martedì 11 agosto 2009
Pro-Ana & Pro-Ricovero
Più volte sono stata “accusata” di voler fare unicamente differenze tra le ragazze che si definiscono “pro-ana/mia”, e le ragazze che stanno combattendo contro un DCA e che sono quindi “pro-ricovero”.
Okay, sono pronta a rigirare la frittata. Anziché vagliare unicamente le differenze, vediamo adesso anche quali sono gli aspetti che accomunano ed uniscono le ragazze “pro-ana” con le ragazze “pro-ricovero”. Un fifty-fifty: quel che ci rende uguali, e quel che ci diversifica; le due facce della medaglia.
Pro-ana: Hanno problemi con il loro corpo e attuano comportamenti disfunzionali nei confronti del cibo per cercare di raggiungere una forma fisica che le permetta di stare a loro agio con loro stesse.
Pro-ricovero: Hanno problemi con il loro corpo e attuano comportamenti disfunzionali nei confronti del cibo per cercare di raggiungere una forma fisica che le permetta di stare a loro agio con loro stesse.
Pro-ana: In fondo in fondo, hanno scarsissima autostima e pensano di non essere mai giuste abbastanza.
Pro-ricovero: In fondo in fondo, hanno scarsissima autostima e pensano di non essere mai giuste abbastanza.
Pro-ana: Cercano il supporto e la conversazione con persone i cui blog trattano di DCA.
Pro-ricovero: Cercano il supporto e la conversazione con persone i cui blog trattano di DCA.
Pro-ana: Usano suddetti blog per cercare di aiutarsi a vicenda a dimagrire raggiungendo così la “perfezione”.
Pro-ricovero: Sono già dimagrite abbastanza da sapere che questo non porterà mai la “perfezione” (tutt’al più, la morte) e usano I suddetti blog per cercare di aiutarsi a vicenda a percorrere la strada del ricovero.
Dunque. L’unica differenza principale tra l’essere “pro-ana” e l’essere “pro-ricovero” è una dichiarazione d’intenti (cattive/buone intenzioni nei confronti di se stesse e, secondariamente, delle altre) e il mettere in pratica questi intenti. Una ragazza “pro-ana” può andare sui blog per cercare d’imparare qualche trucco che le consenta di perdere un altro chilo. Una ragazza “pro-ricovero” sta cercando di disimparare detti trucchi. Sta cercando di limitare i danni.
Personalmente, mi reputo “pro-ricovero”; quindi uno degli obiettivi di questo blog è cercare di formare una comunità di persone che stanno lottando contro i DCA e cercando di darsi una mano a vicenda. Naturalmente, sono apertissima alla discussione, quindi è benvenuta anche chiunque la pensi diversamente da me: finché c’è rispetto, la discussione non può che essere costruttiva.
Penso, in fin dei conti, che la principale differenza tra ragazze “pro-ana” e “pro-ricovero” sia relativa al tempo e all’esperienza. Se una ragazza “pro-ana” non muore per inedia, indubbiamente prima o poi aprirà gli occhi su quella che è la realtà e andrà incontro a un percorso di ricovero. E dov’è che la ragazze “pro-ana” possono andare nel momento in cui si rendono conto di ciò che (si) stanno facendo e lasciano i loro blog?
È dura intraprendere la strada del ricovero completamente da sole, questo fa sembrare il ricovero come un qualcosa di estremamente difficile e complesso, quasi impossibile. Persone con un DCA indubbiamente hanno bisogno di supporto. Ed è ciò che, nel mio piccolo, con questo blog, cerco di dare. C’è bisogno di qualcuno con cui poter comunicare, di qualcuno che capisca veramente cosa significa essere anoressiche perchè lo vive sulla propria pelle. Noi siamo SOLE. L’anoressia è un isolante, separa talmente tanto dal resto del mondo che si finisce per rimanere senza alcuna amicizia reale.
I blog “pro-ana” riempiono un vuoto nel cuore di molte ragazze sole, tristi e ferite che sono in lotta contro il proprio corpo.
Questo blog spera di riuscire a riempire anche solo una piccola parte del vuoto nel cuore di chi cerca di lottare contro l’anoressia, per riuscire insieme a lottare non più CONTRO il nostro corpo, ma PER il nostro corpo.
Okay, sono pronta a rigirare la frittata. Anziché vagliare unicamente le differenze, vediamo adesso anche quali sono gli aspetti che accomunano ed uniscono le ragazze “pro-ana” con le ragazze “pro-ricovero”. Un fifty-fifty: quel che ci rende uguali, e quel che ci diversifica; le due facce della medaglia.
Pro-ana: Hanno problemi con il loro corpo e attuano comportamenti disfunzionali nei confronti del cibo per cercare di raggiungere una forma fisica che le permetta di stare a loro agio con loro stesse.
Pro-ricovero: Hanno problemi con il loro corpo e attuano comportamenti disfunzionali nei confronti del cibo per cercare di raggiungere una forma fisica che le permetta di stare a loro agio con loro stesse.
Pro-ana: In fondo in fondo, hanno scarsissima autostima e pensano di non essere mai giuste abbastanza.
Pro-ricovero: In fondo in fondo, hanno scarsissima autostima e pensano di non essere mai giuste abbastanza.
Pro-ana: Cercano il supporto e la conversazione con persone i cui blog trattano di DCA.
Pro-ricovero: Cercano il supporto e la conversazione con persone i cui blog trattano di DCA.
Pro-ana: Usano suddetti blog per cercare di aiutarsi a vicenda a dimagrire raggiungendo così la “perfezione”.
Pro-ricovero: Sono già dimagrite abbastanza da sapere che questo non porterà mai la “perfezione” (tutt’al più, la morte) e usano I suddetti blog per cercare di aiutarsi a vicenda a percorrere la strada del ricovero.
Dunque. L’unica differenza principale tra l’essere “pro-ana” e l’essere “pro-ricovero” è una dichiarazione d’intenti (cattive/buone intenzioni nei confronti di se stesse e, secondariamente, delle altre) e il mettere in pratica questi intenti. Una ragazza “pro-ana” può andare sui blog per cercare d’imparare qualche trucco che le consenta di perdere un altro chilo. Una ragazza “pro-ricovero” sta cercando di disimparare detti trucchi. Sta cercando di limitare i danni.
Personalmente, mi reputo “pro-ricovero”; quindi uno degli obiettivi di questo blog è cercare di formare una comunità di persone che stanno lottando contro i DCA e cercando di darsi una mano a vicenda. Naturalmente, sono apertissima alla discussione, quindi è benvenuta anche chiunque la pensi diversamente da me: finché c’è rispetto, la discussione non può che essere costruttiva.
Penso, in fin dei conti, che la principale differenza tra ragazze “pro-ana” e “pro-ricovero” sia relativa al tempo e all’esperienza. Se una ragazza “pro-ana” non muore per inedia, indubbiamente prima o poi aprirà gli occhi su quella che è la realtà e andrà incontro a un percorso di ricovero. E dov’è che la ragazze “pro-ana” possono andare nel momento in cui si rendono conto di ciò che (si) stanno facendo e lasciano i loro blog?
È dura intraprendere la strada del ricovero completamente da sole, questo fa sembrare il ricovero come un qualcosa di estremamente difficile e complesso, quasi impossibile. Persone con un DCA indubbiamente hanno bisogno di supporto. Ed è ciò che, nel mio piccolo, con questo blog, cerco di dare. C’è bisogno di qualcuno con cui poter comunicare, di qualcuno che capisca veramente cosa significa essere anoressiche perchè lo vive sulla propria pelle. Noi siamo SOLE. L’anoressia è un isolante, separa talmente tanto dal resto del mondo che si finisce per rimanere senza alcuna amicizia reale.
I blog “pro-ana” riempiono un vuoto nel cuore di molte ragazze sole, tristi e ferite che sono in lotta contro il proprio corpo.
Questo blog spera di riuscire a riempire anche solo una piccola parte del vuoto nel cuore di chi cerca di lottare contro l’anoressia, per riuscire insieme a lottare non più CONTRO il nostro corpo, ma PER il nostro corpo.
Etichette:
anoressia,
blog,
bulimia,
combattere,
comunità,
dca,
differenze,
disordini alimentari,
forza,
insieme,
obiettivo,
pro-ana,
pro-mia,
ricovero,
somiglianze,
unione
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
28 commenti:
P.S.= Ho ancora problemi con l'ADSL... per questo posso essere solo così poco presente e posto pochissimo... I'm sorry... Appena finisce Agosto, però, mi rinnovano l'abbonamento e potrò "rimettermi in riga"... Abbiate ancora un po' di pazienza, please...
Per VEGGIE: ^^
ohhh... mia cara Veggie!
;-) vedi ora scrivo a te...
scusa se l'altra volta ho parlato nel tuo blog con altre persone! Il fatto è che ci rispondevamo l'un l'altra di continuo!
riguardo il tuo post:
la differenza non è solo quella, secondo me è anche... la fierezza.
Le pro-ana sono fierissime di quello che fanno, almeno da quanto leggo sui blog, mentre le "pro-ricovero"... insomma diciamocelo, purtroppo noi non sempre mettiamo sui blog la nostra "eccellente vita con l'anoressia, wow come si sta bene!".
A volte mi chiedo se queste persone stiano così bene davvero o vogliano farlo credere.
Ti mando un bacio (si, a TE, mia cara VEGGIE ;) )
dalle ferie che stanno per finire ti mando un grosso saluto!
ho letto con molta attenzione il tuo nuovo post e credimi se solo entrambe le definizioni ( pro ana e pro ricovero) ti leggessero con attenzione forse riuscirebbero a capire quanto sia difficile ma al contempo possibile cercare di abbattere questo mostro che le divora.
un abbraccio da Londra
io penso che non c'è nessuna differenza, perchè le ragazze pro- ricovero sono state pro-ana prima di capire di avere un problema e decidere di percorrere la strada del ricovero. tutti quelli che soffrono di DCA spesso iniziano con una dieta, con la voglia di essere invisibili, di cercare la perfezione. Poi quando incominciano le conseguenze disastrose del digiuno si capisce di avere un problema e si cerca di uscirne e di intraprendere il ricovero. Io adesso sto percorrendo la mia strada del ricovero.. ma all'inizio la voglia di essere bella, magra e di imitare i bellissimi corpi delle modelle era forte. Io penso che il non accettarsi e voler dimagrire a tutti i costi rispecchia un disagio interiore. chi "sta bene" dimagrisce quanto basta.. chi "ha un disagio" dimagrisce sempre di più. tutte le pro-ricovero all'inizio erano contente di dimagrire..poi qualcosa è cambiato dentro di loro e hanno capito che bisogna reagire.. io penso che le ragazze pro-ana hanno bisogno dello stesso aiuto delle ragazze pro-ricovero..
questo è un mio pensiero chiaramente. Parlo per esperienza personale.. voglia matta di dimagrire (e quindi alla ricerca di trucchi per farlo), disperazione, risalita ( e quindi ricerca di trucchi per star bene).
un bacio
Invisibile
ciao Veggie. ..interessante questo problema... chiedo scusa da subito xchè quel che vorrei dire nn si può dire in 2 parole... sorry!!.
In fondo tutto si potrebbe semplificare separando le persone fra quelle che “nn si sono ancora rese conto” e quelle che hanno preso coscienza e lottano per uscire da un guaio… da una droga particolarmente diabolica, secondo me per moltissime ragioni… di cui solo alcune:
1. perché agisce su numerose strade parallele, cambiando camaleonticamente forme ed espressioni, in un intreccio complicato che la rende estremamente difficile da RICONOSCERE, e dunque da combattere
2. esprime la dipendenza fisica e morale attraverso un veicolo “innocente” (anzi, per sua natura necessario alla vita!) e alla portata di tutti
3. sembra fatta apposta per innestarsi su un TURBAMENTO che, nell’adolescenza, è di TUTTE, e, oggi, si può dire di TUTTI.
Ora, molte entrano senza sapere! Cadono semplicemente, così, in una dieta estrema, come si cade in una tagliola, intrisa di veleno mortale (disistima di sè+immagine falsa che danno i media). In quattro e quattrotto si trovano in un guaio tremendo e ci mettono un secolo a capire cosa sta succedendo loro…
Ma c’è anche l’enigma inspiegabile per cui le “nuove” che arrivano in una comunità virtuale come questa, avendo davanti tutti questi esempi, NON vogliono vedere quanto è matematico e lineare il percorso a cui vanno incontro: dal riconoscersi in un obiettivo, dal senso di appartenenza a un gruppo, a: > controllo> risultati> euforia> sbandamento>oscillare estenuante fra “controllo” e voragini ossessive di fame incontrollabile> perdita di ogni gioia, angoscia, solitudine, senso di vuoto costante: eccole finite nel paese del buco dentro, del senso di “perdita dell’anima”, del continuo tentativo di recuperare il “controllo” dei primi momenti, di ritrovare l’”euforia” che nn tornerà mai più; il paese delle sabbie mobili, dove regna la totale sfiducia di “potercela fare” (a far che? A USCIRNE? ..o a riprendere le redini senza rinunciare alla droga?… come se fosse possibile. Spesso resiste l’equivoco anche in questa fase).
Tutto, dico tutto questo iter è lo STESSO di qualunque ALTRA droga pesante: chiamala ero, coca, crack, anfetamine, alcoolismo o tabagismo - ciascuna ha le sue particolarità, ma l’iter è sempre lo stesso, e la porta da cui si entra è SEMPRE LA STESSA; lo stesso trucco della mente: “no, a me NO - a me NON succederà; quando voglio SMETTO, me ne servo, la uso, ci gioco… solo finché mi serve; ma quando voglio IO smetto”. Questi sono alcuni dei problemi all'origine, di cui nn si parla abbastanza… cosa dite? Cmque penso che qui, in questi blog, dove molte si fanno “forza” in senso pericoloso, ci sia anche la chiave della solidarietà e del confronto, che può far aprire gli occhi e creare la corrente calda che può aiutare a RITROVARE SE STESSE, e dunque ad uscirne.
(PS. grazie xil tuo commento, in cui osservi come sia strana, ai tuoi occhi, l'emozione "demoniaca" raccontata da quella ragazza... e sottolineo che è una ragazza dolce e sensibile.. eppure a me sembra un atteggiamento comune, visto quante parlano ad "Ana" come fosse un demone, vero e proprio, a cui si consegnano… e cmque qui si apre un discorso ancora +complesso e difficile, che nn si può fare qui…)
Grazie essere passata veggie, sei molto cara e buona a preoccuparti per me, per noi.
Ti leggo da moltissimo e ti stimo.
bacio.
Spero tanto che le ragazze che hanno il problema dell'anoressia sappiano farsi aiutare..
Un abbraccio e buone vacanze..
Pachucha.
Il problema è proprio questo: la consapevolezza.
A volte mi è capitato di ricevere commenti da visitatori sconosciuti, che poi si rivelavano essere pro-ana non appena visitavo il loro blog. Da quel che ho potuto vedere, a loro sembra che la restizione alimentare,il pesarsi continuamente e la "stupenda" sensazione di sentirsi "sgonfi" siano l'unico e il solo modo per vivere. Non appena leggevo queste cose, uscivo dai loro blog perchè mi trasmettono molta inquietudine.
Quindi, dicevo, il vero scoglio che devono superare è il rendersi conto che quello non è il solo modo di vivere... anzi! E' solo un modo per non amarsi, non accettarsi e farsi del male!
Hai descritto due facce della stessa medaglia, e la cosa che spicca di più è che in entrambi in casi c'è malessere e sofferenza. Si deve decidere da che parte stare...ed io spero che sempre più ragazze scelgano la via della salute.
Spero tu stia passando delle belle vacanze, un bacio.
Non saprei... Secondo me non si può semplificare in due categorie pro-ana/ pro-ricovero, almeno io non mi ritrovo in nessuna delle due al momento, ma forse perchè soffro di un disturbo alimentare diverso che non mi porta a consumarmi e con cui bene o male convivo da anni... Comunque credo che prima ci si rende conto di avere un problema meglio è, anche se la consapevolezza da sola non basta...
Ciao Veggie, spesso sono passata di qua in questi mesi e vedo che non smetti mai di darti da fare per tutti. Non so se ti ricordi di me, a volte mi lasciavi dei commenti sul blog e io li leggevo sempre con tanto piacere. Volevo sapere come stai, se stai passando una buona estate. O forse inconsciamente sono venuta qui per una parola di conforto che so che tu non mi rifiuteresti. Baci.
Eh no, su questo non ci sto. Va bene non sparare a zero, ma questa cos’è, una sorta di apologia delle pro-ana? Dannazione, no, eh!, perché non c’è assolutamente una mazza di giustificabile.
Intendiamoci, a me non me ne frega una sega di cosa può pensare una persona, il suicidio dovrebbe essere legale, quindi una con la propria vita può fare quel che cazzo gli pare, e se una decide di morire di fame non sarà una gran perdita per nessuno, se non per se stessa (ma forse neanche). Ognuna è padrona di scegliere della propria vita e della propria morte, questo non mi frega, quel che m’interessa è ciò che una può trasmettere alle altre persone. Perché finché ti chiudi nel cesso e ti tagli le vene, chissene, ma quando una mette in rete e pubblica certa maledettissima roba, allora no, cazzo, è una cosa completamente diversa: è una carognata. Chiunque può decidere di ficcarsi nella merda, ma questo non dà il diritto di trascinare altre persone con sé. Non si gioca con la vita altrui. Ed è un’idiozia cercare di pararsi il culo dicendo “ma io non dico a nessuno di fare come me”, perché quando si lancia un messaggio è chiaro che lo si fa perché si vuole che qualcuno lo raccolga. E ci possono andare di mezzo persone che, in altre mani, avrebbero potuto liberarsi del proprio disagio senza cacciarsi nella cazzo di anoressia, che promette di darti tutto e poi l’unica cosa che ti lascia sono le fottute rovine della tua vita. Uno strumento può avere come fine il benessere degli altri ma bisogna riflettere sulla delicatezza dello strumento altrimenti si rischia di essere la causa del "malessere" degli altri. Chi sceglie di dannarsi tuffandosi nella merda sarà un deficiente, ma chi tira anche altri nella merda, ne è parte integrante: uno stronzo.
Ragazza pro-ana che esalti la magrezza, dispensi consigli su come non mangiare o come fare a vomitare, ti poni come obiettivo finale la perfezione e stai leggendo queste parole, ti piace l'inferno? Bene, ti ci trascineremo fino a strapparti la pelle.
Moriremo tutte insieme nella nostra imperfezione. Perché dovresti saperlo benissimo che l'unico "obiettivo finale" è l'aldilà.
Jonny
Ciao bella, questo post era davvero interessante :D Volevo commentare dicendo che io non sono assolutamente Pro-ana, ma sono solo in cerca della forma fisica, con una dieta 1po' dannosa ma nn troppo.. :)
1bacio
@ Ilaria – Ehi, piccola, guarda che scherzavo col commento che avevo lasciato all’altro post! Non me la sono presa per niente, ci mancherebbe!, anzi, come ti ho scritto mi ha fatto estremamente piacere che abbiate usato questo spazio per poter parlare tra di voi… è proprio per questo che esiste questo blog, per favorire la comunicazione e il supporto reciproco tra tutte noi!!! E spero davvero tanto che ciò che ti ho scritto io e le altre ragazze ti abbia dato anche solo un piccolo input positivo per la tua situazione con la tua migliore amica…
Passando invece a questo post e, nella fattispecie, a quello che mi hai scritto al riguardo… Lo trovo uno spunto molto interessante, tra l’altro, ti ringrazio per avermelo offerto… Secondo me, però, c’è da fare una precisazione… nel tuo commento compari le “pro-ana” e le “pro-ricovero” come se avessero lo stesso problema… In effetti ammetto che, come ho scritto nel post, ci siano delle somiglianze, ma, come ho anche scritto nel ciclo di post sull’ “Anatomia pro-ana”, penso che le ragazze “pro-ana” non soffrano esattamente di anoressia… Quindi, quello di cui sono “fiere”, non è in realtà l’anoressia… che, del resto, si sa, è una malattia mentale e c’è ben poco in questo di cui vantarsi… In quanto alla tua ultima affermazione sullo stare bene… Penso che tu ti sia risposta da sola, in realtà… In fin dei conti, pensaci: se tu stessi veramente bene, fossi veramente convinta, fiera ed orgogliosa di quello che fai, sentiresti il bisogno di fare proselitismo? Sentiresti il bisogno di avere persone che ti dicono “ma quanto sei brava!”, “continua così che vai bene!”? Sentiresti il bisogno di avere continui avalli e certezze dalle altre?... Secondo me, questo è il tipico comportamento di persone che, in realtà, sono estremamente insicure, soffrono e sanno in un certo qual modo che si stanno facendo del male… ma se qualcuno le incoraggia, allora gli sembra che quello che fanno non sia poi così sbagliato… Il che è confermato anche dal fatto che molto spesso nelle intestazioni dei loro blog scrivono che non vogliono commenti da chi la pensa diversamente da loro… Se fossero così soddisfatte, felici, e stessero bene, non avrebbero problemi a mettersi a discutere le loro idee con chi la pensa diversamente, no?!... E’ l’insicurezza che ti porta ad evitare il dialogo, perché hai paura di mettere in discussione le tue non-convinzioni…
In quanto a noi “pro-ricovero”… la fierezza non dovremmo dimenticarla, sai?!... Stiamo percorrendo la strada della luce… Cadiamo, ma non manchiamo mai di rialzarci… e dovremmo davvero essere orgogliose di questo!!...
Un bacio grande grande…
@ Balua – Che dirti, allora, se non buon rientro?! Spero che queste vacanze ti lascino un piacevole ricordo… e che tu sia pronta a ricominciare la vita quotidiana con la tua solita grinta, voglia di combattere giorno dopo giorno, e il sorriso sulle labbra…
@ Clelia – Tutto è possibile… impossibile è solo ciò cui abbiamo rinunciato. “Pro-Ana” e “Pro-Ricovero” sono solo etichette che nascondono persone… persone che sono uguali… e fragili. Persone che possono combattere e possono farcela… che hanno la loro vita tra le mani… e tutta la possibilità di scegliere cosa farne… Io ho fatto la mia scelta. E spero che sarà anche quella di molte altre ragazze…
@ Invisibile – Innanzitutto, ti ringrazio per aver voluto condividere qui la tua esperienza… L’ho trovata molto interessante, come del resto trovo interessante qualsiasi punto di vista che sia differente dal mio e che, quindi, mi aiuti ad allargare le vedute… Quindi, grazie per quello che hai scritto. Nonostante il nostro vissuto dell’anoressia ci accomuni, infatti, io sono passata per un’esperienza piuttosto diversa dalla tua… Del resto, è ovvio che ogni persona è una storia a sé, e nei vissuti personali non c’è modo di oggettivizzare… Personalmente, posso solo dire che non ho alle spalle un vissuto “pro-ana”, perché il mio problema non è mai stato l’esteriorità, ma cose che venivano ben più dal profondo… cui ho cercato di trovare una “soluzione” che mi permettesse di arginare… questo semplicemente per dire che, in questo caso come sempre del resto, non si può fare di tutta l’erba un fascio e dire che le “pro-ricovero” sono necessariamente state “pro-ana”… e nemmeno che s’intraprende la restrizione alimentare solo per apparire, visto che secondo me l’aspetto predominante è il senso di controllo che ti dà… Sono invece pienamente d’accordo con te quando dici che chi non ha un disagio interiore dimagrisce quanto basta, magari chiedendo fin da subito l’aiuto di un dietista… Il punto è che chi sceglie l’anoressia non lo fa per dimagrire ma, appunto, per cercare di risolvere il suo disagio interiore (senza ovviamente rendersi conto che quella è l’anticamera per problemi ben peggiori…)… E poi, sono d’accordo anche sul fatto che sia le ragazze “pro-ana” che le “pro-ricovero” hanno bisogno d’aiuto… Tutte quante, dovremo solo trovare il coraggio di chiederlo… perché nel momento in cui si apre gli occhi, ci si accorge che ci sono tante mani tese verso di noi, se solo decidiamo di afferrarle…
@ Michiamomari – Innanzitutto grazie per il tuo commento che offre innumerevoli spunti di riflessione… E non ti preoccupare se quello che hai da dire non si risolve in 2 parole: qui hai tutto lo spazio per dire tutto ciò che vuoi, quindi sentiti liberissima di prendertelo!... Passando a rispondere al tuo commento, comunque… Sono perfettamente d’accordo con te sul fatto che un DCA sia uguale – da un punto di vista di meccanismo psicologico sottostante – ad una qualsiasi altra “droga”: quello che unisce ogni tipo di “droga”, infatti, è l’aspetto della DIPENDENZA, qualcosa di cui pensi di poter fare a meno quando vuoi, ma di cui poi in realtà non riesci veramente mai a fare a meno… Per quanto riguarda i motivi d’insorgenza, invece, credo sia impossibile fare generalizzazioni, perché i DCA sono malattie multifattoriali, e ogni persona ha un background diverso, quindi la ragione per cui opera la scelta di un DCA può essere anche molto diversa rispetto a quella di altre persone… Per lo meno, questa è la conclusione cui sono arrivata parlando con molte ragazze che ho conosciuto durante i miei ricoveri… Per quanto riguarda lo scegliere la strada “pro-ana” nonostante gli esempi che si hanno di fronte, io credo dipenda dal fatto che la percezione della realtà è molto selettiva… nel senso che ciascuna di noi vede solo e soltanto quello che vuole vedere… Si pensa sempre di essere “più forti”, “migliori” delle altre… salvo poi scoprire che siamo né più e né meno come loro… Purtroppo, nel momento in cui si sceglie l’anoressia, anche senza rendercene conto quel che veramente abbiamo scelto è una strada senza uscita… prima o poi, si finisce inevitabilmente per schiantarci contro il muro della consapevolezza… Ma è qui che si possono aprire gli occhi, e decidere di cominciare a combattere…
P.S.= In quanto al tuo “P.S.”… Sì, vero, è un discorso molto complesso e difficile… Comunque, se ti va di parlarne e di approfondire in separata sede, il mio indirizzo e-mail lo trovi sulla colonnina di destra di questo blog… ADSL permettendo, (che in questo mese d’Agosto è balordo ma tornerà a funzionare da Settembre), possiamo parlarne anche lì, se ti va…
Un abbraccio, e grazie ancora per i tuoi commenti che mi danno sempre tanto su cui riflettere…
@ Persefone – Ciao e benvenuta, grazie mille per le tue parole… Se hai bisogno, di qualsiasi cosa, in qualsiasi momento, mi trovi sempre qui… Qui o sulla mail… non esitare a scrivermi… Abbi cura di te… ti sei stata affidata, e sei tutto ciò che hai…
@ Pachucha – E’ ciò che spero anch’io… Il fatto è che chiedere aiuto è un passo molto difficile… Richiede molta consapevolezza, forza, maturità e coraggio… Ma quando ci si riesce… abbiamo già superato un bell’ostacolo…
@ Vele/Ivy – Acquisire consapevolezza di avere un problema, è il primo passo per affrontarlo… ma anche il più difficile. L’atteggiamento “pro-ana” non può essere un modo per vivere… (semmai, un modo per morire…) quanto piuttosto una “fase di transizione” in cui una persona cerca di dare una forma, di “etichettare” il malessere che porta dentro… E’ nel momento in cui una ragazza si rende conto che non c’è bisogno di morire per vivere, nel momento in cui capisce che il dolore non cancella il dolore ma ne apporta solo di ulteriore, che apre gli occhi… e che può decidere di fare veramente qualcosa per se stessa…
@ sorridente – Sicuramente il malessere sottostante è il minimo comune denominatore… Poi si esplica in maniera diversa, ma sicuramente sempre di malessere si tratta… E c’è un solo modo per risolverlo: affrontarlo. Non trinceandosi nelle proprie posizioni, nel proprio dolore, ma con l’umiltà e il coraggio di farsi aiutare nel momento del bisogno, e la voglia di combattere…
@ Musidora – Ti rispondo da protomedico quale sono… ^^” Sono d’accordo con te che non si può fare di tutta l’erba un fascio… uso “categorie” solo perché servono a semplificare… e questi 2 termini mi sono utili per poter fare una comparazione/contrapposizione… Poi, certo, sono consapevole che, personalmente, non avendo mai vissuto la bulimia, non posso rendermi veramente conto di cos’è e che cosa significhi conviverci… e su questo non mi azzardo a dire nient’altro, perché so di non poter capire, non avendola vissuta… Concordo con te anche sul fatto che la consapevolezza non basti… sicuramente è basilare, ma ci vuole anche l’onestà per ammetterlo con schiettezza di fronte a noi stesse che abbiamo un problema, e il coraggio di chiedere aiuto se il problema è più grande di noi…
@ Ludovica90 – Ciao Ludovica, ma certo che mi ricovero di te! Bentornata! ^__^ E mi fa davvero tanto piacere ritrovarti di nuovo qui… qualsiasi cosa ti abbia spinta a tornare, sono contenta che tu l’abbia fatto… Perché significa che, nonostante tutto, non hai perso la voglia di sperare e di combattere contro il tuo DCA… Lo sai cosa dice una delle mie canzoni preferite? "Inside the loop you have to find the way to get outside"... e io credo che sia assolutamente vero. I DCA ci tirano dentro un circolo vizioso che dobbiamo assolutamente cercare di rompere… Perciò, Ludovica, non mollare: hai tanta strada davanti, e tutto il tempo per costruire la te stessa che vorresti essere... E se senti che non ce la fai da sola, fatti aiutare. Chiedere aiuto non è segno di debolezza, ma di grande forza, maturità e responsabilità. Hai nelle tue mani ogni possibilità di scelta. Puoi distruggerti, o puoi avere cura di te stessa. E' come una strada che all'improvviso si biforca: hai 2 possibilità. E solo una delle due ha un futuro. Non c'è una terza via d'uscita, e indietro non si torna. Fai la tua scelta.
@ Jonny – Quoto. Tutto sommato… Che poi, se ci pensi, è un’altra differenza tra ragazza “pro-ana” e ragazza anoressica, che abbia scelto o meno d’intraprendere la strada del ricovero… Rispetto. E sicurezza, decisione, determinazione. Con questo non voglio dare giudizi di valore… perché sono convinta che c’è una motivazione dietro tutte le cose, anche le più sbagliate… Però capisco la tua rabbia, perché è anche la mia… e quando si è arrabbiate, concedere è difficile… comprendere ancora di più… Tuttavia, credo possa valere la pena di provare… Non per giustificare… ma per potersi avvicinare, provare a capire… e, così, dare una mano a cambiare…
@ Pagliuzza – Ti rivolgo allora semplicemente una domanda: come mai ricerchi la forma fisica con una dieta “un po’ dannosa”? Perché non farlo con una dieta sana, facendoti aiutare da un dietista? Ritroverai la forma fisica sicuramente in maniera migliore e duratura, e non correrai il rischio di comportamenti alimentari errati che potrebbero farti scivolare inavvertitamente verso un DCA…
ciao,
seguo il tuo blog da un pò di tempo (io ne ho uno su splinder) e ti faccio di cuore i miei complimenti per il coraggio che hai,e per come riesci a comunicare,perchè nonostante uno schermo ci separi,sei riuscita ad aiutarmi in qualche modo.
è come se avessi qualcuno che mi dice e mi ripete che non sono sola in questa lotta,che prima o poi tutto questo finirà.
ti mando un bacione e tutto il bene di questo mondo.
intanto continuerò a seguirti ;)
Irene.
ciao Veggie! sono eliogregory...ti ricordi di me?
noto con piacere che il tuo stupendo blog continua a crescere e ad aiutare tanta gente...sei una piccola grande eroina...continua sempre così! un abbraccio
ciao
sono tornata
non ci sono poi tante differenze ... il discorso è generico e rientra in entrambe le categorie se ci sono problemi con il proprio corpo...
purtroppo lottare contro è necessario e mi rendo conto che è davvero difficile e lo diventa sempre di più in una società che dà rilevanza ai corpi anziché agli spiriti.... le donne sono le prime vittime di questo atteggiamento... e tutte siamo un po' coinvolte con più o meno eccessi...
@ Irene – Ciao Irene, e benvenuta! Ti ringrazio tantissimo per il commento che hai lasciato… Non sai quanto mi abbia fatto piacere leggere che, in qualche modo, le mie parole riescano ad aiutarti… mi hai illuminato la giornata… GRAZIE!!... Comunque, Irene, è vero che non sei sola… Siamo in tante… e stiamo tutte combattendo… e qui possiamo farlo insieme. Penso che la possibilità di unirci contro il nemico comune siamo molto importante… Perché nel momento in cui ci rendiamo conto che non siamo sole, la nostra forza per scoprire dove abbiamo deviato e cosa possiamo fare per ritornare in carreggiata e non perdere la rotta risulta accresciuta… Io non ho la sfera di cristallo, e perciò non posso dirti con sicurezza che prima o poi tutto questo finirà… Però, una cosa, anche senza sfera di cristallo, la so per certo: se continuiamo a combattere, giorno dopo giorno, per il resto della nostra vita, se continuiamo a lottare… allora non saremo mai sconfitte… MAI…
Ti abbraccio forte… torna pure quanto vuoi, quando hai bisogno, non mi fa che piacere…
@ Elio Gregory – Ehi, ciao! \^_^/ Ma certo che mi ricordo di te! E ti ringrazio per essere ancora qui a leggere e a seguire il mio blog… Ti mando un abbraccio… virtuale, ma forte forte…
@ Pupottina – Bentornata, cara! E grazie per aver voluto condividere qui la tua preziosa opinione… E’ interessante quello che scrivi a proposito della società… penso possa essere considerata un’altra differenza tra “pro-ana” e “pro-ricovero”, invece… L’anoressia non viene mai scelta per l’apparire, anzi, per l’essere… ma, forse, non so, “ana” viene scelta per apparire…
ciao,ho letto con interesse il tuo post... io ho molti problemi con l alimentazione.
Non mi sento affatto pro ana .Ma pro me.
ma neanche pra ricovero.Ne ho già fatto uno.Non mi è servito.
@ skinnygirl – Bè, se il “pro-me” significa che stai cercando di fare qualcosa di positivo per te stessa, facendoti aiutare se ne senti il bisogno, e cercando di prenderti cura di te, allora può andar bene, no?!... In quanto al ricovero… Non so se hai letto uno dei primi post che ho scritto in questo blog… Se vai sulla colonnina di destra, sotto il paragrafo “ABOUT ME” trovi anche la scritta “Ricovero”… se ci clicchi sopra, ti appare il post in questione… Leggilo… Ecco, io intendo questo quando parlo di “ricovero”… In quanto ai fallimenti… Se ce l’avessi fatta al primo tentativo, credimi, ti avrei fatto una statua… Ma la vera forza e il vero coraggio stanno proprio nel rialzarsi anche quando le cose sono andate male e si vorrebbe mollare… Non aver paura che fare un 2° tentativo significhi che le cose andranno come il 1°, o ancora peggio… potrebbero anche andare meglio… Se non ti dai la possibilità di provare, non lo saprai mai…
Un abbraccio forte…
trovo difficile immedesimarmiin queste situazioni, però vorrei dire la mia su alcune cose che sono certe, dato che studio statistisca. Si legge che si inizia con il digiuno perchè si vuole diventare bella. Ma è dimostrato ed ovvio che agli uomini(tutti) piacciono le donne prosperose e ben "impostate", lo dimostra uno studio di vanity fair con una percentuale superiore al 90%. Per cui sicuramente a nessuno piace avere una ragazza di 40 chili o meno. Detto ciò volevo solo dire che forse si inizia a digiunare non per apparire belle all'esterno ma per qualcosa che viene da dentro e che non riesco a capire purtroppo.
ciao a tutte
@ Anonima – Penso che la tua trattazione dell’argomento sia estremamente superficiale… Non c’è niente di male in questo: è proprio perché, come dici tu stessa, non ci sei passata, che certe cose non le puoi capire e quindi ti fermi alla superficie… Potrei rimandarti a tanti post di questo blog, (tra cui quello dell’ “Anatomia pro-ana” in cui arlo delle differenze tra ragazze “pro-ana” e ragazze che hanno un DCA) ma per non farti perdere tempo né creare dispersione, posso riassumere dicendoti che non è vero che s’inizia digiunando (s’inizia per lo più restringendo, ma anche mangiando normalmente e poi vomitando), e diventare bella è proprio l’ultimo dei pensieri… esattamente come piacere ad un ragazzo… Come hai detto anche te, s’inizia e si va avanti SOLO ED ESCLUSIVAMENTE per problemi legati all’interiorità e scaturiti da un determinato background che s’interseca con fattori predisponesti e scatenanti il DCA…
Un abbraccio…
leggere l'intero blog, pretty good
necessita di verificare:)
Posta un commento