venerdì 26 novembre 2010
La voce dell'anoressia
La voce dell’anoressia è un po’ come la voce del critico interiore che ogni qualsiasi persona possiede – quella vocina che ci rimprovera ogni volta che facciamo qualcosa di sbagliato.
La differenza è che la voce dell’anoressia non si limita soltanto a criticare, ma prova ad offrire una soluzione. L’anoressia offre infatti la possibilità di espletare una trasformazione.
Ben presto la voce dell’anoressia diventa, allo stesso tempo, la “brava ragazza” e la “cattiva ragazza”. Entrambe le tattiche sono ben note a chiunque abbia intenzione di mandare in pezzi volontà e corpo.
La “brava ragazza” offre potere, forza, controllo, superiorità, e soddisfazione. Queste sono le promesse che l’anoressia fa, anche se alla fine tutto quello che ci porterà sarà la sconfitta su tutti i fronti.
La “cattiva ragazza” non punisce, ma fa in modo che siamo noi ad infliggere le sue stesse punizioni su noi stesse. Tutto questo per raggiungere i nostri obiettivi.
La realtà però è che la trasformazione in una più bella, superiore, e migliore versione di noi stesse non avverrà mai. E si finisce per rimanere intrappolate nell’anoressia. Perché dopo tanti anni passati in balia di un disturbo alimentare, ci sembra che questo faccia semplicemente parte di noi da sempre. La voce dell’anoressia a poco a poco ci convince che l’anoressia è tutto quello che siamo, tutto quello in cui possiamo identificarci, tutto quello che ci definisce. Tutta la nostra vita.
C’è una strana ironia nel fatto che la possibilità di trasformazione che l’anoressia una volta ci offre, avviene in realtà soltanto nel momento in cui decidiamo di dare le spalle all’anoressia stessa e iniziamo a percorrere la strada del ricovero.
È grazie alla strada del ricovero che, in effetti, possiamo scoprire le Vere Noi Stesse: un’identità che non è definita da numeri, regole e ossessioni, un’identità che non ha bisogno dell’anoressia, di un’etichetta per essere definita, che non ha bisogno di provare dolore o di soffrire. Un’identità che solo noi, lavorando su noi stesse giorno dopo giorno, possiamo scoprire e tirare fuori.
Una volta, da qualche parte, ho letto: “Se vuoi essere te stessa come desideri, devi allontanare tutta la spazzatura che hai appreso non essere tua”. E penso che sia assolutamente vero.
L’anoressia è una scelta a perdere, perché tutte le promesse che la sua voce ci fa non potranno mai essere adempiute. E proprio perché l’anoressia ci ha portato a toccare il fondo, che adesso dobbiamo trovare dentro di noi la forza per risalire. In fin dei conti, è la sensazione di soffocamento che spinge a riprendere una boccata d’aria. Perciò, proviamo ad aprire le nostre ali. Perché finché non lo faremo, non sapremo mai quanto lontano potrà condurci il nostro volo.
La luce arriverà nel momento in cui decideremo di aprire gli occhi. Nel momento in cui il rischio di rimanere chiuse nella prigione dell’anoressia ci farà più paura del rischio di vivere senza l’anoressia.
La differenza è che la voce dell’anoressia non si limita soltanto a criticare, ma prova ad offrire una soluzione. L’anoressia offre infatti la possibilità di espletare una trasformazione.
Ben presto la voce dell’anoressia diventa, allo stesso tempo, la “brava ragazza” e la “cattiva ragazza”. Entrambe le tattiche sono ben note a chiunque abbia intenzione di mandare in pezzi volontà e corpo.
La “brava ragazza” offre potere, forza, controllo, superiorità, e soddisfazione. Queste sono le promesse che l’anoressia fa, anche se alla fine tutto quello che ci porterà sarà la sconfitta su tutti i fronti.
La “cattiva ragazza” non punisce, ma fa in modo che siamo noi ad infliggere le sue stesse punizioni su noi stesse. Tutto questo per raggiungere i nostri obiettivi.
La realtà però è che la trasformazione in una più bella, superiore, e migliore versione di noi stesse non avverrà mai. E si finisce per rimanere intrappolate nell’anoressia. Perché dopo tanti anni passati in balia di un disturbo alimentare, ci sembra che questo faccia semplicemente parte di noi da sempre. La voce dell’anoressia a poco a poco ci convince che l’anoressia è tutto quello che siamo, tutto quello in cui possiamo identificarci, tutto quello che ci definisce. Tutta la nostra vita.
C’è una strana ironia nel fatto che la possibilità di trasformazione che l’anoressia una volta ci offre, avviene in realtà soltanto nel momento in cui decidiamo di dare le spalle all’anoressia stessa e iniziamo a percorrere la strada del ricovero.
È grazie alla strada del ricovero che, in effetti, possiamo scoprire le Vere Noi Stesse: un’identità che non è definita da numeri, regole e ossessioni, un’identità che non ha bisogno dell’anoressia, di un’etichetta per essere definita, che non ha bisogno di provare dolore o di soffrire. Un’identità che solo noi, lavorando su noi stesse giorno dopo giorno, possiamo scoprire e tirare fuori.
Una volta, da qualche parte, ho letto: “Se vuoi essere te stessa come desideri, devi allontanare tutta la spazzatura che hai appreso non essere tua”. E penso che sia assolutamente vero.
L’anoressia è una scelta a perdere, perché tutte le promesse che la sua voce ci fa non potranno mai essere adempiute. E proprio perché l’anoressia ci ha portato a toccare il fondo, che adesso dobbiamo trovare dentro di noi la forza per risalire. In fin dei conti, è la sensazione di soffocamento che spinge a riprendere una boccata d’aria. Perciò, proviamo ad aprire le nostre ali. Perché finché non lo faremo, non sapremo mai quanto lontano potrà condurci il nostro volo.
La luce arriverà nel momento in cui decideremo di aprire gli occhi. Nel momento in cui il rischio di rimanere chiuse nella prigione dell’anoressia ci farà più paura del rischio di vivere senza l’anoressia.
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21 commenti:
Leggendo la prima parte di questo tuo -tra l'altro bellissimo- post, mi è sorto spontaneo il paragone con gli ascetici, quelle persone che pensano che la purificazione dell'anima avvenga attraverso punizioni e privazioni terrene.
E mi è venuto allo stesso modo spontaneo chiedermi: perchè quando ci vengono proposti i rituali di tali persone inorridiamo, ma continuiamo a praticare rituali in un certo senso simili?
Se ci pensi, digiunare, vomitare e tagliarsi sono una sorta di punizione terrena che ci infliggiamo.
Non è assurdo tutto ciò?
Per quanto riguarda la seconda parte, niente di più vero, e niente di più coinvolgente.
Sei davvero stupenda, grazie ai tuoi post alimenti la fiaccola che ci porta ad aver voglia di combattere!
A presto,
IlFioreDelMale
Che bel post, Veggie, mi ci sono rispecchiata un sacco, è proprio quella vocina che sto tentando di contrastare, ogni volta che faccio l'opposto di ciò che mi dice è una vittoria perchè finalmente trascorro una giornata senza compromessi e riesco a fare ciò che amo, invece quando vince la vocina parte tutto un meccanismo, risprofondo giù e non mi interessa più niente altro al dì fuori delle ossessioni. Che tristezza una vita così vuota, non la voglio!!!
E pensare che prima mi sentivo così fiera, così potente,da quando ho iniziato ad aprire gli occhi qualcosa è cambiato, finchè dopo il ricovero è avvenuta la svolta, non l'avrei mai detto, invece sono sempre più motivata anche dopo le cadute...
Ti abbraccio forte Veggie!^^
Sì è vero, bisogna allontanare tutto quello che ci fa distogliere dal nostro vero io... anche se non è facile, penso sia una cosa che si impara col tempo.
Bellissimo questo post, mi ci sono rispecchiata tantissimo!!!!!!!!
Anch’io sto cercando in questo momento di capire cosa voglio davvero per me stessa, per la mia vita, per il mio futuro. Dopo tanti anni passati in balia della bulimia, non è facile riuscire a districare i miei pensieri, quelli personali, limpidi e genuini, dalle mille ossessioni che il dca mi ha messo in testa, e che è ovviamente più facile assecondare.
Però adesso sto cercando di guardarmi intorno e di scoprire quali sono le alternative che ho davanti, e di scegliere quello che mi fa stare davvero bene, cercando di districarmi dei miei vecchi pensieri e dalla mia vecchia mentalità.
So che è un percorso lungo, richiederà molto tempo, ma so anche, e di questo ne sono proprio convinta, che sarà quello che mi porterà ad essere felice. O, quantomeno, ad essere me stessa e, quindi, più serena.
I tuoi post sono sempre molto vivi e sentiti, e so che molte ragazze traggono forza da ciò che scrivi e dici loro. La tua è una grande battaglia contro il male, per raggiungere la felicità, come nelle migliori favole.
Non smetterò mai di dirlo, continua così. Per una singola persona può valere tanto quello anche solo una parola.
Viky
Ciao!sono una ragazza che soffre di anoressia e ho appena creato anch'io un blog, mi piacerebbe che tuci passassi perchè sono rimasta davvero colpita da molte delle cose che hai detto, mi ritrovo molto nelle tue parole,mi rendo perfettamente conto di tutto questo però, e questa è la cosa divertente,non riedco ad uscirne..spero che riusciremo a tenerci in ocntatto..a presto!
Pur non potendo riconoscermi in ciò che hai efficacemente affrescato, ne ho percepito tutta la drammaticità e mi sono venuti i brividi.
Brividi per tuto il guasto che l'anoressia può provocare in un corpo e in un'anima.
Perciò la tua sollecitazione a risalire la china per ritrovare la dignità propria di un essere umano è l'unica direttrice percorribile.
Un abbraccio grande.
annarita
Ciao! sono una ragazza di 19 anni e soffro di anoressia da quando ne avevo 12. Per adesso non c'è molto,mami farebbe piacere se tu passassi sul mio blog e se ci tenessimo in contatto, perchè sono rimasta molto colpita della tue parole e mi riconosco nella maggior parte di ciò che hai detto, ma nonostante tutto non riesco ad uscirne.
spero di risentirti presto!
bello davvero quando scrivi " proviamo ad aprire le nostre ali. Perché finché non lo faremo, non sapremo mai quanto lontano potrà condurci il nostro volo"
va un pò meglio dai...
un bacino e una buona domenica*
Ali*
veggie, tu fai tanto per le persone afflitte da DCA...
i tuoi post sono TUTTI d'aiuto..
Identificarsi con il sintomo è una comoda soluzione... dopotutto è tanto spaventoso trovare il coraggio di guardarsi allo specchio senza maschere, da sembrare quasi impossibile.
Che post bellissimo Sono senza parole... Capisco ogni giorno di più che cosa sia l'anoressia, cosa voglia dire avercela cucita addosso... Ed il merito è solo di voi blogger!
Cara Veggie, anzitutto complimenti per questo tuo blog,è una manna dal cielo per chi cerca delle risposte che in realtà avrebbe sotto il proprio naso, ma non riesce ad afferrarle.
e ,inoltre, complimenti a TE.
hai una forza incredibile e sei davvero una bellissima persona. credo che intraprendere un percorso come il tuo sia veramente difficile,
credo che sia difficile decidere di guarire.
perciò complimenti per tutti i passi che hai fatto fino ad ora e per quelli che farai in futuro.
io non sono anoressica, ma ho un bruttissimo rapporto con il cibo e con il mio corpo,leggere i tuoi post mi ha alleviato un po' questo senso di inadeguatezza, ma in certi momenti vorrei davvero scomparire.
il fatto è che non sono abbastanza "al limite" per poter chiedere un aiuto.
però sono andata in un consultorio per cercare delle risposte e mi è stato fatto (più o meno) questo discorso :
"...se tu mai diventassi terribilmente sottopeso,allora saresti fuori di testa: avresti scelto una via che potevi evitare. pensa ai malati di cancro, loro non hanno scelto la malattia,ma lottano per vivere e non si meritano questo dolore, tu invece,se continui a fare stupidaggini,sceglierai la via della morte.perchè lo vuoi."
mi rendo conto che questo discorso è stato fatto probabilmente con l'intento di spronarmi,anche se, per una persona come me, i toni erano sicuramente sbagliati, perchè lì per lì, mi è sembrato quasi di dover affrontare una sfida della serie: "tanto non ce la farai mai a dimagrire come vuoi...".
ma non è questo il punto.
vorrei che mi aiutassi anche tu a riflettere:
siamo noi a scegliere di avere un DCA,o è la malattia a sceglierci ?
forse è una domanda banale,ma non riesco a capire cosa devo fare.
scusa per la lunghezza del commento e scusa anche se ho straparlato in modo confuso ma....sono molto,molto,molto confusa.
purtroppo non ho un blog, ma ti seguo. se hai tempo di rispondermi anche commentando in questo post, sarò molto felice di leggere cosa ne pensi...
ti abbraccio forte
Layla
"Lo straordinario risiede nel cammino delle persone comuni" - Tu l'hai scoperto e lo offri...e non c'è cosa più bella.
Ma ce l'abbiamo tutti questo straordinario...tiriamolo fuori, anche tu Layla...
"Nel momento in cui il rischio di rimanere chiuse nella prigione dell’anoressia ci farà più paura del rischio di vivere senza l’anoressia."
Arriverà mai questo momento?
Chissà...
scrivi sempre delle bellissime cose..
ti abbraccio Veggie...
Ellie.
And if it hurts, you know what? It is probably worth it.
La dualità della brava-cattiva ragazza m’ammanta da sempre. Salvo il fatto che io ho sempre preferito la parola sulla destra. La dannata anoressia è un problema, ma è anche la soluzione. E qui sta la cazzo d’impasse.
Sono cristallizzata in questa terra di mezzo, eppure dentro sento qualcosa che si muove di continuo, e non so, non so se la sto perdendo ma il ricordo mi tiene in continua ricerca, non so se sto fingendo di essere ancora una persona unica, invece che una comune, e tiro avanti.
Voglio l’anoressia? Voglio il ricovero? Dentro di me, per ragionamento e reazione, vorrei entrambe le cose, le sensazioni che mi dava l’anoressia e la quieta tranquillità di una testa che non sia piena di fottute ossessioni. L’anoressia la vorrei perché, nonostante tutto, la sento ancora in me, ma è un gioco a perdere, questo ormai lo so. Mi sono schifosamente fregata da sola.
Domani, domani le cose possono cambiare, domani tutto può cambiare, domani la stronza di anoressia si può levare di culo e io posso sentire di nuovo me stessa, mi ripeto ogni sera quando vado a letto, ma poi mi risveglio la mattina e non è cambiato una sega.
Ora non sento nulla, sono chiusa, un po’ di dolore, un po’ di incazzatura, un po’ di tranquillità, quell'equilibrio tra la mia mente anoressica e il mio corpo non più così magro, tutto racchiuso dentro di me, perché ho deciso di chiudermi e di non sentire più niente.
Malata, guarita, nella mia testolina bacata non cambia una minchia.
E in tutto questo, io, qualcun altro, una, due, migliaia di bambine hanno fatto qualcosa di grande, hanno ragionato e messo da parte loro stesse per omologarsi.
Tutti sorridono, e io, per strada, quando raramente alzo lo sguardo vedo figure con intorno un colore che so riconoscere, che forse un tempo, chissà, non lo ricordo neanche più, mi è pure appartenuto, e allora vorrei parlare, vorrei urlare, vorrei incazzarmi di brutto, ma poi abbasso lo sguardo, mando a fanculo il resto del mondo, e so che non farò mai niente di tutto questo. E so che chiedere come si fa a camminare in bilico tra l’anoressia la vita non serve. Lo faccio. Non smetto mai.
Adesso vado a letto, e poi domattina mi sveglierò e non ancora del tutto sveglia, cercherò il ricordo, tenterò di sentire le ossa che ormai non sporgono più come prima, e mi fermerò. Mi fermerò e mi sveglierò del tutto, allungherò le mani verso il comodino e rimetterò su la mia maschera quotidiana, e andrò a fare la cazzutissima colazione. Un fottuto nuovo giorno ricomincerà, e tutto si rimetterà in moto, anch’io mi rimetterò in moto, ma dentro di me starò sempre ferma. Perché nonostante tutto mi fa male vedere che una parte di me ha deciso di mantenersi comunque in quest’impasse.
And if it hurts, you know what? It is probably worth it.
Jonny
La frase di questo post che mi ha colpito di più:
"C’è una strana ironia nel fatto che la possibilità di trasformazione che l’anoressia una volta ci offre, avviene in realtà soltanto nel momento in cui decidiamo di dare le spalle all’anoressia stessa e iniziamo a percorrere la strada del ricovero."
Credo sia assolutamente vero.
Io al momento mi trovo in una fase di passaggio. Sono in bilico. Sto cercando di accantonare le ossessioni e di sostituirle con la Vita vera. Solo che mi trovo nel mezzo. Scaccio i pensieri negativi ma non sto ancora vivendo.
E mi sento vuota vuota vuota, terribilmente vuota.
Senza nemmeno la forza di piangere.
Mi sento vuota e SENZA SENSO. E questo è quello che rischia di farmi ricadere, totalmente e per l'ennesima volta, del DCA.. perché quei pensieri mi davano sicurezza.. avevo un'identità, qualcosa da fare, qualcosa a cui pensare. Per non sentire.
Ora il mio obiettivo è quello di trovarmi un senso prima che la situazione diventi insostenibile. Perché sento che non avrò più energie per rialzarmi un'altra volta
Nonostante la neve.....il pessimo periodo...i mille imprevisti...nervosismi....ce l'abbiamo fatta a passare.....da te!
Siamo più o meno vive iO e Alice ti abbracciamo forte forte
@ IlFioreDelMale – Non so se può essere una valida risposta alla tua domanda… ma io credo che non sia tanto assurdo… perché c’è una divergenza di MOVENTE. Magari, da un punto di vista prettamente esteriore, in comportamento dell’asceta e quello dell’anoressica sono molto simili… ma le motivazioni interiori, quelle che spingono a fare certe cose, sono completamente diverse… perciò, quello che fa “inorridire”, non è tanto il comportamento in sé per sé, quanto il sapere che può essere spinto da una motivazione a noi in condivisibile, e che pure si estrinseca alla stessa maniera… Perché se, come dici tu, certi comportamenti possono essere vista, da una parte, come una punizione, se ben ci pensi da un’altra parte sono anche cose che, certo, pure in maniera distorta, ma ci danno soddisfazione… ed è qui che ci freghiamo da sole… No, non è assurdo… è solo un circolo vizioso che dobbiamo imparare a spezzare. Grazie a te per le tue parole…
@ Aisling – Se non la vuoi… non l’avrai. Perché tutto quello che riuscirai a fare dipende solo da te. Tutto il coraggio che riuscirai a trovare, tutta la motivazione che riuscirai ad alimentare… tutto solo da te. It’s up to you. Se questa battaglia la vuoi vincere, hai tutte le possibilità e tutte le capacità di farlo. In fin dei conti, è quando si tocca il fondo che si arriva a una base d’appoggio che ci consente di prendere la spinta per risalire… ed imparare a poco a poco ad apprezzare tutto ciò che di positivo c’eravamo lasciate indietro senza accorgercene…
@ Vele/Ivy – Purtroppo, è tutt’altro che facile… Ma non per questo non vale la pena di tentare, no?!...
@ Wolfie – Ci vuole tempo per sgarbugliare la matassa… Perché i pensieri del DCA sono davvero incredibilmente impastanti… ma tu ce la puoi fare a venirne fuori, di questo ne sono più che certa… Continua quel percorso, e vedrai che presto anche per te brillerà di nuovo il sole… Non mollare mai…
@ Viky – Ti ringrazio per le tue parole… e per essermi sempre vicina… sei preziosa e speciale…
@ Lia – Ciao Lia, benvenuta! Ma certo che appena ho un po’ di tempo passo dal tuo blog, non mi fa che piacere!... Non devi sentirti demoralizzata perché non riesci ad uscire all’anoressia: è una strada lunga e complicatissima, non si può pretendere che avvenga dall’oggi al domani… La cosa importante è che non ti arrendi, che continui ogni giorno a cercare di opporti ai pensieri dell’anoressia… e vedrai che pian piano le cose andranno meglio… Ma tu ci devi credere sempre fino in fondo, perché ce la puoi fare tranquillamente, sai?!... Ti abbraccio forte…
@ Annarita – Forse un po’ di guasto di fondo c’è in partenza, ma è indubbio che l’anoressia vada ad esacerbare ulteriormente la situazione… perciò l’unica cosa da fare è alzare la testa e provare a combattere… e ogni passo avanti è una vittoria…
@ Alice*** - Sono contenta che le cose vadano meglio… Non mollare, mi raccomando…
@ Roccia – Anche i tuoi commenti lo sono per me… Grazie mille!!...
@ Coniglia Mannara – Vero che è comodo… ma alla fine le perdite sono maggiori dei guadagni… Per questo è necessario imparare a ritrovare noi stesse… Non attraverso uno specchio - che può essere coperto, per quel che rappresenta – ma attraverso l’ascolto di quello che vogliamo veramente per noi stesse…
@ minerva – Grazie tesorino…
@ Layla – Ciao Layla, benarrivata! Innanzitutto ti ringrazio davvero tantissimo per aver lasciato il tuo commento sul mio blog, e non ti fare assolutamente problemi per la lunghezza: questo blog è qui proprio affinché chiunque possa scrivere quello che vuole e quanto vuole… quindi sappi che qualsiasi cosa scriverai sarai sempre la benvenuta… Ti ringrazio tantissimo anche per quello che hai scritto a proposito del mio blog… se anche un solo singolo post potesse esserti minimamente d’aiuto, mi farebbe veramente tantissimo piacere…
Comunque, passando a parlare di quello che mi hai scritto… Per prima cosa, mi viene da dire che la persona che, nel consultorio, ti ha fatto quel discorso, non l’ha detto per spronarti. Non l’ha detto neanche per affossarti. L’ha detto per dare aria al cavo orale. Perché evidentemente un discorso del genere è un discorso fatto da una persona che si è scordata di accendere il cervello prima di parlare. O, in alternativa, da una persona così insensibile, superficiale, ed estranea alla tematica dell’anoressia, che davvero non vale la pena di prendere in benché minima considerazione quello che ha detto. Purtroppo al mondo c’è anche questo tipo di gente, bisogna imparare a passarci sopra.
Ma, a parte questo, veniamo all’aspetto più importante del tuo commento. Dici che “non sei abbastanza al limite per chiedere aiuto”. E così temi che, parlandone seriamente con una figura professionale adeguata, non sarai presa sul serio, non è vero?!... Pensi che se tutti non si precipitano ad aiutarti, significa che ancora non sei magra abbastanza. Significa che ancora non sei diventata invisibile abbastanza da poter essere vista.
NO.
No, Layla.
Cosa significa esattamente “non essere abbastanza al limite”? Come si può definire una persona “abbastanza al limite”? Lo si definisce tramite il peso? Tramite il BMI? Tramite la taglia dei jeans?
Non ha nessuna importanza quanto pesiamo. Il punto è che stiamo MALE.E chiunque stia male dentro, merita di ricevere aiuto. E devi chiederlo. Non devi vergognarti. Non devi temere di non essere “abbastanza al limite”. Perciò, se senti che stai male e che le cose non ingranano… non pensare al tuo peso. Non pensare al tuo rapporto col cibo, che non è che la punta dell’ice-berg. Pensa soltanto che hai bisogno e che meriti di ricevere aiuto. E devi darti perciò il diritto di chiederlo. Non cadere nella trappola delle apparenze. Prima chiederai aiuto, più facile sarà iniziare a risolvere i tuoi problemi, quali che siano. Non chiederti se sei tu a scegliere il DCA, o se è il DCA a scegliere te, perché questa è la classica domanda “è nato prima l’uovo o la gallina?”, un serpente che si morde la coda. Quale che sia la risposta, serve solo ad arrovellarti, ma è ininfluente ai fini di quello che comunque provi e di quello che vorresti per te stessa. E sono queste invece le cose su cui devi concentrarti. Perché nessuno merita di vivere con questo dolore. Neanche te. Tu meriti, viceversa, di sentirti di nuovo viva. Devi ricominciare a vivere. Anche se, lo so, la paura più grande sta proprio nel prendersi il rischio di darsi il permesso di vivere davvero. Ma è l’unica cosa che puoi fare per te stessa. L’unica che vale veramente la pena.
(Scusa se mi sono permessa di scriverti tutto questo senza neanche conoscerti, ma semplicemente avendo letto un tuo commento…)
@ Allegra – Sì, sono anch’io convinta che in ognuno di noi c’è qualcosa di straordinario: quello che ci rende diverse da ogni altra persona… che è quel che bisogna cercare di mettere in luce…
@ Ellie – Certo che arriverà… però tu devi crederci e mettercela tutta per farlo arrivare, perché niente si fa mai da solo… Coraggio!...
@ Jonny – Non è un’impasse, questa… E’ vero, in una strada come la nostra molti momenti lo paiono… ma non lo sono, te lo dico per esperienza. Ed è da dentro di noi che deve nascere la consapevolezza e la voglia di andare avanti, sapendo che comunque vada, una volta toccato il fondo, davvero l’unica cosa che ci resta da fare è risalire la china… E si va avanti… un percorso che dura una vita…
@ .Alice – Scrivi che vuoi trovare un senso, e hai perfettamente ragione… Perché il DCA è un anestetico. E la tranquillità che sembra darti, è la tranquillità del niente: è quello il vero vuoto. Perciò, continua a cercare ciò che possa rendere la tua vita degna d’essere chiamata tale… e non metterti fretta. Gli scopi non si costruiscono, si svelano. Se ci stai troppo concentrata su, ci fai la testa e te li lasci sfuggire. Let it be. Vai avanti. Quello che cerchi non lo troverai tutto d’un botto, ma con tempo e pazienza… E non temere che non ricadrai, se non lo vuoi… e se succederà, avrai sempre abbastanza forza per rialzarti… La vita non ha un senso… finchè non la vivi fino in fondo e scopri il suo/tuo significato… E poi il tempo passa, cambia le cose, anche le pietre diventano rose…
@ Alice and my world – Vedi che, nonostante tutte le intemperie della vita, ce la fate sembre a far rispuntare il sole?!... Siete meravigliose, tu ed Alice…
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