mercoledì 6 luglio 2011
Freni al ricovero: Valium virtuale
Penso che l’ansia, più o meno marcata, sia un vissuto comune a chiunque stia alle prese con l’anoressia. L’ansia rende irritabili, e peggiora ulteriormente le cose che temiamo, un po’ come un serpente che si morde la coda.
Si comincia a star meglio quando ci si rende conto di quanto l’ansia possa pervadere la vita. Questo è il primo passo. Poi però bisogna imparare a mettere in atto strategie di coping contro l’ansia. Ed è proprio questo che mette un freno al percorrere la strada del ricovero:
L’anoressia è un ansiolitico
L’anoressia è una strategia di coping che permette di limitare l’ansia grazie alla sensazione di (illusorio) controllo che fornisce. L’ansia deriva infatti per lo più dal timore che qualcosa non vada come vorremmo, che esca dalla nostra sfera di controllo. L’anoressia sembra fornire la chiave del controllo. Ecco quindi che la malattia diventa la cura. Se possiamo controllare le cose (questo è ciò che l’anoressia ci fa credere), allora possiamo farle andare come vogliamo, ed evitare sorprese indesiderate, quindi possiamo contenere l’ansia. E se proprio, pur controllando l’andamento delle cose, il risultato non fosse conforme alle nostre aspettative, poiché detto risultato deriva comunque dal nostro indirizzamento controllato dei fatti, siamo in grado successivamente di adottare un’altra strategia (sempre controllata!) che ci permetta di dirigere le cose in un’altra maniera, pervenendo ai risultati desiderati.
Se sale il controllo, cala l’ansia. In tal senso, l’anoressia è meglio del Valium. Possiamo controllare le cose, e ci sentiamo bene quando restringiamo l’alimentazione: quale migliore accoppiata potremmo desiderare?
Anche durante le ricadute, si è consapevoli che il ritorno all’anoressia non avrà un lieto fine, e che prima o poi saremo comunque costrette a ricominciare a seguire l’ “equilibrio alimentare” e a riprendere peso. Eppure, ogni volta ci sentiamo raggelate. E non soltanto per il peso da riprendere o per la paura del cambiamento, ma soprattutto per l’aumento dell’ansia che arriva spontaneo quando si rinuncia al “controllo” dell’anoressia. Ci sembra di non essere capaci di gestire quell’ansia senza ricorrere al DCA. Nel pieno dell’anoressia, ci sembra di sapere perfettamente quello che vogliamo: restringere l’alimentazione. In questo frangente, l’ansia si riduce notevolmente perché abbiamo per lo meno un’incrollabile certezza. Il fatto addizionale che l’anoressia sia un ottimo asso nella manica, riduce i livelli di ansia sostanzialmente a zero. Perché anche se tutto andasse a puttane, l’anoressia resta sempre, no?!
Iniziare il percorso di ricovero significa abbandonare tutto questo. Significa rinunciare al nostro Valium virtuale ed imparare ad adottare altre strategie di coping non disfunzionali nei confronti dell’ansia. Il ricovero di per sé – ahimè! – non riduce l’ansia. Ci si sente ansiose come prima e, anzi, forse sembra pure peggio perché siamo appena reduci da un qualcosa che aveva fatto scomparire l’ansia totalmente. Ci sono millemila strategie di coping nei confronti dell’ansia, dallo yoga, alla meditazione, al masticare chewing-gum, al prendere una camomilla, al ricamare, al cercare di distrarsi… e ce ne vogliono a milioni, di queste strategie, perché non tutte sono funzionali per le differenti situazioni. Ovviamente non posso mettermi a prendere una camomilla se sono nel bel mezzo di una gara, ma posso respirare a fondo e dire a me stessa di rimanere concentrata su ciò che sto facendo per impedire alla mia testa di divagare ed essere facile preda dell’ansia. Inoltre, bisogna imparare ad accettare il fatto che la vita non si può controllare, e che quindi l’ansia non potrà mai essere eliminata del tutto, ma che non è così insormontabile da doverla tamponare con l’anoressia. Perciò, quando vi trovate a provare particolare ansia nel percorrere la strada del ricovero e vi viene voglia di rituffarvi nell’anoressia, prendetevi un attimo per pensare: “Quest’ansia l’ho già vissuta, e non ne sono morta. L’anoressia può essere un Valium, un palliativo, ma non la risolve. Perciò, tutto quello che posso fare, è affrontare quest’ansia tal quale. L’ansia non mi ha mai uccisa, quindi ce la posso fare anche stavolta”.
Si comincia a star meglio quando ci si rende conto di quanto l’ansia possa pervadere la vita. Questo è il primo passo. Poi però bisogna imparare a mettere in atto strategie di coping contro l’ansia. Ed è proprio questo che mette un freno al percorrere la strada del ricovero:
L’anoressia è un ansiolitico
L’anoressia è una strategia di coping che permette di limitare l’ansia grazie alla sensazione di (illusorio) controllo che fornisce. L’ansia deriva infatti per lo più dal timore che qualcosa non vada come vorremmo, che esca dalla nostra sfera di controllo. L’anoressia sembra fornire la chiave del controllo. Ecco quindi che la malattia diventa la cura. Se possiamo controllare le cose (questo è ciò che l’anoressia ci fa credere), allora possiamo farle andare come vogliamo, ed evitare sorprese indesiderate, quindi possiamo contenere l’ansia. E se proprio, pur controllando l’andamento delle cose, il risultato non fosse conforme alle nostre aspettative, poiché detto risultato deriva comunque dal nostro indirizzamento controllato dei fatti, siamo in grado successivamente di adottare un’altra strategia (sempre controllata!) che ci permetta di dirigere le cose in un’altra maniera, pervenendo ai risultati desiderati.
Se sale il controllo, cala l’ansia. In tal senso, l’anoressia è meglio del Valium. Possiamo controllare le cose, e ci sentiamo bene quando restringiamo l’alimentazione: quale migliore accoppiata potremmo desiderare?
Anche durante le ricadute, si è consapevoli che il ritorno all’anoressia non avrà un lieto fine, e che prima o poi saremo comunque costrette a ricominciare a seguire l’ “equilibrio alimentare” e a riprendere peso. Eppure, ogni volta ci sentiamo raggelate. E non soltanto per il peso da riprendere o per la paura del cambiamento, ma soprattutto per l’aumento dell’ansia che arriva spontaneo quando si rinuncia al “controllo” dell’anoressia. Ci sembra di non essere capaci di gestire quell’ansia senza ricorrere al DCA. Nel pieno dell’anoressia, ci sembra di sapere perfettamente quello che vogliamo: restringere l’alimentazione. In questo frangente, l’ansia si riduce notevolmente perché abbiamo per lo meno un’incrollabile certezza. Il fatto addizionale che l’anoressia sia un ottimo asso nella manica, riduce i livelli di ansia sostanzialmente a zero. Perché anche se tutto andasse a puttane, l’anoressia resta sempre, no?!
Iniziare il percorso di ricovero significa abbandonare tutto questo. Significa rinunciare al nostro Valium virtuale ed imparare ad adottare altre strategie di coping non disfunzionali nei confronti dell’ansia. Il ricovero di per sé – ahimè! – non riduce l’ansia. Ci si sente ansiose come prima e, anzi, forse sembra pure peggio perché siamo appena reduci da un qualcosa che aveva fatto scomparire l’ansia totalmente. Ci sono millemila strategie di coping nei confronti dell’ansia, dallo yoga, alla meditazione, al masticare chewing-gum, al prendere una camomilla, al ricamare, al cercare di distrarsi… e ce ne vogliono a milioni, di queste strategie, perché non tutte sono funzionali per le differenti situazioni. Ovviamente non posso mettermi a prendere una camomilla se sono nel bel mezzo di una gara, ma posso respirare a fondo e dire a me stessa di rimanere concentrata su ciò che sto facendo per impedire alla mia testa di divagare ed essere facile preda dell’ansia. Inoltre, bisogna imparare ad accettare il fatto che la vita non si può controllare, e che quindi l’ansia non potrà mai essere eliminata del tutto, ma che non è così insormontabile da doverla tamponare con l’anoressia. Perciò, quando vi trovate a provare particolare ansia nel percorrere la strada del ricovero e vi viene voglia di rituffarvi nell’anoressia, prendetevi un attimo per pensare: “Quest’ansia l’ho già vissuta, e non ne sono morta. L’anoressia può essere un Valium, un palliativo, ma non la risolve. Perciò, tutto quello che posso fare, è affrontare quest’ansia tal quale. L’ansia non mi ha mai uccisa, quindi ce la posso fare anche stavolta”.
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14 commenti:
L'ultima frase l'ho copiata su un mio quaderno dove scrivo tutte le frasi positive... fatte ma anche che mi vengono in mente!
Io sono una ragazza molto ansiosa... e il colmo è che neanche l'anoressia mi tranquillizza....cioè, mi sento sicura sull'alimentazione e sul controllo di me stessa ma negli altri ambiti l'ansia mi assale sempre... soprattutto quando sento che non devo fallire.
L'ansia c'è stata, c'è e ci sarà... bisogna saperla gestire, ma tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare.
Si può imparare a reagire di fronte all'ansia data dall'abbandono dell'anoressia solamente procedendo passo dopo passo ad aumentare di peso... e se l'ansia diventa incontrollabile ci si può fermare su un certo peso (ritenuto adeguato dai vari medici)
per un periodo.
Ho scritto cose che fatico anche io a seguire, la mia parte razionale è riuscita a zittire l'anoressia per qualche minuto...
in ogni caso, un abbraccio! ^^
Questa proprio è secondo me la cosa paradossale di ogni dca: il senso di controllo. Perché è innegabilmente vero che un dca è un ansiolitico ed esplica questa sua attività ansiolitica perché ci trasmette un senso di controllo; però è altrettanto vero che si tratta di un controllo fittizio, che capita di perdere (almeno a me, essendo bulimica, piuttosto spesso), e questo poi finisce per trasmettere ancora più ansia: allora si cerca di reinsaldare quel controllo con un’alimentazione ancora più serrata, ancora più controllata, appunto, e si costruisce un circolo vizioso dal quale uscire è tanto più difficile quanto più si va avanti. Quando ero nel pieno della bulimia mi sembrava che comunque riuscissi a controllare la situazione perché anche se mangiavo poi potevo sempre vomitare, e quindi tutto ritornava a posto. Poi mi sono ritrovata con un’esofagite da reflusso, fortori, squilibri elettrolitici a palla, ulcerazioni sulle dita delle mani… oh, ecco come controllavo tutto quanto, lo controllavo proprio bene, non c’è che dire! Certamente viene l’ansia quando si decide d’intraprendere un percorso di ricovero, però almeno c’è la consapevolezza che non ci stiamo più distruggendo, e che possiamo trovare altri modi per gestire l’ansia, senza bisogno di ricorrere a un finto controllo che poi è ciò che ci controlla e che rende miserabile la nostra vita.
Questo è forse uno dei motivi per cui la restrizione alimentare a certi livelli crea dipendenza. E' usata come un modo per controllare la propria ansia, anche se poi crea un meccanismo perverso da cui è difficile uscire. Ma la consapevolezza del problema e la volontà di affrontarlo sono i primi passi per combatterlo.
Leggendo quello che ha scritto Vale Ivymi ritrovo d'accordo nel dire che l'anoressia è una dipendenza. Tutti questi tipi di problemi sono dipendenze. C'è chi non mangia, c'è chi vomita, c'è chi si taglia, c'è chi fuma erba, c'è chi sniffa, c'è chi si buca, c'è chi beve, c'è chi si riempe di medicine. Tutte dipendenze. E da questo punto torno all'argomento del tuo post: le dipendenze aiutano ad annebbiare la mente, no? Quindi a togliere tutte le sensazioni sgradevoli.E questo è uno dei motivi per cui non riusciamo a lasciare le nostre dipendenze, qualunque esse siano. E allora si, ci si possono ripetere cose come hai detto tu, oppure, sostituire le dipendenze con altre attività.
Ma qual'è il vero problema?Il vero problema è che non sempre si è abbastanza forti, abbastanza lucidi e abbastanza pronti per farlo. Io non so quando sarò pronta, ma aspetterò..
Ti mando un abbraccio,
Ellie.
ps: ho cambiato il link del blog, e so che alcuni stanno avendo dei problemi ad entrarci per questo motivo, quindi ti scrivo il link :)
http://eroioquella.blogspot.com/
Hai assolutamente ragione, la malattia inizia come "rifugio" e finisce per diventare una trappola da cui non si riesce a fuggire...
le tue parole sanno sempre essere di coforto.
Un bacio!
Ehi ciao^^
Volevo avvisarti solo che cancello il blog!!
Io non usavo l'anoressia ma le abbuffate per placare l'ansia, e devo dire che erano piu' efficaci di un intero flacone di Valium!
Il problema ovviamente era il dopo.
Mi ero abbuffata per placare l'ansia, e alla fine mi ritrovavo piu' ansiosa di prima.
Poi vomitavo, per un attimo stavo meglio, e quindi l'ansia mi riassaliva.
E via di nuovo ad abbuffarmi, in un circolo vizioso senza fine.
Parlo al passato, ma un episodio di sedazione disfunzionale l'ho avuto meno di due mesi fa', solo per aver visto il peso aumentare...
Pero' mi è servito per rifletterci su.
Io sono un'ansiosa di natura, ma spesso e volentieri le situazioni che generano ansia sono io stessa a crearle, quindi regola numero 1: evitare di cacciarmi nei guai con le mie stesse mani!
Per il resto, solo rimedi naturali: tisane, niente caffe', lunghe passeggiate riflessive, musica musica e ancora musica...
Alla bulimia ora lascio rare occasioni per rifarsi viva!
Un abbraccio!
Dony
Per quanto mi riguarda l'ansia resta ancora la peggiore emozione da gestire senza DCA..
Ma migliorerò! Tutte possiamo farcela.
L'importante è proprio non illudersi che, guarendo, l'ansia svanisca. Bisogna essere realisti ed imparare che nella vita l'ansia PUO' ESSERE GESTITA e, proprio come dici tu, NON UCCIDE!
La seconda bestia nera in quanto ad emozioni che mi mettono nel panico è la NOIA. Sembra assurdo ma tante volte mi sono abbuffata per noia. Forse annoiarmi mi mette ansia! ^^
Da quando ho iniziato a combattere contro il dca mi sono resa conto di quanto usassi le abbuffate e la restrizione per calmarmi l'ansia, è incredibile quanto anestetizzano,i primi tempi andavo avanti a Xanax e a iniezioni di En per riuscire a mangiare normalmente , adesso le cose vanno un pò meglio e sto prendendo molti meno ansiolitici, è una grande soddisfazione farcela con le proprie forze, guardarsi indietro e accorgersi che sei sopravvissuta!!!!
Ti stringo fortissimo Veggie!!!
Scusate ragazze se posto qui questo mio intervento, ma so che voi, come me, siete interessate all'argomento ed, essendo una di voi, mi sento a casa... Ho appena letto una cosa che mi ha sconvolto e che non so affatto se reputare vera, perchè non spiegata: dicono che le mamme che sono o che sono state in passato anoressiche hanno più probabilità di avere bimbi che muoiono in culla (SIDS). Vorrei capire come e perchè (posto che questa cosa sia vera) e forse la nostra Veggie potrebbe aiutarci, dato che studia medicina!! Veggie, ti ho lasciato un messaggio nell'e-mail tempo fa, non so se l'hai letto... Grazie ancora per aver dato l'opportunità a tutte di poterci confrontare sul web!!! A proposito di ansia: è verissimo che l'anoressia ha a che fare con essa... quando non mangio mi sento a posto!!
@ Sonia – La tua parte razionale, evidentemente, sa benissimo quali sono le cose giuste da scrivere… Le cose che hai scritto non sono difficili da seguire, è l’anoressia che te le fa credere tali… invece, sono le cose più giuste che potessi scrivere. Penso che l’ansia sia una costante nella vita, soprattutto se si ha un certo carattere… però ci sono molti modi per gestirla, molte strategie di coping, senza bisogno di ricorrere a quella distruttiva dell’anoressia. In fin dei conti, in realtà, sai benissimo che la vita va comunque come vuole e non la si può davvero controllare… però puoi cercare di affrontare quello che ti fa stare in ansia in maniera costruttiva, anziché rifugiarti in quello che ti sembra un Valium, ma che poi è solo un qualcosa che peggiora ulteriormente la tua situazione. E, hai ragione, le cose vanno fatto pian piano, e così il peso va ripreso lentamente… perché è solo così che ci si accorge che le cose possono migliorare…e che questo non è necessariamente una disgrazia… ma, anzi, un modo per renderci più forti. Ti abbraccio forte…
@ Wolfie – Bisogna cercare di capire che in un DCA non c’è proprio niente di controllato… è tutta una parvenza e un’illusione… perché di fronte a quello che può essere un “controllo” di quello che mangiamo, c’è una completa perdita di controllo della nostra salute in primis, e di ogni qualsiasi altro aspetto della nostra vita successivamente. E’ ovvio che un ricovero sia ansiogeno… se non lo fosse, sarebbe molto più facile combattere… ma è anche tutto quello che possiamo fare per ricominciare a vivere… Ti abbraccio stretta, tesoro…
@ Vele/Ivy – Non a caso ho usato la similitudine con il Valium, che è uno psicofarmaco che se viene assunto per molto tempo crea dipendenza… E certamente la volontà e la consapevolezza sono indispensabili per muovere i primi passi ed andare avanti…
@ Ellie – Grazie mille per il nuovo link, in effetti anche io non riuscivo più ad accedere al tuo blog!... Hai ragione, anche secondo me un DCA è equiparabile a una dipendenza… e sicuramente uno dei trip della restrizione alimentare è che controllando il cibo ti sembra di controllare anche ogni altro ambito della tua vita, e per questo è così difficile lasciar andare… Ma bisogna prendere coscienza del fatto che sono tutte illusioni, e che per ricominciare a controllare davvero qualcosa bisogna mollare l’anoressia, perché sennò davvero sarà quella a controllarci sempre… E il fatto che tu stia aspettando il tuo momento per mollarla è già un passo avanti… perciò ti dico: non aspettare soltanto, crealo tu quel momento!... Ce la puoi fare, sai?!...
@ Ilaria – E’ proprio così… perché è una maschera: ci protegge. Però, alla lunga, ci soffoca… Perché non si può avere una medaglia senza apprezzarne tutte e due le facce…
@ CONTRA – Grazie mille per avermi avvertita… Fammi sapere se riaprirai un nuovo blog!...
@ Dony – Penso che un fondo ansiogeno ci sia in tutte le persone che hanno un DCA, perché il DCA è proprio una strategia per sedare l’ansia, tra le alte cose… Ma, hai ragione, l’ansia viene spesso perché ci poniamo nei confronti delle cose in maniera sbagliata, e soprattutto perché ci fasciamo la testa prima d’averle battuta davvero… Forse bisognerebbe imparare a ridimensionare le situazioni… e a lenire l’ansia in maniera più funzionale, senza bisogno di farci del male…
@ .Alice – L’ansia secondo me aumenta proprio quando si cerca di staccarci dal DCA… anche per questo è così difficile separacene… Come hai detto tu, però, l’ansia si può gestire in molti modi, decisamente migliori dell’anoressia… In quanto alla noia… grazie per l’input!... ci penserò su, e magari aggiungerò un nuovo post al riguardo nel ciclo!...
@ Aisling – Non solo siamo sopravvissute… è proprio adesso che stiamo cominciando a vivere… senza farmaci né altri palliativi indotti dal DCA per placare le ansie… Ma “solo” con la nostra forza di volontà per andare avanti…
@ Lucy May – Figurati, puoi postare qui tutto quello che vuoi!... Rispondendo quindi al quesito che hai lasciato nel tuo commento… Innanzitutto, per coloro che non lo sapessero, voglio precisare che SIDS è un acronimo inglese che sta per Sudden Infant Death Syndrome, tradotta in italiano come “sindrome della morte in culla”, e colpisce soprattutto i bambini tra 1 mese e 1 anno di età. La SIDS non è una vera e propria malattia, semplicemente si parla di SODS quando, dopo aver fatto l’autopsia, non si trova alcuna causa specifica (malformazioni congenite, traumatismi, disfunzioni divari apparati, etc…) che possa spiegare la morte del bambino. Non c’è una vera e propria causa specifica di SIDS, ma c’è tuta una serie di comportamenti e fattori di rischio che possono incrementare le possibilità che un neonato possa andare incontro a SIDS. L’ipotesi ad oggi più accreditata (per lo meno, quella che all’università ci spigano come tale…) è che vi siano delle anomalie nella zona cerebrale che controlla i ritmi del sonno e della veglia. A questo si aggiungono fattori esogeni (tipo esposizione al fumo passivo, infezioni respiratorie, dormire in posizione prona (cioè sulla pancia), etc…) che possono favorire la comparsa della SIDS. Si hanno poi nei primi mesi di vita cambiamenti nei ritmi del sonno, in quelli respiratori e/o cardiaci, nella pressione o nella temperatura corporea, che inducono la malattia. Altri fattori di rischio sono nascita prematura, basso peso alla nascita, e tutte quelle malformazioni congenite non diagnosticabili che si possono slatentizzare all’improvviso. E veniamo al discorso del tuo commento, ovvero della relazione tra bambino che muore per SIDS e madre con anoressia: penso che ci sia un piccolo inghippo in quello che hai scritto, ovvero in quello che hai letto e che ti ha portata a scrivere questo commento. Credo che quello che hai letto sia incompleto, o comunque spiegato male. Io non sono ovviamente depositaria di verità assolute, ma per quanto ne so da ciò che ho studiato, le cose stanno così: se la donna concepisce durante l’anoressia, ovvero durante un periodo di severo sottopeso (cosa che comunque, già di per sé, è molto rara, perché l’organismo si tutela in tal senso), e durante la gestazione continua la restrizione alimentare, sarà estremamente probabile che il bambino nasca prematuro, sottopeso e con malformazioni (o comunque ipoformazioni) di vari organi interni: tutte condizioni che prepongono alla SIDS. Quel che voglio dire è che non è che l’anoressia materna causi direttamente la SIDS nel bimbo, ma causa tutta una serie di alterazioni fetali che poi favoriscono la comparsa della SIDS. Questo però se l’anoressia ingravescente (o cronicizzata) e la gravidanza sono contemporanee. Non esiste invece alcuna relazione tra anoressia avuta in passato e completamente risolta (quantomeno da un punto di vista fisico, intendo), e SIDS del bimbo. Cioè, se una donna che è stata anoressica e molto sottopeso per un certo tot di anni, poi riesce a recuperare il normopeso ed ha a questo punto una gravidanza, non ha più possibilità di avere un bimbo con SIDS di ogni qualsiasi altra donna che non sia mai stata anoressica.
P.S.= Scusa se non ti ho ancora risposto all’e-mail, è un po’ che non controllo la posta effettivamente… U__U E’ che io non ho un computer personale, devo usare quelli dell’Internet Point, e non ho modo di farlo molto spesso… e preferisco dare la priorità al blog, dove tramite i post e i commenti posso “parlare” con più persone… però rispondo anche alle e-mail, eh!... Ti chiedo solo di avere ancora un po’ di pazienza…
Carissima Veggie, perdonami, ma ho sbagliato a postare e ti ho postato la risposta sul SIDS sull'altro topic... Sono molto imbranata, spero mi scuserete tutte!! Non so davvero come ringraziarti... SEI SPLENDIDA!!!
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