Come gli alchimisti trasformavano il ferro in oro… voi potete trasformare l’oscurità in luce. Siete tutte benvenute.

venerdì 6 luglio 2012

"The slender trap"

Come avete visto, nello scorso post ho lanciato l'idea che mi aveva proposto Good: creare nella colonnina di destra del blog un box dedicato ai libri suggeriti da voi inerenti la tematica dei DCA. Dai commenti a suddetto post, le opinioni sono state contrastanti: alcune di voi hanno suggerito dei titoli, altre hanno fatto (a mio avviso giustamente) notare come leggere i libri sui DCA possa rappresentare un fattore di trigger che rinforza il legame al DCA stesso, soprattutto in cui muove i suoi primi passi nella strada del ricovero. Dunque, per cercare di far fronte a queste 2 "correnti di pensiero" senza scontentare nessuno, ho pensato di fare così: il box dei libri non ci sarà (questo a protezione delle persone che incappano nel mio blog magari essendo in pieno DCA, e che leggendo autobiografie di persone che hanno a loro volta un DCA, possano avere l'idea d'imitarne i comportamenti), però i commenti dello scorso post rimangono tutti, quindi potete attingere da quelli se v'interessano dei libri sui DCA.

Inoltre, rimando ai blog di Sonnen Blume e di *Free_destruction*, che hanno scritto dei post recensendo alcuni libri che parlano di anoressia e bulimia, e che potete leggere, rispettivamente, agli URL:

http://www.sonnenblume-ilpesodellavaligia.blogspot.it/2012/07/i-miei-libri-sullanoressia.html 

http://littlefreefly.blogspot.it/2012/07/i-nostri-libri-sui-disturbi-alimentari.html 

Infine, voglio proporvi anch'io un libro. Per la precisione, un libro di auto-aiuto inerente i disturbi alimentari, l’immagine corporea e il cibo. Il libro in questione s’intitola “The Slender Trap”, scritto da Lauren Lazar Stern, che ho acquistato su Amazon (www.amazon.com).

 Ho letto diversi libri di auto-aiuto sui DCA, ma “The Slender Trap” è sicuramente il più creativo in cui mi sia mai imbattuta. Perciò, vorrei condividere con voi i passi di questa lettura che mi sono piaciuti di più. Pensate che quando sono arrivata alla fine del libro, avevo riempito un mucchio di Post-It ricopiando le frasi migliori che vi ho trovato: è per questo che ritengo che Lauren Lazar Stern abbia fatto un gran bel lavoro.

La prima parola che mi è saltata in mente leggendo “The Slender Trap” è: CREATIVO. È molto diverso rispetto agli altri libri di auto-aiuto che ho letto sinora. Si focalizza sulle attività/esercizi da svolgere in una maniera che non sembra affatto infantile, e il taglio è tale che anche chi non si sente una persona “creativa” è comunque invogliata a fare un tentativo. In questo libro c’è un sacco da fare per le lettrici – così tanto che, in effetti, ci si sente attivamente partecipi anche solo nella lettura. E penso che possa essere d’aiuto a tutte.

 Questo libro si compone di 12 capitoli che sono allo stesso tempo introspettivi, illuminanti, pratici e – posso azzardarmi a dirlo? – anche divertenti. Riesco facilmente ad immaginare adolescenti lavorare sul proprio DCA grazie all’aiuto di questo libro, ma credo che anche chi è più grandicella possa trarre tanto da questa lettura. Il bello di questo libro è che è tagliato a misura della lettrice. Il libro è la fabbrica, la materia prima. TU sei colei che vi lavora.

Soprattutto, è un libro che può essere diretto ad un ampio target di persone con disturbi alimentari: anoressia (sottotipi 1 e 2), bulimia, DCAnas, binge, ortoressia… diretto anche a tutte quelle persone che, pur non avendo un DCA conclamato/diagnosticato sul piano clinico, hanno comunque problemi di ridotta autostima. È un mezzo per imparare qualcosa di più su noi stesse, per lavorare sui nostri vissuti, sul nostro background, e per muovere qualche passo avanti sulla strada del ricovero, cercando d’imparare ad accettare un po’ di più il nostro corpo ed il cibo, quale che sia il DCA nella fattispecie.

I vari capitoli sono molto utili e piuttosto diversi tra loro: se un capitolo non rispecchia il vostro vissuto in merito al disturbo alimentare, o le vostre idee in merito alla vostra immagine corporea, un altro lo farà di sicuro. Quando scrivo “molto utile” intendo dire che le attività proposte sono realmente applicabili nella vita quotidiana, non rimangono soltanto belle idee in testa.

Alla fine del 4° capitolo, dal titolo “Body Image and Societal Pressure”, Lauren Lazarus Stern sfida le lettrici:

“Vestitevi in un modo che vi piace, che piace a voi, non per compiacere qualcun altro. Scegliete un capo che vi piace, e indossatelo nella vostra prossima uscita. Fate un disegno di voi stesse con quel vestito addosso. Scrivete come vi fa sentire l’aver compito una scelta solo e soltanto per voi stesse.” 

Certo, alcune parti di questo libro all’inizio possono sembrare difficili da seguire, ma se fate per esempio questo esercizio vi accorgerete che i risultati sono sorprendenti… in maniera positiva. Questo libro dà veramente da pensare.

Nel 5° capitolo, intitolato “Food Traps & Plans”, c’è un esercizio chiamato “The Food Plate”. Richiede sia il disegnare sia lo scrivere e personalmente l’ho trovato… ganzo. Parlando con alcune ragazze che ho conosciuto quando ero ricoverata in clinica specializzata per persone con DCA, mi sono infatti resa conto che molte ragazze con un disturbo alimentare è difficile fare i conti con le varie tipologie di cibo, con i nutrienti, con le quantità nel momento in cui viene intrapreso un percorso di ricovero, e che tutto ciò produce molta ansia. Pertanto, quest’esercizio suggerisce di disegnare sulle pagine (e sui piatti, nelle tazze, etc…) di cui il libro è provvisto, ogni pasto. È tutto lì, ma si perde la rigidità con cui chi ha un DCA (soprattutto anoressia) deve sempre fare i conti. Così si può avere un’idea di cosa si mangia, senza dover ricorrere all’ansiogeno (e in alcuni casi dannoso – nota personale) diario alimentare.

Sempre in questo capitolo, c’è un esercizio che si chiama “Draw Your Traps”, con relative istruzioni:

“Visualizzate quelle che sono le trappole prodotte dal DCA, disegnate cosa vi può portare ad alimentarvi in maniera scorretta. Forse vi sentite intrappolate dai vostri pensieri, paure, o qualcos’altro. Lasciate che il disegno sia la vostra guida.”

Più Avanti, sempre nello stesso capitolo, c’è un altro esercizio chiamato “Getting Out Of My Trap”:

“Ora che hai disegnato e descritto le trappole del tuo DCA, è il momento di pianificare un modo per uscirne”. 

E nella pagina ci sono dei riquadri in cui disegnare le vostre strategie per uscirne. È forte!

Un’altra parte ganza sta nel 6° capitolo, ed è quella intitolata “Full Of Feelings”. C’è un esercizio simile a un video che ho realizzato (e che potete trovare sul mio canale YouTube oltre che qui sul blog) che riguarda il distruggere la bilancia – ma in forma figurata, sulle pagine del libro. Penso che siano piccole cose, ma anche utili: distruggere un bilancia può essere un passo enorme e terrificante per un sacco di persone che hanno un disturbo alimentare. Ci vuole molto tempo per sentirsi “pronte” ad un atto simile, e prepararcisi disegnando la sua distruzione sul libro è proprio una bella idea. L’esercizio mira anche ad aiutare a venire a patti con i sentimenti che la distruzione della bilancia potrebbe suscitare.

Un’ultima cosa a proposito del capitolo 9, intitolato “The New Me”: c’è un esercizio che si chiama “A Party To Celebrate The New Me” e vi è scritto:

“Sulla scheda di pianificazione della festa alla pagina successive, organizzate una festa per celebrare il vostro duro lavoro. Invita tutta la gente che vuoi. Mangia quello che vuoi. Crea l’invitato dei tuoi sogni. Usa la tua immaginazione. Ricorda che questa festa è solo ed esclusivamente per te”.
Quant’è meraviglioso?!...

E questi sono solo alcuni esempi degli esercizi e delle sfide che potete trovare su “The Slender Trap”. Aggiungerei ancora molto altro, ma se voleste comprare il libro vi toglierei la sorpresa, perciò chiudo qui. Spero di aver stuzzicato la vostra curiosità, e che non vediate l’ora di leggere 240 pagine di “meravigliosezza”. ^__^”

Vorrei ringraziare l’autrice per aver scritto un libro del genere, che mi ha dato molto da pensare… e da fare. Se volete saperne di più su di lei, visitate il suo sito: http://www.laurenlazarstern.com

P.S.= Tutte le citazioni tratte dal libro, che è in Inglese, sono una mia traduzione. Chiedo venia per le eventuali inesattezze.

13 commenti:

. ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
. ha detto...

ciao Veggie grazie per avermi citata^-^
anche secondo me i libri sui dca posso avere una doppio effetto.
se sei ancora troppo coinvolta possono trascinarti giù e se hai appena iniziato il tuo percorso di "guarigione" possono metterti una sorta di "tristezza" verso ciò che stai abbandonando...
io sto aspettando il ricovero in una clinica per i disturbi alimentari e in un certo senso mi fa paura il dopo, perché non ho molti appoggi dai miei familiari.
Non so come ri-organizzare la mia vita una volta uscita da lì.
x me essere anoressica è importante xché tutto il resto fa schifo...cmq ci proverò=/
sono troppo in ansia sul mio futuro perché vorrei avere una vita bellissima che ripaghi questi anni terribili, lo vorrei con tutto il cuore...=(

ps. leggerò il libro che hai proposto perché in questo momento,insieme all'aiuto dell'ambulatorio, potrebbe farmi bene.
un abbraccio

Vele Ivy ha detto...

Ma se sei bravissima con l'inglese... di cosa chiedi venia?? :-)

where i end and you begin ha detto...

Sarà sicuramente fantastico questo libro, chissà se si può trovare anche tradotto in italiano.

Perché penso, come Free, che tutto quello che ho intorno fa schifo eccetto il Problema?

Perché sto tornando indietro?

Ti abbraccio Veggie.
Snotra.

where i end and you begin ha detto...

Ah.. Volevo anche aggiungere una cosa: sei bellissima..

Wolfie ha detto...

Grazie per aver segnalato questo libro, Veggie, da come ne parli sembra davvero interessante, anche se io sono sempre un po’ reticente verso queste cose, ma è anche vero che tentare a dare un’occhiata non nuoce. Da come ne parli, sembra diverso dai soliti, molto intrigante!!!!!!
Poi io leggo il tuo blog e anche altri di altre “guerriere della luce”, e trovo che l’autoaiuto sia una cosa veramente utile. Ovviamente non da solo perché è difficilissimo affrontare un dca se non si ha nessuno che ci aiuta, però se una fa la sua psicoterapia e contemporaneamente esegue degli esercizi di auto aiuto, allora implementa la funzionalità della terapia, lotta su due fronti, e questo può diventare veramente utile, perciò io sono favorevole all’aiutoaiuto, in qualsiasi forma esso si esplichi, anche sotto forma di libro!!!!!

. ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
. ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Anonimo ha detto...

Sembra interessante...magari, in futuro, potrei anche pensare di leggerlo...^^
Un abbraccio!
ファイ

Orchidea Spezzata ha detto...

Grazie per il consiglio di lettura!Sembra veramente interessante :)

Veggie ha detto...

@ *Free_destruction* - Sono pienamente d’accordo su ciò che hai scritto a proposito dei libri che trattano di DCA… Per quanto riguarda invece il tuo futuro percorso, secondo me hai fatto benissimo a chiedere il ricovero in clinica se hai sentito che è ciò di cui hai bisogno adesso… e io credo che se sfrutti a pieno la possibilità di questo ricovero, potrà essere davvero un’opportunità molto utile e produttiva… Certo, senza il supporto di chi ti sta intorno è più difficile… ma te pensa sempre che quello che stai facendo è esclusivamente per te stessa… per arrivare ad avere quella vita serena di cui parli, che faccia pari con tutti gli anni di sofferenze che hai subito… Ti faccio già un enorme in bocca al lupo!...

@ Vele/Ivy – Sei troppo buona…! ^^”

@ Snotra – Purtroppo non credo che per ora esista una versione italiana… questo secondo me perché in Italia i DCA sono ancora molto “tabù”, purtroppo… In ogni caso, io non credo che tu stia tornando indietro: il fatto che tu ti ponga domande non è un regresso, anzi, è un progresso, perché quando si è egosintonicamente legate alla malattia, non c’è spazio per alcun dubbio. E’ ovvio che tu adesso percepisca come schifoso quello che hai intorno: se ti fosse piaciuto, non avresti scelto l’anoressia come strategia d’evasione. Ma quanto è un punto di partenza: perché da qui puoi provare a cambiare quello che ti fa schifo con qualcosa di piacevole, che solo tu puoi costruire…

@ Wolfie – Altroché se è interessante… io non sono granché fogata per i libri sui DCA, ma questo mi è piaciuto tantissimo… perché ha un’impostazione originale, diversa dal solito… In quanto all’auto-aiuto, anch’io peso che se associato alla terapia tradizionale possa essere molto utile… ma se una non ha la possibilità di fare terapia tradizionale, anche un po’ di auto-aiuto autonomo secondo me non guasta…

@ Fai – Se ne avrai la possibilità, te lo consiglio, perché è un libro assolutamente da leggere!... A me è piaciuto davvero molto!...

@ Orchidea Spezzata – Grazie a te… spero proprio che avrai modo di leggerlo!...

Unknown ha detto...

BELLISSIMO BLOG,BELLISSIMO POST DAVVERO *-*..INTERESSANTE E MI SONO RITROVATA IN CAUSA MOLTE VOLTE :) RIPASSERO' SICURO ..BACI :)

Veggie ha detto...

@ Edith Margot – Ciao, benvenuta!... Grazie mille per le tue parole… Ci risentiamo presto tramite blog, allora…

 
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