Come gli alchimisti trasformavano il ferro in oro… voi potete trasformare l’oscurità in luce. Siete tutte benvenute.

giovedì 25 giugno 2009

Coraggio e perseveranza

Guardare dritto in faccia il dolore che l’anoressia comporta e decidere di lottare non è meramente una dimostrazione di coraggio; talvolta è una vera necessità. Gettarsi nel fiume della vita è una situazione di fronte alla quale ci sono due opzioni: andare controvento e nuotare e usare tutte le proprie forze per raggiungere la riva, oppure lasciarsi annegare. Certo, può esserci una terza possibilità, un qualcosa d’intermedio, ma è soltanto una soluzione temporanea. Naturalmente, è pur sempre meglio di lasciarsi annegare. E la terza possibilità è: nuotare per cercare di STARE A GALLA fino a che non si riesce a trovare abbastanza forza per provare a raggiungere la riva.

Talvolta la riva è abbastanza lontana – così lontana che sembra quasi un miraggio, cosicché non è possibile raggiungerla in pochi giorni. Ma col tempo, raggiungere quella riva è possibile – purché si continui a cercare di stare a galla senza mai mollare.

Quindi, queste sono le vostre opzioni. Fate la vostra scelta. Ma pensateci bene.

Coraggio e perseveranza sono l’essenza della capacità di averla vinta sull’anoressia. Coraggio e perseveranza non ci seguono. Dobbiamo trovarle dentro di noi e fare di tutto per mantenerle vive. Coraggio e perseveranza non ci cercano e non appaiono ad uno schiocco di dita, come per magia. Però possono venire fuori, in effetti, proprio nel momento in cui ne abbiamo più bisogno, nel momento in cui ci rendiamo conto che non abbiamo più niente da perdere perché tanto ormai l’anoressia ci ha già tolto tutto. E allora, ci rendiamo conto che davvero non c’è più niente da perdere… solo l’anoressia.

A dispetto di quanto possono sembrare elusivi, sentimenti come il coraggio e la perseveranza possono essere trovati e mantenuti. E possono crescere diventando parte integrante di noi stesse, per cui tutto quel che dobbiamo fare è utilizzarle come nostre armi quando dovremo combattere contro le onde del mare in tempesta all’interno del quale ci troviamo e che minacciano di soffocarci.

Dobbiamo solo renderci conto che questi sentimenti esistono. Sì, ragazze, questi sentimenti esistono… ed esistono per VOI. Voi non siete né fallite né finite, pensateci: voi avete la chiave per utilizzare il coraggio e la perseveranza, anche se magari non è immediato trovarli. Dovete però pensare che il coraggio e la perseveranza sono già dentro di voi, semplicemente giacciono addormentate in un limbo delle vere voi stesse. Sono già parte di voi. Sono come, per esempio, le gambe: stanno sempre al loro posto, anche se magari siamo sedute e quindi non le stiamo usando. Ecco, lo stesso vale per il coraggio e la perseveranza. Quindi, quando vi ritroverete ad affrontare una difficoltà/problema/dolore/prova/disperazione/frustrazione/senso di fallimento/paura/pensieri tipici del DCA – dovete RICORDARE che coraggio e perseveranza dentro di voi CI SONO. Dovete solo tirarle fuori ed usarle.
Proprio come le vostre gambe o le vostre braccia.

Avete presente quando le persone temono di non riuscire a correre abbastanza veloce? – pur avendo le gambe? Oppure quando le persone hanno paura di non riuscire ad esprimersi in maniera consona alla situazione? – pur avendo la voce?
Ecco, lo stesso vale per coraggio e perseveranza.
Li avete entrambi. Non dimenticate mai di usarli.

P.S.= (26/06/2009) Ne approfitto per farvi conoscere un progetto impicato nella lotta contro i DCA, il Progetto Hagackure. QUI potete trovarne una breve presentazione, il link al sito dove potete guardare un video inerente i DCA, e il mio commento a suddetto video... ^__^

17 commenti:

DARK - LUNA ha detto...

Guardare dritto in faccia il dolore......
questa è la chiave di tutto...dei disagi,dell'inadeguatezza...del non riuscire poi, se non si fa altrimenti, ad affrontare la vita e andare avanti....
Fù il mio primo passo..quando compii poi il salto...(inverso al tuo)...era troppo anche essere nel mio caso...troppo peso....troppi dolori non voluti guardare in faccia e mai affrontati....
Quando finalmente ho capito e trovato questa "chiave"... guardando in faccia il dolore...a quel punto...in men che non si dica...ho ripreso in mano la mia vita, la coscienza di sè e lo stare bene.

Grazie Tesoro sempre...lo so sarò banale con il ringraziarti continuamente....ma non posso fare altrimenti, dato ciò che sei e ciò che doni....
Un abbraccio infinito!
^_^

Pupottina ha detto...

^______________^

ciao Veggie!
sì, sono due elementi che non vanno sottovalutati e che hanno un'importanza fondamentale nel percorso verso la guarigione

un abbraccio e buon proseguimento

Vele Ivy ha detto...

E' vero, la chiave di tutto è da cercare dentro di noi... sì, gli altri ci possono aiutare, ma finchè non capiamo che possiamo e dobbiamo usare la nostra forza, non sarà la stessa cosa... una volta tirate fuori le nostre qualità, si potrà esibire un coraggio da leonesse! :-)

Lusia ha detto...

L'unico problema è che a volte la riva non si vede proprio. Ho nuotato con forza e perseveranza per molto tempo, sicura che avrei raggiunto "la riva". Invece ho dolorosamente scoperto che era un miraggio. Lo scopo della mia vita era fasullo, mentre io lo credevo possibile. In quel momento ho aperto gli occhi e ho scoperto di trovarmi sperduta in mezzo all'oceano. La disperazione e la paura purtroppo tendono a soffocare i sentimenti dentro di noi, soprattutto la perseveranza nell'agire, è a causa di sentimenti negativi potenti nella nostra mente che le due qualità di cui hai parlato vengono congelate. Oggi ho capito che ho sprecato tempo disperandomi. Mi sono stancata molto, non mi sono lasciata affogare ma non ho nemmeno trovato la direzione verso cui nuotare. Vorrei che ci fosse sicurezza in questo, ma non posso ancora trovarla. Per cui cerco di riprendere a nuotare, passo dopo passo, e forse col tempo scorgerò una riva sicura. Ti ringrazio anche x il tuo commento nel mio blog, le tue parole sono sempre piene di coraggio e vitalità...Sono daccordo con tutto. voglio lottare per andare avanti, non per tornare indietro. Voglio faticare per imparare, non per cercare di non sentire. Anche se io penso che il male e il bene oggettivi esistano...come salvare una vita ad esempio. Non farlo sarebbe oggettivamente sbagliato. E salvare me stessa e chi amo è qualcosa che riconosco come oggettivamente giusto...Almeno credo ^^
Continua sempre x la tua strada Veggie
un fortissimo abbraccio e grazie :)

Anonimo ha detto...

Con il coraggio e la perseveranza si possono scalare anche le montagne..non bisogna mai arrendersi di fronte alle difficoltà..
Un abbraccio.
Pachucha. :-)

NERO_CATRAME ha detto...

Mai abbassare lo sguardo all'evidenza,mai farlo alla propia meta,mai al dolore,mai e bastachiudere gli occhi solo per mare coi sensi e quando si dorme.Ogni strada è tortuosa e difficile,ma è pur sempre la via

Elena ha detto...

Stasera penso che ci sono dei mostri dentro alla pancia che chiedono qualcosa, e parlano lingue che nessuno ci ha mai insegnato, almeno a me... e che hanno bisogno di una cosa.
Ma come si fa a capire cosa? E se io non ho ciò che mi serve? Ciò che loro chiedono, come faccio?
Ho coraggio, perseveranza, intelligenza, ma non ho quello che serve...
Stasera sento che qualcuno mi ha rubato il senso, il valore, e che ora tutto dipende da quello. L'identità, l'integrità.
Sono arrabbiata per questo, perchè ero troppo piccola per dire no, troppo debole. E loro troppo fragili.
In questo posto Veggie sembra tutto più facile, lo sai? Uno viene qui, si siede e ti legge, i demoni sentono la pace per un po'... non sono più minacciati e fanno i bravi e sembra possibile, vicina la salvezza.
Quello che dici è come una stampella.
Però tu sei solo qui, in questo posto, e al di là di questo c'è una vita da tenere in cura e siamo sole. Con tante sorelle. Ma sole.
Tu non puoi fare le cose per me, nè io per Pachucha, Vele e le altre.
Stasera io vorrei trovare la chiave che apre la serratura del cuore, e guarisce tutto. Chissà come sarebbe essere in pace dentro al cuore... non avere paura, non provare rabbia, dolore, vergogna.
Io non voglio più vergognarmi, nascondermi, e perdermi.
Ma non voglio nemmeno avere stampelle, fare la brava se so che qualcuno mi cerca, e mi segue.
Io voglio essere Elena. E basta.
Ed essere rispettata per questo.
E amata.
Senza più demoni, e sangue.

Anonimo ha detto...

The middle waiting, sì. Esattamente lì. Bloccata lì, cazzo. Perché è lì, nel mare della vita, che l’anoressia ti frega. Adesso l’ho capito, che cos’è. E’ un dannato salvagente. Uno stronzo di salvagente è un impiccio, non permette di nuotare. Però tiene a galla. E questo è fottutamente rassicurante. Soprattutto perché un cazzo di nessuno mi ha mai insegnato a nuotare. Perciò io non lo so, merda, non lo so se sono capace di stare a galla o meno. Eppure, come lo scrivo, mi accorgo che mi prendo per il culo da sola. Perché se non lo mollo, quello stramaledetto salvagente, non potrò mai sapere se sarò in grado di nuotare fino a riva. E continuo a stringere. E questo mi fa incazzare. Ed ecco che il gioco si ribalta e quel che salva diventa in contempo quel che annega. Mi sono rotta i coglioni. Voglio staccarmi da quel cazzutisimo salvagente. Anche se continuo ad afferrarlo saldamente, cazzo, voglio staccarmi. Coraggio e Perseveranza. E se fossero questi i veri salvagente? È da troppo che l’anoressia tiene la mia testa sotto la superficie dell’acqua. Sono già annegata. E, sì, cazzo, la verità è che anche se provassi a nuotare, anche se mi staccassi dal maledetto salvagente, e anche se scoprissi che non so stare a galla, che differenza farebbe? “Grazie” all’anoressia, sul fondo ci sono già. Stare a galla, nuotare. L’ennesimo schifoso tentativo a vuoto? La mia mente scivola. E continuo a chiedermi cosa cazzo ho da perdere. Perché qualcosa c’è, è evidente. Perché rimango bloccata. Qualsiasi maledetta cosa sia, la sto cercando. La troverò.(???) E poi vedremo chi sarà l’ultima a perdere. Ne ho abbastanza di essere sconfitta, cazzo.

Jonny

marco ha detto...

Ciao Veggie:-) era un pò che non passavo da te, perdonami... ti trovo ancora in grande forma, mia coraggiosissima amica:-)
Sei splendida come sempre nelle tue parole e nel tuo animo:-)
Un abbraccione affettuosissimo e felice week end:-)
Marco

Tsuyoi ha detto...

Parole verissime. Vorrei fosse più facile -- vorrei che la difficoltà di farlo non apparisse ad occhi altrui come una volontà di mantenere le cose come sono (pessime) e restare ad affogare, rifiutarsi di cambiare, e finire col vedere persone e situazioni allontanarsi per frustrazione, stanchezza o delusione.

Babidi76 ha detto...

bellissime queste parole. io le ho sentite forti per il probelma inverso al tuo. Non è facile, a volte ci si scoraggia, poi ci si appiglia ad uno scoglio ma se le forze ti abbandonano si cade di nuovo giù. per fortuna ho scoperto che ci sono tanti amici nel blog disposti ad iutarci e a darci dei consigli.
ciao babidi76

The Ostrich girl ha detto...

courage and perseverance... bye,bye...

Veggie ha detto...

@ DarkSecretInside – Guardare dritto in faccia il dolore è indubbiamente una delle cose più difficili da fare… ma anche una delle più necessarie ed importanti… Perché solo affrontando ciò che ci fa stare male potremo superarlo… Anoressia e bulimia non sono inversi, bensì le 2 facce di una stessa medaglia… cambia il nome scientifico, cambia il sintomo, cambia l’esteriorità… ma quello che c’è di più importante, e cioè il dolore e la paura di vivere sottesi, sono sempre inevitabilmente gli stessi… Sì, bisogna combattere quello che ci fa stare male… perché solo così possiamo continuare a camminare sulla strada del ricovero…

@ Pupottina – Penso anch’io che siano 2 caratteristiche fondamentali e da non sottovalutare, anzi, che possono essere di grande aiuto nel percorrere la strada del ricovero… 2 armi da utilizzare per raggiungere il nostro obiettivo, e che ci possono portare molto lontano…

@ Vele/Ivy – Glia altri possono essere indubbiamente un valido sostegno e supporto, ma non possono fare niente per noi in concreto… siamo noi le uniche in grado di fare qualcosa per noi stesse… Possiamo “utilizzare” gli altri come parte della motivazione che ci mantiene sulla strada del ricovero… ma la motivazione quella VERA dobbiamo trovarla dentro di noi, o abbandoneremo questa strada ben presto… E il coraggio e la perseveranza sono 2 doti, 2 armi che potranno aiutarci tantissimo a credere in noi e a rinnovare ogni giorno la motivazione e la voglia di combattere per noi stesse…

@ Lusia – Credo che la chiave di tutto sia “la riva”. Cos’è che hai considerato “la riva”? Cos’era quello che ti sembrava reale ma che poi si è rivelato essere un miraggio? Nel mio caso, si è trattato dell’anoressia. Vedevo l’anoressia come la mia riva, il mio porto sicuro, il mio obiettivo ultimo… ma era solo un qualcosa di effimero, un illusione… e così anch’io mi sono trovata sperduta in mezzo all’Oceano… ma ciò non significa che “la riva” non esiste, anzi, al contrario, la riva esiste eccome!, solo che bisogna individuare quella giusta, quella reale, quella concreta, non le mille rive illusorie che la vita sembra offrire ma che in realtà poi non esistono… E’ normale che nei momenti più difficili ci si senta prive di coraggio e perseveranza, perché quelli sono momenti neri in cui sembra che la vita si chiuda, e allora si ha paura ad andare avanti perché si teme di non essere capaci di sopportare ciò che ci aspetta… ma, come hai detto tu stessa, autocommiserandoci non si arriva da nessuna parte… Anche se in certi momenti sembrano nulle, quelle 2 doti sono sempre dentro di noi… ben nascoste, ma ci sono… ed è questo che dobbiamo cercare di fare, proprio quando la vita si fa più dura: cercarle, non perdersi d’animo, continuare a cercare finché non le avremo trovate… Tu cerca di fare un passo per volta. Proiettati nel futuro a piccole dosi, senza pretendere “tutto e subito”… accontentati di piccoli traguardi quotidiani, di qualche bracciata in più… Anche se magari adesso un po’ di nebbia t’impedisce di vederla, la riva c’è… Continua a combattere per te stessa, e vedrai che la raggiungerai sicuramente… forse ci sei più vicina di quel che credi… Un abbraccio forte…

@ Pachucha – Hai perfettamente ragione, ragazza mia!!... Mi raccomando, fai in modo che le parole che hai scritto possano valere anche per te, e per ogni giorno della tua vita in cui ti alzerai da letto ed intraprenderai questo lungo e duro cammino sulla strada del ricovero… Ti abbraccio…

@ NERO_CATRAME – E più la strada è la via, quella giusta, più è tortuosa e difficile… perché purtroppo le cose più giuste non sono mai le più facili… magari fosse così… Ma è proprio per questo che bisogna continuare a combattere… perché è anche questa lotta che dà un senso al viaggio…

Veggie ha detto...

@ Elena – Le voci non stanno nella pancia, stanno nella testa. E, sì, ossessionano, lo so. Del resto, è per questo che si sceglie l’anoressia, no?! Per avere qualcosa che ci faccia compagnia e ci dia un’identità che almeno per il momento ci pare stabile. Sì, per avere una stampella. O un salvagente, come dice Jonny, o una stampella, come dici tu… è esattamente la stessa cosa… Avere una stampella comporta delle limitazioni, infatti non si può né correre né andare in bicicletta, però una stampella ci permette di camminare proteggendoci da una caduta rovinosa. Per questo è così difficile lasciarla andare. Per questo si rimane intrappolate. Con l’anoressia ci si sente poste al riparo da qualsiasi contrarietà, da qualsiasi dolore e responsabilità reale, un meccanismo che protegge da qualsiasi possibilità di cambiamento. Ci si costruisce un corpo fragile per proteggersi dalle richieste degli altri anche se, per abitudine, si continua ad anticiparle. Abbiamo probabilmente dimenticato invece i nostri reali bisogni, ma forse non li abbiamo mai conosciuti, non ci hanno insegnato che anche noi possiamo averne. Lo sai cos’è l’anoressia? È la negazione di una realtà che non percepiamo. Perché non riusciamo neanche a immaginare cosa potrebbe succedere se iniziassimo a farlo. La sofferenza è reale anche se abilmente celata dietro una maschera di compiacenza, quel che io definisco “a fake behind a smile”, e adesso non guardiamo più il mondo dal piedistallo che ci eravamo costruite, ma sentire la vita fa male. E tu adesso hai paura di non essere forte abbastanza per sopportare questo dolore. Ma lo sei. E già le parole che hai scritto ne sono palese dimostrazione. E’ il DCA che ci ha rubato senso, valore, identità ed integrità… è il DCA che ci ha rubate. E’ arrivato il momento in riprenderci tutto indietro. Tu hai tutto quello che serve, magari in questo momento non te ne rendi conto, ma ce l’hai. Scrivi che sei arrabbiata. Bene, sfrutta quella rabbia. Dacci dentro, fino in fondo: e rivolgila contro il DCA che ti ha portata a tutto questo. Usala per spazzarlo via. Piangere sul latte versato guardando al passato, purtroppo, non serve a niente. Quello che sta dietro le spalle non può essere cambiato. Possiamo solo cerca di proiettarci nel futuro, e di costruirlo per come vorremmo che fosse. Nessuno può fare le cose al nostro posto, questo è ovvio – e credimi, non sai quanto vorrei che potesse essere così. Ma possiamo sostenerci a vicenda. E, soprattutto, possiamo essere NOI a fare le cose per noi stesse. La chiave che apre la serratura del cuore non esiste, come non esiste il libretto delle istruzioni della vita; tutto quello che c’è da fare è affrontarla giorno dopo giorno, cercando di fare nel nostro meglio. La cosa più banale del mondo, la cosa più difficile del mondo. Non è facile, Elena, questo l’ho anche scritto tante volte, percorrere la strada del ricovero è la cosa più difficile che ci troveremo a fare in tutta la nostra vita… ma anche l’unica che valga veramente la pena. Le stampelle non si possono buttare via di colpo, ci vuole tempo, pazienza, e tanto, tanto lavoro di gomito. E non si può pretendere dagli altri. Non si può chiedere amore e rispetto agli altri, perché la verità è che la gente è basilarmente egoista e si antepone a tutto e a tutti. E pensa a noi incredibilmente meno di quanto crediamo; anzi, per l’esattezza non ci pensa quasi mai, ecco cosa. Ma quello che tu scrivi e diretto altrove, vero?! Sì, è diretto altrove. E’ diretto a te stessa. Perché sei tu che stai chiedendo a te stessa di amarti e di rispettarti. Perché tu sei Elena. E, credimi o meno, ma la verità è che non c’è niente di meglio al mondo.

Veggie ha detto...

@ Jonny – Vola solo chi osa farlo. E’ vero, l’anoressia può sembrare come un salvagente… ma chi ha mai imparato a nuotare rimanendovi attaccata?... Ecco, è qui che ci vuole il coraggio… il coraggio di dire basta… il coraggio di rompere la catena, il circolo vizioso… il coraggio di riprendersi la vita… e il coraggio di viverla. E la perseveranza di non arrendersi in tutto questo, se le cose non vanno come vorremo… Sicuramente l’anoressia ci ha in parte già uccise… ma se riusciamo a sentire ancora qualcosa – come tu senti la rabbia, adesso – allora significa che non siamo davvero morte del tutto… che c’è ancora una speranza anche per noi… Che quella che si vede laggiù, sullo sfondo, non è un miraggio… E’ la riva? Forse sì, forse no, forse solo un’altra isoletta… Ma intanto, proviamo a raggiungerla. Poi si vedrà, diamo tempo al tempo… riprendiamoci quello che l’anoressia ci ha rubato. As life is too short, there’s no time to waste it. Combatti, Jonny. Inizia ogni mattina, e continua fino a sera. Non sarai sconfitta, perché se combatti hai già vinto.

@ Marco – Ciao Marco, ti ringrazio sempre tantissimo per le tue parole e per il tuo sostegno… Ti abbraccio forte forte!!

@ Tsuyoi – Purtroppo le cose più giuste da fare non sono MAI le più facili… Ci vuole tanto tempo e pazienza… ci vuole la forza di non demordere e di non rinunciare di fronte alle difficoltà… Gli altri, chi non ha vissuto l’anoressia, non potrà mai capire com’è… perciò tu non concentrarti sugli altri… concentrati su te stessa… Cerca di capire cosa potrebbe servirti per spezzare il circolo vizioso, e quando l’hai capito mettilo in atto… Non hai niente da perdere, e tutto da guadagnare… perciò almeno un tentativo vale la pena di farlo, no?!... Pensa innanzitutto a te stessa, perché sei tu la persona più importante qui… quando avrai raggiunto un equilibrio stabile, allora potrai provare a riavvicinare agli altri e, se ti andrà, provare a spiegargli… Ma, adesso, pensa a te… tira fuori il coraggio e la perseveranza che so per certo tu hai… e usali come armi per lottare a tuo favore… Io faccio il tifo per te!!...

@ Babidi76 – Ciao Babidi, e benvenuta! Ti ringrazio per essere passata e per il commento che hai lasciato… Lo so che è difficile, è incredibilmente difficile… e le ricadute sono perciò perfettamente normali, anzi, in parte proprio utili per capire ed imparare dai propri errori, in maniera tale da non ricommetterli in un secondo momento… L’amicizia è indubbiamente uno scoglio sicuro e forte per affrontare e superare i momenti di crisi e di difficoltà… E spero anch’io di poterti stare vicina nei tuoi momenti di difficoltà… Ti abbraccio forte…

@ Jessica (FollementeMe) – Forever!!!

Elena ha detto...

Un giorno dopo l'altro, e piano piano.
Andrà tutto bene.

Ti ringrazio, e ti mando un po' di bene, quello che ti può aiutare ad andare avanti.

Sei una donna guida di luce.
E ti ringrazio

Veggie ha detto...

@ Elena – Sono io che ringrazio te per leggermi, per i commenti che mi lasci, per i preziosi frammenti di te che decidi di condividere, per quello che riesci a trasmettermi… GRAZIE… Sì, un giorno dopo l’altro, con tutto il tempo che ti è necessario… con tutte le pause che ti sono necessarie… e anche con tutte le ricadute che inevitabilmente potranno esserci… Ma ce la farai. Sì, andrà tutto bene… perché tu hai nelle tue mani il potere di far andare tutto bene. E tu ce la puoi fare tranquillamente, sai?!...

 
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