Come gli alchimisti trasformavano il ferro in oro… voi potete trasformare l’oscurità in luce. Siete tutte benvenute.

sabato 16 ottobre 2010

Ricovero in blu e violetto

"Chi può disegnare in un arcobaleno la linea che demarca la fine della tinta blu e l'inizio di quella violetto? Noi vediamo in maniera distinta i due colori, ma dove, esattamente, l'uno blenda nell'altro? E lo stesso vale per il sano e il patologico"
H. Melville, "Billy Budd"

E lo stesso vale anche per l'anoressia e la strada del ricovero. "Da quanto tempo stai percorrendo la strada del ricovero?" mi viene chiesto. Non lo so esattamente. In realtà non so esattamente neanche quando sono scivolata nell'anoressia. Ricordo quando ho cominciato a restringere l'alimentazione. Ricordo quando sono stata ricoverata in clinica per la prima volta, e poi le 4 volte successive. Ricordo quando ho messo piede nello studio di una dietista. Ma non ricordo con precisione quando sono entrata nell'anoressia. Credo sia perchè questo è successo gradualmente - restringere molto lentamente i quantitativi di ogni tipo di alimento, e alla fine mi sono ritrovata a XX chili.

Lo stesso riscorso vale per il ricovero. Sì, certo, c'è stato un momento, circa 2 anni fa, in cui ho timidamente accettato la necessità di riprendere peso per tornare al mio standard fisiologico. E c'è stato un momento, non molto tempo fa, in cui questo è successo. Queste possono essere considerate "pietre miliari" del percorso, ma non dicono molto sui miei progressi effettivi nel percorrere la strada del ricovero. Dopotutto, anche in passato c'erano stati momenti in cui, sotto la guida della dietista, avevo ripreso peso, per poi perderlo nuovamente causa ricadute. Tuttavia, più a lungo ci si mantiene sulla strada del ricovero, più si può notare una (molto) lenta attenuazione dei pensieri e dei comportamenti strettamente legati all'anoressia. Si comincia a rispettare le dosi prescritte dall' "equilibrio alimentare" anche se nessuno ci sta col fiato sul collo, si fa esercizio fisico in maniera meno compulsiva, si smette di fare checking, si riesce a sfruttare meglio la psicoterapia. E questo sebbene magari possano rimanere ancora molti aspetti legati al DCA: la paura dei pasti "non pianificati", la difficoltà a mostrare il proprio corpo, e così via.

Se invece guardo a circa 2 anni fa (quando ho finalmente deciso d'intraprendere sul serio la strada del ricovero) e confronto questi ultimi 2 anni con gli 8 - 9 precedenti, riesco a vedere spiccate differenze. Se quello di adesso è il violetto, quello di prima era indubbiamente il blu. Colori diversi, ovvio. Ma dov'è che il blu è diventato violetto? Questo non riesco ad identificarlo con chiarezza.

Non credo abbia molta importanza, del resto. Quel che conta è che la transizione sia avvenuta. E forse la strada del ricovero non è soltanto un "colore", ma il blendaggio di diversi colori man mano che ci si sposta dall'anoressia verso la vita.

15 commenti:

Thana ha detto...

Parole che mi toccano nel cuore, perché ti si sente in tutta la tua strada, in tutti i passi che le gambe ti hanno sostenuto e compreso...

Ester* ha detto...

parole sagge,.. neanche io ricordo quando ho cominciato a restringere, dalle foto e basta posso giudicare con esattezza l inizio dell incubo.. le ricadute ci saranno nei primianni
, sembrerà non finir piu ma nn dobbiamo perderci d animo, perche anche io in confronto a mesi fa vedo mote difrenze,per non dire che sono quasi guarita, ma che significa guarita? no forse non lo sarò mai, forse non riuscirò piu a mangiare come le altre persone, intendo nel senso che saprò sempre il numero preciso di calorie, un pensiero sarà sempre rivolto al cibo.. forse l anoressia mi lascerà ma le ferite che lascia diverranno cicatrici che non avranno mai le uguali sembianze della mia pelle..:)) veggie sono davvero contenta che tu hai il coraggio di non lasciarti alle spalle tutto, ma vuoi lottarci continuamente e questo è da persona che NON HANNO PIU PAURA..
ps: vieni a ritirare il premio sul mio blog se ti va :) ti abbraccio

Anonimo ha detto...

Sono rimasta sorpresa ad un certo punto a leggere: 8-9 anni.Come me...8-9 anni fà...
Leggere questo post è stato come un viaggio dentro di me..
non sò con esattezza quando iniziò tutto..però..bo'..non sò neanche più cosa volevo dire...
Come al solito ti dirò, che sì, che sei proprio una persona buona..e bella..perchè hai condiviso questi pensieri con noi..e ci hai fatto pensare..
e ti meriti di stare bene...
ti abbraccio,
Ellie.

Annarita ha detto...

Non credo abbia molta importanza, del resto. Quel che conta è che la transizione sia avvenuta. E forse la strada del ricovero non è soltanto un "colore", ma il blendaggio di diversi colori man mano che ci si sposta dall'anoressia verso la vita.

Una considerazione saggia e condivisibile, Veggie. Ti leggo sempre volentieri proprio per questa concretezza che dimostri.
Ti auguro una buona domenica.

A presto.
annarita

Wolfie ha detto...

La vita nel momento in cui si combatte contro il dca diventa una cosa un po’ strana.
Di certo è difficile vedere i progressi che si fanno, infatti se ci penso mi sembra di essere sempre ferma allo stesso punto; se alla fine della giornata faccio un bilancio mi sembra sempre di aver appena trascorso un giorno in cui non ho fatto abbastanza, e che avrei potuto fare di più.
Eppure, se mi guardo alle spalle, non solo alla giornata appena trascorsa, ma agli ultimi mesi, agli ultimi anni, mi rendo conto che, effettivamente, sono un bel pezzo avanti rispetto a dove ero prima. Di certo un bel pezzo avanti rispetto a quando vomitavo quotidianamente 3 – 4 volte al giorno. È come quando si cresce: sul momento non ce ne accorgiamo, però se confrontiamo le fotografie da un anno all’altro, allora possiamo notare la differenza.
Io su questa strada mi muovo con passi da formica, passettini piccini piccini, però sono comunque passi. Questi passi mi stanno portando avanti, e questo è l’importante. Dove arriverò, solo il futuro me lo potrà dire!

Anonimo ha detto...

Per me il tempo e' un po' piu' lungo...
15 anni...
Pero' penso a quando l'idea di farmi aiutare non era assolutamente contemplata, così come quella di vivere ogni istante della mia vita senza il DCA a tenermi compagnia...
Ecco quello era il mio blu...
Poi ho iniziato il percorso di ricovero, con ricadute anche molto pesanti, con l'ospedale quando ormai pensavo che non sarebbe mai piu' potuto accadere...ma anche con periodi in cui sono riuscita a chiudere il DCA fuori dalla valigia, per esempio durante le vacanze estive...e allora sì, forse non sono ancora in pieno dentro il violetto, forse e' proprio dentro il blendaggio che mi trovo in questo momento...
Un abbraccio!

Anonimo ha detto...

io invece me li ricordo sia il blu, che il violetto..sia il giorno esatto dell'inizio (o meglio dire della fine della mia esistenza "normale")che quello esatto della fine (quindi l'inizio di una possibile "normalità"all'orizzonte). Ma forse questo è dovuto alle esperienze che contraddistinguono ognuna di noi e i nostri particolari caratteriali (non a caso, infatti, io ho sempre una buona memoria per date ed eventi). Comunque, come dici tu..questo non è l'importante..ma io vorrei avere meno memoria, per non portarmi un fardello dietro..anche se fa parte di me.. un abbraccio forte.. Alis_86

Thana ha detto...

Veggie, parole colme di verità quelle del tuo ultimo commento.
Ed è stato ripetendomele che ho resistito senza pensarci troppo per una settimana, ma ieri ero un po' giù e hanno invaso la mia mente come un fiume in piena, ma leggerle scritte da te, leggerle fuori da me, mi hanno dato molta forza, e oggi il mio umore è migliore.
Grazie, ti abbraccio davvero forte <3

Pupottina ha detto...

se è possibile, trovo che questo post sia più profondo degli altri.
bellissimo l'incipit con la citazione di Melville!

buon inizio settimana ^____________^

Alice and my world ha detto...

Ricambiamo il tuo abbraccio forte forte....stupenda tu..iO e Alice

Leda ha detto...

cavolo,cavolo, cavolo. hai davvero ragione.
io avevo una collana, sai. era rossa come il sangue e poi c'erano qua e la delle perline nere nere. l'avevo sempre al collo perchè mi ricordava tutto quanto il mio dolore e la mia patologia.
quando sono entrata in comunità mi sono detta: "la toglierò quando sarò guarita".
pensavo che l'avrei tolta alla fine del percorso, quando sarei uscita di lì.
poi un giorno, dopo quattro o cinque mesi dall'inizio del percorso, ero in bagno con un'altra ragazza e la collana si è rotta.
-se vuoi si può aggiustare facilissimamente- mi ha detto lei
-no,no grazie- le ho detto, e l'ho buttata nel cestino.
forse non è ancora successo o era già successo allora.

Ilaria (...si, quella che era scomparsa!) ha detto...

'Prima' credevo fosse fondamentale il confine tra il cosiddetto blu e violetto... volevo vederlo, e l'idea che questa linea non fosse tangibile mi angosciava da morire.
Poi adesso, dopo quanto, 5-6 mesi?, mi rendo conto che ho trovato il punto in cui i due colori sono mischiati in egual misura, e poterli vedere entrambi rassicura me da un lato, tutti gli altri dall'altro.
Credo sia il punto perfetto... il compromesso tra quello che voglio io stessa per me e quello che vogliono le persone che mi sono accanto...

ps: ciao Veggie!! ♥

Vele Ivy ha detto...

Che metafora azzeccata! In effetti non bisogna scordarsi delle sfumature e delle mille sfaccettature dell'animo umano... soprattutto in percorsi così delicati come quello del ricovero.

Veggie ha detto...

@ Thana – Anche le tue toccano il mio cuore… Perché le tue gambe sono molto più forti di quel che pensi… e, ne sono certa, ti porteranno lontano…
P.S.= Ma scherzi??!... Ho scritto semplicemente quello che pensavo… Grazie a te!...

@ Ester – Sì, sicuramente l’anoressia in qualche modo rimarrà sempre in noi… ma non sarà la parte maggiore di noi… Potremo guardarla negli occhi, confrontarci con lei, e non esserne vinte né vittime… Potremo combattere tutti i giorni… e in questo consisterà il nostro percorso di ricovero… Faremo passi avanti, faremo passi indietro… cresceremo e matureremo… l’importante è continuare sempre a camminare…
P.S.= Ti ringrazio infinitamente per il premio… onoratissima, non lo merito!... Grazie…

@ Ellie – Tesorino, pensa che non importa sapere con esattezza quando e come è iniziata… è importante sapere come finisce… e questo lo vedremo andando avanti e continuando a combattere… Perché alla fine vissero sempre tutti felici e contenti… perciò, se no sei felice e contenta, questa non è ancora la fine…

@ Annarita – Grazie mia cara… Altrettanto…

@ Wolfie – L’importante è che tu continui sempre a camminare… Perché ogni piccolo passo è un grande passo… che ti porterà dritta dritta a tagliare il tuo traguardo…

@ Donatella – Io credo che tutta la nostra vita, tutte le cose che facciamo siano il risultato di un blendaggio continuo tra vari aspetti che si compenetrano… E questo è molto vero per l’anoressia… si va avanti, si passa da una fase all’altra, si può anche tornare indietro a volte, ma mai per la stessa strada… è comunque un percorso in divenire… una strada verso la vita che non dobbiamo mai smettere di percorrere…

@ Alis – Tutto quello che ci è successo nella vita non lo possiamo cancellare… bello o brutto che sia… è comunque un qualcosa che ha fatto parte di noi, e che, perciò, rimarrà sempre in noi… però io penso sia possibile imparare a conviverci in maniera più serena… Per non lasciare che il passato ci dica chi siamo, ma farlo diventare parte di ciò che diventeremo…

@ Pupottina – Grazie, mia cara…! ^__^

@ Alice and My World – Un abbraccio anche a te e Alice… tutto okay, vero?!...

@ Leda – Hai detto tutto… è esattamente quello che intendevo dire con questo mio post… Le cose non si fanno succedere… le cose succedono. E noi che ci stiamo in mezzo le viviamo… e vediamo da quale parte ci trascina il fiume della nostra vita… Non cambiamo il vento… ma possiamo dirigere le vele…

Veggie ha detto...

@ Ilaria – In fin dei conti, tutto quello che facciamo nella vita è un compromesso… E non potrebbe essere altrimenti, perché non viviamo in un eremo ma in mezzo alla gente… perciò necessariamente quello che vorremmo noi per noi stesse si scontra con le aspettative altrui… e bisogna trovare una via di mezzo… Non sempre è facile, non sempre è ugualmente soddisfacente, ma si può comunque riuscire a trovare un equilibrio… Un blu che non è ancora blu ma che non è neanche più violetto… una sorta di terra di mezzo che ci spinge a continuare il nostro viaggio… In fin dei conti, non è arrivare, ma viaggiare che rende tutto quello che ci circonda mutevole e stupendo…
P.S.= Bentornata!!...

@ Vele/Ivy – Ogni aspetto della nostra vita ha mille tinte e sfumature… e bisogna sempre imparare ad integrarle… pian piano…

 
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