata terminale?... Almeno noi qui cerchiamo di aiutarci a vicenda per lottare contro quello che ci fa stare male… e magari, alla fine, scopriremo che di vite ne abbiamo salvate più di una… tutte le nostre… Sicuramente la vita è troppo bella per essere buttata… è per questo che stiamo combattendo!
Ciao Veggie..solo una puntualizzazione: non fraintendermi, la penso come te sul "buttare fuori" scrivendo ed è quello che intendevo dire con la frase "scrivevo per esorcizzare il dolore, per dargli voce, forma, senso". L'uomo ha sempre bisogno di dare un nome alle cose per poterle, diciamo, maneggiare meglio e così vale anche peri il dolore ed i sentimenti.
Quello che voglio dire è che a volte questo bisogno diventa malattia SE ci si focalizza troppo su sè stessi e sui propri pensieri, tutto qui.
Un abbraccio!
eli
@ La Ely – Non ti preoccupare, nessun frainteso… Mi sa che sono io che mi sono espressa male… ^^” Sono d’accordo con te sul bisogno di “dare nomi” perché questo equivale ad una forma di “controllo” che fa attenuare l’ansia… E per il “buttare fuori” intendevo proprio la necessità di non tenere certi pensieri dentro, perché a tenerli troppo dentro finisce che diventano ossessivi e non posono che peggiorare una situazione già precaria di per sé… Un abbraccio forte anche a te!!
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