sabato 28 febbraio 2009
A voi la parola / 5
L’appuntamento con “A voi la parola” è arrivato… E le parole di oggi sono quelle di Vale.
Un’altra meravigliosa ragazza che ha attraversato l’anoressia e che adesso sta combattendo e che perciò ha deciso di condividere con me e con tutte voi una “catena di immagini” – come lei stessa le definisce – relative soprattutto al periodo in cui l’anoressia minacciava di avere le meglio si di lei illudendola con le sue bugie, lusinghe e false promesse…
Da sempre mi dicono tutti che sono magra. Da piccola ero davvero magra. C’era un periodo che mangiavo tre cose al giorno. Avevo un’ossessione in testa.
Una volta indossavo un top azzurro a fiorellini e dei jeans. Avevo la pancia grossa e la coprivo con la mano per mascherarla. Erano i primi giorni di scuola. Sono salita sulla bilancia marrone. Ho deciso che dovevo dimagrire e ho eliminato la merenda a metà pomeriggio.
Una volta ero seduta sul letto. Di lato c’era l’armadio a specchi e di fronte un tavolino pieghevole con un piatto di pastina. In un’ora avevo mangiato poche stelline di pasta perché avevo la fobia di soffocarmi inghiottendo. Ad un certo punto mi giro di lato e mi specchio e penso che se continua così non riuscirò più a mangiare. Vado da mia mamma e dico che ho mangiato abbastanza. E’ abbastanza quello che ho mangiato, giusto? Non è troppo poco.
Una volta avevo dei jeans e una maglia bianca e blu con le maniche a ¾. Ritornavo a casa da scuola a piedi. Sono salita sulla bilancia marrone e l’ago arrivava quasi a 40. Senza vestiti 39. Ho sorriso. Poi ho pensato che dovevo dimagrire ancora per mantenere agevolmente il mio obiettivo. Così anche se fossi ingrassata, non avrei intaccato i 40.
Una volta mi sono pesata sulla bilancia marrone ed ero 42. Per tutta la giornata ho mangiato di tutto. Poi con una merendina in mano mi sono domandata perché mangiavo se ero 42? E poi mi è sovvenuto. Era domenica ed ormai avrei aspettato lunedì per le tre cose. Ogni cosa che facevo la dovevo giustificare alla mia mente, che mi controllava e non era la mia mente ma un’entità pensante severa che aveva ideato la teoria delle tre cose e per sgarrare dovevi fare la giustificazione, come a scuola.
Una volta avevo il pigiama e ho spezzettato minuziosamente degli involtini di carne crudi buttandoli nello scarico del lavandino ed ho sporcato un piatto ed una teglia da forno.
Una volta ho messo sotto l’acqua calda cinque pennette perché non sapevo cucinare e poi le ho condite con un pesto pronto e con tutto questo ho sporcato il piatto. Non sapevo cucinare ma dovevo avere un modo per fare finta di aver mangiato, perché altrimenti sarei stata costretta a mangiare una quarta cosa e poi dovevo scontare. Non sapevo cucinare ma ho scoperto l’acqua calda.
Una volta ho compilato un elenco di 26 cose da scontare ed ho fatto il calcolo dei giorni che avrei impiegato.
Vorrei sradicare la teoria delle tre cose dalla testa. E’ un’ossessione ossessionante ossessiva. Vorrei dimenticarla, anzi non averla mai avuta. Adesso quando mangio è un’infinita domenica prima del lunedì.
Trovo che le parole di Vale riescano a centrare bene il bersaglio: la descrizione minuziosa di quelle che sono le metodiche ossessive, le ritualità dell’anoressia, tanto personali nello specifico quanto comuni a tutte come meccanismo sottostante. Poi il senso d’insoddisfazione, l’idea che ci si possa spingere sempre più oltre senza tener conto del fatto che si è già varcato il confine da un pezzo… E soprattutto, la lenta presa di consapevolezza, ben evidente nel paragrafo finale, che la vita con l’anoressia non è vita, ma solo un simulacro di vita… che si riduce però a nient’altro che a una perenne attesa di un domani migliore che non verrà mai perché troppe sono le presunte pene da scontare.
Vale, ti ringrazio tanto per queste parole. So quant’è duro capire che tutto quello che l’anoressia sembra darti è in realtà tutto quello che ti toglie. So quant’è duro ammettere che tutto quello che sembra di avere non è altro che un’illusione. So quant’è duro cominciare a lottare. Ma tu l’hai fatto. Ci sei riuscita. Non smettere mai. Ti sono vicina.
P.S.= Il prossimo appuntamento con "A voi la parola" va al 27 Marzo... ^__^
Un’altra meravigliosa ragazza che ha attraversato l’anoressia e che adesso sta combattendo e che perciò ha deciso di condividere con me e con tutte voi una “catena di immagini” – come lei stessa le definisce – relative soprattutto al periodo in cui l’anoressia minacciava di avere le meglio si di lei illudendola con le sue bugie, lusinghe e false promesse…
Da sempre mi dicono tutti che sono magra. Da piccola ero davvero magra. C’era un periodo che mangiavo tre cose al giorno. Avevo un’ossessione in testa.
Una volta indossavo un top azzurro a fiorellini e dei jeans. Avevo la pancia grossa e la coprivo con la mano per mascherarla. Erano i primi giorni di scuola. Sono salita sulla bilancia marrone. Ho deciso che dovevo dimagrire e ho eliminato la merenda a metà pomeriggio.
Una volta ero seduta sul letto. Di lato c’era l’armadio a specchi e di fronte un tavolino pieghevole con un piatto di pastina. In un’ora avevo mangiato poche stelline di pasta perché avevo la fobia di soffocarmi inghiottendo. Ad un certo punto mi giro di lato e mi specchio e penso che se continua così non riuscirò più a mangiare. Vado da mia mamma e dico che ho mangiato abbastanza. E’ abbastanza quello che ho mangiato, giusto? Non è troppo poco.
Una volta avevo dei jeans e una maglia bianca e blu con le maniche a ¾. Ritornavo a casa da scuola a piedi. Sono salita sulla bilancia marrone e l’ago arrivava quasi a 40. Senza vestiti 39. Ho sorriso. Poi ho pensato che dovevo dimagrire ancora per mantenere agevolmente il mio obiettivo. Così anche se fossi ingrassata, non avrei intaccato i 40.
Una volta mi sono pesata sulla bilancia marrone ed ero 42. Per tutta la giornata ho mangiato di tutto. Poi con una merendina in mano mi sono domandata perché mangiavo se ero 42? E poi mi è sovvenuto. Era domenica ed ormai avrei aspettato lunedì per le tre cose. Ogni cosa che facevo la dovevo giustificare alla mia mente, che mi controllava e non era la mia mente ma un’entità pensante severa che aveva ideato la teoria delle tre cose e per sgarrare dovevi fare la giustificazione, come a scuola.
Una volta avevo il pigiama e ho spezzettato minuziosamente degli involtini di carne crudi buttandoli nello scarico del lavandino ed ho sporcato un piatto ed una teglia da forno.
Una volta ho messo sotto l’acqua calda cinque pennette perché non sapevo cucinare e poi le ho condite con un pesto pronto e con tutto questo ho sporcato il piatto. Non sapevo cucinare ma dovevo avere un modo per fare finta di aver mangiato, perché altrimenti sarei stata costretta a mangiare una quarta cosa e poi dovevo scontare. Non sapevo cucinare ma ho scoperto l’acqua calda.
Una volta ho compilato un elenco di 26 cose da scontare ed ho fatto il calcolo dei giorni che avrei impiegato.
Vorrei sradicare la teoria delle tre cose dalla testa. E’ un’ossessione ossessionante ossessiva. Vorrei dimenticarla, anzi non averla mai avuta. Adesso quando mangio è un’infinita domenica prima del lunedì.
Trovo che le parole di Vale riescano a centrare bene il bersaglio: la descrizione minuziosa di quelle che sono le metodiche ossessive, le ritualità dell’anoressia, tanto personali nello specifico quanto comuni a tutte come meccanismo sottostante. Poi il senso d’insoddisfazione, l’idea che ci si possa spingere sempre più oltre senza tener conto del fatto che si è già varcato il confine da un pezzo… E soprattutto, la lenta presa di consapevolezza, ben evidente nel paragrafo finale, che la vita con l’anoressia non è vita, ma solo un simulacro di vita… che si riduce però a nient’altro che a una perenne attesa di un domani migliore che non verrà mai perché troppe sono le presunte pene da scontare.
Vale, ti ringrazio tanto per queste parole. So quant’è duro capire che tutto quello che l’anoressia sembra darti è in realtà tutto quello che ti toglie. So quant’è duro ammettere che tutto quello che sembra di avere non è altro che un’illusione. So quant’è duro cominciare a lottare. Ma tu l’hai fatto. Ci sei riuscita. Non smettere mai. Ti sono vicina.
P.S.= Il prossimo appuntamento con "A voi la parola" va al 27 Marzo... ^__^
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12 commenti:
cè poco da dire... rivivere tutte queste piccole "manie"... cose che ho vissuto e sperimentato anch'io... è un colpo al cuore... spesso mi dico "dai, ne sei fuori" ma leggere queste parole... è come passare dentro ad un tornado. ti abbraccio. Gynevra.
Spero che tante ragazze siano forti come lei e trovino il coraggio di uscire dall'anoressia...
Un abbraccione...
Pachucha...
ciao Veggie.....
con l'apputamento "a voi la parola" si entra realmente nel vivo dei problemi, dei ragionamenti che portano a prendere questo tipo di decisioni... e c'è quasi invidia nel riuscire a non infrangere le regole che ci si dà....
Ti ringrazio per aver pubblicato la mia esperienza...e soprattutto per la tua analisi...caspita, mi hai capita in pieno :-)
Spero che veder scritti nero su bianco gli stratagemmi e le manie possa aiutare a capire che no, non è vita questa... :-(
Sapete una cosa, l'altro giorno a lezione (faccio giurisprudenza) il prof. diceva che non esisterebbero norme giuridiche se al mondo non ci fosse un uomo solo perchè non esisterebbe meccanismo sanzionatorio ed io ho pensato...eppure in questo caso esistono norme individuali e se si sgarrano c'è pure la sanzione...
Scusate la digressione...
Bacioni e grazie anzora a Veggie, soprattutto per avermi letto dentro :-*
Veggie,insieme a care amiche come Vale, stai rendendo un servizio sociale inestimabile perché qui il problema lo si racconta dall'interno, con la viva voce che lo conosce sulla propria pelle.
Non teorie e luogni comuni, spesso riduttivi, ma storie vissute.
Brave ragazze! Siete in gamba.
Avete tutta la mia ammirazione e comprensione.
Con stima e simpatia.
annarita
Ringrazio Vale per averci regalato questo pezzo di vita, queste parole così toccanti, e così vive. E le auguro tutto il meglio.
Un bacio anche a te, Veggie
A me fa male leggere queste parole.. Vorrei scrivere qualcosa, ma ci si sente davvero impotenti davanti a questa ossesione.
Provo ancora maggiore ammirazione per chi ha la forza per uscirne..la mente a volte ci imprigiona in gabbie tortuoso difficili da rompere.
.. Vale .. mi hai fatto commuovere tanto..
.. scusate se non trovo le parole per commentare..
Un abbraccio Veggie
@ Gynevra – Credo che ognuna di noi abbia avuto le sue piccole ossessioni e “manie”… e che, in maniera più o meno diretta, si riveda in quelle altrui… Il tornado c’è e dentro di noi ci sarà sempre… Ma possiamo affrontarlo… Come dice un proverbio.. possiamo imparare a piegarci al vento senza spezzarci…
@ Pachucha – E’ quello che mi auguro anch’io… E’ per questo che stiamo lottando…
@ Pupottina – E’ perché sono stralci di vita vissuta… Di dolore provato sulla propria pelle e inchiodato con le parole… Non infrangere le regole auto-imposte dà, è vero, una grande soddisfazione… ma è sterile, fine a se stessa, non porta a niente… E’ il ricovero l’unica cosa che può portare a qualcosa…
@ Valentina – Non devi affatto ringraziarmi… Sono io che ringrazio te per aver voluto condividere le tue parole e la tua esperienza… so quant’è difficile farlo, quindi sappi che ti ammiro e ti stimo tantissimo per il coraggio che in questo hai dimostrato… E, ovviamente, quello ancora più enorme ed immenso che stai dimostrando nell’intraprendere giorno dopo giorno la strada del ricovero… Penso proprio che le tue parole abbiano centrato l’obiettivo: questa non è vita, hai ragione… Sul momento in cui lo facciamo ci sembra tutto… ma in realtà è un niente… Niente di niente… Altro che digressione quella delle norme giuridiche… E’ un’analogia assolutamente azzeccata!!... Continua a percorrere questa strada, Vale… Perché è quella giusta… quella veramente giusta… Forza e coraggio… Io sto camminando accanto a te, e ti tengo stretta stretta per mano…
@ Annarita – Grazie a te, Annarita… Anch’io trovo che Vale abbia davvero scelto le parole giuste… Parole che fanno riflettere e che vengono da una persona che ha toccato con mano, e proprio per questo assolutamente autentiche ed ancora più importanti… Parole che fanno capire quanto maligna può essere l’ossessione, quanto può scavare dentro, quanto può rubare di noi… Parole che incitano tutte a riprendere la propria vita in mano…
@ sorridente – E chi non le augura una cosa del genere??!!! Vale, stiamo tutte facendo il tifo per te!!!
@ La Ely – Credo che facciano “male” a chiunque.. E soprattutto a chi c’è passata e quindi ha vissuto qualcosa di simile sulla sua pelle… Ma per quanto dolorose, sono parole necessarie… necessarie per svegliare la gente che affronta la vita ad occhi chiusi e non ha il coraggio di guardare quello che noi abbiamo toccato con mano…
@ Balua – Non importano le parole… E' importantissimo anche solo il pensiero…
1)Lotta
2)Ama (ti)
3)Vivi
E’ questa l’unica "teoria delle tre cose" che vale davvero…
Brava Valentina, vai,ce la fai… Costruisciti la tua domenica, passo dopo passo, minuto dopo minuto, pasto dopo pasto… E fai in modo che non torni più lunedì…
Grazie per aver condiviso questa piccola grande parte di te… Hai aperto te stessa al mondo… Spero che anche il mondo riesca a donarti indietro anche solo una briciola di tutto quello che tu gli hai dato oggi… E che gli stai dando ogni giorno… Te stessa…
Un abbraccio...
Grazie a tutte per le bellissime parole :-)
"Sono salita sulla bilancia marrone e l’ago arrivava quasi a 40. Senza vestiti 39. Ho sorriso. Poi ho pensato che dovevo dimagrire ancora per mantenere agevolmente il mio obiettivo. Così anche se fossi ingrassata, non avrei intaccato i 40." ho letto questo ad alta voce al mio ragazzo e stavo per piangere.
Non ho mai pesato così poco ma il meccanismo del mio peso è lo stesso. Sono stata bulimica (lassativi, no vomito) solo per qualche anno, credevo
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