Come gli alchimisti trasformavano il ferro in oro… voi potete trasformare l’oscurità in luce. Siete tutte benvenute.

giovedì 24 giugno 2010

Domanda #13: Perfezionismo

La domanda cui rispondo oggi è un’altra di quelle che mi ha posto Francesca, qualche tempo fa. Si tratta di:

“Cosa pensi del perfezionismo clinico e del suo ruolo nei disturbi alimentari? Hai qualche strategia in particolare per non lasciarsi 'sopraffare' dal perfezionismo? Ti chiedo questo perché, come credo di averti già scritto, ho problemi a scindere il perfezionismo 'sano' che è parte integrante della mia personalità, dall'eccesso di perfezionismo che mi porta a stare male e che negli anni ha giocato un ruolo decisivo nel mantenimento dei miei disturbi alimentari...”

Un sacco di persone, che abbiano o meno un DCA, sono assorbite da questa tematica della perfezione/imperfezione. Che può diventare veramente un’ossessione nel momento in cui viene correlata all’immagine corporea, alla bellezza, all’efficienza. Ci sono persone ossessionate dalla “perfezione” delle prestazioni in ambito scolastico, lavorativo o sportivo; ci sono un sacco di cose che possono fomentare un’ossessione, e questo è, in definitiva, un vero peccato perché toglie tempo all’assaporare veramente la vita.

Personalmente, in passato sono stata parecchio ossessionata dal perfezionismo in molteplici ambiti della mia vita. Sì, Francesca, avevo il tuo stesso perfezionismo, tipico di una personalità anoressica. E’ una sorta di piccolo stereotipo, però è decisamente vero che la maggior parte delle ragazze con un DCA tende ad essere perfezionista o, comunque, ad avere una forma mentis di tipo ossessivo-compulsivo.

Tuttavia, bisogna considerare il fatto che non solo tutte quante abbiamo delle imperfezioni, ma tutte quante abbiamo difetti, problemi, difficoltà… Perciò, Francesca, se ti senti la sola, sappi che invece non sei l’unica a temere di essere “imperfetta”. Però puoi imparare ad abbracciare le tue imperfezioni se non pensi ad esse come, appunto, a delle imperfezioni. “Imperfezioni” è una parola che suona brutta, e una sorta di stigmata stereotipata su una parola può veramente cambiare la nostra percezione rispetto ad essa.

Perciò, come relazionarsi al fatto che non si è perfette? Onestamente, ci vuole un bel po’ di tempo. Tuttora ci sono giorni in cui le cose che non mi piacciono di me stessa mi pesano particolarmente, in cui non mi convince quello che faccio, in cui mi chiedo cosa gli altri potrebbero pensare di me in merito a certe mie prestazioni… ma ho fatto tanti passi avanti in questi ultimi anni, e questo mi rende molto felice. Lasciar scorrere via quest’attitudine alla “necessità di essere perfetta” non ti arrecherà che benefici. In ogni caso, la domanda resta ed è: “Come posso relazionarmi al fatto che non sono perfetta?”. Ecco, in questo caso non ho nessun “trucchetto”, nessuna scorciatoia da offrire. L’unico modo per “non lasciarsi sopraffare dal perfezionismo”, come Francesca scrive, è accettare le nostre imperfezioni e realizzare COMPLETAMENTE che nessuna è perfetta. Nessuna. E che le nostre imperfezioni NON SONO un qualcosa di NEGATIVO.

Perciò, Francesca, tieni sempre a mente che nessuna è perfetta, e lo so che questo sembra un clichè, una tipica frase fatta, ma è anche una frase VERA. Nessuna è perfetta. Semplicemente perché la perfezione non esiste. (Chiaro, ragazze?!...) E, tra l’altro, le imperfezioni sono molto più belle della perfezione. (Okay, adesso state pensando che sono scema… Ma è vero! Io la penso davvero così!). Anche perchè, se per ipotesi assurda esistesse davvero una persona perfetta, questa persona, in quanto tale, starebbe un gradino sopra tutte le altre. E chi mai vorrebbe relazionarsi con qualcuno che sta sopra e non può essere raggiunto? Nessuno, perché tutti si sentirebbero inferiori e manchevoli, e questa è una cosa che chiunque detesta. Quindi, se anche una persona perfetta esistesse, quella persona sarebbe condannata a rimanere sempre sola. Perciò, per relazionarti al fatto che non sei perfetta, devi veramente abbracciare tutte le buone qualità che hai. Devi imparare ad amare tutte le cose positive che ci sono in te. E quando ci sarai riuscita (sebbene ci vorrà un sacco di tempo) potrai cominciare anche ad amare i tuoi difetti. (Sembra strano, lo so, ma datemi retta…)

Ciò ovviamente non significa che non devi comunque continuare a lavorare su te stessa per migliorarti: penso che chiunque, nella vita, debba sempre lavorare su se stesso per vedere se può muovere anche un solo passo avanti in più. Penso che chiunque nella vita cerchi di migliorarsi, voglio dire, se uno sa che non sa fare molto bene qualcosa… o sa che può cambiare il modo in cui fa qualcosa… e vuole farlo per cercare di migliorarsi… questo è assolutamente giusto ed apprezzabile… nella consapevolezza però che, alla fine, L’OBIETTIVO NON E’ LA PERFEZIONE.

La perfezione non è ottenibile, in alcun caso, perciò, se cerchi di raggiungerla, già in partenza ti condanni al fallimento.

Devi lasciar scorrere via tutta questa roba sulla perfezione.

La perfezione è un inganno. Perciò, devi imparare ad accettare le tue imperfezioni come la normalità… perché SONO normali. E c’è un perché. Non importa quanto sola tu possa sentirti perché possiedi un certo difetto o una certa imperfezione: non sei sola. Pensa semplicemente a quanto quella dell’anoressia sia una strada solitaria. E pensa a quanto ti sei sentita sola in certi momenti della tua battaglia… o a quanto ti senti sola tuttora, in certi momenti. Ma lo sei veramente?

Guarda quante ragazze commentano qui sul mio blog. Guarda quante ragazze tengono un loro blog. Guarda quanti video ci sono su YouTube a proposito di ragazze con DCA. E questi sono solo alcuni esempi di un microcosmo di questo mondo. Ci sono UN SACCO di ragazze con un DCA là fuori. E anche se ci sono momenti in cui l’anoressia ci fa sentire tremendamente sole, non lo siamo. Devi ricordartelo sempre, Francesca: TU NON SEI SOLA.

Usa la stessa strategia riguardo il perfezionismo. Usa la logica, la razionalità. Qualsiasi sia la tua imperfezione (oggi, domani, tra 20 anni), anche se relativa a una parte del tuo corpo – troppo grande, troppo piccola, troppo questo, troppo quello – qualcun’altra là fuori (e, per lo più, MOLTE, MOLTE altre là fuori) ha la tua stessa identica imperfezione.

Ma poi, in definitiva: chi può dire cos’è un’imperfezione? Voglio dire, tutte le persone ne hanno. E se anche tu fossi l’unica persona al mondo ad avere una certa imperfezione… questo non è forse un qualcosa di speciale? Di unico? Pensaci.

Tutte le persone vedono in se stesse delle imperfezioni, abbiano o meno un DCA. Forse tu vorresti essere più intelligente, più carina, più abbronzata, più alta, più bassa… e la lista potrebbe andare avanti all’infinito. Se ti mettessi seduta e pensassi a tutto quello che di te non ti va a genio e vorresti cambiare, molto probabilmente otterresti una lista piuttosto lunga. Ma di nuovo, ricorda: Tutte là fuori hanno QUALCOSA che non apprezzano di se stesse. Tutte hanno una o più imperfezioni. Tutte.

Talvolta, perciò, devi semplicemente dirti di darci un taglio. Metterti davanti allo specchio e dirti, serenamente: “No, non sono perfetta… ma vado bene per come sono”.

Parlando da (ex)perfezionista – aha! ^^” – a perfezionista (spero presto ex), il ruolo del perfezionismo nell’anoressia può essere enorme, ma nel momento in cui te ne rendi conto, lo accetti, e cresci, le tue imperfezioni non ti sembreranno più tanto temibili.

E poi, come dice la canzone delle t.A.T.u.: “IMPERFECT IS THE NEW PERFECT!!”

20 commenti:

Ilaria ha detto...

Grazie Veggie.

IlFioreDelMale ha detto...

Ad un post così lungo e ricco, è difficile lasciare un commento sensato, ma ci provo, perchè merita.
Appena ho letto "perfezionismo" ho pensato: ecco, questo è il post per me! Infatti, sono sempre stata una persona parecchio perfezionista, ma da quando ho cominciato ad avere problemi, questo perfezionismo si è portato agli estremi.
I tuoi consigli e le tue parole sono davvero molto efficaci, in effetti mi hai aiutata ad "aprire la mente" e a vederla in un modo completamente diverso da quello che avevo sempre provato.
L'anoressia ci fa spesso sentire sole, ma sole non siamo, l'anoressia è spesso considerata un difetto, una malattia, ma non è sempre negativa (non pensare che io sia pro-ana... leggi cosa scrivo adesso e capirai il perchè di questa affermazione!): grazie ai DCA, all'autolesionismo e agli attacchi di panico io sono cresciuta, sono maturata, girando fra i vari blog di ragazze che soffrono di DCA ho scoperto persone mature e più "adulte" della loro età anagrafica.. e questo è sicuramente legato alla sofferenza che hanno provato.
L'anoressia ci ha rese più sensibili, più "umane", più mature ed intelligenti: siamo proprio sicure che sia stato un errore?

IlFioreDelMale

Giulin@ ha detto...

Sante parole Veggie.
Io stessa da brava anoressica sono stata penso tra le più perfezioniste di una normale perfezionista.
A scuola dovevo avere tutti 10,un nove era un fallimento. E inoltre sonop terrorizzata tutt'ora a volte di poter dire qualcosa di sbagliato a qualcuno,di ferirlo e di perderlo. Ho capito che io volevo essere perfetta per delle richieste che indirettamente mi aveva fatto storicamente la mia famiglia.Io ormai avevo quel ruolo e secondo me solo così li avrei resi felici. E crescendo ho trasferito il bisogno della loro approvazione in tutti coloro che mi stavano intorno (guarda caso soprattutto nelle autorità). Sono giunta a questa consapevolezza solo oggi,dopo aver fatto un certo lavoro introspettivo.e ancora devo lavorare tanto su questi aspetti.

Ma quando mi prende la paranoia "oddio se non sono perfetta tizio cosa pensarerà di me??? valgo ancora qualcosa???" cerco di trasferire la cosa in questione sull'altro,nel senso che penso "se tizio non fosse perfetto e facesse questo e quest'altro magari anche sbagliando,io cosa penserei di lui?" e ovviamente non mi viene da pensare mai nulla di male,anzi.E nel pensare questo mi accorgo quindi che il miuo ideale di perfezione è qualcosa di non fondato.Perchè per un'altra persona questo concetto vale e per me no? Perchè non deve valere anche per me?
Oppure quando sento che l'ansia mi monta a mille,mi dico "ma se anche dovessi sbagliare e non essere più perfetta...e allora??? Dov'è la tragedia?Cosa succede?" e qualche volta ho proprio fatto l'esercizio di non impormi di essere perfetta,ma di essere come mi sentivo. E vi dirò,a volte mi sono ritrovata a fare cose totalmente lontanissime dal mio ideale di perfezione. Ma non è cambiato niente,anzi,mi sono sentita più sollevata,con un peso in meno. L'unica cosa cambiata? Che io mi ero messa in una posizione diversa ed ero pronta ad accogliermi ed accogliere il mondo sempre e comunque.

Questi sonbo piccoli consigli basati sull'esperienza che mi sento di dare a Francesca e chi come lei e come tutte noi ha la stessa idea ferrea.E vi assicuro che autorizzarsi a vivere sempre e comunque da molto più sollievo.Le prime volte fa strano ma poi credetemi ne vale la pena.Io solo ora sto iniziando a farlo.

Giulina

Tsuyoi ha detto...

I buddhisti sostengono che per raggiungere la sapienza, che per loro equivale ad una sorta di pace dei sensi, dunque alla felicità, bisogna abbandonare ogni tipo di dualismo, in primis, quello di 'essere' e 'non essere'. Da cui, credo che il modo migliore per stare bene, in generale, per noi sia abbandonare ogni definizione a prescindere, e non definirci 'perfette', ma neanche 'imperfette'.

Anonimo ha detto...

Pur non soffrendo di DCA, la mania della "perfezione" è sempre riuscita a crearmi problemi.
A scuola ogni voto basso mi gettava nello sconforto.
Anche ora, all'università, le cose non sono migliorate.
Poi, però, pian piano, ci si rende conto che per essere sempre perfette, migliori, ci si dimentica di quel che si vuole davvero.

Non dico che bisogna accontentarsi, questo no. Ma si deve imparare e convivere con le proprie imperfezioni, ad accettarle.
Solo allora si capisce che, qualche volta, quelle che noi pensiamo siano imperfezioni in realtà per altri non lo sono e, anzi, c'è chi le indica come "qualità".
Solo allora si capisce che, dopotutto, nemmeno gli altri sono poi così perfetti.

Sarà una frase fatta, ma... sono le nostre imperfezioni a renderci uniche.

Buon w.e., cara Veggie ;)

ClarinetteM

Musidora ha detto...

Non credo che il mio problema sia il perfezionismo, al massimo il contrario!!! In genere le persone troppo precise, perfettine, mi danno una noia mortale... Però in un certo senso invidio il rigore ordinato di quelle, così come invidio il controllo delle anoressiche, un modo maldestro di arginare il caos, una diga di divieti e ossessioni, a margine del fiume che è la vita. Ma noi non siamo castori...

sorridente ha detto...

Perfezionista è l'aggettivo per me. Pignola e puntuale in tutto, fino alla nausea (degli altri). Combatto con una mia imperfezione da quando ero piccola piccola, ogni giorno una lotta, naturalmente sempre persa perché quando si lotta contro qualcosa che fa parte di se stessi si vince e si perde allo stesso tempo. Poi un giorno, una ragazza che conoscevo appena, molto più grande di me, che si è accorta di quanto soffrissi per questa imperfezione mi ha detto "perché non prendi questa cosa come una tua particolarità anziché continuare a combatterci? Se tu conoscessi un'altra persona con questa particolarità, ti darebbe fastidio?". No. Non mi avrebbe dato nessun fastidio, creato nessun problema né disturbo. E allora? Allora bisogna imparare ad accettare i nostri "difetti", conviverci, imparare a smussarli quando è possibile, oppure imparare a considerarli la propria particolarità e utilizzarli per cercare di migliorarci sempre più. La perfezione non esiste, è verissimo, e non si può ottenere nemmeno con un comportamento alimentare sbagliato. Troppo magra non è perfetta. Troppo in carne, non è perfetta. SANA è perfetta, a prescindere da quanto pesi.

Musidora ha detto...

(Sebbene i castori siano degli animaletti adorabili!^^ In questo senso sì, siamo delle creaturine adorabili, tutte noi!)

*.*

Willow ha detto...

E anche la terza prova è andata, Veggie!^^ L'8 luglio ho gli orali!
Mia mamma fin da piccola mi ripeteva che ero troppo perfettina, che non potevo sempre riuscire bene in tutto e piacere a tutti, ogni volta che mi faceva conoscere una persona le chiedevo ogni secondo cos’aveva pensato di me, cosa le aveva detto su di me,se andavo bene e se qualcuno mi sgridava era una tragedia, guai, stavo male per giorni a ripetermi esattamente il dialogo che c’era stato, mi ricordavo ogni singola parola... e ho passato anni a cercare l'approvazione universale, a studiare tantissimo, a essere sempre super ordinata, guai se qualcuno mi spostava una cosa o si faceva una piccola piega o sbavatura su un quaderno, ricopiavo subito tutto,ho passato un sacco di tempo a strappare le pagine e a ricopiare pezzo per pezzo finchè non era "Perfetto", o usare le stesse posate, fare le stesse azioni se avevo una verifica o un interrogazione perchè altrimenti andava male, non ascoltare la musica nelle orecchie prima di un interrogazione perché poteva confondermi...Poi ho smesso di cercarla nella scuola e nell'ordine, le abbuffate mi hanno "Incasinata" ma ho continuato a cercarla con le persone e questo lo faccio ancora adesso, non è semplice toglierlo.. e accettare i miei difetti, perchè ruota tutto intorno a quello, devo accettarmi almeno un po’ e convincermi davvero che non si può essere perfette....
è bello non essere sole, è davvero importante....
Un abbraccio fortissimo!

minerva ha detto...

Piacere, Minerva. Ti parlo da una che i disturbi alimentari non sa nemmeno cosa siano. E ti parlo da una che è perfezionista. Hai scritto un post bello, molto e soprattutto, ricco di spunti di riflessione per chi nn ha mai avuto problemi del genere.
Passerò da te abbastanza spesso. Se vuoi commentare sul mio blog, non alludere ai disturbi alimentari (lo legge mia madre e potrebbe costringermi a privatizzarlo).
un abbraccio
Minerva
baci
Minerva

YoungGirl,Don'tCry ha detto...

Ciao Veggie :)
Come al solito leggerti mi è incredibilmente utile, anche se è un po' che non passo.
In realtà è un momento un po' così, mi sono bastati gli ultimi due giorni per avere una ricaduta pesante. E ora, coi miei due chili in più (lo so, è pochissimo, ma mi stanno facendo impazzire) sto cercando di ritirarmici fuori come meglio posso.
Purtroppo il mio cervello in questo momento non riesce davvero a convincersi che quel maledetto perfezionismo vada eliminato, purtroppo è ancora convinto che eliminando quei maledetti chili di troppo tutto, TUTTO potrà sistemarsi. Magicamente. Per quanto io sappia che non sarà così', che non lo sarà mai... Mi fa ancora troppo male per condividere a pieno quello che hai scritto, perchè le bugie dell'anoressia dopo questi due dannati giorni sono tornate ad essere freschissime nel mio cervello, e faccio molta fatica a mandarle via.
Però quello che hai scritto è bello. Bello davvero. Molto più delle merdosissime bugie dell'anoressia. Molto, molto di più. E non vedo l'ora di riuscire a condividerlo, perchè lo voglio davvero.
Ok, scusami se quello che ho scritto è incredibilmente contorto ed appare alquanto privo di senso, non sono ancora lucidissima.
Però ti voglio bene, Veggie. E tanto. Grazie, grazie davvero.

Annarita ha detto...

Che cosa dire a commento, Veggie? Le tue considerazioni sulla delicata tematica qui affrontata sono molto mature e concretamente spendibili. Hanno valore non solo nel caso specifico del disturbo vissuto, ma anche in generale.

Un bacione
annarita

Wolfie ha detto...

Io credo di essere una sorta di “perfezionista mancata”; un po’ come scrive Musidora, insomma. Ho sempre desiderato essere “perfetta” e riuscire a controllarmi sul piano alimentare, purtroppo non ne sono mai stata capace. Adesso cerco di accettare i miei limiti e le mie mancate capacità, e cerco di lavorare su quelle che sono le cose di me che non mi piacciono, per smussarle, e quelle che invece apprezzo, per valorizzarle. Lo scarto fra desiderato e reale c’è sempre, ma cerco d’imparare a farci fronte!

~ Chiky ha detto...

Grazie Veggie, per i consigli. Hai facebook?

Anonimo ha detto...

Non è la perfezione che ho sempre cercato.
Forse manco lo so che cazzo possa aver mai cercato, l’unica cosa che so è che di certo non l’ho trovato.
Pensavo che l’anoressia potesse essere la risposta. In quella ero migliore di chiunque altra. Più perfezionista, anche, questo sì. Sono arrivata in cima alla dannazione. Ho vinto la mia stupida lotta contro tutto e tutti. Perché avevo quella forza che nessun altro avrebbe mai potuto avere.
Ho cercato di costruire non un corpo perfetto, ma un corpo ideale per me stessa. Ho perseguito il mio obiettivo con cieca determinazione, perfezionismo allo stato puro. Sono arrivata esattamente dove mi ero prefissa di arrivare.
E, cosa? Non era perfetto. Non era perfetto proprio per una sega.
Sono imperfetta, dannatamente imperfetta.
Però per stasera voglio quotare le t.A.T.u.

Jonny

Vele Ivy ha detto...

A volte questa sensazione di essere imperfette può derivare dai confronti, nel senso che magari gli altri sembravo invece tutti perfetti, senza problemi, bellissimi... ma in realtà tutti hanno i propri difetti, solo che c'è chi li sa celare di più.

Anonimo ha detto...

Mi piace veramente come la pensi...Se posso aggiungere la mia,il mio problema non sta affatto nel desiderio di perfezione,quanto nella discrepanza tra quello che sono e quello che vorrei essere...
Comunque ne sono consapevole,è già un passo avanti!

Ciao!^___^

Veggie ha detto...

@ Ilaria – Grazie a te… come sempre…

@ IlFioreDelMale – Io penso che non sia esattamente corretto parlare dell’anoressia in termini di “errore”… Non è che sia stata un errore o una cosa giusta… è stata. Questo è un dato di fatto, un qualcosa che non possiamo cambiare… Però, ci possiamo lavorare su… Cercare di trarre le cose più positive possibile anche da un’esperienza che non è proprio tutta rose e fiori… e vedere com’è possibile, tramite quel che abbiamo tratto, riuscire ad andare avanti… La maturità… se mai si arriva a questo, io credo che non ci si arrivi assolutamente con l’età anagrafica… ci si arriva vivendo, affrontando ogni sfida che la vita ci pone di fronte, cercando di rimanere sempre a testa alta…

@ Giulin@ - Eh sì, anch’io, soprattutto nel periodo delle scuole superiori, ero scolasticamente parlando una vera perfezionista… e non solo scolasticamente, ovviamente… Credo che il giudizio altrui che potenzialmente grava sulle nostre prestazioni sia una forte “molla” che fa scattare il perfezionismo… E così perdiamo tempo ad angosciarci su ciò che gli altri potrebbero pensare di noi, senza renderci conto che gli altri sono troppo impegnati a temere ciò che noi potremmo pensare di loro per aver tempo di pensare a noi… E comunque, volevo solo dirti che tu vali. Vali eccome. A prescindere da quanto tu possa essere “perfetta” o meno. Vorrei tanto dirti che tu vali un sacco… ma lo vedi come siamo, ancora? Ci sono momenti in cui non riusciamo mai a dircelo. Perché ci reputiamo così poco credibili? Perché dentro di noi crediamo fermamente che ci sia una ragione per essere qui, per scrivere determinate cose, e poi ci sono ancora momenti in cui fatichiamo così tanto per dargli importanza, per renderla il motore di noi stesse?... Non siamo perfette, no, siamo tanto imperfette ed abbiamo tanti difetti… ma sono anche questi che ci rendono noi stesse, in ogni nostra sfumatura. Bisogna solo, piano piano, imparare a conviverci… Io ci sto provando…

@ Tsuyoi – Quoto i buddisti, stavolta!... ^^”

@ Clarinette – Ti ringrazio tantissimo per il tuo passaggio, il tuo commento, e quello che hai scritto… La tua esperienza e le tue parole sono preziose… E non sono affatto “frasi fatte”… sono le frasi di una persona intelligente che ha capito come stanno veramente le cose… Grazie ancora…
P.S.= Passerò prestissimo a trovarti sul tuo nuovo blog! Un abbraccio!...

@ Musidora – Se dici che il tuo problema è il contrario… in realtà non è che l’altra faccia della stessa medaglia… Io credo che, in un modo o nell’altro, questa cosa del perfezionismo la accusiamo un po’ tutte… Ma, appunto, da anoressica, ti dico che mi sono resa conto che io, in realtà, non controllavo proprio niente… era quel che credevo di controllare che, in effetti, stava controllando me… tutta solo un’illusione… Ecco, io credo che rinunciare al perfezionismo significhi anche rinunciare a un’illusione… all’illusione di avere il controllo…

@ sorridente – Sana è perfetta, sì, hai detto giustissimo… A prescindere dal peso… Quando si sta bene con noi stesse, quando si è trovato un equilibrio con noi stesse, allora si è “perfette”… e poco importa se questa perfezione non è oggettiva… Raggiungere la perfezione oggettiva è come combattere contro i mulini a vento, in fin dei conti… Siamo come siamo, pregi e difetti… e, tutto sommato, andiamo davvero bene così…

Veggie ha detto...

@ Aisling – Bravissima tesoro! In bocca al lupo per gli orali, allora… Anche se sono certa che farai un figurone!… Lo so che non è semplice buttar via tutta questa roba sulla perfezione… lo so fin troppo bene, purtroppo… Ma tu, prova a fare una cosa, per una volta: spezza repentinamente la tua catena di rituali. Ascolta la musica prima dell’orale dell’esame. Smettila di fare la stessa sequenza di azioni prima di una prova. La prima volta, lo troverai assolutamente terrorizzante e tremendamente ansiogeno. Solo che, poi, ti accorgerai di una cosa: che non cambia niente. Che il risultato della prova è completamente a prescindere da quanto “perfetta” possa essere la serie di cose che fai prima della prova stessa… E, allora, vedrai che pian piano tutte queste idee sulla perfezione verranno meno…

@ Minerva – Ciao Minerva, benvenuta!... Mi ha fatto veramente piacere leggere le tue parole, e se ripasserai non sarà che un piacere… Appena ho un po’ di tempo, farò anch’io una capatina sul tuo blog!... Spero davvero che le mie parole possano averti dato qualche spunto per “tener testa” al perfezionismo!... Un baciotto!...

@ YoungGirl,Don’tCry – Non demonizzare la tua ricaduta… Tutte ne abbiamo. È parte normale del percorso di ricovero… Sgradita quanto vuoi, ma normale… E credo che, leggendo le tue parole, tu abbia tutta la determinazione e la consapevolezza necessaria per rialzarti in piedi e tirarti fuori anche da questo brutto periodo… Cerca di vedere alla ricaduta in positivo: non a quello che hai sbagliato, martoriandoti, ma a come hai fatto a sbagliare, in modo da imparare dall’esperienza e cercare di evitare di ripetere lo stesso errore in futuro… Non lasciare che un passo indietro celi tutti i meravigliosi passi avanti che sei riuscita a fare e che ancora farai… Ti abbraccio forte… Grazie a te…

@ Annarita – Io lo spero che possano valere un po’ per tutte… In fin dei conti, il perfezionismo interessa molti ambiti della nostra vita, quindi… sempre meglio essere preparate a fronteggiarlo!...

@ Wolfie – Meglio una perfezionista mancata, credimi… Che tanto la via di mezzo è ardua da trovare… I limiti ce li abbiamo inevitabilmente tutte, ma ci è data la possibilità di lavorarci su e di migliorarci… Non per essere perfette… ma semplicemente per essere noi stesse!... T’abbraccio, my dear…

@ Kiky – Figurati, grazie a te… Se posso darti una mano, sempre lieta di farlo!!... No, non ho FaceBook, anche perché date le mie limitate possibilità di usare il computer, non mi servirebbe a molto…

@ Jonny – Quando s’inizio, si pensa sempre che l’anoressia sia la risposta… Purtroppo, ma mano che si va avanti, ci si accorge che quella è solo IL Problema… un grande punto interrogativo… Un viaggio in cui anche se si arriva, in realtà non si arriva… perché quello che stavamo percorrendo era un vicolo cieco… Non siamo perfette, no, né mai lo saremo… Ma continuiamo comunque a quotare le t.A.T.u. …

@ Vele/Ivy – Sono d’accordo con te, i problemi li abbiamo tutte… Bisogna solo concentrarci su quel che noi abbiamo di positivo, e non pensare a quanto siamo “peggio” degli altri… Che tanto, se si cercano difetti, ne troveremo a iosa… Quindi, meglio cercare di valorizzare i pregi…

@ mynameis… - Grazie!... Credo che in tutte noi ci sia un gap tra ciò che siamo e ciò che vorremo essere… Ed esserne consapevoli ed ammetterlo è indubbiamente un gran passo avanti… Il passo successivo, adesso, è capire che purtroppo non sempre è possibile essere quel che vorremo… quindi dobbiamo imparare ad accettarci per quello che si è, cercando di migliorare ove possibile, ma senza rincorrere fantasie impossibili che possono solo farci male… Un abbraccio!...

Giulin@ ha detto...

X Veggie:

Grazie :) Grazie davvero.Hai pienamente ragione. Grazie.

Giulina

 
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