venerdì 18 maggio 2012
Combattere per la vita
Quando si entra in un DCA, si finisce sempre per arrivare a pensare che l’anoressia sia la nostra migliore amica, senza renderci conto che in realtà è la nostra peggior nemica. Questo perché nel momento in cui l’anoressia entra in noi, ci racconta un sacco di bugie e ce le ripete così tanto spesso e con un tono talmente convincente, che noi stesse finiamo per crederci. Ma sono comunque tutte bugie.
Temiamo di non essere capaci di affrontare il mondo da sole, per questo sentiamo il bisogno del “salvagente” dell’anoressia. La restrizione alimentare dà sicurezza, ci fa sentire come se potessimo tenere tutto sotto controllo, e la soddisfazione che il riuscire a seguire un regime alimentare restrittivo ci genera è un qualcosa d’ineguagliabile. Riuscendo ad avere questo fittizio controllo, si pensa che potremo sentirci più a nostro agio con noi stesse. E poi, l’anoressia è un qualcosa che ci fa sentire speciali. Ho imparato con tutto il dolore del mondo che non c’è gabbia peggiore di ciò che ci fa sentire speciali. Inoltre, in fin dei conti pensiamo spesso di non essere abbastanza, e così si cerca di diventare invisibili solo per poter essere viste. (Il problema è che siamo guardate... ma comunque non viste.) Anche quando le cose volgono al peggio, chiedere aiuto è comunque incredibilmente difficile perché ci fa sentire deboli, perdenti; non come la restrizione alimentare, che invece c’induce tanta forza.
Tutte bugie. Io ho il controllo. Tutte bugie. Io raggiungo quel peso e poi smetto. Tutte bugie. Io posso uscirne quando voglio. Tutte bugie. Restringere l’alimentazione è l’unica cosa che mi dà soddisfazione. Tutte bugie. Se restringo sono forte. Tutte bugie. Se tengo tutto sotto controllo, sono salva. Tutte bugie.
L’anoressia è un vicolo cieco, una strada senza via d’uscita; non ci permetterà mai di ottenere quel che vogliamo, non attenderà mai tutte le sue promesse, non cambierà la nostra vita in meglio, ce la rovinerà. Quindi, l’unica cosa da fare è combatterla. Ma non si può pensare di batterla finché non ci si rende conto di tutto questo. Sottovalutare l’anoressia non aiuta in questa battaglia. Combattere contro l’anoressia significa combattere per la vita. E chiedere aiuto non è segno di debolezza né di fallimento, bensì di intelligenza, maturità e responsabilità. Occorre farsi aiutare da personale specializzato, ma anche dalle persone che ci stanno intorno e che ci vogliono bene, che ci tenderanno sempre le loro mani nel momento in cui saremo pronte ad afferrarle. Occorre mettercela tutta, stringere i denti, rialzarsi dopo ogni ricaduta. Come si suol dire, “Leap and the net will appear”.
L’anoressia non è una cosa che ci rende speciali – è solo una cosa che ci dà sicurezza.
Talvolta, mentre si sta percorrendo la strada del ricovero, può capitare di sentirsi giù, di ricadere e di pensare perciò che non ce la faremo mai perchè non abbiamo nessun tipo di coraggio… ma la verità è che non si può scegliere d’intraprendere la strada del ricovero se non si ha coraggio! Lo so che quando si decide d’intraprendere un percorso di questo tipo, la sensazione prevalente è un vuoto terrificante nel momento in cui si decide di abbandonare il DCA, ma la realtà è che il vuoto terrificante è ciò che abbiamo appena deciso di lasciarci alle spalle!
Temiamo di non essere capaci di affrontare il mondo da sole, per questo sentiamo il bisogno del “salvagente” dell’anoressia. La restrizione alimentare dà sicurezza, ci fa sentire come se potessimo tenere tutto sotto controllo, e la soddisfazione che il riuscire a seguire un regime alimentare restrittivo ci genera è un qualcosa d’ineguagliabile. Riuscendo ad avere questo fittizio controllo, si pensa che potremo sentirci più a nostro agio con noi stesse. E poi, l’anoressia è un qualcosa che ci fa sentire speciali. Ho imparato con tutto il dolore del mondo che non c’è gabbia peggiore di ciò che ci fa sentire speciali. Inoltre, in fin dei conti pensiamo spesso di non essere abbastanza, e così si cerca di diventare invisibili solo per poter essere viste. (Il problema è che siamo guardate... ma comunque non viste.) Anche quando le cose volgono al peggio, chiedere aiuto è comunque incredibilmente difficile perché ci fa sentire deboli, perdenti; non come la restrizione alimentare, che invece c’induce tanta forza.
Tutte bugie. Io ho il controllo. Tutte bugie. Io raggiungo quel peso e poi smetto. Tutte bugie. Io posso uscirne quando voglio. Tutte bugie. Restringere l’alimentazione è l’unica cosa che mi dà soddisfazione. Tutte bugie. Se restringo sono forte. Tutte bugie. Se tengo tutto sotto controllo, sono salva. Tutte bugie.
L’anoressia è un vicolo cieco, una strada senza via d’uscita; non ci permetterà mai di ottenere quel che vogliamo, non attenderà mai tutte le sue promesse, non cambierà la nostra vita in meglio, ce la rovinerà. Quindi, l’unica cosa da fare è combatterla. Ma non si può pensare di batterla finché non ci si rende conto di tutto questo. Sottovalutare l’anoressia non aiuta in questa battaglia. Combattere contro l’anoressia significa combattere per la vita. E chiedere aiuto non è segno di debolezza né di fallimento, bensì di intelligenza, maturità e responsabilità. Occorre farsi aiutare da personale specializzato, ma anche dalle persone che ci stanno intorno e che ci vogliono bene, che ci tenderanno sempre le loro mani nel momento in cui saremo pronte ad afferrarle. Occorre mettercela tutta, stringere i denti, rialzarsi dopo ogni ricaduta. Come si suol dire, “Leap and the net will appear”.
L’anoressia non è una cosa che ci rende speciali – è solo una cosa che ci dà sicurezza.
Talvolta, mentre si sta percorrendo la strada del ricovero, può capitare di sentirsi giù, di ricadere e di pensare perciò che non ce la faremo mai perchè non abbiamo nessun tipo di coraggio… ma la verità è che non si può scegliere d’intraprendere la strada del ricovero se non si ha coraggio! Lo so che quando si decide d’intraprendere un percorso di questo tipo, la sensazione prevalente è un vuoto terrificante nel momento in cui si decide di abbandonare il DCA, ma la realtà è che il vuoto terrificante è ciò che abbiamo appena deciso di lasciarci alle spalle!
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
15 commenti:
"Don't wanna close my eyes
I don't wanna fall asleep
Cause I'd miss you babe
And I don't wanna miss a thing
Cause even when I dream of you
The sweetest dream will never do
I'd still miss you babe
And I don't wanna miss a thing";
"It's my life: it's now or never. I ain't gonna live forever. I just wanna live while I'm alive. It's my life!".
Sono i ritornelli di "Don't wanna miss a thing" degli Aerosmith e "It's my life" dei Bon Jovi, che se riferiti alla vita rendono l'idea di quante cose ci perdiamo offuscate dalle luride bugie che l'anoressia ci racconta.
è difficile prendere le dovute distanze da queste bugie quando ormai sono ciò su cui poggi ogni giorno, quando sono diventate leggi e se non le rispetti c'è una punizione già pronta.
La cosa peggiore è che non è facile anche perchè ci sono modi e modi di farlo, e alcuni sono sbagliati perchè peggiorano la situazione: nella mia mente si scatenano vere e proprie guerre tra l'anoressia e la mia parte che vuole vivere se oso provare a mettere "a cuccia" l'anoressia. Ed è una cosa che non sopporto, mi manda più in confusione.
Percil per ora mi limito a scendere a patti (Scendere a patti con se stessi è un'assurdità se non si conosce la situazione) con l'anoressia. Ma un giorno la zittirò completamente.
Per il braccialetto... work in progress... credo che la frase sarà: "Live, don't survive!", frase che mi ricorda tanto l'inizio del percorso. Io con la psicologa ci eravamo soffermate a ragionare di come si sopravvive con l'anoressia, e non si vive! :)
Il vuoto era la sensazione più terrificante di tutte quando ho iniziato il mio percorso di ricovero dalla bulimia: prima impiegavo talmente tanto tempo nella giornata col mio dca, che poi inizialmente mi sembrava impossibile che potesse esistere qualche cosa in grado di tappare il buco. Eppure, nel momento in cui ho deciso di combattere contro la bulimia e di ricominciare a vivere, mi sono accorta che c’erano davvero tante cose, tanti interessi, tanti affetti che non solo potevano riempire “il buco” lasciato dalla bulimia, ma che mi avrebbero potuto dare molto più di tutto quello che la malattia mi aveva tolto, ingannandomi.
Quant’è vero che i dca raccontano bugie, non ci se ne rende conto quando se ne è dentro, ma è davvero così. Qualche anno fa credevo ciecamente alla bulimia e non mi ponevo nessuna domanda, ero convinta che fosse l’unica via possibile: poi ho cominciato a farmi domande, e menomale che l’ho fatto!!!!!! Menomale che mi sono messa in discussione, perché così le fondamenta della bulimia hanno cominciato a tremare. Il castello non è stato ancora abbattuto, però ci sto lavorando.
Per continuare questo duro lavoro non ci vuole solo coraggio, ma anche tanta pazienza e gentilezza verso noi stesse. Però, più vedo avanti e più mi rendo conto che ne vale la pena!!!!!!!
è vero. bisognerebbe non dare credito alle bugie che talvolta ci diciamo convinte di potercela fare. bisogna solo combattere perché si vuole stare bene e non si vuole rinunciare alla vita
un abbraccio
"Tutte bugie. Io ho il controllo. Tutte bugie. Io raggiungo quel peso e poi smetto. Tutte bugie. Io posso uscirne quando voglio. Tutte bugie. Restringere l’alimentazione è l’unica cosa che mi dà soddisfazione. Tutte bugie. Se restringo sono forte. Tutte bugie. Se tengo tutto sotto controllo, sono salva. Tutte bugie."
Io ho il controllo. -altrimenti finisco con la testa nel cesso, o sfioro l'obesita, o devono farmi una lavanda gastrica come l'estate scorsa-
Io raggiungo quel peso poi smetto-no, nn smetto e lo so, perchè non è questione di bellezza. Per questo non smetterò mai.
Io psso uscirne quando voglio-no, non posso uscirne e lo so bene
Restringere l'alimentazione è l'unica cosa che mi da soddisfazione-no, è la cosa per cui mi si stringe il cuore ogni mattina, e mi sveglio un po' più morta. Ma è l'unica cosa che mi impedisce di crollare e mangiare il mondo restituendolo al cesso.
Se restringo sono forte- no sono debole come una merda, non sto neanche in piedi
Se tengo tutto sotto controllo sono salva-perchè non c'è niente di peggio della mattina dopo un'abbuffata non vomitata, o di quando guardi l'aqua del gabinetto e vedi tutto rosso.
hiedere aiuto non è segno di debolezza né di fallimento, bensì di intelligenza, maturità e responsabilità.
No, puoi essere la persona più matura e responsabile e intelligente del mondo ma schiattarci. Chiedere aiuto è segno che sei alla frutta, che sei a tanto così da non farcela davvero più e hai ancora un lumino di speranza.
un abbraccio <3
Parole sante. Penso esattamente tutto ciò che hai scritto. Anche se è dura seguire il ricovero...Grazie per i tuoi post, perchè mi motivano alla guarigione, almeno a tentarla!
Forse il problema maggiore è che l'anoressia spesso appare come "un'amica" e non come qualcosa che distrugge la vita. Solo quando lo si capisce la si può combattere.
A volte il problema è anche capire cos'è il coraggio...e riconoscere la forza, di conseguenza.
Perchè spesso ci convinciamo che essere forti vuol dire essere con la malattia. Solo noi siamo capaci di restarci e di sopravvivere senza soffrire - o almeno lo crediamo, di non soffrire- , siamo forti noi, eh. Non mangio, beh, allora sono più forte del mio istinto naturale, quindi sono anche coraggioso, dato che ho voluto affrontare questa sfida che molti avrebbero perso. Ma in realtà abbiamo già perso, perchè ci siamo private di ciò che ci serviva...per una qualche colpa che nascondiamo, probabilmente una colpa che nella realtà NON è nostra. Una fantasia incancellabile dalla mente, ma invisibile. Presente, ma difficile da estrapolare.
La vera forza è ammettere tutto questo, sia a se stessi che agli altri. E, possibilmente, prendere il coraggio, lasciare da parte la vergogna e dire: ho bisogno di aiuto.
Ad ogni modo, volevo dirti che ho letto lo scorso post, mi è piaciuta molto l'idea del braccialetto, penso lo farò anch'io (:
Un bacio!
ファイ
Stavo leggendo un'intervista fatta a Torey Hayden, la maestra dei bambini difficili, e lei dice che più che all'obiettivo punta al processo ovvero al percorso. Chi punta all'obiettivo, dice, si deprimerà ogni volta che qualcosa lo ostacola.
grazie, veggie, leggo il tuo blog da un paio di mesi, quello che dici è vero, ma io nn ho la forza per uscirne
Avevo davvero bisogno di questo post, oggi in particolare... :(
baci
Non so neanche da dove inizare, cercavo in internet iformazioni e blog sui disturbi alimentari e ho trovato subito il tuo. Non so chi sei e non ho letto tutto ma ho disperato bisogno di una mano. Una mia cara amica con laquale sono cresciuta da un anno a questa parte è diventata anoressica, ha perso più di 40 kg e ogni volta che la vedo è sempre peggio, non so come aiutarla ed evita di parlarmi o di rispondere ai messaggi, rifiuta ogni genere di aiuto e mi sembra di vederla morire ogni giorno che passa e lei continu a dire che va tutto bene. Si rende conto di non stare bene ma nongliene frega niente perchè lei "sta bene così". Il problema è che sentirsi impotenti in questi casi non è la cosa migliore e io, che solitamente riesco a gestire bene sia i miei problemi che quelli degli altri, mi sento spiazzata. So che è chiederti tanto, ma puoi darmi una mano?
Sono veramente disperata.
Non so neanche da dove inizare, cercavo in internet iformazioni e blog sui disturbi alimentari e ho trovato subito il tuo. Non so chi sei e non ho letto tutto ma ho disperato bisogno di una mano. Una mia cara amica con laquale sono cresciuta da un anno a questa parte è diventata anoressica, ha perso più di 40 kg e ogni volta che la vedo è sempre peggio, non so come aiutarla ed evita di parlarmi o di rispondere ai messaggi, rifiuta ogni genere di aiuto e mi sembra di vederla morire ogni giorno che passa e lei continu a dire che va tutto bene. Si rende conto di non stare bene ma nongliene frega niente perchè lei "sta bene così". Il problema è che sentirsi impotenti in questi casi non è la cosa migliore e io, che solitamente riesco a gestire bene sia i miei problemi che quelli degli altri, mi sento spiazzata. So che è chiederti tanto, ma puoi darmi una mano?
Sono veramente disperata.
@ Sonia – Ti ringrazio per aver citato queste due tanto famose quanto belle canzoni… che, hai ragione, rappresentano molto, a loro modo interpretativo, uno spaccato della vita con l’anoressia. Quelle bugie che l’anoressia racconta, purtroppo, sono rassicuranti a breve termine, è per questo che ci stiamo dietro… ma poi, se guardi le cose a lungo temine, ti rendi conto che il gioco non vale la candela. E’ ovvio che quando per tanto tempo si è tenuta un’abitudine, per quanto sbagliata, è ben difficile eradicarla… allora dobbiamo cercare di far prevalere la nostra parte razionale, perché se ci pensiamo con schiettezza sappiamo qual è la cosa migliore per noi stesse… e sappiamo perciò che la cosa migliore per noi stesse non è certo l’anoressia…
P.S.= Bellissima l’idea della frase sul braccialetto, ti stimo!...
@ Wolfie – Il vuoto che pare lasciare un DCA, è quello che poi viene a poco a poco riempito dalla vita… Il DCA non vuole che ce ne accorgiamo, continua a raccontarci bugie… ma noi abbiamo tutta la forza e la volontà necessarie per poter vedere oltre… Perciò, continuiamo a lavorare insieme, okay?!... Ti abbraccio forte…
@ Pupottina – Come non poter quotare in pieno le tue parole?!...
@ justvicky – Hai spiegato molto bene con i tuoi esempi personali cosa nascondono in realtà le bugie, gli auto-inganni che ci creiamo con l’anoressia… La verità è poi ben diversa da quella che la malattia ci racconta. L’unica cosa su cui non concordo con te è la tua affermazione finale… Non sei matura, responsabile ed intelligente se alla fine ci rimani. Perché essere mature, responsabili ed intelligenti, secondo me, significa anche saperci prendere cura di noi stesse nella maniera giusta e, quindi, essere in grado di avere una vita autonoma… cosa che possiamo fare solo nel momento in cui decidiamo d’intraprendere un percorso di ricovero.
@ FREELILIHAM – So quanto sia dura, lo so benissimo, e hai ragione da vendere, lo è davvero… però io voglio ancora continuare a credere che arriverà il momento in cui ci renderemo conto di quanto davvero ne vale la pena… E non ti preoccupare: tu non stai solo tentando, stai combattendo alla grande… e combattere è già una vittoria…
@Vele/Ivy – Credo che l’inganno “dell’amicizia” sia il primo ed il peggiore che l’anoressia ci tende…
@ Fai – Quoto assolutamente quello che hai scritto… La sensazione di forza che ci deriva dalla malattia è soltanto illusoria, un’altra delle bugie indotte dall’anoressia stessa per farci tirare avanti per la sua strada, nient’altro che l’ennesimo auto-inganno mentale… Ecco, allora, capire che quelle che ci promette l’anoressia sono solo vuote – per quanto apparentemente meravigliose – illusioni, e decidere di rinunciare all’illusione: questo, secondo me, è il coraggio…
@ AlmaCattleya – Stimo questa maestra… è una vera Maestra con la “M” maiuscola!... Io sono infatti convinta che il ricovero non è un evento, ma un processo… ed è per questo che sono importanti le piccole cose che possiamo fare giorno dopo giorno…
@ Anonima – Io non credo proprio che tu non abbia la forza per uscirne… perché, se così fosse, non staresti a leggere il mio blog da un paio di mesi… Io credo piuttosto che tu abbia paura di non riuscire ad uscirne – e questo è comprensibilissimo, considerato ciò di cui stiamo parlando – ma questa paura non ti deve frenare dal tentare… perché è solo tentando che ci diamo la possibilità di riuscire. Ti abbraccio forte…
@ Ilaria – Forse siamo un po’ telepatiche, chissà… O forse, più semplicemente, affrontiamo le stesse difficoltà… e anche il solo poterle condividere fa stare un pochino meglio…
@ Fralvy. – Ciao Fralvy, mi chiedo consiglio su una cosa molto privata e personale, quindi per favore mandami una mail all’indirizzo veggie.any@gmail.com : risponderò al tuo commento privatamente. Un abbraccio…
Ho letto alcuni post del tuo blog e ho voluto inserire un link a questo nel mio blog!Spero non ti dispiaccia!Ammiro molto quello che fai.
B.
Posta un commento