Come gli alchimisti trasformavano il ferro in oro… voi potete trasformare l’oscurità in luce. Siete tutte benvenute.

martedì 5 ottobre 2010

Abbandonare l'idea del "ricovero perfetto"

Quando la mia prima psicoterapeuta m’incontrò, mi disse che iniziando questo percorso non avrei avuto nessun problema, e che sarei semplicemente stata meglio. Non registrai realmente la seconda parte del messaggio, perché ero troppo impegnata a schernire la prima. Penso che quella psicoterapeuta avesse un po’ l’animo della cheerleader dicendomi che avevo un futuro promettente!, che ero intelligente!, che non avevo nessunissima buona ragione per continuare ad essere anoressica!

Al che io le chiesi quale fosse una BUONA ragione per continuare ad essere anoressica. Ci rimase con un palmo di naso, letteralmente a bocca aperta.

Premetto che chiusi quella psicoterapia dopo i primi 5 o 6 incontri. Quella psichiatra non era la persona “giusta per me”. Il problema era che dire a una perfezionista come io ero, che non avrebbe avuto nessun problema nel percorrere la strada del ricovero, non era il modo migliore per assicurare onestà e per dare un’idea realistica di cosa fosse effettivamente percorrere la strada del ricovero. Perché, in questo modo, ogni piccolo errore che avessi fatto l’avrei vissuto come: Lei mi ha detto che non ci sarebbero stati problemi perciò, se ora c’è un problema, vuol dire che io sono incapace di fare questo percorso. Quindi la strada del ricovero non fa per me. Ma allora l’unica strada che fa per me è quella dell’anoressia. Io quindi non avrei dovuto avere problemi – così aveva detto la psichiatra! Ovviamente in realtà il ricovero è ben altro…

Per poter procedere sulla strada del ricovero, occorre innanzitutto abbandonare il perfezionismo nonché l’idea che possa esistere un “ricovero perfetto”. Bisogna sviluppare l’umiltà di mettere tutte le carte sul tavolo e dire a noi stesse: “Ecco, io ora sono questa, e sono qui, a questo punto”. Mettere tutte le carte in tavola significa farlo anche quando capita una mano cattiva, quando cioè quindi è più forte la voglia di bluffare anche con noi stesse, insabbiando le cose che vanno storte. Occorre accettare il fatto che c’è la possibilità di perdere alcuni round e che questo – ed è ciò che ci mette più KO – va bene comunque. Perché essere sconfitte in una battaglia non significa assolutamente aver perso la guerra.

Il “ricovero perfetto” è solo un’illusione. Le ricadute sono all’ordine del giorno, percorrere la strada del ricovero non è una cosa che viene spontanea e naturale, non c’è nessun momento epifanico, nessun click che cambia le cose dall’oggi al domani, nessun impulso improvviso che porta a riacquisire nel giro di poco tempo un normale rapporto col cibo. Non succede così. Per tutto il tempo che si percorrere la strada del ricovero, nella maggior parte dei casi, non si è nemmeno sicure di volerla percorrere.

Eppure la cosa più importante è continuare ad andare avanti, accontentandosi delle piccolo vittorie quotidiane, e non demonizzando le inevitabili ricadute. È così che si può continuare a percorrere la strada del ricovero. È così che si può continuare a camminare. Non in maniera perfetta, ma si va comunque avanti.


P.S.= Ringrazio di cuore tutte coloro che hanno deciso di aderire all'idea del Calendario 2011 del post precedente... Ringrazio quelle che mi hanno già mandato il materiale, e quelle che lo faranno a breve (e non vedo l'ora di avere il tutto per mettermi a lavorarci su... comunque c'è tempo fino al 20 Ottobre, eh!), e chiunque volesse unirsi è caldamente invitata a farlo! C'è spazio per tutte, e più siamo e meglio è, perchè è proprio vero che l'unione fa la forza... anche e soprattutto nel combattere contro l'anoressia!
GRAZIE A TUTTE!! Siete stupende! ^__^

14 commenti:

Thana ha detto...

E' bello che tu faccia queste riflessioni, ti aiutano a maturare e a chiarire le idee!

Wolfie ha detto...

Anch'io tante volte mi sono trovtaa a chiedermi se stessi facendo la cosa giusta e se ce la potessi fare, soprattutto dopo le ricadute, quando mi sentivo veramente malissimo e pensavo di essere un completo fallimento.
Poi però mi sono accorta che ogni volta mi rialzavo. Avrei voluto da una parte anche essere calpestata, eppure mi rialzavo sempre. Malconcia, piena di lividi e di ammaccature, ma mi rialzavo. E contuno tutt'ora a farlo.
Perciò, a questo punto del mio percorso, io credo una cosa: che quello che conta sul serio è solo quante volte ci si rialza. Ciò che ci rende capaci di percorrere questa strada è la capacità stessa di rialzarci.
Ogni volta che ci rialziamo, ci diamo un'altra possibilità. E ogni volta che ci diamo un'altra possibilità, facciamo una pernacchia al dca.

NaturAlì ha detto...

Ok, dunque, io da che mi son detta "adesso basta, voglio uscirne davvero" mi sono abbuffata già 5 volte... -.-
Ed è passata solo poco più di una settimana!!

Ma tu dici, saggiamente, che la cosa importante è accontentarsi delle piccole vittorie quotidiane.
Bene: -sono riuscita ad andare in palestra 3 volte. Ho superato la vergogna e la pigrizia. -non ho ristretto l'alimentazione dopo le abbuffate. -ho respinto i pensieri negativi sul mio corpo tutte le volte che ho potuto.

Eppure oggi, che mi sono pesata e ho visto quel numero ancora più alto (ed io sono già bella in carne..) mi sono spaventata moltissimo!
Ho paura di perdere il controllo del mio corpo. Di ingrassare e tornare come quest'inverno..
Non voglio :(

Questo non è il posto giusto per sfogarmi, scusa Veggie.. chissà perchè ogni volta ti intaso il blog con queste cose.
Taglio subito corto, allora.

Grazie di passare sempre e per questi post che mi fanno riflettere su come la mania del perfezionismo non si possa applicare anche al ricovero!!

ti abbraccio forte e, mi raccomando, sii forte anche tu davanti alle difficoltà della vita! Hai energia da vendere ;)
un bacio
.Alice

Anonimo ha detto...

A breve iniziero' il mio percorso di ricovero, e questo post cade proprio " a fagiolo", come si dice dalle mie parti.
Con le tue parole, ora so che le ricadute saranno parte integrante del ricovero.
Sapere questo mi potra' essere d'aiuto ogni volta che accadra', ed io mi sentiro' frustrata e arrabbiata con me stessa.
Sapere questo mi insegna che una ricaduta non significa tornare al punto di partenza, ne' compromettere i progressi fatti e le conquiste ottenute.
Potro' usarli comunque per prendere consapevolezza di cosa mi ha fatto ricadere, imparando così ad evitarlo e a stare piu' attenta.
Anche se ci vorra' molto tempo e sara' maledettamente difficile.
Sapere questo mi dara' la forza per non arrendermi, per rialzarmi ogni volta, per ammettere di essere in difficolta' e quindi chiedere aiuto.
Per non mollare, perche' ne vale la pena.
Grazie di aver testimoniato la tua esperienza, ne faro' tesoro!
Un abbraccione!!!

pansy ha detto...

non esiste la perfezione, nulla e' perfetto. . .

Pupottina ha detto...

grazie a te Veggie!
è giusto anche non aspettarsi troppo da un ricovero... ogni cosa va vissuta e soprattutto tutto ha i suoi tempi e devono essere quelli giusti...

buona serata !!!

^______________^

Vele Ivy ha detto...

Credo che sia veramente difficile affrontare una psicoterapia, soprattutto se si inizia col piede sbagliato e si sente che la persona che ci dovrebbe aiutare in realtà non ci comprende. E' importante trovare la persona giusta, solo così ci si può fidare e iniziare la strada verso il miglioramento.

sorridente ha detto...

non riesco scrivere ma volevo lasciarti un saluto

Willow ha detto...

Hai ragione Veggie,anche la tua esperienza dice che è molto importante trovare la persona giusta, con la mia psichiatra ora mi trovo bene, in quel centro in cui sono andata invece per niente, per fortuna oggi la psichiatra mi ha detto che non sarà quel medico a seguirmi lì!!!!
Mi sento più tranquilla, sono uscita di lì davvero scoraggiata:(
Sto peggiorando di nuovo, Veggie, il ricovero non è perfetto, come niente è perfetto ma devo impedirmi di cadere di nuovo troppo a fondo e sono arrabbiata anche perchè proprio ora che ho potuto scegliere ciò che voglio, ci sono tante cose che mi piacciono fare (tutta quella pedagogia all'università è fantastica!!^^), la scuola guida, io sto così male, di una cosa sono certa ormai non voglio più stare male, c'è un qualcosa che mi tira giù più che può ma non deve vincere..
Ti stringo forte Veggie!

Anonimo ha detto...

E' vero, anch'io ho capito che non pioverà mai dal cielo l'insight che tanto desidero...

Leda ha detto...

beh, veggie, tanto di cappello!
credo che ognuna di quelle che leggono i tuoi post possa dirlo, ma questa volta...mi è sembrato proprio che tu l'abbia scritto per me!
10 mesi e mezzo di percorso.
eppure quante cose sto capendo solo ora e immagino di dover ancora capire. di capire non si finisce mai: ma la cosa più importante è il non voler applicare quel perfezionismo che l'anoressia impone anche ad un percorso terapeutico!

Veggie ha detto...

@ Thana – E, soprattutto, spero possano aiutare tutte le ragazze che mi leggono…

@ Wolfie – Ben detto, mia cara! (E bellissima rima finale, tra l’altro!...) Non è forte chi non cade, ma chi cade e si rialza. Perciò, rialziamoci… rialziamoci sempre… Solo così potremo dire di non essere mai state vinte…

@ .Alice – Innanzitutto, sappi che non ti devi proprio scusare di niente!... Questo blog c’è anche proprio per raccogliere gli sfoghi di tutte, quindi… Scrivi sempre tutto quello che ti passa per la testa senza farti problemi… Sai, io credo che più che noi stesse su quella bilancia ci si debba pesare il percorso che stiamo facendo… inevitabilmente ci sono delle cose positive e delle cose negativa, dei progressi e delle defaillances… Però, se senti che non ce la fai da sola, prova a farti aiutare da qualcuno… che sia una dietista, una psicoterapeuta, o entrambe le figure professionali… Perché comprendo perfettamente la tua paura di perdere il controllo… poiché questa è una battaglia contro noi stesse, per cui è difficile riuscire a tenerci a bada… per questo c’è bisogno di qualcuno che ci dia una mano dall’esterno… Pensaci, okay?!... Grazie a te… Ti abbraccio forte…

@ Donatella – Grazie a te per le tue parole, Dony… Spero davvero che il percorso di ricovero che stai per intraprendere possa portarti quella serenità che una persona speciale come te merita veramente tutta… Nella consapevolezza che, sì, gli errori ci saranno e ci potranno stare… ma anche che tu sei forte abbastanza per superare questi errori e poter tornare a vivere davvero… e a volerti veramente bene…

@ Pansy – Ben detto, mia cara…

@ Pupottina – La tempistica credo sia una cosa fondamentale in un percorso di ricovero… Ci vuole tanta pazienza… ma ce la si può fare!...

@ Vele/Ivy – Sì, infatti è proprio così… per questo penso che non bisogna scoraggiarci se gli incontro con determinati psicoterapeuti vanno male, ma avere la forza e il coraggio di cambiare e tentare fino a che non si trova lo psicoterapeuta “giusto per noi”…

@ sorridente – Ti capisco, perché non sempre è facile scrivere di certe cose… Ricambio il saluto, e sappi che, per quel che può valere, ti sono vicina…

@ Aisling – Hai detto tutto da sola, Aisling… Io credo che in noi ci sarà sempre qualcosa che ci tira giù, perché non possiamo prescindere dal nostro passato e dal nostro vissuto… Però possiamo – e dobbiamo – mettercela tutta per cercare di restare comunque in piedi!... Aggrappandoci proprio, per esempio, alle cose che facciamo e che ci piacciono… E, per l’appunto, agli specialisti che ci possono aiutare… Non ti scoraggiare se il centro per DCA non ti ha buttato bene… ci sono tanti centri per DCA, e potrai sceglierne un altro più adatto alle tue esigenze… Intanto continua con la psicoterapia che stai facendo, se ti trovi bene con la psichiatra, perché penso quella possa essere un’arma molto importante nel tuo percorso di ricovero… E tieni sempre duro, mi raccomando!... Ti abbraccio forte!...

@ Silvia – No, niente piogge fortunate, purtroppo… Ma abbiamo una testa pensante, e dunque la possibilità di scavare dentro di nei e di scoprire dove si annida quell’insight…

@ Leda – Credo anch’io che d’imparare non si finisca mai… E a maggior ragione penso questo valga per il percorso che stiamo facendo… Le nostra consapevolezze su noi stesse si apprendono a poco a poco, e non si finisce mai di conoscerci… siamo così tanto sfaccettate… Però possiamo imparare ad usare quel che man mano apprendiamo di noi… non in maniera perfetta, sicuramente in maniera imperfetta… ma chi l’ha detto che non va bene anche così?!...

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Ail Finn ha detto...

Grazie per questa testimonianza. L'ho inoltrata :)

 
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