mercoledì 7 luglio 2010
Riempire il buchetto è quel che sempre si fa...
Penso che la negazione di una realtà che non percepiamo sia uno dei principali problemi connessi all’anoressia.
Ne discutevo tramite e-mail proprio in questi giorni con la dolcissima Wolfie, e quello che mi ha scritto mi ha dato veramente molto da riflettere. Vedete, la negazione è quell’amena cosa che ci fa mettere tutto dentro un piccolo buchetto, fuori dalla nostra vista, in modo tale che si possa fingere che non esista, che non sia mai successo.
Fino a che non ci si rende conto che quel buchetto è stato completamente riempito.
Quando ci si trova a vivere con un DCA, ci sono tante cose che ci feriscono, tante cose che ci fanno stare male, tante cose che si vorrebbe non fossero mai successe; ma poiché quello cui non pensiamo non esiste, se troviamo il modo di non pensare a queste cose allora, in un certo modo, possiamo come cancellarle. E se mai qualche evento successivo richiama alla mente un flash di quel particolare fatto, nella testa scatta rapidamente quella molla che dice: “IGNORALO, IGNORALO e non potrà feririti”; con il che lasciamo riscivolare tutto dentro il buchetto, e speriamo che il pensiero ritorni a galla quanto più tardi possibile.
Non sto dicendo che il celarci qualcosa sia completamente una cattiva idea. Al contrario, ritengo che sia un’eccellente prima linea di difesa. Quando qualcosa fa troppo male per poter essere sul momento affrontata, è necessario cercare di bloccarla fuori – infilarla dentro il buchetto in attesa del momento in cui saremmo pronte ad affrontarla senza lasciarci sopraffare.
Ma è qui che l’anoressia complica le cose. Perché essa stessa diventa il principale meccanismo di negazione, un qualcosa che utilizziamo come schermo a fronte di quelcos’altro. Sembra fatta proprio apposta.
Ovviamente – e lo so che è facile concretizzarlo da un punto di vista razionale, ma molto meno dal lato emotivo – l’anoressia non è una soluzione, è al più un palliativo. Quello che dovremmo cercare di fare è evitare la negazione e affrontare quello che ci sta di fronte, non infilarlo ”in cassaforte”, perché metterci faccia a faccia con ogni problema e vedere che possiamo fare, rappresenta l’unica vera via a disposizione per superare il problema.
Ammettere di avere un problema, senza negare che esso esista, credo sia il fondamentale punto di partenza. La coperta di Linus dell’anoressia è certamente calda e rassicurante, ma non toglie il fatto che i problemi ci sono comunque. E non riesce a pararli all’infinito. Finisce paradossalmente – o forse molto ovviamente – per diventare essa stessa Il Problema.
La negazione è una brutta bestia. Esattamente come l’anoressia. Ma forse combattere l’una ci servirà un po’ anche a tener testa all’altra…
Ne discutevo tramite e-mail proprio in questi giorni con la dolcissima Wolfie, e quello che mi ha scritto mi ha dato veramente molto da riflettere. Vedete, la negazione è quell’amena cosa che ci fa mettere tutto dentro un piccolo buchetto, fuori dalla nostra vista, in modo tale che si possa fingere che non esista, che non sia mai successo.
Fino a che non ci si rende conto che quel buchetto è stato completamente riempito.
Quando ci si trova a vivere con un DCA, ci sono tante cose che ci feriscono, tante cose che ci fanno stare male, tante cose che si vorrebbe non fossero mai successe; ma poiché quello cui non pensiamo non esiste, se troviamo il modo di non pensare a queste cose allora, in un certo modo, possiamo come cancellarle. E se mai qualche evento successivo richiama alla mente un flash di quel particolare fatto, nella testa scatta rapidamente quella molla che dice: “IGNORALO, IGNORALO e non potrà feririti”; con il che lasciamo riscivolare tutto dentro il buchetto, e speriamo che il pensiero ritorni a galla quanto più tardi possibile.
Non sto dicendo che il celarci qualcosa sia completamente una cattiva idea. Al contrario, ritengo che sia un’eccellente prima linea di difesa. Quando qualcosa fa troppo male per poter essere sul momento affrontata, è necessario cercare di bloccarla fuori – infilarla dentro il buchetto in attesa del momento in cui saremmo pronte ad affrontarla senza lasciarci sopraffare.
Ma è qui che l’anoressia complica le cose. Perché essa stessa diventa il principale meccanismo di negazione, un qualcosa che utilizziamo come schermo a fronte di quelcos’altro. Sembra fatta proprio apposta.
Ovviamente – e lo so che è facile concretizzarlo da un punto di vista razionale, ma molto meno dal lato emotivo – l’anoressia non è una soluzione, è al più un palliativo. Quello che dovremmo cercare di fare è evitare la negazione e affrontare quello che ci sta di fronte, non infilarlo ”in cassaforte”, perché metterci faccia a faccia con ogni problema e vedere che possiamo fare, rappresenta l’unica vera via a disposizione per superare il problema.
Ammettere di avere un problema, senza negare che esso esista, credo sia il fondamentale punto di partenza. La coperta di Linus dell’anoressia è certamente calda e rassicurante, ma non toglie il fatto che i problemi ci sono comunque. E non riesce a pararli all’infinito. Finisce paradossalmente – o forse molto ovviamente – per diventare essa stessa Il Problema.
La negazione è una brutta bestia. Esattamente come l’anoressia. Ma forse combattere l’una ci servirà un po’ anche a tener testa all’altra…
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30 commenti:
ma quanti anni hai per essere così saggia?
grazie per il tuo costante conforto, grazie.
v.
WOW, mi hai citata, che emozione!
Hey, a parte le battute, grazie per questo post che mi ha dato importanti insights!
E' vero, molto spesso ho usato il DCA proprio come "scusa", cioè avevo dei problemi diversi, ma "scaricavo" tutto sul DCA perchè così era un qualcosa di facile da gestire, un qualcosa che "sapevo" (o meglio, credevo di sapere) come gestire. Mettevo tutto nel buchetto, come scrivi tu, Veggie. Ma nel buchetto le cose non sparivano, si pressavano soltanto. E adesso, perciò, sto cercando di affrontare ognuna delle cose che per tanto tempo ho finto non esistessero, nascondendole "dietro" alla bulimia.
E spero che, così facendo, possa un giorno arrivare al bandolo della matassa
Sai, proprio l'altra notte, durante l'ennesimo tentativo di dormire (fallito), riflettevo su quali potessero essere le tante cause dei miei disturbi.
Non sono una psicologa, ma una delle cause penso di averla intravista nel voler diventare fragile, nel voler lentamente farmi piccola piccola: una persona esile e fragile si ha sempre paura di ferirla, ad una persona esile e fragile non si affidano compiti che richiedono una certa maturità.
In questo senso ritengo azzeccatissima la metafora presente in questo post, in cui definisci l'anoressia "una calda coperta di Linus"...
Ad una mia amica, anoressica da cinuqe anni, ho fatto quest'esempio: il tunnel è un luogo dal quale riusciamo a vedere tutto il mondo di fuori, ma ne restiamo comunque isolate, pensando in questo modo di proteggerci.
Dentro al tunnel le ferite e i colpi bassi degli altri non ci raggiungono (perchè, appunto, noi li NEGHIAMO), però ciò non vuol dire che non esistano là fuori.
Muovere piccoli passi fuori dal tunnel all'inizio è doloroso, dopo aver vissuto per tanto tempo al buio gli occhi non si abituano alla luce, dà fastidio, inoltre fuori dobbiamo fare i conti con la pioggia, il vento, il freddo, il caldo. Però là fuori ci sono anche i fiori, i colori, l'energia, la vitalità, cose che nel nostro tunnel mancano quasi completamente, e che se vogliamo ritrovare, dobbiamo sforzarci di uscirne.
Se solo riuscissi a passare dalla teoria alla pratica...
un abbraccio, ti ammiro molto!
IlFioreDelMale
Veggieeeeeeeeee! Sono passata, mi hanno tenuto un'ora e mezzo, sono riuscita a rispondere più o meno a tutto, un pò di confusione in scienze ma ho sempre parlato!
Stamattina ho cambiato strada e ho ascoltato musica con gli auricolari, non ho fatto le stesse azioni e sono sopravvissuta lo stesso, mi ricordavo lo stesso le cose, non si sono cancellate dalla testa!
Il "Principio" ingnoralo, ignoralo così non potrà ferirti, lo applico fin da piccola, la maggior parte delle volte senza pensarci, da bambina quando qualcosa non mi andava chiudevo la mente, fissavo un punto intensamente e iniziavo a vedere tutto sfuocato, non sentivo più nulla, ricordo che adoravo quella sensazione che mi permetteva di isolarmi, poi in tutte le altre cose, semplicemente eliminavo cià che mi faceva star male modificavo le cose nella mia testa,dialogavo con le persone nella mia testa (è pazzesco quante cose di possono fare con la testa!)stessa cosa da grande, se mettevo le maglie lunghe i tagli e le bruciature sparivano, non contavo le calorie sotto le 800 perchè non volevo "vedere" che mi stavo danneggiando o non mi pesavo perchè non volevo vedere che stavo scendendo troppo e così via, in realtà così facendo i problemi rimangono perchè non si rimuovono dalla mente e quando vengono fuori esplodono tutti insieme e in modo distruttivo, sto vedendo che se li faccio entrare piano piano, se le affronto sto male per un pò ma poi le digerisco....
Anche tu avevi un esame oggi vero? Stamattina infatti sono uscita dalla classe e ho pensato, chissà Veggie, spero sia andato tutto bene ma penso proprio di sì!^^
Ti mando un abbraccione!
Già,l'anoressia sembra inizialmente una fuga risolutiva,ma in realtà pè un anestetico. Ricordo che quando stavo male ero depressa di mio,ma niente riusciva a toccarmi in particolare modo.Niente mi faceva gioire,niente mi faceva stare male.
Il mio sentire era totalmente ovattato dal sintomo anoressico.
Iniziando il mio percorso di cura ho capito che io non mi rendevo conto di ciò che mi faceva stare male anche perchè non mi autorizzavo di accogliere quell'emozione,positiva o negativa che fosse.
Appena vivevo una sensazione,nel mio cervello scattavano i ricorrenti e ossessionanti pensieri sintomatici:cibo e corpo.
Pensavo a quello per non pensare ad altro.
Ora appena mi vengono questi pensieri so che sono un campanello d'allarme,rifletto e riesco a capire quello che in realtà mi ha fatto star male e quegli stessi pensieri perdono di signifiicato.
Ho svuotato di valore il "buchetto sintomatico" dentro di me,e dopo averlo compreso e metabolizzato ha perso di valore e ora so che è possibile riempirlo con tanto altro,con tanta vita che finalmente anche io so di meritare di vivere.
Giulina
Ps:tra l'altro oggi è un giorno particolare per me...domani compio 18 anni :).... e oggi è il mio ultimo giorno da minorenne...da una parte sono felice ma dall'altra un pò preoccupata...non più piccola....più crescita,più indipendenza...è bello,ma un pò a pensarci ora mi fa paura...anche se tutti mi dicono che in realtà cambia ben poco da un giorno a un altro....speriamo bene!!!!!!!!!
Veggie :)
Grazie, grazie di passare sempre.
Mi hai scritto delle cose bellissime.
Ho dovuto rileggere il tutto un paio di volte perhè era un commento così ricco da meritare di essere letto milioni di volte.
Le tue parole mi hanno colpita immensamente.Hai ragione, Veggie. Quella vita può arrivare ad uccidere. Mi hai quasi illuminata. Ed è vero, il motivo per cui abbiamo bisogno dell'anoressia è che essa rende visibile il nostro dolore, e non ci basta che sia riconosciuto da noi stessi. No, perchè noi stessi non siamo niente. Vogliamo che siano gli altri, invece, ad accorgersene. Gli altri a constatarlo. Solo così lo vedremo essere credibile.
Nascondere a noi stessi qualcosa per non soffrirne è in realtà un meccanismo naturale. Ed hai ragione, di per se non può essere definito sbagliato. No, perchè di per se prevede che il dolore sia in seguito rielaborato. Questo è per esempio il classico percorso che la mente segue in caso di lutto, All'inizio ci si convince quasi che tutto ciò non esista. Ma soprttutto, che tale evento non ci tocchi. Poi arriva la consapevolezza, ovvio. Ma la consapevolezza, esattamente come la nostra lotta, non ci crolla e mai ci crollerà addosso: siamo noi che dobbiamo andare a cercarla. Sta qui la difficoltà.
Come al solito ti avviso che non sono lucida (ennesima lite in famiglia, non ce la faccio più -.-) e che quindi non ti prometto che sia tutto scritto con la forma migliore. :)
Ti voglio tantro bene Veggie, grazie di esserci sempre. Non sai quanto sia importante.
Ti abbraccio fortissimo.
Quanto siamo brave a far finta che ciò che ci fa stare male non sia un problema, che non esista... Ma il problema purtroppo quando c'è prima o poi si fa sentire e vedere, in modo prepotente, e ci si pone davanti in tutta la sua forz. proprio bello questo post. Un abbraccio
grazie per il tuo commento, grazie per esserci sempre.
vorrei potesse essere semplice mantenere alto l'umore.. vorrei poterci riuscire..
ma non appena tento di salire, mi ritrovo a terra..
spero almeno di riuscire ad iniziarla questa scala..
grazie di tutto,
un abbraccio
E' proprio una brutta estate, questa
Un giorno ti scriverò.
I tuoi post mi fanno sempre ricordare le lunghe riflessioni fatte in sede psicologica... se mi abbuffo realizzo subito che il mio tappeto è arrivato al soffitto. Quello che mi manca è comprendere da dove proviene tutta quella polvere. Forse perchè appunto subentra la negazione. Ma voglio continuare a insistere per scoprirlo.
Bacissimi ^^
mi riallaccio al commento che hai lasciato sul mio ultimo post..
Magari potessi desiderare meno questa dannata perfezione!
Non credo che ficcarsi due dita in gola o lasciarsi morire di fame(cose che faccio entrambe alternandole o..perchè no!insieme)sia più "dignitoso"di tirare coca.
...c'è qualcosa che non va nella mia testa..non nel modo che scelgo per assecondarla.
il mio problema al riguardo è questo....io spesso non riesco proprio a identificare qual'è l'evento/emozione traumatica che ho 'rimosso'...si vede che rimuovo bene :P...scherzi a parte, è doloroso...a volte mi ritrovo a piangere per emozioni negative che nn riesco nemmeno a identificare...altre volte sento che una persona mi ha ferita ma nn ne capisco il perchè....e ovviamente l'anoressia vorrebbe mettere tutto a tacere...
molto saggio e spunto di riflessione importante qst post, come sempre!!
ti abbraccio
PS: condivido a pieno le vostre osservazioni..geniali direi.
appena avrò voglia e tempo posterò le mie conclusioni(anche se non si conclude un bel niente!)dopo questo primo periodo di terapia che sto facendo..mi farebbe piacere tu lo leggessi.
bacio.
Penso davvero che dovresti metterti a scrivere un romanzo sulla tua esperienza. Perché hai tanto da raccontare, e non solo per chi condivide con te questo chiamiamolo così, disturbo alimentare. Potresti consigliarmi dei libri sul tema (rispondi qua al mio commento, non sul mio blog) che vorrei riuscire a comprendere meglio tutto quello che leggo? Anche dei romanzi vanno bene...
Baci
Minerva
ciao Veggie
ti saluto e vado in vacanza
^_____________^
Hai ragione,maledettamente ragione.
Dolce Veggie.
Ma, non la riesco a ritrovare la felicità.
Credo di trovarla, e poi la mollo di nuovo, più che ma.. mi perdo dentro me stessa.
Questo e' uno dei motivi per cui ho chiesto aiuto.
In quel buchetto ci ho stipato talmente tante di quelle realta' scomode da guardare in faccia, che ora sta straripando fuori tutto, e non ci sono piu' coperte ne' anestetici che servano a qualcosa...
Ho paura, ma non mi tiro indietro.
Non ho piu' alternative.
Grazie x i complimenti :) per la pagella, sono tornata da poco, tu dove vai in vacanza? :D kisses
Hai ragione, non per niente si dice che la menzogna - o l'essere tenuti all'oscuro della verità - sia sempre all'origine dei mali
e insomma.. "la verità vi farà liberi".
Vorrei lasciare qui una parola anche per Mirmillla, riguardo ai commenti che ha fatto qui: davvero, sono convinta che NON è la tua testa, che "ha qualcosa che non va". La tua testa va benissimo...! ma sono certi pensieri, che finiscono per occupare tutto lo spazio, che sono avvelenati; e ad avvelenarli sempre di più provvedono certi comportamenti.. in una specie di circolo vizioso. Si tratta solo di spezzarlo in qualche punto, creare una crepa che sarà la salvezza. Sembra impossibile, lo so, ma non è affatto vero.. bisogna crederci, credere che si può fare, dedicare a questa possibilità qualche desiderio sincero.
PS - ma..... quanto mi fa pensare a una certa chiara_wants, questo post..?!!
In queste occasioni si crede sempre di avere tutto sotto controllo, da qui viene la negazione. E' di sicuro un passo importantissimo ammedttere il problema!
ciao sono nuova.. ho letto un po il tuo blog e innanzitutto ti ringrazio per lo spazio che stai dando al problema, quello che stai facendo è veramente utile e mi da anche conforto, sto uscendo dall anoressia dopo mesi di sofferenza, ho deciso di farmi aiutare e per adesso le restrizioni non ci sono state nel periodo di cura, solo che l ossessione e il controllo ancora ci sono, penso anche che da quando ho detto tutto ai miei genitori le cose siano peggiorate, il loro carattere cambiata e io estremamente irritato da cio. se prima erano ossessivi e non mi facevano respirare facendomi ensare che ogni cosa che facevo ero sbagliata adesso sembra che io sia la principessa di casa, non riesco a capire perche tutto ciò provoca in me irritazione enervoso ma soprattutto perche cerco amore e poi lo rifiuto?? perche sono alla continua ricerca di solitudine ma poi mi fa stare male? perche non riesco piu a stare in mezzo agli atri??
@ Love comes close – Figurati, ci mancherebbe altro… Grazie a te per essere passata, piuttosto!…
@ Wolfie – Innanzitutto, ti ringrazio per essere stata la musa ispiratrice di questo post… ^__^” Ma certo che arriverai al bandolo della matassa: a forza di scavare, raggiungerai pure il fondo, è matematico… Solo, non devi arrenderti… e non devi permettere al DCA di diventare la tua negazione… perché è solo affrontandoli che si risolvono i problemi… e tu hai tutta la forza per farcela!... T’abbraccio stretta…
@ IlFioreDelMale – Per prima cosa, ti ringrazio per aver voluto condividere qui le tue importantissime riflessioni… Io penso che ogni persona sia una storia a sé, e che perciò ognuna di noi abbia i propri motivi che l’hanno portata all’anoressia… ed è davvero positivo che tu cerchi di scavare dentro te stessa per cercare di far chiarezza su dove stia l’origine del tuo DCA… Penso sia un primo grande ed importante passo nel tuo percorso di ricovero… Lo so che la teorie e la pratica sono molto diverse… ma per passare alla pratica, pur dalla teoria c’è da iniziare, no?!... Non avere fretta… continua a lavorare su te stessa, e vedrai che le cose verranno a poco a poco…
P.S.= E comunque non c’è niente per cui tu debba ammirarmi… Sei tu quella da ammirare, altrochè!!... Un bacio…
@ Aisling – Ma bravissima che sei!!... E adesso prenditi una meritata vacanza, vai dove vuoi, e soprattutto rilassati e prenditi cura di te stessa, che te lo meriti… E poi, adesso che il liceo è finito, dedicati a quello che ti piace veramente e che vuoi dalla vita… Sì, hai ragione, i problemi vanno affrontati un po’ per volta… perché nasconderli può funzionare per un po’, ma finché non si affrontano quelli, presto o tardi, finiscono comunque sempre per riemergere… Molte delle cose di cui scrivi, bè, anch’io le ho fatte tante volte, e credo tutte quante… L’importante è cercare di trovare altre strategie, altri modi per fronteggiare il problema prima di mandarlo sotto la pelle… E, risolvendolo, non rimarrà più dentro di noi a farci male…
@ Giulin@ - Giulinaaaa… arrivo in ritardissimo, ma… AUGURI!!... Quello dei 18 è un traguardo importante, lo so… E’ ovvio che razionalmente si capisca che da un giorno all’altro cambia poco, ma emozionalmente è molto diverso… Tu prova però a pensare che 18 anni non significano solo più crescita, più indipendenza, più responsabilità… significa anche poter votare, per esempio, e cercare di fare così qualcosa di costruttivo per il nostro Paese in prima persona… significa poter prendere la patente ed aver modo di essere più autonome nei nostri spostamenti… prova a concentrarti su ciò che di positivo i 18 anni ti possono dare, anziché pensare ai timori…
In quanto al discorso dell’anoressia come anestetico, penso che sia assolutamente azzeccato… In fin dei conti, quel che non si riesce a controllare (e, di conseguenza, quel che ci fa paura) non è il cibo, ma sono i sentimenti… Però i sentimenti sono per definizione un qualcosa che sfugge al raziocinio del controllo… e allora si sposta l’ago del controllo sull’alimentazione e sul corpo, perché questo inizia ad apparirci come un porto sicuro a fronte dei sentimenti che fanno paura perché non possono essere controllati… Bisognerebbe imparare invece a gestirli… Perché, è vero, i sentimenti non si possono controllare… ma possiamo fare comunque in modo che non ci sopraffacciano…
@ YoungGirl,Don’tCry – Tesoro, grazie a te per le tue parole, altrochè!... Il fatto, sai, è che ci diamo poco credito… Se noi riconosciamo qualcosa non ci sembra abbastanza, vogliamo che a riconoscerlo siano gli altri, e solo allora, sì, solo allora sarà abbastanza… Forse dovremo cominciare a pensare che anche noi stesse siamo “gli altri”…
La rielaborazione credo sia un processo fondamentale per tener testa ai problemi… Perché solo così possiamo relazionarci a loro direttamente, senza nasconderceli dietro il sintomo… che è un gran palliativo, ma poi non risolve… Siamo solo noi, con la nostra forza di volontà, il nostro coraggio, la nostra voglia di affrontare i problemi a risolvere…
P.S.= E non ti preoccupare assolutamente per come hai scritto… quello che ti viene da dentro, per come viene, è sempre la cosa migliore…
@ sorridente – E’ vero, proprio per questo perciò non appena si presenta un problema dovremmo cercare di affrontarlo il prima possibile… Così da evitare di sublimarlo, ribattendolo su qualcos’altro che non c’entra, come per esempio appunto l’alimentazione…
@ FrammentoDiCristallo – Ma hai già iniziato, non l’hai notato?!... Ogni volta che cadi e ti rialsi, sei un gradino più in su di dove ti trovavi prima… ogni volta che non molli e che continui a cercare di salire, hai fatto passi avanti… Grazie a te per essere ancora qui… Un abbraccio forte forte…
@ Ilaria – E più la credi brutta, più ti concentri sul brutto, e peggio sarà… Scrivimi quando vuoi, compatibilmente con lavoro e Università, cercherò di risponderti il prima possibile… Lo sai che io ci sono sempre qui per te, vero?!!...
@ Tiger – Bravissima!... Come si suol dire, “se insisti e resisti, raggiungi e conquisti”… Più è la polvere, e più a lungo bisogna spazzare per toglierla… Ma è una cosa che possiamo fare… Ne abbiamo tutte le capacità… Perciò, continua a spazzare, e vedrai che tra un po’ non rimarrà neanche il tappeto…
@ Mirmilla – Innanzitutto, sta pur certa che leggerò il tuo post… perché quando si cerca di concludere qualcosa, a prescindere dall’esito, vuol dire che si sta già lavorando su noi stesse, e lavorare è fare inevitabilmente passi avanti. Poi, di conclusioni definitive io credo non ce ne siano mai, perché la vita è un continuo divenire… quello che può essere conclusivo in un determinato contesto, pertanto, è magari il punti di partenza per l’inizio di un nuovo tipo di percorso… Per il resto, io credo che avere qualcosa che non va nella testa ed assecondare questo qualcosa, siano 2 cose che vanno a braccetto… E questo lo dico perché l’ho sperimentato sulla mia pelle… finché assecondavo ciecamente i miei impulsi di restrizione alimentare e di autolesionismo, nella mia testa le cose si distorcevano sempre di più… Ed è stato solo nel momento in cui ho detto “basta” che, a poco a poco, le cose anche dentro la testa hanno ricominciato a girare un po’ meglio… Io non credo sia un fatto di dignità, credo più semplicemente sia un fatto di modalità di affrontare le cose… perché nessuna sceglie un male consapevole che sia tale ma solo se, per sbaglio, lo considera un bene rispetto a un qualcos’altro percepito come un male maggiore… Tirare, restringere, vomitare… io penso siano tutte strategie di coping… è per questo che bisogna lavorare su noi stesse: per cambiare la molla che fa scattare il meccanismo sbagliato… Grazie per il tuo commento, comunque, mi ha fatto davvero piacere… Ti abbraccio forte…
@ Francesca – Purtroppo l’anoressia vuol sempre mettere tutto a tacere… essa stessa grida così forte, per coprire ogni altro suono, così magari non ce ne accorgiamo… Guarda, penso che comunque riuscire ad individuare qual è davvero l’origine di ogni malessere sia molto difficile… Quindi non te la devi prendere se non ci riesci… è già tanto se cerchi di ragionarci e soprattutto di liberare l’emozione col pianto, anziché coi comportamenti distruttivi dettati dall’anoressia… questo secondo me è già un gran progresso… Credo che la “rimozione” sia semplicemente una strategia di difesa, per non essere costrette a “rivangare” le cose che ci fanno stare male… Ma possiamo comunque affrontarle a poco a poco… e magari, oltre a capirne l’origine, se proprio non ci riusciamo, si può per lo meno cercare d’imparare a gestire l’emozione…
@Minerva – Ti ringrazio tantissimo per le tue parole, ma non credo proprio che sarei capace di scrivere un romanzo… Magari mettendo insieme tutti i post di questo blog, ne verrebbe fuori uno, però!... :-P In quanto ai libri sul tema DCA, ti dirò, io non sono una grande esperta al riguardo… Forse questo ti stupirà, ma ti spiego: i libri incasellano. Definiscono, mettono dei cancelli. A me le etichette e le schematizzazioni non sono mai piaciute molto… Riconosco che sia molto utile ed importante da un punto di vista medico, per carità, sono protomedico anch’io, però da un punto di vista umano lo trovo estremamente limitante… Ed è per questo che non mi piace molto leggere libri in tema ed ho letto proprio pochino… Gli unici che mi sento di consigliarti sono quelli scritti dal Dott. R. Dalle Grave, che ha scritto diversi manuali sui DCA… Molto utili da un punto di vista tecnico, se questo aspetto t’interessa, e molto precisi… Tra i suoi, potresti leggere “Anoressia nervosa: i fatti”, “Terapia cognitivo comportamentale dei DCA”, “Alle mie pazienti dico… Informazione e auto-aiuto per superare i disturbi alimentari”… Di romanzi ne trovi a iosa su Internet usando come key words “libri” e “anoressia”, io ne ho letti qualcuno, ma per la maggior parte mi paiono “costruiti a tavolino”, quindi non ho buoni titoli da consigliarti…
@ Pupottina – Beata te!!... Divertiti, mi raccomando!... Rilassati, non pensare più a nient’altro, e torna a casa ancor più combattiva di prima, eh!... Ti abbraccio forte forte, e spero di risentirti non appena sarai tornata… Ma prenditela comoda, eh!...
@ Vanilla – Forse la felicità è un obiettivo ambizioso… ma alla serenità, ecco, a quella sì, credo potremo aspirarci… anche tu, mia piccola. Lo so che la felicità è difficile da trovare… ma questo è solo perché la felicità fa paura. Fa più paura del dolore. Perché al dolore siamo abituate, ma alla felicità no… E, perciò, il dolore è un qualcosa che sappiamo gestire… per quanto possa farci star male, per quanto possa essere negativo, però siamo abituate a conviverci, lo possiamo in un certo modo controllare… cosa che invece non riusciamo a fare con la felicità… per questo fa così paura… Ma tu non devi temere la tua felicità… certo, nella vita i momenti tristi ci saranno, e saranno inevitabili, ma non lasciare che questo t’impedisca di viverti a pieno i momenti positivi… Perché tra felicità e paura, la paura impedisce alla felicità di essere tale… E non cercare la felicità assoluta, grande, preannunciata da squilli di tromba… quella non esiste… cerca semplicemente di gradire le piccole cose che fai… perché sono quelle che, sommate insieme, possono rendere la tua vita davvero meravigliosa… T’abbraccio…
@ Donatella – L’hai detta, Dony!... Anch’io sono riuscita veramente a fare qualcosa per me stessa nel momento in cui mi sono resa conto che non avevo più niente da perdere… Per questo è coraggiosissimo ed importantissimo quello che stai facendo… E, per vederla positiva, prova a pensare a questo: aver toccato il fondo ti mette in una posizione ottimale: di qui, non puoi che risalire… Ti stimo tantissimo, lo sai vero?!... E ti abbraccio stretta…
@ Kiky – Bentornata, piccolina!... Grazie per essere passata subito di qui, spero che tu abbia trascorso delle belle vacanze!... Io sono ancora in alto mare col lavoro e lo studio ma, chissà, un anno o l’altro, ci sarà tempo anche per un po’ di vacanza… Un bacione!...
@ Mari – Io non so se la verità possa fare davvero liberi… Sicuramente aiuta a fare dei passi avanti, di questo ne sono certa!... O, per lo meno, per quella che è stata la mia esperienza, è stato così… E’ difficile, è doloroso, ma arriva un momento in cui bisogna recidere il cordone ombelicale dell’anoressia… rendendoci così conto che è molto più conveniente far vita autonoma…
P.S.= Ma dai?!... Ma non mi dire…?!!! ^^”
@ Vele(Ivy – Il controllo è il caposaldo di tutta l’anoressia… che nasce proprio perché è quello che vogliamo. Non la magrezza, quella è solo un effetto secondario… è in controllo ciò che interessa. Solo che poi ci si rende conto che quel controllo non esiste… e quel che credevamo di poter controllare, controlla noi stesse in misura spietata… Il controllo è un illusione, ed è a questo che bisogna mirare a spezzare: l’illusione. E ci vuole tanto coraggio…
@ Ester – Ciao Ester, benvenuta! Mi ha fatto davvero piacere leggere il tuo commento, e soprattutto leggere che hai scelto d’intraprendere un percorso di cura… brava, ci vuole tanto coraggio, ti stimo davvero per questo!... Io penso che non devi avere fretta, perché l’ossessione è il controllo sono le colonne portanti dell’anoressia, e quindi è ovvio che ce ne vuole a scardinarle… Non pretendere troppo da te stessa, affronta il tuo percorso di ricovero con calma giorno dopo giorno, e non avere fretta di arrivare a meta… ci vuole tanto per ammalarsi, e ci vuole tanto anche per avere risultati positivi, devi aver pazienza… In quanto ai tuoi genitori, secondo me hai fatto benissimo a parlargliene… Essendo esterni al problema, è chiaro che non sanno come comportarsi, e forse qualcosa di ciò che fanno può irritarti… Ma, quando succede, pensa che loro ti vogliono bene e, in quello che fanno per te, ci mettono tutto il loro amore… E comunque, se qualcosa nel loro atteggiamento non ti va, secondo me dovresti parlarne a chiare lettere con loro, perché solo così loro potranno capire cosa ti dà noia, ed evitare di reiterare quel comportamento… quindi non esitare a dire loro quel che del loro atteggiamento ti fa star male, e vedrai che con la chiarezza le cose non potranno che migliorare… Gli opposti sentimenti che stai provando sono tipici dell’anoressia… che è un po’ come un Giano Bifronte… ma andando avanti nella strada del ricovero ti accorgerai che a poco a poco certe cose non ti faranno più paura, e potrai affrontarle con tranquillità… ci si “normalizza” lentamente, ma ci si fa… Tieni duro, eh!... Spero di rileggerti presto, un bacio!...
X Minerva:
Se vuoi Ti consiglio io un libro sui disturbi alimentari:
"ChiaraSole,un'esperienza di vita e di morte"
E' un libro forte,intenso,dannatamente vero come pochi...ci sono anche pagine di diario...ed è così reale che non può non darti speranza...una fotografia all'interno della malattia e della rinascita...dopo 14 anni Chiara ce l'ha fatta,oggi vive e aiuta chi come me,e come noi soffre di queste patologie...
una storia che rileggo spesso quando mi sento in difficoltà e mi da tanta forza...e credo potrebbe darne anche a te come a chiunque!
Fammi sapere
un bacio
Giulina
Per Minerva: Io ti consiglio invece "Cioccolata amara", che secondo me dà degli importanti impulsi in merito ai DCA; io mi sono rispecchiata molto nella protagonista!
Per Giulina: Questo libro che dici tu non l'ho letto, ma lo farò senz'altro! Domani vado in libreria e guardo se lo pesco! Mi piace molto leggere testimonianze di lotta contro i DCA, perchè mi danno speranza e mi fanno sentire meno solo in quello che sto facendo, ed anche più forte!
X Wolfie:
Mi fa piacere che lo leggerai! Credimi è davvero emozionante,specialmente per me che conosco Chiara oggi....guarda se lo trovi in libreria,anche se penso lo dovrai ordinare...se ti dicono che non c'è dimmelo che ti dico dove poterlo ordinare in internet e te lo spediscono a casa!
un bacio
Per Giulina: Grazie Giuly! Oggi sono stata infatti in libreria, e il libro non c'era, così ho fatto l'ordine e mi hanno detto che questo periodo è un po' complicato perchè ci sono le vacanze di mezzo, ma comunque mi hanno assicurato che nel tempo di un mesetto sarà tra le mie mani, quindi non vedo l'ora di leggerlo!
X Wolfie:
Carissima che bella notizia!
Fammi sapere appena lo avrai tra le tue mani :)
Sennò qui trovi tutte le informazioni necessarie http://www.chiarasole.it/libro.htm ;)
ti stringo forte forte
Giulina
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